OPS...!
MARESUKE OKAMOTO / GUY-FRANK PELLERIN / EUGENIO SANNA
SOLD OUT
Maresuke Okamoto _ violoncello _ voce (brani 7, 8, 10)
Guy-Frank Pellerin _ sax baritone _ sax tenor _ sax soprano _ gong
Eugenio Sanna _ chitarra amplificata _ fogli metallici _ palloncini _ cellophane rosso (brano 9) _ voce (brani 4, 6, 10)
Musica improvvisata da tre musicisti veterani, un trio interessante anche visto sotto il profilo delle sue origini individuali, cioè il Giappone, la Francia e l'Italia. Ancora una volta, la musica improvvisata dimostra il suo essere 'musica del mondo', 'world music' per davvero, capace di unire musicisti di ogni estrazione culturale e sociale in un convincente fare musica in continua osmosi, senza confini, senza problemi idiomatici, senza retorica. Per noi, questa musica non ha mai smesso di essere rivoluzionaria! Registrato e mixato da Marco Carvelli al Varimood Studio di San Martino a Ulmiano (Pisa), nel maggio 2017.
"(...) Dieci tracce basate sulla sperimentazione e sull’improvvisazione radicale vanno a formare la scaletta di “OPS…!”, l’album edito dalla mai scontata Setola di Maiale e firmato dal trio composto da Maresuke Okamoto, Guy-Frank Pellerin ed Eugenio Sanna. Il loro ventaglio espressivo include chitarra, fiati, violoncello, gong, voci, lamiere e palloncini, in un insieme multiforme nel quale si susseguono schegge di suoni, momenti di sinistri silenzi – tra avanguardia e minimalismo - e cortocircuiti timbrici. Ne deriva una performance di non immediata collocazione estetica, incoerente, distorta e piacevolmente deragliante." Roberto Paviglianiti, Strategie Oblique, 2019.
"(...) Tre maestri dell'improvvisazione assoluta si calano nei panni di altrettanti esploratori del suono perduto. Il Suono (Sound) per l'appunto: è questo in assoluto il protagonista delle dieci tracce che caratterizzano, nell'interrotto susseguirsi di intuizioni, soluzioni, sonorità, atmosfere, una ricerca appassionante, che in ogni momento riserva sorprese del tutto inaspettate. Perché l'impresa avesse successo serviva un'assoluta comunione di intenti, un'empatia che fosse in grado di garantire quella coesione che trasformasse in unità granitica personalità diverse, esperienze musicali eterogenee, appartenenza a culture di base solo distanti. Ebbene, l'assoluta comunione di intenti c'è stata, eccome! L'ascolto attento e partecipe delle dieci improvvisazioni le coglierà sin dall'inizio. Miracolo della musica, strumento fra i più importanti per l'abbattimento di qualsiasi barriera!
Ne deriva un viaggio appassionante nei misteriosi meandri della visionarietà creativa. Flussi e riflussi sonori e ritmici si susseguono in un continuo variare da situazioni distese, meditative, ad altre improvvisamente esplosive, con i tre che intersecano le loro linee e le loro voci in modo mirabile, si da formare un suono unico. Il carattere camaleontico della creazione istantanea, si caratterizza in una immersione totale da cui emergono dai flutti, dei materiali cangianti e in continuo movimento e cambiamento.
Si possono indicare alcune tappe dell'intero percorso che comunque va vissuto nella sua globalità che travalica qualsiasi codice stabilito.
E così se "Possession" al suo inizio ha la solennità di un rituale misterioso, arcano, proveniente dalle zone dell'inconscio, progressivamente si trasforma in un gioco di rifrazioni sempre più urgenti, di dimensione catartica.
