EXULTATION
LUCA PEDEFERRI CONTEMPORARY PROJECT (Luca Pedeferri, Lionello Colombo, Enrico Fagnoni, Mauro Gnecchi, Marco Menaballi, Fausto Tagliabue)
SOLD OUT
Luca Pedeferri _ pianoforte _ fisarmonica
Fausto Tagliabue _ tromba _ flicorno _ voce
Lionello (Lello) Colombo _ sax tenore
Marco Menaballi _ elettronica _ giradischi
Enrico Fagnoni _ contrabbasso
Mauro Gnecchi _ batteria _ percussioni
Continua il progetto musicale di Luca Pedeferri con il quale indaga le musiche di alcuni compositori del XX secolo. Dopo il disco dedicato alla russa Galina Ustvol'skaja (si veda Meditation on Ustvol'skaja, SM3240) è ora il turno di Henry Cowell (1897-1965), un musicista chiave del panorama americano che insieme a Charles Ives può definirsi tra i più importanti musicisti classici del paese, tra i primi a cercare una propria via originale e sperimentale (è l'inventore del 'cluster') ed affrancata, se possibile, dalla egemonia culturale dei 'diktat' musicali europei, così ben accolti e perseguiti dai conservatori a stelle e strisce – sebbene bisognerà attendere John Cage e Morton Feldman per una rottura davvero evidente con il pensiero europeo. Un disco questo, sorprendente per molte ragioni: ottimi arrangiamenti, ottimo gruppo e un linguaggio vario (un orientamento jazz, musica contemporanea), sempre intelleggibile.
Per maggiori informazioni: www.rebrand.ly/exultation
"(...) Exultation è il nuovo progetto del pianista Luca Pedeferri, che si deve considerare la seconda incursione del musicista jazz nella musica contemporanea. Infatti, dopo l'interessamento per la musica di Galina Ustvolskaya, Pedeferri si getta a capofitto nelle tematiche essenziali del grande Henry Cowell; Exultation prevede un programma di rifacimento di 10 pezzi celebri del compositore americano, che informano sulla sua esperienza pianistica: come molti sapranno, Cowell è stato ufficialmente uno dei primi compositori a costruire nuove figurazioni armoniche al pianoforte attraverso tecniche pianistiche che all'epoca si potevano solo intuire. L'influenza di Cowell sulla musica moderna è stratosferica, specie quando si pensa a quanto messo in pratica sullo strumento in un'ottica di attualizzazione della storia: prestare attenzione alle corde interne dello strumento, impostare un secondo avventore del piano in funzione di aiuto, elaborare armonie in mezzo a serie definite di clusters o come coda dell'utilizzo della tastiera, passaggi concentrati sulle risonanze dei registri bassi della tastiera, sono tutte manovre a lui verginalmente riferibili.
