MINIATURA OBLIQUA
PAOLO SANNA
Paolo Sanna _ percussioni _ gongs _ field recordings
Giacomo Salis _ piatto preparato in Birth
Nuovo album solista del batterista e percussionista Paolo Sanna, dopo il precedente "Oggetti Smarriti" del 2011 (SM1970). Come sempre per questo sensibile musicista, il suono e il timbro sono i soggetti centrali della sua esplorazione acustica, "arricchiti" qui anche dai suoi field recordings. Mastering di Simon Balestrazzi; musica dedicata a Kazuo Hono.
"(...) Kazuo Hono è stato uno dei danzatori pionieri della danza Butoh, una ramificazione del teatro giapponese contemporaneo: Hono è stato celebrato più volte per la sua arte (anche in Italia), concentrata sulla rivolta contro la guerra e l'accoglimento dell'impostazione occidentale della società giapponese. Plasmata su caratteristiche opposte alle danze giapponesi tradizionali, la danza butoh è qualcosa che potrebbe sconvolgere ed affascinare allo stesso tempo: in una struttura pilotata nel potere viscerale del butoh, Miniatura obliqua capta i suoi segnali, diventando l'asse centrale della sperimentazione di Sanna. Music for a butoh dancer è il cuore dell'avventura che in sei movimenti si fa carico di scoprire un clima di cultura e di suoni futuristici; nei ritmi e nelle catene di risonanze provocate da battenti e raschietti su lattine, piatti o gongs, le orecchie fini rileveranno che la ripetizione o lo stridore del gesto fisico che strofina l'oggetto percussivo, porta ad una serie di accadimenti sonori che dettano un tempo oggettivo, aprono confini del suono e portano contributi alla ricerca sonora sui metalli. In quest'esperienza Sanna fa ricorso anche al field recordings, donando maggiore enfasi spaziale all'iniziale ed ipnotica Zhou (nonché in misura minore a Water Gamelan), mentre un piatto preparato da Giacomo Salis accompagna l'evoluzione plumbea di Birth, che potrebbe essere scambiata per una composizione lavorata con l'elettronica se invece non si sapesse che è tutto rigorosamente acustico ed improvvisato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) In Miniatura Obliqua il musicista sardo Paolo Sanna concentra la sua ricerca sulle risposte dei metalli sollecitati. Sei movimenti ispirati dalla gestualità del corpo storico Butoh, Kazuo Hono. Travolgente nell'approccio ciclico e risonante dell'uno/due d'apertura Zhou/Birth (con il supporto in quest'ultima di Giacomo Salis ad un piatto preparato). A spaziar senza fissa dimora tra introspezioni da elettroacustica livida (lo spiazzamento inquieto tra Africa e Asia di Water Gamelan), dronamenti su dente di sega, lucide espansioni etno-rituali (le due parti di luce/furia Bertoia in chiusura dei sei movimenti di Music For A Butoh Dancer), il silenzio fedele compagno, gli imprevisti ben accolti, corpo e materia in incontri stridenti. Nessuno in vista, un gran vuoto tutt'attorno. La prospettiva è ottima." Marco Carcasi, Kathodik, 2016.
"(...) Considero il musicista sardo, insieme a Roberto Dani, una delle voci più profonde ed emozionanti dell’arte percussiva italiana. Questo suo nuovo progetto, dove vengono esaltate le potenzialità creatrici e narrative del metalli, può essere diviso in tre parti. Nelle prime due composizioni ( Zhou e Birth, nella seconda affiancato da Giacomo Salis) gesto-colpo ed effetto di risonanza definiscono, come atti costruttivi, ambienti sonori, lo spazio d’azione per l’ascoltatore-eploratore. Il ritmo è funzione architettonica e biologica più che dinamica. Music for a Butoh Dancer – in six movements va oltre il programma del titolo dando corpo ( il suono è il danzatore) ad una gestualità che non resta puramente descrittiva. Già è in sé coreografia, già spettacolo. Blind Tiger, Water Gamelan e Split ( for John Stevens) procedono in direzioni,anche geografiche, differenti con la comune strategia della destrutturazione. Il colpo sul metallo sgretola la metafisica eretta sui brani precedenti rimettendo tutto in gioco. L’obliquità di queste miniature, con la “realtà aumentata” dal silenzio ( compagno di lavoro di Sanna), ricompone l’immagine di un artista in perenne evoluzione che trascina con sé in un continuo rilancio di ricerca. (7)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2016.
