NUMEN - LIFE OF ELITRA LIPOZI
PATRIZIA OLIVA
SOLD OUT
Patrizia Oliva _ voce _ elettronica _ registratore _ bawu _ oggetti _ sintetizzatore _ field recordings _ microfono a contatto
Questo album in studio segna una direzione ormai consolidata nella musica in solo di Patrizia, cioè un ottimo incrocio tra composizione e improvvisazione. I brani hanno un ampio spettro e si sentono echi addirittura di Morton Feldman, Terry Riley, Subotnick... ma in realtà, ogni traccia esprime bene il mondo della sola Patrizia Oliva. Nell'album ci sono due lunghi pezzi, ciascuno dei quali è diviso in più parti. Editato da Patrizia e Stefano Giust, mastering di Fausto Balbo. Originariamente Numen - Life of Elitra Lipozi è stato pubblicato nel 2016 su cassetta, in edizioni limitata, dalla olandese Staaltape (un grazie a Rinus van Alebeek). Questo lavoro è dedicato a Oliver Sacks (1933-2015).
Per maggiori informazioni: www.patriziaoliva.wordpress.com
"(...) I tuoi suoni sono superficialmente così astratti ma così caldi e umani come il tuo caldo respiro. Comunque bello!" Robert Wyatt, musicista, un pensiero su Numen, 2017.
"(...) Patrizia Oliva, cantante, autrice, performer e musicista sperimentale improvvisativa. Raccorda le sue versatili capacità vocali con una serie di effetti elettronici, cut up e field recordings. Si autodefinisce ricercatrice di un’espressione cosciente di senso e di appartenenza al cosmo attraverso la sua opera artistica. Ha fatto parte di numerosi progetti (Allun, Camusi, Gravida, Gamra) e si è esibita in moltissime località del mondo vantando collaborazioni di rilievo e partecipazioni a festival ed eventi di grande prestigio. Tutto il suo percorso espressivo sembra rivolgersi e focalizzarsi all’atto performativo ed estemporaneo che si rivela dal vivo. In questo è possibile scorgere delle affinità concettuali con alcuni compositori contemporanei del secolo scorso che legarono l’improvvisazione, la gestualità, l’impiego di strumenti atipici compresa la voce umana. Si pensi a Nuove Forme Sonore, Prima Materia, agli studi di autori come Scelsi, Guaccero, Berio, Bussotti, Evangelisti e Macchi, al lavoro di Alvin Curran “Canti e Vedute del Giardino Magnetico”.
“Numen–Life of Elitra Lipozi” (uscito in cassetta per Staaltape nel 2016 in edizione limitatissima) è composto da due piece: Danse des Fantomes e A day long To, dedicate al celebre neurologo e scrittore inglese Oliver Sacks. Non sembra affatto casuale l’ideale celebrazione di una figura che ha incentrato i suoi lunghi studi all’impiego terapeutico della musica e alla capacità di quest’ultima di stimolare una ‘visione cerebrale’. L’effetto è straniante e magnetico. Una nebulosa psichedelica volubile e polimorfa. A tratti onirico, epilettico, contorto di ripetitività ossessive in un incedere convulso e visionario. A tratti liquido, minimale, rarefatto, di un lirismo fatto di fragilità e delicatezza. L’insieme è un riflesso della dualità del nostro inconscio, dell’altalenarsi degli stati d’animo, della sospensione che ci separa dall’abisso contenente le risposte a tutti gli interrogativi. Il fondo è distante e irraggiungibile e non si può che essere spettatori di una pioggia di lievissimi petali che trascinano il loro candore fino ad essere ingoiati e dispersi dalle tenebre.
I silenzi, i cambi ritmici, il dramma del respiro ansimante, le eco in dispersione, la magia del flauto bawu che come un soffio sinestetico ci rivela il prodigio di un risveglio contemplativo. Tutto tesse le trame di una rappresentazione in cui il pathos e il suono sono respiro e membrana, battito smarrito che si riveste di vita e di anelito. Nel lugubre rimbombo della perdizione c’è l’urlo primordiale dell’umano che si dà speranza contemplando nuove albe. Nel caos e nel divenire di tutte le cose il gemito caldo del ritmo sussurrato ci calma e ci rassicura e niente è più musicalmente perfetto e vero. Voto: 8/10" Romina Baldoni, Distorsioni, 2018.
"(...) Definire Patrizia Oliva una cantante mi sembra assolutamente riduttivo: l'uso che fa della voce viene opportunamente a ricordarci che la voce è stata il primo strumento impiegato dall'uomo, mezzo fondamentale per imitare i suoni della natura prima e quale veicolo per dar corpo alle proprie emozioni e stati d'animo più profondi. Uno strumento che, in quanto tale, conferisce alle parole accarezzate, sussurate il valore del puro suono; uno strumento che in Patrizia diventa naturale prolungamento del proprio corpo e delle sue sollecitazioni. In ciò Patrizia fa parte di quella schiera di superbe vocalist che rispondono ai nomi, per citarne solo alcune, di Brigitte Fontaine, Jeanne Lee, Tamia, Françoise Achard. Il suo eccellente range le consente di levigare, quasi per celebrarle, tutte le note, attraverso le quali dare espressione all'intera gamma di sentimenti ed emozioni. Non c'è affatto ostentazione nel suo canto: note, timbri, volume sono sempre sotto il suo controllo, sì che intelletto e sensualità trovano il loro completo accordo; doti già evidenziate dalla sua partecipazione al precedente "POW" (Setola di Maiale 2015) in compagnia di Eugenio Sanna, Paed Conca, Stefano Giust. Ma Patrizia non è solo una vocalist: è anche un'interessante alchimista di suoni, voci altre, rumori, Intrigante, sapientemente miscelato, l'impiego dell'elettronica, delle sovraincisioni, delle cassette e di altri mezzi sonori conferisce alla perfomance un'aura spesso onirica, metafisica, a tratti sorta di celebrazioni di riti arcaici, in un repentino alternarsi di atmosfere le più eterogenee e contrastanti che spingendosi ben al di là dei tradizionali confini della musica ne recuperano tuttavia elementi che sembrano emergere da mondi lontani ed estraniati, in un frazionamento dei materiali che conferisce comunque all'insieme il carattere della continua, stimolante sorpresa.
Un disco da ascoltare con grande attenzione." Stefano Arcangeli (Musica Jazz, Pisa Jazz, CRIM-Centro per la Ricerca sull’Improvvisazione Musicale), 2017.
