FÜR OTFRIED RAUTENBACH
LUCA MITI
SOLD OUT
Luca Miti _ pianoforte
Otfried Rautenbach (1942-2016) ha fatto un apprendistato a Colonia, prima di frequentare i famosi corsi internazionali per la nuova musica di Darmstadt, in Germania (corsi davvero seminali per molti compositori, 'curiosamente' finanziati in gran segreto dai servizi americani con lo scopo dichiarato di 'denazificare' l'Europa, come descritto da Alex Ross, nel suo libro Tutto il Resto è Rumore). Nel 1962 e nel 1964, Rautenbach studiava con Stockhausen, Ligeti, Boulez e Metzger. È stato scrittore, disegnatore, fotografo e compositore. Nella casa editrice "Hagar", da lui fondata, oltre ai libri anche partiture.
La musica a lui dedicata dal compositore e pianista Luca Miti, è un brano minimale, reiterativo, preciso nella sua dinamica maniacale. Apparentemente rimanda a Vexations di Erik Satie e, dopo di lui, a "quello", cioè Morton Feldman (in particolare a Triadic Memories, per il forte ipnotismo).
In questo disco, la lunga composizione di Miti è accoppiata genialmente, e preceduta, dalle Sphynxes di Robert Schumann (1810-1856), dalle quali in qualche modo il suo brano deriva; le tre sfingi schumanniane durano pochissimo.
Il disco è stato registrato nel Kiki Studio, Faleria (Viterbo) il 25 giugno 2017.
Seguono qui sotto, le note di copertina – di cui abbiamo tenuto l'impaginazione originale, gli 'a capo' dello stesso Miti – scritte a Morlupo, il 22 ottobre 2016 e nel luglio 2017.
1. Alcune domande (e una nota) su "FuerOR".
"Für Otfried Rautenbach" è un mistero (una sfinge?).
Perché è sulle note più basse (possibili) dello strumento? E perché le note (che Otfried
odiava, come mi disse una volta) sono le più lunghe della notazione (è quasi un canto
gregoriano?)? E ancora, perché è (evidentemente) sehr langsam?
Non so. Otfried è così, forse (nel mio immaginario?): sui suoni bassi (è la sua voce, forse?
quella dentro la tuba, o quella sua naturale?), lunghissimo, molto lento?
"Und Labes"? E tutti gli altri?
Non sarà, allora, che "Für Otfried Rautenbach" è (anche, o forse soprattutto) per "tutti gli
altri" (e allora, certo, non poteva che essere sui suoni bassi, lungo, molto lento)? Quieto
("quiet and slowly", come diceva quello)?
Soprattutto, soprattutto, quasi infinito (per sempre?).
(Un’epoca che è finita, questo ormai lo so).
2. Nota sul togliere.
Che ne è di quell’indicazione (sehr langsam, appunto) che appariva in partitura i primi
giorni? E di quell’indicazione dinamica (p, naturalmente) che forse mi sono perso nel corso
della composizione del pezzo (perché?)?
Luca Miti (Roma, 1957) ha studiato pianoforte jazz, tecniche vocali estese, flauto a becco barocco, canto gregoriano e automatons (insieme a Tom Johnson). Fin dal 1980 è attivo come compositore ed esecutore di musica contemporanea. Il suo lavoro è incentrato sulla ricerca sul dentro e oltre il suono. E’ dedicatario di brani di Tom Johnson, Pauline Oliveros e altri. Ha collaborato a lungo con artisti come Alvin Curran, Michiko Hirayama, Roberto Bellatalla, Albert Mayr, Francesco Michi, Mauro Orselli e molti altri. Il suo repertorio è costituito da composizioni "difficili da trovare", come i Keyboard Studies di Terry Riley, le opere di Takehisha Kosugi e ancora alcune composizioni meno note di Alvin Curran. Tra le sue registrazioni di composizioni originali sono da menzionare "Musiche Sole" (con Roberto Barbanti e Letizia Bolognesi - Electronikaruna), Mansions, (Ants Records), 4 oder 5 (Hässliche) Klavierstucke (Ants Records), Compendium Musicae (con Michyko Hirayama, Mauro Orselli e Mauro Tiberi, ADA), A Cena Con NED. Come interprete al pianoforte di brani di scuola minimalista, ha realizzato il CD "Just Before Dawn" (Ants Records) che comprende brani di compositori quali Terry Riley, Gyorgy Kurtag, Laurie Spiegel, Tom Johnson, Alvin Curran e Gigi Masin. Il suo vocabolario artistico si espande alla creazione di spettacoli di arte sonora e performance ed alla interpretazione di partiture del livello di Giuseppe Chiari, Takehisha Kosugi, Christian Wolff. È membro del FKL (Forum Klanglandschaft) ed è tra i fondatori del collettivo di musica estemporanea NED. Ha inciso numerosi CD, LP e cassette.
