BISE – IMPROVISATIONS AUX FLÛTES TRAVERSIÈRES
ISOPHONE (Rosa Parlato, Claire Marchal)
SOLD OUT
Rosa Parlato _ flauti
Claire Marchal _ flauti
Quando le flautisti e improvvisatrici Rosa Parlato e Claire Marchal si incontrano, danno vita al duo Isophone: due voci uguali soffiate, che dialogano e si muovono in un gesto comune di entusiasmo. Lo si ascolta nei suoni puliti, nella ricerca di timbri e tecniche di ampliamento dei loro flauti multipli (dal flauto basso al piccolo, al flauto barocco), nel segno delle culture musicali contemporanee.
Per maggiori informazioni:
Claire Marchal: http://www.arteintime.com/1-HOME/home.html
Rosa Parlato: www.rosaparlato.com
"(...) Un progetto specifico sul flauto in doppio è quello che trova spazio in Bise, cd della flautista Rosa Parlato assieme a Claire Marchal (il duo è stato chiamato Isophone). Registrato live a Lille nel 2018, si compone di 8 improvvisazioni su una gamma di flauti (flauto basso, piccolo, flauto barocco) che lavorano sul rafforzamento del dialogo come non se ne sono occupati molti flautisti nella musica contemporanea, ossia non mettere i flauti in competizione ma dargli uno spazio di coerenza entro i canali di un’improvvisazione che tende a non modificare le frequenze sonore. Non è unisono, ma eguaglianza della sensazione sonora, estensioni di due trame personalizzate che però camminano nei binari di uno stesso disegno espressivo: è come se le due flautiste si dessero la mano nel costruire segmenti real time di composizione, dettati dall’intensità e l’empatia dello scambio. Inutile rimarcare come la Parlato ponga sempre in essere progettualità intelligenti e, per quanto mi riguarda, gradevolmente inquadrate in tecniche lineari o estese che soddisfano la trasposizione immaginativa (sentire la seconda parte di Grain Blanc, che si inventa una marcetta costruita con gettate di estensioni e particolarità emissive). Bise ha allora nel suo complesso un fascino traversale, perché realizza compiutamente la definizione di isofono usata nella grammatica, ossia di parole diverse che possiedono la stessa forma fonetica; è una sinfonia esplicativa, non ufficiale, suonata su una striscia di territorio divisorio tra vita e infinito, così come paventato dalla fotografia di Patrizia Oliva in copertina." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2020.
"(...) Generalmente non riflettiamo abbastanza, durante l’ascolto di una registrazione musicale, sul ruolo che gioca l’ambiente dove questa è stata realizzata. Che questo sia un tecnologico studio di registrazione o un caloroso stadio, un elegante teatro o l’intimità di un club, siamo così coinvolti da ciò che ascoltiamo che questo elemento poco ci interessa, al limite ne prendiamo atto senza dargli peso. Un vuoto che non ci permette di comprendere appieno i piani psicologici, emotivi, comunicativi e logistici, che vive, esprime e subisce l’artista sul palco, qualunque esso sia, da quello mega dei concerti pop-rock fino al tappeto di una sala da concerto. Di conseguenza non ci permette nemmeno di capire quanto il dove incida sul messaggio musicale così strettamente legato alla condizione vissuta dal musicista in quel luogo, in quel momento.
Questa considerazione è stata suscitata dalla lettura del messaggio, scritto a penna su un foglietto tipo carta da pacchi, della flautista Rosa Parlato che accompagnava il cd Bise Improvvisations aux flûtes traversières (Setola Di Maiale) del duo Isophone composto dalla musicista italiana, che vive in Francia, e la collega Claire Marchal. Nelle righe finali del messaggio la Parlato evidenziava che il concerto era stato registrato nel 2018 all’interno del reparto oncologico dell’Ospedale di Lille.
Qui che è scattato il condizionamento poi spalmato per tutto l’ascolto. Quanto, nella complessa procedura introspettiva dell’improvvisazione, lo spazio non usuale, l’ambiente, la vicinanza al dolore, il pubblico (medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti, quelli che potevano, gli allettati ascoltavano dalle loro camere) ha influenzato lo sviluppo del dialogo tra i due flauti, ovvero la musica? In ulteriori scambi via mail la musicista precisava che il concerto faceva parte di un progetto specifico per l’ospedale – oltre all’improvvisazione, musica classica, jazz, affiancati dalla mostra del pittore Patruck Dupretz – curato da Benoit Ganoote, terapeuta ma anche musicista.