"(...) Quasi fosse una musica fantasma, quasi fosse un suono che rimane appena appena rintracciabile, appena appena udibile. La musica è quella di Patrizia Oliva “Numen – Life of Elitra Lipozi” il titolo di questo CD pubblicato da Setola di Maiale che in realtà, è una ristampa felicissima di un lavoro uscito soltanto in cassetta per Staaltape lo scorso anno, in edizione limitatissima e adesso grazie a Stefano Giust e Setola di Maiale speriamo in una diffusione più ampia perchè si tratta di un gran lavoro. Patrizia Oliva, cantante e musicista, adopera oggetti sonori, flauto vietnamita, un po’ di elettronica, registrazioni sul campo, microfoni a contatto, insomma varie strumentazioni per giungere ad un risultato, che è quello di far cantare in qualche modo l’anima, un’anima anche molto spoglia ma non per questo delicata e non per questo necessariamente acerba ma anzi, un’anima molto spoglia perchè il suo modo di entrare nelle cose, di entrare nella vita delle cose è molto delicato e molto intimo. Due sono le tracce in questo album, dedicato alla memoria di Oliver Sacks, neurologo scomparso nel 2015. Questo prezioso disco, un bel lavoro!” Pino Saulo, Battiti, Rai Radio Tre, 5 aprile 2017.
"(...) Un loop simile ad una pressa da stampa in attività introduce il nuovo lavoro della cantante Patrizia Oliva. La sperimentazione di "Numen - Life of Elitra Lipozi" viene stavolta condotta tramite un vero e proprio collage compositivo che sistema al suo interno elementi di varia natura: suoni naturali e strumentali pre-registrati (tra cui flauto bawu e tape recorder), campionamenti appositamente trovati per dirigere la mente dell'ascoltatore ed una sorta di vago senso ipnagogico realizzato sul canto. Non è pleonastico rinverdire il significato del "numen" poiché da esso si possono comprendere molte cose del lavoro attuale di Patrizia: l'attinenza è specificata da un concetto di musica senza limiti che è una sub-funzione dei poteri divini; essa risiede nella forza della natura e delle sue manifestazioni, un'interposizione che ha molto a che fare con le contemplazioni infinitesimali di Feldman (senza però che Oliva replichi in nessun modo le sue angolature) e soprattutto con le teorie dell'epilessia musicogena di Oliver Sacks, da intendersi però nei suoi effetti, come lacerazioni possedute in qualche parte della memoria e provocanti un corto circuito neurale. In sostanza due lunghi assemblaggi: il primo è la Danse des fantomes, un disallineato affresco sonoro in cui oltre all'effetto pressa prima descritto, ci si incammina in un tortuoso cammino fatto di tagli e cuciture che rinfrancano senza ordine prestabilito bips di elettronica, campanelli, spezzoni sonori che sembrano tratti da un film noir, deliranti e brevi affermazioni politiche. Tutto ha un senso però: è un implacabile dichiarazione di crisi della società e di speranza del suo superamento al tempo stesso; da una parte Oliva sottolinea il clima plumbeo e a tratti lugubre dei nostri tempi, dall'altro consente, attraverso la frammentazione e il campionamento della sua voce, di trasmettere un soave ed utopico anelito di fiducia, specie nel finale. Il secondo assemblaggio A day long to è un invece un montaggio che incorpora quasi un respiro sinfonico grazie all'uso del synth, di accenni ad un canto jazz totalmente decontestualizzato (la stessa voce di Oliva viene loopizzata a sostegno), dove alla fine un prolungato canale di effetti campionati ed un flauto incorporeo precede la coda composta con le descrizioni sinestetiche di Sacks in persona. Mi trovate qualche vocalist femminile che in Italia si permette di fare cose del genere?" Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Ristampa di un nastro edito originariamente da Staaltape, dedicato al neurologo Oliver Sacks (1933-2015), “Numen - Life Of Elitra Lipozi”, è opera che scrolla di dosso Patrizia Oliva (Madame P), parecchio del sentire weird che la caratterizzava.
Sia chiaro, le evoluzioni vocali spiraliformi, sorta di folk/blues/noir in diluizione avant/impro, ci son ancora tutte, soltanto, maggiormente inquadrate all'interno di un contesto narrativo, che si offre come vera e propria serie di porte della percezione.
A tratti gassose e impalpabili (la parte centrale di Danse Des Fantomes), a tratti, estremamente seducenti e passionali (i velluti al neon, cigolanti di microscopici meccanismi in movimento della succitata Danse).
Lo slancio istintivo par decelerare, ma la capacità comunicativa ne guadagna non poco.
Un cut-up di frammenti emozionali sospesi nello spazio confortevole di un sogno, o, in alternativa, la fase di raccolta informazioni che precede la costruzione/esposizione di un sospiro.
Fra singulti, stratificazioni, click-clack di mic a contatto, intromissioni di elettronica minimale, oggetti sfiorati, qualche nastro trattato, registrazioni d'ambiente e il soffio di un bawu (flauto cinese).
Ho avuto la fortuna di assister qualche settimana addietro ad un live di Patrizia in una raccolta location.
Un piccolo ampli con un volume da discrezione assoluta, lei davanti, il poco e il nulla da manipolar a disposizione.
L'effetto/sensazione/realtà (mia), che ciò che udivo non giungesse dall'esterno, ma fosse già tutto dentro, stipato in qualche anfratto del mio corpazzo.
Ecco, forse Patrizia sta imparando a pigiar con maggior intensità i giusti tasti dell'anima.
C'è dolcezza, sfinimento, il brusio dei rami scossi dal vento e il pulsar sordo della passione (nascosta dietro sterno e costole).
Non devi aver paura di tutto questo, si chiama vita." Marco Carcasi, Kathodik, 2017.
"(...) Danze e fantasmi. Uscito lo scorso anno su cassetta in edizione di sole 20+20 copie per Staaltape, meritava una maggiore esposizione questo lavoro solista della sempre attivissima cantante/improvvisatrice elettroacustica Patrizia Oliva (Madame P, Allun, Camusi, Gravida, Gamra, ecc.), convenientemente riproposto in cd da Setola di Maiale. Le due lunghe tracce sono dedicate al neurologo e scrittore Oliver Sacks, i cui saggi sulle allucinazioni “sinestetiche” e i modi oscuri in cui opera il nostro cervello (udiamo in chiusura un breve estratto da intervista) hanno sicuramente influenzato questa immersione “hauntologica” in un’onirica dimensione popolata di arcane memorie e diafani fantasmi. Litanie improvvisate e gramelot vocali, loop e ritmi bizzarri, field recording misteriosi e lamentose note di flauto dolce, frammenti operistici virati seppia e tutto un patchwork di appunti sonori che intriga e irretisce, a cui l’autrice sa conferire un’impolverata patina retrò e un’elusiva qualità narrativa. (7)" Vittore Baroni, Blow Up, 2017.
