LIVE AT ANGELICA 2018
SETOLADIMAIALE UNIT & EVAN PARKER (Evan Parker, Marco Colonna, Martin Mayes, Alberto Novello, Patrizia Oliva, Giorgio Pacorig, Michele Anelli, Stefano Giust, Phoebe Neville, Philip Corner)
CD digipack 6 pagine
Evan Parker _ sax soprano e tenore
Marco Colonna _ clarinetti in Sib _ Do _ alto _ basso
Martin Mayes _ corno _ corno delle alpi
Patrizia Oliva _ voce _ elettronica
Alberto Novello _ elettronica analogica
Giorgio Pacorig _ pianoforte
Michele Anelli _ contrabbasso
Stefano Giust _ batteria _ piatti
Philip Corner _ intro gong
Phoebe Neville _ intro gong
Musica liberamente improvvisata in cinque parti più introduzione di gong. Registrato in multitraccia in concerto per il 25° Anniversario di Setola di Maiale (1993-2018), presso il Centro di Ricerca Musicale, Teatro San Leonardo (Bologna), durante AngelicA - Festival Internazionale di Musica n. 28, il 16 maggio 2018.
Dalle note di copertina di Stefano Giust: "Questo incontro ad Angelica 2018 per i venticinque anni di attività di Setola di Maiale, su commissione del suo direttore artistico Massimo Simonini, è stato un’ulteriore occasione per promuovere una visione della musica altra. Setoladimaiale Unit è un ensemble aperto – una possibile sintesi dell’etichetta – che in questa particolare circostanza ha avuto l’opportunità di suonare con il saxofonista britannico Evan Parker, musicista imprescindibile della musica improvvisata e di ricerca. È a questa storicizzata 'tradizione’, cui Parker ha contribuito da protagonista a delineare, che Setola di Maiale vuole continuare ad essere accostata, in un momento storico in cui tutto vuole brillare di luce propria, qui si vuole invece ribadire la continuità di uno 'spirito enunciato', una continuità con una pratica artistica nata nel ventesimo secolo e ancora capace di esprimersi in vie differenti, sempre accomunate da una volontà di forte indipendenza e autogestione. Con le stesse motivazioni è stato un piacere inaspettato l’intervento, nella introduzione con i gong, del compositore americano Philip Corner e della moglie, coreografa e ballerina, Phoebe Neville. La musica suonata in questo album è totalmente improvvisata, seppure con alcune indicazioni generiche da me suggerite per l'ensemble. In questo momento storico in cui il neoliberismo regna sovrano, Setola di Maiale dovrebbe essere pensata – ancora – come una pura utopia commerciale."
Con formazioni leggermente diverse la Unit ha suonato altri due concerti insieme a Parker: il 26 maggio 2019 al Jazz Is Dead Festival di Torino e il 13 ottobre dello stesso anno, a ImprovviJazziamo di Pordenone.
Una curiosità: il nome Setoladimaiale Unit è stato usato solo una volta nel 1999, in occasione della 48a Biennale d’Arte di Venezia, per la quale l'ensemble, con due diverse formazioni, ha suonato un paio di concerti al Chiostro dei Tolentini e nel Padiglione Italia (Giardini). I due concerti sono stati pubblicati in VHS (SMVID002) e Cd (SM470), intitolati "48th Biennale Di Venezia" ed entrambi fuori catalogo da molto tempo.
Per maggiori informazioni:
https://en.wikipedia.org/wiki/Evan_Parker
https://marcocolonna.bandcamp.com
www.discogs.com/artist/343826-Martin-Mayes
https://patriziaoliva.wordpress.com/biography/biografia
www.jestern.com (Albero Novello)
www.discogs.com/artist/1047582-Giorgio-Pacorig
www.discogs.com/artist/3321237-Michele-Anelli-2
https://it.wikipedia.org/wiki/Philip_Corner
https://prabook.com/web/phoebe.neville/178496
www.stefanogiust.it
"I think the mix follows the narrative in the performance very well. A good record of a complex live music event".
Evan Parker
"Questa improvvisazione è veramente "mémorable".
Philip Corner
LINK per ascoltare i primi due pezzi (Intro e First):
https://soundcloud.com/stefano-giust-groups2/setoladimaiale-unit-evan-parker-introfirst
Seguono due recensioni del concerto:
"(...) AngelicA 2018, Festival Internazionale di Musica giunto al ventottesimo anno, da poco conclusosi, ha condotto la sua abituale indagine senza confini e preclusioni sullo stato attuale della musica di ricerca. Nella parte centrale del suo cartellone si sono concatenate tre sere (al Teatro San Leonardo, sede del Centro di Ricerca Musicale, dal 16 al 18 maggio) dedicate a varie esperienze di improvvisazione radicale. Grazie alla commissione di Angelica, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione l’etichetta Setola di Maiale, coordinata da Stefano Giust, ha avuto l’opportunità di selezionare un gruppo di validi rappresentanti italiani del catalogo, che per l’occasione sono stati affiancati da Evan Parker. Lo Unit, alla sua prima assoluta, presentava una formazione particolarmente intrigante: Marco Colonna ai clarinetti, Martin Mayes al corno e corno delle Alpi, Patrizia Oliva a voce ed elettronica, Alberto Novello all’elettronica analogica, Giorgio Pacorig al pianoforte, Michele Anelli al contrabbasso e Stefano Giust alla batteria. Come è prassi abituale di questo tipo d’improvvisazione, il percorso, un flusso continuo senza soste, ha alternato addensamenti e diradamenti. I momenti di rarefazione e smembramento dell’organico hanno lasciato emergere congeniali sottogruppi e veri e propri spazi solistici. A più riprese l’intero collettivo ha espresso un insieme sonoro denso, formicolante, di satura concretezza, pur lasciando distinguere gli apporti individuali. Evan Parker non ha certo peccato di protagonismo, anzi c’è chi sostiene che non gli sia stato concesso lo spazio dovuto: in verità, come i colleghi, il sassofonista inglese ha inserito interventi mirati e sempre dialoganti con il contesto." Libero Farnè, Il Giornale Della Musica
"(...) Naturalmente ad Angelica non possono mancare improvvisazione e musica creativa… se con Anthony Braxton difficilmente ci si sbaglia, altrettanto si potrebbe dire di un altro mostro sacro come Evan Parker, presente in una prima assoluta con Setoladimaiale Unit, curato da Stefano Giust. A svettare non è soltanto Evan Parker con i suoi sax tenore e soprano, ma anche ottimi comprimari come Martin Mayes con l’impressionante corno delle alpi, Patrizia Oliva a voce ed elettronica, Marco Colonna al clarinetto, lo stesso Giust alla batteria, Michele Anelli al contrabbasso, Giorgio Pacorig al piano e Alberto Novello all’elettronica analogica." Gino Dal Soler, Blow Up
Recensioni del CD:
"(...) Album del mese per Musica Jazz n. 828 (novembre 2019).
"(...) Album nella Top Ten di Cadence 2019 – Top Ten Critic's Pick di Zim Tarro.
"(...) Questo disco è nella classifica annuale di Perfect Sound Forever 2019 – Top Ten Writers' Poll di Daniel Barbiero.
"(...) Tra i migliori dischi del 2019, secondo Ettore Garzia di Percorsi Musicali.
"(...) Arriviamo, dunque, all’incontro di Parker con la formazione stilata da Stefano Giust al festival di Angelica 2018: Marco Colonna ai clarinetti, Martin Mayes a corno francese e alphorn, Giorgio Pacorig al piano, Michele Anelli al contrabbasso, Patrizia Oliva a voce ed elettronica, Alberto Novello all’elettronica analogica e Giust alla batteria. Dal momento che è una celebrazione dei 25 anni dell’attività discografica della Setola di Maiale, Giust ha convocato alcuni dei migliori rappresentanti della sua etichetta, pensando anche ad un intervento di Philip Corner e Phoebe Neville, che aprono con i gongs (un oggetto parecchio rappresentativo della sperimentazione di Corner) la lunga improvvisazione che contiene tutto il cd. Setoladimaiale Unit & Evan Parker, oltre ad essere una splendida celebrazione, è anche un aggancio ideologico a quella cornice di indipendenza artistica e di contezza politica che Parker ha profuso nella sua vita; c’è un pensiero anti liberale che è oggetto di discussione in economia, sviluppato per rendere sempre più importanti le diseguaglianze sociali e reddituali: gli splendidi musicisti dell’ensemble lo portano quasi addosso, nelle vibrazioni dei loro strumenti. Anche a voler prescindere dai contorni politici, si percepisce che attorno al carisma di Parker si è formato un “sound” da standing ovation, dove ognuno dei musicisti ha il pregio di evitare quelle situazioni “cliniche” dell’improvvisazione che spesso affliggono le esibizioni: qui i dosaggi delle dinamiche sono perfetti, non ci sono prevaricazioni in potenza e gli equilibri scivolano in assoluta libertà e in piena comunione di intenti. E’ un cd pensato nelle sue impostazioni di base, ma assolutamente lasciato alla creatività e spontaneità dei singoli musicisti e una menzione speciale, che funziona in un’appagante e rinnovata veste, va fatta al canto della Oliva, che sembra chiudere un cerchio, quello che rimembra quel wordless singing, lanciato a simulazione di note armoniche, usato dalla Lemer e dalla Winstone in Familie.
C’è un pensiero di Giust, ampiamente discusso con lui (ed approvato), che accede alla materia delle conduzioni; oggi si fa un gran parlare dei lasciti di Butch Morris e della necessità di seguire gli organici in un certo modo, ma si può trovare un’impatto emotivo anche in forme collettive libere da metodi: “…per me questo è un punto essenziale: pur non avendo nulla contro le conduzioni – ci mancherebbe, ogni strategia musicale trova i miei favori – è possibile avere una musica che si autostruttura, perché è già nella sua natura. Tutt’al più è necessaria una indicazione generale per facilitarle questa possibilità, per rimarcarla, perché è mia convinzione che quando hai un gruppo di artisti, di improvvisatori consapevoli della responsabilità che ciascuno ha nello svolgimento della musica, difficilmente accade che si perda il controllo, la musica dà essa stessa delle indicazioni, costantemente, bisogna solo ascoltare e sentirsi parte del tutto, anche se questo a volte significa ‘non suonare'. (Stefano Giust, nostra conversazione privata).
Poi, è obbligatorio guardare le note interne scritte da Giust, in cui si parla di “...some vague and poetical indications…” suggerite all’ensemble, una stringa di parole che mi ha incuriosito e mi ha spinto a chiedere a Stefano la loro rivelazione: queste indicazioni musicali sono un modo per tracciare la musica e si tratta di frasi che indirizzano ad un comportamento subliminale da tenere durante la performance; tra queste mi sono soffermato sulla riflessione che proclama “...suoniamo una musica “moderna”, visionaria, intima e inaudita…“. Restituisco le sensazioni che ho provato nell’ascolto, nella divisione delle 6 parti dell’improvvisazione:
Intro. Segnali di grandi cambiamenti all’orizzonte.
First. Un enorme lenzuolo viene steso sulle brutture del mondo e un affannoso linguaggio, una balbuzia, ha bisogno di essere ascoltata ed interpretata.
Second. Un risveglio globale, non istintivo, è possibile. Creare giardini ovunque, della comprensione, della pazienza. Bisogna attraversare un tunnel ma restare fiduciosi, perché all’uscita otterremo una grande ricompensa, che stabilizzerà le nostre tensioni.
Third. Forze sopranaturali avanzano e progrediscono. Si aprono corridoi non abusati delle relazioni, talvolta con accenti che indicano un mettere al corrente.
Fourth. L’oscurità della tecnologia si scontra con un ostinata sequenza post-Stravinsky. Scintille vitali, stazioni con gente in movimento, congestioni fattive ed un inno alla vita non lineare che sa di Ravel e del suo Bolero.
Fifth. Un implacabile desiderio ritmico. Raccogliere i detriti sul percorso fatto. Una corale manifestazione di forza e di preoccupazione per ciò che non conosciamo del nostro futuro. Tenersi per mano nella difficoltà.
Dati tali effetti dell’ascolto, posso non ammettere che questa è una musica “moderna”, visionaria, intima e inaudita?" Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Con una leggerezza che uno non penserebbe, effetto d'una forza che trascina e solleva, questa ora e più vola. L'unità è allo stesso tempo pluralità policroma. Un'ottetto più l'intro di gongs della coppia Philip Corner- Phoebe Neville. Di questo volare, alto poi, ne aveva già parlato Gino Dal Soler raccontandoci di AngelicA 2018. In quel festival il batterista friulano ha raccolto musicisti che hanno pubblicato per l'etichetta-scommessa (ad oggi vincente) nel venticinquesimo compleanno, per tentare ancora la via della libera improvvisazione. Quello che si genera è un biotopo sonoro, un complesso organico in cui, a dar retta a Giust, poche sono statre le indicazioni e poi le cose sono successe. Il sassofono di Parker ruscella giù con qualche momento di assolo ma più spesso immerso nell'ecosistema dove la scrittura di scena da spazio a momenti corali di drammatica passionalità, luccicanti del piano di Giorgio Pacorig. I paesaggi variano, sono aspri di interplays frammentati eppure connessi (5#). Quando la vegetazione timbrica si dirada, in evidenza ci sono spigoli percussivi. la musica corre e salta di asperità in radure dove si offrono temi che ci riprendono dalle cadute nelle spume informali. L'aria è limpida, sentirete ogni altra voce: le ance di Marco Colonna, gli ottoni di Martin Mayes, il contrabbasso di Michele Anelli, le "elettronicherie" di Alberto Novello, la voce di Patrizia Oliva. Musica come fisiologia dell'esistere. (8)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2019.
