OST QUARTET
NICO SOFFIATO (Nico Soffiato, Eli Asher, Greg Chudzik, Devin Gray)
CD digipack 4 pagine
Nico Soffiato _ chitarra elettrica _ chitarra elettrica preparata
Eli Asher _ tromba _ slide trumpet _ percussioni
Greg Chudzik _ contrabbasso
Devin Gray _ batteria _ percussioni
Fin dai primi momenti di OST Quartet del chitarrista Nico Soffiato, appare chiara la felice interazione dei quattro musicisti. Questo è un album di interazione, di collaborazione, dice Nico: "Con OST Quartet ho voluto concentrarmi sulla musica improvvisata e la natura acustica della strumentazione. In un certo senso, la musica che stiamo suonando potrebbe essere chiamata 'sound design acustico'." L'ensemble già mesi prima della registrazione lavorava insieme su idee fondamentali del suono. Questa è musica completamente improvvisata, senza partiture scritte, nessun riff. Senza sovraincisioni o editing. Soffiato ha passato molto tempo a plasmare la musica, parlando con i musicisti per capire che direzioni esplorare. Il risultato finale è un album collettivo in cui si corrono dei rischi, guidato dall'energia di non sapere quello che sarebbe successo nel momento successivo. Quasi tutti i brani dell'album sono termini cinematografici: "Jump Cut ", "Deep Staging", " Rack focus". Anche il nome dell’album è un riferimento ai film: "OST" sta per "original sound track". Dice Nico: "stavo pensando l'idea di una colonna sonora di un film che non esiste, ma che si puo’ immaginare, il modo in cui si può immaginare una scena con la lettura di un libro.” Santini è attento a sottolineare che è arrivato al concetto cinematografico soltanto dopo, riascoltando le registrazioni. Soffiato e i suoi compagni sono tutti musicisti attivi nella scena di New York, con esperienza in una varietà di stili e generi, in particolare la sperimentazione e la musica libera. Nico Soffiato è cresciuto in Italia, ma vive da molti anni a Brooklyn. Ha conseguito una laurea in filosofia con una tesi sulla ontologia della musica, poi si è trasferito a Boston per frequentare il Berklee College of Music, dove ha studiato con David Tronzo, Jon Damian e Hal Crook , tra gli altri. Il suo primo disco è stato Just Add Water (2011, nBn Records). Conduce l’ensemble Paradigm Refrain, alla quale hanno partecipato David Tronzo, Darius Jones, Nate Wooley, Marco Cappelli e molti altri. Co-conduce un duo con il trombettista Josh Deutsch, con il quale ha registrato Time Gels. Insieme curano la “2x3 series” a New York. Il trombettista Eli Asher è meglio conosciuto per i suoi 10 anni (e oltre) con il Respect Sextet, una band che fonde musica scritta con l'improvvisazione e il senso dell'umorismo. Ha suonato anche con Bjorkestra, Slavic Soul Party, Secret Society di Darcy James Argue e molti altri. Il bassista Greg Chudzik è un musicista molto versatile il cui curriculum include il lavoro con Signal Ensemble, Pierre Boulez, e un tour come opener per Neutral Milk Hotel di Jeff Magnum. Il batterista Devin Gray può essere trovato a condurre le proprie bande e anche a suonare la batteria con noti musicisti come Dave Liebman, Ralph Alessi e Sam Rivers. Questo disco è stato registrato il 5 dicembre 2012 al Bunker Studio di Brooklyn e mixato nel marzo/aprile del 2013.
