MONKTRONIK
MONKTRONIK (Pasquale Innarella, Roberto Fega)
SOLD OUT
Pasquale Innarella _ saxofoni
Roberto Fega _ laptop _ midi controllers _ piano giocattolo
Registrato live nel dicembre 2013, è questo un disco originale, ironico e fresco, fondato sulle musiche dell'amato Thelonious Monk e reso tangibile dai talenti perfettamente allineati e incrociati di Roberto Fega e Pasquale Iannarella. Invenzione, gioco e creatività sono qui sempre al servizio della musica di Monk, restituendo sempre il tema originale… Qualche nota sui musicisti: Pasquale Innarella (sassofonista, compositore, didatta, classe '59) muove i primi passi sonori a 11 anni con la locale banda musicale ed in seguito nelle orchestre da ballo per matrimoni, e feste sulle piazze dei paese vicini. Si trasferisce a Roma nel 1984 dove trova il primo lavoro pagato suonando con un gruppo di musicisti africani senza permesso di soggiorno che gestiscono un club di music Afro Beat. In seguito inizia a collaborare con alcuni musicisti della scuola di musica di testaccio di Roma suonando nei famosi e fumosi Jazz club romani. Ha partecipato con propri gruppi o come musicista ospite ai maggiori festival jazz in Italia, in Europa e a Cuba. In 25 anni di attività ha ricevuti molti riconoscimenti dal pubblico, dalla critica e da molti organizzatori di concerti. Ed ha collaborato o/ha ricevuto collaborazioni dai maggiori musicisti nazionali, europei ed Afroamericani, come Giancarlo Schiaffini, Mario Schiano, Evan Parker, Renato Geremia, Michel Godard, Antonello Salis, Riccardo Lay, Gunther Schuller, Michele Rabbia, Mark Sanders, William Parker, Andrew Cyrille, Hamid Drake, John Tchicai, Matthew Schipp, David Murray, Butch Morris e molti altri. Ha partecipato e partecipa a trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai dedicate al Jazz con varie formazioni, dal solo alla grande orchestra. Dal 2000 è impegnato con la “RusticaXBand una banda di musicanti jazz” formata da 40 ragazzi circa con età dai 7 ai 20 anni che prima di incontrare Pasquale Innarella non avevano mai “toccato” e nemmeno “ascoltato” uno strumento musicale dal vivo. Nel 2007 ha tenuto una master class in alcuni Conservatori italiani sul percorso artistico di John Coltrane a 40 anni dalla sua prematura scomparsa. Dal 2008 al 2012 ha condiviso un quartetto con lo storico Sassofonista AfroDanese John Tchicai E’ definito dalla critica e dal pubblico un musicista di “Jazz Sociale”. Per maggiori info: www.pasqualeinnarella.it. Roberto Fega nasce in provincia di Latina, suona sax tenore e soprano, clarinetto basso, campionatori e video-art . Sempre interessato verso le forme artistiche espressive e dedite alla ricerca, ha fatto parte del Cervello A Sonagli, Circ.a, e attualmente di Iato e Ixem. Ha iniziato la sua avventura musicale con il gruppo di avanguardia-rock Dura Figura. Ha partecipato a un seminario-laboratorio di Tim Hodgkinson (Henry Cow, The Work) sull'improvvisazione che è sfociato in un collettivo aperto di improvvisazione. Successivamente ha partecipato a un workshop con i musicisti Amy Denio, Jessica Lurie, L. Soybelman e il fumettista D. Zezelj. Ha collaborato con Paolo Angeli nel progetto Fraili, la versione live del cd di Angeli Dove Dormono Gli Autobus, partecipando ad alcuni festival e a un concerto in diretta nazionale Radio Rai 3; nel cd dei romani Solar Lodge e con la Solar Orchestra; con Pasquale Innarella, realizzando un duo di nome Timbuctu, con Marco Ariano, Stefano Cogolo, Francesco Lo Cascio per il progetto "degli Insetti", con Gianfranco Tedeschi, Errico de Fabritiis, Stefano Cogolo per il progetto Acufene Quartett. Altre collaborazioni con Tuia Chierici (Burp), Jd Zazie (Burp), Matteo Bennici e Andrea Caprara (Squarcicatrici, Tzigoti), Filippo Giuffrè, A Spirale, Tim Hodgkinson, Amy Denio, Jessica Lurie, Damo Suzuki, Renato Ciunfrini, Sarah Dietrich, Tiziana Lo Conte, Roberto Bellatalla, Elio Martusciello, Arg, Gi Gasparin, Mike Cooper, Studio Brutus, Citrullo Int, Simona Senzaqua, Caterina Paolinelli, Federica Santoro e molti altri. MonkTronik è presentato al Forte Fanfulla di Roma, insieme al bellissimo libro "Monk - storie di un genio americano" di Robin D.G. Kelley e pubblicato dalla Minimum Fax.
