CORINDILINDOLI
ANDREA MASSARIA / GIANCARLO SCHIAFFINI
SOLD OUT
Andrea Massaria _ chitarra elettrica _ effetti
Giancarlo Schiaffini _ trombone _ effetti
Tiziana Ghiglioni _ voce nel brano 1
Silvia Schiavoni _ voce nel brano 4
Eccellente duo che vede coinvolti due maestri. Giancarlo Schiaffini è una colonna vivente della Storia della Musica, non solo italiana. Basterebbe dire che a lui è dedicata una voce della prestigiosa Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti). Nato a Roma nel 1947 e autodiatta in musica, ha partecipato alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 si perfeziona a Darmstadt con Karlheinz Stockhausen, Gyorgy Ligeti e Vinko Globokar. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. Inoltre BMG, Curci, Edipan, Pentaflowers e Ricordi hanno pubblicato sue composizioni. Ha suonato in tutto il mondo con i più importanti musicisti, tantissimi, tra qui ricordiamo John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, Franco Evangelisti, Mario Schiano, Lol Coxhill e Thurston Moore dei Sonic Youth. Membro della Instabile Italian Orchestra. Andrea Massaria inizia lo studio della chitarra classica all’età di undici anni sotto la guida di Guido Percacci. Dopo aver svolto un’intensa attività come chitarrista classico specializzandosi in particolar modo nel repertorio di Bach, Villa Lobos e Barrios Mangorè, dal 1990 si dedica al jazz, alla musica contemporanea, alla sperimentazione e più approfonditamente all’improvvisazione creativa fusa con i concetti armonici e melodici della musica classica contemporanea. Suona con innumerevoli progetti e musicisti, tra cui Francesco Bearzatti, Stefano Senni, Dado Moroni, Jack McDuff, Bobby Durham, Lee Brown, Shawn Monteiro, Bruno Marini, Rosario Bonaccorso, Glauco Venier, Mark Abrams, Zlatko Kaucic, U.T. Gandhi, Danilo Gallo, Giovanni Maier, Arrigo Cappelletti, Butch Morris, Ernie Adams, Dee Alexander, Greg Ward, Michele Rabbia, Oliver Lake. Ha realizzato diverse trasmissioni radiofoniche per la RAI (nazionale e regionale ) per Radio Capodistria, Radio Nazionale Canadese e Radio France. Lavora musicando testi teatrali in special modo con Furio Sandrini (Corvo Rosso) e Paolo Magris, interagisce spesso con pittori e scultori in performances di musica improvvisata. Svolge un'intensa attività didattica sia in istituzioni (Conservatorio di Venezia dove è docente di chitarra jazz) sia in scuole private, sia con seminari. Svolge un’intensa attività concertistica in Italia ed all'estero sia come leader sia come ospite in vari gruppi.
Per maggiori info:
www.andreamassaria.com
www.giancarloschiaffini.com
"(...) Le attuali intuizioni musicali di Andrea Massaria paiono integrarsi alla perfezione con quelle di Giancarlo Schiaffini: è un'integrazione fondata non solo sulla musica, ma anche su altri fattori; per ciò che concerne la musica, se la parte avant del trombonista non può dirsi certo una novità, quella di Massaria è in una sopraggiunta aureola di vivo fervore creativo. Il chitarrista friulano viene da un lungo periodo di rodaggio jazzistico, che lo ha visto crescere artisticamente in maniera progressiva: un primo punto di evidenza dell'artista si può trovare nell'esperienza del quartetto posto in essere con Gallo, Gandhi e Carpentieri, validamente esposta in Tra Apollo e Dionisio; uno stile promanazione di John Scofield lo ha accompagnato nelle altre collaborazioni, sempre più compiute nella ricerca di un'alternativa jazzistica, trovando contrasti di non poco conto con Arrigo Cappelletti e Alessandro