ACT I: NOTES IN FREEDOM
SCHWINGUNGEN 77 ENTERTAINMENT (Andrea Massaria, Enrico Merlin, Alessandro Seravalle)
SOLD OUT
Andrea Massaria _ chitarra elettrica _ oggetti _ live electronics
Enrico Merlin _ chitarra elettrica _ kaospad _ live electronics
Alessandro Seravalle _ chitarra elettrica _ giocattoli _ substrati elettronici _ campionamenti _ live electronics
Schwingungen 77 Entertainment è un trio chitarristico incentrato sull'interplay creativo ed estemporaneo tra i musicisti, coinvolti al contempo in un serrato rapporto dialogico con le parti elettroniche pre-registrate da Alessandro. Questo disco è il primo album del progetto, registrato, mixato e masterizzato presso il Birdland Studio di Gorizia. Le dodici tracce del disco si pongono ai confini tra avant-jazz e sperimentazione elettronica radicale, concettualmente ispirate all'estetica dell'arte futurista. Poche parole sui musicisti: Andrea Massaria è docente di chitarra jazz presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Allievo di Guido Percacci e Pierluigi Corona, dopo aver svolto un'intensa attività come chitarrista classico, dal 1990 si dedica al jazz, alla musica contemporanea e all'improvvisazione creativa. Ha vinto numerosi premi e concorsi. Suona in importanti festival jazz europei. Ha realizzato diverse trasmissioni radiofoniche per la Rai, per Radio Capodistria, Radio nazionale canadese, Radio France e numerose radio private italiane. Ha musicato vari film muti ed ha all'attivo decine di registrazioni con artisti di livello internazionale. Enrico Merlin, chitarrista elettrico ed acustico, banjoista e storico della musica afro-americana e del rock. Come storico è riconosciuto quale uno dei più importanti esperti di Miles Davis, del quale ha formalizzato teorie innovative inerenti i segnali non verbali e le tecniche sofisticate di post-produzione discografica, ora testi di riferimento presso la Harvard University Extension School (!). Nel 1996 è stato relatore alla Miles Davis Conference presso la Washington University di St. Louis in compagnia di Teo Macero, Dave Liebman, Gary Bartz, Ira Gitler e molti altri. Nel 2007 la Casa editrice Il Saggiatore gli ha commissionato un libro sul making di Bitches Brew. È autore del voluminoso libro "1000 Dischi per un Secolo. 1900 - 2000". Dal 2003 è direttore artistico del NonSoleJazz Festival e dal Giugno 2007 ha assunto la carica di direttore artistico del Centro Musica Teatro Danza di Rovereto (Tn) dove insegna storia della musica del 900. Insegna chitarra presso la Scuola musicale Il Diapason di Trento. Vanta oltre trenta registrazioni con musicisti di punta del jazz internazionale. Alessandro Seravalle si è laureato in filosofia con una tesi su Emil Cioran e da oltre vent'anni è attivo sulla scena musicale come compositore ed esecutore. Alcune sue composizioni sono state presentate in due diverse edizioni del Festival di Musica Contemporanea Luigi Nono di Trieste. Leader del gruppo avant-progressive rock Garden Wall, con cui ha finora pubblicato otto dischi (il nono è in lavorazione), si definisce orgogliosamente autodidatta nella composizione musicale. La lotta contro ogni forma di clichè artistico è la cifra della sua ricerca espressiva. Ha avviato da tempo un percorso di sperimentazione nell'ambito del rock progressivo, come manipolatore di suoni elettronici, chitarrista e cantante. In parallelo all'attività dei Garden Wall sta sviluppando nuove forme di linguaggio musicale con diversi progetti: Progetto Film, lo vede ancora al fianco di Massaria e Giancarlo Schiaffini, nell'esperimento coreutico-visivo-musicale Agrapha Dogmata (con Mariano Bulligan, Laura Della Longa, Luigina Tusini e infine a Genoma, il suo innovativo progetto elettronico solistico. “Banality is not harmless: It drives you furious” (La banalità non è inoffensiva: rende furiosi).