"(...) Un pontefice massimo del sax soprano (dopo Lacy), anche se nello specifico impegnato più che altro al tenore, è di certo l’inglese Evan Parker, che nel maggio 2018, durante la rassegna bolognese Angelica, è stato ospite di un Setola di Maiale Unit (foto sopra) volto a festeggiare il venticinquennale della benemerita label friulana (Setola di Maiale, appunto), particolarmente sensibile all’avanguardia o comunque alle musiche non di routine. E’ all’opera un ottetto (ecco il salto della quaglia cui accennavamo all’inizio), con nomi forti come Marco Colonna, Martin Mayes, Giorgio Pacorig e soprattutto quello Stefano Giust, nello specifico percussionista, che dell’etichetta è l’autentico deus ex-machina, ottetto dedito all’improvvisazione senza rete, con esiti peraltro piuttosto solidi, col tenore parkeriano e il clarinetto di Colonna in particolare spolvero (ma in mezzo a tutto il resto ci sono anche una voce e non poca elettronica). Ottimi momenti corali e individuali, ovviamente in mezzo a fasi più – per così dire – interlocutorie." Alberto Bazzurro, L'Isola Della Musica Italiana, 2019.
"(...) Nel 2018, il venticinquennale dell'etichetta Setola di Maiale, "archivio di musiche geniali, pure e anticonformiste", è stato festeggiato da Giust e compagni (il batterista e dominus dell'etichetta lo aveva in qualche modo preannunziato in occasione della sua intervista, qui a suo tempo pubblicata) presso il centro di ricerca musicale AngelicA di Bologna (ove, per la verità, era già stato registrato, nel 2016, lo splendido "Desidero vedere, sento – The Angelica Concert", del quartetto De Mattia-Pacorig-Mayer-Giust.
All'opera è la cosiddetta "Setoladimaiale Unit", un gruppo cooperativo, senza conduzione né forme precostituite, che persegue proprio l'ideale che l'etichetta ha sempre tenuto di vista: raggiungere l'esito di una "musica viva, fatta di partecipazione creativa, in cui tutti i musicisti hanno eguali responsabilità nella riuscita, allo stesso modo e nello stesso istante" (le parole sono dello stesso Giust). Così l'ottetto, che accoglieva la presenza di un ospite di riguardo come Evan Parker, si è misurato con l'utopia, affrontando i rischi proposti da un organico esteso, dando vita a una performance di oltre un'ora suddivisa in cinque parti (più una breve introduzione affidata ai gong di Philip Corner e Phoebe Neville). Il flusso sonoro è omogeneo e ovviamente alle parti d'assieme si alternano dialoghi e conversazioni più ristrette, tra i vari componenti del gruppo, ora astratte, ora più concrete e fitte. Non vi è la pretesa di imporre sovvertimenti, di generare formule e stilemi – espressione di gerarchie –, di soddisfare egoismi, ma soltanto una domanda di ascolto, che vale a mettere in condivisione un'esperienza vitale.
Certo, alcuni moduli procedono secondo cadenze abbastanza consuete, fatte di ricerca della densità in alternanza a squarci lirici e rarefazioni, creazione di spazi presto riempiti di campiture coloristiche. La sintonia trovata dai componenti del gruppo è comunque alta, anche se non tutte le forme generate possono dirsi perfette; ma la musica respira, trovando una ragione alla complessità, che sa trascendere." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2019.
"(...) Per celebrare i venticinque anni di vita dell'etichetta indipendente Setola di Maiale, una delle principali documentatrici dell'improvvisazione nel nostro paese, la rassegna bolognese Angelica organizzò nel maggio del 2018 un concerto della Setoladimaiale Unit, ensemble aperto che raccoglieva alcuni degli artisti che contribuiscono alla vita della label, al quale per l'occasione si aggiungeva uno degli storici emblemi dell'improvvisazione europea, Evan Parker. La formazione dette vita a oltre settanta minuti di musica, divisa in cinque parti più un'introduzione di gong per mano del compositore statunitense Philip Corner e di sua moglie Phoebe Neville. Musica liberissima, pur con le poche indicazioni offerte da Stefano Giust, anima dell'etichetta e coordinatore dell'ensemble, che viene documentata in questo CD.
Come spesso accade nei casi di creazione istantanea, non è facile dare un'idea dello svilupparsi della musica, che muta in maniera continua e imprevedibile, anche indipendentemente dalle divisioni delle cinque parti. Limitandosi a indicazioni generali, vanno anzitutto sottolineati il clima lento e quasi meditativo del lavoro, che trova solo occasionalmente alcuni momenti dinamicamente e ritmicamente più intensi—per esempio, nella quarta parte con un crescendo guidato dal tenore di Parker, dal contrabbasso di Michele Anelli e dalla batteria di Giust, o al termine del disco, con il solo momento di magmatico caos, guidato ancora dal tenore del britannico—e il suo carattere collettivo, ancorché scandito dall'alternarsi dell'intervento dei singoli, senza però che nessuno possa mai assurgere a protagonista se non in brevi frammenti.
Tra gli interventi meritano di essere menzionati, oltre quelli dell'autorevole ospite—che offre i suoi tipici e ben noti contributi, anche al soprano, ma ha il merito di non eccedere in cerebralità—anche quelli di Martin Mayes al corno e all'alphorn, in un caso in prezioso duetto con il pianoforte di Giorgio Pacorig, e quelli di Marco Colonna, all'opera su tutta una gamma di clarinetti, talvolta in controcanto a Parker. Fondamentale il lavoro dell'elettronica, opera di Alberto Novello, e della voce di Patrizia Oliva, i quali screziando dal fondale i suoni acustici dando vita a suggestivi scenari trascendenti.
Lavoro sostanzialmente coerente, con momenti di fortissima suggestione—per esempio il finale—e di ascolto agevole anche in assenza della presenza scenica, la quale certo ne esalterebbe le qualità, offrendo anche visivamente il processo genetico della creazione musicale." Neri Pollastri, All About Jazz, 2020.
"(...) Di Setola di Maiale abbiamo parlato a più riprese, chi segue le musiche non allineate conosce quest’etichetta che nel 2018 ha compiuto i suoi primi venticinque anni. Per festeggiare l’importante evento il Festival Angelica ha ospitato, a maggio di due anni fa, un concerto di un ottetto battezzato per l’occasione Setola di Maiale Unit: dentro Marco Colonna (clarinetti), Martin Mayes (corno), Patrizia Oliva (voce ed elettronica), Alberto Novello (elettronica analogica), Giorgio Pacorig (pianoforte, magistrale), Michele Anelli (contrabbasso), Stefano Giust (batteria), Philip Corner (magnifico il suo disco per Unseen Worlds, ne abbiamo parlato qui) e Phoebe Neville (nella introduzione ai gong) e la special guest Evan Parker (sax soprano e tenore), autore di uno dei dischi più abbacinanti dell’anno passato. Big bang, sciami sismici, apparizioni, sparizioni, rivelazioni, esondazioni, verità nitidissime, bugie perfette, lampi, haiku, satori, lo stesso sentore di urgenza e minaccia cosmica che anima ad esempio certi tesori del catalogo Actuel, come i dischi di Alan Silva & The Celestial Communication Orchestra: l’arte dell’improvvisazione colta nel momento di un’altissima ispirazione, per una musica che è impossibile dire con le parole ma che va ascoltata ed acquistata, supportando chi dal 1993 si danna l’anima per ricordarci che un altro jazz è possibile. Un pezzo di plastica che contiene universi, racchiusi in 71 minuti di musica imprendibile. Una matrioska psicoattiva aprendo la quale potrete scoprire che un pomeriggio può durare un secolo, e viceversa." Nazim Comunale, The New Noise, 2020.
"(...) Venticinque anni di esistenza setolare, festeggiati nel migliore dei modi possibile in quel di Angelica (Bologna) nel 2018. Live d'insieme delicato, reattivo e fragoroso nel risultato, dove il capo cordata Stefano Giust, dopo l'intro ai gongs del compositore statunitense Philip Corner e la sua compagna coreografa Phoebe Neville, si porta dietro un'ampia formazione composta da: Patrizia Oliva, Marco Colonna, Martin Mayes, Alberto Novello, Giorgio Pacorig, Michele Anelli e l'ospite speciale Evan Parker. Musica libera e abbacinante (poteva esser altrimenti?), che spariglia e confonde input elettronici e folate acustiche, forme riconducibili e astrazione, parecchia magia, brevi assoli, disgregazioni e coraggiosi riassemblaggi in real time. Dilatazioni, perlustrazione, contrazioni e nuova espansione. Tradizione e contemporaneità, urti, sberle e passionali coppini sfiammeggianti in girotondo. Auguri a Setola, il regalo a noi." Marco Carcasi, Kathodik, 2020.
"(...) Ho ascoltato per bene l'improvvisazione con Parker, ed era un bel po' di tempo che non ascoltavo musica improvvisata (ogni tanto ci si satura... dopo 15 anni con Mauro Orselli e altri 10 con il collettivo NED), e devo dire che invece me la sono gustata tantissimo: una bella, davvero bella, improvvisazione, con un bell'interplay tra tutti i musicisti (finalmente!). Bel lavoro sul serio!" Luca Miti, musicista, 2021.
"(...) This remarkable recording was made during the 2018 AngelicA International Festival of Music, and to mark the occasion of the Setola di Maiale (Pig Bristle in English) record label's 25th anniversary. The Setoladimaiale Unit is features many of the label's most prominent artists including label head Stefano Giust on percussion, as well as composer Philip Corner, and dancer Phoebe Neville (the latter two play the gong intro). The rest of the unit includes Marco Colonna on clarinets, Michele Anelli on contrabass, Alberto Novello on electronics, Martin Mayes plays the Alphorn (a horn used from the 17th century as a form of communication in the mountainous regions of Europe), Giorgio Pacorig on piano, Patrizia Oliva provides voice and electronics, and our Mr. Parker plays both the tenor and soprano saxophone.
"Intro" draws up the curtain on this collection with a duo of gongs slowly developing from silence, hardly played, just tappings and hints of rhythm that segue directly to the first piece. Squeaks of electronics and snatches of wordless vocals complement the dramatic and turbulent forming. Parker doesn't take over the piece, but neither is his presence subdued. He's consumed by the group and their communion, emitting traces of his distinct cadence in the sophisticated concoction. "Second" is all the more mysterious and entrancing, with water noise, clarinet, and electronics swirling in a heady dance with the vocals, horns, and piano. The percussion really begins to wallop at around the midpoint, causing the group to roil and the clarinet to sear. Parker lays out his rough eddies over otherworldly vocals and warm percussion as the track fades. Very nice indeed.
On "Third" bass clarinet wrestles with the trombone's forlorn wails and moans, underpinned by a surreal bed of vocals, chimes, and strings. In time the horns, piano, and electronics encroach, ushering buried words within a busy percussive field. "Fourth" carries in on prickly piano and electronics, the trombone wheezing and hissing like the winds of an alien planet. Briefly the horns raise a flag before slipping back below the surface and a wooden flute takes the fore, then the trombone, buried beneath layers of wool which dampen its screams. Malleted cymbal rolls elicit the return to a busier soundscape, subtle and a little strange but more than inviting. The final piece "Fifth" serves as a culmination as well as a crest, the ensemble simmers with all manner of delicious little noises as the instrumentalists trade sentiments. The electronically manipulated vocals add a hallucinatory sense and the crowding of the aural field adds a tinge of anxiety, driving the listener to the edge of some unseen abyss before rolling back from the precipice and vaporizing. A remarkable piece, it's as enchanting as it is thrilling." Nick Metzger, Free Jazz Blog, 2020.
"(...) Live At Angelica 2018 is out now on Setola Di Maiale label. Album was recorded by a large group of featured jazz masters – it’s ensemble Setoladimaiale Unit and famous saxophonist Evan Parker. Here together plays original and innovative jazz stars – Evan Parker (soprano and tenor saxophones), Marco Colonna (Bb, C alto and bass clarinets), Martin Mayes (horn, alphorn), Patrizia Oliva (voice, electronics), Alberto Novello (analog electronics), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (double bass), Stefano Giust (drums, cymbals), Philip Corner (gongs intro) and Phoebe Neville (gongs intro). Invention, creativity, imagination, shocking and stunning sound experiments, wild, fresh and original ideas and innovative instrumental section – these are the keys of each musician’s playing. The compositions are always based on free improvisation, experimental and avant-garde jazz basics, experimental music, electronics, as well as the modern tunes, contemporary and mainstream jazz intonations. Musicians have new and modern conception and original sound – their music is a mix of impulsive, spontaneous, emotional, bright, driving and surprising playing. They never don’t hesitate to try out something new, explore unknown fields and zones of sound by expanding the traditional sound of comfort’s zone. “Live At Angelica 2018″ is a mix of various sounds, inventive ideas, fantastic experiments and original decisions. The music is somewhere between free improvisation, experimental jazz, roots of 1960’s avant-garde jazz and experimental music. Musicians are dedicated to explore and to find new, original and inspiring ways of playing, modern expressions or get on extravagant, dramatic, thrilling, perturbating or aggressive culminations. Acoustics and electronics go along just fine – natural, warm and gorgeous tunes, strange timbres and extended playing techniques are mixed up to synthetic tunes of electronics. The musicians are balancing between free improvising and arranged composition. From contemporary and difficult episodes the music runs to wild, free, extravagant, eccentric or simply fantastic improvisations. The sound is impressive and dynamic – silent, sophisticated, solemn, deep, heavy, rough or depressive tunes meet gorgeous, light, dizzy, passionate, colorful, expressive, vital, sharp, perturbating, explosing and tremendous solos. There’s huge range of expressions, playing techniques, experiments and tunes who are combined together to create original and bright sound. Multi-layed, universal and wide musical pattern is created – modern and driving expressions, experimental and innovative rhythmic section, dynamic and suggestive melody, gorgeous pattern contain the main base of it. Each musician has a right to improvise free and independent – they’re getting on sparkling, fabulous, impressive and luminous episodes, fascinating and innovative sound experiments or extractions of strange tunes. Saxophones, clarinets, horn, alphorn, piano and voice are the keys of the melody line. Vivid and trembling saxophones and clarinets are the source of energy and vitality. Aggressive, humbling, trembling and passionate melodies, buzzing and growling solos, trembling trills, moving and affectionate riffs, roaring and blowing blow outs and dizzy passages are accompanied by strange timbres, special effects, nervous, complicated and expressive rhythms. Piano melodies are dynamic and filled with sudden turns – breaking sessions, vital and expressive riffs, flowing, light, vivid and frantic culminations, perturbating and tremendous culminations, sharp and persecuted sequences of dissonances are mixed up to silent, lyrical and calm episodes. Horn and alphorn tunes illustrate the bass line – it’s deep, solemn, heavy and solid. Special effects, strange timbres, flowing glissando and rapid tremendous and fantastic culminations bring original and moving sound. Humble, spoken elements, recitations, imitations of nature sound, whispers, hollows, screams… – it’s just one little part of inspiring, evocative and original improvisations, who make an effort to whole musical pattern and background. Deep, heavy, solemn and repetitive tunes of double bass contain the base of harmonic pattern and form tight and stable bass line. It also gets on brave and ambitious experiments – ambient tunes, frantic, aggressive, pressured and perturbating culminations are the most impressive and beautiful episodes of bass melodies. Drums and percussion section is wide and dynamic – afroamerican, Western African, American folk, Western Europe academical music rhythms, as well as the typical figures of modern, contemporary, traditional and mainstream jazz styles are connected to breaking, driving and perturbating sessions and thrilling improvisations. There are two gong’s intro in this album. It has exotic, colorful and original sound – scratching, cracking and unusual tunes are connected to impulsive and spontaneous free improvisations. It has effective, bright, exotic and expressive sounds, because the musicians are micing up masterful musical knowledge, virtuosic and fantastic playing technique and their own unique sound. The electronics are used here along with acoustics. There are dozens of playing techniques here – ambient, loops and other electronics devices sounds, sonic systems experiments, sound machines experiments, field and voice recordings, various tunes and nature sounds imitations, groove, glitch… All these elements are gently combined together. The music of this album has fresh, inspiring, effective and original sound." Avant Scene, 2019.
