CADE LA NEVE SOVRANA, VICINA È LA STELLA LONTANA
ANIELLO PERDUTO (Roberto Di Blasio)
Roberto Di Blasio _ sax soprano _ sax alto _ batteria _ percussioni _ composizioni
Primo album in solo di questo giovane e brillante musicista abruzzese – vive a Bologna – che suona in sovraincisione tutte le parti strumentali dei brani. Registrato da Giorgio Zeppilli, mix e mastering di Stefano Amerio presso Artesuono.
“(…) Abruzzese in pianta stabile a Bologna, Di Blasio ha esordito facendo tutto da sè, e firmandosi Aniello Perduto, per registrare 16 brani che ne rivelano l’abilità nell’incidere miniature sonore aggraziate e sfuggenti, con la lodevole eccezione di “Crescete e moltiplicatevi”, composizione estesa e avvolgente nel suo svolgersi. Le altre 15 prediligono la logica del breve, addensando ipotesi, rimandi, movimenti inconsueti, simulando preamboli a brani inesistenti perchè non si dà volutamente seguito, quasi lasciando immaginare il possibile sviluppo. Una scelta che non impedisce a ciascun brano di compiersi del tutto. Adottando metriche inusitate, disegnando geometrie nevrotiche, componendo motivi che paiono echeggiare filastrocche, insistendo su riff talora spigolosi, alternando atmosfere un po’ malinconiche ad altre più allegre e spensierate, tutte dal piglio un po’ circensi, Di Blasio compone un piccolo mosaico che forse spiega meglio quello posto in copertina, al di là del fatto di rappresentare un agnello. Tra le tessere più brillanti ci sono il melvilliano “Achab Bartleby, primigeni” che strizza l’occhio agli Henry Cow, la crepuscolare “Cielitudini” e l’arzigogolato “Arto”. Discorso a parte per il succitato brano “Crescete e moltiplicatevi”, che alza il tiro fluttuando nello spazio e virando verso la musica reiterativa, minimalista ma non troppo.” Gennaro Fucile, Musica Jazz, 2024.
“(…) L’agnello sacrificale si è smarrito e i topi ballano. È uscito il 5 gennaio 2024 un progetto jazz/experimental originale realizzato in solo ma con differenti strumenti da Aniello Perduto, nome d’arte del sassofonista Roberto Di Blasio, prodotto e pubblicato dalla sperimentale etichetta italiana Setola di Maiale. Tra riferimenti letterali e biblici volutamente strampalati, rotolano melodie goliardiche e beffarde nella sovrapposizione dei sax alto e soprano, accompagnate da un drumming scarno che rimarca l’atmosfera circense tra sali e scendi contrappuntistici. Tutto sembra preludere all’entrata di una grande orchestra, che sappiamo non arriverà mai e proprio per questo si rimane sospesi tra la soglia di un tempo indefinito e un divenire non atteso come nel sequel di una giostra felliniana. Ad un certo punto però, quando I Topi Ballano, l’andamento rallenta e si fa più greve e quasi drammatico, ma è soltanto un passo falso perché tutto ritorna come prima (o quasi) e il senso dell’espiazione biblica è di nuovo smarrito nei giochi melodici arzigogolanti. Se la colpa non è redimibile, è come se non si fosse Mai Nati, altra traccia. Vi è spazio anche per una nostalgia non patetica di I Bei Tempi Andati, che fa da apertura a Crescete e moltiplicatevi, la composizione più lunga, stratificata al di sopra di una stasi in cui viene plasmata la materia sonora che fuoriesce dal respiro, atto di creazione e proliferazione del fiato che attraversa i sax. Chiude il disco il breve cantato Rilucere, dalla parvenza folk spirituale, un commiato di speranza, o forse no.” Sergio Spampinato, Frastuoni, 2024.
"(...) Guai a dar troppo credito alle copertine. Abruzzese ricollocato a Bologna, eretico di estrazione conservatoriale, il batterista/sassofonista Roberto Di Blasio si cela dietro un mosaico dalle suggestioni bucoliche, tra i Pavlov’s Dog e Iron & Wine, ma ammicca a un avant-jazz nevroticamente metropolitano, dalle ricorsive nervature minimaliste. Nulla a che spartire, in ogni caso, con la nuova vulgata acchiappa-classifiche di fine anno: il pentagramma dell’autarchico compositore-esecutore ricalca più Eric Dolphy, Jimmy Giuffre o Anthony Braxton che Matana Roberts, Camae Ayewa o Jaimie Branch, con la dotta “achab, bartleby, primigeni” che non avrebbe sfigurato su “The Shape Of Jazz To Come”. La parola d’ordine è destrutturazione, ma gentile: docilmente sincopati e ossessivi, concisi come i jingle di “Commercial Album”, i 16 brani non cedono terreno al caos, prediligendo una dimensione sommessa, quasi sottovoce. Fa eccezione “crescete e moltiplicatevi”, oltre 10 minuti all’insegna di un drone oppiaceo, direttamente dalla pipa di La Monte Young. I titoli bizzarri, tra il fiabesco e il proverbiale, al pari dell’intro e dell’outro (rispettivamente affidati alla field recording acquatica di “che gorgo ti aiuti” e alla sinistra nenia infantile di “rilucere”) suggeriscono un impianto concettuale, da jazz-opera, ma l’autore si è guardato dal fornire ulteriori dettagli, puntando a un laconico ermetismo che lascia vagare la fantasia. Un buon acquisto nella sporta griffata Setola di Maiale, che giusto l’anno scorso ha tagliato il traguardo dei 30. (7/10)" Ossydiana Speri, Ondarock 7/10, 2024.