"(...) L'OST Quartet è il progetto del chitarrista Nico Soffiato, residente a Brooklin, con musicisti appartenenti all'area improvvisativa newyorchese: Eli Asher alla tromba, Greg Chudzik al contrabbasso e Devin Gray alla batteria. Formalmente concepito pensando a colonne sonore di varia natura, il lavoro si presenta come un omaggio a certe sperimentazioni di Derek Bailey calato nelle ambiguità della musica moderna, in cui strumenti preparati, imbottigliati o imperterriti, percorrono improbabili percorsi fatti di complesse tessiture che strizzano gli occhi alla contemporaneità (Chudzik vanta un curriculum nella classica moderna con le sue partecipazioni al Signal Ensemble o al Talea Ensemble, nonchè per essere stato diretto da Boulez nell'orchestra dell'Accademia di Lucerna). Ne consegue un disco moderatamente enigmatico, al confine tra improvvisazione jazz e contemporanea classica, dove i musicisti scelgono di rappresentare i pensieri del momento con intelaiature architettate con dovizia di particolari tecnici, dando nel complesso l'idea di un prodotto improvvisativo particolarmente raffinato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
"(...) Improvvisazione collettiva a quattro voci, mantenuta su toni contenuti e comunque mai "urlati" e rivolta soprattutto alla ricerca delle tensioni emotive e timbriche scaturite dall'incontro delle linee e delle voci dei quattro strumenti. Undici tracce dagli spazi ampi permettono a Nico Soffiato, Eli Asher, Greg Chudzik e Devin Gray di esprimersi con libertà nell'impianto generale di un lavoro costruito in tutto e per tutto come dialogo, libero e privo di sovrapposizioni ridondanti. I quattro infatti si lasciano l'agio di respirare, di ridurre la formazione a trio, duo e solo quando serve, per lasciare intrecciare la musica e le interazioni degli interpreti con i silenzi e gli echi innescati dalle frasi degli altri: una sorta di riflessione corale, compiuta attraverso gli strumenti, riservandosi sempre la possibilità di aspettare lo svolgimento, gli effetti complessivi e le conseguenze finali di quanto avviene intorno. Nico Soffiato trae da questa conversazione musicale un disco rigoroso e privo di compromessi. E se, da una parte, ne viene fuori un lavoro che si inserisce nei binari dell'improvvisazione radicale, le dinamiche graduali e la disposizione degli spazi permettono dall'altra, ai singoli componenti del quartetto di inserire la propria personalità nei passaggi e di far fruttare le reciproche interazioni in modo peculiare." Fabio Ciminiera, Jazz Convention, 2014.
"(...) OST. Ovvero "original sound track". Questo disco è una Colonna Sonora per un film immaginario o una Colonna Sonora immaginaria per un film che deve essere ancora girato. La distinzione non è pura semantica, Borges a riguardo avrebbe potuto scrivere molto e a lungo. Cosa succede quando Nico Soffiato ( chitarra elettrica e chitarra elettrica preparata) e i suoi sodali, Eli Asher (tromba, slide trumpet e percussioni), Greg Chudzik (contrabbasso) e Devin Gray (batteria e percussioni) decidono di entrare in studio di registrazione per comporre un disco di musica completamente improvvisata, senza partiture scritte, senza riff o lick?Il risultato è un rischio. Un rischio basato e calcolato sulla capacità di interazione dei musicisti stessi: tanto più loro sapranno cogliersi al volo, intuire le reciproche deviazioni, immaginare e ipotizzare la nota immediatamente successiva, tanto più il rusultato sarà vario, interessante, innovativo e non logorroico, dispersivo e banale.Risultato colto nel pieno! OST è un disco che riflette questo senso della distanza e della misura che musicisti diversi sanno creare tra loro e anche le loro diverse estrazioni culturali e esperienze musicali. Prendiamo il band leader. Che ci fa Nico Soffiato, italiano, padovano a Brooklyn? Percorso curioso e avventuroso il suo: ha conseguito una laurea in filosofia con una tesi sulla ontologia della musica, poi si è trasferito a Boston per frequentare il Berklee College of Music, dove ha studiato con David Tronzo, Jon Damian e Hal Crook , tra gli altri. Il suo primo disco è stato Just Add Water (2011, nBn Records). Conduce l’ensemble Paradigm Refrain, alla quale hanno partecipato David Tronzo, Darius Jones, Nate Wooley, Marco Cappelli e molti altri. Co-conduce un duo con il trombettista Josh Deutsch, con il quale ha registrato Time Gels. Insieme curano la “2x3 series” a New York. Il trombettista Eli Asher è meglio conosciuto per i suoi 10 anni (e oltre) con il Respect Sextet, una band che fonde musica scritta con l'improvvisazione e il senso dell'umorismo. Ha suonato anche con Bjorkestra, Slavic Soul Party, Secret Society di Darcy James Argue e molti altri. Il bassista Greg Chudzik è un musicista molto versatile il cui curriculum include il lavoro con Signal Ensemble, Pierre Boulez, e un tour come opener per Neutral Milk Hotel di Jeff Magnum. Il batterista Devin Gray può essere trovato a condurre le proprie bande e anche a suonare la batteria con noti musicisti come Dave Liebman, Ralph Alessi e Sam Rivers. Insomma il background c’è e si sente. Prodotto per Setola di Maiale. Non poteva essere diversamente, ascoltatolo e innamoratevi, disco tosto, carico, da ascoltare con concentrazione dato che sa generare una continua tensione invisibile. Sconsigliato a cercatori di hype e a ascoltatori distratti e banali." Andrea Aguzzi, Chitarra e Dintorni-Nuova Musica, 2014.