Per maggiori informazioni:
https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Miti
"(...) Quando oggi tocca parlare di virtuosismo pianistico, dobbiamo aggiornare necessariamente i concetti: non c'è più un univoco metro di riferimento al riguardo, perché la capacità di stare dietro ad una tastiera di un pianoforte si esplica in modi alquanto differenziati rispetto alle capacità richieste un secolo fa ed oltre. Se da una parte non sono certamente scomparsi i pianisti dedicati all'esplorazione classica della tastiera, da un'altra incalzano in misura crescente i pianisti dediti alle sonorizzazioni: si suona negli interni (spesso in modo pressoché totale) oppure il virtuosismo sta nelle infinite sfumature di una ripetizione accordale; i minimalisti, ad esempio, hanno determinato una nuova fase nella metodologia pianistica, che sfrutta la coordinazione mentale e la pazienza del pianista. Luca Miti ha scelto quest'ultimo percorso, quello che va dalle congestioni impossibili e reiterate dei Keyboards studies di Riley fino alle oasi immateriali del Morton Feldman della seconda stagione pianistica. Su Setola, Miti pubblica per intero un omaggio a Otfried Rautenbach, un misconosciuto compositore dell'epoca di Darmstadt, partendo dall'idea che gli spazi interpretativi del mondo pianistico moderno si siano aperti grazie alle prime scoperte dei romantici. In Fur Otfried Rautenbach viene rivalutato l'antecedente delle Sphynxes di Robert Schumann, un brevissimo passaggio pianistico del Carnaval op. 9 che il compositore tedesco lasciò in una zona d'ombra esecutiva, delegando al pianista la responsabilità dell'esecuzione; sono pochissimi i pianisti che hanno preso in carico questa oscurità breve e improvvisa, invisa sui toni gravi del piano, che contrasta con la dolcezza e la profondità del Carnaval, ma tanto è bastato a Cortot, Rachmaninov, Horowitz o Uchida per scoprirne un fondamento. Sulla rete qualcuno si è persino preso la briga di accostare tutte le versioni (vedi qui) e il motivo sta essenzialmente nel valore programmatico di quelle note, che aprono alle suggestioni di Feldman e di tanto pianismo d'avanguardia. I 56 minuti del pezzo di Miti si addentrano nella profondità di campo di Feldman, senza ricalcare assolutamente lo stile, ma lasciando che quella parte nascosta di Schumann faccia il suo dovere: si tratta di cogliere l'ipnosi di ogni "rintocco", dove il rinforzo del pedale e la totale immersione nelle risonanze provocate dalle note basse è il lasciapassare per giungere ad una particolare configurazione del panorama sonoro. Naturalmente, da quell'apparente stasi Scelsiana, si scopre tutto il nuovo decadentismo dei tempi odierni." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
01-03 _ Robert Schumann: Sphynxes (da "Carnaval" op. 9) (1834/35) 1:30
04 _ Luca Miti: Für Otfried Rautenbach (2016) 56:10
(C) + (P) 2017
SOLD OUT
Luca Miti _ piano
Otfried Rautenbach (1942-2016) made an apprenticeship in Cologne before attending the famous international courses for new music in Darmstadt, Germany (really seminal courses for so many composers, 'curiously' funded secretly by CIA with the stated purpose of take away Nazism ideology in Europe, after the Second World War, as ascertained by Alex Ross, in his book All the Rest is Noise). In 1962 and 1964, Rautenbach studied with Stockhausen, Ligeti, Boulez and Metzger. He was a writer, designer, photographer and composer. In the publishing house "Hagar", which he founded, besides the books also musical scores.
The music dedicated to him by composer and pianist Luca Miti is a minimal piece, reiterative, precise in its maniacal dynamics. It suggests like a reminder to Vexations of Erik Satie and after him, to Morton Feldman (ie Triadic Memories, for the strong hypnotism).
In this album, the long composition of Miti is brilliantly coupled, and preceded, by the Sphynxes of Robert Schumann (1810-1856), from which somehow his piece derives; the three schumanni Sphynx are really short.
The album was recorded at Kiki Studio, Faleria (Viterbo) on June 25th 2017.
Below are the cover notes, in German, written by Miti in Morlupo on October 22nd, 2016 and July 2017. (Translation by Albert Mayr).