“(…) Sedici veloci composizioni (a parte gli oltre dieci minuti di, Andate e Moltiplicatevi) che il nostro registra in solitaria dandogli sotto di sax (alto e soprano), batteria e percussioni. Tutto messo insieme a meraviglia a forza di overdubs. Il jazz, visto con gli occhi di una bellissima Albione, quello è. Un bel viaggiar percussivo, sopra cui sviluppano e stratificano, belle melodie storte a presa rapida. Voto: 7/10” Marco Carcasi, Kathodik, 2024.
“(…) Tratto da Rilucere: “Sono un guscio d’uovo rotondo, vado lesto son di piombo, solo nello spazio profondo, buio pesto io ti sfondo. Brucia, brucia finché non c’è che cenere, brucia brucia finché non c’è che rilucere”. Ultimi giorni di un 2023 che sembrano non promettere niente di buono…..in balia di una manica di idioti (sempre i soliti), di una propaganda buonista dove da una parte ci sono i buoni (ancora e sempre i soliti) e dall’altra i cattivi (quelli “diversi”, gli oppressi, i poveri, gli ultimi di cui sembra non fregare un cazzo a nessuno) ma è per il “bene comune”… fortunatamente ci resta la musica, non sarà molto ma è pur sempre qualcosa. Roberto Di Blasio in arte (o come progetto in divenire) Aniello Perduto… suo il sax alto, suo il soprano e sua la batteria (il tutto per il momento sovrainciso) che andrete ad ascoltare e tanto per capirsi (non lasciatevi ingannare dall’artwork bella ma leggermente fuorviante) più Steve Lacy che Ben Webster, più Eric Dolphy che Ornette Coleman… Album “botto” di un disastroso 2023 e talmente bello che stentiamo ancora a comprenderlo del tutto… Dono di un dio minore?? Dono di una mente folle e contorta??? (ci sarebbe anche altro ma nel dubbio preferiamo esimerci, va bene lo stesso). Piccolo-Grande album di un jazz sbilenco e disarticolato, materia viva e plasmabile, ciclico, onnivoro, poetico…se sia un capolavoro non lo sappiamo ma certo è che suona superbamente, osa, si contorce su se stesso, cerca (in un ostinato arrampicarsi sugli specchi) vie di fuga da un tutto, vie altre… E sì è “ostico”, non è jazz da apericazzi, non è jazz da ascoltare mentre vi cola la senape dagli angoli della bocca. 16 tracce, non poche, forse troppe ma potevano essere di meno? No, qui c’è un tutto fino all’ultima timida e bellissima traccia (Rilucere) unica con un testo solo recitato a chiudere (si fa per dire) un cerchio. Da Roots! è tutto, è un nulla, godete, amate e condividete.” Simone Rossetti, Roots Music, 2023.
"(...) Fa tutto da solo Roberto Di Blasio, suonando sax soprano, sax alto e batteria in un quasijazz eterodosso e attuale, fatto di spigoli e scarni fraseggi popolareggianti, ma anche di esili ma fermi richiami alla tradizione colta europea. Lontanissimo da ogni coltranismo il disco si muove geometrico e pulito su una ritmica essenziale, ed ha nell'originalità la sua prima qualità, richiamando alla memoria Schiano e il Perigeo, i Blurt e Brötzmann, con il risultato di avere un suono unico (hai detto niente). Jazzofili puri e intransigenti dell'improvvisazione di stretta marca afroamericana non lo ameranno, gli altri potrebbero. (7.3)" Giuseppe Aiello, Blowup 2024.
"(...) Quattordici micro-oggetti musicali in scatola (più un macro-brano) compongono l'esordio di Aniello Perduto, un album jazz sperimentale, irriverente e lontano dall'ordinario.
Aniello Perduto è lo pseudonimo scelto da Roberto Di Blasio, musicista abruzzese trapiantato a Bologna, per il suo esordio da solista, un album jazz sperimentale dal titolo Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana. Un esordio che è solista a tutti gli effetti: per realizzare questi quattordici micro-brani (più un macro-brano), Di Blasio ha deciso di inscenare un one man show. È sua la composizione di tutti i pezzi, così come è lui a suonare sax soprano, sax alto e batteria – i tre strumenti che danno vita al disco.
Aniello Perduto ha lavorato come un artigiano, nei brani dell’album, realizzando dei piccoli oggetti musicali in scatola irriverenti e poco ordinari, che fanno venire in mente le collezioni di souvenir sacri di terre esotiche, un po’ kitsch, almeno per chi li osserva fuori contesto – eccezion fatta, come anticipavo sopra, per Crescete e moltiplicatevi, track conclusiva, che da sola prende 10 minuti sui 38 del disco. Suonando gli strumenti tipici del jazz, Di Blasio offre la propria rivisitazione del genere: i pezzi rimandano a suoni popolari e circensi, a tratti sembrano incompiuti, ma riescono sempre in qualche modo a trovare una direzione. Insieme, formano un mosaico che certamente appare un po’ più amorfo rispetto a quello raffigurato sulla copertina del disco. Ci sono una direzione comune, un'unità di base, che però sono difficili da incanalare entro schemi predeterminati.
L’irriverenza dell’album è evidente anche nella scelta titoli delle canzoni, che spaziano da riferimenti letterari (Achab, Bartleby, primigeni) a parole inventate (Cielitudini). Ci sono poi cinque tracce – accomunate dal titolo, "vocale+rto" – che creano un piccolo sottoinsieme a sé, che ritorna via via che l’album scorre a dare qualche piccolo riferimento spazio-temporale. La prima è Urto, brano rumoroso con un continuo dialogo in contrapposto tra sax alto e sax soprano; poi arriva Erto, dai suoni più circensi; una dietro l’altra, arrivano Arto, che assomiglia a una banda di paese lofi, quasi fosse una processione sonora vista e sentita da lontano, ovattata e Irto, più strutturata e ordinata; chiude il quintetto Orto, pezzo contorto e tortuoso.