Come nel cd precedente dedicato alla Ustvolskaya, Pedeferri si circonda ancora di un ensemble di musicisti (il Contemporary Project comprende Fausto Tagliabue alla tromba e flicorno, Lionello Colombo al sax tenore, Marco Menaballi alla parte elettronica, Enrico Fagnoni al contrabbasso e Mauro Gnecchi alle percussioni) e sfodera un talento negli arrangiamenti che farebbe invidia a qualsiasi professionista del settore: si comprende come non solo Pedeferri abbia letteralmente ingoiato The piano music of H.C., ma anche come abbia previsto spazi di riadattamento che non coinvolgono solo il jazz, lasciando porte aperte anche per una libertà d'azione che non segue convenzioni. Da questo punto di vista, i dieci brani famosi di Cowell ricevono un trattamento che recepisce lo scheletro dell'impianto melodico e l'umore delle composizioni per piano di Cowell, ma si riprogetta con caratteristiche che non gli appartengono formalmente, dove gli strumenti aprono spazi di creatività non previsti dalle fasi pianistiche, si perviene a tagli e sostituzioni indotte da un diverso sentimento, ci si adopera per un tessuto essenzialmente jazzistico che comunque non scade mai in manierismi: per quelli che non conoscono Cowell, il mio consiglio è quello di incrociare ogni pezzo del suo Piano Music con quanto è stato riottenuto da Pedeferri, al fine di cogliere con più precisione le differenze a cui ho accennato, e comprendere il presunto trasbordo che Pedeferri vuole effettuare nella sua musica. Exultation non ha crepe, è impegnato e gradevole allo stesso tempo, e può essere una prima mappa da cui partire per prendere più coraggio su rapporti impensabili con la musica di Cowell, sfruttando le strutture compositive per intraprendere libere e spontanee improvvisazioni di musica non idiomatica." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) Lecchese, trentasette anni, pianista e fisarmonicista, in questo suo nuovo lavoro Luca Pedeferri si rivolge all'opera di Henry Cowell, compositore, teorico e pianista californiano morto oltre mezzo secolo fa non ancora settantenne. Nove i temi rivisitati (con piglio squisitamente jazzistico, va detto subito, anche se non mancano gli scantonamenti in aree di umore più schiettamente contemporaneo), l'ultimo dei quali, "Exultation" come il titolo dell'intero album, in due versioni (peraltro alquanto diverse). E' all'opera un sestetto che ricalca almeno formalmente le geometrie del quintetto jazz classico, con tromba e sax tenore, se non fosse che Pedeferri svaria qua e là sulla fisarmonica e che tutto è sottoposto (a singhiozzo, in verità) alle cure dell'elettronica nonché a intromissioni e "disturbi" vari.
Si parte in sordina, con un brano ridotto, per durata e organico (duo tromba/pianoforte), per poi aprirsi al tenore e a seguire a tutti gli altri, venendo ad esprimere la pienezza del lavoro (almeno di tanti suoi passaggi), che sembra volere in qualche modo far propria la solennità fra l'affettuoso e il parodistico appartenuta, fra gli altri (e su tutti) a un Albert Ayler o un Art Ensemble Of Chicago. Già si registrano le prime palpabili "intermittenze," fra i vari ingredienti posti in gioco, momenti decisamente più compassati, oppure volta a volta aciduli, astratti, descrittivi, nervosi, dolenti, estenuati, minimali, non senza il ritorno ciclico di una corporeità che sembra voler sposare i toni della fanfara con le rugosità del free.
Alla fin fine si salva parecchio, anche se certi segmenti paiono qua e là un po' pleonastici e/o dispersivi. Disco, sia quel che sia, certamente meritevole di un ascolto attento e, se vogliamo, complice." Alberto Bazzurro, All About Jazz, 2019.
"(...) “Voglio vivere nel mondo intero della musica”: così esprimeva la propria onnivora curiosità per l’universo dei suoni Henry Cowell, nato al crepuscolo del Diciannovesimo Secolo a Menlo Park, in California (una curiosità: esiste una Menlo Park Recordings che ha dato alla luce dal 1994 ad oggi una quarantina di titoli, tra cui Loren Mazzacane Connors, da solo o in combutta con Keiji Haino, Deerhoof, Harry Pussy, To Live And Shave In L.A.), Privo di una educazione formale, cominciò però a comporre già nell’adolescenza, esplorando, sin dai primi anni Venti atonalità, politonalità e poliritmia, e interessandosi alle musiche non occidentali. Al repertorio di quello che John Cage definì “l’apriti Sesamo della nuova musica in America” è dedicato questo Exultation, firmato dal Contemporary Project di Luca Pedeferri, un sestetto che vede il leader (pianoforte e fisarmonica) cospirare contro le buone maniere assieme a Lionetto Colombo (sax tenore), Enrico Fagnoni (contrabbasso), Mauro Guecchi (batteria e percussioni), Marco Menaballi (elettronica e giradischi) e Fausto Tagliabue (tromba, flicorno e voce). E c’è in effetti di che esultare ascoltando queste dieci rivisitazioni (più un remix) del repertorio del maverick americano, un vero e proprio genio antiaccademico capace di svelare mondi e sollevare sipari su scenari indefinibili.
