HANOI NEW MUSIC FESTIVAL ENSEMBLE 2013
BEING TOGETHER (Lotte Anker, Jakob Riis, Nguyen Thanh Thuy, Ngo Trà My, Pham Thi Hue, Sonx, Kim Ngoc, Patrizia Oliva, Stefano Giust, Terje Thiwång, Henrik Frisk, Stefan Östersjö, Burkhard Beins)
CD digisleeve 6 pagine
Nguyen Thanh Thuy _ dàn tranh
Ngo Trà My _ dàn bau
Pham Thi Hue _ ty bà _ dàn dày _ phàch _ voce
Sonx _ percussione
Kim Ngoc _ voce
Lotte Anker _ sax soprano _ sax alto
Jakob Riis _ elettronica
Terje Thiwång _ flauto basso
Henrik Frisk _ elettronica
Stefan Östersjö _ dàn ty bà _ mandolino
Patrizia Oliva _ elettronica _ voce
Stefano Giust _ percussione
Burkhard Beins _ percussione
L'Hanoi New Music Festival 2013 è stato il primo festival internazionale di musiche sperimentali tenutosi in Vietnam, è stato organizzato da Kim Ngoc e si è svolta dal 30 novembre all'8 dicembre coinvolgendo 50 musicisti provenienti da Vietnam, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Italia, Germania, Norvegia e Francia, con 12 performance. Il festival si inserisce in un più ampio programma, la cui centralità consiste nella formazione di una nuova generazione di musicisti vietnamiti, aperti e indirizzati verso i territori della musica contemporanea in tutte le sue forme. Frequenti sono le connessioni con il conservatorio di Hanoi (nel quale infatti tutti i musicisti vietnamiti coinvolti al festival insegnano). I suoi studenti vengono così esposti alle musiche d'oggi, alle sue prassi, imparano ad eseguire la musica del '900, approfondiscono l'elettroacustica, la laptop music, l'improvvisazione radicale et cetera. In tutto questo, un ruolo fondamentale è sostenuto da Kim Ngoc, che da anni lavora in questa direzione con grande tenacia e determinazione, creando il DomDom - The Hub for Experimental Music and Art che è la 'struttura' attraverso la quale porta avanti questa attività.
Nel programma si legge: "DomDom has been created in 2012 as the first independent interdisciplinary center fully dedicated to the operation and advancement of Vietnamese experimental music and its interdisciplinary collaborations with other arts forms. The Center promotes all forms of music and art practices in providing an audience development program that aims to initiate and educate Vietnamese to experimental and contemporary art and in providing music training for young composers/musicians in order to generate a strong foundation for the Vietnamese experimental and contemporary scene. In the same time the center will provide journalism training in order to develop critics thinking and control the quality of the Vietnamese scene. Nowadays DomDom works with several partners in order to maintain an high end quality education program. Soon, the center will be open in brick and mortar in order to host a theater where musicians and artists will be able to perform in a high quality environment".
"(...) Registrato in concerto presso il Teatro della Gioventù di Hanoi l'8 dicembre, Being Together è stato il grande concerto di chiusura del festival, che ha compreso musicisti, compositori e improvvisatori provenienti dal Vietnam e da altri paesi come la Danimarca, la Svezia, l'Italia e la Germania. Infatti, oltre ad aver presentato un proprio progetto all'evento, i musicisti hanno lavorato insieme durante le giornate del festival e hanno sviluppato un dialogo musicale straordinario, sia come singolo esecutore sia come gruppo. Il pezzo è basato su una partitura grafica di Lotte Anker. La musica è davvero interessante, marca un nuovo sound generale con nuove direzioni, grazie a tutti i musicisti e il loro prezioso bagaglio culturale. L'improvvisazione musicale funziona immediatamente tra gli esseri umani, anche se provengono da paesi diversi, con lingue e culture differenti. Nessuna barriera. (Funzionerebbe anche con gli alieni 'buoni'). Kim Ngoc è una compositrice, ha approfondito gli studi musicali in Europa, anche sotto la guida di Karlheinz Stockhausen ed è una polistrumentista e cantante. Pham Thi Hue, oltre a lavorare nella musica contemporanea, è la più grande interprete e virtuosa al mondo di Ca Tru, una musica antica, strumentale e vocale davvero incantevole; non diverse le posizioni delle virtuose Ngo Trà My e Nguyen Thanh Thuy, così come per il percussionista SonX, attivo anche in campo elettroacustico. Lotte Anker (Danimarca) è una affermata saxofonista nel campo del free jazz e della musica improvvisata, è compositrice e didatta. Jacob Riis (Danimarca) è un compositore elettroacustico e improvvisatore. Stefan Östersjö (Svezia) è un compositore e chitarrista virtuoso e teorico della musica, lavora nel campo della musica contemporanea ma anche dell'improvvisazione. Terje Thiwång (Svezia) è un virtuoso del flauto e lavora soprattutto nel campo della musica contemporanea. Henrik Frisk (Svezia) è un compositore, saxofonista, teorico musicale e profondo conoscitore delle prassi elettroacustiche e della computer music. Burkhard Beins (Germania) è riconosciuto come uno dei percussionisti più evoluti e sperimentali in circolazione, lavora principalmente nel campo della musica improvvisata. Gli italiani Patrizia Oliva e Stefano Giust sono già presenti in svariate produzioni di questo catalogo." Sonic Escape, 2015.