Fedrigo; negli ultimi anni si è sviluppata la collaborazione con Schiaffini, che lo ha visto (assieme anche a Giuseppe Signorelli), imbastire musica per un racconto di Pessoa, "Il marinaio". E' forse di qui che bisogna partire per analizzare "Corindilindoli", una registrazione appena pubblicata per Setola di Maiale, di un esibizione di Massaria e Schiaffini fatta in una stanza al secondo piano di un palazzo abitativo al centro di Trieste, a cui era possibile partecipare solo in 20 persone! Una stanza tenuta dall'Associazione Culturale Musica Libera, organizzata a mò di teatrino e corredata del minimo essenziale per le rappresentazioni. Con i propri strumenti primari (chitarra elettrica e trombone), tante preparazioni ed elettronica pre-registrata, i due musicisti si sono imbarcati in una delle avventure musicalmente più rischiose che potessero affrontare. Il jazz di provenienza è stato privato dei suoi legami concreti con la musica e l'esibizione è andata alla ricerca di una magia dettata esclusivamente dall'apporto dei suoni improvvisati: la sperimentazione che aleggia in "Corindilindoli" è un coacervo di indizi musicali, di poetiche letterarie tutte da decifrare per un ascoltatore non dotato della sufficiente informazione culturale utile per carpirne i significati; ma da quella stanza è stato condensata un'idea molto più ampia di quello che si pensi, è il frutto di un pensiero che attribuisce alla musica dei ruoli ulteriori a quelli dichiarati dai musicisti e che possono essere trovati anche oltre la semplice performance. Massaria ha avuto modo di progettare ultimamente panoramiche sonore intrise nei movimenti futuristici, ma l'esperienza con Schiaffini sembra voler affermare un legame più profondo con la poesia simbolista francese (da cui partiva il binomio musica-racconto del "Il Marinaio"), dove l'astrattismo poetico non vuole avere nessun aggancio con vicende sociali o politiche e basa tutto il suo fascino sulla possibilità subliminale di suscitare sensazioni nei presenti alle rappresentazioni. Suggerire contenuti emotivi del momento, questo è lo scopo di Corindilindoli, in cui la fantasia cerca di liberare qualsiasi limite attraverso suoni e rumori che si propongono futuristi solo nell'approccio. Il "momento", snaturato dai suoi connotati canonici, viene rappresentato con suoni in stile libero ottenuti in vario modo: Massaria usa oggetti e tecniche incentrate su ponti e la zona di accordatura, mentre Schiaffini fa di tutto per farci dimenticare l'uso del trombone in chiave jazzistica e i loro interventi sono delineati per sporcarsi, quanto più umanamente possibile, con gli effetti dell'elettronica: le voci della nostra veterana canora, Tiziana Ghiglioni e di Silvia Schiavoni in due brani, accrescono l'instabilità mentale delle strutture musicali. Un approccio superficiale, magari stimolato dai non sense della titolazione, non deve far pensare ad un prodotto aspro e irriverente; "Corindindoli" ha il pregio della "consonanza", che è quella qualità di buona riuscita di ogni sperimentazione sui suoni: riesce in un armonico ideale pur non essendolo affatto e restituisce immagini che conducono ad isole del pensiero del tutto soggettive e che profumano di intelligenza sonora. Questa stanza di Trieste potrebbe fare storia: un progetto che può diventare un fiore all'occhiello della Setola di Maiale." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
"(...) Questo disco è stato inserito tra i dischi dell'anno 2015, secondo Ettore Garzia di Percorsi Musicali.
