OMNYPHONY CONCENTRATE FOR A MULTICULTURAL MIX
PHILIP CORNER (Jun-Y Ciao, Mo Sha, Yi Tao, Tian Wang, Fish, Meng Zhang, Shi Nuan Zhao, Yun Qi Zhu)
Jun-Y Ciao _ soprano saxophone, direction
Fish _ bass guitar
Mo Sha _ zhong ruan
Yi Tao _ percussion _ indian flute
Tian Wang _ cello
Meng Zhang _ sheng
Shi Nuan Zhao _ mini keyboard
Yun Qi Zhu _ erhu
Interessantissima registrazione di un lavoro del compositore Philip Corner – tra i padri del movimento Fluxus e qui al suo quinto album con Setola di Maiale – suonata perlopiù con strumenti orientali da giovani musicisti del conservatorio di Shanghai, diretti da Jun-Y Ciao. Il concerto si è tenuto al Power Station Of Art di Shanghai, il 20 maggio 2018. Mastering di Tommaso Marletta.
Per maggiori informazioni:
https://en.wikipedia.org/wiki/Philip_Corner
http://powerstationofart.com/en/
"(...) La seconda pubblicazione [vedi SM3850] è un concerto tenuto al Power Art di Shangai nel maggio del 2018, da un gruppo di improvvisatori cinesi. Naturalmente Corner non ha partecipato all'evento, ma ha fornito le sue istruzioni minimali all'ensemble, istruzioni che sono indicate all'interno del cd, in cui si nota anche una distribuzione spaziale dei musicisti non prevista da Corner.
Viene ripreso il concetto di omnifonia, una nozione che Corner ha già utilizzato per una art performance tenuta a Genova nell'ottobre del 1996 (filmato reperibile presso la Fondazione Bonotto); in quella esibizione Corner dipingeva tracce a scansioni regolari di tempo, suonava un lungo corno coaudiavuto dalla danza di Phoebe Neville e dal violino scomposto di Malcolm Goldstein, arrivando a suonare anche un synth bendato sugli occhi: ciò che contava non era solo dimostrare che tutto è sonoro, ma che anche qualsiasi modificazione implementata da più fonti può creare una voce unica ed irripetibile, una propria dimensione surreale. Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con l'artista americano, a cui ho chiesto se ci fosse un legame con l'evento di Genova e Corner mi ha fatto comprendere (con una forma carismatica di scrittura, incredibilmente significativa) come in quel momento non avesse ancora una filosofia completa sull'argomento.
In Omniphony concentrate for a multicultural mix il principio è chiaro, voce/dimensioni che si sostanziano in una trasposizione geografica dettata dall'empatia spirituale e politica che l'artista ha sempre riversato sulle tradizioni orientali: Corner mi ha inviato un testo straordinario, che sarebbe stato utile riportare nelle note interne; si lavora sull'importanza dell'oggettività delle azioni e della realtà, grazie ad un intraprendente ensemble di musicisti cinesi (noi europei sappiamo troppo poco della situazione improv attuale orientale!), che suonano guidati dal sassofonista soprano Jun-Y Ciao, con inserzione di zhong ruan, indian flute, sheng, erhu, oltre che di cello, bass guitar e mini tastiera.
Si tratta di 2 brani di circa 20 minuti: in As an OM, Philip dà questa istruzione: "each plays the chosen-collectively unison-drone with all the stylistic characteristics of their particular cultures..."; modulato su tonalità stranianti, viene dotato di un'ottima tensione, e si evolve organicamente al pari di una fermentazione; i suoni sono scomposti, difettano nello stare nei binari della tonalità, similmente a quella situazione ambientale di un'orchestra che cerca un primo raccordo in sede di prove, con in mente un mantra e il raggiungimento di un respiro collettivo.
