AUTOCRACY OF DECEPTION – VOL. 1
SANTI COSTANZO
Santi Costanzo _ chitarra _ chitarra preparata _ live electronics
Santi Costanzo (1981) è un chitarrista, improvvisatore e compositore di Catania. Formatosi sotto la guida del compositore e chitarrista Paolo Sorge, Santi Costanzo ha trovato il suo ambito di studio nella ricerca di una coesistenza estetica e linguistica basata sull'improvvisazione libera e su elementi compositivi provenienti dal jazz, dalla musica classica contemporanea e da altri generi musicali. Nel corso degli anni ha lavorato con musicisti di varie formazioni, dai piccoli gruppi alle big band (tra gli altri, è stato diretto da Keith Tippet e Mathias Ruegg).
Per maggiori informazioni:
http://www.santicostanzo.com
"(...) Costanzo è un giovane chitarrista catanese, che giunge al suo secondo album (in solo, dopo l’interessante «Deeprite», in quartetto, del 2016) con un’opera di chiara ambizione, sino dal titolo, che allude a forme di «autocrazia ingannatoria», interne al processo di composizione/improvvisazione. In altre parole, ciò su cui il musicista si interroga è se possa dirsi esistente una imposizione di senso, nella musica, che procede dai materiali sonori estemporanei e dalla loro organizzazione, e se essa sia destinata a rimanere illusoria, oppure ne condizioni il risultato finale. Discorsi che sembrano poter ricondurre alla nozione di dispositivo di matrice foucaultiana (come rete di elementi condizionanti in un dato momento storico), successivamente declinata da Giorgio Agamben come: «qualunque cosa che abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi». I materiali di Costanzo sono organizzati in un totale di undici tracce, ripartite tra quattro «improvvisazioni» e sette «astrazioni». Il «sistema» prescelto è rigoroso, in quanto le improvvisazioni, dotate di solida struttura, guardano verso una direzione più assimilabile all’idioma jazzistico (per quanto nell’uso del termine possa esserci molto di convenzionale, rapportato ai brani), con sonorità cristalline, accordi complessi e un grande senso di eterea ambienza (che si giova della tecnica fingerpicking). Le astrazioni, invece, si spostano su un versante più sperimentale, nel quale l’utilizzo dell’elettronica si fa molto marcato, raggrumando in una dimensione ambientale la congerie di suoni, molto spesso ottenuti attraverso la preparazione dello strumento. Tra i brani si possono segnalare, in particolare, l’improvvisazione n. 1, The Painter’s Wife, ricca di suggestioni gismontiane, e la n. 4, Parade dai convulsi annodamenti; tra le astrazioni si impongono all’attenzione Diver Asphyxia, evocatrice di spazi, e il flusso finale di Fragmented Thoughts, all’insegna dell’inquietudine. Per chi trovasse particolare suggestione nelle astrazioni, si segnala la disponibilità, in parallelo, dei materiali registrati dal chitarrista con l’Accidentale Trio, che in qualche modo ne estremizzano l’esperienza (https://soundcloud.com/accidentale-trio). In conclusione, l’opera di Costanzo si segnala per un maturità gravida di senso, che lo segnala naturalmente come musicista degno di grande attenzione." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2019.
"(...) Il chitarrista Italiano Santi Costanzo aveva già attirato la mia attenzione con l’ottimo “Deeprint” uscito nel 2016 per Improvvisatore Involontario. Se Deeprint era stato un lavoro di gruppo, un disco realizzato tramite un quartetto, questo nuovo “Autocracy Of Deception Vol. 1” uscito nel 2018 per sempre l’eccellente Setola di Maiale è invece un lavoro solista, frutto di una elaborata combinazione di chitarre ed effetti volti a moltiplicare la presenza del chitarrista.
Rimango sempre un po’ stranito dall’uso così integrato di effetti e elettronica, c’è una sorta di moltiplicazione, di sdoppiamento del musicista che mi lascia sempre un po’ perplesso. C’è un gioco di prestigio, un rincorrersi di specchi, una moltiplicazione delle superfici, un complesso meccanismo vittoriano che non si svela mai completamente neanche alla fine. Quel suono è nato adesso o è frutto di una elaborazione di qualcosa che è iniziata ancora prima che il chitarrista avesse abbracciato il suo strumento?