"(...) Patrizia Oliva resta legata alle forme più incontaminate di ‘fai da te’, è un dato indiscutibile, e se questo la rende ancor più apprezzabile nondimeno relega il suo nome nei recessi più nascosti riservati agli artisti di culto.
Aggiungo che la sua levatura, dopo anni di attività, rimane integra, e quanto è andato perso in spontaneità viene compensato in esperienza. Sull’arricchimento di quest’ultima hanno sicuramente inciso le numerose collaborazioni, alle quali la Oliva quasi mai si sottrae, e metterei in primo piano un’esperienza vietnamita, vissuta insieme a Stefano Giust, con concerti tenuti anche insieme a musicisti locali (per saperne di più a proposito delle sue collaborazioni invito vivamente a visitare il suo sito).
In “Numen – Life Of Elitra Lipozi”, lavoro dedicato al neurologo Oliver Sacks (Londra, 9 luglio 1933 – New York, 30 agosto 2015), fa tutto da sola e, oltre alla voce, utilizza elettroniche, nastri, flauto vietnamita, sintetizzatore DX7, registrazioni d’ambiente e di vita, oggetti e microfoni a contatto. Quello che ne esce è una raccolta estemporanea di impressioni, espressioni, stati d’animo, flash, esperienze, appunti, ricami, frattaglie, grumi e polvere.
“Numen – Life Of Elitra Lipozi”, sempre logico ma mai matematico, è una classica lezione di vita rumorosa e, talvolta, oscura.
M’era sembrato di cogliere l’intenzione di una ristampa in CD per Setola di Maiale, spero che l’intenzione si concretizzi perché sarebbe un peccato limitare l’ascolto di questo lavoro ai soli cassettofili." Mario Biserni, Sand-zine, 2016.
"(...) Decido di immergermi nel mistero e seguo le indicazioni di cartelli che recitano nomi famosi di neurologi e altri che indicano il cammino verso luoghi abitati da sconosciute entità divine. Nel tempo di un attimo mi ritrovo in un universo altro, un luogo lontano e al tempo stesso racchiuso all'interno del tutto che custodiamo in noi. Ad accompagnarmi in questo viaggio la voce prepotentemente evocatrice di Patrizia Oliva che compare e scompare lasciando spazio all'immaginazione sostenuta da un supporto digitale sporcato di vita interiore ed echi sovrapposti di realtà. Continue frammentazioni visionarie si susseguono lungo un percorso da ascolto che mette alla prova e dona completezza. Visioni." Mirco Salvadori, Rockerilla 2017.
"(...) Di casa nel catalogo della Setola Di Maiale di Stefano Giust, Patrizia Oliva fa fatica però a star ferma, vista la sua discografia, certamente corposa e costellata da uscite per etichette diverse tra loro e con altre intestazioni: Dokuro Records, Biv0uac, a nome di Madame P, con gli interessanti Camusi e suo tempo con le Allun per la Bar La Muerte di Bruno Dorella. Questa cassetta è un altro tentativo di dare materialità a una serie di suggestioni ed incubi che certamente colpiscono per la loro immediatezza, dalle voci fantasma agli inserti di synth ieratici, alle paturnie in forma di un blues oscuro che caratterizzano la prima parte di questo Numen – Life Of Elitra Lipozi, intitolata “Danse Des Fantomes”. Anche la seconda parte, “A Day Long To” non è da meno: qui Oliva lavora sempre con la sua voce, incastrandola perfettamente sopra un tappeto sonoro che risulta ritmicamente piuttosto eterogeneo, ma sempre minaccioso e tendente al reiterativo. Il suo piano d’azione resta intimo e sofferto, questo è evidente. Fascinoso." Maurizio Inchingoli, The New Noise, 2017.
"(...) Originally from Lombardy, Italian composer Patrizia Oliva started releasing music in the late 1990s and has since recorded many works, either solo or with other musicians, at the border of experimental and improvised musics. The Numen, life of Elitra Lipozi solo cassette [now in CD] is a very personal, even intimate, project, consisting of two 20mns tracks of an immersive, hypnagogic voyage in small scale music. Yet Numen is actually a collection of shorter, 2–3mns sequences, and rather varied at that, so the listener doesn’t feel trapped in someone else’s endless dream. Consisting of experiments with loops, sound effects, wordless vocals, found sounds and small instruments, the music is particularly unreal and out-of-this-world. The great success of the project is that it actually sounds like a dream-in-sound, rather than the sound of a dream. On a technical side, Patrizia Oliva takes great care to make her electronics sound analog and her computer loops sound like tape loops, so that the voyage is also a voyage in time, which is part of the charm of the cassette [now in CD]." Laurent Farion, Continuo-Docs, 2016
"(...) Patrizia Oliva has created Numen – Life Of Elitra Lipozi, a most beautiful workclad in a smoky black cover with just a single blue butterfly spray-painted on. The A side [now in CD], titled ‘Danse Des Fantomes’, is dreamy and evocative and makes me a willing dancing partner of the proposed ghosts and spirits. Voices, loops, and even some vaguely operatic elements are refashioned by Oliva into somethiLipozng personal and strange. She’s playing with magnetic tape like a gifted child sets to work with a box of watercolours. I don’t know why musicians (like Michael Nyman) are drawn to the work of Oliver Sacks (this release includes dedication to that deep thinker). But Oliva may be trying, like Sacks, to map the strange pathways of the brain in her atmospheric and charged music.
The B side [now in CD] ‘A Day Long To’ showcases the “Annette Peacock” mode of this performer… vaguely jazzy free singing she emanates from an indefinable part of her singing apparatus, in an inflected and mannered mode…the lonely avant-ness of Joan La Barbara is notched back two degrees and edged a shade closer to a ghostly portrait of Ella Fitzgerald… by which I mean it’s not clear if she’s singing from her mouth, or her brain-waves. Of course the minimal arrangements that back her up are pretty inspired too, making the most of a studio housed in a matchbox and two rubber bands holding everything together. More tape loops and much dreamy unfinished music drifts into the ether. A nice not-quite-there quality, slightly balmy. Oddly the B-side feels to me like separate songs, where the A side feels like a mini-opera telling a story. Not all that’s here is a song; there’s one very effective piece which is extremely abstract, just repeated patterns, sound effects, and whispered / murmured voices, yet it’s uncanny and highly effective in its dream-like mood sustaining of same. The side ends with a fascinating anecdote about synaesthesia, how it’s possible to see music as colours, and how no two people who have the condition ever agree on what the “right” colour is. Interestingly, the condition was first recorded in medical history by another Dr. Sachs, this time a German physician of the 19th century.