"L'Arte della benevolenza" inizia con un procedere lento, di tipo zen per poi passare ad una atmosfera più mossa, corposa dal trascinante crescendo ritmico, che esalta la capacità dei tre di gettare e amalgamare nel calderone ribollente idee e suoni, con Okamoto e Sanna che offrono al sax estatico e di statuaria bellezza, di Pellerin, un tappeto ritmico furioso e di grande impatto emotivo. L'impiego strumentale della surreale voce di Sanna segna la cifra stllistica di "Oscillations". Sfrenato, psicomotorio è "Liberty", caratterizzato da un inesauribile intreccio delle tre linee improvvisative. "L'anima della carta rossa", apre un'atmosfera aurorale, ancora pigra e sonnacchiosa per poi, in linea al principio della metamorfosi, caro ai tre musicisti, trasformarsi in uno scoppio di luce accecante. Okamoto conferma la sua fama di musicista eccezionale: nelle sua mani il cello assume sonorità piene, corpose, risultando onnipresente e trascinante. Non da meno i due compagni: Pellerin offre la medesima prova del suo valore esplorando le più estreme possibilità espressive dei suoi fiati. Sanna impiega la chitarra nel disegnare arabeschi contorti, labirintici, talvolta di bachiana memoria, non disdegnando di alternare a suoni ricettibiili, altri assolutamente imprevedibili, che riportano ad un'esplorazione di dimensioni sconosciute.
Musicisti come questi mi fanno affermare senz'ombra di dubbio che il presente e il futuro della musica totalmente improvvisata sono in ottime mani." Stefano Arcangeli (ex insegnante di filosofia, giornalista, saggista, critico musicale e recensore di concerti e dischi per Musica Jazz, per più di trent'anni. A Pisa nella città dove vive e risiede, ha creato negli anni '72- '73, l'associazione Pisa Jazz che ha dato origine al CRIM - Centro per la Ricerca sull'Improvvisazione Musicale e di cui è stato il presidente).
"(...) Ops...! è il titolo di una performance in studio del trio formato da Eugenio Sanna (chitarra e preparazioni), Guy-Frank Pellerin (sassofoni e gong) e Maresuke Okamoto (violoncello). Tre musicisti con un proprio senso dell'improvvisazione, con il bisogno di unire le loro specifiche visuali: di Sanna e Pellerin vi ho già parlato in passato, mentre del giapponese non mi era mai capitato di commentare un cd con sua partecipazione; Okamoto è una pedina fondamentale dell'improvvisazione libera giapponese, organizzatore della Tokyo Improvisers Orchestra e mediatore tra l'improvvisazione nipponica e la platea europea. Si parla pochissimo della scena improvvisativa giapponese, ma sono certo che quelli che, come me, hanno visto Okamoto esibirsi dal vivo, subirebbero un fascino ulteriore, dettato anche dal potere mistico che trasuda la sua personalità: Okamoto si distingue per il fatto di portare avanti un tipo d'improvvisazione che è, tra le altre cose, sinergica alla pratica buddista, qualcosa che rientra anche nella musica e che dovrebbe essere approfondita alla luce del pragmatismo e delle impostazioni non convenzionali attuate sullo strumento. In Ops...! si tratta di mettere assieme la prospettiva caos (Sanna è un sanissimo discepolo di Bailey), gli orizzonti delle segmentazioni e degli armonici (Pellerin ha dimostrato di avere pochi concorrenti nel proporre ai sassofoni un linguaggio debitamente articolato su questi argomenti) e la baldanza classico-teatrale di Okamoto (che in verità il supporto discografico non rileva). Il raggiungimento dell'obiettivo scopre plurime caratterizzazioni: nelle spezzature a filo dritto dei dialoghi spesso si trovano soluzioni comuni che invece potrebbero appartenere a situazioni del "benessere"; Ops...! è su questo lato che vuole agire, ossia produrre un "testo" musicale che sia "modello" e in questo ci riesce." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) Guy-Franck Pellerin started playing saxophone some 40 years ago. He started with a Canterbury-influenced group in Paris, then studied at the IACP with Alan Silva, playing with this ensemble famous Celestial Communication Orchestra. Many collaborations followed. In later years for example he played with Bruno Griard (Bratsch), Marcello Magliocchi, Massimo Falascone, a.o. It is also in those ‘later years’ that Pellerin started to release his work. Of his early work not much is documented as far as I know. This is compensated a bit now by three new releases by Setola di Maiale.
On ‘Saxa Petra’ Pellerin plays soprano, alto and tenor sax in a duo with Mathieu Bec who plays stones and percussion. Recorded early 2018 in a church somewhere in France. Bec is a drummer and percussionist from Montpellier who started playing hardcore in the 90s inspired by John Zorn and Nomeansno. With Sébastien Job he released two albums in 2014 and 2016 as the electroacoustic duo Dubrovnik. His collaboration with Pellerin illustrates his latest musical activitiy as a free improviser. Both are engaged in subtle and colourful improvisations, creating intimate and textures. Ten intense and concentrated dialogues with nice phrasing by Pellerin and Bec using a diversity of objects and stones. In a nice recording reflecting the spatial qualities of the church.