Se Deeprint manteneva, nonostante le ampie libertà espressive che il quartetto si prendeva, una matrice e una struttura jazz, questo Autocracy Of Deception Vol. 1 si muove in territori del tutto nuovi. Mi ha colpito, lo ammetto. E’ stata una sorpresa, ma anche la conferma di come Santi Costanzo sia un musicista innovativo con tanta voglia di…non tanto di stupire quanto di creare qualcosa di interessante, di nuovo, di lavorare su strutture complesse e articolate, di generare e provare nuovi linguaggi. Questa sensazione viene anche confermata dalle note che accompagnano il cd e dallo stesso titolo: “il titolo nasce dall’illusione che elementi e moduli improvvisativi possono suscitare in chi ascolta, ma anche a chi è impegnato in prima persona nella loro produzione. Autocrazia intesa come imposizione scaturita da un’illusione tanto ingannevole, quanto percettiva.” Sembra quasi un estratto da un manifesto politico dello scorso secolo. L’improvvisazione usata come strumento di pensiero politico? Si tratta di una posizione che va oltre alle basi estetiche per entrare nell’idea che l’arte non sia uno strumento delegato a dare delle risposte ma a generare delle domande. Magari sotto forma di imposizione come suggerisce lo stesso Costanzo.
Si tratta di soluzioni non semplici, sopratutto nella società contemporanea dove sembra essersi perso ogni senso di partecipazione attiva, che si tratti di ascolto o di visione. Di una cosa sono sicuro: “ Autocracy Of Deception Vol. 1” è un ottimo disco. Non ci resta che ascoltare, elaborare e tentare, ciascuno di noi una propria personale analisi, nel rispetto delle intenzioni manifestate dall’autore. Nel frattempo aspettiamo anche il Vol. 2." Andrea Aguzzi, NeuGuitars, 2019.
"(...) È imbarazzante constatare come alcuni schieramenti politici siano stati esclusi dal mercato della politica ed emarginati a movimenti assolutamente insignificanti dal lato del consenso generalizzato. L'attuale assetto di molta politica, sulla carta democratica, è riuscita non solo a minimizzare la loro portata ma addirittura ha assistito silenziosamente alla sua estinzione, senza nemmeno porsi domande sulle perdite di intelligenza e buon senso di coloro che ne dovrebbero comunque far parte in base a qualche diritto. Le democrazie sono diventate un velo per esercitare regimi autocratici, costruiti con stratagemmi, furbizie ed una serie di menzogne, che sono trappole per topi. I paesi che hanno il peso più grande nella gestione delle relazioni e nell'equilibrio delle forze in campo, stanno dimostrando quanto è difficile maturare un pensiero politico limpido: in Russia la contrapposizione più resistente verso Putin giace in un circolo di intellettuali sparsi in movimenti politici che non riescono nemmeno ad avere una rappresentanza in governo; una replica si ha in Cina, dove attorno all'apparato governativo c'è una vera e propria macchina blindata, ma questa linea si è presto spostata negli Stati Uniti con l'elezione di Trump e sta investendo con gradualità gli europei: qualche stato è già autocratico di fatto, altri lo potrebbero diventare a breve (in Italia sono stati fatti scomparire movimenti interessantissimi come quello del Possibile di Civati o dei filo-marxisti). Di fronte a questa situazione quale deve essere la risposta degli artisti? Ognuno di loro darebbe una risposta singolare e super diversificata (resistenza, far finta di nulla e non preoccuparsi del pericolo, compiere azioni su più locazioni, restare onesti con la propria visione, etc.); da ciò si deduce che essa non sempre deve essere politica! Sarebbe necessaria, invero, un'autocrazia dell'arte che non sia immediatamente collegabile ai problemi sociali.
