DOLENTI DELITTI DOLOSI DALLE DILETTE DOLINE
GIANCARLO SCHIAFFINI / GIORGIO PACORIG
SOLD OUT
Giancarlo Schiaffini _ trombone
Giorgio Pacorig _ pianoforte
Giancarlo Schiaffini è una colonna vivente della Storia della Musica, non solo italiana. Basterebbe dire che a lui è dedicata una voce della prestigiosa Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti). Nato a Roma nel 1947 e autodiatta in musica, ha partecipato alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 si perfeziona a Darmstadt con Karlheinz Stockhausen, Gyorgy Ligeti e Vinko Globokar. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. Inoltre BMG, Curci, Edipan, Pentaflowers e Ricordi hanno pubblicato sue composizioni. Ha suonato in tutto il mondo con i più importanti musicisti, tantissimi, tra qui ricordiamo John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, Franco Evangelisti, Mario Schiano, Lol Coxhill e Thurston Moore dei Sonic Youth. Membro della Instabile Italian Orchestra.
Giorgio Pacorig, classe 1970, è pianista e compositore. Ha cominciato a suonare il piano a otto anni e dal 1987 si dedica al jazz e alla musica improvvisata. Nel 1996 ha ottenuto il diploma in pianoforte al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste e da allora la sua intensa attività musicale l’ha portato ad esibirsi in numerosi festival, teatri e club. Nel 2001 con altri musicisti del Nordest ha fondato l’associazione Phophonix per lo studio, la promozione e la diffusione di attività per ensemble di musica improvvisata, facendo nascere l’Orchestra Phophonix. Dal 1999 al 2007 ha collaborato con la cantante pop Elisa Toffoli. Ha partecipato anche a progetti multimediali che coinvolgono il cinema (Zerorchestra), la pittura (“Nosorog – multimedia performance” con la sassofonista Jessica Lurie e l’illustratore Danijel Zezelj), e il teatro (“Abbastanza: assenza e presenza”, ideato e con Tristan Honsinger). Nel 2009 è stato project manager dell’“Orchestra de mati de Trieste”, nata all’interno del Dipartimento di Salute Mentale, organizzando workshops musicali allo scopo di coinvolgere utenti e pazienti. Ha suonato con una infinità di musicisti, tra cui Daniele D’Agaro, U.T.Gandhi, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Cuong Vu, Zeno De Rossi, Vincenzo Vasi, Danilo Gallo, Piero Bittolo Bon, Antonio Borghini, Mauro Ottolini, Johannes Fink, Gerhard Gschlößl, Christian Lillinger, Phil Minton, Kawabata Makoto, Marc Ribot, John Tchicai, Ab Baars, Joe Bowie, Don Moye, Edoardo Marraffa, Massimo Pupillo, Achille Succi, Lullo Mosso, Michele Rabbia, Francesco Cusa, Gianni Gebbia, Virginia Genta and David Vanzan. Ha pubblicato per Nota Records, Splasch, El Gallo Rojo Records, Artesuono, Palomar Records, Setola di Maiale, CAM Jazz. Il disco è stato registrato dal vivo da Giovanni Bertossi il 20 febbraio 2017 al Carso in Corso, Monfalcone (GO) per la rassegna 'Jazz in Progress'. Masterizzato da Iztok Zupan.
Per maggiori informazioni:
www.giancarloschiaffini.com
http://www.dobialabel.com/?p=203
"(...) Registrato dal vivo nell’ambito della rassegna Jazz In Progress, il Cd mette a confronto Schiaffini (classe 1942) e Pacorig (1970): differenti generazioni legate da una comune modo di sentire e concepire l’improvvisazione. Con fare giocoso il duo ripropone la questione dell’improvvisazione come composizione estemporanea. In quest’ottica i brandelli, o cascami che dir si voglia, del free storico sono abbondantemente digeriti. Si recuperano senz’altro certi dettami delle ricerche condotte a suo tempo in campo europeo da Paul Rutherford, Radu Malfatti, Howard Riley, Alexander von Schlippenbach.