"(...) Tempi propizi per una rivalutazione dello strumento chitarra in ambito jazz. La triste notizia della morte di Jim Hall, avvenuta qualche giorno fa, ci ricorda il ruolo importante che questo musicista ha saputo riservare a questo strumento, un layout personalissimo e quindi inconfondibile, che fa parte della storia del jazz. Non è stato il solo, certamente non vanno dimenticati altri esponenti che fanno parte della tradizione o che hanno saputo proprio con la chitarra contaminare l’espressività jazz. Arrivando alla contemporaneità la rivalutazione della sei corde elettrica passa inevitabilmente attraverso la figura e la classe della giovane Mary Halvorson che ha saputo coniare per il suo strumento, la chitarra, un ruolo così fondamentale e specifico per un jazz certamente impinguato di elementi rockeggianti ma dotato di un alone innovativo che affascina. Sulla sei corde si è poi lavorato ampliandone le caratteristiche originarie per farne una chitarra preparata, capace di esprimere sonorità inedite ed esclusive. Ed è proprio con una chitarra preparata che si propone Nico Soffiato, italiano, da anni residente a Brooklyn, compositore e didatta, laureato in filosofia all’Università di Padova con una tesi sull’ontologia della musica, ha successivamente frequentato a Boston il Berklee Music College. Questo cd è una tappa del suo percorso con l’OST Quartet che include Eli Asher, tromba, slide tromba e percussioni; Greg Chudzik, contrabbasso e Devin Gray, batteria e percussioni. Un progetto totalmente direzionato verso un’espressività free, estemporanea e su un ambito sonoro assolutamente acustico dove nulla è preordinato, nemmeno un elementare riff è stato scritto, come afferma Soffiato nelle note di presentazione del progetto OST, acronimo che sta per Original Sound Track. Questo perché il chitarrista ha immaginato un ipotetico film e su questa idea ha plasmato gli obiettivi e indicato ai suoi musicisti i percorsi su cui orientarsi. Il resto è avvento in sala d’incisione attraverso una performance registrata in presa diretta, in cui il quartetto si è rilevato come un’entità perfettamente coesa. “Following” è la traccia iniziale ed esplicativa di tutto ciò che evolverà nell’arco delle undici composizioni, i quattro musicisti appaiono allineati come ad un nastro di partenza per dare vita ad un fitto interplay che già nella successiva “Deep Staging” mostra i suoi principali elementi espressivi, ovvero: toni cupi e nervosi, una dilagante frenesia che da qui in avanti muterà in un dialogo rarefatto, intriso di un minimalismo che unisce soffusi eloqui sonori e ritmici. Un solo di batteria è l’essenza esclusiva che prelude a “Jump Cut” brano di autentica apoteosi free dirompente e totalmente partecipato, dove alle tensioni ritmiche della coppia Chudzik-Gray si contrappone lo spigoloso incedere di tromba e chitarra. Le carte si mescolano in “Rack Focus” con l’intro di tromba e contrabbasso, suonato con l’archetto, che introduce un climax cameristico d’avanguardia impinguato di forti umori free, prima di due tracce “It Might Hapen To Me” e “Bass - Solo” ad appannaggio esclusivo rispettivamente di tromba e batteria che conducono a “Montage” che ripropone ancora un’ interazione free giocata, in questo frangente, in un ambito più di ricerca. Soffiato e soci ci propongono un’album di forte impatto, dove ad una autentica componente free è associata una attività di ricerca che porta ad un tentativo di innovazione e di rilettura di un’espressività che in certe produzione mostra ampi segni di standardizzazione e stanchezza. L’obiettivo è centrato... l’ascolto obbligato." Giuseppe Mavilla, Scrivere di Jazz 2013.