"(...) Crafting a musically cohesive, uncongested free improvisation with a small group is hard enough. It become much more difficult the larger the ensemble. Some large groups—the Variable Geometry Orchestra comes to mind—have been able to manage this nicely. Add to their number the Setola di Maiale Unit, an ensemble headed by percussionist Stefano Giust.
The Setola di Maiale Unit is a free improvisation group whose membership isn’t fixed. Many of the players are artists on the Setola di Maiale label, which Giust heads. For their appearance at the 2018 AngelicA Festival in Bologna the group, in addition to Giust, consisted of Marco Colonna on clarinets; Martin Mayes on horn and alphorn; Patrizia Oliva on voice and electronics; Alberto Novello on analog electronics; Giorgio Pacorig on piano; and Michele Anelli on double bass. Special guest Evan Parker sat in on tenor and soprano saxophones, while composer Philip Corner and dancer Phoebe Neville dropped to play a brief introduction on gongs. The performance was in part a celebration of label’s twenty-fifth anniversary—an auspicious landmark, and a fittingly fine set to commemorate it.
The hour-long improvisation is tracked into five sections prefaced by Corner and Neville’s introduction. Each section highlights some aspect of the group’s work, usually on the basis of the many subgroupings that emerge over the course of the set. What’s remarkable is that there was no conducting or direction; the changes in dynamics and density and the frequent interludes for solos, duos, and trios were arrived at spontaneously. Each player has some time as a leading voice if not a soloist; there are beautiful soliloquies for piano and drums, and instances of impromptu polyphony breaking out among the horns. It’s exactly the kind of playing one would expect from some of Europe’s most sensitive improvisers, and a happy anniversary indeed." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2019.
"(...) Let's consider the similarities of this large group improvisation to the High Renaissance frescoes. Any visit to a chapel or duomo in Italy reveals elaborate mural paintings on the walls and ceilings. These paintings were made on fresh (affresco) wet plaster eventually dyed into ornate religious scenes. Artists like Michelangelo and Raphael were required to create these masterworks in a rapid manner. The same can be said of the free improvising artists that make up the seven-person Setoladimaiale Unit assembled for the 25th Anniversary of the Setola di Maiale label. The artists—mainstays of this remarkable record label—are joined by composer Philip Corner, dancer Phoebe Neville and master musician Evan Parker. Corner and Neville play gongs as the "Intro" to the ornate five movements of this concert, recorded at the 2018 Angelica Festival in Bologna.
Like a Renaissance fresco there is much detail here, maybe too much to take in by way of a perambulate from entrance to exit of these 71-minutes. The music could easily be mistaken for a Butch Morris conduction because of the orderliness of the improvised sounds. Amazingly enough, even with this many musicians, there is no conductor. Like an Italian fresco there is an abundance of stimuli here from Patrizia Oliva's vocal flourishes plus her electronics and those of Alberto Novello to Stefano Giust's thunderous drumming. None of the sounds dominates the presentation to the exclusion of others. Certainly, though, the familiar sound of Parker's signature circular breathing is conspicuous. His trademark saxophone maintains the center around which each movement is directed. The concert is like an Italian fresco, but one that is not static. Imagine lying on the floor of the Sistine Chapel looking up, and the paintings come to life, then you have some idea what this performance was all about." Mark Corroto, All About Jazz USA, 2019.
"(...) In 2018 Setola di Maiale celebrated its 25th Anniversary with a concert at the Angelica Festival by the Setola di Maiale Unit. A collective of eight improvisers led by label-founder Stefano Giust: Marco Colonna (clarinets), Martin Mayes (horn, alphorn), Patrizia Oliva (voice, electronics), Alberto Novello (analogue electronics), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (double bass), Stefano Giust (drums, cymbals), and with Evan Parker (saxophones) as a special guest. In the opening part of this collective improvisation, two other musicians participated: Philip Corner (gongs intro) and his wife Phoebe Neville (gongs intro). They take us on a 70-minute-long improvisation that is divided into five sections.
Improvised – if not all - music is best consumed live. In the case of a recording of improvised music, the impact is often less, even more in the case of big ensembles. Well, that is my experience. But this release is a pleasant exception to this. First, the recording is excellent and transparent and secondly because the improvisation is very ‘accessible’ in a way and unfolding itself in one undivided and consistent movement. During the long period, the performers behave like one giant organism fulfilling the conditions to stay in one constant organic flow. Incredible all this is instantly improvised without a conductor. The performers were very good attuned to one other as this improvisation has focus and body from start to finish. Of course, the improvisation undergoes different phases, with different performers or sections of performers in the forefront. A true abundance of styles, atmospheres, colouring, dynamics, pass by during this journey. A joy!" Dolf Mulder, Vital Weekly, 2020.
"(...) Whether ad-hoc or regularly organized, committed to interpreting compositions or pure improvisation, little big bands can serve as flexible vehicles for musical expression.
Live at Angelica 2018 adds veteran British improviser Evan Parker to a clutch of Italian players for a nearly 71¼ -minute single track sound exploration recorded in Bologna.
Whether playing tenor or soprano saxophone Parker adds his inimitable voice to the proceedings, insinuating a kernel of reed trills or elongated circular breathing to the unfolding performance. Crucially though he doesn’t hog centre stage leaving plenty room for others. This includes treble flutters from Martin Mayes’ French horn, sometimes in double counterpoint with the saxophonist; timbres encompassing snaking toughness or mellow descriptions from any of Marco Colonna’s three clarinets; plus wordless vocalizing from Patrizia Oliva that’s pitched more towards plainsong and partial scat than provocative warbles. Preserving polyrhythm and polyphony throughout, the narrative is driven through energetic clip clops and rattles from drummer Stefano Giust and thick chording from pianist Giorgio Pacorig. At one point the performance slows down enough so that the pianist can deliver an impressionistic solo replete with multi level shading.
Notably, a middle sequence finally turns the theme from serene to agitated as the result of stretching clarinet tones, harsh keyboard clips and Michele Anelli’s powerful double bass thumps. The fourth section culminates in a miasmatic climax featuring emphatic tenor saxophone multiphonics and clarinet spills alongside overdubbed field recordings and electronics whizzes contributed by Oliva and Alberto Novello. Behind a straight-ahead clarinet line the other horns produce whiny cockatoo-like trills during the final sequence which opens up the program to stretch sounds in every direction. This produces a crescendo of suddenly unleashed power vibrating encompassing rolling drum beats, metronomic keyboard patterns slurping saxophone runs, string stops and ululating vocals, until splayed electronic processing mark the finale.
Confirmed instances of how to define speculative sounds in a little big band setting." Ken Waxman, Jazz Word, 2020.
"(...) This concert, recorded in Bologna to celebrate Setola Di Maiale’s 25th anniversary, serves as a reminder that it is still possible to enjoy decent free music in Italy when the right conditions exist.
Bringing together several talented musicians on the Angelica Festival stage and having them escorted by the reeds of wisdom of tutelary deity Evan Parker, label boss Stefano Giust – also featured as a drummer here – provided only a few basic instructions before launching the collective into the 71 minutes that enclose this excellent improvisation, introduced by the gongs of Philip Corner and Phoebe Neville.
The theater’s ambience provides a beneficial natural reverberation to the Unit, the single voices also finding spaces to be individually admired. Among them I’d like to mention brilliant contributions by clarinetist Marco Colonna, vocalist (with electronics) Patrizia Oliva and pianist Giorgio Pacorig. Make no mistake, though: this is a commendable performance by all the participants. The interaction is characterized by often impressive dynamic diversifications and atmospheres changing at the flick of a switch, conveying at times a “ritual poetry” vibe. Most of all, this music never tires the ears, and has a definite reason to survive beyond the celebratory event." Massimo Ricci, Touching Extremes, 2019.
"(...) Recommended!" The New York City Jazz Record, 2019.
"(...) The disc reviewed here is an unusual one. It’s on the Setola Di Maiale (google translates this as “Pig Bristle”) label and is listed as a celebration of the 25th anniversary concert of the label. Competely unaware of the label, that has been in existence since 1993, and fairly knowledgeable of free improvisation, I went to their website and found they have a catalogue of approximately 400 (!) releases. Most of the artists are Italian and mostly unknown to this writer. However, dotted through their discograpghy are names like Taylor Ho Bynum, Vinny Golia, Tobias Delius, Fred Frith a/o as members of improvising ensembles, It’s an notable achievement. Obviously 25 years of doing this and accumulating such a catalogue deserves acknowledgement and celebra- tion. Label head and drummer Stefano Giust organized a septet of musicians associated with the label and added a notable guest in the form of saxophonist Evan Parker to perform at the 2018 Angelica Festival. They performed a 71-minute set of free improvisation. It’s a truly impres- sive document. The music ebbs and flows and while things can get heated at times, it’s clearly a group effort. The band will break off into various sub-groups and the music all seems to flow naturally. (I believe there was no conductor... or at least none credited.) A few names should be mentioned, however. Notable is vocalist Patrizia Oliva whose voice is processed by electronics and spectrally sneaks in an out of the music. Marco Colonna’s clarinets are frequently evident. Of course, Evan Parker’s distinctive saxophone emerges occasionally. But ulti- mately, these 8 musicians are here to contribute to the unified whole and all do so successfully. It’s a remarkable performance right down to the final wind down and it’s all well-worth hearing." Robert Iannapollo, Cadence Magazine – Volume 46 Number 3 July August September Edition, 2020.
"(...) Of special interest!" Cadence Magazine, 2019.
"(...) The Setoladimaiale Unit was assembled by drummer Stefano Giust, who runs the Setola di Maiale label – literally Pig's Hair. It's a sextet with vocals, gongs (Philip Corner and Phoebe Neville) and electronics, working in the very productive area between free jazz and free improv. Evan Parker is on circular breathing soprano throughout, while on "Fourth" Martin Mayes solos on carbon fibre collapsible alphorn. He plays it with such dexterity that you'd assume it was a french horn – showing that, as he comments in a recent article, the horn was never just a simple signilling instrument like a door bell announcing guests. It symbolically brings communities together." Julian Cowley, The Wire, 2019.
"(...) Six mighty improv collaborations helmed by Setoladimaiale’s founder/drummer Stefano Giust. As possibly expected from an ensemble of eight people driven by various strings, wind instruments, piano, electronics and voice, whose collective background has been formed by jazz, electroacoustic music and modern classical, “Live at Angelica 2018”, recorded for the 25th anniversary of the Setola Di Maiale label in Bologna, Italy, the music here is mostly unsettling and explosive. It’s not an especially easy listen, despite the cleverly nuanced approach where intensity often gives way to passages that rumble and scrape by like those moments when a terrible hangover lifts and it feels like being reborn. On one hand, it’s a firm, avant-garde sledgehammer to an already battered cranium, and on the other it’s hard not to completely appreciate not only the great playing here, but also the uncomfortable spaces it compels us to traverse. Philip Corner and Phoebe Neville appear on the intro as well, playing gongs in a manner perfect for the setting to follow." RJ, Progress Report, 2020.
"(...) Naar aanleiding van haar vijfentwintigjarig bestaan organiseerde het Italiaanse kwaliteitslabel Setola Di Maiale een uniek concert op 16 mei 2018 in het Teatro San Leonardo (Bologna, Italië). Een wonderlijke cruise door woelige improvisatiewateren met een aantal buitenmaatse aanlegplaatsen.
De aanvangsstilte zorgt voor een haast ondraaglijke spanning omdat je de muzikantenlijst kent en weet tot wat ze in staat zijn. Na een twintigtal seconden horen we de eerste voorzichtige gongklanken. Een introductie uitgevoerd door de befaamde Amerikaanse componist Philip Corner samen met zijn vrouw, choreografe en danser Phoebe Neville. Daarna volgt in vijf hoofdstukken (‘First’, ‘Second’, ‘Third’, ‘Fourth’, ‘Fifth’) het echte werk. In totaal net geen tweeënzeventig minuten ronddwalen in het land van improvisatie. Gelukkig zijn de gidsen ervaren. Ze hebben vooral heel wat branie en sterke ideeën. De gelegenheidsgroep bestond uit Marco Colonna, Martin Mayes, Patrizia Oliva, Alberto Novello, Giorgio Pacorig, Michele Anelli, Stefano Giust, Philip Corner en Phoebe Neville met Evan Parker als de eregast.