Schiaffini riversa nell’operazione il bagaglio delle esperienze accumulate sia con le avanguardie jazzistiche europee che in ambito contemporaneo con Nuova Consonanza, Berio, Nono e Scelsi. Questo si traduce in una meticolosa esplorazione di timbri e dinamiche. Schiaffini sfoggia una gamma portentosa che spazia dai multifonici a un uso delle sordine a tratti memore di Tricky Sam Nanton. Per parte sua, Pacorig contribuisce all’ampliamento della gamma timbrica pizzicando e percuotendo la cordiera, o applicandovi delle preparazioni. Nel flusso continuo delle esecuzioni si colgono anche passaggi modali, frammenti parafrasati di Caravan e cellule di blues, sempre trattati con impagabile senso ludico." Boddi, Musica Jazz, 2019.
"(...) Giancarlo Schiaffini non ha bisogno di presentazioni, la sua militanza per lunghi anni con il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, la presenza ai corsi di Darmstadt, le collaborazioni con Giacinto Scelsi e l’esperimento multimediale con la creazione dell’ensemble Nuove Forme Sonore ne fanno una delle figure più carismatiche e autorevoli in fatto di improvvisazione. Senza dimenticare che oltre ad essere esecutore e compositore, pregevole sperimentatore e innovatore tecnico è anche un sopraffino teorico e musicologo. Imprescindibili e pieni di rivelazioni illuminanti sulla musica contemporanea alcuni suoi testi: “E non chiamatelo jazz”; “Immaginare la musica. Per un'estetica fenomenologica della composizione contemporanea” (Auditorium, 2011 e 2017).
Giorgio Pacorig è un compositore e un virtuoso del pianoforte con una solida formazione classica. Ha collaborato con musicisti di fama mondiale e anche lui si dedica a molti progetti a carattere multimediale (Orchestra e Associazione Phophonix) facendo dell’improvvisazione uno tra i suoi linguaggi più espressivi e pregnanti.
“Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline” raccoglie otto magnifici divertissement strumentali in forma di scintillante dialogo trombone e pianoforte. Il disco è una registrazione live tenuta durante la manifestazione "Carso al Corso" di Monfalcone, nel 2017. Il gioco di assonanze e consonanze del titolo richiama anche una immedesimazione ambientale e una ideale rispondenza morfologica tra la conformazione del terreno e la traiettoria sonora. A rispecchiare la vorticosa energia centripeta della dolina carsica, il maestoso reticolo di sedimenti capace di filtrare e di assorbire l’acqua dirottandola in traiettorie profonde e intricate. Il suono-fluido indomito che nasce da estemporanee intuizioni e da guizzi di empatia e fantasia diventa incontenibile, linfa rigenerante. Un’aspersione nella dispersione, metafora emblematica della concezione improvvisativa. Un modo di procedere che traduce lo humor, l’approccio scanzonato e disinvolto ma anche le modalità aperte all’imprevisto che si mettono in campo intraprendendo una sfida lungo percorsi non predefiniti.
Questa se vogliamo è un po’ la chiave di lettura più rimarchevole emersa riguardando a ritroso la storia di Nuova Consonanza, le conclusioni dell’interessante Convegno Internazionale della stessa Associazione, "A partire da un’intesa", del dicembre 2017. La voglia di aprirsi, di curiosare, di arricchirsi attraverso l’esperienza musicale e allo stesso tempo rendere la stessa esperienza conviviale, un modo per conoscersi e per divertirsi. Lo stesso maestro Schiaffini ha sintetizzato magnificamente l’esperienza di Franco Evangelisti che smonta gli assunti dei metodi compositivi tradizionali per trovare una maggiore interazione compenetrazione di linguaggio, un riflettersi che sia affine al sentire sociale e sempre stimolante. "Perché lo fai?" è la domanda che Schiaffini rivolge a Evangelisti in merito al Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, la risposta è "Perché mi diverto". In questi episodi si sintetizza magnificamente la voglia di divertirsi entrando in comunicazione nel modo più naturale e spontaneo. Il gioco musica. Esilaranti, intensi, contemplativi, profondi come le viscere carsiche, plastici e informi, intricati e sorprendenti, ineffabili e briosi questi elogi della vita. Capaci di esaltarne tutte le forme senza preclusione alcuna, lasciando intravedere esigenze di sberleffo parodistico così come di sublimazione archetipica. Attrazione repulsione, caos e motore dell’essere e del divenire." Romina Baldoni, Distorsioni, 2018.