For ‘It doesn’t work in a car’ Pellerin works with a musician with a totally different background. Siringo is a gifted, classically trained pianist who worked as a soloist as well as member of chamber music ensembles. Since 2003 he also chose to work in the fields of contemporary and improvised music. His collaboration with Pellerin is a satisfying example of his development as this recording from November 2015 shows. He is a dynamic and versatile pianist. Abstract sound textures like ‘Deep the See behind you’ and ‘Breath’ make a nice contrast with exuberant and playful improvisations like ‘No Traffic Lights’. Again Pellerin (saxophones, bone flute) is engaged in a balanced and communicative interaction with his companion.
Finally there is a trio work of Pellerin (baritone, tenor and soprano sax and gong) with Eugenio Sanna (amplified guitar, metal sheets, balloons, red cellophane, voice) and Maresuke Okamoto (cello and voice). Maresuke Okamoto is a contrabass and cello player from Tokyo where he entered the improv scene in the early 80s. In more recent years he worked with people like Carlos Zingaro, Frantz Loriot, Hugues Vincent, Hui-Chun Lin, Terry Day, Paulo Chagas, Tristan Honsinger, etc. Guitarist Eugenio Sanna was co-founder of CRIM (Centro per la Ricerca sull'Improvvisazione Musicale) in Pisa, Italy in 1976, playing improvised music ever since. It may become boring, but this is again a very worthwhile exercise in abstract and dynamic soundsculpting.
All three are equally participating in inspired and intertwined movements. Great work!
And compliments to Setola di Maiale making more work of Pellerin available at last." DM, Vital Weekly, 2019.
"(...) Oups! OPS pour Okamoto, (cello & voice), Pellerin (sax soprano, ténor et baryton, gong) et Eugenio Sanna (amplified guitar, metal sheets, balloons, red cellophane, voice). Départ énergétique dans la veine des trios de Company One(Bailey, Parker, Honsinger, Altena/ Incus 1976) avec une instrumentation similaire. Vouloir enfermer les recherches sonores et la démarche du trio OPS sous une quelconque étiquette relève du délire. Chacune des dix improvisations ouvertes et souvent imprévisibles du trio , aux titres en phase avec la démarche, se révèle tour à tour ludique, énergique, abrasive, âpre voire astringente, laminaire (AMM), faussement minimaliste, chambriste, pointilliste, grinçante, bruitiste, dense et éthérée etc… Comme Eugenio Sanna et Guy-Frank Pellerin sont établis dans la péninsule, on dira que leur pratique de l’improvisation détonne par rapport à la conception disons un peu plus conventionnellement proche du jazz et du sens mélodique de la scène improvisée transalpine. Quant au nippon Maresuke Okamoto, il tourne intensivement en Italie chaque année et fait presque partie des meubles. La guitare amplifiée d’Eugenio Sanna est traitée comme une source sonore, caisse résonnante tendue de cordages manipulés, grattés, frottés en utilisant harmoniques, notes à vide et intervalles joyeusement dissonants, sonorités en suspension rendues possible par un recours systématique aux techniques alternatives et l’utilisation d’une plaque de métal dont le contact avec cordes et pick-up colore son jeu de manière industrielle/ bruitiste. On songe aux sonorités d’un Hugh Davies. Maresuke Okamoto frotte son violoncelle de manière souvent outrageuse ou avec une belle nuance chambriste tandis que Pellerin apporte des colorations / altérations intéressantes en pressurant la colonne d’air de manière que le timbre parfois lunaire du saxophone, qu’il soit soprano, ténor ou baryton, s’intègre complètement dans le processus de l’improvisation collective en se mariant parfaitement à celles électrisées de la guitare. On dira de même des vibrations du violoncelle, organiques et bruissantes à souhait, l’action de l’archet se révélant hargneuse, évasive ou crissante selon les phases. Une fois parvenus dans une phase «bordélique» , mais sous contrôle, où son pizzicato furieux emporte tout sur son passage, G-F Pellerin contorsionne la colonne d’air «avec le cri du cochon qu’on égorge» (ainsi étaient décrits les sons inouïs d’Evan Parker dans le JazzMag de ma jeunesse). L’hyper-activité de Acustica est vraiment ressentie. Les quelques interventions vocales soulignent le caractère dramatique, intense ou absurde de l’action musicale, ajoutant un vrai plus bienvenu dans cette remarquable performance, reproduite ici d’une traite (San Martino, Ulmiano, Pisa 18 mai 2017). L’anima della carta rossamontre qu’ils savent se renouveler en fin de parcours. Une belle mise en commun de sonorités, de timbres, parfois de phrases, d’intentions, d’aléatoire, d’écoute et d’invention. Un panorama de l’imagination au pouvoir. Et des surprises! On parle souvent de non – idiomatique (expression qui a, à mon avis, les défauts de ses qualités et vice et versa): en voici, sans doute, le meilleur exemple transalpin de la free-(improvised) music sans concession, ni ronds de jambe. Oolyakoo!" Jean-Michel van Schouwburg, Orynx-improv'andsound, 2018.