"(...) La frase che “campeggia” in lingua inglese all’interno del booklet di questo disco di esordio degli Schwingungen 77 Entertainment (nome che oltre ad essere riferimento alle “vibrazioni elettroniche”, è un omaggio al secondo album dei maestri della Kosmische Musik, Ash Ra Tempel, del 1972) rappresenta l’inizio del “Libro della sovversione non sospetta”, opera datata 1984 dello scrittore nato in Egitto ma naturalizzato francese Edmond Jabès; posso definirla a tutto tondo premessa nonchè manifesto ideale per introdurci ai “deragliamenti sonici” di Act I: Notes In Freedom. Queste “note in libertà” costituiscono una sfida aperta a tutto ciò che si può identificare come “banale”, a volte causa di sdegno e “gelo interiore” per chiunque non abbia una sensibilità standardizzata alla massa, un messaggio polemico contro l’imperio del pensiero unico e della sua inevitabile banalità in ogni ambito umano, artistico in prima istanza. Progetto sonoro creativo, anticonvenzionale, “surreale” e come mi “dicono” i titoli delle songs, una sorta di omaggio al movimento futurista italiano; basti pensare che l’opener contenente “parole in libertà” del futurista trentino si intitola Verbal (Fortunato Depero) e che i titoli dei pezzi successivi recano espliciti riferimenti ad opere del padre del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti oppure di Luigi Russolo, Giacomo Balla, Carlo Carrà, al futurista russo Velimir Chlebnikov e a Pierre Albert-Birot artista e scrittore francese notevolmente influenzato all’epoca dal “sovversivo” movimento artistico e culturale fiorito in Italia a inizio 900. CD registrato allo Birdland Studio di Gorizia; il trio composto da Alessandro Seravalle, musicista-filosofo, leader degli udinesi Garden Wall (guitar, toys, electronic substratums, samples, live electronics), dal chitarrista elettrico e acustico milanese, nonché banjoista e storico della Musica Rock e Afro-Americana, Enrico Merlin (guitar, kaospad, live electronics) e dal chitarrista triestino Andrea Massaria (guitar, objects, live electronics) ci da in pasto nell’arco delle dodici tracce del compact un visionario, catartico itinerario sonico, un collage scevro dai “classici” schemi e all’insegna di una sperimentazione pressochè radicale, basti pensare che per realizzare il “corredo musicale” dell’album sono stati utilizzati anche dei vibratori (avete capito bene proprio di quel tipo!) posti sopra varie superfici, oppure dentro scatole o teiere, il cui suono dopo essere stato elaborato elettronicamente ha costituito le “fondamenta sonore” sulle quali si è edificata ed ha preso corpo ed anima l’ora di ispirato “delirio sonico” in libertà dei nostri. Le chitarre svincolandosi da ogni classico limitativo e magari “invalidante” clichè, si liberano abbracciando variegate e fascinose disgressioni elettro-rumoristiche, in un viaggio sonoro senza confini, nuovo per me e che ai più arditi ed “open minded” non posso fare a meno di consigliare." Luciano De Crescenzo, Frastuoni, 2014.