"(...) Giorgio Pacorig è ancora protagonista del duo con Giancarlo Schiaffini. Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline è il titolo programmatico del lavoro, registrato live al Carso in Corso nel febbraio del 2017. L'ambientazione è favorevole per un'improvvisazione che si cala nell'archeologia, nel regno di una specifica natura (doline, terre carsiche, eucarioti, etc.), filtrando l'improvvisazione con l'abbrivio di una scanzonatura degli argomenti: ne risulta, quindi, un'impostazione tremendamente correlata a questi ragionamenti, esperimenti unici nel loro genere. Così come le doline sono recipienti che non si allagano mai, perché l'acqua penetra nel fondo della terra, così la musica non ha mai nessuna stabilità o gravità, sembra sempre scivolare via dietro ad una maschera di antichità e derisione. Sono operazioni di compenetrazione difficili, sulle quali Schiaffini e Pacorig non sono estranei ma puntuali, lasciando trasparire (in ultima analisi) un'incredibile saturazione della società odierna in rapporto alla storia e al territorio." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) Ancora un duo, ma ben diverse atmosfere in Dolenti delitti dolosi delle dilette doline, giocoso titolo di in un concerto tenutosi a Monfalcone il 30 aprile del 2016, presso Il Carso in Corso, nel quale Pacorig è affiancato da Giancarlo Schiaffini, storico Maestro dell'improvvisazione. Qui di scena accanto al trombone è il solo pianoforte, che—pur nell'alternanza di rapide accelerazioni e improvvise sospensioni—si muove sempre con quieta dolcezza, anche quando il lavoro sulle corde è alla ricerca di timbri atipici atti ad accompagnare le caratteristiche espressività di Schiaffini: brontolii meditativi, meditazioni al tempo stesso scure e ironiche, scoppiettanti invenzioni e suggestive rumorosità.
Mantenendo una continuità stilistica ed espressiva, il disco attraversa soprattutto scenari di contemporanea e blues, ma ha attenzioni anche per eco orientali, sempre con l'interazione tipica dell'improvvisazione radicale. Per spazi e contenuti espressivi ne è protagonista il trombone (si ascolti in particolare "Neopterygii lontani"), ma Pacorig ha ampio modo di farsi apprezzare nella ricerca sulla tastiera, che include sia la sensibilità per le singole note, sia il lavoro sulle corde e sulle risonanze dello strumento (per esempio nell'avvio di "Scorpaeniformes in prospettiva").
Cinquantadue minuti di libertà espressiva, che dal vivo devono essere stati memorabili e che anche all'ascolto documentale risultano estremamente coninvolgenti." Neri Pollastri, All About Jazz, 2018.