"(...) Progetto/dedica Monktronik, registrato dal vivo nel 2013 a La Riunione Di Condominio (Roma). I sassofoni di Pasquale Innarella ad incrociarsi con il laptop, i midi controllers e il piano giocattolo di Roberto Fega. Il lascito di Thelonious sfiorato/trattato, in modalità espositiva sbarazzina, elegante e delicata. Simpaticamente birbona nel suo sbirciar traiettorie future praticabili. Che il (mio) coppino sfranto, da giorni riallinea ad un'altra reinterpretazione in linea ed oltre il proprio tempo, come lo è stata I've Got You Under My Skin di Neneh Cherry su “Red Hot + Blue”. Omaggia, indaga e non si appiattisce. Elettroacustica dialogante e cinematica, asciutta e multicolore nell'azione. Tremori notturni trattenuti, una stanza, l'ipotesi scartata di una danza solitaria. Nessuna nostalgia, correre - correre - correre." Marco Carcasi, Kathodik 2015.
"(…) Thelonious Monk è una delle figure semidivine del jazz mondiale. La sua storia di vita e di composizione è ricca di preziosi chiavistelli che, schiusi al momento giusto, hanno aperto spazi ricreativi di inaudito potenziale a chi ha avuto il coraggio di cimentarsi con tanta grandezza. Rari sono i lavaggi e le colorazioni originali del bagaglio di opere d'arte del pianista di Rocky Mount, la maggioranza degli interpreti contemporanei tira fuori ripetizioni al limite della decenza o storture prive di contenuto. Poi, in una fredda sera romana, l'incontro di due teste calde e perforanti ha permesso al genio di Monk di rivedere in due effimere intenzioni dialoganti. La performance dal vivo di Pasquale Iannarella e Roberto Fega è diventata Monktronik, un album del concerto realizzato a La Riunione di Condominio, pubblicato da Setola di Maiale, etichetta attenta alle musiche non convenzionali. Ogni brano è caratterizzato da una meticolosa cura dei suoni, il sax di Iannarella percorre, in una iridiscente solitudine, le strade noir e nascoste dell'animo di monkiano, aspettando pazientemente l'intromissione elettronica di Fega, che lo sostiene, ora con ritmiche e voci ridondanti, ora con addizioni elettroniche che fanno luce sulle strettoie armoniche e melodiche cangianti. Ogni traccia prende il vita quasi come fosse una sessione mai banale, uno sguardo peculiare e fumoso che unisce il jazz alla manifattura elettronica. Interessante il gioco ritmico-emotivo creato nelle due suite." Suono magazine, 2014.
"(…) Thelonious Monk è una delle figure semidivine del jazz mondiale. La sua storia di vita e di composizione è ricca di preziosi chiavistelli che, schiusi al momento giusto, hanno aperto spazi ricreativi di inaudito potenziale a chi ha avuto il coraggio di cimentarsi con tanta grandezza. Rari sono i lavaggi e le colorazioni originali del bagaglio di opere d’arte del pianista di Rocky Mount, la maggioranza degli interpreti contemporanei tira fuori ripetizioni al limite della decenza o storture prive di contenuto. Poi, in una fredda sera romana, l’incontro di due teste calde e perforanti ha permesso al genio di Monk di rivivere in due effimere intenzioni dialoganti. La performance dal vivo di Pasquale Innarella e Roberto Fega è diventata Monktronik, un album che raccoglie le riprese del concerto realizzato a La Riunione di Condominio, pubblicato da Setola di Maiale, etichetta attenta alle musiche non convenzionali. Ogni brano è caratterizzato da una meticolosa cura dei suoni, il sax di Pasquale Innarella percorre, in una iridescente solitudine, le strade noir e nascoste dell’animo monkiano, aspettando pazientemente l’intromissione elettronica di Fega, che lo sostiene, ora con ritmiche e voci ridondanti, ora con addizioni elettroniche che fanno luce sulle strettoie armoniche e melodiche cangianti. Ogni traccia prende vita quasi come fosse una sessione pensante, un canovaccio sonoro mai banale, uno sguardo peculiare e fumoso che unisce il jazz alla manifattura elettronica. Interessante il gioco ritmo-emotivo creato nelle due suite." Daniele Camerlengo, Sentireascoltare, 2014.
"(…) Chi l'avrebbe detto che sarebbe stato ancora possibile fare un album interessante, originale, addirittura entusiasmente dedicato alle musiche di Thelonious Monk dopo l'inondazione di cd dovuta al trentennale della morte (2012)? Eppure era possibile. Ed ecco qua Monk Tronik (Setola di Maiale) ad opera del duo Pasquale Iannarella/Roberto Fega. Uno ai sax l'altro al computer e al piano giocattolo. Era fatta con spirito di disarticolazione la musica di Monk, no? Ed ecco i due splendidi musicisti smontare e rimontare i celebri temi, che immettono suoni artificiali sardonici materici e spiazzanti. Una goduria." Mario Gamba, Alias/Il Manifesto 2014.
