GINKGO
FLAVIO ZANUTTINI
Flavio Zanuttini _ tromba _ composizione
Flavio Zanuttini non è nuovo al solo strumentale: lo ritroviamo qui con la sua tromba di cui è un virtuoso, e con le sue idee compositive, sempre avanzate e avventurose. Oltre alla pianta, il titolo si rifà ad una poesia di Goethe che si intitola appunto “Ginkgo Biloba”, ovviamente ispirata dalla pianta, così come il disco è ispirato a sua volta dai concetti espressi da Goethe. C’è il dualismo, ma c’è anche il dualismo che coesiste con l’unicità. A livello prettamente musicale in questo disco Flavio cerca, con successo, di far coesistere ricerca timbrica e parametri musicali canonici (melodia, armonia e ritmo). Lo si può vedere come un percorso di riappacificazione, un percorso di crescita, un ritorno arricchito da un viaggio. L'album è stato registrato, mixato e masterizzato nel dicembre 2021 presso Ecate Studios, a Udine.
Per maggiori informazioni: www.flaviozanuttini.com
"(...) Flavio Zanuttini sperimenta invece sulla tromba. In Italia è uno dei pochi a farlo tra coloro che provengono dal mondo del jazz. Ginkgo, il suo secondo lavoro come solista, approfondisce l’idea di Goethe e della sua meravigliosa poesia, un anfratto della duplicità (dicasi anche molteplicità) delle qualità della pianta di origine cinese rapportate all’uomo, una poesia che vale assolutamente la pena di rileggere:
La foglia di quest’albero, dall’oriente
affidato al mio giardino,
segreto senso fa assaporare
così come al sapiente piace fare.
E’ una sola cosa viva,
che in se stessa si è divisa?
O son due, che scelto hanno,
si conoscan come una?
In risposta a tal domanda,
trovai forse il giusto senso.
Non avverti nei miei canti
ch’io son uno e doppio insieme?
Musicalmente la duplicità (o molteplicità) può arrivare da molti sentieri: in Legno, per esempio, è una particolare ricerca di multifonici che insiste su un tono sostenuto che tende però anche ad evidenziare le raschiature che si producono nei dintorni sonori, quando il controllo non è più volutamente perfetto; in Chioma d’autunno si instaura un parossismo sull’effetto duplex dell’insufflazione vocale, mentre Linfa gioca su un effetto percussivo aggiuntivo su una linea melodica ripetuta all’infinito; Foglia scopre segreti nel canale d’aria mentre Chioma di primavera è un rigoglio formato con le tecniche estese. In tutti i casi le molteplicità hanno uno scopo, ossia cercare di rendere molto probabili livelli di cointeressenza con i parametri musicali ordinari, una dimostrazione del fatto che non si tratta solo di rumori o suoni estemporanei ma dell’esistenza di una loro nuova messa in fase espressiva." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2022.
"(...) Musicista coraggioso e dotato di una voce matura e personale, il friulano Zanuttini aveva già ben impressionato con il precedente solo La Notte. In questo breve nuovo disco la ricerca si fa in parte meno astratta, anche se il mood libero e da accademia spettinata e selvatica fortunatamente rimane: otto affilate miniature autografe tra un Peter Evans meno alieno (la title track iniziale, poi Linfa), indagini aperte contro ignoti sul respiro (Legno), esercizi di speleologia (Chioma d'autunno). Il maggior pregio del lavoro sta nel non avere un filo di adipe addosso: idee compositive nitide a sfruculiare nel buio (il portamento da canto orientale di Floerma) e un sapore di urgenza zen che abita ogni prezioso secondo di un suono che, dopo essersi calato nelle viscere della terra (Xilema), fruga nello spazio tra silenzio e respiro (Foglia, Chioma di Primavera). Chiude l'unico numero non originale, una splendida versione della ellingtoniana The Single Petal Of A Rose, perfetta elegia riduzionista, requiem per un pianeta morente. (7/8)" Nazim Comunale, Blow Up, 2022.
"(...) A un paio d'anni di distanza dal precedente disco in solitudine, La Notte, il trombettista friulano Flavio Zanuttini prosegue la personale ricerca sulle possibilità del suo strumento con questo nuovo lavoro, intitolato al Ginkgo Biloba, antichissima pianta orientale (è il simbolo della città di Tokyo) le cui foglie, sdoppiate al punto da sembrare ciascuna due, avevano già ispirato una poesia di Goethe, riportata nel libretto.
