SMALL TALK
TRISTAN HONSINGER (Tristan Honsinger, Cristina Vetrone, Vincenzo Vasi, Luigi Lullo Mosso, Enrico Sartori, Edoardo Marraffa, Antonio Borghini, Cristiano De Fabritiis)
CD digisleeve 4 pagine
Tristan Honsinger _ voce _ violoncello
Cristina Vetrone _ voce _ organetto
Vincenzo Vasi _ voce _ theremin
Luigi Lullo Mosso _ voce _ contrabbasso
Enrico Sartori _ clarinetto
Edoardo Marraffa _ sax contralto _ sax tenore
Antonio Borghini _ contrabbasso
Cristiano De Fabritiis _ voce _ batteria
Non servono presentazioni qui per Tristan Honsinger (amato in tutto il mondo) nato a Burlington nel Vermont (USA) il 23 ottobre 1949 e deceduto a Trieste il 5 agosto 2023, all'età di 73 anni. I musicisti che lo accompagnano in questo suo progetto sono tra i migliori rappresentanti di quel vasto panorama musicale italiano votato al jazz di ricerca e alla sperimentazione. Alcuni di loro sono già presenti in questo catalogo, così come lo stesso Tristan Honsinger.
Registrato l’11 dicembre 2007 presso la Sala A del CPRF di Roma, via Asiago 10, per Radiotre Suite Jazz. Produttore esecutivo: Pino Saulo. Tecnici del suono: Maria Rita Franceschini, Gaetano Chiarella. Specializzato di ripresa: Toni Marinelli. Consulente musicale: Luigi Polsini. Disegni di Gianluca Varone.
Per maggiori informazioni:
https://en.wikipedia.org/wiki/Tristan_Honsinger
"(...) Lo scorso 5 agosto è scomparso il violoncellista e improvvisatore Tristan Honsinger. Classe 1949, era nato nel Vermont e aveva iniziato piccolissimo a studiare musica, dando concerti di violoncello fin da adolescente. Trasferitosi in Canada a seguito del rifiuto di sottostare alla leva militare, Honsinger giunse presto oltreoceano, divenendo poi uno dei protagonisti dell'improvvisazione Europea. Prevalentemente di stanza in Olanda, girò però tutto il continente, spesso risiedendo anche in varie città italiane —chi scrive vive a Firenze e, pur non avendolo mai incontrato personalmente, ha potuto toccare con mano le tracce artistiche da lui lasciate sui musicisti cittadini, a cominciare da Renato Cordovani, che ne fu a lungo collaboratore, come ricorda nell'intervista che gli facemmo qualche anno fa. Ciò non gli impedì di collaborare frequentemente anche con musicisti americani, in particolare con Cecil Taylor, con il quale registrò diversi album.
Pur in possesso di una tecnica prodigiosa, Honsinger era noto soprattutto per la stralunata e onirica fantasia con la quale produceva le sue improvvisazioni, che trasmetteva ai suoi compagni dando vita a spettacoli surreali e teatrali, nei quali spesso la parola si mescolava alla musica e le declamazioni alla lirica. Ne è esempio questo CD del 2021, probabilmente l'ultimo uscito a nome dell'artista, anche se registrato nel dicembre del 2007 negli studi della RAI, a cura di Pino Saulo, per un appuntamento di Radiotre Suite Jazz.
La formazione all'opera per l'occasione era un ottetto che, accanto a Honsinger, vedeva l'organetto di Cristina Ventrone, il theremin di Vincenzo Vasi, i contrabbassi di Luigi "Lollo" Mosso e Antonio Borghini, il clarinetto di Enrico Sartori, i sassofoni di Edoardo Marraffa, la batteria di Cristiano de Fabritiis. I brani, a parte uno firmato da Borghini e uno da Marraffa, sono per metà del violoncellista e per il resto improvvisazioni collettive; quasi tutti fanno uso della voce —che vede impegnati Ventrone, Vasi, Mosso e De Fabritiis, oltre ovviamente allo stesso Honsinger —con la quale ora vengono recite poesie (in tre casi il violoncellista si avvale di testi di Ermanno Cavazzoni), ora declamati proclami surreali, ora raccontate storie stralunate.
