DISOBBEDIENZE
PAOLO SANNA
Paolo Sanna _ percussioni _ oggetti ritrovati _ lattine _ gopichand _ fuoco _ scatola del rumore _ pietre _ acqua _ richiami degli uccelli _ registrazione sul campo _ ascolto e silenzio
Paolo Sanna è un noto percussionista italiano, sardo, senza compromessi e sempre alla ricerca di suoni con una vita. Dalle sue stesse parole: "Disobbedienze è un lavoro che pone al centro il rifiuto e la creatività visionaria come esigenza, è la scelta consapevole che mi spinge da sempre lontano dal mainstream, facendo dell’imprevedibilità e dell’impossibilità di avere il controllo totale del suonato un punto fondamentale nel mio fare. Disobbedienze è reazione, energia, ascolto." Mixato e masterizzato da Simon Balestrazzi presso NeuroHabitat Studio (Cagliari) nell'aprile 2024. Questa musica è dedicata a Tony Oxley (1938/2023).
(...) Con un titolo non casuale riascoltiamo molto volentieri il percussionista Paolo Sanna. Stavolta si tratta di Disobbedienze, un lavoro che Sanna non esita a definire come ‘reazione, energia, ascolto’. Va da sé che il tipo di disobbedienza propinata da Sanna è di tipo culturale e va ricercata nel difetto di creatività e progettualità che attanaglia gran parte del mondo musicale odierno: disobbedire significa porre in essere un’alternativa, anche se solitaria e anacronistica. Chi segue queste pagine sa della sua ricerca, un work in progress continuo e maniacale che si nutre oltre che di una sana competenza in materia anche di esperimenti che coinvolgono qualsiasi combinazione sonora; in Disobbedienze c’è la dedica a Tony Oxley e un’immersione fenomenologica che mira all’imprevisto, alla scoperta da condividere tramite l’ascolto. A dir il vero, non è facile capire le ‘manovre’ di Sanna senza un supporto visivo, perciò ho contattato Paolo proprio per offrire ai lettori/ascoltatori un’integrazione informativa su come vengono ottenuti certi risultati: si tratta di 6 tracce, tutte impostate con un criterio differente:
1) in Tubos, Sanna ci conduce ad un effetto ‘granulato’ in itinere grazie a dei segmenti di tubi in alluminio simili a quelli usati dagli elettricisti (solitamente in plastica); la disobbedienza sta nell’idiosincrasia dei materiali e dei suoni.
2) Devil Chaser prende il nome da due omonimi strumenti filippini in bambù che Paolo mi indica anche come strumenti usati nei riti; l’effetto è quello di uno strano ritmo che si manifesta in un ciclo da 20 ottavi diviso in una sequenza del tipo 2+3+2+3+3+2+3+2, colpi che all’ascolto sembrano irregolari. Inoltre lo sfondo è curato con dei campanacci sfiorati con l’archetto.
3) Barattolini è un’insolita polifonia ottenuta con tre barattoli con l’apertura immersa per un quarto in acqua bollente, un pentolino che restituisce una sorta di ‘balletto acustico’. E’ un pezzo che ovviamente Sanna ha registrato nella sua cucina.
4) Acoustic Studies #10 – Gopichand, è un estratto dei suoi studi in cui si concentra sul gopichand, un particolarissimo strumento di origine indiana composto da una sola corda che è sistemata entro un bastone e una piccola cassa di risonanza; la particolarità deriva dal fatto che agendo con una pressione sui prolungamenti del bastone che circondano la corda si ottiene una variazione immediata di intonazione. Sanna suona il gopichand con una raspstick, una bacchetta di legno provvista di piccole scanalature.
5) P.za S. Gregorio è la traccia più lunga del CD, 23 minuti che riepilogano l’esperienza fatta in piazza S. Gregorio a Sardara, il paese della Sardegna dove vive Sanna. Il percussionista ritrae quell’ambiente non solo ponendo le basi d’ascolto in un field recording classico ma personalizzando e arricchendo l’esperienza con un microfono piezoelettrico incastrato in una molla di 3 metri fissata e sospesa in orizzontale e un noise box (una piccola scatola metallica con molle e lamelle).
6) The (B)rainforest and the crazy birds è un breve inciso che lavora burbero su una trama costruita con i bird calls.
Disobbedienze è decisamente ottimo, fornito di attualità e di selezioni elettive che provengono dall’esperienza quotidiana sul campo. E’ quasi un ‘seminario’ su ciò che significa essere un ‘percussionista’ vero." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2024.