In una intervista di qualche tempo fa un compositore definiva il flauto «suono primordiale, suono nomade per eccellenza, strumento che appartiene al bagaglio a mano dell’umanità» Mi è tornata in mente questa stimolante riflessione ascoltando gli incroci del duo Isophone. In Bise “isofono”, come fenomeni sonori che si possono ritenere uguali, supera una meccanica classificazione linguistica. Così come nelle sequenze improvvisate vengono rovesciati molti canoni stilistici tradizionali dello strumento a favore di una radicale ricerca sonora. Niente di nuovo in verità, nella musica contemporanea, così come nel rock e nel jazz, i linguaggi del flauto hanno da tempo sviluppato affascinanti percorsi. Ma la Parlato e la Marchal riescono nel dialogo a due a garantire una poetica coinvolgente salvaguardando quel carattere ancestrale, che pare indissolubile, macchiandolo costantemente con un retrogusto marcato all’interno di uno sguardo visionario e aperto. Rischiando, guardandosi, allontanandosi, scontrandosi, affiancandosi in percorsi condivisi.
L’evocazione dei venti nei titoli delle otto improvvisazioni, venti caldi e polverosi, o umidi e freddi, tempestosi o leggeri, che arrivano con i loro nomi mitologici e avventurosi da tutte le terre del mondo, ben aderisce ai percorsi intrapresi dalle musiciste. Rafforza le visioni disegnate e amplificate da suoni misteriosi, dialoghi astratti, slap, armonici vaganti, sospiri seducenti. Le due flautiste si riflettono ma è come se usassero specchi deformanti per non cadere in luoghi comuni, per mettere in gioco personalità diverse, per non rimirarsi ma guardare oltre. Lo fanno anche usando, oltre i flauti in do e in sol, il flauto basso, l’ottavino e il traverso barocco, ma anche fischietti e bottiglie per moltiplicare le possibilità esplorative del suono. Il luogo poi come valore aggiunto, come un ombra nello sfondo, contenitore di storie dolorose riverbera la sensazione di una musica inclassificabile e libera offerta, quasi con soggezione, a persone fragili probabilmente più sensibili nel comprenderne il vero valore profondo. " Paolo Carradori, Giornale Della Musica, 2020.
"(...) Quatre-cent-quatrième album du label italien Setola di Maiale. La Bise est un vent du Nord mordant et les huit improvisations d’Isophone sont intitulées aux noms de vents de toutes origines : Alizé, Suroît, Grain Blanc, Simoun, etc… chacun avec leurs caractéristiques géographiques, physiques, saisonnières et dans le cadre du duo des flûtistes Rosa Parlato et Claire Marchal, sonores et musicales. Leur entente est si profonde qu’elles semblent évoluer dans le même souffle, la même respiration – inspiration. Leur travail privilégie les motifs mélodiques aux contours distendus, spiralés, vibrations aériennes concentrées sur l’écart subtil et partagé des tonalités dans l’esprit de la blue note sans aucune référence – écho aux / des flûtistes de jazz (libre) ou contemporains. Pas beaucoup de techniques alternatives extrêmes, mais une alternative à la morosité et à la créativité formatée. C’est vivace, sensible, serein mais questionneur, méthodique mais poétique. Une manière de folklore imaginaire, la géographie d’un jardin secret ouvert aux vents du monde sans la pollution et le bruit. Une écoute-talisman qui transcende le dialogue car l’évidence d’un texte écrit à quatre mains et par deux orifices buccaux. Leur méthode précieuse incarne au plus haut point l’esprit de l’improvisation collective dans ses multiples manifestations. À l’heure où le goût dans les musiques improvisées est dicté aussi par des prédicteurs formatés réduisant la créativité à une poignée de cénacles exclusifs et omniprésents, ces deux amies incarnent la diversité, le lyrisme sans arrière-pensée, l’ingéniosité personnelle véritable. Une Bise de satisfaction reconnaissante à nos deux protagonistes." Jean-Michel Van Schouwburg, Ornyx Improv and Sounds, 2020.