"(...) Prima di tutto una considerazione circa il luogo in cui questo CD è stato registrato. “La Stanza”, a Trieste, è una sorta di anfratto resistente, un posto molto piccolo (può accogliere non più di 25-30 persone) da cui porre in atto operazioni di contro-potere, vero scoglio opponentesi alla marea di “escrezioni sonore” (Guido Ceronetti) che inquinano costantemente e ovunque la nostra vita. Andrea Massaria (e con lui Davide Casali e Luisa Franco) è l’animatore principe di questa meravigliosa cittadella, sia come musicista che come “didatta” (di enorme interesse i suoi laboratori d’ascolto), che come programmatore di eventi. In “Coriandilindoli” accanto a questo straordinario “suonatore di chitarra” Giancarlo Schiaffini, tra i padri dell’avanguardia italiana a confine tra mondo “colto” e jazz creativo (sebbene un suo libro di un certo successo sia intitolato “E non chiamatelo Jazz", 2011, Auditorium edizioni) di cui si ricordano le collaborazioni con musicisti del calibro di Luigi Nono, John Cage, Giacinto Scelsi, Anthony Braxton, Cecil Taylor e innumerevoli altri. Il trombonista-tubista romano è l’autore del brano d’esordio del disco, Chirullimaconi, aperto dalla voce pre-registrata ed elettronicamente trattata di Tiziana Ghiglioni, che definisce le coordinate del lavoro, sospeso tra utilizzo creativo dell’elettronica e un approccio strumentale che Derek Bailey avrebbe chiamato “non-idiomatico”. A seguire una composizione del musicista triestino intitolata Ama chi ba! introdotto dalla chitarra dell’autore “stimolata” da un piccolo ventilatore a batteria il cui timbro alieno è trafitto dal suono terrestre e a-melodico del trombone di Schiaffini (nella foto a destra). Nel suo dipanarsi la composizione diviene via via maggiormente incentrata su un approccio melodico “puro”. La terza traccia (Spray immorale), ancora di Massaria, è connotata da rapidissime frasi chitarristiche (inconfondibile il “sound”), da maelstrom elettronici quasi-noise e da note lunghe del trombone (contrapposizione?). Tutto il disco è sempre fortemente imperniato su una ricerca timbrica notevolmente avanzata. Ho veduto volare è musica da spazio esterno, da volo lunare, i frammenti melodici di Massaria non forniscono appigli, si librano liberamente laddove il trombone funge da campo gravitazionale. La voce pre-registrata è stavolta di Silvia Schiavoni (già al fianco di Schiaffini in diversi progetti), ecco apparire una figura quasi-ostinata, basata su poche note reiterate, ma è un attimo e si torna ad aleggiare in atmosfere extraterrestri. Sensazioni filamentose è titolo emblematico dell’ottica compositivo-improvvisativa di Massaria, fondato spesso su suggestioni sinestesiche qui magnificamente raccolte da uno Schiaffini quanto mai lirico. Chiudono il disco due brani del musicista romano: Tapiri, la composizione più lunga del set, ancora una volta caratterizzata da sonorità siderali evocate dall’elettronica (quasi un Webern colpito da horror vacui), rese ancora più cosmiche dal lungo riverberarsi della chitarra che diventa poi più “fraseggiante” - il fraseggio di Massaria (nella foto a sinistra) è assolutamente peculiare essendo basato su un approccio intervallare invece che scalare - con un finale in cui fa capolino il parametro “ritmo”; e Achab’s dream in cui la melvilliana Moby Dick è subito convocata sulla scena acustica dai registri gravissimi emessi da Schiaffini sui quali Massaria infierisce con sorte di frustrate armoniche riverberate. Stefano Giust, con Setola di maiale, ci ha abituati a produzioni di altissimo livello artistico e questo disco non fa eccezione, stagliandosi anzi come un’opera di primo piano nel panorama sperimentale non solo italiano." Alessandro Seravalle, Distorsioni, 2015.
"(...) Sette movimenti ripresi dal vivo a Trieste (La Stanza) durante un intimo live per venti ascoltatori, con la chitarra elettrica, il trombone e gli effetti di Andrea Massaria e Giancarlo Schiaffini, impegnati nella trasposizione in note, di una partitura grafica del futurista Fortunato Depero (“Verbalizzazione Astratta Di Signora”), che in brevi capitoli, tratteggia le grazie di una donna. Colori, profumi, gioielli e merletti, che il duo evoca con tattile e cangiante grazia pittorica. Son macchie di colore che si espandono su tela quelle che ci propongono. Chiudete gli occhi e poi ditemi. Con le corde di Massaria, sollecitate da intrusioni delicate di oggetti, ad intavolar discussioni, intrecci e battibecchi con le espansioni fiatistiche di Schiaffini. Reazioni istantanee e contatti (con l'elettronica ad ampliarne le possibilità espressive). Spilli appuntiti, volute di fumo, calori improvvisi e distese luminose. Di grazia, che rifugge spesso la corruzione della parola. Avvicinamenti e distanze, snaturare e riaccordare in modalità inusuale. Il jazz, la contemporanea, briciole di noise e l'impatto fluido della fantasia. In un paio di brani, le voci pre-registrate di Tiziana Ghiglioni e Silvia Schiavoni. Datemi retta, non c'è nulla da capire o concettualizzare, solo e soltanto, ascoltare." Marco Carcasi, Kathodik, 2015.