"(...) Continua indefessa la meritoria opera di Setola di Maiale di testimonianza delle musiche improvvisate (qui la nostra intervista a Stefano Giust): questa volta si tratta di un live, registrato durante la bella rassegna “Carso in Corso” a Monfalcone in provincia di Gorizia, che vede l’incontro tra il pianoforte di Giorgio Pacorig e il trombone di Giancarlo Schiaffini. Si comincia con un mood interlocutorio, circospetto: i due musicisti sembrano studiarsi, il clima è sorvegliato, la registrazione probabilmente perfettibile. Una specie di blues anarchico, ispido e spettinatissimo brucia sotto la cenere di un free un po’ troppo austero (“Lo Scazzone Innamorato”), come un fuoco che non prende. Languide nostalgie da spartito che vola nel vento (“Temevo Il Timavo”), ma l’ispirazione pare latitare, l’impressione è quella di un meccanismo che non riesce a scorrere in modo fluido. Può capitare, è fisiologico che accada anche a due grandi musicisti come Pacorig (lo abbiamo apprezzato molto ultimamente sia con Mahakaruna Quartet che con Pipe Dream, senza dimenticare l’exploit del collettivo di afropsychobeat Maistah Aphrica) e Schiaffini (semplicemente la storia di certo jazz libero, in Italia e non solo, in questi giorni in tour con Sergio Armaroli e Andrea Centazzo per presentare Trigonos, il disco uscito per DodiciLune): raramente viene scritto e noi qua lo facciamo senza timore. Improvvisazioni che sanno di malmostosi cieli olandesi (con il profilo sornione di Misha Melgenberg a spiare di soppiatto) che custodiscono ombre di Storia (a un certo punto si coglie un fugace accenno a “Caravan” di Ellington) e si lanciano nel mare magnum dell’imprevedibile, senza però riuscire sempre ad emozionare: come se i due cercassero in continuazione una idea forte o un flusso al quale abbandonarsi, trovandolo solo per brevi lampi. A volte anche la messa in musica di una ricerca, o di un fallimento della medesima, può suonare avvincente, e a tratti anche qui accade, anche se prevale un senso di vaghezza un po’ incerta, che solo a tratti sa fare di questo viaggiare senza bussole un bonus. Il pianismo corrusco e mai prevedibile di Pacorig a tratti incendia una sarabanda come nella title-track, dove Schiaffini finalmente si lascia andare a briglie sciolte. Poi meline tra speleologia nel pianoforte e pneumologia applicata al trombone, e una chiusa informalissima tra teatro e orme di bop frantumato in mille pezzi. Un disco che non regala i brividi che era lecito aspettarsi ma che rappresenta una tappa (certo, non imprescindibile) di due musicisti rari e di un’etichetta da supportare sempre e comunque, non fosse altro che per il suo cocciuto ruolo politico, in tempi in cui siamo soffocati dal conformismo e dal già sentito." Nazim Comunale, The New Noise, 2018.
01 _ Nel Carso a caso 4:25
02 _ Lo Scazzone innamorato 11:43
03 _ Temevo il Timavo 9:11
04 _ Neopterygii lontani 3:23
05 _ Scorpaeniformes in prospettiva 8:19
06 _ Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline 5:59
07 _ Dalli all’Eukaryota 6:29
08 _ Scazzoni in festa 3:19
(C) + (P) 2018
SOLD OUT
Giancarlo Schiaffini _ trombone
Giorgio Pacorig _ piano
A duo that wouldn't need presentation, but for zeal, here are some notes. Giancarlo Schiaffini is a composer, trombonist and tubist, born in Rome in 1942. Self-taught, he appeared as soloist in the first free-jazz concerts in Italy and subsequently presented his own compositions widely in the mid 1960’s. In 1970 he studied at Darmstadt with Karlheinz Stockhausen, Gyorgy Ligeti e Vinko Globokar. He is member of the well known Italian Instabile Orchestra. He plays contemporary music, jazz and improvisation in concerts and international festivals all over the world. Mr. Schiaffini has collaborated with John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, Franco Evangelisti, Mario Schiano, Lol Coxhill, Thurston Moore of Sonic Youth and many many more musicians. He has recorded for BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. His music has been published by BMG, Curci, Edipan and Ricordi. The Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) and the Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti) dedicate an entry-word to Mr Schiaffini.