Un contesto estremamente ludico e fantasioso, ma anche complesso e ricco di timbri, suggestioni, forme espressive, certo più bello da vedere che non solo da ascoltare, ma anche così sorprendente e affascinante, specie se seguito con la necessaria, forte attenzione. È in tal modo che si può apprezzare non solo l'inventiva e la bellezza dei suoni, ma anche l'incredibile rigore che lega cose apparentemente diverse tra loro e in prima approssimazione meramente caotiche: qui, invece, l'intesa tra i musicisti, il divertimento, l'ingenua iconoclastia, la passione emanata dal carismatico "capobanda," danno vita a qualcosa che, magicamente, assume una totale coerenza. Anche quando, come nel centrale e forse programmatico "Tractatus," che prende in giro la nota opera di Ludwig Wittgenstein, si salta costantemente di palo in frasca, forse persino con qualche ridondanza.
Un modo di far musica —e spettacolo —oggi piuttosto inusitato, per la sua divertita ma inflessibile assenza di concezioni alle "mode" musicali, che con difficoltà potremmo trovare in qualche paludato "festival jazz" attuale, ma che invece fa parte della storia di questa musica e che ne è parte ineliminabile, nascosta sotto la confezione patinata in cui spesso oggi essa viene presentata al pubblico. Se è vero, come dimostrano le tantissime testimonianze di stima e affetto offerte dai musicisti dopo la sua scomparsa, che Tristan Honsinger è stato una delle grandi personalità della storia del jazz, allora lasciti come questo devono essere presi a modello per tornare a donare freschezza, vitalità, gioia e imprevedibilità a questa musica." Neri Pollastri, All About Jazz, 2023.
"(...) La maturazione di un musicista passa anche attraverso nuovi sentieri, magari contigui a quelli intrapresi all’inizio del percorso artistico. Nella musica di Tristan Honsinger si può insinuare questa affermazione a cavallo degli anni ottanta, allorché il violoncellista creò il Tristan Honsinger This, That and The Other, affondando il suo interesse per l’azione scenica e la narrazione poetica costellata di quell’umorismo che senza parole aveva coltivato nella libera improvvisazione. Non è questa la sede per ricordare tutte le opere che Honsinger e i suoi gruppi hanno profuso in oltre trenta anni, ma sarebbe opportuna quantomeno una rimembranza di questa attività culturale portata in giro sui palchi di molte parti del mondo (l’Italia è una patria privilegiata, ma i tragitti di Honsinger sono arrivati fino al Giappone), con un adeguato giro di valutazione.
Nel 2003 il violoncellista formò un’altra delle sue “compagnie teatrali” immerse nelle sovranità dell’improvvisazione libera: si trattava degli Small Talk, un gruppo composto da Cristina Vetrone alla voce ed organetto, Vincenzo Vasi a voce e theremin, Lullo Mosso a voce e contrabbasso, Edoardo Marraffa al sax tenore, Enrico Sartori al clarinetto, Antonio Borghini al contrabbasso e Cristiano De Fabritiis alla batteria.
Costruiti sotto forma di sketches dalla forma incrociata, con dialoghi, canzonetta, confacente e virulenza teatrale, gli Small Talk tendevano ad una sorta di fusione tra arti differenti, dove però il riferimento poetico fosse l’elemento guida di tutte le restanti parti: lo spettacolo si snodava su continui “appoggi” alla letteratura, infiltrati nelle storie raccontate, storie amorose dal tragico fine e di mosche e struzzi; sia la titolazione che gli sviluppi dei racconti portano ad un chiaro riferimento a Wittgenstein e al suo indecifrabile Tractatus logico-philosophicus, al Gadda di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, al Calvino degli alberi, ai poemi lunatici di Cavazzoni, ai diavoli dell’Inferno di Dante. La storia principale, non a lieto fine, è quella degli amanti che bruciano in breve tempo la loro passione e per uno di loro non c’è altro che il suicidio come rimedio. Può sembrare da questo che il tenore dello spettacolo sia funesto ed invece, come succede in molta della tradizione teatrale del novecento, il clima si mantiene sempre spudoratamente leggero, in linea con gli insegnamenti di Calvino. L’atmosfera di Small Talk, dunque, è quella di un’avanzatissima piece teatrale con tanta musica improvvisata di qualità nei suoi anfratti (ottimo lavoro di Borghini, Sartori e Marraffa) con Honsinger che fa sentire il suo peso psicologico sul lavoro come il regista riesce a far intendere e prevalere il suo stile nel suo film. Registrazione del 2007 presso una sala della Rai per Radiotre Suite Jazz, nella veste di cd per la Setola, Small Talk è realmente la rappresentazione di un approccio culturale oltre che musicale, è operazione ancora oggi attualissima, sia per la musica che per gli argomenti trattati, è una parodia di cosa sono diventate le nostre vite, le nostre comunità: l’implosione delle relazioni, l’uso improprio e scolorito del linguaggio, il tramonto dei sogni, sono tutti temi che Honsinger miscela sapientemente in una rappresentazione interdisciplinare ed improvvisata, mettendo ironicamente il dito sulla piaga sui gravi interrogativi dell’umanità." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2022.