"(...) Paolo Sanna non è solo un percussionista e non è neanche semplicemente un percussionista aumentato. La sua è una ricerca che va ben oltre il suono, una forma d’arte che sappia essere costantemente scoperta, disvelamento dell’invisibile, relazione con la materia attivata dal gesto spontaneo. Alea, imperfezione, abbandono sono componenti fondanti di una pratica da sempre distante da ogni logica produttiva legata al mercato.
“Disobbedienze” offre un saggio notevole di tale attitudine dimostrando ancora una volta quanto il musicista sardo sappia estrarre linfa da un armamentario tutt’altro che convenzionale, affidandosi all’intuito e alla voglia irrefrenabile di scoperta. Le traiettorie definite alternando oggetti e strumenti veri e propri veicolano un’aura ancestrale tangibile, sotto forma di trame profondamente tattili assimilabili agli elementi naturali – Barattolini ha il ritmo della pioggia battente – o di reiterazioni ipnotiche dal sapore sciamanico (Devil Chaser).
In P.za S. Gregorio riverberi e stridori attutiti, mantenuti in secondo piano, si combinano a suoni ambientali e voci, dialogano col silenzio generando una suite misterica affascinante da assorbire affidandosi all’ascolto profondo e aprendosi ad una piena percettività. Non musica, ma esperienza sensoriale totalizzante che invita a riconnettersi al mondo circostante tentando di andare oltre a ciò che è palese. Arte di forgiare il suono ad un livello superiore." SoWhat, 2024.
"(...) Paolo Sanna di nuovo in perfetta solitudine. Dopo varie esperienze di condivisione e confronto questa volta, in Disobbedienze, lo ritroviamo in compagnia dei suoi fantasmi che in questo caso sono percussioni, oggetti smarriti e ritrovati, lattine di felicità sottovuoto, gopichand (uno strumento di origine indiana), fuoco e fiamme, scatole intonarumori, pietre antiche e moderne, acqua di fonte e di nuvole, uccelli che svolazzano nei dintorni, rumori acquistati da un catalogo immaginario, ascolti e, soprattutto, silenzio, il grande silenzio dell’incertezza.
Sono questi gli ingredienti del nuovo album di Paolo Sanna, armi di disobbedienza civile, manufatti creati e pensati per andare oltre le convenzioni e ridefinire l’approccio con la materia e con le cose. Disobbedire come gesto estremo di libertà, come pulsione di vita e di morte, manifesto di un modus operandi che diventa pratica quotidiana, gesto che spiazza e turba e prende le distanze dalla vacuità di certa estetica contemporanea. In queste tracce emerge la costante resistenziale di chi ha scelto di stare ai confini della realtà, ai margini di un mondo troppo difficile da capire e accettare [?, NdC]. Paolo Sanna lo fa con quello che ha a disposizione: le sue mani, oggetti di uso quotidiano, pelli, suoni e fremiti acchiappati in modo spontaneo e casuale in uno spazio fisico e mentale di commovente sincerità.
Solo musica acustica, ribadisce l’autore, quasi a voler superare la fredda e matematica essenza dei rumori di questi tempi. Suoni ripetuti in modo ossessivo, come un mantra, come una preghiera laica. Minime distorsioni, vibrazioni quasi impercettibili ma dense di pathos che stupiscono per la loro forza interiore e che diventano in questa nuova veste qualcosa di indefinibile e alieno, completamente fuori controllo. Queste cose si fanno anche con le macchine, la potenza infinita del digitale arriva spesso in territori inesplorati e pieni di fascino. Ma in queste tracce, in questi solchi scavati con paziente dedizione, tutto è tangibile, sensoriale, tattico: gli oggetti recuperati da Sanna ci fanno omaggio della loro voce più intima, si aprono al mondo e si mettono a disposizione con un approccio che ricorda antiche pratiche esoteriche. Reazione, energia, ascolto. Un nuovo mondo a cui si accede con la semplice forza delle idee, lo stesso ipotizzato da Tony Oxley a cui il disco è dedicato.
Il disco è disponibile solo in copia fisica, acquistabile dal sito dell’etichetta Setola di Maiale." Claudio Loi, SaScena, 2024.