Deze opname in alle details beschrijven, is onmogelijk omdat alles zo minutieus in elkaar zit en de ene reactie nauwkeurig en vooral organisch volgt op de andere. Een continue maalstroom van kleine verschuivingen die telkens leiden naar nieuwe ideeën. Dergelijke concerten zijn vaak vooral live te appreciëren en verliezen heel wat van hun impact bij latere beluistering op geluidsdrager. Van deze opname kunnen we zeggen dat de genietbaarheidsfactor ook in vertrouwde thuisomgeving meer dan hoog genoeg ligt, zelfs indien je niet aanwezig was op het concert zelf.
Deze opname is vooral een krachtig en overtuigend statement over de visie van het label: “we want to reiterate the continuity of one’s enunciated spirit, a continuity with an artistic practice born in the twentieth century... always determined by an attitude for strong independance and self-determination”. Respect voor Stefano Giust en zijn ploeg om in deze tijden van commercieel populisme dergelijke maatstaven nog halsstarrig te handhaven en creatief idealisme voorop te stellen." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
"(...) Pour le 25 ème anniversaire de son label utopique, Setola di Maiale, le percussionniste Stefano Giust a rassemblé une manière d’All Stars of Italy de l’improvisation et invité Evan Parker à s’y joindre pour un concert à Bologne au festival AngelicA 2018 lors de l’édition #28. Peut-être les noms des musiciens ne vous disent (encore) rien, à part sans doute, le souffleur de cor et de cor des Alpes, Martin Mayes, un natif de York établi à Turin depuis des décennies et qui a fait partie de l’Italian Instabile Orchestra. Cet orchestre était sensé rassembler les meilleurs musiciens de free-music / free-jazz de la péninsule, mais, vu de l’étranger, bon nombre de musiciens très actifs passent toujours hors des radars. Question : Comment est-il possible dans le milieu des organisateurs/ pigistes/critiques/ afficionados de la musique libre d’encore méconnaître un batteur et activiste tel que Stefano Giust, responsable du label Setola di Maiale dont il s’agit ici du 388ème album dans leur catalogue ? Une vraie pointure qui joue essentiellement avec des potes de haut niveau, comme les saxophonistes Edoardo Marraffa, Edoardo Ricci, et Gianni Gebbia, des pianistes exceptionnels comme Nicolà Guazzaloca, Alberto Braida et Thollem Mc Donas. Graphiste professionnel, Stefano réalise tous les graphismes des pochettes et s’occupe de la production dans différents formats (CDr ou CD’s) et quantités pour une exceptionnelle diversité d’artistes, en fait tout ce que l’Italie compte de forbans de la performance sonore, de compositeurs électroniques alternatifs, de guitaristes ingénieux ou bricoleurs, de souffleurs fous, de poètes du jazz libre le plus libertaire, de revenants de l’impro libre, d’orchestres utopiques, de jam impromptues. Une attitude de camarade solidaire de la cause plutôt que d’une direction artistique élitiste « spécialisée ». Le produit peut varier d’éditions limitées « faites main » , de documents d'instants partagés à l’impression soignée très professionnelle de CD's superbement soignés. Sans doute, un des personnes les plus généreuses, enthousiastes et désintéressées qui existent dans la scène internationale, et aussi un excellent percussionniste / batteur très apprécié. Chez SDM, j’ai entendu des choses remarquables, enjouées, magiques ou des tentatives honorables d'artistes qui ont fait leur chemin depuis. Dans le SDM Unit, il faut parler de la chanteuse et muse du label, Patrizia Oliva (de Marzabotto), qui traite le son de sa voix avec l’électronique, du clarinettiste romain Marco Colonna, sans doute un des souffleurs les plus en vue de la Péninsule, le bolognais Giorgio Pacorig claviériste remarqué et révélé par l’excellence de son travail au piano dans cet enregistrement, Martin Mayes que j’ai cité plus haut, le solide contrebassiste turinois Michele Anelli, l’activiste de Turin par excellence et un musicien que je n’ai jamais entendu in vivo, Alberto Novello aux électroniques analogues. Le compositeur Philip Corner et la chorégraphe Phoebe Neville entame le concert avec une aérienne Gong Intro. Bien que cette performance se soit engagée sans préparation dans une grande spontanéité avec quelques indications de Stefano Giust et qu’Evan Parker préfère ne pas se poser en leader et proposer des cheminements / compositions, laissant la musique se faire en respectant la liberté de chacun, on distingue des séquences, des parties successives qui s’enchaînent spontanément avec une certaine logique, des voix individuelles s’imposer en premier plan soutenues avec sensibilité par les autres (Giust au premier chef) , entre autres l’intervention soliste du pianiste Giorgio Pacorig et celle d’Evan Parker. Un véritable collaboration coopérative réunissant les improvisateurs dans un terrain d’entente mutuelle et d’énergie partagée. Le dénominateur commun : la foi dans des valeurs humaines, sociales, culturelles remarquablement mises en valeur dans la musique de Live at Angelica." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-improvandsounds, 2019.
"(...) We sluiten ons drieluik van Evan Parker af met twee ensemble Cd’s. Setola di Maiale is één van de gezaghebbende labels als het gaat over vrije improvisatie in Italië. In 2018 bestond het label vijfentwintig jaar en dat werd tijdens AngelicA 2018 groots gevierd met een voor die gelegenheid opgericht tentet, de Setoladimaiale Unit, één van de tien leden was Evan Parker.
Bijzoder aan ‘Live in AngelicA 2018’ is allereerst het ‘Intro’ waarin we de componist Philip Corner en zijn vrouw, de choreografe en danseres Phoebe Neville horen op gongs. Een stemmig begin van een prachtige, bijzonder experimentele set. In ‘First’, het eerste van vijf delen waarin deze improvisatie is gehakt, klinken prachtige klankwolken. Langgerekte noten van de blazers, naast Parker, Marco Colonna op klarinetten en Martin Mayes op hoorns en experimentele schermutselingen van Alberto Novello en Patrizia Oliva op elektronica. Het trio Giorgio Pacorig, piano, Michele Anelli, contrabas en Stafano Giust, drums en cymbalen laveert daar met speelse klanken behoedzaam tussendoor. Musici die we kennen van hun diverse projecten bij dit label, musici ook die het vak van de vrije improvisatie tot in de puntjes beheersen. En begint ‘First’ nog redelijk beheerst, gaandeweg loopt het weer heerlijk uit de hand en is nauwelijks nog te volgen wie er ‘aan het woord’ is. Wat overigens geenszins betekent dat de rust elders niet wederkeert. Dat gebeurt regelmatig in de vijf delen, iets dat vaak prachtige momenten met zich meebrengt, zoals de klarinetsolo van Colonna in het tweede deel; het duet van hem, hier op basklarinet met Mayes in het derde deel; de enigszins mystiek aandoende klankwolken in ditzelfde deel, afgewisseld met imposant spel van Anelli. En natuurlijk horen we Parker volop met imposante solo’s, bijvoorbeeld in het vierde deel." Ben Taffijn, Nieuwe Noten, 2021.
"(...) Para el 25 aniversario de su sello utópico, Setola di Maiale, el percusionista Stefano Giust ha reunido una forma de improvisación de All Stars of Italy e invitó a Evan Parker a unirse a él en un concierto en Bolonia en el festival AngelicA 2018, durante la edición #28. Tal vez los nombres de los músicos (todavía) no te digan nada, excepto probablemente el soplador y alphorn, Martin Mayes, un nativo de York establecido en Turín durante décadas y que formó parte de la italiana Instabile Orchestra. Se suponía que esta orquesta reuniría a los mejores músicos de música libre / free jazz de la península, pero, visto desde el extranjero, muchos músicos muy activos todavía están fuera del radar. Pregunta: ¿Cómo es posible en el mundo de los organizadores / periodistas independientes / críticos / aficionados de la música ignorar a un baterista y activista como Stefano Giust, director del sello Setola di Maiale cuando se trata aquí el 388 álbum en su catálogo? Un número real que trata principalmente con amigotes de alto nivel, como los saxofonistas Edoardo Marraffa, Edoardo Ricci y Gianni Gebbia, pianistas excepcionales como Nicolà Guazzaloca, Alberto Braida y Thollem McDonas.
Diseñador gráfico profesional, Stefano realiza todos los gráficos de las portadas y se encarga de la producción en diferentes formatos (CDr o CD) y cantidades para una diversidad excepcional de artistas; de hecho, todo lo que Italia tiene para los adictos a la performance sonora, compositores electrónicos alternativos, guitarristas ingeniosos o mañosos del bricolaje, fanáticos sopladores, poetas del free jazz más libertario, resucitados de la improvisación libre, orquestas utópicas, jams repentinas. Una actitud de camarada solidario con la causa más que de una dirección artística elitista "especializada". El producto puede variar desde ediciones limitadas "hechas a mano", desde documentos de momentos compartidos hasta la impresión más profesional de CDs magníficamente grabados. Sin duda, una de las personas más generosas, entusiastas y desinteresadas de la escena internacional y, también, un excelente percusionista / baterista muy apreciado.
En SDM, he escuchado cosas notables, joviales, mágicas o tentativas honorables de artistas que se han abierto camino después. En la SDM Unit tenemos que hablar de la cantante y musa del sello, Patrizia Oliva (de Marzabotto), que procesa el sonido de su voz con electrónica; del clarinetista romano Marco Colonna, sin duda uno de los sopladores más destacados de la península; del tecladista boloñés Giorgio Pacorig visto y demostrado por la excelencia de su trabajo en el piano en esta grabación; Martin Mayes a quien mencioné anteriormente, el sólido contrabajista de Turín Michele Anelli, el activista de Turín por excelencia y un músico que nunca escuché en vivo, Alberto Novello con electrónica analógica.
El compositor Philip Corner y la coreógrafa Phoebe Neville comienzan el concierto con una introducción aérea de gong. Aunque esta actuación se haya iniciado sin preparación en una gran espontaneidad con algunas indicaciones de Stefano Giust y Evan Parker - quien prefiere no hacerse pasar por líder ni proponer caminos / composiciones, dejando que la música se haga respetando la libertad de cada uno -, distinguimos secuencias, partes sucesivas que se encadenan espontáneamente con una cierta lógica, voces individuales se afirman en primer plano con el apoyo de la sensibilidad de otros (Giust en primer lugar), entre otras la intervención individual del pianista Giorgio Pacorig, el corno alpino de Martin Mayes y el saxo tenor de Evan Parker. Una verdadera colaboración cooperativa que reúne a los improvisadores en un terreno de entendimiento mutuo y de energía compartida. El denominador común: la fe en los valores humanos, sociales y culturales puestos de relieve notablemente en la música de Live at Angelica." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Foi como parte integrante do AngelicA – Festival Internazionale di Musica #28 – que a 26 de Maio de 2018 ocorreu uma actuação que de forma simples, directa, sintética, mas não redutora, se pode classificar apenas através do recurso a um adjectivo: épica. O motivo: a editora Setola di Maiale celebrava o seu vigésimo quinto aniversário, um momento de grande importância para a chancela que no seu catálogo agrega álbuns nos quais participaram vários membros do escol da música livre e experimental – maioritariamente, mas não exclusivamente – com raízes em Itália. Desta feita, e como forma de homenagear e fazer jus aos vinte e cinco anos de actividade do selo italiano, o Setoladimaiale Unit – um ensemble “aberto”, no sentido em que os seus membros não são fixos – juntou-se a uma autêntica lenda-viva da improvisação livre, Evan Parker.
A importância do bristoliano na cena experimental europeia é tão profunda quanto as raízes da mesma. Parker foi um dos porta-estandarte da improvisação livre na Europa e, a par do já falecido Derek Bailey, foi um dos investigadores que na década de 70 transportou a música de improvisação britânica além fronteiras, fazendo-a competir, e até colaborar, principalmente com os improvisadores da Alemanha, o epicentro da revolução experimental no velho continente, aí encabeçada por músicos como Peter Brötzmann ou Alexander von Schlippenbach, para nomear apenas dois entre vários pilares fundamentais deste movimento. Esta junção é, portanto, uma afirmação da personalidade artística e musical da Setola di Maiale, uma editora que, segundo as contundentes, mas acertadas palavras do seu fundador, Stefano Giust, “permanece e persistente como uma utopia comercial pura” num mundo amoral e acultural danificado pelo “crescente neoliberalismo”.
Para este concerto – que ocorreu no Teatro San Leonardo em Bolonha, Itália -, o Setoladimaiale Unit contou com sete elementos: Marco Colonna (Clarinete Bb, C, alto e baixo), Martin Mayes (trompa e trompa alpina), Patrizia Oliva (voz e electrónica), Alberto Novello (electrónica analógica), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (contrabaixo) e Stefano Giust (percussão). Além disso, unicamente para propósitos introdutórios, a este septeto juntarem-se o compositor americano Philip Corner e a sua esposa, coreógrafa e dançarina, Phoebe Neville, que tocaram gongas. Deste modo, a parte nuclear do concerto foi tocada por um octeto no qual Evan Parker se apresenta ao comando dos saxofones soprano e tenor.
São quatro (excluíndo a curta introdução) as sessões de improvisação totalmente livre deste registo, totalizando cerca de 70 minutos. O entrosamento e comunicação do grupo é brilhante: amiúde ouvem-se perguntas e respostas, entrelaçamentos intencionais, harmonizações inesperadas, complementos rítmicos, passagens de testemunho, silêncios de certos elementos que criam dinâmica, consonâncias e dissonâncias melódicas. O papel de cala elemento é sabido, mesmo que apenas tenham sido sugeridas em antemão “vagas indicações poéticas” para o decorrer do concerto. O som de Parker é caracterizada pelo seu estridente e incansável tocar que faz uso constante da respiração circular, à qual recorre para soprar as contínuas e circulares frases (quase sempre) atonais que tanto o caracterizam. A percussão de Giust é muito pouco dada a aspectos rítmicos, preterindo a formação de uma sólida matriz rítmica pela criação de uma sempre presente imagética textual. Pacorig é um autêntico pianista de free jazz, ora com uma génese Ceciliana que emerge sempre que assalta o piano com percussivas pancadas, ora com uma génese Bleyiana que explora nuances dissonantes de forma incessante. A voz de Patrizia Oliva é tão angelical como fantasmagórica, sendo um dos meus elementos favoritos do ensemble, pois sempre que intervém eleva o clima da actuação para um patamar superior, quase coral e transcendental. Além disso, tanto a sua electrónica com a de Alberto Novello trazem uma dimensão contemporânea e eletroacústica ao ensemble, também este um domínio bastante explorado na editora italiana, que aqui se vê representado por esta dupla. Colonna e Mayes acompanham muitíssimo bem os restantes elementos: são bem mais melodiosos que Parker, contrastando o tocar deste em forma e atomicidade, e trazem igualmente frescos ventos tímbricos ao ensemble. Por fim, Anneli é discreto, mas agressivo na abordagem ao contrabaixo, quase sempre tocando-o em pizzicato e staccato. Em suma: Setoladiamaiale Unit & Evan Parker, Live at Angelica 2018, é um documento essencial da improvisação livre europeia – recomendadíssimo, se ainda for necessário referir." João Morado, Beats for Peeps, 2020.
