ELEMENTI
LUCA SANTINI / PAOLO SANNA
SOLD OUT
Luca Santini _ cornetta _ oggetti _ silenzio
Paolo Sanna _ batteria preparata _ gong _ silenzio
La parola greca per elementi "stoicheia", si ritrova in Platone nel significato di lettere dell'alfabeto, vale a dire gli elementi primi di ogni parola, nel senso di principio, inizio, componente minimo. L'unione di tali radici determina la nascita delle cose e la loro separazione, la morte. Si tratta perciò di apparenti nascite e apparenti morti, dal momento che l'Essere (le radici) non si crea e non si distrugge, ma è soltanto in continua trasformazione. Queste parole di descrizione del duo, sono perfette per raccontare la musica che inventano, sempre 'disciplinata' e totalmente immersa nella libera improvvisazione.
"(…) Paolo Sanna è prolifico: ha bisogno di comunicare e di far sentire le sue voci. Ha anche bisogno di confrontarsi e scontrarsi con il mondo: quello fisico delle cose ma anche quello immateriale delle sensazioni e delle idee. La sua produzione è ricca, diversificata, mutevole, difficile da seguire, ma sempre riconoscibile e coerente. È il rumore (anzi i rumori) di un artigiano che ogni giorno percuote la sua coscienza; che in ogni momento volge lo sguardo altrove per capire e riflettere. Tutto questo è possibile grazie all’apporto e al comune sentire di altri artisti come lui (e in questi anni gli scambi sono molteplici e diffusi oltre i confini della sua isola) e di organizzatori di idee come quelli dell’etichetta Setola di Maiale: pregiata collezione di “musiche non convenzionali” dove Sanna ha trovato casa e le giuste coordinate per esprimere i suoi tormenti musicali. Stefano Giust, animatore dell’etichetta, ha piena fiducia in Paolo Sanna (l’uomo e l’artista) e il rapporto si esprime ormai oltre la semplice collaborazione musicale. E il connubio con Luca Santini (altro attento esploratore di universi musicali di stanza a Rovereto, profondo nord) è perfetto proprio perché nasce da una lingua comune e dalla stessa volontà di creare senza protocolli, senza prenotazioni o noiosi copioni da rispettare. Elementi (ultima produzione di Santini e Sanna targata Setola) è tutto questo ma anche altro: è ricerca musicale umana e vera, a volte sofferta, spesso indigesta, ma sempre materica e reale, senza subdole sofisticazioni. Si sente in queste 9 tracce il bisogno impellente e primario di sentirsi/ascoltarsi a vicenda, di guardarsi e studiarsi. Una filosofia estetica molto lontana dalla frammentaria e disumana socialità creata dalle nuove tecnologie. Questa è materia che brucia e si consuma, che si trasforma e rinasce sotto nuove forme. Ed è proprio per questo che i silenzi sono altrettanto preziosi rispetto alle masse organiche prodotte dagli oggetti: il silenzio è creazione esso stesso, materia sottratta, annullata, da ricostruire (il buon Cage aveva capito tutto). Per Paolo Sanna (tutta la sua opera lo testimonia ma anche la sua attività di divulgatore e insegnante) la creazione artistica ha senso solo se tra le parti in causa vi è la possibilità di uno scambio reciproco e continuo: non solo tra i musicisti ma anche con chi consumerà questi brani. Quindi uno sforzo enorme per connettersi con le oscure trame del pensiero e dei desideri di chi partecipa all’evento. Questo disco contiene tutti questi elementi: passione, sofferenza, rischio, intelligenza, gioia e dolore. Anzi, come dicevano gli Area: gioia e rivoluzione." Claudio Loi, Antas, 2014.