"(...) Nico Soffiato non è nuovo ai nostri lettori: avevamo già parlato con questo chitarrista jazz italiano trapiantato a NY, in occasione del ritorno in patria per una serie di clinic e concerti in duo con il trombettista Josh Deutsch. Nell’intervista si faceva riferimento a un disco in fase di lavorazione con il progetto Nico Soffiato Quartet. Dopo un anno di attesa, ci ritroviamo finalmente con una copia di “OST Quartet” in mano, uscito con l’etichetta Setola di Maiale. Il titolo del lavoro è emblematico. “OST” significa “Original Soundtrack”, letteralmente “colonna sonora originale”. Il motivo è presto detto: l’idea alla base dell’album è costruire una sorta di colonna sonora per un ipotetico lungometraggio. Soffiato precisa che questo concetto è stato elaborato solo a registrazione fatta, riascoltando le tracce. -Durante le sessioni in studio- continua -la band aveva come solo obiettivo trovare modi musicali e interessanti per “fare suono” insieme, senza overdubs o editing successivi-. I registi di questo lavoro, oltre al già citato Nico Soffiato, sono il trombettista Eli Asher -da più di dieci anni con la band The Respect Quartet-, il contrabbassista Greg Chudzik -che vanta collaborazioni con il Signal Ensemble, Pierre Boulez- e il batterista Devin Gray -già con Dave Leibman, Ralph Alessi e Sam Rivers. Le undici tracce, totalmente improvvisate, riflettono altrettante istantanee di un film; l’elemento centrale di “OST” è senza dubbio la dinamica, che cala e cresce, ondeggia tra il sussurro e il grido. In questo campo, l’interplay tra i quattro musicisti è praticamente perfetto, tale è la loro capacità di plasmare in tempo reale il suono, stratificando idee musicali e timbriche. Spesso il free jazz è bollato dai più come musica senza significato, portatrice di una sintassi sonora che, persa nella ricerca della libertà estrema, si spegne nell’incomunicabilità più totale. Siamo chiari: questo non è un disco “orecchiabile” nel senso comune del termine. L’orecchio inesperto o annoiato potrà avere l’impressione di un’accozzaglia di suoni senza logica. Dopo una serie ripetuta di ascolti, tuttavia, si comincia a percepire l’intrinseca coerenza dei brani, il loro intimo procedere dinamico e armonico. Così come è inutile tentare di catturare ogni infinita sfumatura di un quadro dopo un solo sguardo, allo stesso modo “OST” non lascia spazio alla presunzione, al tentativo di afferrare ogni elemento in modo immediato. Insomma, musica da ascoltare in silenzio, a piccoli sorsi, come un whisky d’annata." Sweaty Bard, 2013.
"(...) A couple of years back, I reviewed another quartet CD led by Italian guitarist Nico Soffiato with completely different personnel. The only other name I recognize here is drummer Devin Gray who has a great disc on the Skirl label and works with Gary Thomas, Dave Ballou and Ellery Eskelin. This disc begins with the drone of bowed bass with simmering drums, eerie guitar and minimal trumpet peeking through. This is a studio date, recorded in Brooklyn like Nico's previous disc and sounds fully improvised. For the first long piece, "Deep Staging", the quartet simmer, slowly adding lines here and there. Nico sounds as if he is playing a prepared acoustic guitar, using perhaps paper clips to mute the strings on one piece. There is a good deal of thoughtful, restrained interplay here, smoldering yet connected on some level. If you don't pay close attention, you won't notice how well these musicians are interacting on a more subtle level, taking their time to weave center lines when you least expect it. There is an especially tight-knit layer of tapestry between the guitar and trumpet, swirling around one another in similar orbits, with Mr. Asher using a mute to keep things subdued much of the time. A most organic and successful studio session." Bruce Lee Gallanter, Downtowun Music Gallery, 2014.