"(...) Tristan Honsinger a résidé longtemps en Italie et a travaillé assez souvent avec une joyeuse bande de musiciens italiens improvisateurs irrévérencieux et impliqués dans des collectifs, comme ceux de Bologne dont font partie la plupart des musiciens présents lors de cette session enregistrée à Radiotre à Rome le 11 décembre 2007. Si la plupart des titres sont signés par le violoncelliste Tristan Honsinger, on y trouve de ci de là des « Small Talks » délirants inventés et dits par Vincenzo Vasi qui joue aussi de la theremin, Luigi « Lullo » Mosso,aussi contrebassiste et Cristina Vetrone. Leurs interventions théâtrales et textuelles improvisées sont typiquement péninsulaires et la musique est conçue pour coïncider avec la diction (parfois chantée) et la métrique, dans une forme narrative que ma connaissance active de l’italien ne permet pas d’en relever le cheminement. Mais j’en devine la bouffonnerie. Cristina Vetrone est créditée organetto et voix, Enrico Sartori, clarinette, Edoardo Marraffa, sax contralto et ténor, Antonio Borghini, contrebasse et Cristiano De Fabritiis, batterie. Il y a de courts passages free goûteux, une certaine légèreté et un sens de l’espace afin de mettre en valeur les dialogues. Borghini, Maraffa, De Fabritiis, Honsinger et Sartori alternent et rivalisent d’inspiration dans l’instant. Il leur suffit parfois d’un seul trait pour faire passer une idée ou un sentiment. On est là dans la suggestion, le narquois, le burlesque, le sournois et l’amusement sans prétention. On retrouve les traits marquants des compositions de Tristan Honsinger lorsque son archet suscite la pulsation avec son accentuation tout à fait particulière, catalysatrice. Certains de ses morceaux sont chantés par les deux joyeux drilles. La pochette est dessinée par Gianluca Varone, lequel a collaboré avec Tristan Honsinger dans une bande dessinée dont le musicien a écrit l’histoire (Wild Rice/ JBP). J’ajoute encore que plusieurs de ces musiciens sont des solides improvisateurs. Vincenzo Vasi est un super bassiste électrique et vient de publier un album fou avec « Lullo » Mosso, et Massimo Simonini dont je viens de rendre compte dans ces lignes (Fuoriforma/ Angelica). Antonio Borghini est devenu un des contrebassistes demandés sur la scène germanique (Kaufmann, Schlippenbach , Sequoia, Braxton Standards Quartet, Cristiano Calganile etc..). Edoardo Maraffa joue régulièrement en duo avec le pianiste Nicolà Guazzaloca et en trio avec Thollem McDonas et Stefano Giust, le responsable de Setola di Maiale. Quant au batteur, Cristiano De Fabritiis, il a acquis une véritable jeu free avec la dynamique nécessaire et intentionnelle. Un beau projet mélangeant la joie irrépressible, le délire ou la mélancolie." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2022.
"(...) Wanneer de naam Tristan Honsinger op de radar verschijnt, gaat het improvisatielampje flikkeren. De man kruiste in het verleden het pad van onder meer Derek Bailey, ICP, Peter Kowald, Cecil Taylor en Evan Parker.
Op ‘Small Talk’ bevindt hij zich in het gezelschap van Italiaanse gelijkgestemden als daar zijn Cristina Vetrone (stem, accordeon), Vincenzo Vasi (stem, theremin), Luigi “Lullo” Mosso (stem, contrabas), Enrico Sartori klarinet), Edoardo Marraffa (saxofoons), Antonio Borghini (contrabas) en Cristiano De Fabritiis (drums).
Omschrijven wat hier allemaal door de luidsprekers klinkt, is niet zo evident. We houden het bij ontregeld muziektheater en burleske chaos. Denk vooral aan een kruising van Frank Zappa, Flat Earth Society, Spike Jones en de wondere wereld van ‘Hellzapoppin’’ (de cultklassieker uit 1941).
Kennis van het Italiaans is een meerwaarde aangezien de (geïmproviseerde) teksten (van Honsinger) in de taal van Fellini en Dario Fo gezongen, gesproken en geschreeuwd worden. Het gaat weliswaar om een opname uit 2007 maar het geheel blijft tijdloos en universeel, zij het dat deze muziek niet meteen in uw Italiaans lievelingsrestaurant gedraaid zal worden.
