MANGIACRANIO
STEFANO GIUST / DANIELE PAGLIERO
SOLD OUT
Stefano Giust _ percussioni elettroniche _ tastiere _ elettronica
Daniele Pagliero _ field recordings _ elettronica _ laptop _ editing
Brani di musica elettronica prossimi alla techno minimale, improvvisati e composti in studio. La musica è stata realizzata esclusivamente per essere successivamente confusa con field recordings provenienti dalla città di Torino. Il risultato è questo disco di musica sperimentale, surreale ed anche psichedelica.
"(...) Mangiacranio è densa pioggia metropolitana. Gocce acide che ti entrano in bocca e ti corrodono il palato. Dopo l'ottimo “Ipersensity”, nuova immersione sensoriale nel torvo scenario acustico/elettronico, improvvisato e prodotto, dal rodato duo; Stefano Giust e Daniele Pagliero. Improvvisazione e composizione, aspra ed intransigente dove, è assai arduo identificare l'acustico dall'elettronico, una scrittura complessa dai toni accesi lasciata a macerare in un bagno di field recordings strappati a forza dalle viscere di Torino. E per certo son attimi notturni quelli incastonati sullo sfondo retinico, oppure, in alternativa, nevrotiche rincorse (microfono in mano) all'ultimo bus notturno che non ne vuol saper di fermarsi, scuotimento e stasi narcotica; gratta la superficie e troverai dell'asfalto liquefatto. Nero come pece e fuori dal coro, battito minimal techno intriso di malsana lisergia metropolitana, il pulsare di Scorn pietrificato in un'istante di paura irrazionale. Cupe vampe senza più vampe, probabilmente un sol filo di fumo nell'orizzonte caliginoso di un mezzogiorno estivo infuocato, più di un'ipotesi plausibile per provar timore. Eppur smuove, abbattimento e stordimento, estasi da scontro fra automobilisti, a mani nude; post incidente a bassa velocità nel traffico. La prima traccia (tutte identificate con combinazioni numeriche...) e torrenziale e ringhiosa; un astioso battito incarognito immobilizzato in un'austera posa plastica. Le due traccie successive due subdole oasi aritmiche solcate da bagliori narcotici speziati di oriente. Men che ottime. Giust che si occupa delle percussioni elettroniche e delle tastiere, Pagliero ai field recordings, al laptop ed al mixer, una coppia affiatatissima ed originale, un'esibizione di ferrea tenacia nell'evitar le secche dance del genere. Psichedelia maligna e rugginosa, una contemplazione sudata del via vai notturno del traffico, cibo cinese da asporto in una mano, martello nell'altra. La sesta e settima traccia rifulgono di distorta luce al neon, la prima delle due che termina con un accenno da giostra inceppata invidiabile, la seconda da far mangiare le mani ai Boards Of Canada per quanto è intrisa di umori chiaroscurali; uno spettacolo! Low-fi elettronico aritmicamente interiorizzato. L'ascolto amplificato dell'attimo di vuoto fra; il passaggio di una metro e l'altra. Elettronica carnale. Stefano Giust e Daniele Pagliero. Annotare i due nomi prego." M. Carcasi, Kathodik 2007.
01 _ 654-310236-335 06:48
02 _ 468653-21156 02:11
03 _ 925698744563234 12:16
04 _ 215687665-966636-55 02:56
05 _ 22468411-66546-14 03:28
06 _ 65416-55545-44-55689 04:32
07 _ 5646-454455-577891 06:00
08 _ 65448-563644-1525 02:48
09 _ 24546-21646412-41 03:12
10 _ 71464643-6444-11 06:34
(C) + (P) 2002
SOLD OUT
Stefano Giust _ electronic percussion pads _ keyboards _ electronics _ mixer
Daniele Pagliero _ field recordings _ electronics _ laptop _ editing
Improvised and composed electronic music for field recordings. Experimental minimal techno.
"(...) Mangiacranio è densa pioggia metropolitana. Gocce acide che ti entrano in bocca e ti corrodono il palato. Dopo l'ottimo “Ipersensity”, nuova immersione sensoriale nel torvo scenario acustico/elettronico, improvvisato e prodotto, dal rodato duo; Stefano Giust e Daniele Pagliero. Improvvisazione e composizione, aspra ed intransigente dove, è assai arduo identificare l'acustico dall'elettronico, una scrittura complessa dai toni accesi lasciata a macerare in un bagno di field recordings strappati a forza dalle viscere di Torino. E per certo son attimi notturni quelli incastonati sullo sfondo retinico, oppure, in alternativa, nevrotiche rincorse (microfono in mano) all'ultimo bus notturno che non ne vuol saper di fermarsi, scuotimento e stasi narcotica; gratta la superficie e troverai dell'asfalto liquefatto. Nero come pece e fuori dal coro, battito minimal techno intriso di malsana lisergia metropolitana, il pulsare di Scorn pietrificato in un'istante di paura irrazionale. Cupe vampe senza più vampe, probabilmente un sol filo di fumo nell'orizzonte caliginoso di un mezzogiorno estivo infuocato, più di un'ipotesi plausibile per provar timore. Eppur smuove, abbattimento e stordimento, estasi da scontro fra automobilisti, a mani nude; post incidente a bassa velocità nel traffico. La prima traccia (tutte identificate con combinazioni numeriche...) e torrenziale e ringhiosa; un astioso battito incarognito immobilizzato in un'austera posa plastica. Le due traccie successive due subdole oasi aritmiche solcate da bagliori narcotici speziati di oriente. Men che ottime. Giust che si occupa delle percussioni elettroniche e delle tastiere, Pagliero ai field recordings, al laptop ed al mixer, una coppia affiatatissima ed originale, un'esibizione di ferrea tenacia nell'evitar le secche dance del genere. Psichedelia maligna e rugginosa, una contemplazione sudata del via vai notturno del traffico, cibo cinese da asporto in una mano, martello nell'altra. La sesta e settima traccia rifulgono di distorta luce al neon, la prima delle due che termina con un accenno da giostra inceppata invidiabile, la seconda da far mangiare le mani ai Boards Of Canada per quanto è intrisa di umori chiaroscurali; uno spettacolo! Low-fi elettronico aritmicamente interiorizzato. L'ascolto amplificato dell'attimo di vuoto fra; il passaggio di una metro e l'altra. Elettronica carnale. Stefano Giust e Daniele Pagliero. Annotare i due nomi prego." M. Carcasi, Kathodik 2007.
01 _ 654-310236-335 06:48
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10 _ 71464643-6444-11 06:34
(C) + (P) 2002