BOE
MASSA SONORA CONCENTRATA (Gioele Tolu, Stefano Muscas / Alessandro Seravalle, Tiziano Milani, Gino Robair, Massimo Discepoli, Davide Merlino)
SOLD OUT
Gioele Tolu _ chitarra elettrica _ basso elettrico _ chitarra classica preparata _ elettronica _ manipolazione digitale _ samples, _ field recordings _ percussioni _ piatti _ oggetti
Stefano Muscas _ trimpanu _ djembè _ sega musicale _ piatti _ percussioni _ oggetti
ospiti:
Alessandro Seravalle _ chitarra elettrica _ chitarra emettrica baritona _ chitarra semiacustica _ electtronica (in Movimenti Focali - Part I)
Tiziano Milano _ field recordings _ manipolazione digitale _ laptop _ elettronica (in Movimenti Focali - Part II)
Gino Robair _ buchla 200e sintetizzatore modulare _ eurorack modules _ blippoo box _ percussione _ archetto su piatto (in Movimenti Focali - Part II)
Massimo Discepoli _ chitarra elettrica _ basso elettrico _ elettronica (in La Strada per il Ponte delle Rane)
Davide Merlino _ vibrafono preparato _ tubo sonoro _ piatti (in Saiph incontra gli Assyti)
A dispetto di una copertina un po' heavy metal, opera dell'artista Giovanni Tamponi, Massa Sonora Concentrata è un giovane duo sperimentale, composto dal siciliano Gioele Tolu e il sardo Stefano Muscas. La musica è estremamente materica e senza molte concessioni, ma non per questo il lavoro risulta cacofonico o di difficile assimilazione. Ci si muove in un ambito in qualche modo figlio della musica concreta, ma diversamente dalla storica scuola di Pierre Shaeffer, per la quale il suono doveva essere sempre irriconoscibile, qui non è una necessità fondamentale, giustamente, così i vari accostamenti e materiali compositivi vedono insieme field recordings, suoni analogici, modulazioni elettroniche e rumorismo industriale, in un tessuto variegato e ben amalgamato. La presenza degli ospiti non fa che aumentare i pregi di queste registrazioni.
"(...) Una produzione così stramba non poteva che approdare tra le mani di Stefano Giust per la sua etichetta Setola Di Maiale. Gioele Tolu e Stefano Muscas sono le due persone che si celano dietro questo progetto, e sono sardi, un dettaglio per nulla irrilevante se consideriamo che è dal quel territorio che ultimamente giungono le idee più oscure e sperimentali (leggasi Trasponsonic). Leggendo tutta la strumentazione utilizzata (molta della quale insolita e inusuale) si potrebbe rimanere sia entusiasti, sia confusi, un po’ come perdersi dentro un labirinto conoscendo però la via d’uscita. Questa nuragica architettura è stata confezionata assemblando tutta una serie di rumori – alcuni provenienti da catene, oggettistica metallica e registrazioni ambientali, come ad esempio l’acqua che sgorga da una sorgente – dandole così un’ossatura solida, ottenendo quel che si direbbe un’esotica massa sonora concentrata: misteriosa come la teoria che lega quella terra al mito di Atlantide, rurale come le aspre colline rocciose bruciate dal sole e modellate da un vento radioattivo (“Miscela Gassosa”). Musica concreta che spesso riesce perfino ad avere una forma armonica ben delineata, descrivendo inquietanti rituali esoterici (“Albert Fish”) e scenari dark ambient dal retrogusto cinematico/noir anni Venti (“Movimenti Focali Part I”, mentre Part II, supportata da tappeti drone e infarcita da ferramenta sempre posta nel momento adatto, si sviluppa tra sinuose fluidità, fischietti e campanacci). Si fa fatica a dare una catalogazione, il disco entra ed esce con disinvoltura fra i tanti generi di non-musica, quindi restiamo in uno sperimentale sì, ma con vette che sconfinano nell’idro-avanguardia alla Tomoko Sauvage (Saiph incontra gli Assyti) e nel post-industrial più estremo di Shine On Your Crazy People. Boe non è per nulla ostico come può sembrare, tra i migliori miei ascolti italiani di questo 2015." Massimiliano Mercurio, The White Noise, 2015.