Il breve minuetto di “Frisking” non fa presagire il viaggio cosmico di “The Hero Sun”, dove si spalanca subito una voragine di suono che prelude poi a un corposo groove black che sa di Great Black Music; da lì un’elegia come un gospel (i lavori di Matana Roberts su Constellation non sono lontani) suonato in una chiesa bombardata, finché un sax tenore non alza il capo in segno di protesta e si arma una fanfara felicemente trafitta da interferenze elettroniche. Dilatato (dai 4 minuti dell’originale, composta per solo pianoforte nel 1921, ai 7 di questa versione) e trasfigurato (i cluster imprendibili e corruschi che ne rendono torbido e avvincente l’andamento qui vengono in qualche modo dipanati in una matassa più accogliente ma non per questo banale), questo pezzo convince pienamente, ma è tutto il disco a suonare molto interessante. “The Banshee”: si tratta di una creatura leggendaria dei miti irlandesi e scozzesi, la cosiddetta donna delle fate, e la sua natura maligna aleggia nelle bave di suono spettrale del pezzo omonimo. Ideatore della prima drum machine, il Polyrhytmophone o Rhythmicon, la cui costruzione commissionò a Léon Theremin, Cowell fu un compositore dagli orizzonti totalmente spalancati: dalla musica aleatoria al gamelan, dal folklore di matrice europea alla musica cubana, nel nome di una idea di nuova musica dentro la quale tutto si teneva. Come accade in questo lavoro, dove passiamo dalla sottile pulsazione di “Fabric” ai nuovi grappoli di cluster di “The Tides Of Manaunaun”, la composizione che impressionò Béla Bartók al punto da far sì che il grande compositore ungherese chiedesse a Cowell il permesso di usarli nel proprio lavoro: pare di ascoltare un pezzo di Cecil Taylor in alcuni frangenti; la musica però è stata composta circa un secolo fa, e il suo mistero intatto viene perfettamente restituito dalla libera interpretazione del sestetto. Sono sogni inquietanti, visioni che lasciano entusiasti ed atterriti, immergersi così profondamente nelle viscere dell’Oceano del Suono non è cosa per tutti i cuori e tutte le orecchie: “Sinister Resonance” sembra scritta oggi, nel suo nitido tentativo di coniugare astrazioni riduzioniste, rigore zen, veglia, agguato ed attesa: il tutto abitato da un perenne, invincibile senso di minaccia quasi metafisica, resa con grande sensibilità dagli interpreti. Nato nel 1982, Pedeferri è musicista che merita attenzione: diplomato in pianoforte classico e poi jazz, unisce l’attività di didatta e quella di strumentista muovendosi in svariati ambiti. Questo del Contemporary Project a suo nome è il terzo album, dopo L’Ora Dell’Anima del 2013 e Meditation On Ustolvskaya, sempre pubblicato da Setola di Maiale nel 2017. L’ensemble focalizza il proprio modus operandi sull’interazione tra improvvisazione, uso dell’elettronica ed interpretazione di partiture contemporanee.
Questo Exultation mostra sei voci sensibili e curiose capaci di approcciarsi senza timori reverenziali a un repertorio sfuggente, che viene reso in modo brillante, tra fughe verso gli abissi del silenzio, parentesi che sanno per davvero di free e di anti-accademia, marcette (la title-track) e temi cantabili, scrigni colmi dell’inestimabile patrimonio della old time music americana. L’autore avrebbe senz’altro apprezzato." Nazim Comunale, The New Noise, 2019.