Free improvised octet music in fifth parts plus gongs intro (71:16)
01 _ 00:00 Intro 01:42
02 _ 01:42 First 14:17
03 _ 15:59 Second 13:39
04 _ 29:38 Third 07:47
05 _ 37:25 Fourth 17:43
06 _ 55:08 Fifth 16:09
(C) + (P) 2019
CD digipack 6 pages
Evan Parker _ soprano and tenor saxophones
Marco Colonna _ Bb _ C _ alto and bass clarinets
Martin Mayes _ horn _ alphorn
Patrizia Oliva _ voice _ electronics
Alberto Novello _ analog electronics
Giorgio Pacorig _ piano
Michele Anelli _ double bass
Stefano Giust _ drums _ cymbals
Philip Corner _ gongs intro
Phoebe Neville _ gongs intro
Free improvised octet music in fifth parts plus gongs intro. Recorded (multitrack) live in concert for the 25th Anniversary of Setola di Maiale (1993–2018), at Centro di Ricerca Musicale, Teatro San Leonardo, Bologna, Italy, during AngelicA – Festival Internazionale di Musica #28, May 16th, 2018.
From the liner notes by Stefano Giust: "The meeting at AngelicA 2018, commissioned by its artistic director Massimo Simonini, was a celebration of the twenty-five years of activity of Setola di Maiale and a further occasion to promote our vision of music. Setoladimaiale Unit is an open ensemble, a possible synthesis of the label, which had the honor in this particular occasion to play alongside the British saxophonist Evan Parker: a crucial researcher in the field of improvised music. It is in this tradition, where Parker has contributed as one of the protagonists, that Setola di Maiale wants to be identified with. In this historical moment, in which everything wants to shine with its own light, we want to reiterate the continuity of one's 'enunciated spirit', a continuity with an artistic practice born in the twentieth century and still capable of expressing itself in different ways, always determined by an attitude for strong independence and self-determination. In this vision it was an unexpected pleasure to have the introduction on gongs by the American composer Philip Corner and his wife, choreographer and dancer, Phoebe Neville. Although I suggested some vague and poetical indications to the ensemble, the music on this album is a free improvisation. In a climate of growing neoliberalism, Setola di Maiale remains and persists as a pure commercial utopia."
With slightly different lineups the Unit played two other concerts together with Parker: on May 26, 2019 at Jazz Is Dead Festival in Turin and on October 13 of the same year, at ImprovviJazziamo in Pordenone.
A curiosity: the name Setoladimaiale Unit was used in 1999 during the 48th Venice Biennale, where the ensemble was performing on two concerts with two different line-ups, at Chiostro dei Tolentini and the Italian Pavilion (Giardini). Both concerts were published on VHS (SMVID002) and Cd (SM470) entitled "48th Biennale Di Venezia", since many years out of print.
For more info:
https://en.wikipedia.org/wiki/Evan_Parker
https://marcocolonna.bandcamp.com
www.discogs.com/artist/343826-Martin-Mayes
https://patriziaoliva.wordpress.com/biography/biografia
www.jestern.com (Albero Novello)
www.discogs.com/artist/1047582-Giorgio-Pacorig
www.discogs.com/artist/3321237-Michele-Anelli-2
https://en.wikipedia.org/wiki/Philip_Corner
https://prabook.com/web/phoebe.neville/178496
www.stefanogiust.it
"I think the mix follows the narrative in the performance very well. A good record of a complex live music event".
Evan Parker
"This improvisation is truly "mémorable".
Philip Corner
LINK for listen to the first two tracks (Intro and First):
https://soundcloud.com/stefano-giust-groups2/setoladimaiale-unit-evan-parker-introfirst
Following here two reviews of the concert:
"(...) The Unit presented a particularly intriguing formation. Since it is usual practice of this type of improvisation, the path, a continuous flow without stops, has alternated thickening and thinning. The moments of rarefaction and dismemberment of the group have allowed congenial subgroups to emerge and real solitary spaces. On several occasions the entire collective has expressed a dense, tingling, sonic, saturated concreteness, even though it allows to distinguish the individual contributions. Evan Parker certainly has no sin of protagonism, indeed there are those who say that he has not been granted the space due: in truth, as his colleagues, the English saxophonist has inserted targeted interventions that are always in dialogue with the context." Libero Farnè, Il Giornale Della Musica, 2018.
"(...) Naturally, at Angelica can not miss improvisation and creative music… if with Anthony Braxton it is difficult to be mistaken, the same we can say of another sacred master as Evan Parker, present with Setoladimaiale Unit, curated by Stefano Giust. Evan Parker is not alone to fly high with his tenor and soprano saxophones, but also excellent colleagues like Martin Mayes with the impressive alphorn, Patrizia Oliva on vocals and electronics, Marco Colonna on clarinets, the same Giust on drums, Michele Anelli on double bass, Giorgio Pacorig on piano and Alberto Novello on analog electronics." Gino Dal Soler, Blow Up, 2018.
CD reviews:
"(...) Album of the month for Musica Jazz, n. 828 (November 2019).
"(...) Album on "Cadence Top Ten Recordings 2019" – Top Ten Critic's Pick by Zim Tarro.
"(...) Album on Perfect Sound Forever 2019: Top Ten Writers' Poll by Daniel Barbiero.
"(...) One of the best albums of 2019, according to Ettore Garzia, Percorsi Musicali.
"(...) This remarkable recording was made during the 2018 AngelicA International Festival of Music, and to mark the occasion of the Setola di Maiale (Pig Bristle in English) record label's 25th anniversary. The Setoladimaiale Unit is features many of the label's most prominent artists including label head Stefano Giust on percussion, as well as composer Philip Corner, and dancer Phoebe Neville (the latter two play the gong intro). The rest of the unit includes Marco Colonna on clarinets, Michele Anelli on contrabass, Alberto Novello on electronics, Martin Mayes plays the Alphorn (a horn used from the 17th century as a form of communication in the mountainous regions of Europe), Giorgio Pacorig on piano, Patrizia Oliva provides voice and electronics, and our Mr. Parker plays both the tenor and soprano saxophone.
"Intro" draws up the curtain on this collection with a duo of gongs slowly developing from silence, hardly played, just tappings and hints of rhythm that segue directly to the first piece. Squeaks of electronics and snatches of wordless vocals complement the dramatic and turbulent forming. Parker doesn't take over the piece, but neither is his presence subdued. He's consumed by the group and their communion, emitting traces of his distinct cadence in the sophisticated concoction. "Second" is all the more mysterious and entrancing, with water noise, clarinet, and electronics swirling in a heady dance with the vocals, horns, and piano. The percussion really begins to wallop at around the midpoint, causing the group to roil and the clarinet to sear. Parker lays out his rough eddies over otherworldly vocals and warm percussion as the track fades. Very nice indeed.
On "Third" bass clarinet wrestles with the trombone's forlorn wails and moans, underpinned by a surreal bed of vocals, chimes, and strings. In time the horns, piano, and electronics encroach, ushering buried words within a busy percussive field. "Fourth" carries in on prickly piano and electronics, the trombone wheezing and hissing like the winds of an alien planet. Briefly the horns raise a flag before slipping back below the surface and a wooden flute takes the fore, then the trombone, buried beneath layers of wool which dampen its screams. Malleted cymbal rolls elicit the return to a busier soundscape, subtle and a little strange but more than inviting. The final piece "Fifth" serves as a culmination as well as a crest, the ensemble simmers with all manner of delicious little noises as the instrumentalists trade sentiments. The electronically manipulated vocals add a hallucinatory sense and the crowding of the aural field adds a tinge of anxiety, driving the listener to the edge of some unseen abyss before rolling back from the precipice and vaporizing. A remarkable piece, it's as enchanting as it is thrilling." Nick Metzger, Free Jazz Blog, 2020.
"(...) Live At Angelica 2018 is out now on Setola Di Maiale label. Album was recorded by a large group of featured jazz masters – it’s ensemble Setoladimaiale Unit and famous saxophonist Evan Parker. Here together plays original and innovative jazz stars – Evan Parker (soprano and tenor saxophones), Marco Colonna (Bb, C alto and bass clarinets), Martin Mayes (horn, alphorn), Patrizia Oliva (voice, electronics), Alberto Novello (analog electronics), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (double bass), Stefano Giust (drums, cymbals), Philip Corner (gongs intro) and Phoebe Neville (gongs intro). Invention, creativity, imagination, shocking and stunning sound experiments, wild, fresh and original ideas and innovative instrumental section – these are the keys of each musician’s playing. The compositions are always based on free improvisation, experimental and avant-garde jazz basics, experimental music, electronics, as well as the modern tunes, contemporary and mainstream jazz intonations. Musicians have new and modern conception and original sound – their music is a mix of impulsive, spontaneous, emotional, bright, driving and surprising playing. They never don’t hesitate to try out something new, explore unknown fields and zones of sound by expanding the traditional sound of comfort’s zone. “Live At Angelica 2018″ is a mix of various sounds, inventive ideas, fantastic experiments and original decisions. The music is somewhere between free improvisation, experimental jazz, roots of 1960’s avant-garde jazz and experimental music. Musicians are dedicated to explore and to find new, original and inspiring ways of playing, modern expressions or get on extravagant, dramatic, thrilling, perturbating or aggressive culminations. Acoustics and electronics go along just fine – natural, warm and gorgeous tunes, strange timbres and extended playing techniques are mixed up to synthetic tunes of electronics. The musicians are balancing between free improvising and arranged composition. From contemporary and difficult episodes the music runs to wild, free, extravagant, eccentric or simply fantastic improvisations. The sound is impressive and dynamic – silent, sophisticated, solemn, deep, heavy, rough or depressive tunes meet gorgeous, light, dizzy, passionate, colorful, expressive, vital, sharp, perturbating, explosing and tremendous solos. There’s huge range of expressions, playing techniques, experiments and tunes who are combined together to create original and bright sound. Multi-layed, universal and wide musical pattern is created – modern and driving expressions, experimental and innovative rhythmic section, dynamic and suggestive melody, gorgeous pattern contain the main base of it. Each musician has a right to improvise free and independent – they’re getting on sparkling, fabulous, impressive and luminous episodes, fascinating and innovative sound experiments or extractions of strange tunes. Saxophones, clarinets, horn, alphorn, piano and voice are the keys of the melody line. Vivid and trembling saxophones and clarinets are the source of energy and vitality. Aggressive, humbling, trembling and passionate melodies, buzzing and growling solos, trembling trills, moving and affectionate riffs, roaring and blowing blow outs and dizzy passages are accompanied by strange timbres, special effects, nervous, complicated and expressive rhythms. Piano melodies are dynamic and filled with sudden turns – breaking sessions, vital and expressive riffs, flowing, light, vivid and frantic culminations, perturbating and tremendous culminations, sharp and persecuted sequences of dissonances are mixed up to silent, lyrical and calm episodes. Horn and alphorn tunes illustrate the bass line – it’s deep, solemn, heavy and solid. Special effects, strange timbres, flowing glissando and rapid tremendous and fantastic culminations bring original and moving sound. Humble, spoken elements, recitations, imitations of nature sound, whispers, hollows, screams… – it’s just one little part of inspiring, evocative and original improvisations, who make an effort to whole musical pattern and background. Deep, heavy, solemn and repetitive tunes of double bass contain the base of harmonic pattern and form tight and stable bass line. It also gets on brave and ambitious experiments – ambient tunes, frantic, aggressive, pressured and perturbating culminations are the most impressive and beautiful episodes of bass melodies. Drums and percussion section is wide and dynamic – afroamerican, Western African, American folk, Western Europe academical music rhythms, as well as the typical figures of modern, contemporary, traditional and mainstream jazz styles are connected to breaking, driving and perturbating sessions and thrilling improvisations. There are two gong’s intro in this album. It has exotic, colorful and original sound – scratching, cracking and unusual tunes are connected to impulsive and spontaneous free improvisations. It has effective, bright, exotic and expressive sounds, because the musicians are micing up masterful musical knowledge, virtuosic and fantastic playing technique and their own unique sound. The electronics are used here along with acoustics. There are dozens of playing techniques here – ambient, loops and other electronics devices sounds, sonic systems experiments, sound machines experiments, field and voice recordings, various tunes and nature sounds imitations, groove, glitch… All these elements are gently combined together. The music of this album has fresh, inspiring, effective and original sound." Avant Scene, 2019
"(...) Crafting a musically cohesive, uncongested free improvisation with a small group is hard enough. It become much more difficult the larger the ensemble. Some large groups—the Variable Geometry Orchestra comes to mind—have been able to manage this nicely. Add to their number the Setola di Maiale Unit, an ensemble headed by percussionist Stefano Giust.
The Setola di Maiale Unit is a free improvisation group whose membership isn’t fixed. Many of the players are artists on the Setola di Maiale label, which Giust heads. For their appearance at the 2018 AngelicA Festival in Bologna the group, in addition to Giust, consisted of Marco Colonna on clarinets; Martin Mayes on horn and alphorn; Patrizia Oliva on voice and electronics; Alberto Novello on analog electronics; Giorgio Pacorig on piano; and Michele Anelli on double bass. Special guest Evan Parker sat in on tenor and soprano saxophones, while composer Philip Corner and dancer Phoebe Neville dropped to play a brief introduction on gongs. The performance was in part a celebration of label’s twenty-fifth anniversary—an auspicious landmark, and a fittingly fine set to commemorate it.