"(...) Con furore, obliquo e non banale dal Friuli. Accartocciato e surreale, nei toni, nei modi e nei timbri. Che spesso, appare e si mostra, come una palestra di sperimentazione elettroacustica. Feroce, preparata e non organizzata. Tre chitarre, in acre e serrato dialogo istantaneo, con il ruminare elettronico pre-registrato, di Alessandro Seravalle (Andrea Massaria ed Enrico Merlin, gli altri due svalvolo). Oggetti, live electronics, kaospad, giocattoli e samples, a dispensar ulteriori ipotesi depistanti. Di struscio/raschio, di cavi, pick-up e qualche intensa grattata. Scapestrati e affilati, a sbrilluccicar di nobili suggestioni, MEV, la pelata di Sharp e distese soundtrack, che s'attaccano dalle parti di un Battiato (circa “Fetus”), inzuppato nell'acido di batteria di un'auto. Fremente sottopelle, di straniante verve polemica. Fra gorgoglii e ruttini elettronici, sgranati in spazi ronzanti, animati da voci/vocette e qualche metallo trascinato. Di corde, tra l'affondo e l'atonale (a chiazze oleose) ed incubi/ricordi, di un free infestato dai parassiti. Si suda, si fatica, ci si spella e diverte. Originali si, il poi, in equilibrio da invidia, tra un boh (?), il tutto e il niente." Marco Carcasi, kathodik, 2014.
"(...) Quando si parla di futurismo spesso crediamo di imbatterci in qualcosa di irrimediabilmente trapassato dal tempo dimenticando che lo stesso ha creato le premesse di molta arte a venire: da Cage alla pop-art, dalle elucubrazioni chitarristiche di Jimi Hendrix e Jerry Garcia ai quadretti non sense di Zappa, dalla musica industriale fino alle intersezioni avanguardiste e ad un certo tipo di musica elettronica. Oltre a Marinetti, Russolo e tanti altri, il movimento potette contare su Fortunato Depero, che incarnò perfettamente le sfide del manifesto futurista, soprattutto puntando sul rinnovamento del linguaggio, una sorta di breaking point della cultura che era ancora immersa nelle pieghe romantiche. L'esaltazione dei contenuti sonori da attribuire a parole frammentate, onomatopee o a frasi reinventate nella loro composizione unitamente al cablaggio dei rumori artificiali o meccanici ne faceva una novità da assaporare alla luce di un rinnovamento culturale forte nei toni e nelle dinamiche espressive; soprattutto le liriche radiofoniche di Depero avevano un elevato potenziale di far breccia nelle abitudini e nella psicosi dell'audience, così come descritto dallo stesso autore..."L'ascoltatore non è più unicamente raccolto in un salotto silenzioso e romantico, ma si trova ovunque: per strada, nei caffè, in aeroplano, sui ponti di una nave, in mille atmosfere diverse... sulla realtà che circonda l'ascoltatore deve vibrare come un neon luminoso; come un'apparizione, un paesaggio e una visione cosmica medianica..." Oggi uno dei rischi maggiori nel porre un'operazione di questo genere è quello di non saper distinguere l'omaggio dall'operazione creativa, un problema che a ben vedere spesso non riguarda i musicisti coinvolti poichè insito nelle forme astratte determinate dagli standards del movimento del novecento. Le idee creative vengono splittate in campi paralleli, alla ricerca di integrazioni e cinquanta anni di esperimenti in tal senso dimostrano che non è difficile creare scenari alternativi.