Tra gli altri brani, particolarmente riusciti sono la già citata Cielitudini, con tinte noir, I topi ballano, un preludio a qualcosa che non arriva mai, e Mai nati, uno dei pezzi meno schizofrenici tuttavia più nevrotici dell’album. Discorso a parte merita Crescete e moltiplicativi, esteso brano conclusivo, che dopo uno sfogo iniziale si sviluppa lunare, rarefatto, ripetitivo, minimalista e quasi snervante nella sua perpetua attesa che non trova mai compimento.
Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana probabilmente incontrerà le puntualizzazioni e le perplessità dei puristi del genere, com’è comprensibile, ma soprattutto com’è parte dell’intenzione di Aniello Perduto. Per tutti gli altri, però, questo disco è un'occasione da non perdere, per non prendere - il jazz, se stessi - troppo sul serio." Rock-It, 2024.
"(...) In the Italian pronunciation, the pseudonym Aniello Perduto sounds almost identical to “agnello perduto”, namely “lost lamb”. It disguises a gentleman named Roberto Di Blasio, who displays his multi-instrumentalist and compositional expertise across a program of mostly concise tracks (the only exception being the near-eleven minutes of “Crescete E Moltiplicatevi”, a rather inscrutable piece of clustery minimalism without added sugar). By overdubbing sax and percussion, Di Blasio engenders contrapuntal excursions that move, so to speak, in diagonal spirals. They summon in this reviewer’s head a crossbreed creature whose origins lie at a point equidistant from The Remote Viewers, Six Cylindres En V (…anyone?) and, perhaps with one less bit of arithmetical precision, the spirit of Tom Johnson. The geometries of this music are resolutely in-your-face: no enigmas, no esoterics, no boundless reverberations. Everything is precisely as introduced, with a fair share of odd metrics, ultra-fragmented and sometimes compulsive melodic segmentations, sudden (though predetermined) subtractions of beats from some measure, plus other little twists disseminated here and there. The overall dynamics remain consistent through the entire album, the preamble of which is the sound of water, and whose closure is a sort of evolved children’s song murmured by the protagonist. Definitely an untraditional release, replayable without any inconvenience, and leaving a sense of freshness in the palate." Massimo Ricci, Beyond The Dust, 2024.
"(...) The poetically titled Cade la Neve Sovrana, Vicina è la Stella Lontana – The Sovereign Snow Falls, the Distant Star is Near – is the first solo album from Bolognese multi-instrumentalist Roberto Di Blasio, working under the name Aniello Perduto. The album contains sixteen short, composed pieces featuring Di Blasio on overdubbed alto and/or soprano saxophones and drum kit. Di Blasio’s compositions tend toward the cellular, each one of which is organized around a limited number of discrete and rhythmically driving, angular motifs played on saxophone and moving in unison with the drums. On most of the tracks Di Blasio harmonizes his melodic cells by overlaying both saxophones, although a handful are arranged for drums and a single horn alone. The playing is tight, and the drumming in particular is energetic." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2023.
"(...) One-man band en re-recording du souffleur Roberto Di Blasio crédité ici aux sax alto et soprano, à la batterie et aux percussions. Aniello Perduto : l'agneau égaré. Quinze morceaux rythmés aux métriques décalées et aux riffs en escalier, comptines insolites, rythmes impairs ou peu réguliers, avec les deux sax à l'unisson ou en hoquets sautillants. Musique joyeuse et enjouée ou nostalgique, faussement "simple" et bourrées de clin d'oeil. Scansions répétitives, gigues imaginaires, spirales abruptes sur ressorts, fragments mélodiques en ritournelles qui se télescopent (13 Orto). Le feeling des musiques populaires. Pas de "solos" ou d'improvisations. Un travail original dans le sillage de tous ces improvisateurs "mélodistes" italiens tels que le trio O.M.C.I. (Geremia, Rusconi, Periotto) ou Carlo Actis Dato. On songe aussi quelque peu à la musique breukérienne ou à un accordéon populaire qui vient de nulle part. Mais en fait trêve de comparaison, Roberto Di Blasio est un original qui à force d'ingéniosité a poussé son travail dans une formule - concept vraiment personnel, un univers en soi dont le matériau mélodique est retravaillé au fil des plages, certains motifs réapparaissant plus loin dans des perspectives différentes et plus complexes. Derrière l'apparente simplicité (deux sax et une batterie), se cache les perspectives eschériennes du pauvre. La dernière composition flotte avec "tutti" -drone incertain de plus de 10 minutes alors que tous les autres morceaux se déclinenet en entre une et trois minutes. En finale, une comptine désenchantée du bout des lèvres avec une voix absente dans un dialecte italien que j'ai peine à identifier. Pour retrouver l'Agneau Perdu, le berger a effectué bien des girations... Concept album qui peut laisser perplexe l'auditeur de "free-music" improvisée ou de jazz d'avant-garde à la première écoute. Mais en grattant la surface et en se laissant conquérir, l'écoute de cette "musiquette" sans prétention apparente peut se révéler fascinante. Félicitations à cet astucieux musicien créatif!" Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and sounds, 2024.