Helaas betreft het geen dvd-opname want gezien de fysieke speelstijl van Honsinger zal dit wel een buitenmaats spektakel geweest zijn. De hoes is trouwens van Gianluca Varone die ooit een stripverhaal tekende op de surrealistische teksten van Honsinger (‘Wild Rice’, JBP-002)." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2022.
"(...) Een uur geleden bereikte mij, via het ICP Orchestra, het bericht dat Tristan Honsinger afgelopen zaterdag is overleden. Hij werd drieënzeventig. Bij deze dus condoleances aan een ieder die hem kende en met hem samenwerkte. Een groot verlies voor hen, maar zeker ook voor alle liefhebbers van de geïmproviseerde muziek, waarvoor hij van onschatbare waarde was. Als cellist en vocalist, als componist, maar zeker ook als gangmaker en humorist. Om hem te eren sta ik stil bij het laatste album dat hij vorig jaar uitbracht: het bij Setola di Maiale verschenen ‘Small Talk’.
Honsinger werd op 23 oktober 1949 geboren in de Amerikaanse staat Vermont. Hij begon zijn studies aan het New England Conservatory en studeerde vanaf 1968 aan het conservatorium van Baltimore. De klassieke muziek bleek echter niet zijn ding en na zijn verhuizing naar Montreal, een jaar later, stapte hij over op de improvisatie. In de jaren daarna woonde hij in Amsterdam, Parijs, Italië en weer in Amsterdam, waar hij uiteindelijk toetrad tot de Instant Composers Pool. In de jaren daartussen werkte hij samen met Toshinoro Kondo, Michael Vatcher, Sean Bergin, Giancarlo Schaffini, Gianluigi Trovesi en eind jaren tachtig met Cecil Taylor. Maar hier ontleende hij toch vooral zijn roem aan zijn bijdrage aan ICP, al bleef hij zijn oude vrienden opzoeken, bijvoorbeeld in Italië waar ‘Small Talk’ van getuigt, opnames bevattend voor de Italiaanse radio, gemaakt op 11 december 2017. We horen hier Honsinger zowel op cello als vocaal, iets dat hij deelt met Cristina Vetrone, die we ook horen op de organetto, Vincenzo Vasi, verder te horen op de theremin, bassist Luigi “Lullo” Mosso en drummer Cristiano De Fabritiis. Verder horen we in dit oktet de klarinettist Enrico Sartori, saxofonist Edoardo Maraffa en bassist Antonio Borghini.
Een prachtig album dit ‘Small Talk’ en helemaal in lijn met Honsinger. Wat we ook bij het ICP tegenkomen: het clowneske, theatrale, vinden we hier in overtreffende trap. Puur theater wat hier gebeurt, muziek die associaties oproept met die van Nino Rota voor de films van Federico Fellino. Te beginnen in het knotsgekke ‘The Guest Room’ van Honsinger, gevolgd door het ‘hoorspel’ van Borghini: “Il Niente e Il Poco’. Prachtig ook dat melancholieke ‘Ha Ha Naru Kawa’ van Honsinger, met als hoogtepunt die heerlijk schurende saxsolo van Maraffa. En dan die zang en stemkunst in ‘Nientese’ en ‘Tractatus’, heuse toneelstukken worden hier opgevoerd, alleen al die stembuigingen, in combinatie met de accenten die de instrumenten plaatsen, jammer dat de Cd geen teksten bevat. En soms is er even sprake van instrumenteel vuurwerk, zoals in Maraffa’s ‘La Gallina di Zamira’, in de drie delen ‘Impro’ en zeker ook in ‘Potsdam’ waar Sartori en Maraffa elkaar de loef afsteken, gevolgd door een bijzonder weemoedige klarinetsol van Sartori. En is het Honsinger die zingt in zijn eigen ‘Malacoda’? Aan zijn Italiaans te horen van wel. Kortom van alle markten thuis deze man, we zullen hem missen." Ben Taffijn, Nieuwe Noten, 2023.