Perché vi parlo di supremazia dell'arte? Perchè vi voglio introdurre al chitarrista catanese Santi Costanzo e alla sua autocrazia musicale. Costanzo ha appena pubblicato Autocracy of deception - vol. 1 (per Setola di Maiale), un solo per chitarra elettrica, in cui si serve anche di preparazioni e live electronics, un cd in cui il termine si presta almeno ad un paio di spiegazioni: la prima riguarda le modalità della composizione e dell'ascolto: "..il titolo nasce dall'illusione che elementi e moduli improvvisativi possono suscitare in chi ascolta, ma anche a chi è impegnato in prima persona nella loro produzione. Autocrazia intesa come imposizione scaturita da un'illusione tanto ingannevole, quanto percettiva..." (Costanzo, dalle note interne del cd); la seconda, invece, inficia la superiorità della musica come arte, così come spiegatomi dall'autore che ho raggiunto per mail: "...prima di iniziare questo lavoro, mi sono posto delle domande. Quanto siamo legati e condizionati, oggigiorno, da forme convenzionali autocratiche? Quanto il significato politico nell'arte (mi riferisco ad arte "astratta" o, comunque, a musica strumentale) sia necessario e utile all'artista, nonché all'ascoltatore, perché questi venga influenzato nell'ascolto musicale, ormai ridotto all'osso e lobotomizzante (pensiamo a radio commerciali, musica semplice e di facile ascolto, e simili)? Quanto ci illudiamo di definire qualcosa "bello" e quanto invece escludiamo sia tale? Quanto viene condizionato il nostro giudizio da ciò che la società dei consumi ci impone? La risposta a queste domande è semplice: a mio avviso, chi al giorno d'oggi produce arte dovrebbe anzitutto evidenziare il significato di "arte per l'arte"; considerare quest'ultima, insomma, al di sopra di qualsiasi forma esterna ad essa, incluse quella politica e sociale. Fare in modo che l'esaltazione dell'autonomia artistica possa anche, ma non obbligatoriamente, fare riferimeno ad aspetti legati al sociale, a patto che l'arte non assolva, con ciò, una funzione di sudditanza nei confronti di qualcos'altro (come la politica), svilendo in tal modo se stessa. Se così fosse, si rischierebbe di far perdere di valore qualsiasi produzione artistica, che dovrebbe, a rigore, sopravvivere al tempo. Credo in un'arte universale, autonoma, che imponga se stessa su tutto, autocratica. Una protesta atipica la mia, forse, ma con un aspetto binomiale di base: arte per l'arte, sì, ma anche arte come guida..."
Passando al commento della musica, Autocracy of deception - vol. 1 tira fuori l'ampio sottobosco di idee di Costanzo, dimostrando di avere come base di partenza l'ampiezza stilistica del migliore chitarrismo americano di confluenza assunto a fine novecento (tra i più presenti in Costanzo si può far riferimento a Bill Frisell e Thurston Moore), con uno scavalcamento di ruolo che trae linfa anche in ciò che le intersezioni di genere e di tecniche hanno compiuto per la chitarra elettrica; si tratta di andare un pò sulle proiezioni dei chitarristi e produttori ambient (Eno soprattutto e i suoi prestiti tecnologici al rock), un pò su certi mulinelli dell'improvvisazione libera (l'asetticità di certe soluzioni di Derek Bailey e delle sue discendenze), e non dimenticare le trame estensive tipiche della musica classica contemporanea. La capacità di Costanzo è però quella di calcare, in mezzo a tanta modellistica, anche dei territori sonori personali, scovare zone di territorio immacolate, come gli esuli inglesi che occupavano i territori statunitensi all'epoca del colonialismo. Autocracy of deception è l'incontro di due fascie tematiche: da una parte si entra in aree di sperimentalismo puro, dall'altra in aree di narrazione trasversale che riflettono l'abitudine dell'artista alla sonorizzazione di readings e scritti di letteratura. Costanzo chiama le prime Abstraction e le seconde Improv; per quanto riguarda l'Abstraction l'inquadramento complessivo è pesantemente filtrato dagli effetti dell'elettronica, per cui si instaurano landscapes eclettici particolarmente efficaci, qualcosa che vive l'elettricità attraverso il feedback e i preparati timbrici al vetriolo, lanciando uno sguardo pervasivo e non secondario sulle tessiture ricavate dalla moderna elettronica isolazionista; le situazioni udibili sono quelle del ferraglio ambient di Diver Asphyxia, quelle create dallo spessore di una corda preparata per produrre un timbro specifico, così come succede in Untitled. Quanto alle preparazioni Costanzo mi ha riferito: "...ne uso di diverse: molle, martelletti, chiavi, barre di ferro, pinze per capelli, archi di vario tipo (violino, violoncello), l'e-bow (arco elettronico), corde di stoffa, fogli di carta, bicchieri di plastica, slide (metallo e vetro), ed altro ancora. Questi oggetti vengono poi combinati, in alcune composizioni di Autocracy of Deception attraverso l'elettronica; in altre, invece, senza l'ausilio di quest'ultima...."