"(...) Una volta c’era l’avanguardia musicale. Ora forse ancora c’è. O comunque c’è a chi piace sentirsene parte. Poi c’è chi come Paolo Sanna produce e ricerca senza chiedersi sotto quale ombrello cada il suo lavoro. Sanna ci ha abituato, o saggiamente disabituato, a produzioni estremamente diverse. Non perde le radici dell’etnomusicologia, tutt’altro, ne adopera spesso il messaggio ripetuto (la ripetizione è di per sé un messaggio) e inserisce le sue percussioni. Cadono e solo apparentemente si urtano; il lavoro Miniatura Obliqua si caratterizza per uno spazio più ampio concesso alla vibrazione. Tappeti sonori da cosmo ristretto in piccoli ambienti che si dilatano con il tocco dell’autore. Nel suo incedere percussivo e musicale, Sanna non teme di calcare la mano ed è chiara la trance come stato spirituale in cui ha suonato, una trama delicata che segue uno sviluppo personalissimo e per niente privo di veri e propri sobbalzi. C’è sempre molta attenzione alle dinamiche, i metalli la fanno da padrone. Sembrano tornati i tempi degli appunti e dei quaderni di musica contemporanea, visto che l’equilibrio coraggioso di Miniatura Obliqua, privo anche degli elementi di ordinaria vicinanza del passato e ottimo OnGaku2, rilancia in continuazione scoperte senza elementi di accomodamento. Così la base diventa cornice per tintinnabulum non più movimentati dal vento di passaggio, ma da una coscienza arcaica e cosmica. Anche se presenti accenti africani, Paolo Sanna è sulle strade dello sciamano, un monaco del suono alla ricerca di una sua mappa cognitiva. Dopo tante parole per provare a raccontare, una frase di Roberto Lupi (lo ricordate per la vecchia sigla di chiusura dei programmi RAI) può accompagnare l’ascolto del cd: “La musica è un lembo di cielo strappato al cosmo affinché l'uomo stesso possa scorgere in sé i più grandi misteri della Vita e dell'Universo." Luca Luciano, DrumSet Magazine, 2016.
"(...) Na p?ycie znalaz?o si? sze?? kompozycji obejmuj?cych szeroko rozumian? swobodn? improwizacj?. Na przyk?ad najd?u?szy fragment „Music for a Butoh dancer – in six movements” zosta? po?wi?cony pami?ci s?ynnego japo?skiego tancerza Kazuo Hono specjalizuj?cego si? w stylu Butoh. Z kolei w utworze „Birth” go?cinnie pojawi? si? Giacomo Salis graj?cy na preparowanych cymba?ach. Oprócz rozbudowanych improwizacji perkusyjnych, Sanna si?gn?? te? w wielu miejscach po nagrania terenowe." Lukasz Komla, 2016.
01 _ Zhou 6:20
02 _ Birth 6:08
03 _ Music for a Butoh dancer - in six movements 22:59
04 _ Blind Tiger 2:23
05 _ Water Gamelan 5:04
06 _ Split (for John Stevens) 0:59
(C) + (P) 2015
Paolo Sanna _ percussion _ gongs _ field recordings
Giacomo Salis _ prepared cymbal on Birth
New solo album by drummer and percussionist Paolo Sanna - after the previous "Oggetti Smarriti" of 2011 (SM1970) - which focuses on sound and timbre as the central subject of his acoustic exploration. Mastering by Simon Balestrazzi; music dedicated to Kazuo Hono.
"(...) Una volta c’era l’avanguardia musicale. Ora forse ancora c’è. O comunque c’è a chi piace sentirsene parte. Poi c’è chi come Paolo Sanna produce e ricerca senza chiedersi sotto quale ombrello cada il suo lavoro. Sanna ci ha abituato, o saggiamente disabituato, a produzioni estremamente diverse. Non perde le radici dell’etnomusicologia, tutt’altro, ne adopera spesso il messaggio ripetuto (la ripetizione è di per sé un messaggio) e inserisce le sue percussioni. Cadono e solo apparentemente si urtano; il lavoro Miniatura Obliqua si caratterizza per uno spazio più ampio concesso alla vibrazione. Tappeti sonori da cosmo ristretto in piccoli ambienti che si dilatano con il tocco dell’autore. Nel suo incedere percussivo e musicale, Sanna non teme di calcare la mano ed è chiara la trance come stato spirituale in cui ha suonato, una trama delicata che segue uno sviluppo personalissimo e per niente privo di veri e propri sobbalzi. C’è sempre molta attenzione alle dinamiche, i metalli la fanno da padrone. Sembrano tornati i tempi degli appunti e dei quaderni di musica contemporanea, visto che l’equilibrio coraggioso di Miniatura Obliqua, privo anche degli elementi di ordinaria vicinanza del passato e ottimo OnGaku2, rilancia in continuazione scoperte senza elementi di accomodamento. Così la base diventa cornice per tintinnabulum non più movimentati dal vento di passaggio, ma da una coscienza arcaica e cosmica. Anche se presenti accenti africani, Paolo Sanna è sulle strade dello sciamano, un monaco del suono alla ricerca di una sua mappa cognitiva. Dopo tante parole per provare a raccontare, una frase di Roberto Lupi (lo ricordate per la vecchia sigla di chiusura dei programmi RAI) può accompagnare l’ascolto del cd: “La musica è un lembo di cielo strappato al cosmo affinché l'uomo stesso possa scorgere in sé i più grandi misteri della Vita e dell'Universo." Luca Luciano, DrumSet Magazine, 2016.