01 _ The Guest Room (Tristan Honsinger) 00:00
02 _ Il Niente e Il Poco (Antonio Borghini) 01:59
03 _ Impro 1 (Small Talk) 08:14
04 _ Ha Ha Naru Kawa (Tristan Honsinger) 11:13
05 _ Impro 2 – New York (Small Talk) 17:23
06 _ Nientese (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 23:22
07 _ La Banca (Small Talk) 26:03
08 _ Tractatus (Tristan Honsinger) 26:52
09 _ La Gallina Di Zamira (Edoardo Marraffa) 36:04
10 _ Bangkok (Small Talk) 43:33
11 _ Malacoda (Tristan Honsinger) 45:15
12 _ Impro 3 (Small Talk) 48:07
13 _ La Barca (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 57:36
14 _ Potsdam (Small Talk) 60:22
15 _ Incidente (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 64:18
(C) + (P) 2021
CD digisleeve 4 pages
Tristan Honsinger _ voice _ cello
Cristina Vetrone _ voice _ accordion
Vincenzo Vasi _ voice _ theremin
Luigi Lullo Mosso _ voice _ double bass
Enrico Sartori _ clarinet
Edoardo Marraffa _ alto sax _ tenor sax
Antonio Borghini _ double bass
Cristiano De Fabritiis _ voice _ drums
No introduction is needed here for Tristan Honsinger (beloved all over the world) born in Burlington in Vermont (USA) on October 23, 1949 and died in Trieste on August 5, 2023, at the age of 73. The musicians involved in this project are among the best representatives of that vast Italian music scene devoted to research in jazz and experimentation. Some of them are already present in this catalog, as well as Tristan Honsinger himself.
Recorded on 11 December 2007 at Room A of the CPRF in Rome, via Asiago 10, for Radiotre Suite Jazz. Executive producer: Pino Saulo. Sound technicians: Maria Rita Franceschini, Gaetano Chiarella. Shooting specialist: Toni Marinelli. Music consultant: Luigi Polsini. Drawings by Gianluca Varone.
For more info:
https://en.wikipedia.org/wiki/Tristan_Honsinger
"(...) Tristan Honsinger a résidé longtemps en Italie et a travaillé assez souvent avec une joyeuse bande de musiciens italiens improvisateurs irrévérencieux et impliqués dans des collectifs, comme ceux de Bologne dont font partie la plupart des musiciens présents lors de cette session enregistrée à Radiotre à Rome le 11 décembre 2007. Si la plupart des titres sont signés par le violoncelliste Tristan Honsinger, on y trouve de ci de là des « Small Talks » délirants inventés et dits par Vincenzo Vasi qui joue aussi de la theremin, Luigi « Lullo » Mosso,aussi contrebassiste et Cristina Vetrone. Leurs interventions théâtrales et textuelles improvisées sont typiquement péninsulaires et la musique est conçue pour coïncider avec la diction (parfois chantée) et la métrique, dans une forme narrative que ma connaissance active de l’italien ne permet pas d’en relever le cheminement. Mais j’en devine la bouffonnerie. Cristina Vetrone est créditée organetto et voix, Enrico Sartori, clarinette, Edoardo Marraffa, sax contralto et ténor, Antonio Borghini, contrebasse et Cristiano De Fabritiis, batterie. Il y a de courts passages free goûteux, une certaine légèreté et un sens de l’espace afin de mettre en valeur les dialogues. Borghini, Maraffa, De Fabritiis, Honsinger et Sartori alternent et rivalisent d’inspiration dans l’instant. Il leur suffit parfois d’un seul trait pour faire passer une idée ou un sentiment. On est là dans la suggestion, le narquois, le burlesque, le sournois et l’amusement sans prétention. On retrouve les traits marquants des compositions de Tristan Honsinger lorsque son archet suscite la pulsation avec son accentuation tout à fait particulière, catalysatrice. Certains de ses morceaux sont chantés par les deux joyeux drilles. La pochette est dessinée par Gianluca Varone, lequel a collaboré avec Tristan Honsinger dans une bande dessinée dont le musicien a écrit l’histoire (Wild Rice/ JBP). J’ajoute encore que plusieurs de ces musiciens sont des solides improvisateurs. Vincenzo Vasi est un super bassiste électrique et vient de publier un album fou avec « Lullo » Mosso, et Massimo Simonini dont je viens de rendre compte dans ces lignes (Fuoriforma/ Angelica). Antonio Borghini est devenu un des contrebassistes demandés sur la scène germanique (Kaufmann, Schlippenbach , Sequoia, Braxton Standards Quartet, Cristiano Calganile etc..). Edoardo Maraffa joue régulièrement en duo avec le pianiste Nicolà Guazzaloca et en trio avec Thollem McDonas et Stefano Giust, le responsable de Setola di Maiale. Quant au batteur, Cristiano De Fabritiis, il a acquis une véritable jeu free avec la dynamique nécessaire et intentionnelle. Un beau projet mélangeant la joie irrépressible, le délire ou la mélancolie." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2022.
"(...) Wanneer de naam Tristan Honsinger op de radar verschijnt, gaat het improvisatielampje flikkeren. De man kruiste in het verleden het pad van onder meer Derek Bailey, ICP, Peter Kowald, Cecil Taylor en Evan Parker.