"(...) Pasquale Innarella e Roberto Fega, già insieme nel duo Timbuctu, incrociano di nuovo i propri talenti in questo progetto dedicato alla rilettura di Thelonious Monk tramite sassofoni e computer. L’obiezione che già sento fare è: «Facile fare bella figura con la musica di Monk!». In realtà è l’opposto, la musica di Monk è così emozionalmente perfetta nell’esecuzione dell’autore da rendere problematica e difficile una sua reinterpretazione. I rischi maggiori stanno, da una parte, in una reinterpretazione filologica che non può raggiungere il pathos originario e, dall’altra, in una rilettura manipolatoria che svuoti totalmente il messaggio monkiano dei suoi caratteri innovativi. I due affrontano il secondo rischio, e lo affrontano di petto eliminando quello che originariamente era l’elemento base di quella musica, il pianoforte, e con ciò dribblano anche il primo rischio, consistente nell’inimitabilità del tocco pianistico monkiano (occasionalmente Fega utilizza un piano giocattolo). Una volta tolto l’ostacolo non c’è più il pericolo di inciamparci. Il pianoforte, e tutto l’apparato ritmico, è sostituito da quegli elementi che vedono Fega destreggiarsi con più fantasia e più maestria, cioè portatile e MIDI. Il compito di non tagliare completamente i ponti con le forme originarie, pena l’annullamento totale del carattere profondamente ‘umano’ tipico della musica di Monk, è affidato ai sassofoni di Innarella, uno strumentista che sarebbe potuto stare, senza fare una piega, all’interno dei gruppi guidati dal pianista nero-americano ai tempi del Five Spot (più o meno alla fine degli anni ’50 del secolo scorso). Quella di Innarella e Fega era una scommessa grossa che, in definitiva, intendeva dare una risposta alla classica domanda se è l’abito a fare il monaco. Una scommessa che i due hanno ampiamente vinto. La musica di Monk, a oltre 60 anni dalla sua creazione, mantiene in queste interpretazioni i suoi caratteri di freschezza, innovazione, particolarità e bizzarria, suona ancora naïf e infantile, non è invecchiata e non mostra quei segni di stanchezza che s'attaccano come francobolli, nel 90% dei casi, alle cartoline revivaliste e/o modaiole. In poche parole, stando a quanto ci insegnano Innarella e Fega, non è affatto l’abito a fare il monaco. Domanda finale: sarà forse l’anima?" Guy Friar, Sands-zine, 2014.
"(...) Il nome dato a questo progetto fornisce coordinate piuttosto precise di ciò che troveremo nel disco CD. Monktronik è il duo formato da Pasquale Innarella, sassofonista e Roberto Fega, polistrumentista e artista multimediale, entrambi con un curriculum ricco di incontri e progetti interessanti, non unicamente in ambito jazz; citiamo, giusto per conoscenza, i progetti con Mario Schiano ed Evan Parker per il primo, con Paolo Angeli e i Solar Lodge per il secondo. In questo caso però il pensiero è tutto rivolto a Thelonious Monk. Registrato dal vivo a Roma nel dicembre del 2013 Monktronik è un ponte gettato fra gli amanti del jazz classico e gli adepti delle musiche meno convenzionali proprie di Setola Di Maiale. Quello che i due musicisti cercano di fare, Innarella coi suoi sassofoni, Fega con elettronica e piano giocattolo (!) è collocare l’opera di Monk in ambito contemporaneo, senza tradirne stile e spirito: direi che l’obiettivo è pienamente raggiunto. Sebbene l’elettronica consentirebbe una gamma di suoni pressoché infinita, i due musicisti optano per composizioni minimali, utilizzando pochi elementi alla volta e privilegiando la qualità di ogni singolo suono, talvolta anche del silenzio. In evidenza è il sax, che ricama melodie suadenti, mente gli strumenti tecnologici lo assecondano con tre diverse opzioni: possono rendere, in maniera mimetica, il suono di una batteria o un contrabbasso; possono fornire un apporto corrispondente a quello degli strumenti classici rivelando però la propria natura sintetica; infine possono esprimersi per ciò che sono, attraverso sonorità e modalità proprie, suggerendo percorsi inediti. Personalmente ho particolarmente apprezzato la terza ipotesi, ma in realtà il valore dell’album sta proprio nel riuscire a far convivere senza scossoni queste tre anime, fino a fonderle, come accade in (Evidence, Well You Needn’t It, Friday The 13th, Misterioso) e Epistophy, brani fra i meno lineari della raccolta, ma sintesi e summa di quanto Montronik si prefigge. Un bel servizio alla memoria e all’opera di Monk, ma anche (e soprattutto) alle nostre orecchie." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2014.
