MONDEGREEN
MONDEGREEN (Adolfo La Volpe, Pierpaolo Martino, Giacomo Mongelli)
SOLD OUT
Adolfo La Volpe _ chitarra elettrica _ elettronica
Pierpaolo Martino _ basso elettrico _ elettronica
Giacomo Mongelli _ batteria _ oggetti
Un bel trio elettrico in questo disco registrato in studio: creativo, potente e in grado di integrare felicemente diversi atteggiamenti nel suo edificio sonoro: jazz, rock e improvvisazione libera.
"(...) Disco del mese di Musica Jazz, settembre 2016.
"(...) Il disco pubblicato già alla fine dello scorso anno, offre raffinate suggestioni sin dal titolo, che allude apertamente a una funzione di "ponte" - non di certo volontariamente assunta - tra il mondo del post-rock e altri universi possibili (nella musica di oggi) richiamando nel titolo l'"effetto mondegreen", vale a dire l'espressione coniata dalla scrittrce americana Sylvia Wright, che vuole indicare l'errata percezione di una frase (specialmente di un verso di una canzone) in tal modo ricondotta a un significato diverso, apparentemente omofono. Sicchè nell'album si ritrovano influenze esplicitamente dichiarate (Bill Frisell, Fred Frith, Melvin Gibbs) o soggiacenti (impossibile prestare ascolto all'enciclopedico mondo sonoro di La Volpe senza tornare con la memoria al metalinguaggio chitarristico di David Torn) acconciate abilmente (e in modo del tutto personale) in una riuscita fusione, che procede con incedere sicuro, senza strappi nè sbavature. Essa è magnificamente riassunta dal lungo episodio di In-Out-In, ma non mancano nel montaggio piuttosto omogeneo dell'album - in guisa di immaginaria soundtrack ove momenti pià tesi si alternano a cornici rarefatte o passaggi atmosferici - altri momenti di notevole spicco, come Cloudlike, Facing The Music, Taxy (NY 1977). Da ascoltare con estrema attenzione." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2016.
"(...) Per la Setola di Maiale arriva questo pregevole "Mondegreen" del trio barese Adolfo La Volpe (ch.), Pierpaolo Martino (basso el.) e Giacomo Mongelli (percuss.) che ci presenta un pò il conto di quello che oggi si costruisce su queste basi: suonato senza alcuna minima sbavatura, "Mondegreen" contiene le anime della fusione attuale, fatta di mille elementi al suo interno; pur riproponendo modelli stilistici che inequivocabilmente riportano all'ambiente americano, vi è contestualmente una "faccia" meno allineata, che emerge in superficie con soluzioni azzeccate cercate tra effetti di elettronica o abbinamenti strumentali che possono essere ascritti solo alla loro creatività. Prendete ad esempio "Poneytails" che dopo una prima parte che sembra architettata per far rimuginare un album di Frisell, a metà percorso costruisce un ironico gioco tra strumenti ed effetti che scandisce un immaginario, artistico e surreale paesaggio da canyon (pensiero a Morricone?), oppure si pensi ai risultati dell'improvvisazione che il trio esibisce per Bass'n'drum, in cui sembra possibile una parodia di decostruzione del genere ibridato dance. I 12 minuti di "In-out-in" sono i più completi del lavoro, un brano che svela velleità diverse, passando tra cavalcate free, noise, oasi lunari. Suoni ricercati, suoni semplici ma di sostanza figurativa." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
01 _ Cloudlike
02 _ Windows
03 _ Ponytails
04 _ Facing the Music
05 _ Taxy (NY 1977)
06 _ Fat Cat
07 _ Spiritual Gymnastics
08 _ Bass'n'Drums
09 _ In-Out-In
10 _ Three
11 _ 1969
(C) + (P) 2015
SOLD OUT
Adolfo La Volpe _ electric guitar _ electronics
Pierpaolo Martino _ electric bass _ electronics
Giacomo Mongelli _ drums _ objects
A nice electric trio in a studio recordings: creative, powerful and able to incorporate different attitudes in their building of sound: jazz, rock, free improv.
"(...) Album of the month, for Musica Jazz, September 2016.
"(...) Il disco pubblicato già alla fine dello scorso anno, offre raffinate suggestioni sin dal titolo, che allude apertamente a una funzione di "ponte" - non di certo volontariamente assunta - tra il mondo del post-rock e altri universi possibili (nella musica di oggi) richiamando nel titolo l'"effetto mondegreen", vale a dire l'espressione coniata dalla scrittrce americana Sylvia Wright, che vuole indicare l'errata percezione di una frase (specialmente di un verso di una canzone) in tal modo ricondotta a un significato diverso, apparentemente omofono. Sicchè nell'album si ritrovano influenze esplicitamente dichiarate (Bill Frisell, Fred Frith, Melvin Gibbs) o soggiacenti (impossibile prestare ascolto all'enciclopedico mondo sonoro di La Volpe senza tornare con la memoria al metalinguaggio chitarristico di David Torn) acconciate abilmente (e in modo del tutto personale) in una riuscita fusione, che procede con incedere sicuro, senza strappi nè sbavature. Essa è magnificamente riassunta dal lungo episodio di In-Out-In, ma non mancano nel montaggio piuttosto omogeneo dell'album - in guisa di immaginaria soundtrack ove momenti pià tesi si alternano a cornici rarefatte o passaggi atmosferici - altri momenti di notevole spicco, come Cloudlike, Facing The Music, Taxy (NY 1977). Da ascoltare con estrema attenzione." Sandro Cerini, Musica Jazz, 2016.
"(...) Per la Setola di Maiale arriva questo pregevole "Mondegreen" del trio barese Adolfo La Volpe (ch.), Pierpaolo Martino (basso el.) e Giacomo Mongelli (percuss.) che ci presenta un pò il conto di quello che oggi si costruisce su queste basi: suonato senza alcuna minima sbavatura, "Mondegreen" contiene le anime della fusione attuale, fatta di mille elementi al suo interno; pur riproponendo modelli stilistici che inequivocabilmente riportano all'ambiente americano, vi è contestualmente una "faccia" meno allineata, che emerge in superficie con soluzioni azzeccate cercate tra effetti di elettronica o abbinamenti strumentali che possono essere ascritti solo alla loro creatività. Prendete ad esempio "Poneytails" che dopo una prima parte che sembra architettata per far rimuginare un album di Frisell, a metà percorso costruisce un ironico gioco tra strumenti ed effetti che scandisce un immaginario, artistico e surreale paesaggio da canyon (pensiero a Morricone?), oppure si pensi ai risultati dell'improvvisazione che il trio esibisce per Bass'n'drum, in cui sembra possibile una parodia di decostruzione del genere ibridato dance. I 12 minuti di "In-out-in" sono i più completi del lavoro, un brano che svela velleità diverse, passando tra cavalcate free, noise, oasi lunari. Suoni ricercati, suoni semplici ma di sostanza figurativa." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
01 _ Cloudlike
02 _ Windows
03 _ Ponytails
04 _ Facing the Music
05 _ Taxy (NY 1977)
06 _ Fat Cat
07 _ Spiritual Gymnastics
08 _ Bass'n'Drums
09 _ In-Out-In
10 _ Three
11 _ 1969
(C) + (P) 2015