In all Patrizia Oliva not only has a singular vision but also a very delicate touch in the creation of her work which is determinedly “non-masculine”, which isn’t to say it’s feminine and decorative, but organised along non-aggressive lines, without the usual male need to follow structure blindly and rush to a contrived ending. “Patrizia lives in the country, surrounded by nature,” write Rinus helpfully. “One lady from the old world”. If that’s true, that’s one old world whose passing we will come to regret. Every commonplace remark made on Twitter hastens the death of these old worlds." Ed Pinset, The Sound Projector, 2016.
"(...) Before she used her real name, Patrizia Oliva worked as Madame P, in which she explored her voice along with some objects, small musical instruments and mostly a loop station. In more recent years (and I lost track of her work for sometime, I must admit) she apparently works with field recordings, Vietnamese flute, synthesizers and tape recorders. This new tape [now in CD] is dedicated to Oliver Sacks, the neurologist who died last year and contains two pieces; side long (twenty minutes each). These pieces act like sound collages, of Oliva’s singing along with found sounds from old records, tapes and movies, but maybe also techniques she uses to record her music and add more hiss and grainy textures; like adding a sepia filter to a picture you took with a digital camera to make it look old (not that Oliva uses digital techniques – far from I would say; but she does all that is necessary to make it sound ‘old’ and ‘dusty’. It is not easy to think of all of this as two separate pieces that happen to fill up one side of the tape. It could, for all I know, be also a bunch of audio snapshots that have no immediate connection to each other and the fact that there is one title for one side just doesn’t make a difference to that notion. Oliva takes you on quite a fascinating ride I think, moving from spacious hiss-texture to a song in which the old loop station sounds but now only brief, to some children sounds and to a slowed down 78rpm record and spooky haunted house fragments. Great tape in the usual handmade Staaltape fashion." FdW, Vital Weekly, 2016.
"(...) This is a cd reissue of a work published on cassette from an artist which, even with a considerable discography, has always had a so low profile, or lack of interest from press, that most of the releases listed on her website are not on Discogs. Even if she's mainly a singer, this release is a mostly instrumental work where she seems to fuse sparse ideas into a coherent work in a precarious equilibrium between composition and improvisation. It's been edited for a tape but, instead of being two full tracks, they sounds as a sequence of tracks mainly because there's seldom a second of silence to mark the end of a section. The first track, "Danse Des Fantomes", starts quietly with the voice singing under a loop in a crescendo which abruptly stops for a quiet section based on found sounds, or so they seems, which seems mainly obtained from a film perhaps for the blurred sound; a vocal loop introduces a part for synth featuring even some sample from an opera and a part for organ introducing the final section where the tones sung creates an atmosphere vaguely reminiscent of minimalism.
The second track, "A Day Long To", is more divided in sections and completely revolving around the impressive vocal qualities of the singer which is able to give a catchy allure to the noisy background and, after an ambient interlude, there's even a spoken word part under a vocal loop. After an almost dark ambient part the voice of Oliver Sacks, to whom this work is dedicated, closes this release.
It's difficult to make a list to all the influence which is compressed in a so multifaceted work which could be a little bit disorienting and lacking, mainly for editing reason, a real musical unity but it reveal a little nuance at every listen. Recommended." Andrea Piran, Chain DLK, 2017.
"(...) “I know Patrizia Oliva since the year 2005. Then she lived in a factory space in Vigevano, a comfortable train ride’s distance from Milan. Artists who worked in the fields of extreme marginalized music and sound, found a welcome home in her basement, where she set up regular shows. She was one of the few Italian persons, who had the decency to answer a simple mail and even made it follow by an invitation. In her early years she used voice, loop station and a couple of objects or small musical instruments. She could build a song from spot on. But she has grown into new directions, which, of course are also the old directions. Location recordings, Vietnamese flute, synthesizers and tape recorders have been added to her instruments. It is of no use to start the description of the tape from a technical point or sum up the content, like, you hear a song, and a melody and a recording and a voice. This is a concept album. Objects like old photographs, a pair of shoes, a box full of magazines from the 1930s, a cupboard with a single shirt in it, rooms in the halfshade of silence come to mind. Listening to this album is like entering the house of somebody who has gone years ago, and left her personal belongings behind. Patrizia Oliva entered this imaginary or real house, touched the things, listened to sounds caused by her footsteps. There is lightfall obscured by dust, a sense of someone waiting. She received emotions and images and in a strange process in her mind and body these emotions and impressions got reproduced, and they sounded like the songs and melodies and recordings and voices on this album. Listen and hold your breath, and be happy you got one copy of this tape. Please note that this album is dedicated to Oliver Sacks." Rinus Van Alabeek, Zeromoon, Staaltape, 2016.
"(...) Das Album “Numen/Life of Elitra Lipozi ”kommt in einer Papierverpackung mit einer klei nen, einem Schmetterling ähnelndem,auf-gesprühten Form daher – ein dunkles Blau auf schwarzem Grund. Die Kassette [Jetzt in CD] ist innen noch einmal extra in Seidenpapier verpackt und mit “Staaltape” gestempelt. Die Kas set te wurde in Blau und Weiß gespritzt. Alles hat den Charakter eines Kunstobjekts – das man beim Öffnen partiell zerstört. Musikalisch findet man hier eine Mischung aus seltsamen Gesangsaufnahmen fast an Drone und Doom angelehnte elektronische Hintergrund-Sounds, die zu gebrochenen Soundwalls an -schwellen und mit dem Gesang korrelieren.Hier wird man an das erste Album der Casa -dy-Schwester von “CocoRosie” erinnert.Sound frickeleien. Nach mehrmaligem Hören ent steht eine meditative Atmosphäre, die an das Kopfnicken beim Doom Metal erinnert,auch wenn eingemischte Sprachaufzeichnun -gen immer wieder einen neuen Kontext er -zeu gen. Vielleicht könnte man es experimen-tellen Indie Doom Core nennen. Ein Tape mit be merkenswert schönen Ambient-Indie-Klän -gen der ganz besonderen Art. Großes Kino auf Tape! [Jetzt in CD]" Thomas Neumann, 2016.