"(...) Questo disco è stato inserito tra i dischi dell'anno 2015, secondo Ettore Garzia di Percorsi Musicali.
"(...) Mentre in Europa i musicisti dell'improvvisazione libera lamentano l'indifferenza degli organizzatori e la diminuzione degli spazi concertistici, in Vietnam un circolo di colti improvvisatori sta facendo di tutto per creare il contrario: la storia musicale del Vietnam ha certamente subito un trapasso economico, che passa attraverso un irrobustimento dei gruppi di studio, delle presenze culturali, la preservazione della propria tradizione (anche di fronte ad un evidente intromissione derivata dagli Occidentali) e l'allargamento degli spazi musicali e delle esperienze dei luoghi d'arte. Anche il linguaggio dell'improvvisazione sembra si sia aggiornato assieme alla tradizione musicale, in un periodo in cui la globalizzazione pretende il comando delle operazioni: resta sempre una sorta di status connaturato alla persona che si insinua con un portamento storico nell'espressione sonora; tuttavia si tratta di improvvisazione che proviene da un segmento di compositori di estrazione classica del tutto votata alla stranezza delle soluzioni: c'è una vicinanza di molti compositori del Vietnam agli stilemi della musica contemporanea occidentale in un paese in cui atonalità, avanguardie post-Cage o sperimentazione elettronica e digitale sono ombre di cui non se ne riconosce la portata. Alcuni intraprendenti compositori/musicisti vietnamiti sono diventati dunque dei ponti rivelatori di una nuova nicchia colta della musica del paese, con preghiera di divulgazione delle proprie musicalità all'estero (prerogative raggiungibili con concerti e con la messa in atto di organizzazioni esterne). E' sulla base di queste considerazioni che la cantante Kim Ngoc, meritevole di aver creato un primo serio approfondimento dell'improvvisazione nel suo paese con le tematiche della sperimentazione (è a lei che di deve l'Hub for Experimental Music and Art nato a Hanoi qualche anno fa), ha lanciato nel 2013 un festival, l'Hanoi New Festival, teso a promuovere i connubi tra arte vietnamita, improvvisazione libera e trance contemporanea, coinvolgendo una serie di musicisti di nazionalità diverse, in un programma corale performativo che raccoglieva compositori/improvvisatori della scena nazionale vietnamita nonché alcuni improvvisatori europei particolarmente in tema; la Ngoc, che ha studiato a Colonia partecipando anche ai corsi estivi di Stockhausen, ha invitato un eccellente gruppo di improvvisatori dell'area nordica (i danesi Lotte Anker e Jakob Riis, gli svedesi Stefan Ortesjo, Terje Thiwang, Henrik Frisk) ed europei (il tedesco Burkhard Beins e i nostri Stefano Giust e Patrizio Oliva) di fianco a personalità artistiche operanti con direzionalità identica a quella della Ngoc (essi sono Nguyen Thanh Thuy, Ngo Trà My, Pham Thi Hue e Sonx), tutti muniti di propri strumenti tradizionali. La registrazione di quell'esibizione è contenuta nelle tre parti di Being Together: impostato su un evidente interscambio di strumentazione dello stesso tipo tra oriente ed occidente al netto dei fiati (il canto, gli strumenti a corda artigianali, le percussioni, l'elettronica), il concerto si libra in un'atmosfera tipica del teatro contemporaneo: con il buio in sala e la luce esclusiva sugli artisti riuniti in semicerchio, esso trae linfa da un'enigmaticità dei suoni e del canto che denota specificità gestuali e posizioni elettroacustiche. C'è un profondo senso della modernità in queste improvvisazioni dall'aspetto allucinato che si porgono all'ascoltatore munite di due fattori chiave: il primo è l'aberrazione di qualsiasi esotismo della musica, dove la libertà che si concede al musicista è un frutto della volontà di trascendere immagini da paesaggio turistico per entrare nelle particelle intime della tradizione, quelle che consentono di separare un lamento antico del canto e trasporlo nella realtà odierna, fatta di