Le Improv mostrano invece una maggiore direzione verso epiloghi del jazz convenzionale, con arpeggi e accordi che comunque sfruttano libertà esecutive: si tratta di individuare impianti melodici che si alternano in The painter's wife o tentare di cristalizzare delle visuali come in Eternal absence; ciò che emerge è una ricerca di stupore (sentire la parte centrale di Burning lake city) in divenire anche una trasformazione, come quella che si completa nella parte finale di Parade, dove la confusione tende a schiarirsi e il caos degli impianti è perfettamente sopportabile.
In Autocracy of deception non c'è solo il tentativo di un chitarrista di contribuire ad un'estetica ben conosciuta al mondo degli amanti dello strumento, ma anche il lavoro di un musicista irreprensibile, che sa quali sono le manovre utili per catturare la comprensione dei linguaggi tramite l'improvvisazione: è quanto potrebbe fare un designer dei suoni o uno sperimentatore di immagini sonore, campi che Costanzo ha saggiato con l'innamoramento dello scopritore già maturo." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Rond de begrippen “abstraction” en “improvisation” creëerde de Siciliaanse gitarist Santi Costanzo een bevreemdende soundtrack op het snijpunt van ambient en electro-acoustics.
Voor wie onderdak wil krijgen bij het Italiaanse Setola Di Maiale geldt dat de kandidatuur alleszins dient af te wijken van een standaard cv. Santi Costanzo wist dat maar al te goed. Zijn ‘Autocracy Of Deception Vol.1’ zit dan ook boordevol eigenzinnige ontwerpen.
De openingstrack ‘The Painter’s Wife’ is een sterk staaltje akoestische gitaar zoals ook Ralph Towner en Egberto Gismonti dit plegen te doen. Hierop volgt een soundscape uit de kosmos, Klaus Schulze waardig. Het korte haast geruisloze ‘Untitled’ sluit naadloos aan bij deze esthetiek. Dat lijkt aanvankelijk eveneens het geval te zijn met ‘Eternal Absence’ tot na vijf minuten een helle flits dit heelal doorklieft. Een voorbij zoevende komeet waarna meer meditatieve klanken wederom de ether vullen. Tijd om te verdwalen in de nevelen van een nieuw melkwegstelsel.
‘Autocracy Of Deception Vol.1’ zweeft ergens tussen new minimal en het werk van zowel Arto Lindsay en Elliott Sharp als John Abercrombie. Zeker ook voor de volgelingen van labels als Hubro en Granvat." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
"(...) Autocracy of Deception Vol. 1 is the first solo release from Santi Costanzo, a guitarist from Catania, Sicily. In group environments as well as solo settings, Costanzo has pursued a personal path of experimentation that has encompassed the heterogeneous musical languages of jazz, rock, free improvisation, and even serial composition. He’s been able to assimilate and transfigure these influences by projecting his own musical ideas forward, all the while maintaining an understanding and appreciation of these different forms of music, but without having any of them unduly limit his own field of possibilities. This sense of independence within assimilation comes out over the course of his album, which shows a fluency in tonal and atonal music within a fundamental, improvisational openness to following a line wherever it leads, as well as a broad-based technical mastery. The recording’s collection of four improvisation and seven “abstractions” find him pivoting between clearly articulated, complex chords in a classical fingerpicking style; heavily distorted rock freakouts; and looped, reversed, and other processed sounds. On some pieces, Costanzo further extends the guitar’s range of timbres by preparing it with foreign objects. But once all these modifications and transformations are stripped away, Costanzo’s default sound reveals itself to be an especially rich, crystalline, reverb-inflected tone." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2019.
"(...) The Italian label Setola Di Maiale is celebrating its 25th anniversary. Congratulations to Stefano Giust for his dedication to showcasing new music. (Plus he does great graphic design work on the covers!) I'm highlighting a couple of recent releases in my posts. This album, by guitarist Santi Costanzo, covers a lot of terrain, from reflective, melodic compositions with a slight folk feel, to very abstract pieces with an abrasive edge." Craig Premo, Improvised 2019.