01 _ Danse Des Fantomes 19:28
02 _ A Day Long To 18:28
(C) + (P) 2016
SOLD OUT
Patrizia Oliva _ voice _ electronics _ tape recorder _ bawu _ objects _ synth _ field recordings _ contact microphone
This studio album marks a well-established direction in solo music of Patrizia, that is a very good cross between composition and improvisation. The music here has a wide spectrum and feel even echoes of Morton Feldman, Terry Riley, Subotnick... but in fact, each track expresses simply the world of Patrizia Oliva. There are two long pieces, each of them is divided into more tracks. Edited by Patrizia and Stefano Giust, mastering by Fausto Balbo. Originally published on cassette by Staaltape in 2016 (thanks to Rinus van Alebeek). This work is dedicated to Oliver Sacks (1933-2015).
For more info: www.patriziaoliva.wordpress.com
"(...) Your sounds are superficially so abstract but so warm and human like your warm breath. Anyway beautiful!" Robert Wyatt (musician), a thought on Numen, 2017.
"(...) Originally from Lombardy, Italian composer Patrizia Oliva started releasing music in the late 1990s and has since recorded many works, either solo or with other musicians, at the border of experimental and improvised musics. The Numen, life of Elitra Lipozi solo cassette [now in CD] is a very personal, even intimate, project, consisting of two 20mns tracks of an immersive, hypnagogic voyage in small scale music. Yet Numen is actually a collection of shorter, 2–3mns sequences, and rather varied at that, so the listener doesn’t feel trapped in someone else’s endless dream. Consisting of experiments with loops, sound effects, wordless vocals, found sounds and small instruments, the music is particularly unreal and out-of-this-world. The great success of the project is that it actually sounds like a dream-in-sound, rather than the sound of a dream. On a technical side, Patrizia Oliva takes great care to make her electronics sound analog and her computer loops sound like tape loops, so that the voyage is also a voyage in time, which is part of the charm of the cassette [now in CD]." Laurent Farion, Continuo-Docs, 2016
"(...) Patrizia Oliva has created Numen – Life Of Elitra Lipozi, a most beautiful workclad in a smoky black cover with just a single blue butterfly spray-painted on. The A side [now in CD], titled ‘Danse Des Fantomes’, is dreamy and evocative and makes me a willing dancing partner of the proposed ghosts and spirits. Voices, loops, and even some vaguely operatic elements are refashioned by Oliva into somethiLipozng personal and strange. She’s playing with magnetic tape like a gifted child sets to work with a box of watercolours. I don’t know why musicians (like Michael Nyman) are drawn to the work of Oliver Sacks (this release includes dedication to that deep thinker). But Oliva may be trying, like Sacks, to map the strange pathways of the brain in her atmospheric and charged music.
The B side [now in CD] ‘A Day Long To’ showcases the “Annette Peacock” mode of this performer… vaguely jazzy free singing she emanates from an indefinable part of her singing apparatus, in an inflected and mannered mode…the lonely avant-ness of Joan La Barbara is notched back two degrees and edged a shade closer to a ghostly portrait of Ella Fitzgerald… by which I mean it’s not clear if she’s singing from her mouth, or her brain-waves. Of course the minimal arrangements that back her up are pretty inspired too, making the most of a studio housed in a matchbox and two rubber bands holding everything together. More tape loops and much dreamy unfinished music drifts into the ether. A nice not-quite-there quality, slightly balmy. Oddly the B-side feels to me like separate songs, where the A side feels like a mini-opera telling a story. Not all that’s here is a song; there’s one very effective piece which is extremely abstract, just repeated patterns, sound effects, and whispered / murmured voices, yet it’s uncanny and highly effective in its dream-like mood sustaining of same. The side ends with a fascinating anecdote about synaesthesia, how it’s possible to see music as colours, and how no two people who have the condition ever agree on what the “right” colour is. Interestingly, the condition was first recorded in medical history by another Dr. Sachs, this time a German physician of the 19th century.
In all Patrizia Oliva not only has a singular vision but also a very delicate touch in the creation of her work which is determinedly “non-masculine”, which isn’t to say it’s feminine and decorative, but organised along non-aggressive lines, without the usual male need to follow structure blindly and rush to a contrived ending. “Patrizia lives in the country, surrounded by nature,” write Rinus helpfully. “One lady from the old world”. If that’s true, that’s one old world whose passing we will come to regret. Every commonplace remark made on Twitter hastens the death of these old worlds." Ed Pinset, The Sound Projector, 2016.
"(...) Before she used her real name, Patrizia Oliva worked as Madame P, in which she explored her voice along with some objects, small musical instruments and mostly a loop station. In more recent years (and I lost track of her work for sometime, I must admit) she apparently works with field recordings, Vietnamese flute, synthesizers and tape recorders. This new tape [now in CD] is dedicated to Oliver Sacks, the neurologist who died last year and contains two pieces; side long (twenty minutes each). These pieces act like sound collages, of Oliva’s singing along with found sounds from old records, tapes and movies, but maybe also techniques she uses to record her music and add more hiss and grainy textures; like adding a sepia filter to a picture you took with a digital camera to make it look old (not that Oliva uses digital techniques – far from I would say; but she does all that is necessary to make it sound ‘old’ and ‘dusty’. It is not easy to think of all of this as two separate pieces that happen to fill up one side of the tape. It could, for all I know, be also a bunch of audio snapshots that have no immediate connection to each other and the fact that there is one title for one side just doesn’t make a difference to that notion. Oliva takes you on quite a fascinating ride I think, moving from spacious hiss-texture to a song in which the old loop station sounds but now only brief, to some children sounds and to a slowed down 78rpm record and spooky haunted house fragments. Great tape in the usual handmade Staaltape fashion." FdW, Vital Weekly, 2016.