"(…) Se Monk fosse vissuto oggi chissà, forse ieri sera, al 28DiVino Jazz, ci sarebbe stato lui dietro al laptop, circondato da cavi e superfici di controllo. C’era invece il bravo Roberto Fega (laptop, elettronica, efx) insieme a Pasquale Innarella (sassofoni), i quali hanno presentato il loro disco Monktronik, edito da Setola di Maiale e registrato live nel dicembre 2013. Un progetto che viaggia su un doppio binario: quello dell’utilizzo rispettoso delle composizioni monkiane, riproposte con la loro melodia originale sempre riconoscibile, associato ad un approccio ritmico e armonico che sposa i canoni dell’elettronica, sempre mantenendo distinti i due ambiti. Il concerto si apre con un campionamento, un parlato sul quale si sovrappone una sequenza ritmico/armonica. Si aggiunge poi la voce del sassofono tenore, senza effetti di sorta, che risulta molto bene amalgamata. L’impronta è subito chiara, mentre si ascolta un medley con estratti da Crepuscule With Nellie, Monk’s Mood, Pannonica e Reflections. Per chi si aspettava il classico Monk, l’elemento di continuità è dato dal suono di Innarella. Per chi è alla ricerca di nuove contaminazioni, i loop di Fega sono come manna. L’approccio di Fega è molto “suonato”: il musicista si muove e si dibatte tra laptop, controller ed un pianoforte giocattolo, ricordando un po’ le danze che Monk faceva a volte durante le sue performance. Erudito e giocoso il playing di Innarella, il quale utilizza tutti i registri dei suoi sassofoni per rendere brani come la frizzante Well You Needn’t, eseguita nel finale con un arrangiamento dubstep. La serata scorre tra temi eseguiti al sax, loop eseguiti dal computer ed interventi di Fega con wrooom, pssss e suoni di pianoforte effettato. I brani sono i più famosi di Monk, da In Walked Bud a Little Rootie Tootie, da Bemsha Swing a I Mean You, da Off Minor a Ruby, My Dear. E tutto fila liscio, rotondo, come se quei brani fossero nati in un sobborgo newyorchese degli anni duemila. Ascoltando il disco Monktronik, si conferma l’impressione del live: un connubio ben riuscito tra classico e nuovo, un utilizzo sapiente dei campionamenti (come quello del piano dello stesso Monk nella citata Well You Needn’t) e di una elettronica mai fuori dalle righe, grazie alla quale sembra paradossalmente di riconoscere lo stesso Monk dietro ai suoni che andiamo via via ascoltando. E chissà, che non fosse davvero Monk, ieri sera…" Jazz a Roma, 2014.
"(...) Thelonious Monk continua ad ispirare l'opera di importanti musicisti italiani nel corrente decennio. Si passa da un atteggiamento ossequioso verso il repertorio del grande monaco, rispettandone quasi la sacralità, ad una prospettiva sciolta, disinvolta, addirittura spregiudicata, in alcuni casi. Si pensi a Monk and roll del Tinissima Quartet, ad esempio, dove Bearzatti e soci si "divertono" a mischiare temi come 'Round midnight o Misterioso con famose hit della musica leggera di qualità degli anni settanta e ottanta, attraverso collegamenti tanto audaci quanto consonanti. Si rifletta su Monk and the time machine di Franco D'Andrea. Qui i motivi di "Sphere" sono messi dentro ad una macchina del tempo virtuale che, ad elastico, li trasporta su e giù in vari periodi della storia del jazz con tutte le conseguenze immaginabili. Pasquale Innarella, multistrumentista, famoso per le sue scelte d'avanguardia, ha una predilezione particolare per il compositore afroamericano. Non è nella sua natura, però, limitarsi semplicemente a suonare i pezzi così come sono. Occorre qualche elemento di scarto, di devianza per realizzare una reinterpretazione attualizzata, contemporanea. Provvede Roberto Fega con i suoi aggeggi tecnologici, midi controller e laptop, a disorientare, a decontestualizzare i brani, aggiungendo un vestito elettronico "a la page" ad autentici classici. In questo modo la musica si presenta con due sembianze apparentemente contrastanti. Da un lato la voce dei sassofoni rilegge in maniera libera, ma abbastanza coerente, non trasgressiva, le composizioni del pianista di Rocky Mount. Dall'altra parte Fega si adopera per fabbricare un'armonizzazione e un accompagnamento piuttosto fantasioso con elementi techno, drum'and bass, noise. Non c'è un vero scontro