1 _ Tubos 5:09
2 _ Devil chaser 5:20
3 _ Barattolini 10:34
4 _ Acoustic studies #10 – Gopichand 3:17
5 _ P.za S. Gregorio 23:09
6 _ The (B)rainforest and the crazy birds 2:13
(C) + (P) 2024
Paolo Sanna _ percussion _ found objects _ cans _ gopichand _ fire _ noise box _ stones _ water _ bird calls _ field recording _ listening and silence
Paolo Sanna is a well known Italian percussionist, from Sardinia, uncompromised and always in search of sounds with a life. From his own words: "Disobbedienze is a work that places refusal and visionary creativity as a need at the center, it is the conscious choice that has always pushed me away from the mainstream, making the unpredictability and impossibility of having total control of the music played a fundamental point in my doing. Disobbedienze is reaction, energy, listening." Mixed and mastered by Simon Balestrazzi at NeuroHabitat Studio (Cagliari) on April 2024. This music is for Tony Oxley (1938/2023).
"(...) Con un titolo non casuale riascoltiamo molto volentieri il percussionista Paolo Sanna. Stavolta si tratta di Disobbedienze, un lavoro che Sanna non esita a definire come ‘reazione, energia, ascolto’. Va da sé che il tipo di disobbedienza propinata da Sanna è di tipo culturale e va ricercata nel difetto di creatività e progettualità che attanaglia gran parte del mondo musicale odierno: disobbedire significa porre in essere un’alternativa, anche se solitaria e anacronistica. Chi segue queste pagine sa della sua ricerca, un work in progress continuo e maniacale che si nutre oltre che di una sana competenza in materia anche di esperimenti che coinvolgono qualsiasi combinazione sonora; in Disobbedienze c’è la dedica a Tony Oxley e un’immersione fenomenologica che mira all’imprevisto, alla scoperta da condividere tramite l’ascolto. A dir il vero, non è facile capire le ‘manovre’ di Sanna senza un supporto visivo, perciò ho contattato Paolo proprio per offrire ai lettori/ascoltatori un’integrazione informativa su come vengono ottenuti certi risultati: si tratta di 6 tracce, tutte impostate con un criterio differente:
1) in Tubos, Sanna ci conduce ad un effetto ‘granulato’ in itinere grazie a dei segmenti di tubi in alluminio simili a quelli usati dagli elettricisti (solitamente in plastica); la disobbedienza sta nell’idiosincrasia dei materiali e dei suoni.
2) Devil Chaser prende il nome da due omonimi strumenti filippini in bambù che Paolo mi indica anche come strumenti usati nei riti; l’effetto è quello di uno strano ritmo che si manifesta in un ciclo da 20 ottavi diviso in una sequenza del tipo 2+3+2+3+3+2+3+2, colpi che all’ascolto sembrano irregolari. Inoltre lo sfondo è curato con dei campanacci sfiorati con l’archetto.
3) Barattolini è un’insolita polifonia ottenuta con tre barattoli con l’apertura immersa per un quarto in acqua bollente, un pentolino che restituisce una sorta di ‘balletto acustico’. E’ un pezzo che ovviamente Sanna ha registrato nella sua cucina.
4) Acoustic Studies #10 – Gopichand, è un estratto dei suoi studi in cui si concentra sul gopichand, un particolarissimo strumento di origine indiana composto da una sola corda che è sistemata entro un bastone e una piccola cassa di risonanza; la particolarità deriva dal fatto che agendo con una pressione sui prolungamenti del bastone che circondano la corda si ottiene una variazione immediata di intonazione. Sanna suona il gopichand con una raspstick, una bacchetta di legno provvista di piccole scanalature.
5) P.za S. Gregorio è la traccia più lunga del CD, 23 minuti che riepilogano l’esperienza fatta in piazza S. Gregorio a Sardara, il paese della Sardegna dove vive Sanna. Il percussionista ritrae quell’ambiente non solo ponendo le basi d’ascolto in un field recording classico ma personalizzando e arricchendo l’esperienza con un microfono piezoelettrico incastrato in una molla di 3 metri fissata e sospesa in orizzontale e un noise box (una piccola scatola metallica con molle e lamelle).
6) The (B)rainforest and the crazy birds è un breve inciso che lavora burbero su una trama costruita con i bird calls.
Disobbedienze è decisamente ottimo, fornito di attualità e di selezioni elettive che provengono dall’esperienza quotidiana sul campo. E’ quasi un ‘seminario’ su ciò che significa essere un ‘percussionista’ vero." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2024.