"(...) “I know Patrizia Oliva since the year 2005. Then she lived in a factory space in Vigevano, a comfortable train ride’s distance from Milan. Artists who worked in the fields of extreme marginalized music and sound, found a welcome home in her basement, where she set up regular shows. She was one of the few Italian persons, who had the decency to answer a simple mail and even made it follow by an invitation. In her early years she used voice, loop station and a couple of objects or small musical instruments. She could build a song from spot on. But she has grown into new directions, which, of course are also the old directions. Location recordings, Vietnamese flute, synthesizers and tape recorders have been added to her instruments. It is of no use to start the description of the tape from a technical point or sum up the content, like, you hear a song, and a melody and a recording and a voice. This is a concept album. Objects like old photographs, a pair of shoes, a box full of magazines from the 1930s, a cupboard with a single shirt in it, rooms in the halfshade of silence come to mind. Listening to this album is like entering the house of somebody who has gone years ago, and left her personal belongings behind. Patrizia Oliva entered this imaginary or real house, touched the things, listened to sounds caused by her footsteps. There is lightfall obscured by dust, a sense of someone waiting. She received emotions and images and in a strange process in her mind and body these emotions and impressions got reproduced, and they sounded like the songs and melodies and recordings and voices on this album. Listen and hold your breath, and be happy you got one copy of this tape. Please note that this album is dedicated to Oliver Sacks." Rinus Van Alabeek, Zeromoon, Staaltape, 2016.
"(...) This is a cd reissue of a work published on cassette from an artist which, even with a considerable discography, has always had a so low profile, or lack of interest from press, that most of the releases listed on her website are not on Discogs. Even if she's mainly a singer, this release is a mostly instrumental work where she seems to fuse sparse ideas into a coherent work in a precarious equilibrium between composition and improvisation. It's been edited for a tape but, instead of being two full tracks, they sounds as a sequence of tracks mainly because there's seldom a second of silence to mark the end of a section. The first track, "Danse Des Fantomes", starts quietly with the voice singing under a loop in a crescendo which abruptly stops for a quiet section based on found sounds, or so they seems, which seems mainly obtained from a film perhaps for the blurred sound; a vocal loop introduces a part for synth featuring even some sample from an opera and a part for organ introducing the final section where the tones sung creates an atmosphere vaguely reminiscent of minimalism.
The second track, "A Day Long To", is more divided in sections and completely revolving around the impressive vocal qualities of the singer which is able to give a catchy allure to the noisy background and, after an ambient interlude, there's even a spoken word part under a vocal loop. After an almost dark ambient part the voice of Oliver Sacks, to whom this work is dedicated, closes this release.
It's difficult to make a list to all the influence which is compressed in a so multifaceted work which could be a little bit disorienting and lacking, mainly for editing reason, a real musical unity but it reveal a little nuance at every listen. Recommended." Andrea Piran, Chain DLK, 2017.
"(...) Das Album “Numen/Life of Elitra Lipozi ”kommt in einer Papierverpackung mit einer klei nen, einem Schmetterling ähnelndem,auf-gesprühten Form daher – ein dunkles Blau auf schwarzem Grund. Die Kassette [Jetzt in CD] ist innen noch einmal extra in Seidenpapier verpackt und mit “Staaltape” gestempelt. Die Kas set te wurde in Blau und Weiß gespritzt. Alles hat den Charakter eines Kunstobjekts – das man beim Öffnen partiell zerstört. Musikalisch findet man hier eine Mischung aus seltsamen Gesangsaufnahmen fast an Drone und Doom angelehnte elektronische Hintergrund-Sounds, die zu gebrochenen Soundwalls an -schwellen und mit dem Gesang korrelieren.Hier wird man an das erste Album der Casa -dy-Schwester von “CocoRosie” erinnert.Sound frickeleien. Nach mehrmaligem Hören ent steht eine meditative Atmosphäre, die an das Kopfnicken beim Doom Metal erinnert,auch wenn eingemischte Sprachaufzeichnun -gen immer wieder einen neuen Kontext er -zeu gen. Vielleicht könnte man es experimen-tellen Indie Doom Core nennen. Ein Tape mit be merkenswert schönen Ambient-Indie-Klän -gen der ganz besonderen Art. Großes Kino auf Tape! [Jetzt in CD]" Thomas Neumann, 2016.
"(...) Patrizia Oliva, cantante, autrice, performer e musicista sperimentale improvvisativa. Raccorda le sue versatili capacità vocali con una serie di effetti elettronici, cut up e field recordings. Si autodefinisce ricercatrice di un’espressione cosciente di senso e di appartenenza al cosmo attraverso la sua opera artistica. Ha fatto parte di numerosi progetti (Allun, Camusi, Gravida, Gamra) e si è esibita in moltissime località del mondo vantando collaborazioni di rilievo e partecipazioni a festival ed eventi di grande prestigio. Tutto il suo percorso espressivo sembra rivolgersi e focalizzarsi all’atto performativo ed estemporaneo che si rivela dal vivo. In questo è possibile scorgere delle affinità concettuali con alcuni compositori contemporanei del secolo scorso che legarono l’improvvisazione, la gestualità, l’impiego di strumenti atipici compresa la voce umana. Si pensi a Nuove Forme Sonore, Prima Materia, agli studi di autori come Scelsi, Guaccero, Berio, Bussotti, Evangelisti e Macchi, al lavoro di Alvin Curran “Canti e Vedute del Giardino Magnetico”.
“Numen–Life of Elitra Lipozi” (uscito in cassetta per Staaltape nel 2016 in edizione limitatissima) è composto da due piece: Danse des Fantomes e A day long To, dedicate al celebre neurologo e scrittore inglese Oliver Sacks. Non sembra affatto casuale l’ideale celebrazione di una figura che ha incentrato i suoi lunghi studi all’impiego terapeutico della musica e alla capacità di quest’ultima di stimolare una ‘visione cerebrale’. L’effetto è straniante e magnetico. Una nebulosa psichedelica volubile e polimorfa. A tratti onirico, epilettico, contorto di ripetitività ossessive in un incedere convulso e visionario. A tratti liquido, minimale, rarefatto, di un lirismo fatto di fragilità e delicatezza. L’insieme è un riflesso della dualità del nostro inconscio, dell’altalenarsi degli stati d’animo, della sospensione che ci separa dall’abisso contenente le risposte a tutti gli interrogativi. Il fondo è distante e irraggiungibile e non si può che essere spettatori di una pioggia di lievissimi petali che trascinano il loro candore fino ad essere ingoiati e dispersi dalle tenebre.
I silenzi, i cambi ritmici, il dramma del respiro ansimante, le eco in dispersione, la magia del flauto bawu che come un soffio sinestetico ci rivela il prodigio di un risveglio contemplativo. Tutto tesse le trame di una rappresentazione in cui il pathos e il suono sono respiro e membrana, battito smarrito che si riveste di vita e di anelito. Nel lugubre rimbombo della perdizione c’è l’urlo primordiale dell’umano che si dà speranza contemplando nuove albe. Nel caos e nel divenire di tutte le cose il gemito caldo del ritmo sussurrato ci calma e ci rassicura e niente è più musicalmente perfetto e vero. Voto: 8/10" Romina Baldoni, Distorsioni, 2018.