“(…) De Italiaanse multi-instrumentalist Roberto Di Blasio verkoos onder het pseudoniem Aniello Perduto naar buiten te komen. Dubbele bodems alom op zijn debuutalbum voor het onafhankelijke Italiaanse label dat in het teken staat van experiment, improvisatie en non-conventionele muziek. Over de “artiestennaam” verklaart Roberto het volgende: “In het Italiaans heeft Aniello Perduto verschillende betekenissen met zowel komische als tragische ondertoon. Het was in de eerste plaats de bedoeling mij in een rol in te leven die los stond van Roberto Di Blasio. Aniello Perduto klinkt minder persoonlijk aangezien het een veelvuldig voorkomende naam is, zeker in het zuiden. Andere begrippen in deze context zijn “verloren schaap” en “verloren ring”. Bovendien passen de klanken van “agnello” (schaap), “anello” (ring) en Aniello mooi samen. Met het bloedende schaap, zoals op de hoesafbeelding, refereer ik naar de oude Griekse cultuur waar deze dieren geofferd werden om terug in verbinding te komen met de kosmos. Aansluitend is er het woord “verloren” waarmee ik verwijs naar onze maatschappij waarin de diepgaande waarde van het leven verloren gegaan is. Tenslotte wil ik nog duiden dat een ring in se een beperkter gegeven is dan een spiraal waarin veel meer dynamiek zit. Dit alles verwerk ik in mijn muziek”.De mozaïek van de hoestekening illustreert Roberto zijn achtergrondinformatie. De poëtische titel zelf kan vrij vertaald worden als “De soevereine sneeuw valt, de verre ster is nabij” en bevat extra achterliggende hints. “Sneeuw valt zonder zich te bekommeren waar en waarom. Het beeld van de ster aan het firmament is voor mij dubbelzijdig, zo ver en toch geeft dit een gevoel van heel dichtbij te zijn”.De eerste twaalf seconden weerklinkt een veldopname van stromend water. Dat is niet toevallig. “In het Italiaans is er de uitdrukking “che dio ti aiuti” (God sta je bij) waarvan de oorspronkelijke inhoud ondertussen uitgehold is en zelfs eerder een ironische connotatie kreeg. Vandaar de aangepaste titel ‘Che Gorgo Ti Aiuti’ waarin God vervangen werd door “gorgo” (draaikolk) en zo meer aansluit bij wat er in onze maatschappij omgaat”. Vervolgens flitsen gedurende veertig minuten actiescènes voorbij als in de tekenfilms van Tom & Jerry of Tex Avery. Korte stroomstoten en mini-explosies galore. Eveneens te omschrijven als punkjazz door de steeds terugkerende uitvallen die de luisteraar geen seconde rust gunnen. Enkel naar het einde toe daagt langzaam een trance soundscape op (‘Crescete E Moltiplicatevi’) van net geen elf minuten die het vorige ondermijnt. Onder de vorm van een suite schetst Di Blasio de komst van het menselijke ras, de ontwikkeling en de uiteindelijke voortzetting van een wereld zonder mensen. In het afsluitende wiegeliedje last Di Blasio opnieuw een dubbele bodem in, deze van een atoomexplosie maar ook van innerlijke strijd en catharsis.Roberto Di Blasio leverde alle effecten, geluiden en muziek met sopraansax, altsaxofoon, drums en percussie. Hij maakte daarbij dankbaar gebruik van overdubbing. Een fragmentarische aaneenschakeling van microclusters die doet denken aan een muzikale versie van Escher zijn Penrose-trap.” Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2024.
"(...) Het alias Aniello Perduto lijkt op het Italiaanse “agnello perduto” wat zoveel betekent als verloren lam, of zo U wilt het Lam Gods, vereeuwigd op de hoes van ‘Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana’, wat weer zo veel betekent als ‘De sneeuw valt oppermachtig, dichtbij is de verre ster’. Kortom een album vol verwijzingen en dubbele bodems. Wie hier meer wil weten over alle achtergronden verwijs ik graag naar de website van het label en de daarop geposte recensie van Georges Tonla Briquet, gepubliceerd bij Jazz’halo. ‘Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana’ is dus een solo album, maar beluister de muziek en je zou zweren dat je een complete band hoort. Een album als dit kan dan ook alleen in de studio tot stand komen, in dit geval met dank aan Giorgio Zeppilli die voor de opnames verantwoordelijk was. In de zestien uiterst korte stukken waar het album uit bestaat, buitelen de klanken in bonte combinaties over elkaar heen. Soms horen we iets van een melodie, zoals in ‘Wanda’ en het mooi ingetogen ‘i topi ballano’ of in ‘rotola e ride’, ‘arto’ en ‘irto, stukken die wel iets weg hebben van circusmuziek – op andere momenten gaat het meer om ritmisch bewegende patronen – zoals in ‘cielitudini’, waarin de sopraansax centraal staat, naast het slagwerk en en ‘i bei tempi andati’ – of overheerst de abstractie, met ‘erto’ als boeiend voorbeeld. Eén stuk vormt een uitzondering en dat is het bijna elf minuten durende ‘crescete e moltiplicatevi’, wat zoveel betekent als ‘groeien en vermenigvuldigen’ en dat bestaat uit een langgerekte klanknevel. Een geheel ander geluid, dan de rest van dit boeiende album." Ben Raffijin, Nieuwe Noten, 2024.