"(...) È un piacere ritrovare il percussionista Paolo Sanna, stavolta in coppia con Luca Santini, su un’etichetta che per una certa tipologia di artisti, accomunati in realtà più da un comune sentire che da uno stile, rappresenta un approdo naturale. Elementi mette in fila nove tracce assai dense, nonostante siano composte con un armamentario davvero esiguo: cornetta e oggetti per il primo, batteria preparata e gong per il secondo. E silenzio, per entrambi. Spiegano le note di copertina che, nell’accezione di Platone, per elementi si intendono dei componenti minimi, la cui unione dà vita alle cose mentre, va da sé, la disgregazione porta alla morte. Di questo ciclo di continua trasformazione, le nove composizioni rendono perfettamente i due aspetti: celebrano l’esistere e sono consapevoli della caducità; lo fanno attraverso una musica dai toni per lo più cupi, a volte quasi funerei, ma che si aggrappa alla vita con le unghie e con i denti, mettendone in scena il lato più drammatico. Elementi è dunque un disco rumoroso, amelodico, costruito con battiti, sfregamenti e stridori che arrivano a sfiorare il power noise (*3e. pare impossibile sia suonata con soli strumenti acustici) e travalica i confini dell’impro fino a richiamare alla mente mostri sacri della cultura industriale come Ze’v e i Test Dept. Ancora una volta tuttavia i riferimenti stilistici sono insufficienti, forse anche fuorvianti: questa è gente che, da sempre, distilla il suono direttamente dalla realtà, non per il semplice utilizzo degli oggetti come fonti sonore, ma per la capacità di travasare la realtà fisica nel suono; stavolta però attingono a qualcosa che va oltre il sensibile, regalandoci un disco scontroso e meditativo. Un ascolto non facile, neppure piacevole a dirla tutta, ma utile e in qualche modo catartico: la vita fa rumore." Emiliano Zanotti, Sodapop 2014.
"(...) Di oggetti sollecitati e silenzi protratti. “Elementi” è meraviglia acustica, fatta di poco o nulla. Un'azione performativa in tutti i sensi (ogni evento è movimento. Nulla è immobile). Cornetta/oggetti, batteria preparata/gong, Luca Santini e Paolo Sanna (Ongaku 2), se le danno di santa ragione. Legni, pietre, metalli e fiato, fra il trascinare e lo sfregare. Riduzionismo e sequenze ritmiche (di provenienza non occidentale). In fase d'affettamento (i metalli incandescenti della quarta traccia), o gesto/immagine (lo scampanellio/gregge, della quinta). Disciplina, improvvisazione, trasformazione." Marco Carcasi, Kathodik, 2014.
"(…) Una circolare ricerca di nuove sonorità e punti di connessione tra silenzio e rumore. La sensazione a tratti è come camminare al buoi bendati su una superficie difficile e tortuosa: bisogna lasciarsi trasportare fidandosi di chi ci guida sapientemente. L’intelligente lavoro di Paolo Sanna (percussioni e batteria preparata) e Luca Santini ( cornetta e oggetti) è un immaginifico viaggio che vi sorprenderà positivamente. L’etichetta Setola di Maiale aggiunge cosi un altro importante tassello alle sue musiche non convenzionali e un altro disco da avere nella propria fonoteca." Davide Merlino, DrumSetMag, gennaio 2015.
"(...) La palabra griega para ‘elementos’, se encuentra en Platón, en el sentido de las letras del alfabeto, a saber, en primer lugar los elementos de cada palabra, en el sentido de principio, empezar, componente mínimo. La unión de estas raíces llevó a la creación de las cosas, y sus separaciones, la muerte. Esto es por lo tanto, nacimientos y muertes aparentes, ya que no se crea el 'Ser' y tampoco se destruye, tan sólo continúa en transformación. El silencio está más que presente en este trabajo de Luca y Paolo, transformándose en ‘rumores’, en sonidos que concilian unos elementos con otros, luces y oscuridades. No es sencillo hablar de todo ello, de su proceso, su escucha. Solo puedo recomendaros ralentizar el paso, abrir vuestros sentidos e intentar adentraros en ese (otro) mundo que nos proponen, lleno de sutilezas y mágicos momentos." La Cueva Boreal, 2014.