In on a Drone, l'istruzione è: "a free improvisation on indigenous instruments or vocal styles based on a common-sustained-tone (which could be "neutral" like electronics) - or taking it up between their solos"; qui il clima diventa più estatico, il silenzio acquisisce un ruolo più definito nella successione degli interventi musicali, e vengono contenute anche zone di canto impostate alla preghiera, con spunti elegiaci che profumano di iconografie orientali." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
01 _ As An Om
02 _ On A Drone
(C) + (P) 2019
Jun-Y Ciao _ soprano saxophone, direction
Fish _ bass guitar
Mo Sha _ zhong ruan
Yi Tao _ percussion _ indian flute
Tian Wang _ cello
Meng Zhang _ sheng
Shi Nuan Zhao _ mini keyboard
Yun Qi Zhu _ erhu
Here is a very interesting recording of a piece by the composer Philip Corner - among the fathers of the Fluxus movement and here at his fifth album on Setola di Maiale - mostly played with oriental instruments by young musicians of the Shanghai conservatory, directed by Jun-Y Ciao. The concert was held at the Power Station Of Art in Shanghai on May 20, 2018. Mastering by Tommaso Marletta.
For more info:
https://en.wikipedia.org/wiki/Philip_Corner
http://powerstationofart.com/en/
"(...) La seconda pubblicazione [vedi SM3850] è un concerto tenuto al Power Art di Shangai nel maggio del 2018, da un gruppo di improvvisatori cinesi. Naturalmente Corner non ha partecipato all'evento, ma ha fornito le sue istruzioni minimali all'ensemble, istruzioni che sono indicate all'interno del cd, in cui si nota anche una distribuzione spaziale dei musicisti non prevista da Corner.
Viene ripreso il concetto di omnifonia, una nozione che Corner ha già utilizzato per una art performance tenuta a Genova nell'ottobre del 1996 (filmato reperibile presso la Fondazione Bonotto); in quella esibizione Corner dipingeva tracce a scansioni regolari di tempo, suonava un lungo corno coaudiavuto dalla danza di Phoebe Neville e dal violino scomposto di Malcolm Goldstein, arrivando a suonare anche un synth bendato sugli occhi: ciò che contava non era solo dimostrare che tutto è sonoro, ma che anche qualsiasi modificazione implementata da più fonti può creare una voce unica ed irripetibile, una propria dimensione surreale. Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con l'artista americano, a cui ho chiesto se ci fosse un legame con l'evento di Genova e Corner mi ha fatto comprendere (con una forma carismatica di scrittura, incredibilmente significativa) come in quel momento non avesse ancora una filosofia completa sull'argomento.
In Omniphony concentrate for a multicultural mix il principio è chiaro, voce/dimensioni che si sostanziano in una trasposizione geografica dettata dall'empatia spirituale e politica che l'artista ha sempre riversato sulle tradizioni orientali: Corner mi ha inviato un testo straordinario, che sarebbe stato utile riportare nelle note interne; si lavora sull'importanza dell'oggettività delle azioni e della realtà, grazie ad un intraprendente ensemble di musicisti cinesi (noi europei sappiamo troppo poco della situazione improv attuale orientale!), che suonano guidati dal sassofonista soprano Jun-Y Ciao, con inserzione di zhong ruan, indian flute, sheng, erhu, oltre che di cello, bass guitar e mini tastiera.
Si tratta di 2 brani di circa 20 minuti: in As an OM, Philip dà questa istruzione: "each plays the chosen-collectively unison-drone with all the stylistic characteristics of their particular cultures..."; modulato su tonalità stranianti, viene dotato di un'ottima tensione, e si evolve organicamente al pari di una fermentazione; i suoni sono scomposti, difettano nello stare nei binari della tonalità, similmente a quella situazione ambientale di un'orchestra che cerca un primo raccordo in sede di prove, con in mente un mantra e il raggiungimento di un respiro collettivo.
In on a Drone, l'istruzione è: "a free improvisation on indigenous instruments or vocal styles based on a common-sustained-tone (which could be "neutral" like electronics) - or taking it up between their solos"; qui il clima diventa più estatico, il silenzio acquisisce un ruolo più definito nella successione degli interventi musicali, e vengono contenute anche zone di canto impostate alla preghiera, con spunti elegiaci che profumano di iconografie orientali." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
01 _ As An Om
02 _ On A Drone
(C) + (P) 2019