"(...) Helemaal aan het andere extreme uiteinde van de grote commerciële labels heb je vrijdenkers als deze van het Italiaanse Setola Di Maiale. Telkens zetten ze muzikanten in de kijker bij wie vrijheid, improvisatie en experiment primeren. Deze keer is de eer aan het internationale trio Maresuke Okamoto (cello, stem), Guy-Frank Pellerin (bariton-, tenor en sopraansax, gong) en Eugenio Sanna (gitaar, stem). Bijna drie kwartier lang zorgen ze voor een wirwar van snarengeknars en gewriemel maar met een hoge graad van openheid en onderling respect. Verstikkend en claustrofobisch of heel zen en verslavend, naargelang de muzikale smaak. Fans van Fred Frith zijn recente driedubbele cd zullen dit appreciëren." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
01 _ Il concetto del misticismo nei cani 9:56
02 _ Possession 9:55
03 _ L'arte della benevolenza 13:50
04 _ Oscillations 9:42
05 _ Schelettrico 6:34
06 _ Briquer le peroquet 3:48
07 _ Liberty 4:31
08 _ Acustica 4:25
09 _ L'anima della carta rossa 8:42
10 _ Un sassolino dentro la scarpa 3:04
(C) + (P) 2018
SOLD OUT
Maresuke Okamoto _ cello _ voice (tracks 7, 8, 10)
Guy-Frank Pellerin _ baritone sax _ tenor sax _ soprano sax _ gong
Eugenio Sanna _ amplified guitar _ metal sheets _ balloons _ red cellophane (track 9) _ voice (tracks 4, 6, 10)
Free improvised music by three veteran musicians, an interesting trio also seen in terms of its individual origins, Japan, France and Italy. Once again, improvised music demonstrates its being 'world music' for real, capable of uniting musicians from all cultural and social backgrounds in a convincing music, in a continuous osmosis, without boundaries, without idiomatic problems, without rhetoric. For us, this music continuing to be revolutionary! Recorded and mixed by Marco Carvelli at Varimood Studio, San Martino, Ulmiano (Pisa), on May 18th, 2017.
"(...) Guy-Franck Pellerin started playing saxophone some 40 years ago. He started with a Canterbury-influenced group in Paris, then studied at the IACP with Alan Silva, playing with this ensemble famous Celestial Communication Orchestra. Many collaborations followed. In later years for example he played with Bruno Griard (Bratsch), Marcello Magliocchi, Massimo Falascone, a.o. It is also in those ‘later years’ that Pellerin started to release his work. Of his early work not much is documented as far as I know. This is compensated a bit now by three new releases by Setola di Maiale.
On ‘Saxa Petra’ Pellerin plays soprano, alto and tenor sax in a duo with Mathieu Bec who plays stones and percussion. Recorded early 2018 in a church somewhere in France. Bec is a drummer and percussionist from Montpellier who started playing hardcore in the 90s inspired by John Zorn and Nomeansno. With Sébastien Job he released two albums in 2014 and 2016 as the electroacoustic duo Dubrovnik. His collaboration with Pellerin illustrates his latest musical activitiy as a free improviser. Both are engaged in subtle and colourful improvisations, creating intimate and textures. Ten intense and concentrated dialogues with nice phrasing by Pellerin and Bec using a diversity of objects and stones. In a nice recording reflecting the spatial qualities of the church.