01 _ *1 e. time 2:56
02 _ *2 e. time 2:54
03 _ *3 e. time 3:38
04 _ *4 e. time 6:02
05 _ *5 e. time 3:05
06 _ *6 e. time 4:38
07 _ *7 e. time 4:18
08 _ *8 e. time 3:07
09 _ *9 e. time 3:21
(C) + (P) 2014
SOLD OUT
Luca Santini _ cornet _ objects _ silence
Paolo Sanna _ prepared drum set _ gong _ silence
The Greek word for elements "stoicheia", is found in Plato, in the meaning of letters of the alphabet, namely the first elements of each word, in the sense of principle, beginning, minimum component. The union of these roots determines the birth of all the things and their separation, death. Therefore apparent births and deaths, since the Being (the roots) is not created, nor destroyed, but it is only in continuous transformation. These words well describe the music of this duo. Creativity, self-discipline, free improvisation.
"(…) Paolo Sanna è prolifico: ha bisogno di comunicare e di far sentire le sue voci. Ha anche bisogno di confrontarsi e scontrarsi con il mondo: quello fisico delle cose ma anche quello immateriale delle sensazioni e delle idee. La sua produzione è ricca, diversificata, mutevole, difficile da seguire, ma sempre riconoscibile e coerente. È il rumore (anzi i rumori) di un artigiano che ogni giorno percuote la sua coscienza; che in ogni momento volge lo sguardo altrove per capire e riflettere. Tutto questo è possibile grazie all’apporto e al comune sentire di altri artisti come lui (e in questi anni gli scambi sono molteplici e diffusi oltre i confini della sua isola) e di organizzatori di idee come quelli dell’etichetta Setola di Maiale: pregiata collezione di “musiche non convenzionali” dove Sanna ha trovato casa e le giuste coordinate per esprimere i suoi tormenti musicali. Stefano Giust, animatore dell’etichetta, ha piena fiducia in Paolo Sanna (l’uomo e l’artista) e il rapporto si esprime ormai oltre la semplice collaborazione musicale. E il connubio con Luca Santini (altro attento esploratore di universi musicali di stanza a Rovereto, profondo nord) è perfetto proprio perché nasce da una lingua comune e dalla stessa volontà di creare senza protocolli, senza prenotazioni o noiosi copioni da rispettare. Elementi (ultima produzione di Santini e Sanna targata Setola) è tutto questo ma anche altro: è ricerca musicale umana e vera, a volte sofferta, spesso indigesta, ma sempre materica e reale, senza subdole sofisticazioni. Si sente in queste 9 tracce il bisogno impellente e primario di sentirsi/ascoltarsi a vicenda, di guardarsi e studiarsi. Una filosofia estetica molto lontana dalla frammentaria e disumana socialità creata dalle nuove tecnologie. Questa è materia che brucia e si consuma, che si trasforma e rinasce sotto nuove forme. Ed è proprio per questo che i silenzi sono altrettanto preziosi rispetto alle masse organiche prodotte dagli oggetti: il silenzio è creazione esso stesso, materia sottratta, annullata, da ricostruire (il buon Cage aveva capito tutto). Per Paolo Sanna (tutta la sua opera lo testimonia ma anche la sua attività di divulgatore e insegnante) la creazione artistica ha senso solo se tra le parti in causa vi è la possibilità di uno scambio reciproco e continuo: non solo tra i musicisti ma anche con chi consumerà questi brani. Quindi uno sforzo enorme per connettersi con le oscure trame del pensiero e dei desideri di chi partecipa all’evento. Questo disco contiene tutti questi elementi: passione, sofferenza, rischio, intelligenza, gioia e dolore. Anzi, come dicevano gli Area: gioia e rivoluzione." Claudio Loi, Antas, 2014.