"(...) C'est une autre tradition que perpétue le duo de flûtistes Isophone composé de Rosa Parlato et Claire Marchal, celle de la musique contemporaine improvisée faisant appel aux traversières, de la piccolo à la basse. L'album Bise est tout en retenues délicates, réminiscences effleurées, harmoniques retrouvées, recherchant l'écoute de l'autre du bout des lèvres." Jean-Jacques Birgé, Mediapart, 2020.
"(...) Isophone is defined as a phonetic feature shared by some but not all speakers of a dialect. The musical equivalent might be a sound shared by some but not all instruments of the same type. It’s a fitting name for the duo of Rosa Parlato and Claire Marchal, two flutists whose music arises at the sonic crossing points and divergences of their instruments.
Both artists bring substantial backgrounds to their collaboration. Parlato, originally from Italy and now resident in France, was trained at Rome’s St. Cecilia conservatory and has performed music ranging from electroacoustic improvisation to the “chamber noise” of the Wasteland quartet. Marchal has participated in multi-modal collaboration with visual artist Céline Boinnard as well as in the Baroque and modern flute duet Melle GLC with flutist Elodie Frieh.
On Bise, Parlato and Marchal demonstrate a close improvisational rapport. Their voices are highly mobile, darting back and forth between foreground and background: one may play a repeated note or simple rhythmic figure while the other layers elaborately crafted melodies on top, before both converge on a microtonally separated drone or braid rapid flurries of notes around each other. Their improvisations are essentially melodic but with the balanced integration of extended technique and voice for timbral shading and contrast. The collective sound always seems directed toward a center—a tone or short melodic or rhythmic motif acting like an attractor or a center of gravity—but for these two creative voices a center is ultimately a point of departure rather than a state of rest." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2020.
01 _ Loo 4:31
02 _ Alize 3:53
03 _ Suroit 5:46
04 _ Grain Blanc 3:27
05 _ Simoun 6:29
06 _ Gharbi 2:57
07 _ Zephyr 5:37
08 _ Williwaw 6:54
(C) + (P) 2019
SOLD OUT
Rosa Parlato _ flutes
Claire Marchal _ flutes
When the flautists and improvisers Rosa Parlato and Claire Marchal meet, they give life to Isophone duo: two equal blown voices, that dialogue and move in a common gesture of enthusiasm. You can listen to it in clean sounds, in the search for timbres and techniques for expanding their multiple flutes (from the bass flute to piccolo, to the baroque flute), in the sign of contemporary musical cultures.
For more info:
Claire Marchal: http://www.arteintime.com/1-HOME/home.html
Rosa Parlato: www.rosaparlato.com
"(...) Isophone is defined as a phonetic feature shared by some but not all speakers of a dialect. The musical equivalent might be a sound shared by some but not all instruments of the same type. It’s a fitting name for the duo of Rosa Parlato and Claire Marchal, two flutists whose music arises at the sonic crossing points and divergences of their instruments.
Both artists bring substantial backgrounds to their collaboration. Parlato, originally from Italy and now resident in France, was trained at Rome’s St. Cecilia conservatory and has performed music ranging from electroacoustic improvisation to the “chamber noise” of the Wasteland quartet. Marchal has participated in multi-modal collaboration with visual artist Céline Boinnard as well as in the Baroque and modern flute duet Melle GLC with flutist Elodie Frieh.
On Bise, Parlato and Marchal demonstrate a close improvisational rapport. Their voices are highly mobile, darting back and forth between foreground and background: one may play a repeated note or simple rhythmic figure while the other layers elaborately crafted melodies on top, before both converge on a microtonally separated drone or braid rapid flurries of notes around each other. Their improvisations are essentially melodic but with the balanced integration of extended technique and voice for timbral shading and contrast. The collective sound always seems directed toward a center—a tone or short melodic or rhythmic motif acting like an attractor or a center of gravity—but for these two creative voices a center is ultimately a point of departure rather than a state of rest." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2020.