fra le due piste che avanzano appaiate e convergono fino a dar luogo ad un melange succoso con una superficie pop e un cuore inequivocabilmente jazz. Il brano più raccomandabile del cd è sicuramente una lenta e assorta Ruby my dear con Innarella al tenore a riprendere il timbro, l'eloquio di Hawkins e dei suoi epigoni, mentre il partner lo aiuta adoperando un pianoforte giocattolo e producendo una serie di appuntiti rumori sintetici di fondo con i suoi pc. Monktronik è un omaggio deferente e (ir)riguardoso al tempo stesso all'arte di uno dei geni della musica afroamericana. È, forse, un buon sistema per onorare un grande personaggio dimostrando la sua modernità. Con questo album le creazioni di Monk, infatti, vengono prese dal passato o dal presente e proiettate in avanti verso il futuro e oltre." Gianni Montano, Jazz Convention, 2015
01 _ In Walked Bud 5:52
02 _ Little Rootie Tootie 4:10
03 _ Bemsha Swing 4:29
04 _ I Mean You 4:00
05 _ (Crepuscule Whit Nellie - Monk's Mood - Reflections - Pannonica) 6:35
06 _ Off Minor 5:09
07 _ Ruby, My Dear 7:13
08 _ (Evidence - Well You Needn’t - Friday The 13th - Misterioso) 4:34
09 _ Epistrophy 5:43
10 _ Ask Me Now 7:26
(C) + (P) 2014
SOLD OUT
Pasquale Innarella _ saxophones
Roberto Fega _ laptop _ midi controllers _ toy piano
Recorded live in Roma (2013), the album is an original, ironic and cool interpretation of the music of Thelonious Monk, made ??possible by the talents - perfectly aligned and crossed - of Roberto Fega and Pasquale Iannarella. Invention and creativity here, are never irreverent, always returning the original theme. Few words on the musicians: Pasquale Innarella, born in Lacedonia 1959, composer and saxophonist. He moved to Rome in 1984 where he found his first paid engage with a group of African musicians without a residence permit. He collaborated with Giancarlo Schiaffini, Mario Schiano, Evan Parker, Renato Geremia, Michel Godard, Antonello Salis, Riccardo Lay, Gunther Schuller, Michele Rabbia, Mark Sanders, William Parker, Andrew Cyrille, Hamid Drake, John Tchicai, Matthew Schipp, David Murray, Butch Morris. Actually he is a conductor of RusticaXBand , a social brass band of young musicians coming from Rome disadvantaged neighborhoods. For more info: www.pasqualeinnarella.it. Roberto Fega plays tenor/soprano sax, bass clarinet and samplers. Always interested in expressive and devoted-to-research artistic forms, he has collaborated with Cervello a Sonagli, Circ.A, Iato and Ixem. He has participated in a laboratory / seminar by Tim Hodgkinson (Henry Cow, The Work) on improvisation, afterwards he has participated in workshop by musicians Amy Denio, Jessica Lurie, L.Soybelman and the cartoonist D. Zezelj. Collaborations with: Paolo Angeli, Tuia Chierici (Burp), Jd Zazie (Burp), Matteo Bennici and Andrea Caprara (Squarcicatrici, Tzigoti), Filippo Giuffrè, A Spirale, Tim Hodgkinson, Amy Denio, Jessica Lurie, Damo Suzuki, Renato Ciunfrini, Sarah Dietrich, Tiziana Lo Conte, Roberto Bellatalla , Elio Martusciello, Arg ,Simone Pappalardo, Gi Gasparin, Mike Cooper, Alvin Curran, Francesco Lo Cascio, Andrea Reali, Rinus van Alebeek, Marco Ariano, Giafranco Tedeschi, Luca Calabrese and more. MonkTronik is presented at the Fort Fanfulla of Rome, along with the wonderful book "Monk - storie di un genio americano" by Robin DG Kelley, published by Minimum Fax.
"(...) Progetto/dedica Monktronik, registrato dal vivo nel 2013 a La Riunione Di Condominio (Roma). I sassofoni di Pasquale Innarella ad incrociarsi con il laptop, i midi controllers e il piano giocattolo di Roberto Fega. Il lascito di Thelonious sfiorato/trattato, in modalità espositiva sbarazzina, elegante e delicata. Simpaticamente birbona nel suo sbirciar traiettorie future praticabili. Che il (mio) coppino sfranto, da giorni riallinea ad un'altra reinterpretazione in linea ed oltre il proprio tempo, come lo è stata I've Got You Under My Skin di Neneh Cherry su “Red Hot + Blue”. Omaggia, indaga e non si appiattisce. Elettroacustica dialogante e cinematica, asciutta e multicolore nell'azione. Tremori notturni trattenuti, una stanza, l'ipotesi scartata di una danza solitaria. Nessuna nostalgia, correre - correre - correre." Marco Carcasi, Kathodik 2015.