"(...) Registrazione live su composizioni (formalmente) suddivise quasi al cinquanta per cento (ma di fatto ampiamente composte in collaborazione performativa) per questo duo di ben noti improvvisatori quali Andrea Massaria e Giancarlo Schiaffini, impegnati ciascuno al proprio strumento e all'elettronica. Come ben può immaginare chi conosca i musicisti, non si tratta di un disco "semplice": quasi del tutto assenti le linee melodiche di entrambi gli strumenti; suoni e rumori si succedono nell'alternarsi delle chiamate e delle risposte; gli scenari sono perlopiù introspettivi, con il trombone che "borbotta" volgendosi verso l'interno e la chitarra che apre verso sonorità più ampie; le registrazioni (ci sono anche le voci di Tiziana Ghiglioni e Silvia Schiavoni) e le elaborazioni elettroniche arricchiscono l'universo cromatico e rendono più articolati i brani. Con tutto ciò, la peculiarità dell'album sta comunque nell'immediatezza, che si può apprezzare attraverso un ascolto che metta da parte ogni precomprensione.
In un lavoro sostanzialmente omogeneo per complessità e cifra, spicca la traccia più lunga, "Tapiri," di oltre undici minuti, nella quale i suoni si organizzano in modo forse in modo più lineare, così da formare un affresco complesso, ma anche fascinosamente coinvolgente." Neri Pollastri, All About Jazz, 2016.
01 _ Chirullimaconi
02 _ Ama Chi Ba!
03 _ Spry Immorale
04 _ Ho Veduto Volare
05 _ Sensazioni Filamentose
06 _ Tapiri
07 _ Achab's Dream
(C) + (P) 2015
SOLD OUT
Andrea Massaria _ electric guitar _ effects
Giancarlo Schiaffini _ trombone _ effects
Tiziana Ghiglioni _ voice on track 1
Silvia Schiavoni _ voice on track 4
Excellent duo involving two masters. Giancarlo Schiaffini is a composer, trombonist and tubist, born in Rome in 1942. Self-taught, he appeared as soloist in the first free-jazz concerts in Italy and subsequently presented his own compositions widely in the mid 1960’s. In 1970 he studied at Darmstadt with Karlheinz Stockhausen, Gyorgy Ligeti e Vinko Globokar. He is member of the well known Italian Instabile Orchestra. He plays contemporary music, jazz and improvisation in concerts and international festivals all over the world. Mr. Schiaffini has collaborated with John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, Franco Evangelisti, Mario Schiano, Lol Coxhill, Thurston Moore of Sonic Youth and many many more musicians. He has recorded for BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. His music has been published by BMG, Curci, Edipan and Ricordi. The Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) and the Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti) dedicate an entry-word to Mr Schiaffini. Andrea Massaria began studying classical guitar at the age of eleven, under the guidance of Guido Percacci. Having worked extensively as a classical guitarist specializing in the repertoire of Bach, Villa Lobos and Barrios Mangorè, since 1990 he is focused on jazz, contemporary music, experimentation and creative improvisation where harmonic and melodic concepts of contemporary classical music are the basis. He plays with many projects and musicians, including Francesco Bearzatti, Stefano Senni, Dado Moroni, Jack McDuff, Bobby Durham, Lee Brown, Shawn Monteiro, Bruno Marini, Rosario Bonaccorso, Glauco Venier, Mark Abrams, Zlatko Kaucic, UT Gandhi, Danilo Gallo, John Maier, Arrigo Cappelletti, Butch Morris, Ernie Adams, Dee Alexander, Greg Ward, Michael Anger, Oliver Lake. He has produced as musician, several radio programs for RAI - Italian national broadcast, for Radio Koper for Canadian National Radio and Radio France. He also works on music for theater, especially with Furio Sandrini (Corvo Rosso) and Paolo Magris. He often interacts with painters and sculptors in performances of improvised music. He's very active both in teaching institutions (Venice Conservatory, where he teaches jazz guitar) and in private schools, plus seminars. He performs many concerts in Italy and abroad both as a leader and as a guest in various groups.