The hour-long improvisation is tracked into five sections prefaced by Corner and Neville’s introduction. Each section highlights some aspect of the group’s work, usually on the basis of the many subgroupings that emerge over the course of the set. What’s remarkable is that there was no conducting or direction; the changes in dynamics and density and the frequent interludes for solos, duos, and trios were arrived at spontaneously. Each player has some time as a leading voice if not a soloist; there are beautiful soliloquies for piano and drums, and instances of impromptu polyphony breaking out among the horns. It’s exactly the kind of playing one would expect from some of Europe’s most sensitive improvisers, and a happy anniversary indeed." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2019.
"(...) Let's consider the similarities of this large group improvisation to the High Renaissance frescoes. Any visit to a chapel or duomo in Italy reveals elaborate mural paintings on the walls and ceilings. These paintings were made on fresh (affresco) wet plaster eventually dyed into ornate religious scenes. Artists like Michelangelo and Raphael were required to create these masterworks in a rapid manner. The same can be said of the free improvising artists that make up the seven-person Setoladimaiale Unit assembled for the 25th Anniversary of the Setola di Maiale label. The artists—mainstays of this remarkable record label—are joined by composer Philip Corner, dancer Phoebe Neville and master musician Evan Parker. Corner and Neville play gongs as the "Intro" to the ornate five movements of this concert, recorded at the 2018 Angelica Festival in Bologna.
Like a Renaissance fresco there is much detail here, maybe too much to take in by way of a perambulate from entrance to exit of these 71-minutes. The music could easily be mistaken for a Butch Morris conduction because of the orderliness of the improvised sounds. Amazingly enough, even with this many musicians, there is no conductor. Like an Italian fresco there is an abundance of stimuli here from Patrizia Oliva's vocal flourishes plus her electronics and those of Alberto Novello to Stefano Giust's thunderous drumming. None of the sounds dominates the presentation to the exclusion of others. Certainly, though, the familiar sound of Parker's signature circular breathing is conspicuous. His trademark saxophone maintains the center around which each movement is directed. The concert is like an Italian fresco, but one that is not static. Imagine lying on the floor of the Sistine Chapel looking up, and the paintings come to life, then you have some idea what this performance was all about." Mark Corroto, All About Jazz USA, 2019.
"(...) This concert, recorded in Bologna to celebrate Setola Di Maiale’s 25th anniversary, serves as a reminder that it is still possible to enjoy decent free music in Italy when the right conditions exist.
Bringing together several talented musicians on the Angelica Festival stage and having them escorted by the reeds of wisdom of tutelary deity Evan Parker, label boss Stefano Giust – also featured as a drummer here – provided only a few basic instructions before launching the collective into the 71 minutes that enclose this excellent improvisation, introduced by the gongs of Philip Corner and Phoebe Neville.
The theater’s ambience provides a beneficial natural reverberation to the Unit, the single voices also finding spaces to be individually admired. Among them I’d like to mention brilliant contributions by clarinetist Marco Colonna, vocalist (with electronics) Patrizia Oliva and pianist Giorgio Pacorig. Make no mistake, though: this is a commendable performance by all the participants. The interaction is characterized by often impressive dynamic diversifications and atmospheres changing at the flick of a switch, conveying at times a “ritual poetry” vibe. Most of all, this music never tires the ears, and has a definite reason to survive beyond the celebratory event." Massimo Ricci, Touching Extremes, 2019.
"(...) Whether ad-hoc or regularly organized, committed to interpreting compositions or pure improvisation, little big bands can serve as flexible vehicles for musical expression.
Live at Angelica 2018 adds veteran British improviser Evan Parker to a clutch of Italian players for a nearly 71¼ -minute single track sound exploration recorded in Bologna.
Whether playing tenor or soprano saxophone Parker adds his inimitable voice to the proceedings, insinuating a kernel of reed trills or elongated circular breathing to the unfolding performance. Crucially though he doesn’t hog centre stage leaving plenty room for others. This includes treble flutters from Martin Mayes’ French horn, sometimes in double counterpoint with the saxophonist; timbres encompassing snaking toughness or mellow descriptions from any of Marco Colonna’s three clarinets; plus wordless vocalizing from Patrizia Oliva that’s pitched more towards plainsong and partial scat than provocative warbles. Preserving polyrhythm and polyphony throughout, the narrative is driven through energetic clip clops and rattles from drummer Stefano Giust and thick chording from pianist Giorgio Pacorig. At one point the performance slows down enough so that the pianist can deliver an impressionistic solo replete with multi level shading.
Notably, a middle sequence finally turns the theme from serene to agitated as the result of stretching clarinet tones, harsh keyboard clips and Michele Anelli’s powerful double bass thumps. The fourth section culminates in a miasmatic climax featuring emphatic tenor saxophone multiphonics and clarinet spills alongside overdubbed field recordings and electronics whizzes contributed by Oliva and Alberto Novello. Behind a straight-ahead clarinet line the other horns produce whiny cockatoo-like trills during the final sequence which opens up the program to stretch sounds in every direction. This produces a crescendo of suddenly unleashed power vibrating encompassing rolling drum beats, metronomic keyboard patterns slurping saxophone runs, string stops and ululating vocals, until splayed electronic processing mark the finale.
Confirmed instances of how to define speculative sounds in a little big band setting." Ken Waxman, Jazz Word, 2020.
"(...) In 2018 Setola di Maiale celebrated its 25th Anniversary with a concert at the Angelica Festival by the Setola di Maiale Unit. A collective of eight improvisers led by label-founder Stefano Giust: Marco Colonna (clarinets), Martin Mayes (horn, alphorn), Patrizia Oliva (voice, electronics), Alberto Novello (analogue electronics), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (double bass), Stefano Giust (drums, cymbals), and with Evan Parker (saxophones) as a special guest. In the opening part of this collective improvisation, two other musicians participated: Philip Corner (gongs intro) and his wife Phoebe Neville (gongs intro). They take us on a 70-minute-long improvisation that is divided into five sections.
Improvised – if not all - music is best consumed live. In the case of a recording of improvised music, the impact is often less, even more in the case of big ensembles. Well, that is my experience. But this release is a pleasant exception to this. First, the recording is excellent and transparent and secondly because the improvisation is very ‘accessible’ in a way and unfolding itself in one undivided and consistent movement. During the long period, the performers behave like one giant organism fulfilling the conditions to stay in one constant organic flow. Incredible all this is instantly improvised without a conductor. The performers were very good attuned to one other as this improvisation has focus and body from start to finish. Of course, the improvisation undergoes different phases, with different performers or sections of performers in the forefront. A true abundance of styles, atmospheres, colouring, dynamics, pass by during this journey. A joy!" Dolf Mulder, Vital Weekly, 2020.
"(...) Recommended!" The New York City Jazz Record, 2019.
"(...) The disc reviewed here is an unusual one. It’s on the Setola Di Maiale (google translates this as “Pig Bristle”) label and is listed as a celebration of the 25th anniversary concert of the label. Competely unaware of the label, that has been in existence since 1993, and fairly knowledgeable of free improvisation, I went to their website and found they have a catalogue of approximately 400 (!) releases. Most of the artists are Italian and mostly unknown to this writer. However, dotted through their discograpghy are names like Taylor Ho Bynum, Vinny Golia, Tobias Delius, Fred Frith a/o as members of improvising ensembles, It’s an notable achievement. Obviously 25 years of doing this and accumulating such a catalogue deserves acknowledgement and celebra- tion. Label head and drummer Stefano Giust organized a septet of musicians associated with the label and added a notable guest in the form of saxophonist Evan Parker to perform at the 2018 Angelica Festival. They performed a 71-minute set of free improvisation. It’s a truly impres- sive document. The music ebbs and flows and while things can get heated at times, it’s clearly a group effort. The band will break off into various sub-groups and the music all seems to flow naturally. (I believe there was no conductor... or at least none credited.) A few names should be mentioned, however. Notable is vocalist Patrizia Oliva whose voice is processed by electronics and spectrally sneaks in an out of the music. Marco Colonna’s clarinets are frequently evident. Of course, Evan Parker’s distinctive saxophone emerges occasionally. But ulti- mately, these 8 musicians are here to contribute to the unified whole and all do so successfully. It’s a remarkable performance right down to the final wind down and it’s all well-worth hearing." Robert Iannapollo, Cadence Magazine – Volume 46 Number 3 July August September Edition, 2020.
"(...) Of special interest!" Cadence Magazine, 2019.
"(...) The Setoladimaiale Unit was assembled by drummer Stefano Giust, who runs the Setola di Maiale label – literally Pig's Hair. It's a sextet with vocals, gongs (Philip Corner and Phoebe Neville) and electronics, working in the very productive area between free jazz and free improv. Evan Parker is on circular breathing soprano throughout, while on "Fourth" Martin Mayes solos on carbon fibre collapsible alphorn. He plays it with such dexterity that you'd assume it was a french horn – showing that, as he comments in a recent article, the horn was never just a simple signilling instrument like a door bell announcing guests. It symbolically brings communities together." Julian Cowley, The Wire, 2019.
"(...) Six mighty improv collaborations helmed by Setoladimaiale’s founder/drummer Stefano Giust. As possibly expected from an ensemble of eight people driven by various strings, wind instruments, piano, electronics and voice, whose collective background has been formed by jazz, electroacoustic music and modern classical, “Live at Angelica 2018”, recorded for the 25th anniversary of the Setola Di Maiale label in Bologna, Italy, the music here is mostly unsettling and explosive. It’s not an especially easy listen, despite the cleverly nuanced approach where intensity often gives way to passages that rumble and scrape by like those moments when a terrible hangover lifts and it feels like being reborn. On one hand, it’s a firm, avant-garde sledgehammer to an already battered cranium, and on the other it’s hard not to completely appreciate not only the great playing here, but also the uncomfortable spaces it compels us to traverse. Philip Corner and Phoebe Neville appear on the intro as well, playing gongs in a manner perfect for the setting to follow." RJ, Progress Report, 2020.
"(...) Pour le 25 ème anniversaire de son label utopique, Setola di Maiale, le percussionniste Stefano Giust a rassemblé une manière d’All Stars of Italy de l’improvisation et invité Evan Parker à s’y joindre pour un concert à Bologne au festival AngelicA 2018 lors de l’édition #28. Peut-être les noms des musiciens ne vous disent (encore) rien, à part sans doute, le souffleur de cor et de cor des Alpes, Martin Mayes, un natif de York établi à Turin depuis des décennies et qui a fait partie de l’Italian Instabile Orchestra. Cet orchestre était sensé rassembler les meilleurs musiciens de free-music / free-jazz de la péninsule, mais, vu de l’étranger, bon nombre de musiciens très actifs passent toujours hors des radars. Question : Comment est-il possible dans le milieu des organisateurs/ pigistes/critiques/ afficionados de la musique libre d’encore méconnaître un batteur et activiste tel que Stefano Giust, responsable du label Setola di Maiale dont il s’agit ici du 388ème album dans leur catalogue ? Une vraie pointure qui joue essentiellement avec des potes de haut niveau, comme les saxophonistes Edoardo Marraffa, Edoardo Ricci, et Gianni Gebbia, des pianistes exceptionnels comme Nicolà Guazzaloca, Alberto Braida et Thollem Mc Donas. Graphiste professionnel, Stefano réalise tous les graphismes des pochettes et s’occupe de la production dans différents formats (CDr ou CD’s) et quantités pour une exceptionnelle diversité d’artistes, en fait tout ce que l’Italie compte de forbans de la performance sonore, de compositeurs électroniques alternatifs, de guitaristes ingénieux ou bricoleurs, de souffleurs fous, de poètes du jazz libre le plus libertaire, de revenants de l’impro libre, d’orchestres utopiques, de jam impromptues. Une attitude de camarade solidaire de la cause plutôt que d’une direction artistique élitiste « spécialisée ». Le produit peut varier d’éditions limitées « faites main » , de documents d'instants partagés à l’impression soignée très professionnelle de CD's superbement soignés. Sans doute, un des personnes les plus généreuses, enthousiastes et désintéressées qui existent dans la scène internationale, et aussi un excellent percussionniste / batteur très apprécié. Chez SDM, j’ai entendu des choses remarquables, enjouées, magiques ou des tentatives honorables d'artistes qui ont fait leur chemin depuis. Dans le SDM Unit, il faut parler de la chanteuse et muse du label, Patrizia Oliva (de Marzabotto), qui traite le son de sa voix avec l’électronique, du clarinettiste romain Marco Colonna, sans doute un des souffleurs les plus en vue de la Péninsule, le bolognais Giorgio Pacorig claviériste remarqué et révélé par l’excellence de son travail au piano dans cet enregistrement, Martin Mayes que j’ai cité plus haut, le solide contrebassiste turinois Michele Anelli, l’activiste de Turin par excellence et un musicien que je n’ai jamais entendu in vivo, Alberto Novello aux électroniques analogues. Le compositeur Philip Corner et la chorégraphe Phoebe Neville entame le concert avec une aérienne Gong Intro. Bien que cette performance se soit engagée sans préparation dans une grande spontanéité avec quelques indications de Stefano Giust et qu’Evan Parker préfère ne pas se poser en leader et proposer des cheminements / compositions, laissant la musique se faire en respectant la liberté de chacun, on distingue des séquences, des parties successives qui s’enchaînent spontanément avec une certaine logique, des voix individuelles s’imposer en premier plan soutenues avec sensibilité par les autres (Giust au premier chef) , entre autres l’intervention soliste du pianiste Giorgio Pacorig et celle d’Evan Parker. Un véritable collaboration coopérative réunissant les improvisateurs dans un terrain d’entente mutuelle et d’énergie partagée. Le dénominateur commun : la foi dans des valeurs humaines, sociales, culturelles remarquablement mises en valeur dans la musique de Live at Angelica." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-improvandsounds, 2019.