Op ‘Small Talk’ bevindt hij zich in het gezelschap van Italiaanse gelijkgestemden als daar zijn Cristina Vetrone (stem, accordeon), Vincenzo Vasi (stem, theremin), Luigi “Lullo” Mosso (stem, contrabas), Enrico Sartori klarinet), Edoardo Marraffa (saxofoons), Antonio Borghini (contrabas) en Cristiano De Fabritiis (drums).
Omschrijven wat hier allemaal door de luidsprekers klinkt, is niet zo evident. We houden het bij ontregeld muziektheater en burleske chaos. Denk vooral aan een kruising van Frank Zappa, Flat Earth Society, Spike Jones en de wondere wereld van ‘Hellzapoppin’’ (de cultklassieker uit 1941).
Kennis van het Italiaans is een meerwaarde aangezien de (geïmproviseerde) teksten (van Honsinger) in de taal van Fellini en Dario Fo gezongen, gesproken en geschreeuwd worden. Het gaat weliswaar om een opname uit 2007 maar het geheel blijft tijdloos en universeel, zij het dat deze muziek niet meteen in uw Italiaans lievelingsrestaurant gedraaid zal worden.
Helaas betreft het geen dvd-opname want gezien de fysieke speelstijl van Honsinger zal dit wel een buitenmaats spektakel geweest zijn. De hoes is trouwens van Gianluca Varone die ooit een stripverhaal tekende op de surrealistische teksten van Honsinger (‘Wild Rice’, JBP-002)." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2022.
"(...) Een uur geleden bereikte mij, via het ICP Orchestra, het bericht dat Tristan Honsinger afgelopen zaterdag is overleden. Hij werd drieënzeventig. Bij deze dus condoleances aan een ieder die hem kende en met hem samenwerkte. Een groot verlies voor hen, maar zeker ook voor alle liefhebbers van de geïmproviseerde muziek, waarvoor hij van onschatbare waarde was. Als cellist en vocalist, als componist, maar zeker ook als gangmaker en humorist. Om hem te eren sta ik stil bij het laatste album dat hij vorig jaar uitbracht: het bij Setola di Maiale verschenen ‘Small Talk’.
Honsinger werd op 23 oktober 1949 geboren in de Amerikaanse staat Vermont. Hij begon zijn studies aan het New England Conservatory en studeerde vanaf 1968 aan het conservatorium van Baltimore. De klassieke muziek bleek echter niet zijn ding en na zijn verhuizing naar Montreal, een jaar later, stapte hij over op de improvisatie. In de jaren daarna woonde hij in Amsterdam, Parijs, Italië en weer in Amsterdam, waar hij uiteindelijk toetrad tot de Instant Composers Pool. In de jaren daartussen werkte hij samen met Toshinoro Kondo, Michael Vatcher, Sean Bergin, Giancarlo Schaffini, Gianluigi Trovesi en eind jaren tachtig met Cecil Taylor. Maar hier ontleende hij toch vooral zijn roem aan zijn bijdrage aan ICP, al bleef hij zijn oude vrienden opzoeken, bijvoorbeeld in Italië waar ‘Small Talk’ van getuigt, opnames bevattend voor de Italiaanse radio, gemaakt op 11 december 2017. We horen hier Honsinger zowel op cello als vocaal, iets dat hij deelt met Cristina Vetrone, die we ook horen op de organetto, Vincenzo Vasi, verder te horen op de theremin, bassist Luigi “Lullo” Mosso en drummer Cristiano De Fabritiis. Verder horen we in dit oktet de klarinettist Enrico Sartori, saxofonist Edoardo Maraffa en bassist Antonio Borghini.
Een prachtig album dit ‘Small Talk’ en helemaal in lijn met Honsinger. Wat we ook bij het ICP tegenkomen: het clowneske, theatrale, vinden we hier in overtreffende trap. Puur theater wat hier gebeurt, muziek die associaties oproept met die van Nino Rota voor de films van Federico Fellino. Te beginnen in het knotsgekke ‘The Guest Room’ van Honsinger, gevolgd door het ‘hoorspel’ van Borghini: “Il Niente e Il Poco’. Prachtig ook dat melancholieke ‘Ha Ha Naru Kawa’ van Honsinger, met als hoogtepunt die heerlijk schurende saxsolo van Maraffa. En dan die zang en stemkunst in ‘Nientese’ en ‘Tractatus’, heuse toneelstukken worden hier opgevoerd, alleen al die stembuigingen, in combinatie met de accenten die de instrumenten plaatsen, jammer dat de Cd geen teksten bevat. En soms is er even sprake van instrumenteel vuurwerk, zoals in Maraffa’s ‘La Gallina di Zamira’, in de drie delen ‘Impro’ en zeker ook in ‘Potsdam’ waar Sartori en Maraffa elkaar de loef afsteken, gevolgd door een bijzonder weemoedige klarinetsol van Sartori. En is het Honsinger die zingt in zijn eigen ‘Malacoda’? Aan zijn Italiaans te horen van wel. Kortom van alle markten thuis deze man, we zullen hem missen." Ben Taffijn, Nieuwe Noten, 2023.