"(...) Continuing to pay tribute to the small but mighty Setola Di Maiale label headed by Stefano Giust on their 25th anniversary, I want to call attention to Exultation by pianist Luca Pedeferri and his group. The recording is a very original take on the music of Henry Cowell by a sextet comprised of traditional jazz quintet instrumentation along with electronics and turntables. Unusual and well thought-out, with a very cool remix of one of the tracks at the end." Craig Premo, Improvised, 2019.
"(...) De Italiaanse pianist en componist Luca Pedeferri houdt eraan zijn grote voorbeelden in de kijker te plaatsen. Nadat hij de focus richtte op de Russische Galina Ustvolskaya is nu de polyvalente en vooruitstrevende Amerikaanse componist en theoreticus Henry Cowell aan de beurt.
Voor dit eerbetoon selecteerde Pedeferri tien pianostukken uit Cowell’s prille beginperiode (1914-1930). Voor de uitvoering deed hij (opnieuw) beroep op de leden van zijn Contemporary Project: Lionello Colombo (tenorsaxofoon), Enrico Fagnoni (contrabas), Mauro Gneechi (drums, percussie), Marco Menaballi (electronics, turntables) en Fausto Tagliabue (trompet, flugelhorn).
Krachtige uitroeptekens van trompet en piano gelden als een eerste kennismaking. Tot hieruit plots een walsje ontstaat. Goochelende improvisators of improviserende klankgoochelaars? Het vervolg blijft even onvoorspelbaar over heel de lijn. ‘The Hero Sun’ begint met korte stroomstoten van een saxofoon en daarbij op de achtergrond een dreigend geluidsdecor. Er worden wat sciencefiction effecten aan toegevoegd en plots schalt er een heuse band door de luidsprekers met ritmesectie en blazers. Geen klassieke jazzband wel te verstaan. Eerder een gezelschap dat ook al eens luistert naar Mostly Other Peolple Do The Killing of FES. De broze outro krijg je er zomaar als toemaatje bij.
‘The Banshee’ begint als een soundtrack die bij de Japanse horrorfilm ‘Ringu’ (‘The Ring’) past. Huiveringwekkend zonder expliciete clichés, wel met Pedeferri op accordeon en trompettist Tagliabue die de meest gekke capriolen uithaalt. ‘Fabric’ is een heel poëtisch interludium met trompet en piano. ‘The Tides Of Manaunaum’ lijkt daarbij aan te sluiten maar al snel ontspoort alles en verdwaal je als luisteraar in de meest spannende decors, Fritz Lang’s ‘M - Eine Stadt Sucht Einen Mörder’ waardig. Humor, acoustics en electronics kruisen elkaar in ‘Anger Dance’.
Nummer na nummer geraak je verstrikt in een web van situaties waaruit geen ontkomen mogelijk lijkt. Decadentie en spanning worden genadeloos aan elkaar gekoppeld. Tonaal, atonaal en polyritmiek wisselen elkaar af in een ondoorgrondelijke volgorde. Pedeferri en zijn kompanen bieden uiteindelijk toch telkens een uitweg en zorgen voor een goede afloop. Hoe ze daartoe komen, blijft aanvankelijk een raadsel. Gelukkig is er de “repeat” knop om telkens te herbeginnen tot je hun werkwijze ontcijferd hebt. Henry Cowell (1897-1965) zou tevreden zijn met dergelijk eerbetoon. Zijn statement “I believe in music: its spirituality, its exaltation, its ecstatic nobility, its humor, its power to penetrate to the basic fineness of every human” wordt hier op passende wijze verklankt.
Een uiterst intrigerende kruisbestuiving tussen modernistisch klassiek, improvisatie en jazz. Absolute aanrader voor fans van Octurn en natuurlijk Charles Ives en Morton Feldman. De 4/4 RE-mix van de titeltrack kan zelfs uitgroeien tot een heuse dance hit." Georges Tonla Briquet, Jazz Halo, 2019.