01 _ Improv. 1 – The Painter's Wife 7:08
02 _ Abstraction 1 – Diver Asphyxia 4:53
03 _ Abstraction 2 – Untitled 1:57
04 _ Improv. 2 – Eternal Absence 9:37
05 _ Abstraction 3 – The Professional Dummies 7:53
06 _ Improv. 3 – Burning Lake City 6:41
07 _ Abstraction 4 – Untitled 2:09
08 _ Abstraction 5 – Double Face 4:00
09 _ Improv. 4 – Parade 6:19
10 _ Abstraction 6 – Untitled 3:35
11 _ Abstraction 7 – Fragmented Thoughts 6:33
(C) + (P) 2018
Santi Costanzo _ guitar _ prepared guitar _ live electronics
Santi Costanzo (1981) is an italian guitarist, improviser and composer based in Catania, Sicily. Trained under the guidance of composer and guitarist Paolo Sorge, Santi Costanzo has found his most suitable area of study in the search for an aesthetic and linguistic coexistence based on free improvisation and on compositional elements coming from jazz, contemporary classical music and other musical genres. Over the years, he has worked together with musicians in various formations, from small combos to big bands (among others, he was directed by Keith Tippet and Mathias Ruegg).
For more information:
http://www.santicostanzo.com
"(...) Autocracy of Deception Vol. 1 is the first solo release from Santi Costanzo, a guitarist from Catania, Sicily. In group environments as well as solo settings, Costanzo has pursued a personal path of experimentation that has encompassed the heterogeneous musical languages of jazz, rock, free improvisation, and even serial composition. He’s been able to assimilate and transfigure these influences by projecting his own musical ideas forward, all the while maintaining an understanding and appreciation of these different forms of music, but without having any of them unduly limit his own field of possibilities. This sense of independence within assimilation comes out over the course of his album, which shows a fluency in tonal and atonal music within a fundamental, improvisational openness to following a line wherever it leads, as well as a broad-based technical mastery. The recording’s collection of four improvisation and seven “abstractions” find him pivoting between clearly articulated, complex chords in a classical fingerpicking style; heavily distorted rock freakouts; and looped, reversed, and other processed sounds. On some pieces, Costanzo further extends the guitar’s range of timbres by preparing it with foreign objects. But once all these modifications and transformations are stripped away, Costanzo’s default sound reveals itself to be an especially rich, crystalline, reverb-inflected tone." Daniel Barbiero, Avant Music News, 2019.
"(...) The Italian label Setola Di Maiale is celebrating its 25th anniversary. Congratulations to Stefano Giust for his dedication to showcasing new music. (Plus he does great graphic design work on the covers!) I'm highlighting a couple of recent releases in my posts. This album, by guitarist Santi Costanzo, covers a lot of terrain, from reflective, melodic compositions with a slight folk feel, to very abstract pieces with an abrasive edge." Craig Premo, Improvised 2019.
"(...) The Italian guitarist Santi Costanzo had already caught my attention with the excellent “Deeprint” released in 2016 for Improvvisatore Involontario. If Deeprint had been a team work, a record made through a quartet, this new “Autocracy Of Deception Vol. 1” released in 2018 by the always excellent Italian label Setola di Maiale is instead a solo work, the result of an elaborate combination of guitars and effects aimed at multiplying the guitarist’s presence.
I’ have always been got surprised by the so integrated use of effects and electronics, there is a sort of multiplication, of splitting the musician that always leaves me a bit perplexed. There is a sleight of hand, a succession of mirrors, a multiplication of surfaces, a complex Victorian mechanism that is never fully revealed even at its end. Was that sound born now or is it the result of an elaboration of something that started even before the guitarist embraced his instrument?
If Deeprint maintained, despite the wide freedom of expression that the quartet took, a matrix and a jazz structure, this Autocracy Of Deception Vol. 1 moves in completely new territories. I was struck, I admit. It was a surprise, but also that the confirmation of how Santi Costanzo is an innovative musician with a great desire to … not so much to amaze as to create something interesting, again, to work on complex and articulated structures, to generate and try new languages. This feeling is also confirmed by the notes accompanying the CD and by the same title: “The improvisations offered in this very first volume can, thus, be reckoned as a recollection of thoughts of which the production of extemporaneous sound items leads to real compositions. The title stems from the sound illusion that improvised elements and modules can generate in the listeners, but also in those who are personally involved in their own production.”Autocracy”, in terms of imposition brought on by a misleading, yet tangible illusion.”. It almost seems like an excerpt from a political manifesto of the last century. Can Improvisation be used as a tool for political thought? It’is a position that goes beyond the aesthetic basis to enter into the idea that art is not a delegated tool to give answers but to generate questions. Perhaps in the form of an imposition, as Costanzo suggests.
