NON SOLO // UNTITLED
JEAN-LUC GUIONNET // CLAUDIO ROCCHETTI / FHIEVEL / LUCA SIGURTA'
SOLD OUT
Jean-Luc Guionnet _ elettronica
Claudio Rocchetti _ dusty analogic devices _ editing
Fhievel _ synth _ oggetti
Luca Sigurtà _ junk _ elettronica
Questo disco è uno split album, condiviso a metà tra il musicista e artista francese Jean-Luc Guionnet e gli italiani Rocchetti/Fhievel/Sigurtà. Entrambi i lavori si inseriscono nella ricerca elettroacustica. Dal testo di presentazione di Guionnet: "Marc Baron, un sassofonista francese, una volta mi chiese di comporgli una sorta di utile non-musica che lo avrebbe aiutato e disturbato durante l’esecuzione dei suoi assoli: suoni che non gli avrebbero impedito di suonare in ‘solo’ ma qualcosa che avrebbe dovuto suonare nello stesso tempo. Questo requisito mi portò ad una sorta di logica che non conoscevo prima. Una logica che poco alla volta ho cominciato ad apprezzare come un modo specifico di pensare con/nella musica." Dal testo di presentazione di Sigurtà: "Qualche mese dopo aver improvvisato e registrato a Bologna ‘Pocket Progressive’ ci ritrovammo nuovamente, questa volta a Biella, per dare un seguito a quel disco. Come collegamento al lavoro precedente si scelse di lavorare nuovamente in ambiente domestico. Il lavoro si è concretizzato trovando nei corpi sonori un nuovo punto d’incontro tra tre approcci musicali apparatemente lontani."
"(...) [Quella che segue è la recensione di due dischi distinti, una scelta di Alfredo Rastelli che ha redatto la recensione, qui inserita integralmente] “Map” è la prima collaborazione a due tra Toshimaru Nakamura e Jean-Luc Guionnet, due tra i pilastri della musica improvvisata degli ultimi anni, nell’elaborazione e invenzione di un linguaggio che lega tra loro avanguardia, elettroacustica, elettronica e jazz. È anche vero che, a lungo andare, dischi come questo iniziano ad assomigliarsi sempre più frequentemente gli uni agli altri, così come siamo consapevoli del fatto che qualcosa di veramente nuovo, è difficilissimo da trovare. Così è stato fin dall’inizio dei tempi e noi non possiamo far altro, in attesa che scenda dal cielo la nuova manna, di intrattenerci con la riedizione di qualcosa che ci è piaciuto e che, in determinate forme, continua a piacerci. Il punto è questo: sono suoni che piacciono (almeno a chi scrive) e, soprattutto, quando a farli sono due grandi, il risultato è assicurato. Poter ascoltare ancora una volta Guionnet al sax, così come all’organo (con cui ha prodotto una manciata di lavoro in ‘solo’ memorabili), è una delizia a cui difficilmente rinuncerei; se a ciò aggiungiamo un tappeto di suoni elettronici messi nel piatto da chi, con i grandi Repeat e non solo, ha scritto la storia, beh, allora, ne vengano altri di dischi così; un fiume di suoni discreti ed eccessivi, tra ricerca solistica e scambio culturale, musica concreta ed elettronica, silenzi ed improvvise scariche, minimalismo e massimalismo sonoro.