solitudine, macchine e computer; il secondo è ridefinire un suono contemporaneo in Vietnam che non sia solo propaggine di teorie musicali occidentali, un evento sul quale lo stesso Occidente da tempo si sta interrogando senza avere più una risposta concreta. La partecipazione di tutti i musicisti ad un sound senza confini, in cui ognuno porta in modalità distillata un pezzo di musica rimasto scolpito nella propria memoria, consente di intercettare emotivamente situazioni delle più disparate e distribuite sul piano temporale: il particolare stile libero usato su dàn tranh o dàn bau di fianco ad un campionamento può rivelare nuove prospettive per il mantenimento in vita di un senso dell'etnicità ma dare anche una giustificazione all'attuale contemporaneità occidentale (sarebbero auspicabili più interventi sul mondo della composizione/improvvisazione europea odierna integrabile delle nostre tradizioni). E' vero che le suites di "Being together" aprono scenari che non enfatizzano certo la melodia, ma è anche vero che le sonorità completamente liberate di qualsiasi orpello ideologico lanciano i semi di qualcosa che può perdurare; tutto funziona, dal guizzante canto onomatopeico in stile europeo all'agghiacciante lamento di un cerimoniale vietnamita del passato, dallo stridore di corde condiviso tra Bailey e non si sa bene quale locale sconquassato di Hanoi alle percussioni graffianti quanto il solco costruito dall'elettronica; così come i fiati (sax e flauto) risultano divisi tra l'azzeramento (dicasi soppressione del suono naturale) e una sponda free che sa tanto di locale jazz trapassato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali 2015.
"(...) This has greatly impressed and pleased me!" Philip Corner, composer.
"(...) Although more closely associated with 1960s’ Vietnam War designators like the Ho Chi Minh trail and the Hanoi Hilton, there’s now an improvised music scene in Hanoi and this disc celebrates the city’s first-ever New Music Festival. A three-party piece based on a graphic score by Danish saxophonist Lotte Anker, the performance was the finale of the 10-day fest with participation from five locals playing traditional instruments as well as eight attendees from Sweden, Denmark, Italy and Germany. Many attempt at creating cross-cultural music fall into the category of so-called World Music, which slams together divergent sounds with the brutality of trying to erect a Trump Tower next to the Tr?n Qu?c Pagoda, Hanoi’s oldest Buddhist temple. Dissonance works in Being Together’s favor however. Plucked textures from the ?àn ?áy (three-string Vietnamese lute) or ?àn b?u (one-string indigenous zither), sit comfortably alongside manipulated drones from the electronics of Jakob Riis, Patrizia Oliva and Henrik Frisk. Resolution arrives in “Part 3” in a performance of near-Free-Jazz abandon as tones from Anker’s soprano saxophone and Terje Thiwån’s flute showcase slurred double counterpoint, underscored by crackling slaps from percussionists Burkhard Beins and Stefano Giust, while the string players radically twang and plink as if they were the Viet Cong’s favorite bluegrass band. Distinctive bifurcation still exists though. On earlier tracks, Oliva’s Occidental bel-canto-like warbles and Kim Ngoc’s Oriental throat wiggling are electro-distorted or paired with nearly identical horn expositions. As extraneous tones ranging from miniature finger-cymbal jangles and harmonium-like electronics fills retreat, the vibrating romanticisms and exotic chipmunk-like vocal chattering of both become evident. Reaching a climax of whistling, spluttering and buzzing, the acoustic, vocal and electronic timbres meld confirming the truth of the title. Being Together is a notable historical as well as musical achievement. In future, what would be equally fascinating is to find out how Vietnamese improvisers are creating their own electro-acoustic sounds." Ken Waxman, Jazz Word, 2016 + Music Works #124, 2016.