01 _ Frisking
02 _ The Hero Sun
03 _ The Banshee
04 _ The Voice of Lir
05 _ Fabric
06 _ The Tides of Manaunaun
07 _ Sinister Resonance
08 _ Anger Dance
09 _ Aeolian Harp
10 _ Exultation
0A _ Exultation (4/4 Re-Mix)
(C) + (P) 2018
SOLD OUT
Luca Pedeferri _ piano _ accordion
Fausto Tagliabue _ trumpet _ flugelhorn _ voice
Lionello (Lello) Colombo _ tenor sax
Marco Menaballi _ electronics _ turntables
Enrico Fagnoni _ double bass
Mauro Gnecchi _ drums _ percussions
With this album continue the musical project of Luca Pedeferri with which he investigates the music of some composers of the XX Century. After the album dedicated to the Russian composer Galina Ustvol'skaja (see Meditation on Ustvol'skaja, SM3240) it is now the turn of Henry Cowell (1897-1965), a key musician of the American scene that, together with Charles Ives, can be defined one of the most important classical musicians of the Country, among the first to look for their own originality (he is the inventor of the 'cluster') and, if possible, from the cultural hegemony of the European musical 'diktat', so well received and pursued by the American conservatories - although we will have to wait John Cage and Morton Feldman for a truly evident break with the European's rules. This is an album that surprising for many reasons: excellent arrangements, excellent group and a varied language (mostly jazz oriented, contemporary music), always intelligible.
For more info: https://rebrand.ly/exultation
"(...) Continuing to pay tribute to the small but mighty Setola Di Maiale label headed by Stefano Giust on their 25th anniversary, I want to call attention to Exultation by pianist Luca Pedeferri and his group. The recording is a very original take on the music of Henry Cowell by a sextet comprised of traditional jazz quintet instrumentation along with electronics and turntables. Unusual and well thought-out, with a very cool remix of one of the tracks at the end." Craig Premo, Improvised, 2019.
"(...) De Italiaanse pianist en componist Luca Pedeferri houdt eraan zijn grote voorbeelden in de kijker te plaatsen. Nadat hij de focus richtte op de Russische Galina Ustvolskaya is nu de polyvalente en vooruitstrevende Amerikaanse componist en theoreticus Henry Cowell aan de beurt.
Voor dit eerbetoon selecteerde Pedeferri tien pianostukken uit Cowell’s prille beginperiode (1914-1930). Voor de uitvoering deed hij (opnieuw) beroep op de leden van zijn Contemporary Project: Lionello Colombo (tenorsaxofoon), Enrico Fagnoni (contrabas), Mauro Gneechi (drums, percussie), Marco Menaballi (electronics, turntables) en Fausto Tagliabue (trompet, flugelhorn).
Krachtige uitroeptekens van trompet en piano gelden als een eerste kennismaking. Tot hieruit plots een walsje ontstaat. Goochelende improvisators of improviserende klankgoochelaars? Het vervolg blijft even onvoorspelbaar over heel de lijn. ‘The Hero Sun’ begint met korte stroomstoten van een saxofoon en daarbij op de achtergrond een dreigend geluidsdecor. Er worden wat sciencefiction effecten aan toegevoegd en plots schalt er een heuse band door de luidsprekers met ritmesectie en blazers. Geen klassieke jazzband wel te verstaan. Eerder een gezelschap dat ook al eens luistert naar Mostly Other Peolple Do The Killing of FES. De broze outro krijg je er zomaar als toemaatje bij.
‘The Banshee’ begint als een soundtrack die bij de Japanse horrorfilm ‘Ringu’ (‘The Ring’) past. Huiveringwekkend zonder expliciete clichés, wel met Pedeferri op accordeon en trompettist Tagliabue die de meest gekke capriolen uithaalt. ‘Fabric’ is een heel poëtisch interludium met trompet en piano. ‘The Tides Of Manaunaum’ lijkt daarbij aan te sluiten maar al snel ontspoort alles en verdwaal je als luisteraar in de meest spannende decors, Fritz Lang’s ‘M - Eine Stadt Sucht Einen Mörder’ waardig. Humor, acoustics en electronics kruisen elkaar in ‘Anger Dance’.