For more info:
www.andreamassaria.com
www.giancarloschiaffini.com
"(...) Le attuali intuizioni musicali di Andrea Massaria paiono integrarsi alla perfezione con quelle di Giancarlo Schiaffini: è un'integrazione fondata non solo sulla musica, ma anche su altri fattori; per ciò che concerne la musica, se la parte avant del trombonista non può dirsi certo una novità, quella di Massaria è in una sopraggiunta aureola di vivo fervore creativo. Il chitarrista friulano viene da un lungo periodo di rodaggio jazzistico, che lo ha visto crescere artisticamente in maniera progressiva: un primo punto di evidenza dell'artista si può trovare nell'esperienza del quartetto posto in essere con Gallo, Gandhi e Carpentieri, validamente esposta in Tra Apollo e Dionisio; uno stile promanazione di John Scofield lo ha accompagnato nelle altre collaborazioni, sempre più compiute nella ricerca di un'alternativa jazzistica, trovando contrasti di non poco conto con Arrigo Cappelletti e Alessandro Fedrigo; negli ultimi anni si è sviluppata la collaborazione con Schiaffini, che lo ha visto (assieme anche a Giuseppe Signorelli), imbastire musica per un racconto di Pessoa, "Il marinaio". E' forse di qui che bisogna partire per analizzare "Corindilindoli", una registrazione appena pubblicata per Setola di Maiale, di un esibizione di Massaria e Schiaffini fatta in una stanza al secondo piano di un palazzo abitativo al centro di Trieste, a cui era possibile partecipare solo in 20 persone! Una stanza tenuta dall'Associazione Culturale Musica Libera, organizzata a mò di teatrino e corredata del minimo essenziale per le rappresentazioni. Con i propri strumenti primari (chitarra elettrica e trombone), tante preparazioni ed elettronica pre-registrata, i due musicisti si sono imbarcati in una delle avventure musicalmente più rischiose che potessero affrontare. Il jazz di provenienza è stato privato dei suoi legami concreti con la musica e l'esibizione è andata alla ricerca di una magia dettata esclusivamente dall'apporto dei suoni improvvisati: la sperimentazione che aleggia in "Corindilindoli" è un coacervo di indizi musicali, di poetiche letterarie tutte da decifrare per un ascoltatore non dotato della sufficiente informazione culturale utile per carpirne i significati; ma da quella stanza è stato condensata un'idea molto più ampia di quello che si pensi, è il frutto di un pensiero che attribuisce alla musica dei ruoli ulteriori a quelli dichiarati dai musicisti e che possono essere trovati anche oltre la semplice performance. Massaria ha avuto modo di progettare ultimamente panoramiche sonore intrise nei movimenti futuristici, ma l'esperienza con Schiaffini sembra voler affermare un legame più profondo con la poesia simbolista francese (da cui partiva il binomio musica-racconto del "Il Marinaio"), dove l'astrattismo poetico non vuole avere nessun aggancio con vicende sociali o politiche e basa tutto il suo fascino sulla possibilità subliminale di suscitare sensazioni nei presenti alle rappresentazioni. Suggerire contenuti emotivi del momento, questo è lo scopo di Corindilindoli, in cui la fantasia cerca di liberare qualsiasi limite attraverso suoni e rumori che si propongono futuristi solo nell'approccio. Il "momento", snaturato dai suoi connotati canonici, viene rappresentato con suoni in stile libero ottenuti in vario modo: Massaria usa oggetti e tecniche incentrate su ponti e la zona di accordatura, mentre Schiaffini fa di tutto per farci dimenticare l'uso del trombone in chiave jazzistica e i loro interventi sono delineati per sporcarsi, quanto più umanamente possibile, con gli effetti dell'elettronica: le voci della nostra veterana canora, Tiziana Ghiglioni e di Silvia Schiavoni in due brani, accrescono l'instabilità mentale delle strutture musicali. Un approccio superficiale, magari stimolato dai non sense della titolazione, non deve far pensare ad un prodotto aspro e irriverente; "Corindindoli" ha il pregio della "consonanza", che è quella qualità di buona riuscita di ogni sperimentazione sui suoni: riesce in un armonico ideale pur non essendolo affatto e restituisce immagini che conducono ad isole del pensiero del tutto soggettive e che profumano di intelligenza sonora. Questa stanza di Trieste potrebbe fare storia: un progetto che può diventare un fiore all'occhiello della Setola di Maiale." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
"(...) This record is one of the albums of the year 2015, by Ettore Garzia, Percorsi Musicali.