"(...) Un album prodotto da Setole Di Maiale non è mai un’operazione commerciale, non è mai la semplice avanguardia pura ma la trans-avanguardia, la linea che interseca le linee, lo spazio geometrico che si incurva, si definisce netto ma contorto, attraversa orizzonti sonori ed il duo sardo, Massa Sonora Concentrata, fedeli alla linea in “Boe” hanno eseguito il compito con puntuale meticolosità. Avanguardia ma non fine a se stessa: nelle nove tracce l’esordio sui solchi imprime una gamma sonora di puro noise, rumori esterni, ambienti indefiniti e indefinibili, un incontro tra il jazz improvvisato e il noise puro. “Boe Muliache” e “Miscela Gassosa” nel rumore, nella sensazione di un’apparire al di fuori da luoghi e schemi, preparano la fase successiva dell’album. Allora e solo allora l’ambient entra prepotente nel pieno dei suoi aggettivi, basi scure, rumori ciclici e siderurgici, droni maledetti che sporcano l’aria, uno smog sonoro molto forte in “Albert Fish”, liquido (e ci sta tutto …), in “Canal Grande”, ritmico e armonico in “La Strada Per Il Ponte Delle Rane”, la stessa sensazione che, nascendo in un’isola a sé stante, come la Sardegna, il duo abbia maturato nel suono una strana, plausibile, forma di armonia ‘new-age’. Campanacci, suoni distaccati, presenze bovine e un nero profondo, dall’isola volano tra nubi psichedeliche sino a incontrare le alte vette himalayane, il Nepal dei sincretismi spirituali: matrici inverosimili, ma rafforzate sul campo. Parlare di musica ostica sarebbe fare torto a un disco invece molto adatto a un incontro con la danza: contemporaneo, pronto a guardare avanti e oltre, “Boe” è disco figlio del suo tempo e dei tempi che verranno dove, a volte e con ragione, è richiesto quel piccolo sforzo mentale per andare oltre cortine e facili conclusioni." Nicola Tenani, Sounds Behind The Corner, 2015.
"(...) È ormai chiaro che in Sardegna le cose migliori e più innovative stanno arrivando dalla scena elettronica sperimentale, sia essa di matrice accademica sia quella più spontanea e situazionista appartenente a correnti industrial e zone limitrofe. Massa Sonora Concentrata è un duo di sperimentatori sonori formato da Stefano Muscas e da Gioele Tolu che per l’occasione vengono affiancati da musicisti dalla stessa indole come?Tiziano Milani, Massimo Discepoli, Davide Merlino. Alessandro Seravalle e ?Gino Robair (from California). Boe (composto tra il 2013 e il 2014 ma assemblato e definito nel luglio del 2015, disponibile sia in formato digitale sia in formato fisico) è un progetto che conferma che avanguardia e sperimentazione possono idealmente convivere con il tessuto geografico di produzione. È una svolta non da poco se pensiamo alla distanza che separa il mondo arcaico della Sardegna dal mondo digitale contemporaneo. In realtà questa convinzione è una gabbia culturale che, per fortuna, sta crollando grazie anche a progetti come Boe che si pone come obiettivo (credo) quello di rimodellare i suoni della terra e del proprio bagaglio genetico attraverso iniezioni di noise, elettronica, field recordings e follia creativa del momento. Esperienze simili ci arrivano da qualche tempo dalle sperimentazioni della scuderia TiConZero, da musicisti poco allineati di matrice industrial come Corrado Altieri e Simon Balestrazzi, da collettivi indefinibili come Transponsonic e da svariati navigatori solitari dispersi nell’isola (senza dimenticare le ultime produzioni di Iosonouncane che affronta la sua personale sfida alla tradizione in modo piuttosto originale). Anche nel caso di Boe ci troviamo di fronte a una scelta sonora che volge lo sguardo verso diverse sponde: quella materica, povera, concreta degli strumenti e dei modi ancestrali e quella liquida, amorfa, astratta, concettuale della coscienza elettronica contemporanea. Va anche detto che trattasi di materiali molto delicati e sensibili che richiedono attenzione e concentrazione: le nove tracce di Boe vanno pertanto manipolate con la dovuta cautela e con il giusto rispetto. Sono suoni duri, aspri, massicci, spesso fastidiosi, mai inutili e superflui. Per tormentoni estivi e motivetti spensierati meglio rivolgersi altrove." Claudio Loi, Antas, 2015
"(...) In bilico tra natura e artificio, tra un passato ancora vivo e un futuro sempre più caotico. “Boe” si muove costantemente su questa dicotomia, riuscendo a creare un cortocircuito spazio-temporale in cui elementi apparentemente inconciliabili si incontrano dando vita a qualcosa di inatteso. Autori di questo racconto assolutamente complesso e non lineare sono i musicisti sardi Gioele Tolu e Stefano Muscas, riuniti sotto la sigla Massa Sonora Concentrata e coadiuvati da una folta schiera di eccellenti musicisti della scena elettronica sperimentale. Il disco, pubblicato da Setola di Maiale con il contributo di Floating Forest Records , è un caleidoscopio di suoni e rumori che si sovrappongono fondendosi in un turbine materico inarrestabile. “Boe Muliache” e la successiva “Miscela Gassosa” introducono immediatamente gli elementi peculiari di questo atipico viaggio costituito da sonorità che arrivano dalla tradizione dell’isola a cui si affiancano convulse trame elettroacustiche, il tutto manipolato fino a divenire materia informe plasmata dai vari contenitori/traccia. Così se nel dittico iniziale domina la componente territoriale, nella successiva “Albert Fish” subentra un incedere oscuro e misterioso. Il senso di mistero infonde anche i successivi due capitoli di “Movimenti focali”, il secondo dei quali apre alle liquide atmosfere alla base di “Canal Grande”. La parte conclusiva dell’album presenta due episodi più vicini ad atmosfere ambientali più convenzionali in cui emergono echi di misticismo orientale, ma è solo una parentesi che viene chiusa dal finale caos di “Shine On Your Crazy People”. Da ascoltare con estrema attenzione, “Boe” è sicuramente un lavoro ostico, lontano dalla ricerca della melodia armoniosa e per questo assolutamente non adatto a chi cerca suoni da assimilare con immediatezza e semplicità. Un disco coraggioso, che contiene la volontà di costruire un racconto affascinante capace di coniugare le proprie radici alla visione di un mondo sempre più dominato da un progresso tutt’altro che sostenibile." So What, 2015.