"(...) Quatre-cent-quatrième album du label italien Setola di Maiale. La Bise est un vent du Nord mordant et les huit improvisations d’Isophone sont intitulées aux noms de vents de toutes origines : Alizé, Suroît, Grain Blanc, Simoun, etc… chacun avec leurs caractéristiques géographiques, physiques, saisonnières et dans le cadre du duo des flûtistes Rosa Parlato et Claire Marchal, sonores et musicales. Leur entente est si profonde qu’elles semblent évoluer dans le même souffle, la même respiration – inspiration. Leur travail privilégie les motifs mélodiques aux contours distendus, spiralés, vibrations aériennes concentrées sur l’écart subtil et partagé des tonalités dans l’esprit de la blue note sans aucune référence – écho aux / des flûtistes de jazz (libre) ou contemporains. Pas beaucoup de techniques alternatives extrêmes, mais une alternative à la morosité et à la créativité formatée. C’est vivace, sensible, serein mais questionneur, méthodique mais poétique. Une manière de folklore imaginaire, la géographie d’un jardin secret ouvert aux vents du monde sans la pollution et le bruit. Une écoute-talisman qui transcende le dialogue car l’évidence d’un texte écrit à quatre mains et par deux orifices buccaux. Leur méthode précieuse incarne au plus haut point l’esprit de l’improvisation collective dans ses multiples manifestations. À l’heure où le goût dans les musiques improvisées est dicté aussi par des prédicteurs formatés réduisant la créativité à une poignée de cénacles exclusifs et omniprésents, ces deux amies incarnent la diversité, le lyrisme sans arrière-pensée, l’ingéniosité personnelle véritable. Une Bise de satisfaction reconnaissante à nos deux protagonistes." Jean-Michel Van Schouwburg, Ornyx Improv and Sounds, 2020.
"(...) C'est une autre tradition que perpétue le duo de flûtistes Isophone composé de Rosa Parlato et Claire Marchal, celle de la musique contemporaine improvisée faisant appel aux traversières, de la piccolo à la basse. L'album Bise est tout en retenues délicates, réminiscences effleurées, harmoniques retrouvées, recherchant l'écoute de l'autre du bout des lèvres." Jean-Jacques Birgé, Mediapart, 2020.
"(...) Un progetto specifico sul flauto in doppio è quello che trova spazio in Bise, cd della flautista Rosa Parlato assieme a Claire Marchal (il duo è stato chiamato Isophone). Registrato live a Lille nel 2018, si compone di 8 improvvisazioni su una gamma di flauti (flauto basso, piccolo, flauto barocco) che lavorano sul rafforzamento del dialogo come non se ne sono occupati molti flautisti nella musica contemporanea, ossia non mettere i flauti in competizione ma dargli uno spazio di coerenza entro i canali di un’improvvisazione che tende a non modificare le frequenze sonore. Non è unisono, ma eguaglianza della sensazione sonora, estensioni di due trame personalizzate che però camminano nei binari di uno stesso disegno espressivo: è come se le due flautiste si dessero la mano nel costruire segmenti real time di composizione, dettati dall’intensità e l’empatia dello scambio. Inutile rimarcare come la Parlato ponga sempre in essere progettualità intelligenti e, per quanto mi riguarda, gradevolmente inquadrate in tecniche lineari o estese che soddisfano la trasposizione immaginativa (sentire la seconda parte di Grain Blanc, che si inventa una marcetta costruita con gettate di estensioni e particolarità emissive). Bise ha allora nel suo complesso un fascino traversale, perché realizza compiutamente la definizione di isofono usata nella grammatica, ossia di parole diverse che possiedono la stessa forma fonetica; è una sinfonia esplicativa, non ufficiale, suonata su una striscia di territorio divisorio tra vita e infinito, così come paventato dalla fotografia di Patrizia Oliva in copertina." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2020.