"(...) La maturazione di un musicista passa anche attraverso nuovi sentieri, magari contigui a quelli intrapresi all’inizio del percorso artistico. Nella musica di Tristan Honsinger si può insinuare questa affermazione a cavallo degli anni ottanta, allorché il violoncellista creò il Tristan Honsinger This, That and The Other, affondando il suo interesse per l’azione scenica e la narrazione poetica costellata di quell’umorismo che senza parole aveva coltivato nella libera improvvisazione. Non è questa la sede per ricordare tutte le opere che Honsinger e i suoi gruppi hanno profuso in oltre trenta anni, ma sarebbe opportuna quantomeno una rimembranza di questa attività culturale portata in giro sui palchi di molte parti del mondo (l’Italia è una patria privilegiata, ma i tragitti di Honsinger sono arrivati fino al Giappone), con un adeguato giro di valutazione.
Nel 2003 il violoncellista formò un’altra delle sue “compagnie teatrali” immerse nelle sovranità dell’improvvisazione libera: si trattava degli Small Talk, un gruppo composto da Cristina Vetrone alla voce ed organetto, Vincenzo Vasi a voce e theremin, Lullo Mosso a voce e contrabbasso, Edoardo Marraffa al sax tenore, Enrico Sartori al clarinetto, Antonio Borghini al contrabbasso e Cristiano De Fabritiis alla batteria.
Costruiti sotto forma di sketches dalla forma incrociata, con dialoghi, canzonetta, confacente e virulenza teatrale, gli Small Talk tendevano ad una sorta di fusione tra arti differenti, dove però il riferimento poetico fosse l’elemento guida di tutte le restanti parti: lo spettacolo si snodava su continui “appoggi” alla letteratura, infiltrati nelle storie raccontate, storie amorose dal tragico fine e di mosche e struzzi; sia la titolazione che gli sviluppi dei racconti portano ad un chiaro riferimento a Wittgenstein e al suo indecifrabile Tractatus logico-philosophicus, al Gadda di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, al Calvino degli alberi, ai poemi lunatici di Cavazzoni, ai diavoli dell’Inferno di Dante. La storia principale, non a lieto fine, è quella degli amanti che bruciano in breve tempo la loro passione e per uno di loro non c’è altro che il suicidio come rimedio. Può sembrare da questo che il tenore dello spettacolo sia funesto ed invece, come succede in molta della tradizione teatrale del novecento, il clima si mantiene sempre spudoratamente leggero, in linea con gli insegnamenti di Calvino. L’atmosfera di Small Talk, dunque, è quella di un’avanzatissima piece teatrale con tanta musica improvvisata di qualità nei suoi anfratti (ottimo lavoro di Borghini, Sartori e Marraffa) con Honsinger che fa sentire il suo peso psicologico sul lavoro come il regista riesce a far intendere e prevalere il suo stile nel suo film. Registrazione del 2007 presso una sala della Rai per Radiotre Suite Jazz, nella veste di cd per la Setola, Small Talk è realmente la rappresentazione di un approccio culturale oltre che musicale, è operazione ancora oggi attualissima, sia per la musica che per gli argomenti trattati, è una parodia di cosa sono diventate le nostre vite, le nostre comunità: l’implosione delle relazioni, l’uso improprio e scolorito del linguaggio, il tramonto dei sogni, sono tutti temi che Honsinger miscela sapientemente in una rappresentazione interdisciplinare ed improvvisata, mettendo ironicamente il dito sulla piaga sui gravi interrogativi dell’umanità." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2022.