01 _ Being Together part 1 10:32
02 _ Being Together part 2 19:35
03 _ Being Together part 3 17:04
(C) + (P) 2015
CD digisleeve 6 pages
Nguyen Thanh Thuy _ dàn tranh
Ngo Trà My _ dàn bau
Pham Thi Hue _ ty bà _ dàn dày _ phàch _ vocal
Sonx _ percussion
Kim Ngoc _ vocal
Lotte Anker _ soprano sax _ alto sax
Jakob Riis _ electronics
Terje Thiwång _ bass flute
Henrik Frisk _ electronics
Stefan Östersjö _ dàn ty bà _ mandolin
Patrizia Oliva _ electronics _ vocal
Stefano Giust _ percussion
Burkhard Beins _ percussion
From the brochure of the event: "The Hanoi New Music Festival is the first ever experimental music fastival to be held in Vietnam. From November 30th to December 8th 2013, the festival will be a focal point for both emerging and established local and international experimental musicians. The aim of the Festival is to present outstaning international productions as well as new commissioned compositions by Vietnamese composers. The Festival will reflects recent artistic, social and techincal developments in the music culture and will create a new adventurous vision for the music scene in Vietnam. Composer Kim Ngoc, the initiator, gathers around 50 musicians from 8 different countires including Vietnam, Sweden, Denmark, UK, Italy, Germany, Norway and France. With the theme 'The Blind Spot', the Festival aims not to gaps in knowledge, but also to generate synergetic effects to strengthen musical infrastructures between Vietnam and the worldwide contemporary music scene. Joint projects are therefore also a means of identifying the blind spots in one's own perception and viewpoints. The Festival aspires to be a catalyst to kick-start conversations and collaborations among local and international practitioners of music and other art forms: a playground for various types of artistic expression togather and interact; and a transitional meeting point to further encourage musical and artistic exchange. The Hanoi New Music Festival 2013 will take place at DomDom and in theatres and public spaces around the city, depending on the requirements and nature of each performance."
All this points were achieved! Being Together was the big closing performance of the festival, that included prominent music improvisers.
"(...) The music was recorded in concert at the Youth Theater of Hanoi, Vietnam, on December 08th. The musicians worked together during the festival, in addition to their own projects presented at the event and they developed an extraordinary musical dialogue, as an individual performer or mixed group. The piece is based on a graphic score by Lotte Anker. Musical improvisation is a rare thing that works immediately in and between humans, even if they come from different countries, languages and culture. No barriers. Kim Ngoc is a composer (she has studied also with Karlheinz Stockhausen) and is a music educator and a tireless promoter of new music in her native country. She starts the DomDom - The Hub for Experimental Music and Art.
"DomDom has been created in 2012 as the first independent interdisciplinary center fully dedicated to the operation and advancement of Vietnamese experimental music and its interdisciplinary collaborations with other arts forms. The Center promotes all forms of music and art practices in providing an audience development program that aims to initiate and educate Vietnamese to experimental and contemporary art and in providing music training for young composers/musicians in order to generate a strong foundation for the Vietnamese experimental and contemporary scene. In the same time the center will provide journalism training in order to develop critics thinking and control the quality of the Vietnamese scene. Nowadays DomDom works with several partners in order to maintain an high end quality education program. Soon, the center will be open in brick and mortar in order to host a theater where musicians and artists will be able to perform in a high quality environment"). Pham Thi Hue, in addition to working in contemporary music, is the largest virtuoso interpreter in the world of Ca Tru, an early music (really lovely instrumental and vocal music); not different positions the other Vietnamise musicians as the virtuous Nguyen Thanh Ngo and Trà My Thuy, as well as for the percussionist SonX, also active in the field of electro-acoustic. Lotte Anker (Denmark) is a well known saxophonist, works in the field of free jazz and improvised music, she is a composer and music educator. Jacob Riis (Denmark) is an electroacoustic composer and improviser. Stefan Östersjö (Sweden) is a virtuoso guitarist, composer, music theorist and educator, works in the field of contemporary music and improvisation. Terje Thiwång (Sweden) is a virtuoso of the flute and works mainly in the field of contemporary music. Henrik Frisk (Sweden) is a composer, saxophonist, music theorist and expert on the practices of electroacoustic and computer music. Burkhard Beins (Germany) is recognized as one of the most advanced and experimental percussionists, works primarily in the field of improvised music. Italians Patrizia Oliva and Stefano Giust are already well presented on this catalogue." Sonic Escape, 2015.