"(...) Nel considerare gli impulsi della musica elettronica ed elettroacustica in Italia non si può fare a meno di esaminare i risultati odierni: la sperimentazione oggi è diventata capillare e a portata d'uomo, spesso non passa dalle sedi accademiche o comunque didattiche, l'area in cui viene esercitata investe una quantità di elementi musicali che provengono da fonti differenti che si fondono non appena vengono abbattute le regole. Ne viene fuori un panorama composito, regionalmente segmentato, con un pubblico selezionato, ma anche difficile da seguire a causa dell'elevato numero di attori e la mancanza di un filtro critico che faccia una buona selezione delle iniziative artistiche. La bontà di un progetto si basa anche e soprattutto sulla creazione di un tema (esplicito o sottaciuto che sia) che possa garantire un sostegno alla creatività musicale: è il caso di questo giovanissimo abbinamento fatto tra due percussionisti viventi in Sardegna, che propongono un lavoro che non disdegnerebbe gli ambienti di studio. Gioele Tolu e Stefano Muscas, grazie alla sagace intuizione di Stefano Giust di Setola di Maiale in coproduzione con la Floating Forest di Merlino, registrano per esse quello che può passare per un vero esordio musicale, progettato come Massa Sonora Concentrata. Con una eccentrica copertina d'arte "Boe" ha un significato molto più profondo di quello che a primo udito si può percepire; totalmente manipolato nella strumentazione, nell'inserimento di registrazioni extra studio, di chitarre e percussioni processate, "Boe" punta sulla stranezza del suono per camuffare un disagio ambientale ed umano; resti sonori dell'aria di campagna (discretamente puntualizzati con campanelle e ragli somari atomizzati) aprono ad una struttura elettroacustica appositamente chiassosa, prima infestata dall'evoluzione industriale (in Miscela Gassosa il tema schafferiano viene ripreso nella parte in cui si odono i fischi dei treni), per poi entrare in uno strapazzo elettroacustico che sembra presagire una contaminazione esterna non voluta e pericolosa. La successiva apre una fase di attesa e catapulta le idee: Albert Fish si muove su un loop di base non lontano parente del One of these days pinkfloydiano, ma è immersa in un clima diverso, poiché la denuncia sociale sembra spostarsi anche sulla sicurezza vista negli uomini, utilizzando la figura del più famoso serial killer della storia, noto per il suo cannibalismo; è una vicenda che comunque dura poco poiché la costruzione di un loop che farebbe felice il Peter Gabriel di Biko, in Movimenti Focali ristabilisce l'equilibrio ambientale; tanti effetti di digitalizzazione strumentale (Alessandro Seravalle aggiunge chitarre baritone che diventano bassi o tromboni) ed un clima di sospensione, determinato dagli interventi di Tiziano Milano e dal buchla di Gino Robair, alleviano l'asprezza. I 14 minuti accattivanti di Movimenti Focali danno il posto ad una sintetizzazione elettro-acustica mirata ad un probabile coinvolgimento del tema dei canali e delle strade: Canal Grande individua uno scorrere acquifero che è sempre circondato da un patchwork sonoro oscuro, gravemente basso, quasi una modificazione genetica, mentre La strada per il ponte delle rane, impreziosita dal basso profondo di Massimo Discepoli, è inquisitoria nella sua struttura e beneficia di un ottimo ritrovato percussivo. Decisamente più cosmica è l'aria che si respira in Saiph incontra gli Assyti, un'accurata preparazione ambientale con la partecipazione essenziale del vibrafono di Davide Merlino, che aleggia sul brano per proporre un contrasto tra una delle stelle più luminose del cosmo e una popolazione inadeguata a fronteggiarlo." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
