MNEMOSINE
DC (Andrea Dicò, Francesco Carbone)
Andrea Dicò _ batteria _ oggetti
Francesco Carbone _ chitarra elettrica _ effetti
Musica improvvisata registrata a Bellusco da Leonardo Ronchi e presso Blap!Studio di Milano, da Fabio Gallarati.
Dalle note di copertina: «E troverai alla sinistra delle case di Ade una fonte, e accanto a essa un bianco cipresso diritto: a questa fonte non accostarti neppure, da presso. E ne troverai un'altra, fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine: e davanti stanno i custodi. Dì loro: sono figlio di Terra e di Cielo stellante, inoltre la mia stirpe è celeste; e questo sapete anche voi. Sono riarsa di sete e muoio: ma date, subito, fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine. Ed essi ti lasceranno bere dalla fonte divina» Laminetta trovata a Petelia.
"(...) Una sapienza greca influenza l’improvvisazione elettroacustica del duo DC (ossia Andrea Dicò e Francesco Carbone) in Mnemosine. Si tratta di 3 lunghi pezzi la cui idiomaticità musicale è connaturata ad una triplice area di rivelazioni: il ricordo, il suo netto contrario (l’oblio) e la rinascita; i due musicisti sono rimasti evidentemente affascinati dalle laminette auree che nel passato accompagnavano i defunti dell’antico Egitto e delle religioni semitiche nella loro sepoltura e nelle quali erano contenuti indicazioni di un percorso di iniziazione nell’aldilà: l’inserzione del passo di una laminetta di Petelia all’interno delle note del CD lo conferma.
Musicalmente Dicò e Carbone sono cresciuti molto, soprattutto nella strategia espressiva. E’ una combinazione molto vicina all’ipnosi quella dei due musicisti, una forma di hypnagogic improvisation che ha dei semi nel movimento ipnagogico che ha attraversato il primo ventennio di questo secolo: qui non parliamo affatto di pop music ma di una tendenza umorale insita nell’approccio musicale, qualcosa che gli scrittori Maël Guesdon e Philippe Le Guern attribuivano alla velocizzazione del passaggio del tempo e allo scorrere repentino delle immagini. Nella condensazione dei loro obiettivi Dicò e Carbone si adoperano per una riproposizione moderna dell’immagine antica dove tutto si svolge in accelerazione, lunghe divagazioni di loops chitarristici e controtempi di batteria che in alcuni momenti sfiorano la catarsi, ma quando un carillon introduce la jam di Asfodelo di lì a poco l’impasto apre ad una differente dimensione mentale; con un livello di contenuti impressionanti si sonda ad un certo punto persino il noise ed uno speciale senso del feedback che sembra riportarsi allo spettralismo insinuato dalla poesia di Edith Hamilton sugli asfodeli: “strani, pallidi, spettrali” sono i fiori che simboleggiano la rinascita dopo la morte fisica, qualcosa che si modella sull’espressione dei DC attraverso un ricercato e riuscito intervento abrasivo dei ritorni elettro-acustici degli strumenti." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2024.
01 _ Mnemosine 18:54
02 _ Lete 9:20
03 _ Asfodelo 17:08
(C) + (P) 2024
Andrea Dicò _ drums _ objects
Francesco Carbone _ electric guitars _ effects
Improvised music recorded in Bellusco by Leonardo Ronchi and at Blap!Studio, Milan, by Fabio Gallarati.
"(...) Una sapienza greca influenza l’improvvisazione elettroacustica del duo DC (ossia Andrea Dicò e Francesco Carbone) in Mnemosine. Si tratta di 3 lunghi pezzi la cui idiomaticità musicale è connaturata ad una triplice area di rivelazioni: il ricordo, il suo netto contrario (l’oblio) e la rinascita; i due musicisti sono rimasti evidentemente affascinati dalle laminette auree che nel passato accompagnavano i defunti dell’antico Egitto e delle religioni semitiche nella loro sepoltura e nelle quali erano contenuti indicazioni di un percorso di iniziazione nell’aldilà: l’inserzione del passo di una laminetta di Petelia all’interno delle note del CD lo conferma.
Musicalmente Dicò e Carbone sono cresciuti molto, soprattutto nella strategia espressiva. E’ una combinazione molto vicina all’ipnosi quella dei due musicisti, una forma di hypnagogic improvisation che ha dei semi nel movimento ipnagogico che ha attraversato il primo ventennio di questo secolo: qui non parliamo affatto di pop music ma di una tendenza umorale insita nell’approccio musicale, qualcosa che gli scrittori Maël Guesdon e Philippe Le Guern attribuivano alla velocizzazione del passaggio del tempo e allo scorrere repentino delle immagini. Nella condensazione dei loro obiettivi Dicò e Carbone si adoperano per una riproposizione moderna dell’immagine antica dove tutto si svolge in accelerazione, lunghe divagazioni di loops chitarristici e controtempi di batteria che in alcuni momenti sfiorano la catarsi, ma quando un carillon introduce la jam di Asfodelo di lì a poco l’impasto apre ad una differente dimensione mentale; con un livello di contenuti impressionanti si sonda ad un certo punto persino il noise ed uno speciale senso del feedback che sembra riportarsi allo spettralismo insinuato dalla poesia di Edith Hamilton sugli asfodeli: “strani, pallidi, spettrali” sono i fiori che simboleggiano la rinascita dopo la morte fisica, qualcosa che si modella sull’espressione dei DC attraverso un ricercato e riuscito intervento abrasivo dei ritorni elettro-acustici degli strumenti." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2024.
01 _ Mnemosine 18:54
02 _ Lete 9:20
03 _ Asfodelo 17:08
(C) + (P) 2024