01 _ Following 2:06
02 _ Deep Staging 12:02
03 _ Drums-Solo 2:33
04 _ Jump Cut 2:37
05 _ Tracking 10:23
06 _ Deep Focus 3:17
07 _ Rack Focus 4:38
08 _ It Might Happen to Me 2:11
09 _ Bass -Solo 2:28
10 _ Montage 12:49
11 _ Crawl 3:21
(C) + (P) 2013
CD digipack 4 pages
Nico Soffiato _ electric guitar _ prepared electric guitar
Eli Asher _ trumpet _ slide trumpet _ percussions
Greg Chudzik _ double bass
Devin Gray _ drums _ percussions
From the first moments of guitarist Nico Soffiato’s OST Quartet, it’s clear that these four musicians have great interaction and unity. This is an album about interplay, about collaboration, about traveling together along an uncharted course. “With the OST Quartet I wanted to focus on improvised music and the acoustic nature of the instrumentation” Soffiato said, “In a way, the music we’re playing could be called ‘acoustic sound design'.”The band spent months before recording, working together on fundamental ideas of sound. This is completely improvised music; no written scores, no riffs. That said, Soffiato did take time to shape the music, to talk with players about the directions he wanted to explore. The end result, is an atmospheric album of collective risk-taking, driven by the energy of not knowing what would happen in the next moment. Nearly all tunes on the album are titled after film terms: “Jump Cut,” “Deep Staging,” “Rack Focus.” Even the name of the album references film – “OST” stands for original sound track. “I was thinking about the idea of a soundtrack of a movie that doesn’t exist but that you can imagine,” Soffiato said, “the way you can imagine a scene by reading a book. An uninstantiated visual.” He is careful to point out that he came up with the cinematic concept after listening back to the recordings. During the actual recording session, the band had no other concept in mind other than to find interesting and musical ways to make sound together – all in the same room with no overdubs or editing. Soffiato and his bandmates are all active musicians on the New York scene with experience in a variety of styles and genres, particularly those involving experimentation and freedom. Nico Soffiato grew up in Italy but now calls Brooklyn home. He received a Master’s degree in philosophy with a thesis on the ontology of music, then moved to Boston to attend Berklee College of Music, where he studied with David Tronzo, Jon Damian and Hal Crook, among others. Soffiato first record was Just Add Water (2011, nBn Records). He leads the band Paradigm Refrain, whose rotating roster has included, Tronzo, Darius Jones, Nate Wooley, Marco Cappelli and many others. He also co-leads a duo with trumpeter Josh Deutsch, with whom he recorded Time Gels. Together they curate the 2x3 Series in New York, which brings together three duos in one night for a mix of separate performances and collaborations. Trumpeter Eli Asher is best knwn for his 10 years (and counting) with The Respect Sextet, a band that blends exactingly written music with wil improvisation and a sense of humor. He’s also played with the Bjorkestra, Slavic Soul Party, Darcy James Argue’s Secret Society and many others. Bassist Greg Chudzik is a jack-of-all-trades musician whose resume includes work with the Signal Ensemble, Pierre Boulez, and a tour as the opener for Neutral Milk’s Hotels’s Jeff Magnum. Drummer Devin Gray can be found leading his own bands and also playing drums with well known musicians such as Dave Liebman, Ralph Alessi and Sam Rivers. The album was recorded by Aaron Nevezie on December 5, 2012 at The Bunker Studio, Brooklyn, NY. Mixed and Mastered by Michael Perez-Cisneros in March-April 2013 in Brooklyn, NY. Produced by Nico Soffiato and Eli Asher. All music by Nico Soffiato, Eli Asher, Greg Chudzik and Devin Grey.
"(...) A couple of years back, I reviewed another quartet CD led by Italian guitarist Nico Soffiato with completely different personnel. The only other name I recognize here is drummer Devin Gray who has a great disc on the Skirl label and works with Gary Thomas, Dave Ballou and Ellery Eskelin. This disc begins with the drone of bowed bass with simmering drums, eerie guitar and minimal trumpet peeking through. This is a studio date, recorded in Brooklyn like Nico's previous disc and sounds fully improvised. For the first long piece, "Deep Staging", the quartet simmer, slowly adding lines here and there. Nico sounds as if he is playing a prepared acoustic guitar, using perhaps paper clips to mute the strings on one piece. There is a good deal of thoughtful, restrained interplay here, smoldering yet connected on some level. If you don't pay close attention, you won't notice how well these musicians are interacting on a more subtle level, taking their time to weave center lines when you least expect it. There is an especially tight-knit layer of tapestry between the guitar and trumpet, swirling around one another in similar orbits, with Mr. Asher using a mute to keep things subdued much of the time. A most organic and successful studio session." Bruce Lee Gallanter, Downtowun Music Gallery, 2014.
