THE BEAUTIFUL QUESTIONS
THE STAR PILLOW (Paolo Monti, Federico Gerini)
SOLD OUT
Paolo Monti _ chitarra elettrica _ electronics
Federico Gerini _ pianoforte gran coda
Star Pillow è un interessante duo che si concentra in questa produzione - così come nella precedente con Bruno Romani (vedi SM2500) - nel territorio della libera improvvisazione, ma lo fanno senza troppo accennare a quelle tecniche ed anche a certi luoghi comuni che caratterizzano tanta musica improvvisata contemporanea (c'è piuttosto una qualche traccia di una estetica vicina agli australiani Necks). Qui i due musicisti improvvisano focalizzandosi sul suono e la sua 'sostenibilità', aggiungendo e togliendo materiali con disinvolta organizzazione hic et nunc. Non c'è mai fretta in questa musica! Il disco è stato registrato nell'aprile 2013 e riporta la collaborazione di Taverna Records, la neonata etichetta di Star Pillow.
"(...) Torna il duo degli The Star Pillow e si accasa per l'occasione su Setola Di Maiale, che come sempre ha il fiuto per trovare musiche "altre" tra le più interessanti in giro: anche questa volta conferma questa impressione dando alle stampe The Beautiful Questions, disco con cui Paolo Monti (chitarre) Federico Gerini (pianoforte) portano avanti il loro suono dalla ricetta solo apparentemente semplice. Il disco inizia infatti dove ci aveva lasciato il precedente Fattore Ambientale, tra l'ambient alla Eno e certo postrock più romantico, mostrando però una accresciuta maturità e una maggiore sintesi. Quando la musica è fatta anche di vuoti, sbilanciare l'armonia complessiva e banalizzare il tutto è un attimo: il rischio ampiamente evitato e le nostre orecchie ringraziano, poiché il duo riesce sempre meglio a fare una sintesi tra echi rock, melodie, musica da sottofondo, un certo jazz di confine con la contemporanea senza mai stancare; i due strumenti si incontrano, si sovrappongono e si lasciano il dovuto spazio nel creare melodie e ambienti sonori dilatati, solari e malinconici, suonando spesso molto "puliti" e riuscendo a farlo senza cadere nella maniera. Un disco fresco ed interessante che esce in collaborazione con la neonata Taverna Records dello stesso Paolo." Emiliano Grigis, Sodapop, 2014.
"(...) The Star Pillow nasce come progetto solista di Paolo Monti (chitarra ed elettronica). Con il terzo album Fattore Ambientale il progetto prende la forma di un duo con il pianista Federico Gerini. A un anno da quell’album ritornano con ben due album, scelta molto coraggiosa considerato il periodo non eccelso per la discografia. Ma il coraggio viene dimostrato nell’approccio compositivo e nella totalità nell’esprimere il proprio concetto di musica. The Beautiful Questions è un vera e propria ricerca dell’intimità e sensisbilità ambient all’interno di un laboratorio musicale: infatti c’è la relativa linearità di “The rootz of Amazement” che si contrappone alla completa destrutturazione sonora di “happy to be dirty“; in principio c’è “On, in... out” nella quale queste contrastanti atmosfere vengono conciliate. Via Del Chiasso (vedi SM2500) ha un’impostazione diversa ma mantiene lo stesso spirito. Essenziale risulta il contributo di Bruno Romani, al sax e ai flauti, esponente storico di una certa scena alternative underground (Detonazione, Xabier Iriondo, Alice, No Guru, ecc.). Due uscite che esprimono al meglio le potenzialità della band che naviga meravigliosamente fuori e dentro gli schemi: tecnica e creatività si incontrano per il racconto che emerge attraverso più linguaggi che risultano dinamici grazie all’approccio compositivo che si rivela essenziale per ammaliare l’ascoltatore." Nicola Orlandino, Son Of Marketing 2013.