"(...) Para el 25 aniversario de su sello utópico, Setola di Maiale, el percusionista Stefano Giust ha reunido una forma de improvisación de All Stars of Italy e invitó a Evan Parker a unirse a él en un concierto en Bolonia en el festival AngelicA 2018, durante la edición #28. Tal vez los nombres de los músicos (todavía) no te digan nada, excepto probablemente el soplador y alphorn, Martin Mayes, un nativo de York establecido en Turín durante décadas y que formó parte de la italiana Instabile Orchestra. Se suponía que esta orquesta reuniría a los mejores músicos de música libre / free jazz de la península, pero, visto desde el extranjero, muchos músicos muy activos todavía están fuera del radar. Pregunta: ¿Cómo es posible en el mundo de los organizadores / periodistas independientes / críticos / aficionados de la música ignorar a un baterista y activista como Stefano Giust, director del sello Setola di Maiale cuando se trata aquí el 388 álbum en su catálogo? Un número real que trata principalmente con amigotes de alto nivel, como los saxofonistas Edoardo Marraffa, Edoardo Ricci y Gianni Gebbia, pianistas excepcionales como Nicolà Guazzaloca, Alberto Braida y Thollem McDonas.
Diseñador gráfico profesional, Stefano realiza todos los gráficos de las portadas y se encarga de la producción en diferentes formatos (CDr o CD) y cantidades para una diversidad excepcional de artistas; de hecho, todo lo que Italia tiene para los adictos a la performance sonora, compositores electrónicos alternativos, guitarristas ingeniosos o mañosos del bricolaje, fanáticos sopladores, poetas del free jazz más libertario, resucitados de la improvisación libre, orquestas utópicas, jams repentinas. Una actitud de camarada solidario con la causa más que de una dirección artística elitista "especializada". El producto puede variar desde ediciones limitadas "hechas a mano", desde documentos de momentos compartidos hasta la impresión más profesional de CDs magníficamente grabados. Sin duda, una de las personas más generosas, entusiastas y desinteresadas de la escena internacional y, también, un excelente percusionista / baterista muy apreciado.
En SDM, he escuchado cosas notables, joviales, mágicas o tentativas honorables de artistas que se han abierto camino después. En la SDM Unit tenemos que hablar de la cantante y musa del sello, Patrizia Oliva (de Marzabotto), que procesa el sonido de su voz con electrónica; del clarinetista romano Marco Colonna, sin duda uno de los sopladores más destacados de la península; del tecladista boloñés Giorgio Pacorig visto y demostrado por la excelencia de su trabajo en el piano en esta grabación; Martin Mayes a quien mencioné anteriormente, el sólido contrabajista de Turín Michele Anelli, el activista de Turín por excelencia y un músico que nunca escuché en vivo, Alberto Novello con electrónica analógica.
El compositor Philip Corner y la coreógrafa Phoebe Neville comienzan el concierto con una introducción aérea de gong. Aunque esta actuación se haya iniciado sin preparación en una gran espontaneidad con algunas indicaciones de Stefano Giust y Evan Parker - quien prefiere no hacerse pasar por líder ni proponer caminos / composiciones, dejando que la música se haga respetando la libertad de cada uno -, distinguimos secuencias, partes sucesivas que se encadenan espontáneamente con una cierta lógica, voces individuales se afirman en primer plano con el apoyo de la sensibilidad de otros (Giust en primer lugar), entre otras la intervención individual del pianista Giorgio Pacorig, el corno alpino de Martin Mayes y el saxo tenor de Evan Parker. Una verdadera colaboración cooperativa que reúne a los improvisadores en un terreno de entendimiento mutuo y de energía compartida. El denominador común: la fe en los valores humanos, sociales y culturales puestos de relieve notablemente en la música de Live at Angelica." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Naar aanleiding van haar vijfentwintigjarig bestaan organiseerde het Italiaanse kwaliteitslabel Setola Di Maiale een uniek concert op 16 mei 2018 in het Teatro San Leonardo (Bologna, Italië). Een wonderlijke cruise door woelige improvisatiewateren met een aantal buitenmaatse aanlegplaatsen.
De aanvangsstilte zorgt voor een haast ondraaglijke spanning omdat je de muzikantenlijst kent en weet tot wat ze in staat zijn. Na een twintigtal seconden horen we de eerste voorzichtige gongklanken. Een introductie uitgevoerd door de befaamde Amerikaanse componist Philip Corner samen met zijn vrouw, choreografe en danser Phoebe Neville. Daarna volgt in vijf hoofdstukken (‘First’, ‘Second’, ‘Third’, ‘Fourth’, ‘Fifth’) het echte werk. In totaal net geen tweeënzeventig minuten ronddwalen in het land van improvisatie. Gelukkig zijn de gidsen ervaren. Ze hebben vooral heel wat branie en sterke ideeën. De gelegenheidsgroep bestond uit Marco Colonna, Martin Mayes, Patrizia Oliva, Alberto Novello, Giorgio Pacorig, Michele Anelli, Stefano Giust, Philip Corner en Phoebe Neville met Evan Parker als de eregast.
Deze opname in alle details beschrijven, is onmogelijk omdat alles zo minutieus in elkaar zit en de ene reactie nauwkeurig en vooral organisch volgt op de andere. Een continue maalstroom van kleine verschuivingen die telkens leiden naar nieuwe ideeën. Dergelijke concerten zijn vaak vooral live te appreciëren en verliezen heel wat van hun impact bij latere beluistering op geluidsdrager. Van deze opname kunnen we zeggen dat de genietbaarheidsfactor ook in vertrouwde thuisomgeving meer dan hoog genoeg ligt, zelfs indien je niet aanwezig was op het concert zelf.
Deze opname is vooral een krachtig en overtuigend statement over de visie van het label: “we want to reiterate the continuity of one’s enunciated spirit, a continuity with an artistic practice born in the twentieth century... always determined by an attitude for strong independance and self-determination”. Respect voor Stefano Giust en zijn ploeg om in deze tijden van commercieel populisme dergelijke maatstaven nog halsstarrig te handhaven en creatief idealisme voorop te stellen." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
"(...) Foi como parte integrante do AngelicA – Festival Internazionale di Musica #28 – que a 26 de Maio de 2018 ocorreu uma actuação que de forma simples, directa, sintética, mas não redutora, se pode classificar apenas através do recurso a um adjectivo: épica. O motivo: a editora Setola di Maiale celebrava o seu vigésimo quinto aniversário, um momento de grande importância para a chancela que no seu catálogo agrega álbuns nos quais participaram vários membros do escol da música livre e experimental – maioritariamente, mas não exclusivamente – com raízes em Itália. Desta feita, e como forma de homenagear e fazer jus aos vinte e cinco anos de actividade do selo italiano, o Setoladimaiale Unit – um ensemble “aberto”, no sentido em que os seus membros não são fixos – juntou-se a uma autêntica lenda-viva da improvisação livre, Evan Parker.
A importância do bristoliano na cena experimental europeia é tão profunda quanto as raízes da mesma. Parker foi um dos porta-estandarte da improvisação livre na Europa e, a par do já falecido Derek Bailey, foi um dos investigadores que na década de 70 transportou a música de improvisação britânica além fronteiras, fazendo-a competir, e até colaborar, principalmente com os improvisadores da Alemanha, o epicentro da revolução experimental no velho continente, aí encabeçada por músicos como Peter Brötzmann ou Alexander von Schlippenbach, para nomear apenas dois entre vários pilares fundamentais deste movimento. Esta junção é, portanto, uma afirmação da personalidade artística e musical da Setola di Maiale, uma editora que, segundo as contundentes, mas acertadas palavras do seu fundador, Stefano Giust, “permanece e persistente como uma utopia comercial pura” num mundo amoral e acultural danificado pelo “crescente neoliberalismo”.
Para este concerto – que ocorreu no Teatro San Leonardo em Bolonha, Itália -, o Setoladimaiale Unit contou com sete elementos: Marco Colonna (Clarinete Bb, C, alto e baixo), Martin Mayes (trompa e trompa alpina), Patrizia Oliva (voz e electrónica), Alberto Novello (electrónica analógica), Giorgio Pacorig (piano), Michele Anelli (contrabaixo) e Stefano Giust (percussão). Além disso, unicamente para propósitos introdutórios, a este septeto juntarem-se o compositor americano Philip Corner e a sua esposa, coreógrafa e dançarina, Phoebe Neville, que tocaram gongas. Deste modo, a parte nuclear do concerto foi tocada por um octeto no qual Evan Parker se apresenta ao comando dos saxofones soprano e tenor.
São quatro (excluíndo a curta introdução) as sessões de improvisação totalmente livre deste registo, totalizando cerca de 70 minutos. O entrosamento e comunicação do grupo é brilhante: amiúde ouvem-se perguntas e respostas, entrelaçamentos intencionais, harmonizações inesperadas, complementos rítmicos, passagens de testemunho, silêncios de certos elementos que criam dinâmica, consonâncias e dissonâncias melódicas. O papel de cala elemento é sabido, mesmo que apenas tenham sido sugeridas em antemão “vagas indicações poéticas” para o decorrer do concerto. O som de Parker é caracterizada pelo seu estridente e incansável tocar que faz uso constante da respiração circular, à qual recorre para soprar as contínuas e circulares frases (quase sempre) atonais que tanto o caracterizam. A percussão de Giust é muito pouco dada a aspectos rítmicos, preterindo a formação de uma sólida matriz rítmica pela criação de uma sempre presente imagética textual. Pacorig é um autêntico pianista de free jazz, ora com uma génese Ceciliana que emerge sempre que assalta o piano com percussivas pancadas, ora com uma génese Bleyiana que explora nuances dissonantes de forma incessante. A voz de Patrizia Oliva é tão angelical como fantasmagórica, sendo um dos meus elementos favoritos do ensemble, pois sempre que intervém eleva o clima da actuação para um patamar superior, quase coral e transcendental. Além disso, tanto a sua electrónica com a de Alberto Novello trazem uma dimensão contemporânea e eletroacústica ao ensemble, também este um domínio bastante explorado na editora italiana, que aqui se vê representado por esta dupla. Colonna e Mayes acompanham muitíssimo bem os restantes elementos: são bem mais melodiosos que Parker, contrastando o tocar deste em forma e atomicidade, e trazem igualmente frescos ventos tímbricos ao ensemble. Por fim, Anneli é discreto, mas agressivo na abordagem ao contrabaixo, quase sempre tocando-o em pizzicato e staccato. Em suma: Setoladiamaiale Unit & Evan Parker, Live at Angelica 2018, é um documento essencial da improvisação livre europeia – recomendadíssimo, se ainda for necessário referir." João Morado, Beats for Peeps, 2020.
"(...) We sluiten ons drieluik van Evan Parker af met twee ensemble Cd’s. Setola di Maiale is één van de gezaghebbende labels als het gaat over vrije improvisatie in Italië. In 2018 bestond het label vijfentwintig jaar en dat werd tijdens AngelicA 2018 groots gevierd met een voor die gelegenheid opgericht tentet, de Setoladimaiale Unit, één van de tien leden was Evan Parker.
Bijzoder aan ‘Live in AngelicA 2018’ is allereerst het ‘Intro’ waarin we de componist Philip Corner en zijn vrouw, de choreografe en danseres Phoebe Neville horen op gongs. Een stemmig begin van een prachtige, bijzonder experimentele set. In ‘First’, het eerste van vijf delen waarin deze improvisatie is gehakt, klinken prachtige klankwolken. Langgerekte noten van de blazers, naast Parker, Marco Colonna op klarinetten en Martin Mayes op hoorns en experimentele schermutselingen van Alberto Novello en Patrizia Oliva op elektronica. Het trio Giorgio Pacorig, piano, Michele Anelli, contrabas en Stafano Giust, drums en cymbalen laveert daar met speelse klanken behoedzaam tussendoor. Musici die we kennen van hun diverse projecten bij dit label, musici ook die het vak van de vrije improvisatie tot in de puntjes beheersen. En begint ‘First’ nog redelijk beheerst, gaandeweg loopt het weer heerlijk uit de hand en is nauwelijks nog te volgen wie er ‘aan het woord’ is. Wat overigens geenszins betekent dat de rust elders niet wederkeert. Dat gebeurt regelmatig in de vijf delen, iets dat vaak prachtige momenten met zich meebrengt, zoals de klarinetsolo van Colonna in het tweede deel; het duet van hem, hier op basklarinet met Mayes in het derde deel; de enigszins mystiek aandoende klankwolken in ditzelfde deel, afgewisseld met imposant spel van Anelli. En natuurlijk horen we Parker volop met imposante solo’s, bijvoorbeeld in het vierde deel." Ben Taffijn, Nieuwe Noten, 2021.
"(...) Arriviamo, dunque, all’incontro di Parker con la formazione stilata da Stefano Giust al festival di Angelica 2018: Marco Colonna ai clarinetti, Martin Mayes a corno francese e alphorn, Giorgio Pacorig al piano, Michele Anelli al contrabbasso, Patrizia Oliva a voce ed elettronica, Alberto Novello all’elettronica analogica e Giust alla batteria. Dal momento che è una celebrazione dei 25 anni dell’attività discografica della Setola di Maiale, Giust ha convocato alcuni dei migliori rappresentanti della sua etichetta, pensando anche ad un intervento di Philip Corner e Phoebe Neville, che aprono con i gongs (un oggetto parecchio rappresentativo della sperimentazione di Corner) la lunga improvvisazione che contiene tutto il cd. Setoladimaiale Unit & Evan Parker, oltre ad essere una splendida celebrazione, è anche un aggancio ideologico a quella cornice di indipendenza artistica e di contezza politica che Parker ha profuso nella sua vita; c’è un pensiero anti liberale che è oggetto di discussione in economia, sviluppato per rendere sempre più importanti le diseguaglianze sociali e reddituali: gli splendidi musicisti dell’ensemble lo portano quasi addosso, nelle vibrazioni dei loro strumenti. Anche a voler prescindere dai contorni politici, si percepisce che attorno al carisma di Parker si è formato un “sound” da standing ovation, dove ognuno dei musicisti ha il pregio di evitare quelle situazioni “cliniche” dell’improvvisazione che spesso affliggono le esibizioni: qui i dosaggi delle dinamiche sono perfetti, non ci sono prevaricazioni in potenza e gli equilibri scivolano in assoluta libertà e in piena comunione di intenti. E’ un cd pensato nelle sue impostazioni di base, ma assolutamente lasciato alla creatività e spontaneità dei singoli musicisti e una menzione speciale, che funziona in un’appagante e rinnovata veste, va fatta al canto della Oliva, che sembra chiudere un cerchio, quello che rimembra quel wordless singing, lanciato a simulazione di note armoniche, usato dalla Lemer e dalla Winstone in Familie.