"(...) Di casa nel catalogo della Setola Di Maiale di Stefano Giust, Patrizia Oliva fa fatica però a star ferma, vista la sua discografia, certamente corposa e costellata da uscite per etichette diverse tra loro e con altre intestazioni: Dokuro Records, Biv0uac, a nome di Madame P, con gli interessanti Camusi e suo tempo con le Allun per la Bar La Muerte di Bruno Dorella. Questa cassetta è un altro tentativo di dare materialità a una serie di suggestioni ed incubi che certamente colpiscono per la loro immediatezza, dalle voci fantasma agli inserti di synth ieratici, alle paturnie in forma di un blues oscuro che caratterizzano la prima parte di questo Numen – Life Of Elitra Lipozi, intitolata “Danse Des Fantomes”. Anche la seconda parte, “A Day Long To” non è da meno: qui Oliva lavora sempre con la sua voce, incastrandola perfettamente sopra un tappeto sonoro che risulta ritmicamente piuttosto eterogeneo, ma sempre minaccioso e tendente al reiterativo. Il suo piano d’azione resta intimo e sofferto, questo è evidente. Fascinoso." Maurizio Inchingoli, The New Noise, 2017.
"(...) Definire Patrizia Oliva una cantante mi sembra assolutamente riduttivo: l'uso che fa della voce viene opportunamente a ricordarci che la voce è stata il primo strumento impiegato dall'uomo, mezzo fondamentale per imitare i suoni della natura prima e quale veicolo per dar corpo alle proprie emozioni e stati d'animo più profondi. Uno strumento che, in quanto tale, conferisce alle parole accarezzate, sussurate il valore del puro suono; uno strumento che in Patrizia diventa naturale prolungamento del proprio corpo e delle sue sollecitazioni. In ciò Patrizia fa parte di quella schiera di superbe vocalist che rispondono ai nomi, per citarne solo alcune, di Brigitte Fontaine, Jeanne Lee, Tamia, Françoise Achard. Il suo eccellente range le consente di levigare, quasi per celebrarle, tutte le note, attraverso le quali dare espressione all'intera gamma di sentimenti ed emozioni. Non c'è affatto ostentazione nel suo canto: note, timbri, volume sono sempre sotto il suo controllo, sì che intelletto e sensualità trovano il loro completo accordo; doti già evidenziate dalla sua partecipazione al precedente "POW" (Setola di Maiale 2015) in compagnia di Eugenio Sanna, Paed Conca, Stefano Giust. Ma Patrizia non è solo una vocalist: è anche un'interessante alchimista di suoni, voci altre, rumori, Intrigante, sapientemente miscelato, l'impiego dell'elettronica, delle sovraincisioni, delle cassette e di altri mezzi sonori conferisce alla perfomance un'aura spesso onirica, metafisica, a tratti sorta di celebrazioni di riti arcaici, in un repentino alternarsi di atmosfere le più eterogenee e contrastanti che spingendosi ben al di là dei tradizionali confini della musica ne recuperano tuttavia elementi che sembrano emergere da mondi lontani ed estraniati, in un frazionamento dei materiali che conferisce comunque all'insieme il carattere della continua, stimolante sorpresa.
Un disco da ascoltare con grande attenzione." Stefano Arcangeli (Musica Jazz, Pisa Jazz, CRIM-Centro per la Ricerca sull’Improvvisazione Musicale), 2017.
Ristampa di un nastro edito originariamente da Staaltape, dedicato al neurologo Oliver Sacks (1933-2015), “Numen - Life Of Elitra Lipozi”, è opera che scrolla di dosso Patrizia Oliva (Madame P), parecchio del sentire weird che la caratterizzava.
Sia chiaro, le evoluzioni vocali spiraliformi, sorta di folk/blues/noir in diluizione avant/impro, ci son ancora tutte, soltanto, maggiormente inquadrate all'interno di un contesto narrativo, che si offre come vera e propria serie di porte della percezione.
A tratti gassose e impalpabili (la parte centrale di Danse Des Fantomes), a tratti, estremamente seducenti e passionali (i velluti al neon, cigolanti di microscopici meccanismi in movimento della succitata Danse).
Lo slancio istintivo par decelerare, ma la capacità comunicativa ne guadagna non poco.
Un cut-up di frammenti emozionali sospesi nello spazio confortevole di un sogno, o, in alternativa, la fase di raccolta informazioni che precede la costruzione/esposizione di un sospiro.
Fra singulti, stratificazioni, click-clack di mic a contatto, intromissioni di elettronica minimale, oggetti sfiorati, qualche nastro trattato, registrazioni d'ambiente e il soffio di un bawu (flauto cinese).
Ho avuto la fortuna di assister qualche settimana addietro ad un live di Patrizia in una raccolta location.
Un piccolo ampli con un volume da discrezione assoluta, lei davanti, il poco e il nulla da manipolar a disposizione.
L'effetto/sensazione/realtà (mia), che ciò che udivo non giungesse dall'esterno, ma fosse già tutto dentro, stipato in qualche anfratto del mio corpazzo.
Ecco, forse Patrizia sta imparando a pigiar con maggior intensità i giusti tasti dell'anima.
C'è dolcezza, sfinimento, il brusio dei rami scossi dal vento e il pulsar sordo della passione (nascosta dietro sterno e costole).
Non devi aver paura di tutto questo, si chiama vita." Marco Carcasi, Kathodik, 2017.