1. Einige Fragen (und eine Anmerkung) zu "FuerOR".
"Für Otfried Rautenbach" ist ein Mysterium (eine Sphinx?).
Warum liegt es auf den tiefst (möglichen) Noten des Instruments? Und warum sind die Noten
(die Otfried hasste, wie er mit einmal sagte) die längsten, die unsere Notation hergibt (ist es
fast ein gregorianischer Gesang?)? Und weiter, warum ist es (offensichtlich) sehr langsam?
Ich weiß es nicht. Otfried ist so, vielleicht (in meiner Vorstellung?): Auf den tiefen Tönen (ist
das vielleicht seine Stimme? Die in der Tuba, oder seine natürliche?), sehr lange, sehr
langsam?
"Und Labes"? Und alle Anderen?
Kann es denn nicht sein, dass "Für Otfried Rautenbach" (auch, oder vielleicht in erster Linie)
für "alle Anderen" ist, (und da konnte es sicherlich nur auf den tiefen Noten liegen, lang, sehr
langsam)? Ruhig ("quiet and slowly", wie einer sagte)?
Und ganz besonders, ganz besonders, fast unendlich (für ewig?).
(Eine Epoche ist zu Ende gegangen, das weiß ich nun).
2. Anmerkung zum Weglassen
Was ist aus der Anweisung (sehr langsam, eben) geworden, die in der Partitur in den ersten
Tagen aufschien? Und aus der Anweisung zur Dynamik (p, natürlich), die mir vielleicht im
Lauf der Komposition des Stücks abhanden gekommen ist (warum wohl?)?
For more information:
https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Miti
"(...) Quando oggi tocca parlare di virtuosismo pianistico, dobbiamo aggiornare necessariamente i concetti: non c'è più un univoco metro di riferimento al riguardo, perché la capacità di stare dietro ad una tastiera di un pianoforte si esplica in modi alquanto differenziati rispetto alle capacità richieste un secolo fa ed oltre. Se da una parte non sono certamente scomparsi i pianisti dedicati all'esplorazione classica della tastiera, da un'altra incalzano in misura crescente i pianisti dediti alle sonorizzazioni: si suona negli interni (spesso in modo pressoché totale) oppure il virtuosismo sta nelle infinite sfumature di una ripetizione accordale; i minimalisti, ad esempio, hanno determinato una nuova fase nella metodologia pianistica, che sfrutta la coordinazione mentale e la pazienza del pianista. Luca Miti ha scelto quest'ultimo percorso, quello che va dalle congestioni impossibili e reiterate dei Keyboards studies di Riley fino alle oasi immateriali del Morton Feldman della seconda stagione pianistica. Su Setola, Miti pubblica per intero un omaggio a Otfried Rautenbach, un misconosciuto compositore dell'epoca di Darmstadt, partendo dall'idea che gli spazi interpretativi del mondo pianistico moderno si siano aperti grazie alle prime scoperte dei romantici. In Fur Otfried Rautenbach viene rivalutato l'antecedente delle Sphynxes di Robert Schumann, un brevissimo passaggio pianistico del Carnaval op. 9 che il compositore tedesco lasciò in una zona d'ombra esecutiva, delegando al pianista la responsabilità dell'esecuzione; sono pochissimi i pianisti che hanno preso in carico questa oscurità breve e improvvisa, invisa sui toni gravi del piano, che contrasta con la dolcezza e la profondità del Carnaval, ma tanto è bastato a Cortot, Rachmaninov, Horowitz o Uchida per scoprirne un fondamento. Sulla rete qualcuno si è persino preso la briga di accostare tutte le versioni (vedi qui) e il motivo sta essenzialmente nel valore programmatico di quelle note, che aprono alle suggestioni di Feldman e di tanto pianismo d'avanguardia. I 56 minuti del pezzo di Miti si addentrano nella profondità di campo di Feldman, senza ricalcare assolutamente lo stile, ma lasciando che quella parte nascosta di Schumann faccia il suo dovere: si tratta di cogliere l'ipnosi di ogni "rintocco", dove il rinforzo del pedale e la totale immersione nelle risonanze provocate dalle note basse è il lasciapassare per giungere ad una particolare configurazione del panorama sonoro. Naturalmente, da quell'apparente stasi Scelsiana, si scopre tutto il nuovo decadentismo dei tempi odierni." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2018.
01-03 _ Robert Schumann: Sphynxes (from "Carnaval" op. 9) (1834/35) 1:30
04 _ Luca Miti: Für Otfried Rautenbach (2016) 56:10
(C) + (P) 2017