Nummer na nummer geraak je verstrikt in een web van situaties waaruit geen ontkomen mogelijk lijkt. Decadentie en spanning worden genadeloos aan elkaar gekoppeld. Tonaal, atonaal en polyritmiek wisselen elkaar af in een ondoorgrondelijke volgorde. Pedeferri en zijn kompanen bieden uiteindelijk toch telkens een uitweg en zorgen voor een goede afloop. Hoe ze daartoe komen, blijft aanvankelijk een raadsel. Gelukkig is er de “repeat” knop om telkens te herbeginnen tot je hun werkwijze ontcijferd hebt. Henry Cowell (1897-1965) zou tevreden zijn met dergelijk eerbetoon. Zijn statement “I believe in music: its spirituality, its exaltation, its ecstatic nobility, its humor, its power to penetrate to the basic fineness of every human” wordt hier op passende wijze verklankt.
Een uiterst intrigerende kruisbestuiving tussen modernistisch klassiek, improvisatie en jazz. Absolute aanrader voor fans van Octurn en natuurlijk Charles Ives en Morton Feldman. De 4/4 RE-mix van de titeltrack kan zelfs uitgroeien tot een heuse dance hit." Georges Tonla Briquet, Jazz Halo, 2019.
"(...) Lecchese, trentasette anni, pianista e fisarmonicista, in questo suo nuovo lavoro Luca Pedeferri si rivolge all'opera di Henry Cowell, compositore, teorico e pianista californiano morto oltre mezzo secolo fa non ancora settantenne. Nove i temi rivisitati (con piglio squisitamente jazzistico, va detto subito, anche se non mancano gli scantonamenti in aree di umore più schiettamente contemporaneo), l'ultimo dei quali, "Exultation" come il titolo dell'intero album, in due versioni (peraltro alquanto diverse). E' all'opera un sestetto che ricalca almeno formalmente le geometrie del quintetto jazz classico, con tromba e sax tenore, se non fosse che Pedeferri svaria qua e là sulla fisarmonica e che tutto è sottoposto (a singhiozzo, in verità) alle cure dell'elettronica nonché a intromissioni e "disturbi" vari.
Si parte in sordina, con un brano ridotto, per durata e organico (duo tromba/pianoforte), per poi aprirsi al tenore e a seguire a tutti gli altri, venendo ad esprimere la pienezza del lavoro (almeno di tanti suoi passaggi), che sembra volere in qualche modo far propria la solennità fra l'affettuoso e il parodistico appartenuta, fra gli altri (e su tutti) a un Albert Ayler o un Art Ensemble Of Chicago. Già si registrano le prime palpabili "intermittenze," fra i vari ingredienti posti in gioco, momenti decisamente più compassati, oppure volta a volta aciduli, astratti, descrittivi, nervosi, dolenti, estenuati, minimali, non senza il ritorno ciclico di una corporeità che sembra voler sposare i toni della fanfara con le rugosità del free.
Alla fin fine si salva parecchio, anche se certi segmenti paiono qua e là un po' pleonastici e/o dispersivi. Disco, sia quel che sia, certamente meritevole di un ascolto attento e, se vogliamo, complice." Alberto Bazzurro, All About Jazz, 2019.