"(...) Generalmente non riflettiamo abbastanza, durante l’ascolto di una registrazione musicale, sul ruolo che gioca l’ambiente dove questa è stata realizzata. Che questo sia un tecnologico studio di registrazione o un caloroso stadio, un elegante teatro o l’intimità di un club, siamo così coinvolti da ciò che ascoltiamo che questo elemento poco ci interessa, al limite ne prendiamo atto senza dargli peso. Un vuoto che non ci permette di comprendere appieno i piani psicologici, emotivi, comunicativi e logistici, che vive, esprime e subisce l’artista sul palco, qualunque esso sia, da quello mega dei concerti pop-rock fino al tappeto di una sala da concerto. Di conseguenza non ci permette nemmeno di capire quanto il dove incida sul messaggio musicale così strettamente legato alla condizione vissuta dal musicista in quel luogo, in quel momento.
Questa considerazione è stata suscitata dalla lettura del messaggio, scritto a penna su un foglietto tipo carta da pacchi, della flautista Rosa Parlato che accompagnava il cd Bise Improvvisations aux flûtes traversières (Setola Di Maiale) del duo Isophone composto dalla musicista italiana, che vive in Francia, e la collega Claire Marchal. Nelle righe finali del messaggio la Parlato evidenziava che il concerto era stato registrato nel 2018 all’interno del reparto oncologico dell’Ospedale di Lille.
Qui che è scattato il condizionamento poi spalmato per tutto l’ascolto. Quanto, nella complessa procedura introspettiva dell’improvvisazione, lo spazio non usuale, l’ambiente, la vicinanza al dolore, il pubblico (medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti, quelli che potevano, gli allettati ascoltavano dalle loro camere) ha influenzato lo sviluppo del dialogo tra i due flauti, ovvero la musica? In ulteriori scambi via mail la musicista precisava che il concerto faceva parte di un progetto specifico per l’ospedale – oltre all’improvvisazione, musica classica, jazz, affiancati dalla mostra del pittore Patruck Dupretz – curato da Benoit Ganoote, terapeuta ma anche musicista.
In una intervista di qualche tempo fa un compositore definiva il flauto «suono primordiale, suono nomade per eccellenza, strumento che appartiene al bagaglio a mano dell’umanità» Mi è tornata in mente questa stimolante riflessione ascoltando gli incroci del duo Isophone. In Bise “isofono”, come fenomeni sonori che si possono ritenere uguali, supera una meccanica classificazione linguistica. Così come nelle sequenze improvvisate vengono rovesciati molti canoni stilistici tradizionali dello strumento a favore di una radicale ricerca sonora. Niente di nuovo in verità, nella musica contemporanea, così come nel rock e nel jazz, i linguaggi del flauto hanno da tempo sviluppato affascinanti percorsi. Ma la Parlato e la Marchal riescono nel dialogo a due a garantire una poetica coinvolgente salvaguardando quel carattere ancestrale, che pare indissolubile, macchiandolo costantemente con un retrogusto marcato all’interno di uno sguardo visionario e aperto. Rischiando, guardandosi, allontanandosi, scontrandosi, affiancandosi in percorsi condivisi.
L’evocazione dei venti nei titoli delle otto improvvisazioni, venti caldi e polverosi, o umidi e freddi, tempestosi o leggeri, che arrivano con i loro nomi mitologici e avventurosi da tutte le terre del mondo, ben aderisce ai percorsi intrapresi dalle musiciste. Rafforza le visioni disegnate e amplificate da suoni misteriosi, dialoghi astratti, slap, armonici vaganti, sospiri seducenti. Le due flautiste si riflettono ma è come se usassero specchi deformanti per non cadere in luoghi comuni, per mettere in gioco personalità diverse, per non rimirarsi ma guardare oltre. Lo fanno anche usando, oltre i flauti in do e in sol, il flauto basso, l’ottavino e il traverso barocco, ma anche fischietti e bottiglie per moltiplicare le possibilità esplorative del suono. Il luogo poi come valore aggiunto, come un ombra nello sfondo, contenitore di storie dolorose riverbera la sensazione di una musica inclassificabile e libera offerta, quasi con soggezione, a persone fragili probabilmente più sensibili nel comprenderne il vero valore profondo. " Paolo Carradori, Giornale Della Musica, 2020.
01 _ Loo 4:31
02 _ Alize 3:53
03 _ Suroit 5:46
04 _ Grain Blanc 3:27
05 _ Simoun 6:29
06 _ Gharbi 2:57
07 _ Zephyr 5:37
08 _ Williwaw 6:54
(C) + (P) 2019