Un atto creativo è certamente Act I: Notes in freedom, l'operazione del trio composto da Andrea Massaria, Enrico Merlin e Alessandro Seravalle, che esordisce con il progetto Schwingungen 77 Entertainment (un riferimento alle oscillazioni e ad un album famoso degli Ash Ra Temple); essa si mostra molto rispettosa della tradizione futuristica incentrandosi sugli accostamenti possibili tra un pool di chitarre variamente configurate e la loro somministrazione nella poetica del movimento, di fianco a rumori e suoni melliflui: si utilizzano vari oggetti, campionamenti, live electronics, andando a pescare non solo in Depero ma anche in personaggi visionari come Velemir Chelebnikov o Albert-Pierre Birot. Forse a Act I: Notes in freedom manca un rapporto diretto tra tema ed immagine che spinge l'ascoltatore ad armarsi di un diverso spirito di compenetrazione, più vicino a sensazioni che indirizzano verso la deformazione delle immagini sonore (sebbene questo sia sicuramente da escludere in Verbal o Simultaneità futurista di una battaglia aeronavale), ma è anche normale una tale circostanza, poichè il tiro è certamente spostato sul piano dell'aderenza concettuale ai principi futuristici visti nella loro generalità ed esposti in forme musicali pensate e non gettate alla rinfusa; la conseguenza è la possibilità di mettere in evidenza anche le caratterizzazioni meno evidenti del movimento (ad es. I funerali dell'anarchico Galli mostra un'implicita rendicontazione dadaista). Sottolineo la rarità del lavoro del trio ed in particolare di Massaria, che è uno dei pochi musicisti che costellano questi argomenti di nicchia: al riguardo Massaria qualche tempo fa intraprese anche una collaborazione fruttuosa con Schiaffini e la Ghiglioni per un'edizione musicale del Verbalizzazione astratta di Signora di Depero." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
"(...) È un trio chitarristico interpolato in una parete fluttuante di suoni elettronici e pre-registrati. Pixel che prendono forma di un viso incrociato per strada, ombre lunghe che corrono sulle pareti, zampilli ininterrotti di ingranaggi meccanici. È una poesia dei segni di straniante bellezza quella che si riflette in questo disco, uno stato di cupo trasognamento attento a non scomporre la scena e che rifiuta di ritirarsi dietro il drappo di una pace rigida." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2014.
"(...) Just when I thought I somewhat knew what to expect from the Setola Di Maiale label, along comes a curveball, at least for my ears. Act 1: Notes In Freedom contains elements of musique concrète, spoken word, massive amounts of signal manipulation, and occasionally some recognizable elements of electric guitar. The writer and poet Edmond Jabes’ quote “Banality is not harmless: It drives you furious” is featured on the CDR sleeve, and one would never call this record banal. Notes on the label website state that the work is inspired by Italian futurism, and I get the sense that the twelve tracks have a conceptual link, an aural equivalent to a Dadaist play. This recording is well outside my frame of reference – I wouldn’t say it comes within a country mile of jazz, or even what most of us think of as free improv - but if you’ve got open ears and want to keep up with developments in guitar music, this is something you should check into." Craig Premo, Improvised, 2014.
"(...) Italian empiricism is often an unsafe proposition, specially when three guitars are involved. The risk of grandiloquent intellectualism behind a series of farts – instrumental or psychical, it’s the same – is always high, the “noodling factor” an unquestionable certainty when jazz origins, as in this case, are in sight. Luckily for us, Schwingungen 77 Entertainment manage to steer clear of all of the above for the large part of their debut album’s continuance. This “opera prima” is in fact typified by a wide assortment of amusing interferences, seductively agglomerative chords, mashed-and-stretched utterances and abrupt changes of playscript. The whole is reinforced by the regular emergence of (apparently) incongruous tints that render the disc charming without the necessity of screaming in orgasmic frenzy. Inspired by the Futurist movement, the twelve tracks’ lengths range from one and a half minutes to over ten, but the sense is that of a single histrionic piece of conceptional absurdness. They nevertheless reveal a degree of well-structured investigation of the acoustic properties of the sources. In an episode called “Finale Di Partitura Stra… Schönberghiana” we’re confronted by a curiously “aligned” rhythm through which clean guitar lines shape melodic cells and dissonant clusters at once, additional modified voices emphasizing the humor. “Funerali Dell’Anarchico Galli” sounds instead like the non-music heard when kids reunite in a bedroom and try to play cheap instruments unaware of where they’re gonna fall, before mum comes and tells them to shut the fuck up. The good news is: never in several days of testing I have felt the need of acting like the aforementioned mother. The presence of these nicely clumsy improvisational games might be useful to add flavor to your duller hours." Massimo Ricci, Touching Extremes, 2014.