"(…) Thelonious Monk è una delle figure semidivine del jazz mondiale. La sua storia di vita e di composizione è ricca di preziosi chiavistelli che, schiusi al momento giusto, hanno aperto spazi ricreativi di inaudito potenziale a chi ha avuto il coraggio di cimentarsi con tanta grandezza. Rari sono i lavaggi e le colorazioni originali del bagaglio di opere d'arte del pianista di Rocky Mount, la maggioranza degli interpreti contemporanei tira fuori ripetizioni al limite della decenza o storture prive di contenuto. Poi, in una fredda sera romana, l'incontro di due teste calde e perforanti ha permesso al genio di Monk di rivedere in due effimere intenzioni dialoganti. La performance dal vivo di Pasquale Iannarella e Roberto Fega è diventata Monktronik, un album del concerto realizzato a La Riunione di Condominio, pubblicato da Setola di Maiale, etichetta attenta alle musiche non convenzionali. Ogni brano è caratterizzato da una meticolosa cura dei suoni, il sax di Iannarella percorre, in una iridiscente solitudine, le strade noir e nascoste dell'animo di monkiano, aspettando pazientemente l'intromissione elettronica di Fega, che lo sostiene, ora con ritmiche e voci ridondanti, ora con addizioni elettroniche che fanno luce sulle strettoie armoniche e melodiche cangianti. Ogni traccia prende il vita quasi come fosse una sessione mai banale, uno sguardo peculiare e fumoso che unisce il jazz alla manifattura elettronica. Interessante il gioco ritmico-emotivo creato nelle due suite." Suono magazine, 2014.
"(…) Thelonious Monk è una delle figure semidivine del jazz mondiale. La sua storia di vita e di composizione è ricca di preziosi chiavistelli che, schiusi al momento giusto, hanno aperto spazi ricreativi di inaudito potenziale a chi ha avuto il coraggio di cimentarsi con tanta grandezza. Rari sono i lavaggi e le colorazioni originali del bagaglio di opere d’arte del pianista di Rocky Mount, la maggioranza degli interpreti contemporanei tira fuori ripetizioni al limite della decenza o storture prive di contenuto. Poi, in una fredda sera romana, l’incontro di due teste calde e perforanti ha permesso al genio di Monk di rivivere in due effimere intenzioni dialoganti. La performance dal vivo di Pasquale Innarella e Roberto Fega è diventata Monktronik, un album che raccoglie le riprese del concerto realizzato a La Riunione di Condominio, pubblicato da Setola di Maiale, etichetta attenta alle musiche non convenzionali. Ogni brano è caratterizzato da una meticolosa cura dei suoni, il sax di Pasquale Innarella percorre, in una iridescente solitudine, le strade noir e nascoste dell’animo monkiano, aspettando pazientemente l’intromissione elettronica di Fega, che lo sostiene, ora con ritmiche e voci ridondanti, ora con addizioni elettroniche che fanno luce sulle strettoie armoniche e melodiche cangianti. Ogni traccia prende vita quasi come fosse una sessione pensante, un canovaccio sonoro mai banale, uno sguardo peculiare e fumoso che unisce il jazz alla manifattura elettronica. Interessante il gioco ritmo-emotivo creato nelle due suite." Daniele Camerlengo, Sentireascoltare, 2014.
"(…) Chi l'avrebbe detto che sarebbe stato ancora possibile fare un album interessante, originale, addirittura entusiasmente dedicato alle musiche di Thelonious Monk dopo l'inondazione di cd dovuta al trentennale della morte (2012)? Eppure era possibile. Ed ecco qua Monk Tronik (Setola di Maiale) ad opera del duo Pasquale Iannarella/Roberto Fega. Uno ai sax l'altro al computer e al piano giocattolo. Era fatta con spirito di disarticolazione la musica di Monk, no? Ed ecco i due splendidi musicisti smontare e rimontare i celebri temi, che immettono suoni artificiali sardonici materici e spiazzanti. Una goduria." Mario Gamba, Alias/Il Manifesto 2014.