"(...) È terra estrema la Sardegna, in senso geografico e culturale, terra di confine e di confini. Se dall’isola ci sono spesso giunti clangori post-industriali e complesse strutture improvvisative, stavolta ascoltiamo un lavoro che sembra applicare ai suoni dei primi l’attitudine compositiva dei secondi, segno di quanto i limit, almeno da quelle parti, siano labili. Stefano Muscas lo abbiamo conosciuto un paio di anni fa come batterista de Il Cotone di Fukushima, progetto impro-rock ancora acerbo ma che evidentemente ha dato i suoi frutti; ora, con Giole Tolu ad affiancarlo ed una nuova ragione sociale, trova casa presso la Setola Di Maiale, segno che, qualche volta, le cose vanno come devono andare e spiriti affini finiscono per incontrarsi. Il parco strumenti di Massa Sonora Concentrata, questo il nome scelto del duo, è una tal wunderkammer che, se dovessi invetariarla per filo e per segno, arriverei tranquillamente a fondo pagina. Vi basti sapere che, oltre a strumenti tradizionali a percussione, a corde ed elettrici (maneggiati anche da alcuni ospiti), ne troviamo di decisamente insoliti (seghe ad arco, hank drum, caxixi…) e una gran quantità di non-strumenti (giocattoli, sassi, palloncini, cortecce, scarpe…) che più di tutto danno la misura di cosa sia Boe. È infatti questo un gioco fatto con lo spirito serio e curioso di un bambino, che saggia i limiti acustici di ogni oggetto e gli cerca una collocazione all’interno di composizioni libere ma non casuali, escludendo quasi completamente i vuoti che spesso caratterizzano questo tipo di musica: siamo davvero al cospetto di una massa sonora concentrata e l’idea è che questo sia uno spettacolo da vedere, oltre che da sentire. Misura di ciò ce la dà perfettamente il secondo brano dell’album, Miscela Gassosa: non so dirvi quali siano gli strumenti impiegati (soprattutto fiati propri e…impropri, direi), ma l’impressione è quella di musica ottenuta manipolando un organismo vivente, facendogli produrre un’infinita quantità di suoni secondo uno schema decisamente free ma che, attraverso il ritorno di alcuni fraseggi riconoscibili, sembra ipotizzare un’idea di jazz, per quanto anomalo. Tuttavia non c’è solo questo in Boe: Movimenti Focali ripercorre la storia dell’isola mettendo a confronto percussioni che richiamano antichi riti con stridori industriali, scampanellii pastorali ed echi jazz, Movimenti Focali Pt. 2 e Canal Grande segnano un momento di quiete dove soundscapes intimisti e minimali vengono screziati da frammenti di rumore, rumore che si prende la ribalta sovrastando le melodie di La Strada Per Il Ponte Delle Rane e marchiando la conclusiva Shine On You Crazy People, titolo che fa il verso a REM e Pink Floyd e suono che mette in scena una piccola catastrofe rock in stile Sightings. Verrebbe da definire Boe un’opera matura, ma sarebbe farle un torto: non mi pare sia a questo che i due musicisti aspirano, quanto a dar vita a una musica mobile, che si mette continuamente in gioco, con le idee chiare eppure perennemente sfuggente. Se è così, se davvero questo è l’intento, dire che al momento ci stanno decisamente riuscendo." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2015.
"(...) Vero e proprio cinema per l'orecchio (di lisergica rarefazione increspata) quello proposto dal duo Gioele Tolu / Stefano Muscas (un bestiario di corde, percussioni e metalli, oggetti, samples e field recordings). Nove tracciati sperimentali che inglobano riverberi della propria terra (la Sardegna), filamenti di noise, cupezze post industrial ed elettroacusticherie assortite. Sintesi e visione, performance istantanea e manipolazione post. Polverizza/disperde/organizza una moltitudine di segnali il duo, avvalendosi di ulteriori contributi generati da: Alessandro Seravalle, Tiziano Milani, Massimo Discepoli, Davide Merlino e dalla California Gino Robair. Azione concreta, circostante in riverbero alienato, cut-up e pratiche impro. Timpani in vibrazione partecipe, fra campane/campanelle/campanacci (non distanti dal tintinnio rituale di Bali). Progressioni minimali, aspra contemporaneità e panoramiche infrante/ricomposte. Massa radicale che tutto contempla e ingloba ma in nulla s'impantana. Fra le migliori uscite dell'anno." Marco Carcasi, Kathodik 2015.