"(...) Con “The Beautiful Questions, The Star Pillow ritornano nell’ambito delle ricerca di una sensibilità ed intimità fatta di elettronica tra l’industrial più rallentato e l'ambient. Dopo l’inizio di On, In… Out, una passeggiata di trentatre minuti immersi nella bruma del mattino, si passa dalla linearità di The roots of Amazement alla destrutturazione sonora di Happy To Be Dirty. Brani di una certa lunghezza in cui può risultare difficile districarsi se non dedicandogli un ascolto attento. Certamente, non un progetto dal facile ascolto e con la pretesa di arrivare a molti, quanto piuttosto un modo di esprimere il proprio concetto di musica attraverso improvvisazioni e strutture fitte quanto invisibili." Ubaldo Tarantino, Distorsioni, 2013.
"(...) Ben due nuove uscite [questa e "Via del Chiasso", vedi SM2500], solari e sonore, per una delle migliori formazioni dell’Ambient italiano in cui ci eravamo già imbattuti tempo fa. Sull’inattualità e sul bisogno di storicità della musica ci sarebbe molto da dire, ma prima c’è moltissimo da meditare, né possiamo affidarci a qualche pensiero indistinto ed in fieri mentre facciamo scivolare l’indice su tasto di riproduzione. The Star Pillow – “The Beautiful Questions” (2013). Le oscillazioni come struttura su cui innervare e suturare un insieme di superfici sonore sovrapposte di percussioni e suoni acustici. Le campane della chiesa sui monti si inseriscono magicamente fra i ricami della chitarre. (On, In… Out). Ma sono vere, quasi le credo parte dell’impasto sonoro. L’approccio di una musica geometrica e razionalizzante, ma che punta al suono mesmerico, finisce con lo scuotere l’inconscio, che prova a ritrovare un qualche appoggio melodico in un sogno di melodia tradito da un suono ineffabile, sordo alle richieste dell’orecchio che viene eluso e illuso. “The Beautiful Questions” scivola anche nella New Age quando per radi attimi (a metà di The Roots of Amazement) riprende certe armonizzazioni alla maniera di Vincenzo Zitello e di certo filoceltismo folk italico (non credo a una citazione diretta, ma le filigrane a volte coincidono). La terza traccia (Happy to be Dirty) si muove invece fra la psichedelia e il rumorismo, fino ad approdare ad un inatteso finale noise. Ascoltai per la prima volta le tre lunghe tracce di “The Beautiful Questions” al tavolo di un bar sotto il sole, appesantito dalla fatica e davanti a un buon caffè: la musica fece il suo lavoro e mi ribaltò via dalla realtà, costringendomi a leggere “Il Sistema Periodico” di Levi in uno stato di semi-trance mentre le cose perdevano i loro contorni e la solitudine si faceva più solitaria e oziosa, e, fuggito dal negotium, ne trassi immenso piacere. Lasciai vegetare a lungo il disco per farlo crescere in qualità e si è rivelato ancora vivo e sgusciante ancor oggi." Franciscus WM, Blog di Out, 2013.
"(...) Le label Setola di Maiale, drivé par l’infatigable Stefano Giust – un excellent percussionniste – , nous réserve toujours bien des surprises qui vont de rencontres hasardeuses, mais néanmoins réussies, à de superbes réalisations comme cet excellent the Beautiful Questions. Inconnus à ce jour le pianiste Federico Gerini et le guitariste Paolo Monti, nous livrent une musique réussie laquelle semble plongée dans l’esthétique «au goût de la décennie passée» faite d’ambiances «répétitives», de minimalisme, de statisme, d’e-bows, etc. mais qui relève le défi de se laisser écouter avec plaisir et surprise, sans tomber dans la posture avant-chiardiste. Une dimension mélodique s’insinue dans le traitement de la guitare et elle se marie avec la volonté de traiter le son de manière abstraite. Point de clavier ici, le pianiste joue avec la vibration des cordes et des e-bows réitératifs. On transite, disons, de plus tout à fait ECM à post -AMM / Merz… de la manière la plus naturelle qui soit. Après un longue séquence élégiaque et des revirements imprévisibles du guitariste, le premier morceau (On, In... Out) se termine dans un chaos bruitiste en boucles et en crescendo stoppé net sur la résonance des cordes du piano. Une demi-heure bien passée. Le deuxième morceau, The Roots of Amazement, enchaîne sur une variante du procédé, la guitare et la caisse de résonnance du piano ne faisant qu’un. Tout fois Federico joue au clavier les notes essentielles, celles qui soulignent la texture des sons électroniques, laquelle s’efface devant un ostinato de guitare accéléré. La musique est vivante et la démarche assumée. Sans concession aucune, cette musique qu’on pourrait, par moments, qualifier de planante, aura le chic de convaincre les fans d’Eno ou de Pink Floyd et de les faire entrer dans un autre univers, sonique et enfiévré. Post Rock, Musique Contemporaine, Ambient etc. peu importe… ce sont d’excellents musiciens, sensibles, lucides et qui maîtrisent leur sujet. Comme le démontre le jeu de guitare avec pédales super intelligent de Happy to Be Dirty, le troisième morceau, auquel répond la caisse du piano percutée comme il se doit. Effets et loops de la six cordes coordonnés avec maîtrise jusqu’à ce qu’un virage noise du guitariste laisse de l’espace aux commentaires du pianiste. The Star Pillow, peut-être, mais la musique nous tient en éveil, s’il est question du mot oreiller (Pillow en anglais), c’est que sans nul doute, cette musique mérite l’écoute. Une bonne découverte." Jean-Michel Van Schouwburg, Onyx-Improv'and Sound, 2014.