For ‘It doesn’t work in a car’ Pellerin works with a musician with a totally different background. Siringo is a gifted, classically trained pianist who worked as a soloist as well as member of chamber music ensembles. Since 2003 he also chose to work in the fields of contemporary and improvised music. His collaboration with Pellerin is a satisfying example of his development as this recording from November 2015 shows. He is a dynamic and versatile pianist. Abstract sound textures like ‘Deep the See behind you’ and ‘Breath’ make a nice contrast with exuberant and playful improvisations like ‘No Traffic Lights’. Again Pellerin (saxophones, bone flute) is engaged in a balanced and communicative interaction with his companion.
Finally there is a trio work of Pellerin (baritone, tenor and soprano sax and gong) with Eugenio Sanna (amplified guitar, metal sheets, balloons, red cellophane, voice) and Maresuke Okamoto (cello and voice). Maresuke Okamoto is a contrabass and cello player from Tokyo where he entered the improv scene in the early 80s. In more recent years he worked with people like Carlos Zingaro, Frantz Loriot, Hugues Vincent, Hui-Chun Lin, Terry Day, Paulo Chagas, Tristan Honsinger, etc. Guitarist Eugenio Sanna was co-founder of CRIM (Centro per la Ricerca sull'Improvvisazione Musicale) in Pisa, Italy in 1976, playing improvised music ever since. It may become boring, but this is again a very worthwhile exercise in abstract and dynamic soundsculpting.
All three are equally participating in inspired and intertwined movements. Great work!
And compliments to Setola di Maiale making more work of Pellerin available at last." DM, Vital Weekly, 2019.
"(...) Oups! OPS pour Okamoto, (cello & voice), Pellerin (sax soprano, ténor et baryton, gong) et Eugenio Sanna (amplified guitar, metal sheets, balloons, red cellophane, voice). Départ énergétique dans la veine des trios de Company One(Bailey, Parker, Honsinger, Altena/ Incus 1976) avec une instrumentation similaire. Vouloir enfermer les recherches sonores et la démarche du trio OPS sous une quelconque étiquette relève du délire. Chacune des dix improvisations ouvertes et souvent imprévisibles du trio , aux titres en phase avec la démarche, se révèle tour à tour ludique, énergique, abrasive, âpre voire astringente, laminaire (AMM), faussement minimaliste, chambriste, pointilliste, grinçante, bruitiste, dense et éthérée etc… Comme Eugenio Sanna et Guy-Frank Pellerin sont établis dans la péninsule, on dira que leur pratique de l’improvisation détonne par rapport à la conception disons un peu plus conventionnellement proche du jazz et du sens mélodique de la scène improvisée transalpine. Quant au nippon Maresuke Okamoto, il tourne intensivement en Italie chaque année et fait presque partie des meubles. La guitare amplifiée d’Eugenio Sanna est traitée comme une source sonore, caisse résonnante tendue de cordages manipulés, grattés, frottés en utilisant harmoniques, notes à vide et intervalles joyeusement dissonants, sonorités en suspension rendues possible par un recours systématique aux techniques alternatives et l’utilisation d’une plaque de métal dont le contact avec cordes et pick-up colore son jeu de manière industrielle/ bruitiste. On songe aux sonorités d’un Hugh Davies. Maresuke Okamoto frotte son violoncelle de manière souvent outrageuse ou avec une belle nuance chambriste tandis que Pellerin apporte des colorations / altérations intéressantes en pressurant la colonne d’air de manière que le timbre parfois lunaire du saxophone, qu’il soit soprano, ténor ou baryton, s’intègre complètement dans le processus de l’improvisation collective en se mariant parfaitement à celles électrisées de la guitare. On dira de même des vibrations du violoncelle, organiques et bruissantes à souhait, l’action de l’archet se révélant hargneuse, évasive ou crissante selon les phases. Une fois parvenus dans une phase «bordélique» , mais sous contrôle, où son pizzicato furieux emporte tout sur son passage, G-F Pellerin contorsionne la colonne d’air «avec le cri du cochon qu’on égorge» (ainsi étaient décrits les sons inouïs d’Evan Parker dans le JazzMag de ma jeunesse). L’hyper-activité de Acustica est vraiment ressentie. Les quelques interventions vocales soulignent le caractère dramatique, intense ou absurde de l’action musicale, ajoutant un vrai plus bienvenu dans cette remarquable performance, reproduite ici d’une traite (San Martino, Ulmiano, Pisa 18 mai 2017). L’anima della carta rossamontre qu’ils savent se renouveler en fin de parcours. Une belle mise en commun de sonorités, de timbres, parfois de phrases, d’intentions, d’aléatoire, d’écoute et d’invention. Un panorama de l’imagination au pouvoir. Et des surprises! On parle souvent de non – idiomatique (expression qui a, à mon avis, les défauts de ses qualités et vice et versa): en voici, sans doute, le meilleur exemple transalpin de la free-(improvised) music sans concession, ni ronds de jambe. Oolyakoo!" Jean-Michel van Schouwburg, Orynx-improv'andsound, 2018.