01 _ Boe Muliache 5:26
02 _ Miscela Gassosa 9:07
03 _ Albert Fish 4:31
04 _ Movimenti Focali - Part I 3:38
05 _ Movimenti Focali - Part II 10:48
06 _ Canal Grande 6:20
07 _ La Strada per il Ponte delle Rane 4:20
08 _ Saiph incontra gli Assyti 4:54
09 _ Shine on your Crazy People 1:43
(C) + (P) 2015
SOLD OUT
Gioele Tolu _ electric guitar _ electric bass _ prepared classical guitar _ electronics _ effects _ digital manipulation _ samples _ field recordings _ hank drum _ cajón _ glockenspiel _ snare drum _ bar chimes _ alpine bells _ prepared percussion _ prepared cymbals _ whistles _ balloons _ toys _ chains _ necklaces _ pawns _ steel bar _ bowls _ stones _ barks _ branches _ voices
Stefano Muscas _ trimpanu _ djembè _ musical saw _ ratchet _ hank drum _ caxixi _ zuffolo _ cymbal _ bar chimes _ alpine bells _ prepared percussion _ prepared cymbals _ whistles _ party trumpets _ balloons _ toys _ chains _ necklaces _ steel bar _ bowls _ stones _ barks _ branches _ shoes _ voices
guests:
Alessandro Seravalle _ electric guitar _ electric baritone guitar _ semi-acoustic guitar _ electronics (on Movimenti Focali - Part I)
Tiziano Milano _ field recordings _ digital manipulation _ laptop _ electronics (on Movimenti Focali - Part II)
Gino Robair _ buchla 200e modular synthetizer _ eurorack modules _ blippoo box _ percussion _ bowed cymbal (on Movimenti Focali - Part II)
Massimo Discepoli _ electric guitar _ electric bass _ electronics (on La Strada per il Ponte delle Rane)
Davide Merlino _ prepared vibes _ pipe phones _ cymbals (on Saiph incontra gli Assyti)
In spite of a cover a bit heavy metal, work by Giovanni Tamponi, Massa Sonora Concentrata is a young experimental duo, composed by Gioele Tolu (Sicilian) and Stefano Muscas (Sardinian). The music is extremely materic and without many concessions, but it doesn't result cacophonous or difficult to assimilate. They move in an area that is, somehow, son of musique concrete, but unlike the historical school of Pierre Shaeffer, for which the sound had to be increasingly unrecognizable, here isn't a fundamental request, rightly. The various combinations of compositional materials with field recordings, analog sounds, electronic modulations and industrial sounds are organized here in a varied and well blended texture. The presence of the guests adds precious interventions to these recordings.
"(...) Una produzione così stramba non poteva che approdare tra le mani di Stefano Giust per la sua etichetta Setola Di Maiale. Gioele Tolu e Stefano Muscas sono le due persone che si celano dietro questo progetto, e sono sardi, un dettaglio per nulla irrilevante se consideriamo che è dal quel territorio che ultimamente giungono le idee più oscure e sperimentali (leggasi Trasponsonic). Leggendo tutta la strumentazione utilizzata (molta della quale insolita e inusuale) si potrebbe rimanere sia entusiasti, sia confusi, un po’ come perdersi dentro un labirinto conoscendo però la via d’uscita. Questa nuragica architettura è stata confezionata assemblando tutta una serie di rumori – alcuni provenienti da catene, oggettistica metallica e registrazioni ambientali, come ad esempio l’acqua che sgorga da una sorgente – dandole così un’ossatura solida, ottenendo quel che si direbbe un’esotica massa sonora concentrata: misteriosa come la teoria che lega quella terra al mito di Atlantide, rurale come le aspre colline rocciose bruciate dal sole e modellate da un vento radioattivo (“Miscela Gassosa”). Musica concreta che spesso riesce perfino ad avere una forma armonica ben delineata, descrivendo inquietanti rituali esoterici (“Albert Fish”) e scenari dark ambient dal retrogusto cinematico/noir anni Venti (“Movimenti Focali Part I”, mentre Part II, supportata da tappeti drone e infarcita da ferramenta sempre posta nel momento adatto, si sviluppa tra sinuose fluidità, fischietti e campanacci). Si fa fatica a dare una catalogazione, il disco entra ed esce con disinvoltura fra i tanti generi di non-musica, quindi restiamo in uno sperimentale sì, ma con vette che sconfinano nell’idro-avanguardia alla Tomoko Sauvage (Saiph incontra gli Assyti) e nel post-industrial più estremo di Shine On Your Crazy People. Boe non è per nulla ostico come può sembrare, tra i migliori miei ascolti italiani di questo 2015." Massimiliano Mercurio, The White Noise, 2015.