"(...) Lo scorso 5 agosto è scomparso il violoncellista e improvvisatore Tristan Honsinger. Classe 1949, era nato nel Vermont e aveva iniziato piccolissimo a studiare musica, dando concerti di violoncello fin da adolescente. Trasferitosi in Canada a seguito del rifiuto di sottostare alla leva militare, Honsinger giunse presto oltreoceano, divenendo poi uno dei protagonisti dell'improvvisazione Europea. Prevalentemente di stanza in Olanda, girò però tutto il continente, spesso risiedendo anche in varie città italiane —chi scrive vive a Firenze e, pur non avendolo mai incontrato personalmente, ha potuto toccare con mano le tracce artistiche da lui lasciate sui musicisti cittadini, a cominciare da Renato Cordovani, che ne fu a lungo collaboratore, come ricorda nell'intervista che gli facemmo qualche anno fa. Ciò non gli impedì di collaborare frequentemente anche con musicisti americani, in particolare con Cecil Taylor, con il quale registrò diversi album.
Pur in possesso di una tecnica prodigiosa, Honsinger era noto soprattutto per la stralunata e onirica fantasia con la quale produceva le sue improvvisazioni, che trasmetteva ai suoi compagni dando vita a spettacoli surreali e teatrali, nei quali spesso la parola si mescolava alla musica e le declamazioni alla lirica. Ne è esempio questo CD del 2021, probabilmente l'ultimo uscito a nome dell'artista, anche se registrato nel dicembre del 2007 negli studi della RAI, a cura di Pino Saulo, per un appuntamento di Radiotre Suite Jazz.
La formazione all'opera per l'occasione era un ottetto che, accanto a Honsinger, vedeva l'organetto di Cristina Ventrone, il theremin di Vincenzo Vasi, i contrabbassi di Luigi "Lollo" Mosso e Antonio Borghini, il clarinetto di Enrico Sartori, i sassofoni di Edoardo Marraffa, la batteria di Cristiano de Fabritiis. I brani, a parte uno firmato da Borghini e uno da Marraffa, sono per metà del violoncellista e per il resto improvvisazioni collettive; quasi tutti fanno uso della voce —che vede impegnati Ventrone, Vasi, Mosso e De Fabritiis, oltre ovviamente allo stesso Honsinger —con la quale ora vengono recite poesie (in tre casi il violoncellista si avvale di testi di Ermanno Cavazzoni), ora declamati proclami surreali, ora raccontate storie stralunate.
Un contesto estremamente ludico e fantasioso, ma anche complesso e ricco di timbri, suggestioni, forme espressive, certo più bello da vedere che non solo da ascoltare, ma anche così sorprendente e affascinante, specie se seguito con la necessaria, forte attenzione. È in tal modo che si può apprezzare non solo l'inventiva e la bellezza dei suoni, ma anche l'incredibile rigore che lega cose apparentemente diverse tra loro e in prima approssimazione meramente caotiche: qui, invece, l'intesa tra i musicisti, il divertimento, l'ingenua iconoclastia, la passione emanata dal carismatico "capobanda," danno vita a qualcosa che, magicamente, assume una totale coerenza. Anche quando, come nel centrale e forse programmatico "Tractatus," che prende in giro la nota opera di Ludwig Wittgenstein, si salta costantemente di palo in frasca, forse persino con qualche ridondanza.
Un modo di far musica —e spettacolo —oggi piuttosto inusitato, per la sua divertita ma inflessibile assenza di concezioni alle "mode" musicali, che con difficoltà potremmo trovare in qualche paludato "festival jazz" attuale, ma che invece fa parte della storia di questa musica e che ne è parte ineliminabile, nascosta sotto la confezione patinata in cui spesso oggi essa viene presentata al pubblico. Se è vero, come dimostrano le tantissime testimonianze di stima e affetto offerte dai musicisti dopo la sua scomparsa, che Tristan Honsinger è stato una delle grandi personalità della storia del jazz, allora lasciti come questo devono essere presi a modello per tornare a donare freschezza, vitalità, gioia e imprevedibilità a questa musica." Neri Pollastri, All About Jazz, 2023.
01 _ The Guest Room (Tristan Honsinger) 00:00
02 _ Il Niente e Il Poco (Antonio Borghini) 01:59
03 _ Impro 1 (Small Talk) 08:14
04 _ Ha Ha Naru Kawa (Tristan Honsinger) 11:13
05 _ Impro 2 – New York (Small Talk) 17:23
06 _ Nientese (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 23:22
07 _ La Banca (Small Talk) 26:03
08 _ Tractatus (Tristan Honsinger) 26:52
09 _ La Gallina Di Zamira (Edoardo Marraffa) 36:04
10 _ Bangkok (Small Talk) 43:33
11 _ Malacoda (Tristan Honsinger) 45:15
12 _ Impro 3 (Small Talk) 48:07
13 _ La Barca (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 57:36
14 _ Potsdam (Small Talk) 60:22
15 _ Incidente (Tristan Honsinger, Ermanno Cavazzoni) 64:18
(C) + (P) 2021