"(...) Helemaal aan het andere extreme uiteinde van de grote commerciële labels heb je vrijdenkers als deze van het Italiaanse Setola Di Maiale. Telkens zetten ze muzikanten in de kijker bij wie vrijheid, improvisatie en experiment primeren. Deze keer is de eer aan het internationale trio Maresuke Okamoto (cello, stem), Guy-Frank Pellerin (bariton-, tenor en sopraansax, gong) en Eugenio Sanna (gitaar, stem). Bijna drie kwartier lang zorgen ze voor een wirwar van snarengeknars en gewriemel maar met een hoge graad van openheid en onderling respect. Verstikkend en claustrofobisch of heel zen en verslavend, naargelang de muzikale smaak. Fans van Fred Frith zijn recente driedubbele cd zullen dit appreciëren." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
"(...) Ops...! è il titolo di una performance in studio del trio formato da Eugenio Sanna (chitarra e preparazioni), Guy-Frank Pellerin (sassofoni e gong) e Maresuke Okamoto (violoncello). Tre musicisti con un proprio senso dell'improvvisazione, con il bisogno di unire le loro specifiche visuali: di Sanna e Pellerin vi ho già parlato in passato, mentre del giapponese non mi era mai capitato di commentare un cd con sua partecipazione; Okamoto è una pedina fondamentale dell'improvvisazione libera giapponese, organizzatore della Tokyo Improvisers Orchestra e mediatore tra l'improvvisazione nipponica e la platea europea. Si parla pochissimo della scena improvvisativa giapponese, ma sono certo che quelli che, come me, hanno visto Okamoto esibirsi dal vivo, subirebbero un fascino ulteriore, dettato anche dal potere mistico che trasuda la sua personalità: Okamoto si distingue per il fatto di portare avanti un tipo d'improvvisazione che è, tra le altre cose, sinergica alla pratica buddista, qualcosa che rientra anche nella musica e che dovrebbe essere approfondita alla luce del pragmatismo e delle impostazioni non convenzionali attuate sullo strumento. In Ops...! si tratta di mettere assieme la prospettiva caos (Sanna è un sanissimo discepolo di Bailey), gli orizzonti delle segmentazioni e degli armonici (Pellerin ha dimostrato di avere pochi concorrenti nel proporre ai sassofoni un linguaggio debitamente articolato su questi argomenti) e la baldanza classico-teatrale di Okamoto (che in verità il supporto discografico non rileva). Il raggiungimento dell'obiettivo scopre plurime caratterizzazioni: nelle spezzature a filo dritto dei dialoghi spesso si trovano soluzioni comuni che invece potrebbero appartenere a situazioni del "benessere"; Ops...! è su questo lato che vuole agire, ossia produrre un "testo" musicale che sia "modello" e in questo ci riesce." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) Tre maestri dell'improvvisazione assoluta si calano nei panni di altrettanti esploratori del suono perduto. Il Suono (Sound) per l'appunto: è questo in assoluto il protagonista delle dieci tracce che caratterizzano, nell'interrotto susseguirsi di intuizioni, soluzioni, sonorità, atmosfere, una ricerca appassionante, che in ogni momento riserva sorprese del tutto inaspettate. Perché l'impresa avesse successo serviva un'assoluta comunione di intenti, un'empatia che fosse in grado di garantire quella coesione che trasformasse in unità granitica personalità diverse, esperienze musicali eterogenee, appartenenza a culture di base solo distanti. Ebbene, l'assoluta comunione di intenti c'è stata, eccome! L'ascolto attento e partecipe delle dieci improvvisazioni le coglierà sin dall'inizio. Miracolo della musica, strumento fra i più importanti per l'abbattimento di qualsiasi barriera!