Il lavoro, suddiviso in nove brani, è complessivamente ancor più breve del precedente (ventidue minuti contro una trentina), rispetto al quale è assai più lirico e di più immediata fruibilità, a cagione del mutato orizzonte ispiratore: se nell'altro la notte trasportava le sperimentazioni sullo strumento verso espressività scure e cupe, spesso fortemente frammentate, qui l'immaginaria esplorazione della pianta si traduce nella musica in scenari più aperti, frequentemente lirici e comunque luminosi anche nei momenti più informali.
Lirica è così l'apertura, "Radici," a cui fanno seguito due episodi espressivi: "Legno," in cui una nota fissa, reiterata, viene timbricamente mutata, sporcandola e arricchendola di armonici; "Chioma d'autunno," dove invece con vari artifici rumoristici viene sviluppato un discorso che dà l'idea di sfrangiamento. "Linfa" torna su un tema lineare, minimale, ripetuto con variazioni d'altezza e accompagnamento ritmico, quasi a illustrare la pulsazione del liquido scorrere entro la pianta. "Floema" e "Xilema," ispirate da parti fibrose della pianta, sono condotte con una sonorità ruvida, soffiata e borbottante, tematicamente la prima, su nota fissa la seconda, che si affida interamente ai sottili mutamenti timbrici. In "Foglia" tornano il suono nitido e un accompagnamento ritmico, ma soffi e scabrezze fanno capolino qua e là. Anche "Chioma di primavera" rende l'idea di sfrangiamento, ma in modo più luminoso della precedente "Chioma d'autunno," mentre la conclusiva "The Singol Petal Of Rose" è un progressivo scaturire di suoni nitidi e frasi liriche da soffi e schiocchi.
Lavoro di ricerca e sperimentazione, Ginkgo è comunque un lavoro suggestivo e che dona sensazioni inaspettate." Neri Pollastri, All About Jazz, 2022.
01 _ Radici 2:10
02 _ Legno 2:40
03 _ Chioma d'autunno 2:13
04 _ Linfa 2:15
05 _ Floema 1:52
06 _ Xilema 1:54
07 _ Foglia 2:02
08 _ Chioma di primavera 1:37
09 _ The single petal of a rose 3:12
(C) + (P) 2022
Flavio Zanuttini _ trumpet _ composition
Flavio Zanuttini is not new to the solo instrumental music: we find him here with his trumpet – of which he is a virtuoso – and with his compositional ideas, always advanced and adventurous. In addition to the plant, the title refers to a poem by Goethe which is entitled "Ginkgo Biloba", obviously inspired by the plant, just as the disc is itself inspired by the concepts expressed by Goethe. There is dualism, but there is also the dualism that coexists with uniqueness. On a purely musical level, in this music Flavio tries, with success, to make timbre research and canonical musical parameters coexist (melody, harmony and rhythm). It can be seen as a path of reconciliation, a path of growth, a return enriched by a journey. The album was recorded, mixed and mastered in December 2021 at Ecate Studios, in Udine.
For more info: www.flaviozanuttini.com
"(...) Flavio Zanuttini sperimenta invece sulla tromba. In Italia è uno dei pochi a farlo tra coloro che provengono dal mondo del jazz. Ginkgo, il suo secondo lavoro come solista, approfondisce l’idea di Goethe e della sua meravigliosa poesia, un anfratto della duplicità (dicasi anche molteplicità) delle qualità della pianta di origine cinese rapportate all’uomo, una poesia che vale assolutamente la pena di rileggere:
La foglia di quest’albero, dall’oriente
affidato al mio giardino,
segreto senso fa assaporare
così come al sapiente piace fare.
E’ una sola cosa viva,
che in se stessa si è divisa?
O son due, che scelto hanno,
si conoscan come una?
In risposta a tal domanda,
trovai forse il giusto senso.
Non avverti nei miei canti
ch’io son uno e doppio insieme?