"(...) Un album prodotto da Setole Di Maiale non è mai un’operazione commerciale, non è mai la semplice avanguardia pura ma la trans-avanguardia, la linea che interseca le linee, lo spazio geometrico che si incurva, si definisce netto ma contorto, attraversa orizzonti sonori ed il duo sardo, Massa Sonora Concentrata, fedeli alla linea in “Boe” hanno eseguito il compito con puntuale meticolosità. Avanguardia ma non fine a se stessa: nelle nove tracce l’esordio sui solchi imprime una gamma sonora di puro noise, rumori esterni, ambienti indefiniti e indefinibili, un incontro tra il jazz improvvisato e il noise puro. “Boe Muliache” e “Miscela Gassosa” nel rumore, nella sensazione di un’apparire al di fuori da luoghi e schemi, preparano la fase successiva dell’album. Allora e solo allora l’ambient entra prepotente nel pieno dei suoi aggettivi, basi scure, rumori ciclici e siderurgici, droni maledetti che sporcano l’aria, uno smog sonoro molto forte in “Albert Fish”, liquido (e ci sta tutto …), in “Canal Grande”, ritmico e armonico in “La Strada Per Il Ponte Delle Rane”, la stessa sensazione che, nascendo in un’isola a sé stante, come la Sardegna, il duo abbia maturato nel suono una strana, plausibile, forma di armonia ‘new-age’. Campanacci, suoni distaccati, presenze bovine e un nero profondo, dall’isola volano tra nubi psichedeliche sino a incontrare le alte vette himalayane, il Nepal dei sincretismi spirituali: matrici inverosimili, ma rafforzate sul campo. Parlare di musica ostica sarebbe fare torto a un disco invece molto adatto a un incontro con la danza: contemporaneo, pronto a guardare avanti e oltre, “Boe” è disco figlio del suo tempo e dei tempi che verranno dove, a volte e con ragione, è richiesto quel piccolo sforzo mentale per andare oltre cortine e facili conclusioni." Nicola Tenani, Sounds Behind The Corner, 2015.
"(...) È ormai chiaro che in Sardegna le cose migliori e più innovative stanno arrivando dalla scena elettronica sperimentale, sia essa di matrice accademica sia quella più spontanea e situazionista appartenente a correnti industrial e zone limitrofe. Massa Sonora Concentrata è un duo di sperimentatori sonori formato da Stefano Muscas e da Gioele Tolu che per l’occasione vengono affiancati da musicisti dalla stessa indole come?Tiziano Milani, Massimo Discepoli, Davide Merlino. Alessandro Seravalle e ?Gino Robair (from California). Boe (composto tra il 2013 e il 2014 ma assemblato e definito nel luglio del 2015, disponibile sia in formato digitale sia in formato fisico) è un progetto che conferma che avanguardia e sperimentazione possono idealmente convivere con il tessuto geografico di produzione. È una svolta non da poco se pensiamo alla distanza che separa il mondo arcaico della Sardegna dal mondo digitale contemporaneo. In realtà questa convinzione è una gabbia culturale che, per fortuna, sta crollando grazie anche a progetti come Boe che si pone come obiettivo (credo) quello di rimodellare i suoni della terra e del proprio bagaglio genetico attraverso iniezioni di noise, elettronica, field recordings e follia creativa del momento. Esperienze simili ci arrivano da qualche tempo dalle sperimentazioni della scuderia TiConZero, da musicisti poco allineati di matrice industrial come Corrado Altieri e Simon Balestrazzi, da collettivi indefinibili come Transponsonic e da svariati navigatori solitari dispersi nell’isola (senza dimenticare le ultime produzioni di Iosonouncane che affronta la sua personale sfida alla tradizione in modo piuttosto originale). Anche nel caso di Boe ci troviamo di fronte a una scelta sonora che volge lo sguardo verso diverse sponde: quella materica, povera, concreta degli strumenti e dei modi ancestrali e quella liquida, amorfa, astratta, concettuale della coscienza elettronica contemporanea. Va anche detto che trattasi di materiali molto delicati e sensibili che richiedono attenzione e concentrazione: le nove tracce di Boe vanno pertanto manipolate con la dovuta cautela e con il giusto rispetto. Sono suoni duri, aspri, massicci, spesso fastidiosi, mai inutili e superflui. Per tormentoni estivi e motivetti spensierati meglio rivolgersi altrove." Claudio Loi, Antas, 2015
"(...) In bilico tra natura e artificio, tra un passato ancora vivo e un futuro sempre più caotico. “Boe” si muove costantemente su questa dicotomia, riuscendo a creare un cortocircuito spazio-temporale in cui elementi apparentemente inconciliabili si incontrano dando vita a qualcosa di inatteso. Autori di questo racconto assolutamente complesso e non lineare sono i musicisti sardi Gioele Tolu e Stefano Muscas, riuniti sotto la sigla Massa Sonora Concentrata e coadiuvati da una folta schiera di eccellenti musicisti della scena elettronica sperimentale. Il disco, pubblicato da Setola di Maiale con il contributo di Floating Forest Records , è un caleidoscopio di suoni e rumori che si sovrappongono fondendosi in un turbine materico inarrestabile. “Boe Muliache” e la successiva “Miscela Gassosa” introducono immediatamente gli elementi peculiari di questo atipico viaggio costituito da sonorità che arrivano dalla tradizione dell’isola a cui si affiancano convulse trame elettroacustiche, il tutto manipolato fino a divenire materia informe plasmata dai vari contenitori/traccia. Così se nel dittico iniziale domina la componente territoriale, nella successiva “Albert Fish” subentra un incedere oscuro e misterioso. Il senso di mistero infonde anche i successivi due capitoli di “Movimenti focali”, il secondo dei quali apre alle liquide atmosfere alla base di “Canal Grande”. La parte conclusiva dell’album presenta due episodi più vicini ad atmosfere ambientali più convenzionali in cui emergono echi di misticismo orientale, ma è solo una parentesi che viene chiusa dal finale caos di “Shine On Your Crazy People”. Da ascoltare con estrema attenzione, “Boe” è sicuramente un lavoro ostico, lontano dalla ricerca della melodia armoniosa e per questo assolutamente non adatto a chi cerca suoni da assimilare con immediatezza e semplicità. Un disco coraggioso, che contiene la volontà di costruire un racconto affascinante capace di coniugare le proprie radici alla visione di un mondo sempre più dominato da un progresso tutt’altro che sostenibile." So What, 2015.