"(...) Exultation è il nuovo progetto del pianista Luca Pedeferri, che si deve considerare la seconda incursione del musicista jazz nella musica contemporanea. Infatti, dopo l'interessamento per la musica di Galina Ustvolskaya, Pedeferri si getta a capofitto nelle tematiche essenziali del grande Henry Cowell; Exultation prevede un programma di rifacimento di 10 pezzi celebri del compositore americano, che informano sulla sua esperienza pianistica: come molti sapranno, Cowell è stato ufficialmente uno dei primi compositori a costruire nuove figurazioni armoniche al pianoforte attraverso tecniche pianistiche che all'epoca si potevano solo intuire. L'influenza di Cowell sulla musica moderna è stratosferica, specie quando si pensa a quanto messo in pratica sullo strumento in un'ottica di attualizzazione della storia: prestare attenzione alle corde interne dello strumento, impostare un secondo avventore del piano in funzione di aiuto, elaborare armonie in mezzo a serie definite di clusters o come coda dell'utilizzo della tastiera, passaggi concentrati sulle risonanze dei registri bassi della tastiera, sono tutte manovre a lui verginalmente riferibili.
Come nel cd precedente dedicato alla Ustvolskaya, Pedeferri si circonda ancora di un ensemble di musicisti (il Contemporary Project comprende Fausto Tagliabue alla tromba e flicorno, Lionello Colombo al sax tenore, Marco Menaballi alla parte elettronica, Enrico Fagnoni al contrabbasso e Mauro Gnecchi alle percussioni) e sfodera un talento negli arrangiamenti che farebbe invidia a qualsiasi professionista del settore: si comprende come non solo Pedeferri abbia letteralmente ingoiato The piano music of H.C., ma anche come abbia previsto spazi di riadattamento che non coinvolgono solo il jazz, lasciando porte aperte anche per una libertà d'azione che non segue convenzioni. Da questo punto di vista, i dieci brani famosi di Cowell ricevono un trattamento che recepisce lo scheletro dell'impianto melodico e l'umore delle composizioni per piano di Cowell, ma si riprogetta con caratteristiche che non gli appartengono formalmente, dove gli strumenti aprono spazi di creatività non previsti dalle fasi pianistiche, si perviene a tagli e sostituzioni indotte da un diverso sentimento, ci si adopera per un tessuto essenzialmente jazzistico che comunque non scade mai in manierismi: per quelli che non conoscono Cowell, il mio consiglio è quello di incrociare ogni pezzo del suo Piano Music con quanto è stato riottenuto da Pedeferri, al fine di cogliere con più precisione le differenze a cui ho accennato, e comprendere il presunto trasbordo che Pedeferri vuole effettuare nella sua musica. Exultation non ha crepe, è impegnato e gradevole allo stesso tempo, e può essere una prima mappa da cui partire per prendere più coraggio su rapporti impensabili con la musica di Cowell, sfruttando le strutture compositive per intraprendere libere e spontanee improvvisazioni di musica non idiomatica." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) “Voglio vivere nel mondo intero della musica”: così esprimeva la propria onnivora curiosità per l’universo dei suoni Henry Cowell, nato al crepuscolo del Diciannovesimo Secolo a Menlo Park, in California (una curiosità: esiste una Menlo Park Recordings che ha dato alla luce dal 1994 ad oggi una quarantina di titoli, tra cui Loren Mazzacane Connors, da solo o in combutta con Keiji Haino, Deerhoof, Harry Pussy, To Live And Shave In L.A.), Privo di una educazione formale, cominciò però a comporre già nell’adolescenza, esplorando, sin dai primi anni Venti atonalità, politonalità e poliritmia, e interessandosi alle musiche non occidentali. Al repertorio di quello che John Cage definì “l’apriti Sesamo della nuova musica in America” è dedicato questo Exultation, firmato dal Contemporary Project di Luca Pedeferri, un sestetto che vede il leader (pianoforte e fisarmonica) cospirare contro le buone maniere assieme a Lionetto Colombo (sax tenore), Enrico Fagnoni (contrabbasso), Mauro Guecchi (batteria e percussioni), Marco Menaballi (elettronica e giradischi) e Fausto Tagliabue (tromba, flicorno e voce). E c’è in effetti di che esultare ascoltando queste dieci rivisitazioni (più un remix) del repertorio del maverick americano, un vero e proprio genio antiaccademico capace di svelare mondi e sollevare sipari su scenari indefinibili.