01 _ Verbal (Fortunato Depero) 3:20
02 _ Sensibilità numerica 10:14
03 _ Compenetrazione di caselucecielo 8:00
04 _ Velocità astratta 3:12
05 _ Funerali dell’anarchico Galli 2:59
06 _ Esorcismo (Velemir Chelebnikov) 1:33
07 _ 700 chilomteri all’ora 4:44
08 _ Simultaneità futurista di una battaglia aeronavale 4:41
09 _ Tipografia 5:39
10 _ Finale di partitura stra… schönberghiana 4:44
11 _ Crier (Albert-Pierre Birot) 1:47
12 _ Vortice 9:02
(C) + (P) 2014
SOLD OUT
Andrea Massaria _ guitar _ objects _ live electronics
Enrico Merlin _ guitar _ kaospad _ live electronics
Alessandro Seravalle _ guitar _ toys _ electronic substratums _ samples _ live electronics
Schwingungen 77 Entertainment is a guitar trio focussed on the creative and extemporary interplay while they're, at the same time, involved in a dense dialogue with pre-recorded electronic parts, conceived by Alessandro. This first album has been recorded, mixed and mastered at Birdland Studio in Gorizia. The twelve tracks in point lay somewhere between avant-jazz and electronic experimentation. The work is conceptually inspired by the aesthetics of futurism art. Few words on the musicians: Andrea Massaria is professor of jazz guitar at Benedetto Marcello Conservatoire in Venice. Pupil of Guido Percacci and Pierluigi Corona, after an intense activity as classical guitarist, since 1990, he devotes himself to jazz, contemporary music and creative improvisation. He won a number of prices and contests. He plays in important european jazz festivals and realised several radio shows for Rai, Radio Koper, the national Canadian Radio, Radio France and many independent italian radio stations. He set diverse silent movies to music and was involved in tens of recordings with international top class artists. Enrico Merlin, electric and acoustic guitarist, banjo player and afro-american and rock music historician. As historician is recognised as one of the most important Miles Davis experts of which he formalised innovative theories concerning non-verbal signals and the sophisticated techniques of post-production which are now reference texts at the Harvard University Extension School (!). In 1996 he was invited as lecturer at the Miles Davis Conference at the Washington University in St. Louis together with Teo Macero, Dave Liebman, Gary Bartz, Ira Gitler and many others. In 2007 the publisher Il Saggiatore commissioned him a book about the making of Bitches Brew. Since 2003 he's the artistic director of NonSoleJazz Festival and in June 2007 he accepted the charge of artistic director of Centro Musica Teatro Danza in Rovereto (Tn) where he teaches XX century music history. He also teaches guitar at the musical school Il Diapason in Trento. He features in more than thirty recordings. Alessandro Seravalle, graduated in philosophy with a thesis on Emil Cioran and since more than twenty years, he's active as a composer and performer. Some of his compositions had been premiered in two different editions of the contemporary music festival named Luigi Nono, in Trieste. Leader of the avant-progressive rock band Garden Wall, with whom he recorded eight albums while the ninth is in process, he defines himself proudly a self-taught in musical composition. The fight against every form of artistic clichè is the code of his expressive research. He started a course of experimentation in the realm of progressive rock as an electronic sound manipulator, guitar player and singer. Concurrently with his Garden Wall activity he's developing new forms of musical language with several projects: Progetto Film (with Massaria and Giancarlo Schiaffini), Agrapha Dogmata(with Mariano Bulligan, Laura Della Longa and Luigina Tusini), Genoma, his innovative electronic solo project. “Banality is not harmless: It drives you furious”.