01 _ Che gorgo ti aiuti
02 _ Achab, Bartleby, primigeni
03 _ Urto
04 _ Wanda
05 _ Cielitudini
06 _ Erto
07 _ Rotola e ride
08 _ Irto
09 _ Arto
10 _ I topi ballano
11 _ Bipede implume
12 _ Mai nati
13 _ Orto
14 _ I bei tempi andati
15 _ Crescete e moltiplicatevi
16 _ Dulcinea del Toboso
(C) + (P) 2023
Roberto Di Blasio _ soprano sax _ alto sax _ drums _ percussions _ compositions
First solo album by this brilliant young musician who performs, thanks to overdubbing, all the instrumental parts of the pieces himself. Recorded by Giorgio Zeppilli, mix and mastering by Stefano Amerio at Artesuono.
"(...) In the Italian pronunciation, the pseudonym Aniello Perduto sounds almost identical to “agnello perduto”, namely “lost lamb”. It disguises a gentleman named Roberto Di Blasio, who displays his multi-instrumentalist and compositional expertise across a program of mostly concise tracks (the only exception being the near-eleven minutes of “Crescete E Moltiplicatevi”, a rather inscrutable piece of clustery minimalism without added sugar). By overdubbing sax and percussion, Di Blasio engenders contrapuntal excursions that move, so to speak, in diagonal spirals. They summon in this reviewer’s head a crossbreed creature whose origins lie at a point equidistant from The Remote Viewers, Six Cylindres En V (…anyone?) and, perhaps with one less bit of arithmetical precision, the spirit of Tom Johnson. The geometries of this music are resolutely in-your-face: no enigmas, no esoterics, no boundless reverberations. Everything is precisely as introduced, with a fair share of odd metrics, ultra-fragmented and sometimes compulsive melodic segmentations, sudden (though predetermined) subtractions of beats from some measure, plus other little twists disseminated here and there. The overall dynamics remain consistent through the entire album, the preamble of which is the sound of water, and whose closure is a sort of evolved children’s song murmured by the protagonist. Definitely an untraditional release, replayable without any inconvenience, and leaving a sense of freshness in the palate." Massimo Ricci, Beyond The Dust, 2024.
"(...) The poetically titled Cade la Neve Sovrana, Vicina è la Stella Lontana – The Sovereign Snow Falls, the Distant Star is Near – is the first solo album from Bolognese multi-instrumentalist Roberto Di Blasio, working under the name Aniello Perduto. The album contains sixteen short, composed pieces featuring Di Blasio on overdubbed alto and/or soprano saxophones and drum kit. Di Blasio’s compositions tend toward the cellular, each one of which is organized around a limited number of discrete and rhythmically driving, angular motifs played on saxophone and moving in unison with the drums. On most of the tracks Di Blasio harmonizes his melodic cells by overlaying both saxophones, although a handful are arranged for drums and a single horn alone. The playing is tight, and the drumming in particular is energetic." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2023.
"(...) One-man band en re-recording du souffleur Roberto Di Blasio crédité ici aux sax alto et soprano, à la batterie et aux percussions. Aniello Perduto : l'agneau égaré. Quinze morceaux rythmés aux métriques décalées et aux riffs en escalier, comptines insolites, rythmes impairs ou peu réguliers, avec les deux sax à l'unisson ou en hoquets sautillants. Musique joyeuse et enjouée ou nostalgique, faussement "simple" et bourrées de clin d'oeil. Scansions répétitives, gigues imaginaires, spirales abruptes sur ressorts, fragments mélodiques en ritournelles qui se télescopent (13 Orto). Le feeling des musiques populaires. Pas de "solos" ou d'improvisations. Un travail original dans le sillage de tous ces improvisateurs "mélodistes" italiens tels que le trio O.M.C.I. (Geremia, Rusconi, Periotto) ou Carlo Actis Dato. On songe aussi quelque peu à la musique breukérienne ou à un accordéon populaire qui vient de nulle part. Mais en fait trêve de comparaison, Roberto Di Blasio est un original qui à force d'ingéniosité a poussé son travail dans une formule - concept vraiment personnel, un univers en soi dont le matériau mélodique est retravaillé au fil des plages, certains motifs réapparaissant plus loin dans des perspectives différentes et plus complexes. Derrière l'apparente simplicité (deux sax et une batterie), se cache les perspectives eschériennes du pauvre. La dernière composition flotte avec "tutti" -drone incertain de plus de 10 minutes alors que tous les autres morceaux se déclinenet en entre une et trois minutes. En finale, une comptine désenchantée du bout des lèvres avec une voix absente dans un dialecte italien que j'ai peine à identifier. Pour retrouver l'Agneau Perdu, le berger a effectué bien des girations... Concept album qui peut laisser perplexe l'auditeur de "free-music" improvisée ou de jazz d'avant-garde à la première écoute. Mais en grattant la surface et en se laissant conquérir, l'écoute de cette "musiquette" sans prétention apparente peut se révéler fascinante. Félicitations à cet astucieux musicien créatif!" Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and sounds, 2024.