Se in “Map” Jean-Luc Guionnet si concede momenti di musica suonata, con scampoli di jazz e minimalismo, in “Non Solo”, parte dello split diviso a metà con la trinità Rocchetti/Fhievel/Sigurtà, il musicista francese si prodiga in un ‘non solo’, appunto, che rappresenta una sorta di negazione del proprio suono e del proprio io. Come dallo stesso Guionnet segnalato nelle note del cd, la lunga traccia nasce da una conversazione/collaborazione con il sassofonista francese Marc Baron, che chiese a Guionnet di comporre una non-musica al fine di aiutarlo e disturbarlo nell’esecuzione dei suoi assoli; dei suoni che non gli avrebbero impedito di suonare in ‘solo’ ma qualcosa che avrebbe dovuto suonare nello stesso tempo. Da qui, un lungo studio sfociato in una composizione, con la dedica appunto a Marc Baron, in cui Guionnet tende all’annullamento del suono stesso, nonché del proprio modo di concepirlo; un processo da cui però, allo stesso tempo, riesce a ricavare una nuova fonte di produzione e nuovi traguardi da raggiungere; in definitiva, una musica da una non-musica, e viceversa. Il cd dicevamo è diviso a metà con i nostri Claudio Rocchetti, Fhievel, Luca Sigurtà che qui rinverdiscono i fasti del bellissimo “Pocket progressive” uscito tre anni fa per la Creative Sources; questa nuova traccia senza titolo è un lento dipanarsi di segnali sonori, tra musica concreta ed elettronica, che si intrecciano fino a convogliarsi in un cuore centrale, racchiuso da lunghi momenti di silenzio; un crescendo di suoni che dialogano e si amalgamano magicamente tra di loro, fino a lasciarsi nuovamente cadere nell’oblio. Ottimi." Alfredo Rasetlli, Sands-zine 2008.
"(...) Del maiale non si butta via nulla: lo split prodotto dal buon Giust non è prosciutto. Forse sono cotiche (ogni tanto gustose). Guionnet ha recuperato un 'coso' composto per Marc Baron il quale, tempo fa, gli chiese "una specie di musica inutile che lo aiutasse e disturbasse quando suonava in solo". In Non Solo (dedicated to Marc Baron) è una composizione riduzionista, degna dei giapponesi più amati/odiati. A me non dispiace, ma è più interessante il silenzio carico di attese che gli schiocchi sparsi e il rado tuonare. Rocchetti, Bergero e Sigurtà non sono da meno. Fonti povere e poverissime (le 'dusty analogic devices' di Rocchetti) per musica in briciole, minuzie detritiche e crepitii. Fino a quando, negli ultimi sette minuti, la massa lievita in un souffle noise informale e poi implode. (6/7)" Dionisio Capuano, Blow Up n.129, 2009.
01. Jean-Luc Guionnet: 'Non-Solo (dedicated to Marc Baron)' 19:35
02. Claudio Rocchetti / Fhievel / Luca Sigurtà: 'Untitled' 15:25
(C) + (P) 2008
SOLD OUT
Jean-Luc Guionnet _ electronics
Claudio Rocchetti _ dusty analogic devices _ editing
Fhievel _ synth _ objects
Luca Sigurtà _ junk _ electronics
This is a split album with electroacoustic music. From the words by Guionnet about 'Non-Solo': "Marc Baron, a french saxophone player, asked me once to compose for him a sort of useful non-music that would help and disturb his playing while he is soloing: something built in sounds that wouldn’t prevent him from playing in 'solo' even thought that thing would be listened in the same time. This requisit drive me to a sort of logic I didn’t happen to know before. A logic, that little by little I manage to appreciate as a specific way of thinking in/with music. Let’s bet that time passing throught the filter of the listener’s life and that very life tripping among time, where ever it sounds worth to go, can work as the needed solo when ever the solo can’t actually be there. From the words by Sigurtà about 'Untitled': "After a few months we had improvised and recorded in Bologna ‘Pocket Progressive’, we met again, this time in Biella, for following up that cd. As previous work we decided to work in home. The track is realized finding in the impro session a new meeting point of three different musical approaches."