These are not simple solutions, especially in contemporary society where every sense of active participation seems to have been lost, whether it’s about listening to or watching. But I’m sure of one thing: “Autocracy Of Deception Vol. 1” is a great record. We just have to listen, elaborate and try, each of us, our own personal analysis, respecting the intentions expressed by the author. Meanwhile we also wait for Vol. 2." Andrea Aguzzi, NeuGuitars, 2019.
"(...) Rond de begrippen “abstraction” en “improvisation” creëerde de Siciliaanse gitarist Santi Costanzo een bevreemdende soundtrack op het snijpunt van ambient en electro-acoustics.
Voor wie onderdak wil krijgen bij het Italiaanse Setola Di Maiale geldt dat de kandidatuur alleszins dient af te wijken van een standaard cv. Santi Costanzo wist dat maar al te goed. Zijn ‘Autocracy Of Deception Vol.1’ zit dan ook boordevol eigenzinnige ontwerpen.
De openingstrack ‘The Painter’s Wife’ is een sterk staaltje akoestische gitaar zoals ook Ralph Towner en Egberto Gismonti dit plegen te doen. Hierop volgt een soundscape uit de kosmos, Klaus Schulze waardig. Het korte haast geruisloze ‘Untitled’ sluit naadloos aan bij deze esthetiek. Dat lijkt aanvankelijk eveneens het geval te zijn met ‘Eternal Absence’ tot na vijf minuten een helle flits dit heelal doorklieft. Een voorbij zoevende komeet waarna meer meditatieve klanken wederom de ether vullen. Tijd om te verdwalen in de nevelen van een nieuw melkwegstelsel.
‘Autocracy Of Deception Vol.1’ zweeft ergens tussen new minimal en het werk van zowel Arto Lindsay en Elliott Sharp als John Abercrombie. Zeker ook voor de volgelingen van labels als Hubro en Granvat." Georges Tonla Briquet, Jazz'halo, 2019.
"(...) È imbarazzante constatare come alcuni schieramenti politici siano stati esclusi dal mercato della politica ed emarginati a movimenti assolutamente insignificanti dal lato del consenso generalizzato. L'attuale assetto di molta politica, sulla carta democratica, è riuscita non solo a minimizzare la loro portata ma addirittura ha assistito silenziosamente alla sua estinzione, senza nemmeno porsi domande sulle perdite di intelligenza e buon senso di coloro che ne dovrebbero comunque far parte in base a qualche diritto. Le democrazie sono diventate un velo per esercitare regimi autocratici, costruiti con stratagemmi, furbizie ed una serie di menzogne, che sono trappole per topi. I paesi che hanno il peso più grande nella gestione delle relazioni e nell'equilibrio delle forze in campo, stanno dimostrando quanto è difficile maturare un pensiero politico limpido: in Russia la contrapposizione più resistente verso Putin giace in un circolo di intellettuali sparsi in movimenti politici che non riescono nemmeno ad avere una rappresentanza in governo; una replica si ha in Cina, dove attorno all'apparato governativo c'è una vera e propria macchina blindata, ma questa linea si è presto spostata negli Stati Uniti con l'elezione di Trump e sta investendo con gradualità gli europei: qualche stato è già autocratico di fatto, altri lo potrebbero diventare a breve (in Italia sono stati fatti scomparire movimenti interessantissimi come quello del Possibile di Civati o dei filo-marxisti). Di fronte a questa situazione quale deve essere la risposta degli artisti? Ognuno di loro darebbe una risposta singolare e super diversificata (resistenza, far finta di nulla e non preoccuparsi del pericolo, compiere azioni su più locazioni, restare onesti con la propria visione, etc.); da ciò si deduce che essa non sempre deve essere politica! Sarebbe necessaria, invero, un'autocrazia dell'arte che non sia immediatamente collegabile ai problemi sociali.