"(...) Improvvisazione collettiva a quattro voci, mantenuta su toni contenuti e comunque mai "urlati" e rivolta soprattutto alla ricerca delle tensioni emotive e timbriche scaturite dall'incontro delle linee e delle voci dei quattro strumenti. Undici tracce dagli spazi ampi permettono a Nico Soffiato, Eli Asher, Greg Chudzik e Devin Gray di esprimersi con libertà nell'impianto generale di un lavoro costruito in tutto e per tutto come dialogo, libero e privo di sovrapposizioni ridondanti. I quattro infatti si lasciano l'agio di respirare, di ridurre la formazione a trio, duo e solo quando serve, per lasciare intrecciare la musica e le interazioni degli interpreti con i silenzi e gli echi innescati dalle frasi degli altri: una sorta di riflessione corale, compiuta attraverso gli strumenti, riservandosi sempre la possibilità di aspettare lo svolgimento, gli effetti complessivi e le conseguenze finali di quanto avviene intorno. Nico Soffiato trae da questa conversazione musicale un disco rigoroso e privo di compromessi. E se, da una parte, ne viene fuori un lavoro che si inserisce nei binari dell'improvvisazione radicale, le dinamiche graduali e la disposizione degli spazi permettono dall'altra, ai singoli componenti del quartetto di inserire la propria personalità nei passaggi e di far fruttare le reciproche interazioni in modo peculiare." Fabio Ciminiera, Jazz Convention, 2014.
"(...) OST. Ovvero "original sound track". Questo disco è una Colonna Sonora per un film immaginario o una Colonna Sonora immaginaria per un film che deve essere ancora girato. La distinzione non è pura semantica, Borges a riguardo avrebbe potuto scrivere molto e a lungo. Cosa succede quando Nico Soffiato ( chitarra elettrica e chitarra elettrica preparata) e i suoi sodali, Eli Asher (tromba, slide trumpet e percussioni), Greg Chudzik (contrabbasso) e Devin Gray (batteria e percussioni) decidono di entrare in studio di registrazione per comporre un disco di musica completamente improvvisata, senza partiture scritte, senza riff o lick?Il risultato è un rischio. Un rischio basato e calcolato sulla capacità di interazione dei musicisti stessi: tanto più loro sapranno cogliersi al volo, intuire le reciproche deviazioni, immaginare e ipotizzare la nota immediatamente successiva, tanto più il rusultato sarà vario, interessante, innovativo e non logorroico, dispersivo e banale.Risultato colto nel pieno! OST è un disco che riflette questo senso della distanza e della misura che musicisti diversi sanno creare tra loro e anche le loro diverse estrazioni culturali e esperienze musicali. Prendiamo il band leader. Che ci fa Nico Soffiato, italiano, padovano a Brooklyn? Percorso curioso e avventuroso il suo: ha conseguito una laurea in filosofia con una tesi sulla ontologia della musica, poi si è trasferito a Boston per frequentare il Berklee College of Music, dove ha studiato con David Tronzo, Jon Damian e Hal Crook , tra gli altri. Il suo primo disco è stato Just Add Water (2011, nBn Records). Conduce l’ensemble Paradigm Refrain, alla quale hanno partecipato David Tronzo, Darius Jones, Nate Wooley, Marco Cappelli e molti altri. Co-conduce un duo con il trombettista Josh Deutsch, con il quale ha registrato Time Gels. Insieme curano la “2x3 series” a New York. Il trombettista Eli Asher è meglio conosciuto per i suoi 10 anni (e oltre) con il Respect Sextet, una band che fonde musica scritta con l'improvvisazione e il senso dell'umorismo. Ha suonato anche con Bjorkestra, Slavic Soul Party, Secret Society di Darcy James Argue e molti altri. Il bassista Greg Chudzik è un musicista molto versatile il cui curriculum include il lavoro con Signal Ensemble, Pierre Boulez, e un tour come opener per Neutral Milk Hotel di Jeff Magnum. Il batterista Devin Gray può essere trovato a condurre le proprie bande e anche a suonare la batteria con noti musicisti come Dave Liebman, Ralph Alessi e Sam Rivers. Insomma il background c’è e si sente. Prodotto per Setola di Maiale. Non poteva essere diversamente, ascoltatolo e innamoratevi, disco tosto, carico, da ascoltare con concentrazione dato che sa generare una continua tensione invisibile. Sconsigliato a cercatori di hype e a ascoltatori distratti e banali." Andrea Aguzzi, Chitarra e Dintorni-Nuova Musica, 2014.