“(…) De Italiaanse multi-instrumentalist Roberto Di Blasio verkoos onder het pseudoniem Aniello Perduto naar buiten te komen. Dubbele bodems alom op zijn debuutalbum voor het onafhankelijke Italiaanse label dat in het teken staat van experiment, improvisatie en non-conventionele muziek. Over de “artiestennaam” verklaart Roberto het volgende: “In het Italiaans heeft Aniello Perduto verschillende betekenissen met zowel komische als tragische ondertoon. Het was in de eerste plaats de bedoeling mij in een rol in te leven die los stond van Roberto Di Blasio. Aniello Perduto klinkt minder persoonlijk aangezien het een veelvuldig voorkomende naam is, zeker in het zuiden. Andere begrippen in deze context zijn “verloren schaap” en “verloren ring”. Bovendien passen de klanken van “agnello” (schaap), “anello” (ring) en Aniello mooi samen. Met het bloedende schaap, zoals op de hoesafbeelding, refereer ik naar de oude Griekse cultuur waar deze dieren geofferd werden om terug in verbinding te komen met de kosmos. Aansluitend is er het woord “verloren” waarmee ik verwijs naar onze maatschappij waarin de diepgaande waarde van het leven verloren gegaan is. Tenslotte wil ik nog duiden dat een ring in se een beperkter gegeven is dan een spiraal waarin veel meer dynamiek zit. Dit alles verwerk ik in mijn muziek”.De mozaïek van de hoestekening illustreert Roberto zijn achtergrondinformatie. De poëtische titel zelf kan vrij vertaald worden als “De soevereine sneeuw valt, de verre ster is nabij” en bevat extra achterliggende hints. “Sneeuw valt zonder zich te bekommeren waar en waarom. Het beeld van de ster aan het firmament is voor mij dubbelzijdig, zo ver en toch geeft dit een gevoel van heel dichtbij te zijn”.De eerste twaalf seconden weerklinkt een veldopname van stromend water. Dat is niet toevallig. “In het Italiaans is er de uitdrukking “che dio ti aiuti” (God sta je bij) waarvan de oorspronkelijke inhoud ondertussen uitgehold is en zelfs eerder een ironische connotatie kreeg. Vandaar de aangepaste titel ‘Che Gorgo Ti Aiuti’ waarin God vervangen werd door “gorgo” (draaikolk) en zo meer aansluit bij wat er in onze maatschappij omgaat”. Vervolgens flitsen gedurende veertig minuten actiescènes voorbij als in de tekenfilms van Tom & Jerry of Tex Avery. Korte stroomstoten en mini-explosies galore. Eveneens te omschrijven als punkjazz door de steeds terugkerende uitvallen die de luisteraar geen seconde rust gunnen. Enkel naar het einde toe daagt langzaam een trance soundscape op (‘Crescete E Moltiplicatevi’) van net geen elf minuten die het vorige ondermijnt. Onder de vorm van een suite schetst Di Blasio de komst van het menselijke ras, de ontwikkeling en de uiteindelijke voortzetting van een wereld zonder mensen. In het afsluitende wiegeliedje last Di Blasio opnieuw een dubbele bodem in, deze van een atoomexplosie maar ook van innerlijke strijd en catharsis.Roberto Di Blasio leverde alle effecten, geluiden en muziek met sopraansax, altsaxofoon, drums en percussie. Hij maakte daarbij dankbaar gebruik van overdubbing. Een fragmentarische aaneenschakeling van microclusters die doet denken aan een muzikale versie van Escher zijn Penrose-trap.” Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2024.
"(...) Het alias Aniello Perduto lijkt op het Italiaanse “agnello perduto” wat zoveel betekent als verloren lam, of zo U wilt het Lam Gods, vereeuwigd op de hoes van ‘Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana’, wat weer zo veel betekent als ‘De sneeuw valt oppermachtig, dichtbij is de verre ster’. Kortom een album vol verwijzingen en dubbele bodems. Wie hier meer wil weten over alle achtergronden verwijs ik graag naar de website van het label en de daarop geposte recensie van Georges Tonla Briquet, gepubliceerd bij Jazz’halo. ‘Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana’ is dus een solo album, maar beluister de muziek en je zou zweren dat je een complete band hoort. Een album als dit kan dan ook alleen in de studio tot stand komen, in dit geval met dank aan Giorgio Zeppilli die voor de opnames verantwoordelijk was. In de zestien uiterst korte stukken waar het album uit bestaat, buitelen de klanken in bonte combinaties over elkaar heen. Soms horen we iets van een melodie, zoals in ‘Wanda’ en het mooi ingetogen ‘i topi ballano’ of in ‘rotola e ride’, ‘arto’ en ‘irto, stukken die wel iets weg hebben van circusmuziek – op andere momenten gaat het meer om ritmisch bewegende patronen – zoals in ‘cielitudini’, waarin de sopraansax centraal staat, naast het slagwerk en en ‘i bei tempi andati’ – of overheerst de abstractie, met ‘erto’ als boeiend voorbeeld. Eén stuk vormt een uitzondering en dat is het bijna elf minuten durende ‘crescete e moltiplicatevi’, wat zoveel betekent als ‘groeien en vermenigvuldigen’ en dat bestaat uit een langgerekte klanknevel. Een geheel ander geluid, dan de rest van dit boeiende album." Ben Raffijin, Nieuwe Noten, 2024.
“(…) L’agnello sacrificale si è smarrito e i topi ballano. È uscito il 5 gennaio 2024 un progetto jazz/experimental originale realizzato in solo ma con differenti strumenti da Aniello Perduto, nome d’arte del sassofonista Roberto Di Blasio, prodotto e pubblicato dalla sperimentale etichetta italiana Setola di Maiale. Tra riferimenti letterali e biblici volutamente strampalati, rotolano melodie goliardiche e beffarde nella sovrapposizione dei sax alto e soprano, accompagnate da un drumming scarno che rimarca l’atmosfera circense tra sali e scendi contrappuntistici. Tutto sembra preludere all’entrata di una grande orchestra, che sappiamo non arriverà mai e proprio per questo si rimane sospesi tra la soglia di un tempo indefinito e un divenire non atteso come nel sequel di una giostra felliniana. Ad un certo punto però, quando I Topi Ballano, l’andamento rallenta e si fa più greve e quasi drammatico, ma è soltanto un passo falso perché tutto ritorna come prima (o quasi) e il senso dell’espiazione biblica è di nuovo smarrito nei giochi melodici arzigogolanti. Se la colpa non è redimibile, è come se non si fosse Mai Nati, altra traccia. Vi è spazio anche per una nostalgia non patetica di I Bei Tempi Andati, che fa da apertura a Crescete e moltiplicatevi, la composizione più lunga, stratificata al di sopra di una stasi in cui viene plasmata la materia sonora che fuoriesce dal respiro, atto di creazione e proliferazione del fiato che attraversa i sax. Chiude il disco il breve cantato Rilucere, dalla parvenza folk spirituale, un commiato di speranza, o forse no.” Sergio Spampinato, Frastuoni, 2024.