Perché vi parlo di supremazia dell'arte? Perchè vi voglio introdurre al chitarrista catanese Santi Costanzo e alla sua autocrazia musicale. Costanzo ha appena pubblicato Autocracy of deception - vol. 1 (per Setola di Maiale), un solo per chitarra elettrica, in cui si serve anche di preparazioni e live electronics, un cd in cui il termine si presta almeno ad un paio di spiegazioni: la prima riguarda le modalità della composizione e dell'ascolto: "...il titolo nasce dall'illusione che elementi e moduli improvvisativi possono suscitare in chi ascolta, ma anche a chi è impegnato in prima persona nella loro produzione. Autocrazia intesa come imposizione scaturita da un'illusione tanto ingannevole, quanto percettiva..." (Costanzo, dalle note interne del cd); la seconda, invece, inficia la superiorità della musica come arte, così come spiegatomi dall'autore che ho raggiunto per mail: "...prima di iniziare questo lavoro, mi sono posto delle domande. Quanto siamo legati e condizionati, oggigiorno, da forme convenzionali autocratiche? Quanto il significato politico nell'arte (mi riferisco ad arte "astratta" o, comunque, a musica strumentale) sia necessario e utile all'artista, nonché all'ascoltatore, perché questi venga influenzato nell'ascolto musicale, ormai ridotto all'osso e lobotomizzante (pensiamo a radio commerciali, musica semplice e di facile ascolto, e simili)? Quanto ci illudiamo di definire qualcosa "bello" e quanto invece escludiamo sia tale? Quanto viene condizionato il nostro giudizio da ciò che la società dei consumi ci impone? La risposta a queste domande è semplice: a mio avviso, chi al giorno d'oggi produce arte dovrebbe anzitutto evidenziare il significato di "arte per l'arte"; considerare quest'ultima, insomma, al di sopra di qualsiasi forma esterna ad essa, incluse quella politica e sociale. Fare in modo che l'esaltazione dell'autonomia artistica possa anche, ma non obbligatoriamente, fare riferimeno ad aspetti legati al sociale, a patto che l'arte non assolva, con ciò, una funzione di sudditanza nei confronti di qualcos'altro (come la politica), svilendo in tal modo se stessa. Se così fosse, si rischierebbe di far perdere di valore qualsiasi produzione artistica, che dovrebbe, a rigore, sopravvivere al tempo. Credo in un'arte universale, autonoma, che imponga se stessa su tutto, autocratica. Una protesta atipica la mia, forse, ma con un aspetto binomiale di base: arte per l'arte, sì, ma anche arte come guida..."
Passando al commento della musica, Autocracy of deception - vol. 1 tira fuori l'ampio sottobosco di idee di Costanzo, dimostrando di avere come base di partenza l'ampiezza stilistica del migliore chitarrismo americano di confluenza assunto a fine novecento (tra i più presenti in Costanzo si può far riferimento a Bill Frisell e Thurston Moore), con uno scavalcamento di ruolo che trae linfa anche in ciò che le intersezioni di genere e di tecniche hanno compiuto per la chitarra elettrica; si tratta di andare un pò sulle proiezioni dei chitarristi e produttori ambient (Eno soprattutto e i suoi prestiti tecnologici al rock), un pò su certi mulinelli dell'improvvisazione libera (l'asetticità di certe soluzioni di Derek Bailey e delle sue discendenze), e non dimenticare le trame estensive tipiche della musica classica contemporanea. La capacità di Costanzo è però quella di calcare, in mezzo a tanta modellistica, anche dei territori sonori personali, scovare zone di territorio immacolate, come gli esuli inglesi che occupavano i territori statunitensi all'epoca del colonialismo. Autocracy of deception è l'incontro di due fascie tematiche: da una parte si entra in aree di sperimentalismo puro, dall'altra in aree di narrazione trasversale che riflettono l'abitudine dell'artista alla sonorizzazione di readings e scritti di letteratura. Costanzo chiama le prime Abstraction e le seconde Improv; per quanto riguarda l'Abstraction l'inquadramento complessivo è pesantemente filtrato dagli effetti dell'elettronica, per cui si instaurano landscapes eclettici particolarmente efficaci, qualcosa che vive l'elettricità attraverso il feedback e i preparati timbrici al vetriolo, lanciando uno sguardo pervasivo e non secondario sulle tessiture ricavate dalla moderna elettronica isolazionista; le situazioni udibili sono quelle del ferraglio ambient di Diver Asphyxia, quelle create dallo spessore di una corda preparata per produrre un timbro specifico, così come succede in Untitled. Quanto alle preparazioni Costanzo mi ha riferito: "...ne uso di diverse: molle, martelletti, chiavi, barre di ferro, pinze per capelli, archi di vario tipo (violino, violoncello), l'e-bow (arco elettronico), corde di stoffa, fogli di carta, bicchieri di plastica, slide (metallo e vetro), ed altro ancora. Questi oggetti vengono poi combinati, in alcune composizioni di Autocracy of Deception attraverso l'elettronica; in altre, invece, senza l'ausilio di quest'ultima..."