C’è un pensiero di Giust, ampiamente discusso con lui (ed approvato), che accede alla materia delle conduzioni; oggi si fa un gran parlare dei lasciti di Butch Morris e della necessità di seguire gli organici in un certo modo, ma si può trovare un’impatto emotivo anche in forme collettive libere da metodi: “…per me questo è un punto essenziale: pur non avendo nulla contro le conduzioni – ci mancherebbe, ogni strategia musicale trova i miei favori – è possibile avere una musica che si autostruttura, perché è già nella sua natura. Tutt’al più è necessaria una indicazione generale per facilitarle questa possibilità, per rimarcarla, perché è mia convinzione che quando hai un gruppo di artisti, di improvvisatori consapevoli della responsabilità che ciascuno ha nello svolgimento della musica, difficilmente accade che si perda il controllo, la musica dà essa stessa delle indicazioni, costantemente, bisogna solo ascoltare e sentirsi parte del tutto, anche se questo a volte significa ‘non suonare'. (Stefano Giust, nostra conversazione privata).
Poi, è obbligatorio guardare le note interne scritte da Giust, in cui si parla di “...some vague and poetical indications…” suggerite all’ensemble, una stringa di parole che mi ha incuriosito e mi ha spinto a chiedere a Stefano la loro rivelazione: queste indicazioni musicali sono un modo per tracciare la musica e si tratta di frasi che indirizzano ad un comportamento subliminale da tenere durante la performance; tra queste mi sono soffermato sulla riflessione che proclama “...suoniamo una musica “moderna”, visionaria, intima e inaudita…“. Restituisco le sensazioni che ho provato nell’ascolto, nella divisione delle 6 parti dell’improvvisazione:
Intro. Segnali di grandi cambiamenti all’orizzonte.
First. Un enorme lenzuolo viene steso sulle brutture del mondo e un affannoso linguaggio, una balbuzia, ha bisogno di essere ascoltata ed interpretata.
Second. Un risveglio globale, non istintivo, è possibile. Creare giardini ovunque, della comprensione, della pazienza. Bisogna attraversare un tunnel ma restare fiduciosi, perché all’uscita otterremo una grande ricompensa, che stabilizzerà le nostre tensioni.
Third. Forze sopranaturali avanzano e progrediscono. Si aprono corridoi non abusati delle relazioni, talvolta con accenti che indicano un mettere al corrente.
Fourth. L’oscurità della tecnologia si scontra con un ostinata sequenza post-Stravinsky. Scintille vitali, stazioni con gente in movimento, congestioni fattive ed un inno alla vita non lineare che sa di Ravel e del suo Bolero.
Fifth. Un implacabile desiderio ritmico. Raccogliere i detriti sul percorso fatto. Una corale manifestazione di forza e di preoccupazione per ciò che non conosciamo del nostro futuro. Tenersi per mano nella difficoltà.
Dati tali effetti dell’ascolto, posso non ammettere che questa è una musica “moderna”, visionaria, intima e inaudita?" Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Nel 2018, il venticinquennale dell'etichetta Setola di Maiale, "archivio di musiche geniali, pure e anticonformiste", è stato festeggiato da Giust e compagni (il batterista e dominus dell'etichetta lo aveva in qualche modo preannunziato in occasione della sua intervista, qui a suo tempo pubblicata) presso il centro di ricerca musicale AngelicA di Bologna (ove, per la verità, era già stato registrato, nel 2016, lo splendido "Desidero vedere, sento – The Angelica Concert", del quartetto De Mattia-Pacorig-Mayer-Giust.
All'opera è la cosiddetta "Setoladimaiale Unit", un gruppo cooperativo, senza conduzione né forme precostituite, che persegue proprio l'ideale che l'etichetta ha sempre tenuto di vista: raggiungere l'esito di una "musica viva, fatta di partecipazione creativa, in cui tutti i musicisti hanno eguali responsabilità nella riuscita, allo stesso modo e nello stesso istante" (le parole sono dello stesso Giust). Così l'ottetto, che accoglieva la presenza di un ospite di riguardo come Evan Parker, si è misurato con l'utopia, affrontando i rischi proposti da un organico esteso, dando vita a una performance di oltre un'ora suddivisa in cinque parti (più una breve introduzione affidata ai gong di Philip Corner e Phoebe Neville). Il flusso sonoro è omogeneo e ovviamente alle parti d'assieme si alternano dialoghi e conversazioni più ristrette, tra i vari componenti del gruppo, ora astratte, ora più concrete e fitte. Non vi è la pretesa di imporre sovvertimenti, di generare formule e stilemi – espressione di gerarchie –, di soddisfare egoismi, ma soltanto una domanda di ascolto, che vale a mettere in condivisione un'esperienza vitale.
Certo, alcuni moduli procedono secondo cadenze abbastanza consuete, fatte di ricerca della densità in alternanza a squarci lirici e rarefazioni, creazione di spazi presto riempiti di campiture coloristiche. La sintonia trovata dai componenti del gruppo è comunque alta, anche se non tutte le forme generate possono dirsi perfette; ma la musica respira, trovando una ragione alla complessità, che sa trascendere." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2019.
"(...) Per celebrare i venticinque anni di vita dell'etichetta indipendente Setola di Maiale, una delle principali documentatrici dell'improvvisazione nel nostro paese, la rassegna bolognese Angelica organizzò nel maggio del 2018 un concerto della Setoladimaiale Unit, ensemble aperto che raccoglieva alcuni degli artisti che contribuiscono alla vita della label, al quale per l'occasione si aggiungeva uno degli storici emblemi dell'improvvisazione europea, Evan Parker. La formazione dette vita a oltre settanta minuti di musica, divisa in cinque parti più un'introduzione di gong per mano del compositore statunitense Philip Corner e di sua moglie Phoebe Neville. Musica liberissima, pur con le poche indicazioni offerte da Stefano Giust, anima dell'etichetta e coordinatore dell'ensemble, che viene documentata in questo CD.
Come spesso accade nei casi di creazione istantanea, non è facile dare un'idea dello svilupparsi della musica, che muta in maniera continua e imprevedibile, anche indipendentemente dalle divisioni delle cinque parti. Limitandosi a indicazioni generali, vanno anzitutto sottolineati il clima lento e quasi meditativo del lavoro, che trova solo occasionalmente alcuni momenti dinamicamente e ritmicamente più intensi—per esempio, nella quarta parte con un crescendo guidato dal tenore di Parker, dal contrabbasso di Michele Anelli e dalla batteria di Giust, o al termine del disco, con il solo momento di magmatico caos, guidato ancora dal tenore del britannico—e il suo carattere collettivo, ancorché scandito dall'alternarsi dell'intervento dei singoli, senza però che nessuno possa mai assurgere a protagonista se non in brevi frammenti.
Tra gli interventi meritano di essere menzionati, oltre quelli dell'autorevole ospite—che offre i suoi tipici e ben noti contributi, anche al soprano, ma ha il merito di non eccedere in cerebralità—anche quelli di Martin Mayes al corno e all'alphorn, in un caso in prezioso duetto con il pianoforte di Giorgio Pacorig, e quelli di Marco Colonna, all'opera su tutta una gamma di clarinetti, talvolta in controcanto a Parker. Fondamentale il lavoro dell'elettronica, opera di Alberto Novello, e della voce di Patrizia Oliva, i quali screziando dal fondale i suoni acustici dando vita a suggestivi scenari trascendenti.
Lavoro sostanzialmente coerente, con momenti di fortissima suggestione—per esempio il finale—e di ascolto agevole anche in assenza della presenza scenica, la quale certo ne esalterebbe le qualità, offrendo anche visivamente il processo genetico della creazione musicale." Neri Pollastri, All About Jazz, 2020.
"(...) Con una leggerezza che uno non penserebbe, effetto d'una forza che trascina e solleva, questa ora e più vola. L'unità è allo stesso tempo pluralità policroma. Un'ottetto più l'intro di gongs della coppia Philip Corner- Phoebe Neville. Di questo volare, alto poi, ne aveva già parlato Gino Dal Soler raccontandoci di AngelicA 2018. In quel festival il batterista friulano ha raccolto musicisti che hanno pubblicato per l'etichetta-scommessa (ad oggi vincente) nel venticinquesimo compleanno, per tentare ancora la via della libera improvvisazione. Quello che si genera è un biotopo sonoro, un complesso organico in cui, a dar retta a Giust, poche sono statre le indicazioni e poi le cose sono successe. Il sassofono di Parker ruscella giù con qualche momento di assolo ma più spesso immerso nell'ecosistema dove la scrittura di scena da spazio a momenti corali di drammatica passionalità, luccicanti del piano di Giorgio Pacorig. I paesaggi variano, sono aspri di interplays frammentati eppure connessi (5#). Quando la vegetazione timbrica si dirada, in evidenza ci sono spigoli percussivi. la musica corre e salta di asperità in radure dove si offrono temi che ci riprendono dalle cadute nelle spume informali. L'aria è limpida, sentirete ogni altra voce: le ance di Marco Colonna, gli ottoni di Martin Mayes, il contrabbasso di Michele Anelli, le "elettronicherie" di Alberto Novello, la voce di Patrizia Oliva. Musica come fisiologia dell'esistere. (8)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2019.
"(...) Venticinque anni di esistenza setolare, festeggiati nel migliore dei modi possibile in quel di Angelica (Bologna) nel 2018. Live d'insieme delicato, reattivo e fragoroso nel risultato, dove il capo cordata Stefano Giust, dopo l'intro ai gongs del compositore statunitense Philip Corner e la sua compagna coreografa Phoebe Neville, si porta dietro un'ampia formazione composta da: Patrizia Oliva, Marco Colonna, Martin Mayes, Alberto Novello, Giorgio Pacorig, Michele Anelli e l'ospite speciale Evan Parker. Musica libera e abbacinante (poteva esser altrimenti?), che spariglia e confonde input elettronici e folate acustiche, forme riconducibili e astrazione, parecchia magia, brevi assoli, disgregazioni e coraggiosi riassemblaggi in real time. Dilatazioni, perlustrazione, contrazioni e nuova espansione. Tradizione e contemporaneità, urti, sberle e passionali coppini sfiammeggianti in girotondo. Auguri a Setola, il regalo a noi." Marco Carcasi, Kathodik, 2020.
"(...) Ho ascoltato per bene l'improvvisazione con Parker, ed era un bel po' di tempo che non ascoltavo musica improvvisata (ogni tanto ci si satura... dopo 15 anni con Mauro Orselli e altri 10 con il collettivo NED), e devo dire che invece me la sono gustata tantissimo: una bella, davvero bella, improvvisazione, con un bell'interplay tra tutti i musicisti (finalmente!). Bel lavoro sul serio!" Luca Miti, musician, 2021.
"(...) Un pontefice massimo del sax soprano (dopo Lacy), anche se nello specifico impegnato più che altro al tenore, è di certo l’inglese Evan Parker, che nel maggio 2018, durante la rassegna bolognese Angelica, è stato ospite di un Setola di Maiale Unit (foto sopra) volto a festeggiare il venticinquennale della benemerita label friulana (Setola di Maiale, appunto), particolarmente sensibile all’avanguardia o comunque alle musiche non di routine. E’ all’opera un ottetto (ecco il salto della quaglia cui accennavamo all’inizio), con nomi forti come Marco Colonna, Martin Mayes, Giorgio Pacorig e soprattutto quello Stefano Giust, nello specifico percussionista, che dell’etichetta è l’autentico deus ex-machina, ottetto dedito all’improvvisazione senza rete, con esiti peraltro piuttosto solidi, col tenore parkeriano e il clarinetto di Colonna in particolare spolvero (ma in mezzo a tutto il resto ci sono anche una voce e non poca elettronica). Ottimi momenti corali e individuali, ovviamente in mezzo a fasi più – per così dire – interlocutorie." Alberto Bazzurro, L'Isola Della Musica Italiana, 2019.
"(...) Di Setola di Maiale abbiamo parlato a più riprese, chi segue le musiche non allineate conosce quest’etichetta che nel 2018 ha compiuto i suoi primi venticinque anni. Per festeggiare l’importante evento il Festival Angelica ha ospitato, a maggio di due anni fa, un concerto di un ottetto battezzato per l’occasione Setola di Maiale Unit: dentro Marco Colonna (clarinetti), Martin Mayes (corno), Patrizia Oliva (voce ed elettronica), Alberto Novello (elettronica analogica), Giorgio Pacorig (pianoforte, magistrale), Michele Anelli (contrabbasso), Stefano Giust (batteria), Philip Corner (magnifico il suo disco per Unseen Worlds, ne abbiamo parlato qui) e Phoebe Neville (nella introduzione ai gong) e la special guest Evan Parker (sax soprano e tenore), autore di uno dei dischi più abbacinanti dell’anno passato. Big bang, sciami sismici, apparizioni, sparizioni, rivelazioni, esondazioni, verità nitidissime, bugie perfette, lampi, haiku, satori, lo stesso sentore di urgenza e minaccia cosmica che anima ad esempio certi tesori del catalogo Actuel, come i dischi di Alan Silva & The Celestial Communication Orchestra: l’arte dell’improvvisazione colta nel momento di un’altissima ispirazione, per una musica che è impossibile dire con le parole ma che va ascoltata ed acquistata, supportando chi dal 1993 si danna l’anima per ricordarci che un altro jazz è possibile. Un pezzo di plastica che contiene universi, racchiusi in 71 minuti di musica imprendibile. Una matrioska psicoattiva aprendo la quale potrete scoprire che un pomeriggio può durare un secolo, e viceversa." Nazim Comunale, The New Noise, 2020.
Free improvised octet music in fifth parts plus gongs intro (71:16)
01 _ 00:00 Intro 01:42
02 _ 01:42 First 14:17
03 _ 15:59 Second 13:39
04 _ 29:38 Third 07:47
05 _ 37:25 Fourth 17:43
06 _ 55:08 Fifth 16:09
(C) + (P) 2019