"(...) Tempi propizi per una rivalutazione dello strumento chitarra in ambito jazz. La triste notizia della morte di Jim Hall, avvenuta qualche giorno fa, ci ricorda il ruolo importante che questo musicista ha saputo riservare a questo strumento, un layout personalissimo e quindi inconfondibile, che fa parte della storia del jazz. Non è stato il solo, certamente non vanno dimenticati altri esponenti che fanno parte della tradizione o che hanno saputo proprio con la chitarra contaminare l’espressività jazz. Arrivando alla contemporaneità la rivalutazione della sei corde elettrica passa inevitabilmente attraverso la figura e la classe della giovane Mary Halvorson che ha saputo coniare per il suo strumento, la chitarra, un ruolo così fondamentale e specifico per un jazz certamente impinguato di elementi rockeggianti ma dotato di un alone innovativo che affascina. Sulla sei corde si è poi lavorato ampliandone le caratteristiche originarie per farne una chitarra preparata, capace di esprimere sonorità inedite ed esclusive. Ed è proprio con una chitarra preparata che si propone Nico Soffiato, italiano, da anni residente a Brooklyn, compositore e didatta, laureato in filosofia all’Università di Padova con una tesi sull’ontologia della musica, ha successivamente frequentato a Boston il Berklee Music College. Questo cd è una tappa del suo percorso con l’OST Quartet che include Eli Asher, tromba, slide tromba e percussioni; Greg Chudzik, contrabbasso e Devin Gray, batteria e percussioni. Un progetto totalmente direzionato verso un’espressività free, estemporanea e su un ambito sonoro assolutamente acustico dove nulla è preordinato, nemmeno un elementare riff è stato scritto, come afferma Soffiato nelle note di presentazione del progetto OST, acronimo che sta per Original Sound Track. Questo perché il chitarrista ha immaginato un ipotetico film e su questa idea ha plasmato gli obiettivi e indicato ai suoi musicisti i percorsi su cui orientarsi. Il resto è avvento in sala d’incisione attraverso una performance registrata in presa diretta, in cui il quartetto si è rilevato come un’entità perfettamente coesa. “Following” è la traccia iniziale ed esplicativa di tutto ciò che evolverà nell’arco delle undici composizioni, i quattro musicisti appaiono allineati come ad un nastro di partenza per dare vita ad un fitto interplay che già nella successiva “Deep Staging” mostra i suoi principali elementi espressivi, ovvero: toni cupi e nervosi, una dilagante frenesia che da qui in avanti muterà in un dialogo rarefatto, intriso di un minimalismo che unisce soffusi eloqui sonori e ritmici. Un solo di batteria è l’essenza esclusiva che prelude a “Jump Cut” brano di autentica apoteosi free dirompente e totalmente partecipato, dove alle tensioni ritmiche della coppia Chudzik-Gray si contrappone lo spigoloso incedere di tromba e chitarra. Le carte si mescolano in “Rack Focus” con l’intro di tromba e contrabbasso, suonato con l’archetto, che introduce un climax cameristico d’avanguardia impinguato di forti umori free, prima di due tracce “It Might Hapen To Me” e “Bass - Solo” ad appannaggio esclusivo rispettivamente di tromba e batteria che conducono a “Montage” che ripropone ancora un’ interazione free giocata, in questo frangente, in un ambito più di ricerca. Soffiato e soci ci propongono un’album di forte impatto, dove ad una autentica componente free è associata una attività di ricerca che porta ad un tentativo di innovazione e di rilettura di un’espressività che in certe produzione mostra ampi segni di standardizzazione e stanchezza. L’obiettivo è centrato... l’ascolto obbligato." Giuseppe Mavilla, Scrivere di Jazz 2013.