Giorgio Pacorig was born in 1970. He is a pianist and composer and started to play the piano when he was eight years old. Since 1987 he devoted himself to jazz and improvised music. In 1992 he enrolled at the conservatory of music ‘G. Tartini’ of Trieste and in 1996 obtained a diploma in piano. In recent years his intense musical activity led him to perform in various festivals, theaters and jazz clubs. In 2001 with other musicians of North-East Italy he founded the Phophonix Association whose goal is the study, promotion and dissemination activities of the orchestras of improvisation. In the same year they founded the Orchestra Phophonix. He’s also involved in theater, film and multimedia projects, such as Zerorchestra, “Nosorog – multimedia performance” with saxophonist Jessica Lurie and illustrator Danijel Zezelj, and “Abbastanza: assenza e presenza”, brainchild of American cellist Tristan Honsinger. In 2009 he became the project manager of the “Orchestra de mati de Trieste” born within the Department of Mental Health, organizing music workshops involving users and patients. He has taught as a teacher of piano and harmony. He played with a number of musicians, including Daniele D’Agaro, U.T.Gandhi, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Cuong Vu, Zeno De Rossi, Vincenzo Vasi, Danilo Gallo, Piero Bittolo Bon, Antonio Borghini, Mauro Ottolini, Johannes Fink, Gerhard Gschlößl, Christian Lillinger, Phil Minton, Kawabata Makoto, Marc Ribot, John Tchicai, Ab Baars, Joe Bowie, Don Moye, Edoardo Marraffa, Massimo Pupillo, Achille Succi, Lullo Mosso, Michele Rabbia, Francesco Cusa, Gianni Gebbia, Virginia Genta and David Vanzan. He has published for Nota Records, Splasch, El Gallo Rojo Records, Artesuono, Palomar Records, Setola di Maiale, CAM Jazz. This album was recorded live in concert by Giovanni Bertossi on February 20th, 2017, at Carso in Corso, Monfalcone (Gorizia, Italy), during 'Jazz in Progress'. Mastering by Iztok Zupan.
For more info:
www.giancarloschiaffini.com
http://www.dobialabel.com/?p=210&lang=en
"(...) Registrato dal vivo nell’ambito della rassegna Jazz In Progress, il Cd mette a confronto Schiaffini (classe 1942) e Pacorig (1970): differenti generazioni legate da una comune modo di sentire e concepire l’improvvisazione. Con fare giocoso il duo ripropone la questione dell’improvvisazione come composizione estemporanea. In quest’ottica i brandelli, o cascami che dir si voglia, del free storico sono abbondantemente digeriti. Si recuperano senz’altro certi dettami delle ricerche condotte a suo tempo in campo europeo da Paul Rutherford, Radu Malfatti, Howard Riley, Alexander von Schlippenbach.
Schiaffini riversa nell’operazione il bagaglio delle esperienze accumulate sia con le avanguardie jazzistiche europee che in ambito contemporaneo con Nuova Consonanza, Berio, Nono e Scelsi. Questo si traduce in una meticolosa esplorazione di timbri e dinamiche. Schiaffini sfoggia una gamma portentosa che spazia dai multifonici a un uso delle sordine a tratti memore di Tricky Sam Nanton. Per parte sua, Pacorig contribuisce all’ampliamento della gamma timbrica pizzicando e percuotendo la cordiera, o applicandovi delle preparazioni. Nel flusso continuo delle esecuzioni si colgono anche passaggi modali, frammenti parafrasati di Caravan e cellule di blues, sempre trattati con impagabile senso ludico." Boddi, Musica Jazz, 2019.
"(...) Giancarlo Schiaffini non ha bisogno di presentazioni, la sua militanza per lunghi anni con il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, la presenza ai corsi di Darmstadt, le collaborazioni con Giacinto Scelsi e l’esperimento multimediale con la creazione dell’ensemble Nuove Forme Sonore ne fanno una delle figure più carismatiche e autorevoli in fatto di improvvisazione. Senza dimenticare che oltre ad essere esecutore e compositore, pregevole sperimentatore e innovatore tecnico è anche un sopraffino teorico e musicologo. Imprescindibili e pieni di rivelazioni illuminanti sulla musica contemporanea alcuni suoi testi: “E non chiamatelo jazz”; “Immaginare la musica. Per un'estetica fenomenologica della composizione contemporanea” (Auditorium, 2011 e 2017).
Giorgio Pacorig è un compositore e un virtuoso del pianoforte con una solida formazione classica. Ha collaborato con musicisti di fama mondiale e anche lui si dedica a molti progetti a carattere multimediale (Orchestra e Associazione Phophonix) facendo dell’improvvisazione uno tra i suoi linguaggi più espressivi e pregnanti.
“Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline” raccoglie otto magnifici divertissement strumentali in forma di scintillante dialogo trombone e pianoforte. Il disco è una registrazione live tenuta durante la manifestazione "Carso al Corso" di Monfalcone, nel 2017. Il gioco di assonanze e consonanze del titolo richiama anche una immedesimazione ambientale e una ideale rispondenza morfologica tra la conformazione del terreno e la traiettoria sonora. A rispecchiare la vorticosa energia centripeta della dolina carsica, il maestoso reticolo di sedimenti capace di filtrare e di assorbire l’acqua dirottandola in traiettorie profonde e intricate. Il suono-fluido indomito che nasce da estemporanee intuizioni e da guizzi di empatia e fantasia diventa incontenibile, linfa rigenerante. Un’aspersione nella dispersione, metafora emblematica della concezione improvvisativa. Un modo di procedere che traduce lo humor, l’approccio scanzonato e disinvolto ma anche le modalità aperte all’imprevisto che si mettono in campo intraprendendo una sfida lungo percorsi non predefiniti.
Questa se vogliamo è un po’ la chiave di lettura più rimarchevole emersa riguardando a ritroso la storia di Nuova Consonanza, le conclusioni dell’interessante Convegno Internazionale della stessa Associazione, "A partire da un’intesa", del dicembre 2017. La voglia di aprirsi, di curiosare, di arricchirsi attraverso l’esperienza musicale e allo stesso tempo rendere la stessa esperienza conviviale, un modo per conoscersi e per divertirsi. Lo stesso maestro Schiaffini ha sintetizzato magnificamente l’esperienza di Franco Evangelisti che smonta gli assunti dei metodi compositivi tradizionali per trovare una maggiore interazione compenetrazione di linguaggio, un riflettersi che sia affine al sentire sociale e sempre stimolante. "Perché lo fai?" è la domanda che Schiaffini rivolge a Evangelisti in merito al Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, la risposta è "Perché mi diverto". In questi episodi si sintetizza magnificamente la voglia di divertirsi entrando in comunicazione nel modo più naturale e spontaneo. Il gioco musica. Esilaranti, intensi, contemplativi, profondi come le viscere carsiche, plastici e informi, intricati e sorprendenti, ineffabili e briosi questi elogi della vita. Capaci di esaltarne tutte le forme senza preclusione alcuna, lasciando intravedere esigenze di sberleffo parodistico così come di sublimazione archetipica. Attrazione repulsione, caos e motore dell’essere e del divenire." Romina Baldoni, Distorsioni, 2018.
"(...) Giorgio Pacorig è ancora protagonista del duo con Giancarlo Schiaffini. Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline è il titolo programmatico del lavoro, registrato live al Carso in Corso nel febbraio del 2017. L'ambientazione è favorevole per un'improvvisazione che si cala nell'archeologia, nel regno di una specifica natura (doline, terre carsiche, eucarioti, etc.), filtrando l'improvvisazione con l'abbrivio di una scanzonatura degli argomenti: ne risulta, quindi, un'impostazione tremendamente correlata a questi ragionamenti, esperimenti unici nel loro genere. Così come le doline sono recipienti che non si allagano mai, perché l'acqua penetra nel fondo della terra, così la musica non ha mai nessuna stabilità o gravità, sembra sempre scivolare via dietro ad una maschera di antichità e derisione. Sono operazioni di compenetrazione difficili, sulle quali Schiaffini e Pacorig non sono estranei ma puntuali, lasciando trasparire (in ultima analisi) un'incredibile saturazione della società odierna in rapporto alla storia e al territorio." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
"(...) Ancora un duo, ma ben diverse atmosfere in Dolenti delitti dolosi delle dilette doline, giocoso titolo di in un concerto tenutosi a Monfalcone il 30 aprile del 2016, presso Il Carso in Corso, nel quale Pacorig è affiancato da Giancarlo Schiaffini, storico Maestro dell'improvvisazione. Qui di scena accanto al trombone è il solo pianoforte, che—pur nell'alternanza di rapide accelerazioni e improvvise sospensioni—si muove sempre con quieta dolcezza, anche quando il lavoro sulle corde è alla ricerca di timbri atipici atti ad accompagnare le caratteristiche espressività di Schiaffini: brontolii meditativi, meditazioni al tempo stesso scure e ironiche, scoppiettanti invenzioni e suggestive rumorosità.