"(...) Italian empiricism is often an unsafe proposition, specially when three guitars are involved. The risk of grandiloquent intellectualism behind a series of farts – instrumental or psychical, it’s the same – is always high, the “noodling factor” an unquestionable certainty when jazz origins, as in this case, are in sight. Luckily for us, Schwingungen 77 Entertainment manage to steer clear of all of the above for the large part of their debut album’s continuance. This “opera prima” is in fact typified by a wide assortment of amusing interferences, seductively agglomerative chords, mashed-and-stretched utterances and abrupt changes of playscript. The whole is reinforced by the regular emergence of (apparently) incongruous tints that render the disc charming without the necessity of screaming in orgasmic frenzy. Inspired by the Futurist movement, the twelve tracks’ lengths range from one and a half minutes to over ten, but the sense is that of a single histrionic piece of conceptional absurdness. They nevertheless reveal a degree of well-structured investigation of the acoustic properties of the sources. In an episode called “Finale Di Partitura Stra… Schönberghiana” we’re confronted by a curiously “aligned” rhythm through which clean guitar lines shape melodic cells and dissonant clusters at once, additional modified voices emphasizing the humor. “Funerali Dell’Anarchico Galli” sounds instead like the non-music heard when kids reunite in a bedroom and try to play cheap instruments unaware of where they’re gonna fall, before mum comes and tells them to shut the fuck up. The good news is: never in several days of testing I have felt the need of acting like the aforementioned mother. The presence of these nicely clumsy improvisational games might be useful to add flavor to your duller hours." Massimo Ricci, Touching Extremes, 2014.
"(...) Just when I thought I somewhat knew what to expect from the Setola Di Maiale label, along comes a curveball, at least for my ears. Act 1: Notes In Freedom contains elements of musique concrète, spoken word, massive amounts of signal manipulation, and occasionally some recognizable elements of electric guitar. The writer and poet Edmond Jabes’ quote “Banality is not harmless: It drives you furious” is featured on the CDR sleeve, and one would never call this record banal. Notes on the label website state that the work is inspired by Italian futurism, and I get the sense that the twelve tracks have a conceptual link, an aural equivalent to a Dadaist play. This recording is well outside my frame of reference – I wouldn’t say it comes within a country mile of jazz, or even what most of us think of as free improv - but if you’ve got open ears and want to keep up with developments in guitar music, this is something you should check into." Craig Premo, Improvised, 2014.
"(...) La frase che “campeggia” in lingua inglese all’interno del booklet di questo disco di esordio degli Schwingungen 77 Entertainment (nome che oltre ad essere riferimento alle “vibrazioni elettroniche”, è un omaggio al secondo album dei maestri della Kosmische Musik, Ash Ra Tempel, del 1972) rappresenta l’inizio del “Libro della sovversione non sospetta”, opera datata 1984 dello scrittore nato in Egitto ma naturalizzato francese Edmond Jabès; posso definirla a tutto tondo premessa nonchè manifesto ideale per introdurci ai “deragliamenti sonici” di Act I: Notes In Freedom. Queste “note in libertà” costituiscono una sfida aperta a tutto ciò che si può identificare come “banale”, a volte causa di sdegno e “gelo interiore” per chiunque non abbia una sensibilità standardizzata alla massa, un messaggio polemico contro l’imperio del pensiero unico e della sua inevitabile banalità in ogni ambito umano, artistico in prima istanza. Progetto sonoro