Ne deriva un viaggio appassionante nei misteriosi meandri della visionarietà creativa. Flussi e riflussi sonori e ritmici si susseguono in un continuo variare da situazioni distese, meditative, ad altre improvvisamente esplosive, con i tre che intersecano le loro linee e le loro voci in modo mirabile, si da formare un suono unico. Il carattere camaleontico della creazione istantanea, si caratterizza in una immersione totale da cui emergono dai flutti, dei materiali cangianti e in continuo movimento e cambiamento.
Si possono indicare alcune tappe dell'intero percorso che comunque va vissuto nella sua globalità che travalica qualsiasi codice stabilito.
E così se "Possession" al suo inizio ha la solennità di un rituale misterioso, arcano, proveniente dalle zone dell'inconscio, progressivamente si trasforma in un gioco di rifrazioni sempre più urgenti, di dimensione catartica.
"L'Arte della benevolenza" inizia con un procedere lento, di tipo zen per poi passare ad una atmosfera più mossa, corposa dal trascinante crescendo ritmico, che esalta la capacità dei tre di gettare e amalgamare nel calderone ribollente idee e suoni, con Okamoto e Sanna che offrono al sax estatico e di statuaria bellezza, di Pellerin, un tappeto ritmico furioso e di grande impatto emotivo. L'impiego strumentale della surreale voce di Sanna segna la cifra stllistica di "Oscillations". Sfrenato, psicomotorio è "Liberty", caratterizzato da un inesauribile intreccio delle tre linee improvvisative. "L'anima della carta rossa", apre un'atmosfera aurorale, ancora pigra e sonnacchiosa per poi, in linea al principio della metamorfosi, caro ai tre musicisti, trasformarsi in uno scoppio di luce accecante. Okamoto conferma la sua fama di musicista eccezionale: nelle sua mani il cello assume sonorità piene, corpose, risultando onnipresente e trascinante. Non da meno i due compagni: Pellerin offre la medesima prova del suo valore esplorando le più estreme possibilità espressive dei suoi fiati. Sanna impiega la chitarra nel disegnare arabeschi contorti, labirintici, talvolta di bachiana memoria, non disdegnando di alternare a suoni ricettibiili, altri assolutamente imprevedibili, che riportano ad un'esplorazione di dimensioni sconosciute.
Musicisti come questi mi fanno affermare senz'ombra di dubbio che il presente e il futuro della musica totalmente improvvisata sono in ottime mani." Stefano Arcangeli (ex insegnante di filosofia, giornalista, saggista, critico musicale e recensore di concerti e dischi per Musica Jazz, per più di trent'anni. A Pisa nella città dove vive e risiede, ha creato negli anni '72- '73, l'associazione Pisa Jazz che ha dato origine al CRIM - Centro per la Ricerca sull'Improvvisazione Musicale e di cui è stato il presidente).
"(...) Dieci tracce basate sulla sperimentazione e sull’improvvisazione radicale vanno a formare la scaletta di “OPS…!”, l’album edito dalla mai scontata Setola di Maiale e firmato dal trio composto da Maresuke Okamoto, Guy-Frank Pellerin ed Eugenio Sanna. Il loro ventaglio espressivo include chitarra, fiati, violoncello, gong, voci, lamiere e palloncini, in un insieme multiforme nel quale si susseguono schegge di suoni, momenti di sinistri silenzi – tra avanguardia e minimalismo - e cortocircuiti timbrici. Ne deriva una performance di non immediata collocazione estetica, incoerente, distorta e piacevolmente deragliante." Roberto Paviglianiti, Strategie Oblique, 2019.
01 _ Il concetto del misticismo nei cani 9:56
02 _ Possession 9:55
03 _ L'arte della benevolenza 13:50
04 _ Oscillations 9:42
05 _ Schelettrico 6:34
06 _ Briquer le peroquet 3:48
07 _ Liberty 4:31
08 _ Acustica 4:25
09 _ L'anima della carta rossa 8:42
10 _ Un sassolino dentro la scarpa 3:04
(C) + (P) 2018