"(...) [Quella che segue è la recensione di due dischi distinti, una scelta di Alfredo Rastelli che ha redatto la recensione, qui inserita integralmente] “Map” è la prima collaborazione a due tra Toshimaru Nakamura e Jean-Luc Guionnet, due tra i pilastri della musica improvvisata degli ultimi anni, nell’elaborazione e invenzione di un linguaggio che lega tra loro avanguardia, elettroacustica, elettronica e jazz. È anche vero che, a lungo andare, dischi come questo iniziano ad assomigliarsi sempre più frequentemente gli uni agli altri, così come siamo consapevoli del fatto che qualcosa di veramente nuovo, è difficilissimo da trovare. Così è stato fin dall’inizio dei tempi e noi non possiamo far altro, in attesa che scenda dal cielo la nuova manna, di intrattenerci con la riedizione di qualcosa che ci è piaciuto e che, in determinate forme, continua a piacerci. Il punto è questo: sono suoni che piacciono (almeno a chi scrive) e, soprattutto, quando a farli sono due grandi, il risultato è assicurato. Poter ascoltare ancora una volta Guionnet al sax, così come all’organo (con cui ha prodotto una manciata di lavoro in ‘solo’ memorabili), è una delizia a cui difficilmente rinuncerei; se a ciò aggiungiamo un tappeto di suoni elettronici messi nel piatto da chi, con i grandi Repeat e non solo, ha scritto la storia, beh, allora, ne vengano altri di dischi così; un fiume di suoni discreti ed eccessivi, tra ricerca solistica e scambio culturale, musica concreta ed elettronica, silenzi ed improvvise scariche, minimalismo e massimalismo sonoro.
Se in “Map” Jean-Luc Guionnet si concede momenti di musica suonata, con scampoli di jazz e minimalismo, in “Non Solo”, parte dello split diviso a metà con la trinità Rocchetti/Fhievel/Sigurtà, il musicista francese si prodiga in un ‘non solo’, appunto, che rappresenta una sorta di negazione del proprio suono e del proprio io. Come dallo stesso Guionnet segnalato nelle note del cd, la lunga traccia nasce da una conversazione/collaborazione con il sassofonista francese Marc Baron, che chiese a Guionnet di comporre una non-musica al fine di aiutarlo e disturbarlo nell’esecuzione dei suoi assoli; dei suoni che non gli avrebbero impedito di suonare in ‘solo’ ma qualcosa che avrebbe dovuto suonare nello stesso tempo. Da qui, un lungo studio sfociato in una composizione, con la dedica appunto a Marc Baron, in cui Guionnet tende all’annullamento del suono stesso, nonché del proprio modo di concepirlo; un processo da cui però, allo stesso tempo, riesce a ricavare una nuova fonte di produzione e nuovi traguardi da raggiungere; in definitiva, una musica da una non-musica, e viceversa. Il cd dicevamo è diviso a metà con i nostri Claudio Rocchetti, Fhievel, Luca Sigurtà che qui rinverdiscono i fasti del bellissimo “Pocket progressive” uscito tre anni fa per la Creative Sources; questa nuova traccia senza titolo è un lento dipanarsi di segnali sonori, tra musica concreta ed elettronica, che si intrecciano fino a convogliarsi in un cuore centrale, racchiuso da lunghi momenti di silenzio; un crescendo di suoni che dialogano e si amalgamano magicamente tra di loro, fino a lasciarsi nuovamente cadere nell’oblio. Ottimi." Alfredo Rasetlli, Sands-zine 2008.
"(...) Del maiale non si butta via nulla: lo split prodotto dal buon Giust non è prosciutto. Forse sono cotiche (ogni tanto gustose). Guionnet ha recuperato un 'coso' composto per Marc Baron il quale, tempo fa, gli chiese "una specie di musica inutile che lo aiutasse e disturbasse quando suonava in solo". In Non Solo (dedicated to Marc Baron) è una composizione riduzionista, degna dei giapponesi più amati/odiati. A me non dispiace, ma è più interessante il silenzio carico di attese che gli schiocchi sparsi e il rado tuonare. Rocchetti, Bergero e Sigurtà non sono da meno. Fonti povere e poverissime (le 'dusty analogic devices' di Rocchetti) per musica in briciole, minuzie detritiche e crepitii. Fino a quando, negli ultimi sette minuti, la massa lievita in un souffle noise informale e poi implode. (6/7)" Dionisio Capuano, Blow Up n.129, 2009.
01. Jean-Luc Guionnet: 'Non-Solo (dedicated to Marc Baron)' 19:35
02. Claudio Rocchetti / Fhievel / Luca Sigurtà: 'Untitled' 15:25
(C) + (P) 2008