"(...) Nel considerare gli impulsi della musica elettronica ed elettroacustica in Italia non si può fare a meno di esaminare i risultati odierni: la sperimentazione oggi è diventata capillare e a portata d'uomo, spesso non passa dalle sedi accademiche o comunque didattiche, l'area in cui viene esercitata investe una quantità di elementi musicali che provengono da fonti differenti che si fondono non appena vengono abbattute le regole. Ne viene fuori un panorama composito, regionalmente segmentato, con un pubblico selezionato, ma anche difficile da seguire a causa dell'elevato numero di attori e la mancanza di un filtro critico che faccia una buona selezione delle iniziative artistiche. La bontà di un progetto si basa anche e soprattutto sulla creazione di un tema (esplicito o sottaciuto che sia) che possa garantire un sostegno alla creatività musicale: è il caso di questo giovanissimo abbinamento fatto tra due percussionisti viventi in Sardegna, che propongono un lavoro che non disdegnerebbe gli ambienti di studio. Gioele Tolu e Stefano Muscas, grazie alla sagace intuizione di Stefano Giust di Setola di Maiale in coproduzione con la Floating Forest di Merlino, registrano per esse quello che può passare per un vero esordio musicale, progettato come Massa Sonora Concentrata. Con una eccentrica copertina d'arte "Boe" ha un significato molto più profondo di quello che a primo udito si può percepire; totalmente manipolato nella strumentazione, nell'inserimento di registrazioni extra studio, di chitarre e percussioni processate, "Boe" punta sulla stranezza del suono per camuffare un disagio ambientale ed umano; resti sonori dell'aria di campagna (discretamente puntualizzati con campanelle e ragli somari atomizzati) aprono ad una struttura elettroacustica appositamente chiassosa, prima infestata dall'evoluzione industriale (in Miscela Gassosa il tema schafferiano viene ripreso nella parte in cui si odono i fischi dei treni), per poi entrare in uno strapazzo elettroacustico che sembra presagire una contaminazione esterna non voluta e pericolosa. La successiva apre una fase di attesa e catapulta le idee: Albert Fish si muove su un loop di base non lontano parente del One of these days pinkfloydiano, ma è immersa in un clima diverso, poiché la denuncia sociale sembra spostarsi anche sulla sicurezza vista negli uomini, utilizzando la figura del più famoso serial killer della storia, noto per il suo cannibalismo; è una vicenda che comunque dura poco poiché la costruzione di un loop che farebbe felice il Peter Gabriel di Biko, in Movimenti Focali ristabilisce l'equilibrio ambientale; tanti effetti di digitalizzazione strumentale (Alessandro Seravalle aggiunge chitarre baritone che diventano bassi o tromboni) ed un clima di sospensione, determinato dagli interventi di Tiziano Milano e dal buchla di Gino Robair, alleviano l'asprezza. I 14 minuti accattivanti di Movimenti Focali danno il posto ad una sintetizzazione elettro-acustica mirata ad un probabile coinvolgimento del tema dei canali e delle strade: Canal Grande individua uno scorrere acquifero che è sempre circondato da un patchwork sonoro oscuro, gravemente basso, quasi una modificazione genetica, mentre La strada per il ponte delle rane, impreziosita dal basso profondo di Massimo Discepoli, è inquisitoria nella sua struttura e beneficia di un ottimo ritrovato percussivo. Decisamente più cosmica è l'aria che si respira in Saiph incontra gli Assyti, un'accurata preparazione ambientale con la partecipazione essenziale del vibrafono di Davide Merlino, che aleggia sul brano per proporre un contrasto tra una delle stelle più luminose del cosmo e una popolazione inadeguata a fronteggiarlo." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