“(…) Tratto da Rilucere: “Sono un guscio d’uovo rotondo, vado lesto son di piombo, solo nello spazio profondo, buio pesto io ti sfondo. Brucia, brucia finché non c’è che cenere, brucia brucia finché non c’è che rilucere”. Ultimi giorni di un 2023 che sembrano non promettere niente di buono…..in balia di una manica di idioti (sempre i soliti), di una propaganda buonista dove da una parte ci sono i buoni (ancora e sempre i soliti) e dall’altra i cattivi (quelli “diversi”, gli oppressi, i poveri, gli ultimi di cui sembra non fregare un cazzo a nessuno) ma è per il “bene comune”… fortunatamente ci resta la musica, non sarà molto ma è pur sempre qualcosa. Roberto Di Blasio in arte (o come progetto in divenire) Aniello Perduto… suo il sax alto, suo il soprano e sua la batteria (il tutto per il momento sovrainciso) che andrete ad ascoltare e tanto per capirsi (non lasciatevi ingannare dall’artwork bella ma leggermente fuorviante) più Steve Lacy che Ben Webster, più Eric Dolphy che Ornette Coleman… Album “botto” di un disastroso 2023 e talmente bello che stentiamo ancora a comprenderlo del tutto… Dono di un dio minore?? Dono di una mente folle e contorta??? (ci sarebbe anche altro ma nel dubbio preferiamo esimerci, va bene lo stesso). Piccolo-Grande album di un jazz sbilenco e disarticolato, materia viva e plasmabile, ciclico, onnivoro, poetico…se sia un capolavoro non lo sappiamo ma certo è che suona superbamente, osa, si contorce su se stesso, cerca (in un ostinato arrampicarsi sugli specchi) vie di fuga da un tutto, vie altre… E sì è “ostico”, non è jazz da apericazzi, non è jazz da ascoltare mentre vi cola la senape dagli angoli della bocca. 16 tracce, non poche, forse troppe ma potevano essere di meno? No, qui c’è un tutto fino all’ultima timida e bellissima traccia (Rilucere) unica con un testo solo recitato a chiudere (si fa per dire) un cerchio. Da Roots! è tutto, è un nulla, godete, amate e condividete.” Simone Rossetti, Roots Music, 2023.
"(...) Guai a dar troppo credito alle copertine. Abruzzese ricollocato a Bologna, eretico di estrazione conservatoriale, il batterista/sassofonista Roberto Di Blasio si cela dietro un mosaico dalle suggestioni bucoliche, tra i Pavlov’s Dog e Iron & Wine, ma ammicca a un avant-jazz nevroticamente metropolitano, dalle ricorsive nervature minimaliste. Nulla a che spartire, in ogni caso, con la nuova vulgata acchiappa-classifiche di fine anno: il pentagramma dell’autarchico compositore-esecutore ricalca più Eric Dolphy, Jimmy Giuffre o Anthony Braxton che Matana Roberts, Camae Ayewa o Jaimie Branch, con la dotta “achab, bartleby, primigeni” che non avrebbe sfigurato su “The Shape Of Jazz To Come”. La parola d’ordine è destrutturazione, ma gentile: docilmente sincopati e ossessivi, concisi come i jingle di “Commercial Album”, i 16 brani non cedono terreno al caos, prediligendo una dimensione sommessa, quasi sottovoce. Fa eccezione “crescete e moltiplicatevi”, oltre 10 minuti all’insegna di un drone oppiaceo, direttamente dalla pipa di La Monte Young. I titoli bizzarri, tra il fiabesco e il proverbiale, al pari dell’intro e dell’outro (rispettivamente affidati alla field recording acquatica di “che gorgo ti aiuti” e alla sinistra nenia infantile di “rilucere”) suggeriscono un impianto concettuale, da jazz-opera, ma l’autore si è guardato dal fornire ulteriori dettagli, puntando a un laconico ermetismo che lascia vagare la fantasia. Un buon acquisto nella sporta griffata Setola di Maiale, che giusto l’anno scorso ha tagliato il traguardo dei 30. (7/10)" Ossydiana Speri, Ondarock, 2024.
"(...) Fa tutto da solo Roberto Di Blasio, suonando sax soprano, sax alto e batteria in un quasijazz eterodosso e attuale, fatto di spigoli e scarni fraseggi popolareggianti, ma anche di esili ma fermi richiami alla tradizione colta europea. Lontanissimo da ogni coltranismo il disco si muove geometrico e pulito su una ritmica essenziale, ed ha nell'originalità la sua prima qualità, richiamando alla memoria Schiano e il Perigeo, i Blurt e Brötzmann, con il risultato di avere un suono unico (hai detto niente). Jazzofili puri e intransigenti dell'improvvisazione di stretta marca afroamericana non lo ameranno, gli altri potrebbero. (7.3)" Giuseppe Aiello, Blowup 2024.
“(…) Sedici veloci composizioni (a parte gli oltre dieci minuti di, Andate e Moltiplicatevi) che il nostro registra in solitaria dandogli sotto di sax (alto e soprano), batteria e percussioni. Tutto messo insieme a meraviglia a forza di overdubs. Il jazz, visto con gli occhi di una bellissima Albione, quello è. Un bel viaggiar percussivo, sopra cui sviluppano e stratificano, belle melodie storte a presa rapida. Voto: 7/10” Marco Carcasi, Kathodik, 2024.