Il breve minuetto di “Frisking” non fa presagire il viaggio cosmico di “The Hero Sun”, dove si spalanca subito una voragine di suono che prelude poi a un corposo groove black che sa di Great Black Music; da lì un’elegia come un gospel (i lavori di Matana Roberts su Constellation non sono lontani) suonato in una chiesa bombardata, finché un sax tenore non alza il capo in segno di protesta e si arma una fanfara felicemente trafitta da interferenze elettroniche. Dilatato (dai 4 minuti dell’originale, composta per solo pianoforte nel 1921, ai 7 di questa versione) e trasfigurato (i cluster imprendibili e corruschi che ne rendono torbido e avvincente l’andamento qui vengono in qualche modo dipanati in una matassa più accogliente ma non per questo banale), questo pezzo convince pienamente, ma è tutto il disco a suonare molto interessante. “The Banshee”: si tratta di una creatura leggendaria dei miti irlandesi e scozzesi, la cosiddetta donna delle fate, e la sua natura maligna aleggia nelle bave di suono spettrale del pezzo omonimo. Ideatore della prima drum machine, il Polyrhytmophone o Rhythmicon, la cui costruzione commissionò a Léon Theremin, Cowell fu un compositore dagli orizzonti totalmente spalancati: dalla musica aleatoria al gamelan, dal folklore di matrice europea alla musica cubana, nel nome di una idea di nuova musica dentro la quale tutto si teneva. Come accade in questo lavoro, dove passiamo dalla sottile pulsazione di “Fabric” ai nuovi grappoli di cluster di “The Tides Of Manaunaun”, la composizione che impressionò Béla Bartók al punto da far sì che il grande compositore ungherese chiedesse a Cowell il permesso di usarli nel proprio lavoro: pare di ascoltare un pezzo di Cecil Taylor in alcuni frangenti; la musica però è stata composta circa un secolo fa, e il suo mistero intatto viene perfettamente restituito dalla libera interpretazione del sestetto. Sono sogni inquietanti, visioni che lasciano entusiasti ed atterriti, immergersi così profondamente nelle viscere dell’Oceano del Suono non è cosa per tutti i cuori e tutte le orecchie: “Sinister Resonance” sembra scritta oggi, nel suo nitido tentativo di coniugare astrazioni riduzioniste, rigore zen, veglia, agguato ed attesa: il tutto abitato da un perenne, invincibile senso di minaccia quasi metafisica, resa con grande sensibilità dagli interpreti. Nato nel 1982, Pedeferri è musicista che merita attenzione: diplomato in pianoforte classico e poi jazz, unisce l’attività di didatta e quella di strumentista muovendosi in svariati ambiti. Questo del Contemporary Project a suo nome è il terzo album, dopo L’Ora Dell’Anima del 2013 e Meditation On Ustolvskaya, sempre pubblicato da Setola di Maiale nel 2017. L’ensemble focalizza il proprio modus operandi sull’interazione tra improvvisazione, uso dell’elettronica ed interpretazione di partiture contemporanee.
Questo Exultation mostra sei voci sensibili e curiose capaci di approcciarsi senza timori reverenziali a un repertorio sfuggente, che viene reso in modo brillante, tra fughe verso gli abissi del silenzio, parentesi che sanno per davvero di free e di anti-accademia, marcette (la title-track) e temi cantabili, scrigni colmi dell’inestimabile patrimonio della old time music americana. L’autore avrebbe senz’altro apprezzato." Nazim Comunale, The New Noise, 2019.
01 _ Frisking
02 _ The Hero Sun
03 _ The Banshee
04 _ The Voice of Lir
05 _ Fabric
06 _ The Tides of Manaunaun
07 _ Sinister Resonance
08 _ Anger Dance
09 _ Aeolian Harp
10 _ Exultation
0A _ Exultation (4/4 Re-Mix)
(C) + (P) 2018