Le Improv mostrano invece una maggiore direzione verso epiloghi del jazz convenzionale, con arpeggi e accordi che comunque sfruttano libertà esecutive: si tratta di individuare impianti melodici che si alternano in The painter's wife o tentare di cristalizzare delle visuali come in Eternal absence; ciò che emerge è una ricerca di stupore (sentire la parte centrale di Burning lake city) in divenire anche una trasformazione, come quella che si completa nella parte finale di Parade, dove la confusione tende a schiarirsi e il caos degli impianti è perfettamente sopportabile.
In Autocracy of deception non c'è solo il tentativo di un chitarrista di contribuire ad un'estetica ben conosciuta al mondo degli amanti dello strumento, ma anche il lavoro di un musicista irreprensibile, che sa quali sono le manovre utili per catturare la comprensione dei linguaggi tramite l'improvvisazione: è quanto potrebbe fare un designer dei suoni o uno sperimentatore di immagini sonore, campi che Costanzo ha saggiato con l'innamoramento dello scopritore già maturo." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Costanzo è un giovane chitarrista catanese, che giunge al suo secondo album (in solo, dopo l’interessante «Deeprite», in quartetto, del 2016) con un’opera di chiara ambizione, sino dal titolo, che allude a forme di «autocrazia ingannatoria», interne al processo di composizione/improvvisazione. In altre parole, ciò su cui il musicista si interroga è se possa dirsi esistente una imposizione di senso, nella musica, che procede dai materiali sonori estemporanei e dalla loro organizzazione, e se essa sia destinata a rimanere illusoria, oppure ne condizioni il risultato finale. Discorsi che sembrano poter ricondurre alla nozione di dispositivo di matrice foucaultiana (come rete di elementi condizionanti in un dato momento storico), successivamente declinata da Giorgio Agamben come: «qualunque cosa che abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi». I materiali di Costanzo sono organizzati in un totale di undici tracce, ripartite tra quattro «improvvisazioni» e sette «astrazioni». Il «sistema» prescelto è rigoroso, in quanto le improvvisazioni, dotate di solida struttura, guardano verso una direzione più assimilabile all’idioma jazzistico (per quanto nell’uso del termine possa esserci molto di convenzionale, rapportato ai brani), con sonorità cristalline, accordi complessi e un grande senso di eterea ambienza (che si giova della tecnica fingerpicking). Le astrazioni, invece, si spostano su un versante più sperimentale, nel quale l’utilizzo dell’elettronica si fa molto marcato, raggrumando in una dimensione ambientale la congerie di suoni, molto spesso ottenuti attraverso la preparazione dello strumento. Tra i brani si possono segnalare, in particolare, l’improvvisazione n. 1, The Painter’s Wife, ricca di suggestioni gismontiane, e la n. 4, Parade dai convulsi annodamenti; tra le astrazioni si impongono all’attenzione Diver Asphyxia, evocatrice di spazi, e il flusso finale di Fragmented Thoughts, all’insegna dell’inquietudine. Per chi trovasse particolare suggestione nelle astrazioni, si segnala la disponibilità, in parallelo, dei materiali registrati dal chitarrista con l’Accidentale Trio, che in qualche modo ne estremizzano l’esperienza (https://soundcloud.com/accidentale-trio). In conclusione, l’opera di Costanzo si segnala per un maturità gravida di senso, che lo segnala naturalmente come musicista degno di grande attenzione." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2019.
01 _ Improv. 1 – The Painter's Wife 7:08
02 _ Abstraction 1 – Diver Asphyxia 4:53
03 _ Abstraction 2 – Untitled 1:57
04 _ Improv. 2 – Eternal Absence 9:37
05 _ Abstraction 3 – The Professional Dummies 7:53
06 _ Improv. 3 – Burning Lake City 6:41
07 _ Abstraction 4 – Untitled 2:09
08 _ Abstraction 5 – Double Face 4:00
09 _ Improv. 4 – Parade 6:19
10 _ Abstraction 6 – Untitled 3:35
11 _ Abstraction 7 – Fragmented Thoughts 6:33
(C) + (P) 2018