"(...) Prima di tutto una considerazione circa il luogo in cui questo CD è stato registrato. “La Stanza”, a Trieste, è una sorta di anfratto resistente, un posto molto piccolo (può accogliere non più di 25-30 persone) da cui porre in atto operazioni di contro-potere, vero scoglio opponentesi alla marea di “escrezioni sonore” (Guido Ceronetti) che inquinano costantemente e ovunque la nostra vita. Andrea Massaria (e con lui Davide Casali e Luisa Franco) è l’animatore principe di questa meravigliosa cittadella, sia come musicista che come “didatta” (di enorme interesse i suoi laboratori d’ascolto), che come programmatore di eventi. In “Coriandilindoli” accanto a questo straordinario “suonatore di chitarra” Giancarlo Schiaffini, tra i padri dell’avanguardia italiana a confine tra mondo “colto” e jazz creativo (sebbene un suo libro di un certo successo sia intitolato “E non chiamatelo Jazz", 2011, Auditorium edizioni) di cui si ricordano le collaborazioni con musicisti del calibro di Luigi Nono, John Cage, Giacinto Scelsi, Anthony Braxton, Cecil Taylor e innumerevoli altri. Il trombonista-tubista romano è l’autore del brano d’esordio del disco, Chirullimaconi, aperto dalla voce pre-registrata ed elettronicamente trattata di Tiziana Ghiglioni, che definisce le coordinate del lavoro, sospeso tra utilizzo creativo dell’elettronica e un approccio strumentale che Derek Bailey avrebbe chiamato “non-idiomatico”. A seguire una composizione del musicista triestino intitolata Ama chi ba! introdotto dalla chitarra dell’autore “stimolata” da un piccolo ventilatore a batteria il cui timbro alieno è trafitto dal suono terrestre e a-melodico del trombone di Schiaffini (nella foto a destra). Nel suo dipanarsi la composizione diviene via via maggiormente incentrata su un approccio melodico “puro”. La terza traccia (Spray immorale), ancora di Massaria, è connotata da rapidissime frasi chitarristiche (inconfondibile il “sound”), da maelstrom elettronici quasi-noise e da note lunghe del trombone (contrapposizione?). Tutto il disco è sempre fortemente imperniato su una ricerca timbrica notevolmente avanzata. Ho veduto volare è musica da spazio esterno, da volo lunare, i frammenti melodici di Massaria non forniscono appigli, si librano liberamente laddove il trombone funge da campo gravitazionale. La voce pre-registrata è stavolta di Silvia Schiavoni (già al fianco di Schiaffini in diversi progetti), ecco apparire una figura quasi-ostinata, basata su poche note reiterate, ma è un attimo e si torna ad aleggiare in atmosfere extraterrestri. Sensazioni filamentose è titolo emblematico dell’ottica compositivo-improvvisativa di Massaria, fondato spesso su suggestioni sinestesiche qui magnificamente raccolte da uno Schiaffini quanto mai lirico. Chiudono il disco due brani del musicista romano: Tapiri, la composizione più lunga del set, ancora una volta caratterizzata da sonorità siderali evocate dall’elettronica (quasi un Webern colpito da horror vacui), rese ancora più cosmiche dal lungo riverberarsi della chitarra che diventa poi più “fraseggiante” - il fraseggio di Massaria (nella foto a sinistra) è assolutamente peculiare essendo basato su un approccio intervallare invece che scalare - con un finale in cui fa capolino il parametro “ritmo”; e Achab’s dream in cui la melvilliana Moby Dick è subito convocata sulla scena acustica dai registri gravissimi emessi da Schiaffini sui quali Massaria infierisce con sorte di frustrate armoniche riverberate. Stefano Giust, con Setola di maiale, ci ha abituati a produzioni di altissimo livello artistico e questo disco non fa eccezione, stagliandosi anzi come un’opera di primo piano nel panorama sperimentale non solo italiano." Alessandro Seravalle, Distorsioni, 2015.