"(...) In Miniatura Obliqua il musicista sardo Paolo Sanna concentra la sua ricerca sulle risposte dei metalli sollecitati. Sei movimenti ispirati dalla gestualità del corpo storico Butoh, Kazuo Hono. Travolgente nell'approccio ciclico e risonante dell'uno/due d'apertura Zhou/Birth (con il supporto in quest'ultima di Giacomo Salis ad un piatto preparato). A spaziar senza fissa dimora tra introspezioni da elettroacustica livida (lo spiazzamento inquieto tra Africa e Asia di Water Gamelan), dronamenti su dente di sega, lucide espansioni etno-rituali (le due parti di luce/furia Bertoia in chiusura dei sei movimenti di Music For A Butoh Dancer), il silenzio fedele compagno, gli imprevisti ben accolti, corpo e materia in incontri stridenti. Nessuno in vista, un gran vuoto tutt'attorno. La prospettiva è ottima." Marco Carcasi, Kathodik, 2016.
"(...) Considero il musicista sardo, insieme a Roberto Dani, una delle voci più profonde ed emozionanti dell’arte percussiva italiana. Questo suo nuovo progetto, dove vengono esaltate le potenzialità creatrici e narrative del metalli, può essere diviso in tre parti. Nelle prime due composizioni ( Zhou e Birth, nella seconda affiancato da Giacomo Salis) gesto-colpo ed effetto di risonanza definiscono, come atti costruttivi, ambienti sonori, lo spazio d’azione per l’ascoltatore-eploratore. Il ritmo è funzione architettonica e biologica più che dinamica. Music for a Butoh Dancer – in six movements va oltre il programma del titolo dando corpo ( il suono è il danzatore) ad una gestualità che non resta puramente descrittiva. Già è in sé coreografia, già spettacolo. Blind Tiger, Water Gamelan e Split ( for John Stevens) procedono in direzioni,anche geografiche, differenti con la comune strategia della destrutturazione. Il colpo sul metallo sgretola la metafisica eretta sui brani precedenti rimettendo tutto in gioco. L’obliquità di queste miniature, con la “realtà aumentata” dal silenzio ( compagno di lavoro di Sanna), ricompone l’immagine di un artista in perenne evoluzione che trascina con sé in un continuo rilancio di ricerca. (7)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2016.
"(...) Kazuo Hono è stato uno dei danzatori pionieri della danza Butoh, una ramificazione del teatro giapponese contemporaneo: Hono è stato celebrato più volte per la sua arte (anche in Italia), concentrata sulla rivolta contro la guerra e l'accoglimento dell'impostazione occidentale della società giapponese. Plasmata su caratteristiche opposte alle danze giapponesi tradizionali, la danza butoh è qualcosa che potrebbe sconvolgere ed affascinare allo stesso tempo: in una struttura pilotata nel potere viscerale del butoh, Miniatura obliqua capta i suoi segnali, diventando l'asse centrale della sperimentazione di Sanna. Music for a butoh dancer è il cuore dell'avventura che in sei movimenti si fa carico di scoprire un clima di cultura e di suoni futuristici; nei ritmi e nelle catene di risonanze provocate da battenti e raschietti su lattine, piatti o gongs, le orecchie fini rileveranno che la ripetizione o lo stridore del gesto fisico che strofina l'oggetto percussivo, porta ad una serie di accadimenti sonori che dettano un tempo oggettivo, aprono confini del suono e portano contributi alla ricerca sonora sui metalli. In quest'esperienza Sanna fa ricorso anche al field recordings, donando maggiore enfasi spaziale all'iniziale ed ipnotica Zhou (nonché in misura minore a Water Gamelan), mentre un piatto preparato da Giacomo Salis accompagna l'evoluzione plumbea di Birth, che potrebbe essere scambiata per una composizione lavorata con l'elettronica se invece non si sapesse che è tutto rigorosamente acustico ed improvvisato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Na p?ycie znalaz?o si? sze?? kompozycji obejmuj?cych szeroko rozumian? swobodn? improwizacj?. Na przyk?ad najd?u?szy fragment „Music for a Butoh dancer – in six movements” zosta? po?wi?cony pami?ci s?ynnego japo?skiego tancerza Kazuo Hono specjalizuj?cego si? w stylu Butoh. Z kolei w utworze „Birth” go?cinnie pojawi? si? Giacomo Salis graj?cy na preparowanych cymba?ach. Oprócz rozbudowanych improwizacji perkusyjnych, Sanna si?gn?? te? w wielu miejscach po nagrania terenowe." Lukasz Komla, 2016.
01 _ Zhou 6:20
02 _ Birth 6:08
03 _ Music for a Butoh dancer - in six movements 22:59
04 _ Blind Tiger 2:23
05 _ Water Gamelan 5:04
06 _ Split (for John Stevens) 0:59
(C) + (P) 2015