"(...) Un loop simile ad una pressa da stampa in attività introduce il nuovo lavoro della cantante Patrizia Oliva. La sperimentazione di "Numen - Life of Elitra Lipozi" viene stavolta condotta tramite un vero e proprio collage compositivo che sistema al suo interno elementi di varia natura: suoni naturali e strumentali pre-registrati (tra cui flauto bawu e tape recorder), campionamenti appositamente trovati per dirigere la mente dell'ascoltatore ed una sorta di vago senso ipnagogico realizzato sul canto. Non è pleonastico rinverdire il significato del "numen" poiché da esso si possono comprendere molte cose del lavoro attuale di Patrizia: l'attinenza è specificata da un concetto di musica senza limiti che è una sub-funzione dei poteri divini; essa risiede nella forza della natura e delle sue manifestazioni, un'interposizione che ha molto a che fare con le contemplazioni infinitesimali di Feldman (senza però che Oliva replichi in nessun modo le sue angolature) e soprattutto con le teorie dell'epilessia musicogena di Oliver Sacks, da intendersi però nei suoi effetti, come lacerazioni possedute in qualche parte della memoria e provocanti un corto circuito neurale. In sostanza due lunghi assemblaggi: il primo è la Danse des fantomes, un disallineato affresco sonoro in cui oltre all'effetto pressa prima descritto, ci si incammina in un tortuoso cammino fatto di tagli e cuciture che rinfrancano senza ordine prestabilito bips di elettronica, campanelli, spezzoni sonori che sembrano tratti da un film noir, deliranti e brevi affermazioni politiche. Tutto ha un senso però: è un implacabile dichiarazione di crisi della società e di speranza del suo superamento al tempo stesso; da una parte Oliva sottolinea il clima plumbeo e a tratti lugubre dei nostri tempi, dall'altro consente, attraverso la frammentazione e il campionamento della sua voce, di trasmettere un soave ed utopico anelito di fiducia, specie nel finale. Il secondo assemblaggio A day long to è un invece un montaggio che incorpora quasi un respiro sinfonico grazie all'uso del synth, di accenni ad un canto jazz totalmente decontestualizzato (la stessa voce di Oliva viene loopizzata a sostegno), dove alla fine un prolungato canale di effetti campionati ed un flauto incorporeo precede la coda composta con le descrizioni sinestetiche di Sacks in persona. Mi trovate qualche vocalist femminile che in Italia si permette di fare cose del genere?" Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Danze e fantasmi. Uscito lo scorso anno su cassetta in edizione di sole 20+20 copie per Staaltape, meritava una maggiore esposizione questo lavoro solista della sempre attivissima cantante/improvvisatrice elettroacustica Patrizia Oliva (Madame P, Allun, Camusi, Gravida, Gamra, ecc.), convenientemente riproposto in cd da Setola di Maiale. Le due lunghe tracce sono dedicate al neurologo e scrittore Oliver Sacks, i cui saggi sulle allucinazioni “sinestetiche” e i modi oscuri in cui opera il nostro cervello (udiamo in chiusura un breve estratto da intervista) hanno sicuramente influenzato questa immersione “hauntologica” in un’onirica dimensione popolata di arcane memorie e diafani fantasmi. Litanie improvvisate e gramelot vocali, loop e ritmi bizzarri, field recording misteriosi e lamentose note di flauto dolce, frammenti operistici virati seppia e tutto un patchwork di appunti sonori che intriga e irretisce, a cui l’autrice sa conferire un’impolverata patina retrò e un’elusiva qualità narrativa. (7)" Vittore Baroni, Blow Up, 2017.
"(...) Patrizia Oliva resta legata alle forme più incontaminate di ‘fai da te’, è un dato indiscutibile, e se questo la rende ancor più apprezzabile nondimeno relega il suo nome nei recessi più nascosti riservati agli artisti di culto.
Aggiungo che la sua levatura, dopo anni di attività, rimane integra, e quanto è andato perso in spontaneità viene compensato in esperienza. Sull’arricchimento di quest’ultima hanno sicuramente inciso le numerose collaborazioni, alle quali la Oliva quasi mai si sottrae, e metterei in primo piano un’esperienza vietnamita, vissuta insieme a Stefano Giust, con concerti tenuti anche insieme a musicisti locali (per saperne di più a proposito delle sue collaborazioni invito vivamente a visitare il suo sito).
In “Numen – Life Of Elitra Lipozi”, lavoro dedicato al neurologo Oliver Sacks (Londra, 9 luglio 1933 – New York, 30 agosto 2015), fa tutto da sola e, oltre alla voce, utilizza elettroniche, nastri, flauto vietnamita, sintetizzatore DX7, registrazioni d’ambiente e di vita, oggetti e microfoni a contatto. Quello che ne esce è una raccolta estemporanea di impressioni, espressioni, stati d’animo, flash, esperienze, appunti, ricami, frattaglie, grumi e polvere.
“Numen – Life Of Elitra Lipozi”, sempre logico ma mai matematico, è una classica lezione di vita rumorosa e, talvolta, oscura.
M’era sembrato di cogliere l’intenzione di una ristampa in CD per Setola di Maiale, spero che l’intenzione si concretizzi perché sarebbe un peccato limitare l’ascolto di questo lavoro ai soli cassettofili." Mario Biserni, Sand-zine, 2016.
"(...) Decido di immergermi nel mistero e seguo le indicazioni di cartelli che recitano nomi famosi di neurologi e altri che indicano il cammino verso luoghi abitati da sconosciute entità divine. Nel tempo di un attimo mi ritrovo in un universo altro, un luogo lontano e al tempo stesso racchiuso all'interno del tutto che custodiamo in noi. Ad accompagnarmi in questo viaggio la voce prepotentemente evocatrice di Patrizia Oliva che compare e scompare lasciando spazio all'immaginazione sostenuta da un supporto digitale sporcato di vita interiore ed echi sovrapposti di realtà. Continue frammentazioni visionarie si susseguono lungo un percorso da ascolto che mette alla prova e dona completezza. Visioni." Mirco Salvadori, Rockerilla 2017.
"(...) Quasi fosse una musica fantasma, quasi fosse un suono che rimane appena appena rintracciabile, appena appena udibile. La musica è quella di Patrizia Oliva “Numen – Life of Elitra Lipozi” il titolo di questo CD pubblicato da Setola di Maiale che in realtà, è una ristampa felicissima di un lavoro uscito soltanto in cassetta per Staaltape lo scorso anno, in edizione limitatissima e adesso grazie a Stefano Giust e Setola di Maiale speriamo in una diffusione più ampia perchè si tratta di un gran lavoro. Patrizia Oliva, cantante e musicista, adopera oggetti sonori, flauto vietnamita, un po’ di elettronica, registrazioni sul campo, microfoni a contatto, insomma varie strumentazioni per giungere ad un risultato, che è quello di far cantare in qualche modo l’anima, un’anima anche molto spoglia ma non per questo delicata e non per questo necessariamente acerba ma anzi, un’anima molto spoglia perchè il suo modo di entrare nelle cose, di entrare nella vita delle cose è molto delicato e molto intimo. Due sono le tracce in questo album, dedicato alla memoria di Oliver Sacks, neurologo scomparso nel 2015. Questo prezioso disco, un bel lavoro!” Pino Saulo, Battiti, Rai Radio Tre, 5 aprile 2017.
01 _ Danse Des Fantomes 19:28
02 _ A Day Long To 18:28
(C) + (P) 2016