"(...) Quattordici micro-oggetti musicali in scatola (più un macro-brano) compongono l'esordio di Aniello Perduto, un album jazz sperimentale, irriverente e lontano dall'ordinario.
Aniello Perduto è lo pseudonimo scelto da Roberto Di Blasio, musicista abruzzese trapiantato a Bologna, per il suo esordio da solista, un album jazz sperimentale dal titolo Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana. Un esordio che è solista a tutti gli effetti: per realizzare questi quattordici micro-brani (più un macro-brano), Di Blasio ha deciso di inscenare un one man show. È sua la composizione di tutti i pezzi, così come è lui a suonare sax soprano, sax alto e batteria – i tre strumenti che danno vita al disco.
Aniello Perduto ha lavorato come un artigiano, nei brani dell’album, realizzando dei piccoli oggetti musicali in scatola irriverenti e poco ordinari, che fanno venire in mente le collezioni di souvenir sacri di terre esotiche, un po’ kitsch, almeno per chi li osserva fuori contesto – eccezion fatta, come anticipavo sopra, per Crescete e moltiplicatevi, track conclusiva, che da sola prende 10 minuti sui 38 del disco. Suonando gli strumenti tipici del jazz, Di Blasio offre la propria rivisitazione del genere: i pezzi rimandano a suoni popolari e circensi, a tratti sembrano incompiuti, ma riescono sempre in qualche modo a trovare una direzione. Insieme, formano un mosaico che certamente appare un po’ più amorfo rispetto a quello raffigurato sulla copertina del disco. Ci sono una direzione comune, un'unità di base, che però sono difficili da incanalare entro schemi predeterminati.
L’irriverenza dell’album è evidente anche nella scelta titoli delle canzoni, che spaziano da riferimenti letterari (Achab, Bartleby, primigeni) a parole inventate (Cielitudini). Ci sono poi cinque tracce – accomunate dal titolo, "vocale+rto" – che creano un piccolo sottoinsieme a sé, che ritorna via via che l’album scorre a dare qualche piccolo riferimento spazio-temporale. La prima è Urto, brano rumoroso con un continuo dialogo in contrapposto tra sax alto e sax soprano; poi arriva Erto, dai suoni più circensi; una dietro l’altra, arrivano Arto, che assomiglia a una banda di paese lofi, quasi fosse una processione sonora vista e sentita da lontano, ovattata e Irto, più strutturata e ordinata; chiude il quintetto Orto, pezzo contorto e tortuoso.
Tra gli altri brani, particolarmente riusciti sono la già citata Cielitudini, con tinte noir, I topi ballano, un preludio a qualcosa che non arriva mai, e Mai nati, uno dei pezzi meno schizofrenici tuttavia più nevrotici dell’album. Discorso a parte merita Crescete e moltiplicativi, esteso brano conclusivo, che dopo uno sfogo iniziale si sviluppa lunare, rarefatto, ripetitivo, minimalista e quasi snervante nella sua perpetua attesa che non trova mai compimento.
Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana probabilmente incontrerà le puntualizzazioni e le perplessità dei puristi del genere, com’è comprensibile, ma soprattutto com’è parte dell’intenzione di Aniello Perduto. Per tutti gli altri, però, questo disco è un'occasione da non perdere, per non prendere - il jazz, se stessi - troppo sul serio." Rock-It, 2024.
“(…) Abruzzese in pianta stabile a Bologna, Di Blasio ha esordito facendo tutto da sè, e firmandosi Aniello Perduto, per registrare 16 brani che ne rivelano l’abilità nell’incidere miniature sonore aggraziate e sfuggenti, con la lodevole eccezione di “Crescete e moltiplicatevi”, composizione estesa e avvolgente nel suo svolgersi. Le altre 15 prediligono la logica del breve, addensando ipotesi, rimandi, movimenti inconsueti, simulando preamboli a brani inesistenti perchè non si dà volutamente seguito, quasi lasciando immaginare il possibile sviluppo. Una scelta che non impedisce a ciascun brano di compiersi del tutto. Adottando metriche inusitate, disegnando geometrie nevrotiche, componendo motivi che paiono echeggiare filastrocche, insistendo su riff talora spigolosi, alternando atmosfere un po’ malinconiche ad altre più allegre e spensierate, tutte dal piglio un po’ circensi, Di Blasio compone un piccolo mosaico che forse spiega meglio quello posto in copertina, al di là del fatto di rappresentare un agnello. Tra le tessere più brillanti ci sono il melvilliano “Achab Bartleby, primigeni” che strizza l’occhio agli Henry Cow, la crepuscolare “Cielitudini” e l’arzigogolato “Arto”. Discorso a parte per il succitato brano “Crescete e moltiplicatevi”, che alza il tiro fluttuando nello spazio e virando verso la musica reiterativa, minimalista ma non troppo.” Gennaro Fucile, Musica Jazz, 2024.
01 _ Che gorgo ti aiuti
02 _ Achab, Bartleby, primigeni
03 _ Urto
04 _ Wanda
05 _ Cielitudini
06 _ Erto
07 _ Rotola e ride
08 _ Irto
09 _ Arto
10 _ I topi ballano
11 _ Bipede implume
12 _ Mai nati
13 _ Orto
14 _ I bei tempi andati
15 _ Crescete e moltiplicatevi
16 _ Dulcinea del Toboso
(C) + (P) 2023