Musicalmente la duplicità (o molteplicità) può arrivare da molti sentieri: in Legno, per esempio, è una particolare ricerca di multifonici che insiste su un tono sostenuto che tende però anche ad evidenziare le raschiature che si producono nei dintorni sonori, quando il controllo non è più volutamente perfetto; in Chioma d’autunno si instaura un parossismo sull’effetto duplex dell’insufflazione vocale, mentre Linfa gioca su un effetto percussivo aggiuntivo su una linea melodica ripetuta all’infinito; Foglia scopre segreti nel canale d’aria mentre Chioma di primavera è un rigoglio formato con le tecniche estese. In tutti i casi le molteplicità hanno uno scopo, ossia cercare di rendere molto probabili livelli di cointeressenza con i parametri musicali ordinari, una dimostrazione del fatto che non si tratta solo di rumori o suoni estemporanei ma dell’esistenza di una loro nuova messa in fase espressiva." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2022.
"(...) Musicista coraggioso e dotato di una voce matura e personale, il friulano Zanuttini aveva già ben impressionato con il precedente solo La Notte. In questo breve nuovo disco la ricerca si fa in parte meno astratta, anche se il mood libero e da accademia spettinata e selvatica fortunatamente rimane: otto affilate miniature autografe tra un Peter Evans meno alieno (la title track iniziale, poi Linfa), indagini aperte contro ignoti sul respiro (Legno), esercizi di speleologia (Chioma d'autunno). Il maggior pregio del lavoro sta nel non avere un filo di adipe addosso: idee compositive nitide a sfruculiare nel buio (il portamento da canto orientale di Floerma) e un sapore di urgenza zen che abita ogni prezioso secondo di un suono che, dopo essersi calato nelle viscere della terra (Xilema), fruga nello spazio tra silenzio e respiro (Foglia, Chioma di Primavera). Chiude l'unico numero non originale, una splendida versione della ellingtoniana The Single Petal Of A Rose, perfetta elegia riduzionista, requiem per un pianeta morente. (7/8)" Nazim Comunale, Blow Up, 2022.
"(...) A un paio d'anni di distanza dal precedente disco in solitudine, La Notte, il trombettista friulano Flavio Zanuttini prosegue la personale ricerca sulle possibilità del suo strumento con questo nuovo lavoro, intitolato al Ginkgo Biloba, antichissima pianta orientale (è il simbolo della città di Tokyo) le cui foglie, sdoppiate al punto da sembrare ciascuna due, avevano già ispirato una poesia di Goethe, riportata nel libretto.
Il lavoro, suddiviso in nove brani, è complessivamente ancor più breve del precedente (ventidue minuti contro una trentina), rispetto al quale è assai più lirico e di più immediata fruibilità, a cagione del mutato orizzonte ispiratore: se nell'altro la notte trasportava le sperimentazioni sullo strumento verso espressività scure e cupe, spesso fortemente frammentate, qui l'immaginaria esplorazione della pianta si traduce nella musica in scenari più aperti, frequentemente lirici e comunque luminosi anche nei momenti più informali.
Lirica è così l'apertura, "Radici," a cui fanno seguito due episodi espressivi: "Legno," in cui una nota fissa, reiterata, viene timbricamente mutata, sporcandola e arricchendola di armonici; "Chioma d'autunno," dove invece con vari artifici rumoristici viene sviluppato un discorso che dà l'idea di sfrangiamento. "Linfa" torna su un tema lineare, minimale, ripetuto con variazioni d'altezza e accompagnamento ritmico, quasi a illustrare la pulsazione del liquido scorrere entro la pianta. "Floema" e "Xilema," ispirate da parti fibrose della pianta, sono condotte con una sonorità ruvida, soffiata e borbottante, tematicamente la prima, su nota fissa la seconda, che si affida interamente ai sottili mutamenti timbrici. In "Foglia" tornano il suono nitido e un accompagnamento ritmico, ma soffi e scabrezze fanno capolino qua e là. Anche "Chioma di primavera" rende l'idea di sfrangiamento, ma in modo più luminoso della precedente "Chioma d'autunno," mentre la conclusiva "The Singol Petal Of Rose" è un progressivo scaturire di suoni nitidi e frasi liriche da soffi e schiocchi.
Lavoro di ricerca e sperimentazione, Ginkgo è comunque un lavoro suggestivo e che dona sensazioni inaspettate." Neri Pollastri, All About Jazz, 2022.
01 _ Radici 2:10
02 _ Legno 2:40
03 _ Chioma d'autunno 2:13
04 _ Linfa 2:15
05 _ Floema 1:52
06 _ Xilema 1:54
07 _ Foglia 2:02
08 _ Chioma di primavera 1:37
09 _ The single petal of a rose 3:12
(C) + (P) 2022