"(...) Sette movimenti ripresi dal vivo a Trieste (La Stanza) durante un intimo live per venti ascoltatori, con la chitarra elettrica, il trombone e gli effetti di Andrea Massaria e Giancarlo Schiaffini, impegnati nella trasposizione in note, di una partitura grafica del futurista Fortunato Depero (“Verbalizzazione Astratta Di Signora”), che in brevi capitoli, tratteggia le grazie di una donna. Colori, profumi, gioielli e merletti, che il duo evoca con tattile e cangiante grazia pittorica. Son macchie di colore che si espandono su tela quelle che ci propongono. Chiudete gli occhi e poi ditemi. Con le corde di Massaria, sollecitate da intrusioni delicate di oggetti, ad intavolar discussioni, intrecci e battibecchi con le espansioni fiatistiche di Schiaffini. Reazioni istantanee e contatti (con l'elettronica ad ampliarne le possibilità espressive). Spilli appuntiti, volute di fumo, calori improvvisi e distese luminose. Di grazia, che rifugge spesso la corruzione della parola. Avvicinamenti e distanze, snaturare e riaccordare in modalità inusuale. Il jazz, la contemporanea, briciole di noise e l'impatto fluido della fantasia. In un paio di brani, le voci pre-registrate di Tiziana Ghiglioni e Silvia Schiavoni. Datemi retta, non c'è nulla da capire o concettualizzare, solo e soltanto, ascoltare." Marco Carcasi, Kathodik, 2015.
"(...) Registrazione live su composizioni (formalmente) suddivise quasi al cinquanta per cento (ma di fatto ampiamente composte in collaborazione performativa) per questo duo di ben noti improvvisatori quali Andrea Massaria e Giancarlo Schiaffini, impegnati ciascuno al proprio strumento e all'elettronica. Come ben può immaginare chi conosca i musicisti, non si tratta di un disco "semplice": quasi del tutto assenti le linee melodiche di entrambi gli strumenti; suoni e rumori si succedono nell'alternarsi delle chiamate e delle risposte; gli scenari sono perlopiù introspettivi, con il trombone che "borbotta" volgendosi verso l'interno e la chitarra che apre verso sonorità più ampie; le registrazioni (ci sono anche le voci di Tiziana Ghiglioni e Silvia Schiavoni) e le elaborazioni elettroniche arricchiscono l'universo cromatico e rendono più articolati i brani. Con tutto ciò, la peculiarità dell'album sta comunque nell'immediatezza, che si può apprezzare attraverso un ascolto che metta da parte ogni precomprensione.
In un lavoro sostanzialmente omogeneo per complessità e cifra, spicca la traccia più lunga, "Tapiri," di oltre undici minuti, nella quale i suoni si organizzano in modo forse in modo più lineare, così da formare un affresco complesso, ma anche fascinosamente coinvolgente." Neri Pollastri, All About Jazz, 2016.
01 _ Chirullimaconi
02 _ Ama Chi Ba!
03 _ Spry Immorale
04 _ Ho Veduto Volare
05 _ Sensazioni Filamentose
06 _ Tapiri
07 _ Achab's Dream
(C) + (P) 2015