"(...) Nico Soffiato non è nuovo ai nostri lettori: avevamo già parlato con questo chitarrista jazz italiano trapiantato a NY, in occasione del ritorno in patria per una serie di clinic e concerti in duo con il trombettista Josh Deutsch. Nell’intervista si faceva riferimento a un disco in fase di lavorazione con il progetto Nico Soffiato Quartet. Dopo un anno di attesa, ci ritroviamo finalmente con una copia di “OST Quartet” in mano, uscito con l’etichetta Setola di Maiale. Il titolo del lavoro è emblematico. “OST” significa “Original Soundtrack”, letteralmente “colonna sonora originale”. Il motivo è presto detto: l’idea alla base dell’album è costruire una sorta di colonna sonora per un ipotetico lungometraggio. Soffiato precisa che questo concetto è stato elaborato solo a registrazione fatta, riascoltando le tracce. -Durante le sessioni in studio- continua -la band aveva come solo obiettivo trovare modi musicali e interessanti per “fare suono” insieme, senza overdubs o editing successivi-. I registi di questo lavoro, oltre al già citato Nico Soffiato, sono il trombettista Eli Asher -da più di dieci anni con la band The Respect Quartet-, il contrabbassista Greg Chudzik -che vanta collaborazioni con il Signal Ensemble, Pierre Boulez- e il batterista Devin Gray -già con Dave Leibman, Ralph Alessi e Sam Rivers. Le undici tracce, totalmente improvvisate, riflettono altrettante istantanee di un film; l’elemento centrale di “OST” è senza dubbio la dinamica, che cala e cresce, ondeggia tra il sussurro e il grido. In questo campo, l’interplay tra i quattro musicisti è praticamente perfetto, tale è la loro capacità di plasmare in tempo reale il suono, stratificando idee musicali e timbriche. Spesso il free jazz è bollato dai più come musica senza significato, portatrice di una sintassi sonora che, persa nella ricerca della libertà estrema, si spegne nell’incomunicabilità più totale. Siamo chiari: questo non è un disco “orecchiabile” nel senso comune del termine. L’orecchio inesperto o annoiato potrà avere l’impressione di un’accozzaglia di suoni senza logica. Dopo una serie ripetuta di ascolti, tuttavia, si comincia a percepire l’intrinseca coerenza dei brani, il loro intimo procedere dinamico e armonico. Così come è inutile tentare di catturare ogni infinita sfumatura di un quadro dopo un solo sguardo, allo stesso modo “OST” non lascia spazio alla presunzione, al tentativo di afferrare ogni elemento in modo immediato. Insomma, musica da ascoltare in silenzio, a piccoli sorsi, come un whisky d’annata." Sweaty Bard, 2013.
"(...) L'OST Quartet è il progetto del chitarrista Nico Soffiato, residente a Brooklin, con musicisti appartenenti all'area improvvisativa newyorchese: Eli Asher alla tromba, Greg Chudzik al contrabbasso e Devin Gray alla batteria. Formalmente concepito pensando a colonne sonore di varia natura, il lavoro si presenta come un omaggio a certe sperimentazioni di Derek Bailey calato nelle ambiguità della musica moderna, in cui strumenti preparati, imbottigliati o imperterriti, percorrono improbabili percorsi fatti di complesse tessiture che strizzano gli occhi alla contemporaneità (Chudzik vanta un curriculum nella classica moderna con le sue partecipazioni al Signal Ensemble o al Talea Ensemble, nonchè per essere stato diretto da Boulez nell'orchestra dell'Accademia di Lucerna). Ne consegue un disco moderatamente enigmatico, al confine tra improvvisazione jazz e contemporanea classica, dove i musicisti scelgono di rappresentare i pensieri del momento con intelaiature architettate con dovizia di particolari tecnici, dando nel complesso l'idea di un prodotto improvvisativo particolarmente raffinato." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
01 _ Following 2:06
02 _ Deep Staging 12:02
03 _ Drums-Solo 2:33
04 _ Jump Cut 2:37
05 _ Tracking 10:23
06 _ Deep Focus 3:17
07 _ Rack Focus 4:38
08 _ It Might Happen to Me 2:11
09 _ Bass -Solo 2:28
10 _ Montage 12:49
11 _ Crawl 3:21
(C) + (P) 2013