"(...) Pasquale Innarella e Roberto Fega, già insieme nel duo Timbuctu, incrociano di nuovo i propri talenti in questo progetto dedicato alla rilettura di Thelonious Monk tramite sassofoni e computer. L’obiezione che già sento fare è: «Facile fare bella figura con la musica di Monk!». In realtà è l’opposto, la musica di Monk è così emozionalmente perfetta nell’esecuzione dell’autore da rendere problematica e difficile una sua reinterpretazione. I rischi maggiori stanno, da una parte, in una reinterpretazione filologica che non può raggiungere il pathos originario e, dall’altra, in una rilettura manipolatoria che svuoti totalmente il messaggio monkiano dei suoi caratteri innovativi. I due affrontano il secondo rischio, e lo affrontano di petto eliminando quello che originariamente era l’elemento base di quella musica, il pianoforte, e con ciò dribblano anche il primo rischio, consistente nell’inimitabilità del tocco pianistico monkiano (occasionalmente Fega utilizza un piano giocattolo). Una volta tolto l’ostacolo non c’è più il pericolo di inciamparci. Il pianoforte, e tutto l’apparato ritmico, è sostituito da quegli elementi che vedono Fega destreggiarsi con più fantasia e più maestria, cioè portatile e MIDI. Il compito di non tagliare completamente i ponti con le forme originarie, pena l’annullamento totale del carattere profondamente ‘umano’ tipico della musica di Monk, è affidato ai sassofoni di Innarella, uno strumentista che sarebbe potuto stare, senza fare una piega, all’interno dei gruppi guidati dal pianista nero-americano ai tempi del Five Spot (più o meno alla fine degli anni ’50 del secolo scorso). Quella di Innarella e Fega era una scommessa grossa che, in definitiva, intendeva dare una risposta alla classica domanda se è l’abito a fare il monaco. Una scommessa che i due hanno ampiamente vinto. La musica di Monk, a oltre 60 anni dalla sua creazione, mantiene in queste interpretazioni i suoi caratteri di freschezza, innovazione, particolarità e bizzarria, suona ancora naïf e infantile, non è invecchiata e non mostra quei segni di stanchezza che s'attaccano come francobolli, nel 90% dei casi, alle cartoline revivaliste e/o modaiole. In poche parole, stando a quanto ci insegnano Innarella e Fega, non è affatto l’abito a fare il monaco. Domanda finale: sarà forse l’anima?" Guy Friar, Sands-zine, 2014.
"(...) Il nome dato a questo progetto fornisce coordinate piuttosto precise di ciò che troveremo nel disco CD. Monktronik è il duo formato da Pasquale Innarella, sassofonista e Roberto Fega, polistrumentista e artista multimediale, entrambi con un curriculum ricco di incontri e progetti interessanti, non unicamente in ambito jazz; citiamo, giusto per conoscenza, i progetti con Mario Schiano ed Evan Parker per il primo, con Paolo Angeli e i Solar Lodge per il secondo. In questo caso però il pensiero è tutto rivolto a Thelonious Monk. Registrato dal vivo a Roma nel dicembre del 2013 Monktronik è un ponte gettato fra gli amanti del jazz classico e gli adepti delle musiche meno convenzionali proprie di Setola Di Maiale. Quello che i due musicisti cercano di fare, Innarella coi suoi sassofoni, Fega con elettronica e piano giocattolo (!) è collocare l’opera di Monk in ambito contemporaneo, senza tradirne stile e spirito: direi che l’obiettivo è pienamente raggiunto. Sebbene l’elettronica consentirebbe una gamma di suoni pressoché infinita, i due musicisti optano per composizioni minimali, utilizzando pochi elementi alla volta e privilegiando la qualità di ogni singolo suono, talvolta anche del silenzio. In evidenza è il sax, che ricama melodie suadenti, mente gli strumenti tecnologici lo assecondano con tre diverse opzioni: possono rendere, in maniera mimetica, il suono di una batteria o un contrabbasso; possono fornire un apporto corrispondente a quello degli strumenti classici rivelando però la propria natura sintetica; infine possono esprimersi per ciò che sono, attraverso sonorità e modalità proprie, suggerendo percorsi inediti. Personalmente ho particolarmente apprezzato la terza ipotesi, ma in realtà il valore dell’album sta proprio nel riuscire a far convivere senza scossoni queste tre anime, fino a fonderle, come accade in (Evidence, Well You Needn’t It, Friday The 13th, Misterioso) e Epistophy, brani fra i meno lineari della raccolta, ma sintesi e summa di quanto Montronik si prefigge. Un bel servizio alla memoria e all’opera di Monk, ma anche (e soprattutto) alle nostre orecchie." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2014.