"(...) È terra estrema la Sardegna, in senso geografico e culturale, terra di confine e di confini. Se dall’isola ci sono spesso giunti clangori post-industriali e complesse strutture improvvisative, stavolta ascoltiamo un lavoro che sembra applicare ai suoni dei primi l’attitudine compositiva dei secondi, segno di quanto i limit, almeno da quelle parti, siano labili. Stefano Muscas lo abbiamo conosciuto un paio di anni fa come batterista de Il Cotone di Fukushima, progetto impro-rock ancora acerbo ma che evidentemente ha dato i suoi frutti; ora, con Giole Tolu ad affiancarlo ed una nuova ragione sociale, trova casa presso la Setola Di Maiale, segno che, qualche volta, le cose vanno come devono andare e spiriti affini finiscono per incontrarsi. Il parco strumenti di Massa Sonora Concentrata, questo il nome scelto del duo, è una tal wunderkammer che, se dovessi invetariarla per filo e per segno, arriverei tranquillamente a fondo pagina. Vi basti sapere che, oltre a strumenti tradizionali a percussione, a corde ed elettrici (maneggiati anche da alcuni ospiti), ne troviamo di decisamente insoliti (seghe ad arco, hank drum, caxixi…) e una gran quantità di non-strumenti (giocattoli, sassi, palloncini, cortecce, scarpe…) che più di tutto danno la misura di cosa sia Boe. È infatti questo un gioco fatto con lo spirito serio e curioso di un bambino, che saggia i limiti acustici di ogni oggetto e gli cerca una collocazione all’interno di composizioni libere ma non casuali, escludendo quasi completamente i vuoti che spesso caratterizzano questo tipo di musica: siamo davvero al cospetto di una massa sonora concentrata e l’idea è che questo sia uno spettacolo da vedere, oltre che da sentire. Misura di ciò ce la dà perfettamente il secondo brano dell’album, Miscela Gassosa: non so dirvi quali siano gli strumenti impiegati (soprattutto fiati propri e…impropri, direi), ma l’impressione è quella di musica ottenuta manipolando un organismo vivente, facendogli produrre un’infinita quantità di suoni secondo uno schema decisamente free ma che, attraverso il ritorno di alcuni fraseggi riconoscibili, sembra ipotizzare un’idea di jazz, per quanto anomalo. Tuttavia non c’è solo questo in Boe: Movimenti Focali ripercorre la storia dell’isola mettendo a confronto percussioni che richiamano antichi riti con stridori industriali, scampanellii pastorali ed echi jazz, Movimenti Focali Pt. 2 e Canal Grande segnano un momento di quiete dove soundscapes intimisti e minimali vengono screziati da frammenti di rumore, rumore che si prende la ribalta sovrastando le melodie di La Strada Per Il Ponte Delle Rane e marchiando la conclusiva Shine On You Crazy People, titolo che fa il verso a REM e Pink Floyd e suono che mette in scena una piccola catastrofe rock in stile Sightings. Verrebbe da definire Boe un’opera matura, ma sarebbe farle un torto: non mi pare sia a questo che i due musicisti aspirano, quanto a dar vita a una musica mobile, che si mette continuamente in gioco, con le idee chiare eppure perennemente sfuggente. Se è così, se davvero questo è l’intento, dire che al momento ci stanno decisamente riuscendo." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2015.
"(...) Vero e proprio cinema per l'orecchio (di lisergica rarefazione increspata) quello proposto dal duo Gioele Tolu / Stefano Muscas (un bestiario di corde, percussioni e metalli, oggetti, samples e field recordings). Nove tracciati sperimentali che inglobano riverberi della propria terra (la Sardegna), filamenti di noise, cupezze post industrial ed elettroacusticherie assortite. Sintesi e visione, performance istantanea e manipolazione post. Polverizza/disperde/organizza una moltitudine di segnali il duo, avvalendosi di ulteriori contributi generati da: Alessandro Seravalle, Tiziano Milani, Massimo Discepoli, Davide Merlino e dalla California Gino Robair. Azione concreta, circostante in riverbero alienato, cut-up e pratiche impro. Timpani in vibrazione partecipe, fra campane/campanelle/campanacci (non distanti dal tintinnio rituale di Bali). Progressioni minimali, aspra contemporaneità e panoramiche infrante/ricomposte. Massa radicale che tutto contempla e ingloba ma in nulla s'impantana. Fra le migliori uscite dell'anno." Marco Carcasi, Kathodik 2015.
01 _ Boe Muliache 5:26
02 _ Miscela Gassosa 9:07
03 _ Albert Fish 4:31
04 _ Movimenti Focali - Part I 3:38
05 _ Movimenti Focali - Part II 10:48
06 _ Canal Grande 6:20
07 _ La Strada per il Ponte delle Rane 4:20
08 _ Saiph incontra gli Assyti 4:54
09 _ Shine on your Crazy People 1:43
(C) + (P) 2015