"(...) This has greatly impressed and pleased me!" Philip Corner, composer.
"(...) Although more closely associated with 1960s’ Vietnam War designators like the Ho Chi Minh trail and the Hanoi Hilton, there’s now an improvised music scene in Hanoi and this disc celebrates the city’s first-ever New Music Festival. A three-party piece based on a graphic score by Danish saxophonist Lotte Anker, the performance was the finale of the 10-day fest with participation from five locals playing traditional instruments as well as eight attendees from Sweden, Denmark, Italy and Germany. Many attempt at creating cross-cultural music fall into the category of so-called World Music, which slams together divergent sounds with the brutality of trying to erect a Trump Tower next to the Tr?n Qu?c Pagoda, Hanoi’s oldest Buddhist temple. Dissonance works in Being Together’s favor however. Plucked textures from the ?àn ?áy (three-string Vietnamese lute) or ?àn b?u (one-string indigenous zither), sit comfortably alongside manipulated drones from the electronics of Jakob Riis, Patrizia Oliva and Henrik Frisk. Resolution arrives in “Part 3” in a performance of near-Free-Jazz abandon as tones from Anker’s soprano saxophone and Terje Thiwån’s flute showcase slurred double counterpoint, underscored by crackling slaps from percussionists Burkhard Beins and Stefano Giust, while the string players radically twang and plink as if they were the Viet Cong’s favorite bluegrass band. Distinctive bifurcation still exists though. On earlier tracks, Oliva’s Occidental bel-canto-like warbles and Kim Ngoc’s Oriental throat wiggling are electro-distorted or paired with nearly identical horn expositions. As extraneous tones ranging from miniature finger-cymbal jangles and harmonium-like electronics fills retreat, the vibrating romanticisms and exotic chipmunk-like vocal chattering of both become evident. Reaching a climax of whistling, spluttering and buzzing, the acoustic, vocal and electronic timbres meld confirming the truth of the title. Being Together is a notable historical as well as musical achievement. In future, what would be equally fascinating is to find out how Vietnamese improvisers are creating their own electro-acoustic sounds." Ken Waxman, Jazz Word, 2016 + Music Works #124, 2016.
"(...) This record is one of the albums of the year 2015, by Ettore Garzia, Percorsi Musicali.
"(...) Mentre in Europa i musicisti dell'improvvisazione libera lamentano l'indifferenza degli organizzatori e la diminuzione degli spazi concertistici, in Vietnam un circolo di colti improvvisatori sta facendo di tutto per creare il contrario: la storia musicale del Vietnam ha certamente subito un trapasso economico, che passa attraverso un irrobustimento dei gruppi di studio, delle presenze culturali, la preservazione della propria tradizione (anche di fronte ad un evidente intromissione derivata dagli Occidentali) e l'allargamento degli spazi musicali e delle esperienze dei luoghi d'arte. Anche il linguaggio dell'improvvisazione sembra si sia aggiornato assieme alla tradizione musicale, in un periodo in cui la globalizzazione pretende il comando delle operazioni: resta sempre una sorta di status connaturato alla persona che si insinua con un portamento storico nell'espressione sonora; tuttavia si tratta di improvvisazione che proviene da un segmento di compositori di estrazione classica del tutto votata alla stranezza delle soluzioni: c'è una vicinanza di molti compositori del Vietnam agli stilemi della musica contemporanea occidentale in un paese in cui atonalità, avanguardie post-Cage o sperimentazione elettronica e digitale sono ombre di cui non se ne riconosce la portata. Alcuni intraprendenti compositori/musicisti vietnamiti sono diventati dunque dei ponti rivelatori di una nuova nicchia colta della musica del paese, con preghiera di divulgazione delle proprie musicalità all'estero (prerogative raggiungibili con concerti e con la messa in atto di organizzazioni esterne). E' sulla base