"(…) Se Monk fosse vissuto oggi chissà, forse ieri sera, al 28DiVino Jazz, ci sarebbe stato lui dietro al laptop, circondato da cavi e superfici di controllo. C’era invece il bravo Roberto Fega (laptop, elettronica, efx) insieme a Pasquale Innarella (sassofoni), i quali hanno presentato il loro disco Monktronik, edito da Setola di Maiale e registrato live nel dicembre 2013. Un progetto che viaggia su un doppio binario: quello dell’utilizzo rispettoso delle composizioni monkiane, riproposte con la loro melodia originale sempre riconoscibile, associato ad un approccio ritmico e armonico che sposa i canoni dell’elettronica, sempre mantenendo distinti i due ambiti. Il concerto si apre con un campionamento, un parlato sul quale si sovrappone una sequenza ritmico/armonica. Si aggiunge poi la voce del sassofono tenore, senza effetti di sorta, che risulta molto bene amalgamata. L’impronta è subito chiara, mentre si ascolta un medley con estratti da Crepuscule With Nellie, Monk’s Mood, Pannonica e Reflections. Per chi si aspettava il classico Monk, l’elemento di continuità è dato dal suono di Innarella. Per chi è alla ricerca di nuove contaminazioni, i loop di Fega sono come manna. L’approccio di Fega è molto “suonato”: il musicista si muove e si dibatte tra laptop, controller ed un pianoforte giocattolo, ricordando un po’ le danze che Monk faceva a volte durante le sue performance. Erudito e giocoso il playing di Innarella, il quale utilizza tutti i registri dei suoi sassofoni per rendere brani come la frizzante Well You Needn’t, eseguita nel finale con un arrangiamento dubstep. La serata scorre tra temi eseguiti al sax, loop eseguiti dal computer ed interventi di Fega con wrooom, pssss e suoni di pianoforte effettato. I brani sono i più famosi di Monk, da In Walked Bud a Little Rootie Tootie, da Bemsha Swing a I Mean You, da Off Minor a Ruby, My Dear. E tutto fila liscio, rotondo, come se quei brani fossero nati in un sobborgo newyorchese degli anni duemila. Ascoltando il disco Monktronik, si conferma l’impressione del live: un connubio ben riuscito tra classico e nuovo, un utilizzo sapiente dei campionamenti (come quello del piano dello stesso Monk nella citata Well You Needn’t) e di una elettronica mai fuori dalle righe, grazie alla quale sembra paradossalmente di riconoscere lo stesso Monk dietro ai suoni che andiamo via via ascoltando. E chissà, che non fosse davvero Monk, ieri sera…" Jazz a Roma, 2014.
"(...) Thelonious Monk continua ad ispirare l'opera di importanti musicisti italiani nel corrente decennio. Si passa da un atteggiamento ossequioso verso il repertorio del grande monaco, rispettandone quasi la sacralità, ad una prospettiva sciolta, disinvolta, addirittura spregiudicata, in alcuni casi. Si pensi a Monk and roll del Tinissima Quartet, ad esempio, dove Bearzatti e soci si "divertono" a mischiare temi come 'Round midnight o Misterioso con famose hit della musica leggera di qualità degli anni settanta e ottanta, attraverso collegamenti tanto audaci quanto consonanti. Si rifletta su Monk and the time machine di Franco D'Andrea. Qui i motivi di "Sphere" sono messi dentro ad una macchina del tempo virtuale che, ad elastico, li trasporta su e giù in vari periodi della storia del jazz con tutte le conseguenze immaginabili. Pasquale Innarella, multistrumentista, famoso per le sue scelte d'avanguardia, ha una predilezione particolare per il compositore afroamericano. Non è nella sua natura, però, limitarsi semplicemente a suonare i pezzi così come sono. Occorre qualche elemento di scarto, di devianza per realizzare una reinterpretazione attualizzata, contemporanea. Provvede Roberto Fega con i suoi aggeggi tecnologici, midi controller e laptop, a disorientare, a decontestualizzare i brani, aggiungendo un vestito elettronico "a la page" ad autentici classici. In questo modo la musica si presenta con due sembianze apparentemente contrastanti. Da un lato la voce dei sassofoni rilegge in maniera libera, ma abbastanza coerente, non trasgressiva, le composizioni del pianista di Rocky Mount. Dall'altra parte Fega si adopera per fabbricare un'armonizzazione e un accompagnamento piuttosto fantasioso con elementi techno, drum'and bass, noise. Non c'è un vero scontro fra le due piste che avanzano appaiate e convergono fino a dar luogo ad un melange succoso con una superficie pop e un cuore inequivocabilmente jazz. Il brano più raccomandabile del cd è sicuramente una lenta e assorta Ruby my dear con Innarella al tenore a riprendere il timbro, l'eloquio di Hawkins e dei suoi epigoni, mentre il partner lo aiuta adoperando un pianoforte giocattolo e producendo una serie di appuntiti rumori sintetici di fondo con i suoi pc. Monktronik è un omaggio deferente e (ir)riguardoso al tempo stesso all'arte di uno dei geni della musica afroamericana. È, forse, un buon sistema per onorare un grande personaggio dimostrando la sua modernità. Con questo album le creazioni di Monk, infatti, vengono prese dal passato o dal presente e proiettate in avanti verso il futuro e oltre." Gianni Montano, Jazz Convention, 2015
01 _ In Walked Bud 5:52
02 _ Little Rootie Tootie 4:10
03 _ Bemsha Swing 4:29
04 _ I Mean You 4:00
05 _ (Crepuscule Whit Nellie - Monk's Mood - Reflections - Pannonica) 6:35
06 _ Off Minor 5:09
07 _ Ruby, My Dear 7:13
08 _ (Evidence - Well You Needn’t - Friday The 13th - Misterioso) 4:34
09 _ Epistrophy 5:43
10 _ Ask Me Now 7:26
(C) + (P) 2014