"(...) Paolo Sanna non è solo un percussionista e non è neanche semplicemente un percussionista aumentato. La sua è una ricerca che va ben oltre il suono, una forma d’arte che sappia essere costantemente scoperta, disvelamento dell’invisibile, relazione con la materia attivata dal gesto spontaneo. Alea, imperfezione, abbandono sono componenti fondanti di una pratica da sempre distante da ogni logica produttiva legata al mercato.
“Disobbedienze” offre un saggio notevole di tale attitudine dimostrando ancora una volta quanto il musicista sardo sappia estrarre linfa da un armamentario tutt’altro che convenzionale, affidandosi all’intuito e alla voglia irrefrenabile di scoperta. Le traiettorie definite alternando oggetti e strumenti veri e propri veicolano un’aura ancestrale tangibile, sotto forma di trame profondamente tattili assimilabili agli elementi naturali – Barattolini ha il ritmo della pioggia battente – o di reiterazioni ipnotiche dal sapore sciamanico (Devil Chaser).
In P.za S. Gregorio riverberi e stridori attutiti, mantenuti in secondo piano, si combinano a suoni ambientali e voci, dialogano col silenzio generando una suite misterica affascinante da assorbire affidandosi all’ascolto profondo e aprendosi ad una piena percettività. Non musica, ma esperienza sensoriale totalizzante che invita a riconnettersi al mondo circostante tentando di andare oltre a ciò che è palese. Arte di forgiare il suono ad un livello superiore." SoWhat, 2024.
"(...) Paolo Sanna di nuovo in perfetta solitudine. Dopo varie esperienze di condivisione e confronto questa volta, in Disobbedienze, lo ritroviamo in compagnia dei suoi fantasmi che in questo caso sono percussioni, oggetti smarriti e ritrovati, lattine di felicità sottovuoto, gopichand (uno strumento di origine indiana), fuoco e fiamme, scatole intonarumori, pietre antiche e moderne, acqua di fonte e di nuvole, uccelli che svolazzano nei dintorni, rumori acquistati da un catalogo immaginario, ascolti e, soprattutto, silenzio, il grande silenzio dell’incertezza.
Sono questi gli ingredienti del nuovo album di Paolo Sanna, armi di disobbedienza civile, manufatti creati e pensati per andare oltre le convenzioni e ridefinire l’approccio con la materia e con le cose. Disobbedire come gesto estremo di libertà, come pulsione di vita e di morte, manifesto di un modus operandi che diventa pratica quotidiana, gesto che spiazza e turba e prende le distanze dalla vacuità di certa estetica contemporanea. In queste tracce emerge la costante resistenziale di chi ha scelto di stare ai confini della realtà, ai margini di un mondo troppo difficile da capire e accettare [?, NdC]. Paolo Sanna lo fa con quello che ha a disposizione: le sue mani, oggetti di uso quotidiano, pelli, suoni e fremiti acchiappati in modo spontaneo e casuale in uno spazio fisico e mentale di commovente sincerità.
Solo musica acustica, ribadisce l’autore, quasi a voler superare la fredda e matematica essenza dei rumori di questi tempi. Suoni ripetuti in modo ossessivo, come un mantra, come una preghiera laica. Minime distorsioni, vibrazioni quasi impercettibili ma dense di pathos che stupiscono per la loro forza interiore e che diventano in questa nuova veste qualcosa di indefinibile e alieno, completamente fuori controllo. Queste cose si fanno anche con le macchine, la potenza infinita del digitale arriva spesso in territori inesplorati e pieni di fascino. Ma in queste tracce, in questi solchi scavati con paziente dedizione, tutto è tangibile, sensoriale, tattico: gli oggetti recuperati da Sanna ci fanno omaggio della loro voce più intima, si aprono al mondo e si mettono a disposizione con un approccio che ricorda antiche pratiche esoteriche. Reazione, energia, ascolto. Un nuovo mondo a cui si accede con la semplice forza delle idee, lo stesso ipotizzato da Tony Oxley a cui il disco è dedicato.
Il disco è disponibile solo in copia fisica, acquistabile dal sito dell’etichetta Setola di Maiale." Claudio Loi, SaScena, 2024.
1 _ Tubos 5:09
2 _ Devil chaser 5:20
3 _ Barattolini 10:34
4 _ Acoustic studies #10 – Gopichand 3:17
5 _ P.za S. Gregorio 23:09
6 _ The (B)rainforest and the crazy birds 2:13
(C) + (P) 2024