di queste considerazioni che la cantante Kim Ngoc, meritevole di aver creato un primo serio approfondimento dell'improvvisazione nel suo paese con le tematiche della sperimentazione (è a lei che di deve l'Hub for Experimental Music and Art nato a Hanoi qualche anno fa), ha lanciato nel 2013 un festival, l'Hanoi New Festival, teso a promuovere i connubi tra arte vietnamita, improvvisazione libera e trance contemporanea, coinvolgendo una serie di musicisti di nazionalità diverse, in un programma corale performativo che raccoglieva compositori/improvvisatori della scena nazionale vietnamita nonché alcuni improvvisatori europei particolarmente in tema; la Ngoc, che ha studiato a Colonia partecipando anche ai corsi estivi di Stockhausen, ha invitato un eccellente gruppo di improvvisatori dell'area nordica (i danesi Lotte Anker e Jakob Riis, gli svedesi Stefan Ortesjo, Terje Thiwang, Henrik Frisk) ed europei (il tedesco Burkhard Beins e i nostri Stefano Giust e Patrizio Oliva) di fianco a personalità artistiche operanti con direzionalità identica a quella della Ngoc (essi sono Nguyen Thanh Thuy, Ngo Trà My, Pham Thi Hue e Sonx), tutti muniti di propri strumenti tradizionali. La registrazione di quell'esibizione è contenuta nelle tre parti di Being Together: impostato su un evidente interscambio di strumentazione dello stesso tipo tra oriente ed occidente al netto dei fiati (il canto, gli strumenti a corda artigianali, le percussioni, l'elettronica), il concerto si libra in un'atmosfera tipica del teatro contemporaneo: con il buio in sala e la luce esclusiva sugli artisti riuniti in semicerchio, esso trae linfa da un'enigmaticità dei suoni e del canto che denota specificità gestuali e posizioni elettroacustiche. C'è un profondo senso della modernità in queste improvvisazioni dall'aspetto allucinato che si porgono all'ascoltatore munite di due fattori chiave: il primo è l'aberrazione di qualsiasi esotismo della musica, dove la libertà che si concede al musicista è un frutto della volontà di trascendere immagini da paesaggio turistico per entrare nelle particelle intime della tradizione, quelle che consentono di separare un lamento antico del canto e trasporlo nella realtà odierna, fatta di solitudine, macchine e computer; il secondo è ridefinire un suono contemporaneo in Vietnam che non sia solo propaggine di teorie musicali occidentali, un evento sul quale lo stesso Occidente da tempo si sta interrogando senza avere più una risposta concreta. La partecipazione di tutti i musicisti ad un sound senza confini, in cui ognuno porta in modalità distillata un pezzo di musica rimasto scolpito nella propria memoria, consente di intercettare emotivamente situazioni delle più disparate e distribuite sul piano temporale: il particolare stile libero usato su dàn tranh o dàn bau di fianco ad un campionamento può rivelare nuove prospettive per il mantenimento in vita di un senso dell'etnicità ma dare anche una giustificazione all'attuale contemporaneità occidentale (sarebbero auspicabili più interventi sul mondo della composizione/improvvisazione europea odierna integrabile delle nostre tradizioni). E' vero che le suites di "Being together" aprono scenari che non enfatizzano certo la melodia, ma è anche vero che le sonorità completamente liberate di qualsiasi orpello ideologico lanciano i semi di qualcosa che può perdurare; tutto funziona, dal guizzante canto onomatopeico in stile europeo all'agghiacciante lamento di un cerimoniale vietnamita del passato, dallo stridore di corde condiviso tra Bailey e non si sa bene quale locale sconquassato di Hanoi alle percussioni graffianti quanto il solco costruito dall'elettronica; così come i fiati (sax e flauto) risultano divisi tra l'azzeramento (dicasi soppressione del suono naturale) e una sponda free che sa tanto di locale jazz trapassato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali 2015.
01 _ Being Together part 1 10:32
02 _ Being Together part 2 19:35
03 _ Being Together part 3 17:04
(C) + (P) 2015