creativo, anticonvenzionale, “surreale” e come mi “dicono” i titoli delle songs, una sorta di omaggio al movimento futurista italiano; basti pensare che l’opener contenente “parole in libertà” del futurista trentino si intitola Verbal (Fortunato Depero) e che i titoli dei pezzi successivi recano espliciti riferimenti ad opere del padre del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti oppure di Luigi Russolo, Giacomo Balla, Carlo Carrà, al futurista russo Velimir Chlebnikov e a Pierre Albert-Birot artista e scrittore francese notevolmente influenzato all’epoca dal “sovversivo” movimento artistico e culturale fiorito in Italia a inizio 900. CD registrato allo Birdland Studio di Gorizia; il trio composto da Alessandro Seravalle, musicista-filosofo, leader degli udinesi Garden Wall (guitar, toys, electronic substratums, samples, live electronics), dal chitarrista elettrico e acustico milanese, nonché banjoista e storico della Musica Rock e Afro-Americana, Enrico Merlin (guitar, kaospad, live electronics) e dal chitarrista triestino Andrea Massaria (guitar, objects, live electronics) ci da in pasto nell’arco delle dodici tracce del compact un visionario, catartico itinerario sonico, un collage scevro dai “classici” schemi e all’insegna di una sperimentazione pressochè radicale, basti pensare che per realizzare il “corredo musicale” dell’album sono stati utilizzati anche dei vibratori (avete capito bene proprio di quel tipo!) posti sopra varie superfici, oppure dentro scatole o teiere, il cui suono dopo essere stato elaborato elettronicamente ha costituito le “fondamenta sonore” sulle quali si è edificata ed ha preso corpo ed anima l’ora di ispirato “delirio sonico” in libertà dei nostri. Le chitarre svincolandosi da ogni classico limitativo e magari “invalidante” clichè, si liberano abbracciando variegate e fascinose disgressioni elettro-rumoristiche, in un viaggio sonoro senza confini, nuovo per me e che ai più arditi ed “open minded” non posso fare a meno di consigliare." Luciano De Crescenzo, Frastuoni, 2014.
"(...) È un trio chitarristico interpolato in una parete fluttuante di suoni elettronici e pre-registrati. Pixel che prendono forma di un viso incrociato per strada, ombre lunghe che corrono sulle pareti, zampilli ininterrotti di ingranaggi meccanici. È una poesia dei segni di straniante bellezza quella che si riflette in questo disco, uno stato di cupo trasognamento attento a non scomporre la scena e che rifiuta di ritirarsi dietro il drappo di una pace rigida." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2014.
"(...) Con furore, obliquo e non banale dal Friuli. Accartocciato e surreale, nei toni, nei modi e nei timbri. Che spesso, appare e si mostra, come una palestra di sperimentazione elettroacustica. Feroce, preparata e non organizzata. Tre chitarre, in acre e serrato dialogo istantaneo, con il ruminare elettronico pre-registrato, di Alessandro Seravalle (Andrea Massaria ed Enrico Merlin, gli altri due svalvolo). Oggetti, live electronics, kaospad, giocattoli e samples, a dispensar ulteriori ipotesi depistanti. Di struscio/raschio, di cavi, pick-up e qualche intensa grattata. Scapestrati e affilati, a sbrilluccicar di nobili suggestioni, MEV, la pelata di Sharp e distese soundtrack, che s'attaccano dalle parti di un Battiato (circa “Fetus”), inzuppato nell'acido di batteria di un'auto. Fremente sottopelle, di straniante verve polemica. Fra gorgoglii e ruttini elettronici, sgranati in spazi ronzanti, animati da voci/vocette e qualche metallo trascinato. Di corde, tra l'affondo e l'atonale (a chiazze oleose) ed incubi/ricordi, di un free infestato dai parassiti. Si suda, si fatica, ci si spella e diverte. Originali si, il poi, in equilibrio da invidia, tra un boh (?), il tutto e il niente." Marco Carcasi, kathodik, 2014.