Mantenendo una continuità stilistica ed espressiva, il disco attraversa soprattutto scenari di contemporanea e blues, ma ha attenzioni anche per eco orientali, sempre con l'interazione tipica dell'improvvisazione radicale. Per spazi e contenuti espressivi ne è protagonista il trombone (si ascolti in particolare "Neopterygii lontani"), ma Pacorig ha ampio modo di farsi apprezzare nella ricerca sulla tastiera, che include sia la sensibilità per le singole note, sia il lavoro sulle corde e sulle risonanze dello strumento (per esempio nell'avvio di "Scorpaeniformes in prospettiva").
Cinquantadue minuti di libertà espressiva, che dal vivo devono essere stati memorabili e che anche all'ascolto documentale risultano estremamente coninvolgenti." Neri Pollastri, All About Jazz, 2018.
"(...) Continua indefessa la meritoria opera di Setola di Maiale di testimonianza delle musiche improvvisate (qui la nostra intervista a Stefano Giust): questa volta si tratta di un live, registrato durante la bella rassegna “Carso in Corso” a Monfalcone in provincia di Gorizia, che vede l’incontro tra il pianoforte di Giorgio Pacorig e il trombone di Giancarlo Schiaffini. Si comincia con un mood interlocutorio, circospetto: i due musicisti sembrano studiarsi, il clima è sorvegliato, la registrazione probabilmente perfettibile. Una specie di blues anarchico, ispido e spettinatissimo brucia sotto la cenere di un free un po’ troppo austero (“Lo Scazzone Innamorato”), come un fuoco che non prende. Languide nostalgie da spartito che vola nel vento (“Temevo Il Timavo”), ma l’ispirazione pare latitare, l’impressione è quella di un meccanismo che non riesce a scorrere in modo fluido. Può capitare, è fisiologico che accada anche a due grandi musicisti come Pacorig (lo abbiamo apprezzato molto ultimamente sia con Mahakaruna Quartet che con Pipe Dream, senza dimenticare l’exploit del collettivo di afropsychobeat Maistah Aphrica) e Schiaffini (semplicemente la storia di certo jazz libero, in Italia e non solo, in questi giorni in tour con Sergio Armaroli e Andrea Centazzo per presentare Trigonos, il disco uscito per DodiciLune): raramente viene scritto e noi qua lo facciamo senza timore. Improvvisazioni che sanno di malmostosi cieli olandesi (con il profilo sornione di Misha Melgenberg a spiare di soppiatto) che custodiscono ombre di Storia (a un certo punto si coglie un fugace accenno a “Caravan” di Ellington) e si lanciano nel mare magnum dell’imprevedibile, senza però riuscire sempre ad emozionare: come se i due cercassero in continuazione una idea forte o un flusso al quale abbandonarsi, trovandolo solo per brevi lampi. A volte anche la messa in musica di una ricerca, o di un fallimento della medesima, può suonare avvincente, e a tratti anche qui accade, anche se prevale un senso di vaghezza un po’ incerta, che solo a tratti sa fare di questo viaggiare senza bussole un bonus. Il pianismo corrusco e mai prevedibile di Pacorig a tratti incendia una sarabanda come nella title-track, dove Schiaffini finalmente si lascia andare a briglie sciolte. Poi meline tra speleologia nel pianoforte e pneumologia applicata al trombone, e una chiusa informalissima tra teatro e orme di bop frantumato in mille pezzi. Un disco che non regala i brividi che era lecito aspettarsi ma che rappresenta una tappa (certo, non imprescindibile) di due musicisti rari e di un’etichetta da supportare sempre e comunque, non fosse altro che per il suo cocciuto ruolo politico, in tempi in cui siamo soffocati dal conformismo e dal già sentito." Nazim Comunale, The New Noise, 2018.
01 _ Nel Carso a caso 4:25
02 _ Lo Scazzone innamorato 11:43
03 _ Temevo il Timavo 9:11
04 _ Neopterygii lontani 3:23
05 _ Scorpaeniformes in prospettiva 8:19
06 _ Dolenti delitti dolosi dalle dilette doline 5:59
07 _ Dalli all’Eukaryota 6:29
08 _ Scazzoni in festa 3:19
(C) + (P) 2018