LIVE AT THE FOUNDRY NEW YORK CITY
NINNI MORGIA JORDON SCHRANZ DUO
SOLD OUT
Ninni Morgia _ chitarra elettrica _ oggetti
Jordon Schranz _ contabbasso
Registrato dal vivo al Foundry di New York, il 18 novembre 2006. Musica di improvvisazione radicale alquanto aggiornata. Schranz, oltre ad essere un musicista impegnato in molti progetti d'avanguardia ed anche rock, è un artista visivo ed è il fautore di un'ottimo festival multimediale di New York (www.frequenciesnyc.com). Ninni Morgia è originario di Catania e ormai da anni vive a New York, dove collabora attivamente alla scena improvvisativa, sperimentale e rock.
"(...) Ad oggi sono i due terzi dei La Otracina, ottima band psych-fusion guidata dal batterista Adam Kriney, e pure dei Quivers (identica line-up) ma la musica prodotta in duo dal contabbassista Jordon Schranz e dal chitarrista Ninni Morgia è abbastanza distante da quella dei gruppi di riferimento. A naso l'assenza della batteria non è l'unico pretesto per proporre una musica che mantiene alcuni connotati psichedelici (l'ombroso archeggiare del basso e il deliquio elettrico della chitarra) ma non di meno sprofonda senza timori in uno scenario radicalmente improvvisato, seppure col rock nel dna. La session in due parti (con tanto di applausi a metà) è stata registrata dal vivo nel maggio del 2006 al Foundry di New York: la prima parte è segnata dalla mutevolezza dei timbri e degli accenti della sei corde di Morgia, capace di fondere in maniera credibile e originale le pennellature di Sonny Sharrock (ora più dilagante ora più ruvido dell'originale) con la sanguinante veemenza elettrica di Haino. Dal canto suo Schranz provvede un sottofondo dinamico in continua fluttuazione sugggerendo anche ipotesi ritmiche quando colpisce le corde e il corpo del basso. Più cupa ed ebbra la seconda parte della performance che si muove lenta divincolandosi a fatica tra scorie prodotte da Morgia e i lamenti di Schranz. (7)". Federico Savini, Blow Up n.110/111.
"(...) Due titoli impro-rock per l’eclettico chitarrista trapiantato a NY Ninni Morgia. In solitario [vedi SM1040] fornisce un esaltante bignami del suo scibile chitarristico in una escursione lunga 30 minuti. Dall’isolazionismo ambient della parte iniziale alla saturazione psych-rock del finale il percorso prevede un lungo crescendo che mostra un Ninni maturo nel gestire non solo lo strumento, ma anche le possibilità dell’amplificazione. Discorso che vale anche per l’altro live in duo col sodale Jordon Schranz, anche se l’ambientazione si fa più “psichedelica”, ossia tendente ad una apertura quasi cosmica e ovviamente dilatata delle strutture d’impostazione free dei due. La chitarra liquida di Ninni si muove tra sferragliamenti e ruvidezze poco ortodosse fino a risultare l’intersezione esatta tra un Sonny Sharrock più ruvido e un Keiji Haino “mediterraneo”, mentre il compagno, dal canto suo, provvede al tappeto ritmico col suo agile contrabbasso." Stefano Pifferi, SentireAscoltare, 2008.
01 _ Senza titolo 32:39
(C) + (P) 2007
SOLD OUT
Ninni Morgia _ electric guitar _ objects
Jordon Schranz _ upright bass
Free improvised duo music recorded live at The Foundry N.Y.C. on November 18, 2006. Jordon Schranz is a New York based visual artist and musician whose work focuses on the idea of social and political interaction and underlying cultural structures. In addition he regularly stages, performs, and promotes avant rock, free jazz, noise and experimental music performances and is a recording artist on the Black Saint record label with his group The Eastern Seaboard. He also performs with Quivers and Jordon & Marie and runs the Tigerasylum Record label. Morgia (born in Catania, Italy) is most well known for playing in the New York City improv and experimental music scenes. He currently lives in New York and has played with D. Carter, K. Shea, P. Evans, B. Siwula, B. Kane, T. Garrigan, R. Paci, F. Casadei, F. Cusa... He currently is a member of Quivers, Wizard Trio, La Otracina, Trauma Unit.
"(...) Ad oggi sono i due terzi dei La Otracina, ottima band psych-fusion guidata dal batterista Adam Kriney, e pure dei Quivers (identica line-up) ma la musica prodotta in duo dal contabbassista Jordon Schranz e dal chitarrista Ninni Morgia è abbastanza distante da quella dei gruppi di riferimento. A naso l'assenza della batteria non è l'unico pretesto per proporre una musica che mantiene alcuni connotati psichedelici (l'ombroso archeggiare del basso e il deliquio elettrico della chitarra) ma non di meno sprofonda senza timori in uno scenario radicalmente improvvisato, seppure col rock nel dna. La session in due parti (con tanto di applausi a metà) è stata registrata dal vivo nel maggio del 2006 al Foundry di New York: la prima parte è segnata dalla mutevolezza dei timbri e degli accenti della sei corde di Morgia, capace di fondere in maniera credibile e originale le pennellature di Sonny Sharrock (ora più dilagante ora più ruvido dell'originale) con la sanguinante veemenza elettrica di Haino. Dal canto suo Schranz provvede un sottofondo dinamico in continua fluttuazione sugggerendo anche ipotesi ritmiche quando colpisce le corde e il corpo del basso. Più cupa ed ebbra la seconda parte della performance che si muove lenta divincolandosi a fatica tra scorie prodotte da Morgia e i lamenti di Schranz. (7)". Federico Savini, Blow Up n.110/111.
"(...) Due titoli impro-rock per l’eclettico chitarrista trapiantato a NY Ninni Morgia. In solitario [vedi SM1040] fornisce un esaltante bignami del suo scibile chitarristico in una escursione lunga 30 minuti. Dall’isolazionismo ambient della parte iniziale alla saturazione psych-rock del finale il percorso prevede un lungo crescendo che mostra un Ninni maturo nel gestire non solo lo strumento, ma anche le possibilità dell’amplificazione. Discorso che vale anche per l’altro live in duo col sodale Jordon Schranz, anche se l’ambientazione si fa più “psichedelica”, ossia tendente ad una apertura quasi cosmica e ovviamente dilatata delle strutture d’impostazione free dei due. La chitarra liquida di Ninni si muove tra sferragliamenti e ruvidezze poco ortodosse fino a risultare l’intersezione esatta tra un Sonny Sharrock più ruvido e un Keiji Haino “mediterraneo”, mentre il compagno, dal canto suo, provvede al tappeto ritmico col suo agile contrabbasso." Stefano Pifferi, SentireAscoltare, 2008.
01 _ Untitled 32:39
(C) + (P) 2007