"(...) Quando si parla di futurismo spesso crediamo di imbatterci in qualcosa di irrimediabilmente trapassato dal tempo dimenticando che lo stesso ha creato le premesse di molta arte a venire: da Cage alla pop-art, dalle elucubrazioni chitarristiche di Jimi Hendrix e Jerry Garcia ai quadretti non sense di Zappa, dalla musica industriale fino alle intersezioni avanguardiste e ad un certo tipo di musica elettronica. Oltre a Marinetti, Russolo e tanti altri, il movimento potette contare su Fortunato Depero, che incarnò perfettamente le sfide del manifesto futurista, soprattutto puntando sul rinnovamento del linguaggio, una sorta di breaking point della cultura che era ancora immersa nelle pieghe romantiche. L'esaltazione dei contenuti sonori da attribuire a parole frammentate, onomatopee o a frasi reinventate nella loro composizione unitamente al cablaggio dei rumori artificiali o meccanici ne faceva una novità da assaporare alla luce di un rinnovamento culturale forte nei toni e nelle dinamiche espressive; soprattutto le liriche radiofoniche di Depero avevano un elevato potenziale di far breccia nelle abitudini e nella psicosi dell'audience, così come descritto dallo stesso autore..."L'ascoltatore non è più unicamente raccolto in un salotto silenzioso e romantico, ma si trova ovunque: per strada, nei caffè, in aeroplano, sui ponti di una nave, in mille atmosfere diverse... sulla realtà che circonda l'ascoltatore deve vibrare come un neon luminoso; come un'apparizione, un paesaggio e una visione cosmica medianica..." Oggi uno dei rischi maggiori nel porre un'operazione di questo genere è quello di non saper distinguere l'omaggio dall'operazione creativa, un problema che a ben vedere spesso non riguarda i musicisti coinvolti poichè insito nelle forme astratte determinate dagli standards del movimento del novecento. Le idee creative vengono splittate in campi paralleli, alla ricerca di integrazioni e cinquanta anni di esperimenti in tal senso dimostrano che non è difficile creare scenari alternativi.
Un atto creativo è certamente Act I: Notes in freedom, l'operazione del trio composto da Andrea Massaria, Enrico Merlin e Alessandro Seravalle, che esordisce con il progetto Schwingungen 77 Entertainment (un riferimento alle oscillazioni e ad un album famoso degli Ash Ra Temple); essa si mostra molto rispettosa della tradizione futuristica incentrandosi sugli accostamenti possibili tra un pool di chitarre variamente configurate e la loro somministrazione nella poetica del movimento, di fianco a rumori e suoni melliflui: si utilizzano vari oggetti, campionamenti, live electronics, andando a pescare non solo in Depero ma anche in personaggi visionari come Velemir Chelebnikov o Albert-Pierre Birot. Forse a Act I: Notes in freedom manca un rapporto diretto tra tema ed immagine che spinge l'ascoltatore ad armarsi di un diverso spirito di compenetrazione, più vicino a sensazioni che indirizzano verso la deformazione delle immagini sonore (sebbene questo sia sicuramente da escludere in Verbal o Simultaneità futurista di una battaglia aeronavale), ma è anche normale una tale circostanza, poichè il tiro è certamente spostato sul piano dell'aderenza concettuale ai principi futuristici visti nella loro generalità ed esposti in forme musicali pensate e non gettate alla rinfusa; la conseguenza è la possibilità di mettere in evidenza anche le caratterizzazioni meno evidenti del movimento (ad es. I funerali dell'anarchico Galli mostra un'implicita rendicontazione dadaista). Sottolineo la rarità del lavoro del trio ed in particolare di Massaria, che è uno dei pochi musicisti che costellano questi argomenti di nicchia: al riguardo Massaria qualche tempo fa intraprese anche una collaborazione fruttuosa con Schiaffini e la Ghiglioni per un'edizione musicale del Verbalizzazione astratta di Signora di Depero." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
01 _ Verbal (Fortunato Depero) 3:20
02 _ Sensibilità numerica 10:14
03 _ Compenetrazione di caselucecielo 8:00
04 _ Velocità astratta 3:12
05 _ Funerali dell’anarchico Galli 2:59
06 _ Esorcismo (Velemir Chelebnikov) 1:33
07 _ 700 chilomteri all’ora 4:44
08 _ Simultaneità futurista di una battaglia aeronavale 4:41
09 _ Tipografia 5:39
10 _ Finale di partitura stra… schönberghiana 4:44
11 _ Crier (Albert-Pierre Birot) 1:47
12 _ Vortice 9:02
(C) + (P) 2014