"(...) È un piacere ritrovare il percussionista Paolo Sanna, stavolta in coppia con Luca Santini, su un’etichetta che per una certa tipologia di artisti, accomunati in realtà più da un comune sentire che da uno stile, rappresenta un approdo naturale. Elementi mette in fila nove tracce assai dense, nonostante siano composte con un armamentario davvero esiguo: cornetta e oggetti per il primo, batteria preparata e gong per il secondo. E silenzio, per entrambi. Spiegano le note di copertina che, nell’accezione di Platone, per elementi si intendono dei componenti minimi, la cui unione dà vita alle cose mentre, va da sé, la disgregazione porta alla morte. Di questo ciclo di continua trasformazione, le nove composizioni rendono perfettamente i due aspetti: celebrano l’esistere e sono consapevoli della caducità; lo fanno attraverso una musica dai toni per lo più cupi, a volte quasi funerei, ma che si aggrappa alla vita con le unghie e con i denti, mettendone in scena il lato più drammatico. Elementi è dunque un disco rumoroso, amelodico, costruito con battiti, sfregamenti e stridori che arrivano a sfiorare il power noise (*3e. pare impossibile sia suonata con soli strumenti acustici) e travalica i confini dell’impro fino a richiamare alla mente mostri sacri della cultura industriale come Ze’v e i Test Dept. Ancora una volta tuttavia i riferimenti stilistici sono insufficienti, forse anche fuorvianti: questa è gente che, da sempre, distilla il suono direttamente dalla realtà, non per il semplice utilizzo degli oggetti come fonti sonore, ma per la capacità di travasare la realtà fisica nel suono; stavolta però attingono a qualcosa che va oltre il sensibile, regalandoci un disco scontroso e meditativo. Un ascolto non facile, neppure piacevole a dirla tutta, ma utile e in qualche modo catartico: la vita fa rumore." Emiliano Zanotti, Sodapop 2014.
"(...) Di oggetti sollecitati e silenzi protratti. “Elementi” è meraviglia acustica, fatta di poco o nulla. Un'azione performativa in tutti i sensi (ogni evento è movimento. Nulla è immobile). Cornetta/oggetti, batteria preparata/gong, Luca Santini e Paolo Sanna (Ongaku 2), se le danno di santa ragione. Legni, pietre, metalli e fiato, fra il trascinare e lo sfregare. Riduzionismo e sequenze ritmiche (di provenienza non occidentale). In fase d'affettamento (i metalli incandescenti della quarta traccia), o gesto/immagine (lo scampanellio/gregge, della quinta). Disciplina, improvvisazione, trasformazione." Marco Carcasi, Kathodik, 2014.
"(…) Una circolare ricerca di nuove sonorità e punti di connessione tra silenzio e rumore. La sensazione a tratti è come camminare al buoi bendati su una superficie difficile e tortuosa: bisogna lasciarsi trasportare fidandosi di chi ci guida sapientemente. L’intelligente lavoro di Paolo Sanna (percussioni e batteria preparata) e Luca Santini ( cornetta e oggetti) è un immaginifico viaggio che vi sorprenderà positivamente. L’etichetta Setola di Maiale aggiunge cosi un altro importante tassello alle sue musiche non convenzionali e un altro disco da avere nella propria fonoteca." Davide Merlino, DrumSetMag, gennaio 2015.
"(...) La palabra griega para ‘elementos’, se encuentra en Platón, en el sentido de las letras del alfabeto, a saber, en primer lugar los elementos de cada palabra, en el sentido de principio, empezar, componente mínimo. La unión de estas raíces llevó a la creación de las cosas, y sus separaciones, la muerte. Esto es por lo tanto, nacimientos y muertes aparentes, ya que no se crea el 'Ser' y tampoco se destruye, tan sólo continúa en transformación. El silencio está más que presente en este trabajo de Luca y Paolo, transformándose en ‘rumores’, en sonidos que concilian unos elementos con otros, luces y oscuridades. No es sencillo hablar de todo ello, de su proceso, su escucha. Solo puedo recomendaros ralentizar el paso, abrir vuestros sentidos e intentar adentraros en ese (otro) mundo que nos proponen, lleno de sutilezas y mágicos momentos." La Cueva Boreal, 2014.
01 _ *1 e. time 2:56
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(C) + (P) 2014