"(...) The Star Pillow is an example of how diverse improvised music can be. When one hears the term it usually brings to mind some kind of frenetic activity, with whole lot of going on in all the directions, fast lines, sudden changes, mind-boggling cascades of notes, emotional outbursts of expression. "The Beautiful Questions" are in many ways the opposite of all the above. Three long improvisations are minimalist, filled with plenty of space, repetition. Patiently weaving the notes together, with subtle changes in the infinite loops. Spacious, meditative, peaceful quite hypnotic and charming. The cd begins with over half-an-hour "On, In... Out". The first half of the piece is based on a single loop, delicate guitar notes like a crystal glass, resonating in the air, with sweet guitar adding melodic accents, countered by some harp-like sounds played inside the piano. To listen is like watching a stream flowing over the stones in the river, the sun creating an ever changing reflections on the spring's water surface. It's easy to let yourself loose in the view and in the listening experience. Somewhere in the middle the piece scenery changes, there's some turmoil inside the piano and the duo emerges from it gracefully, there's an echoing returning tick on the first plan, being surrounded slowly in a misty cloud of recurrent sounds. After a moment of complete silence the last passage of the piece is a full immersion in a dense glitch, until the mass of sounds become a white wall noise. "The Roots of Amazament" are similarly dreamy, with more piano, romantic, maybe bit too sweet. "Happy to be dirty" is a defnite change of pace, filled with strange skronks and bubbles, it's more eerie, more dissonant piece with a majestic finale crescendo. I don't know what are the questions but the answers are quite beautiful indeed. This is a kind of album that slowly seduces you and grows on you with each listening experience. Soothing, relaxing, to dream along with your head comfortably resting on a star-shaped pillow." (Free) Jazz Alchemist, 2014
"(...) The Star Pillow is a duo consisting of guitarist Paolo Monti and pianist Federico Gerini. Stefano Guist’s Setola Di Maiale label has jointly released these two albums with Taverna Records, founded by Monti. Setola Di Maiale, profiled in a previous post, is frequently home to satisfying, unexpected music in high quality CD-R format and these releases are no exception. The Beautiful Questions could best be described as ambient. It’s a quiet, ruminative affair, with the musicians establishing soundscapes that float in the air. There’s an ornery side to their musical personality, though, as one or the other will throw in a curveball to disrupt the flow, before returning to a more placid state. There’s intent and purpose here, but as this is not a genre I listen to, it’s hard for me to judge the extent of their success. As the musicians state: “The time dilates, the instinct is left free to roam, to follow unusual routes, to get lost in the sound and in the time of a note or a noise, and then become dissonant and disturb the quiet calm created.” Graig Premo, Improvised, 2014.
01 _ On, In... Out
02 _ The Roots of Amazement
03 _ Happy to be Dirty
(C) + (P) 2013
SOLD OUT
Paolo Monti _ electric guitar _ electronics
Federico Gerini _ acoustic grand piano
Star Pillow is an interesting duo that focuses in this production - as well as in the previous album with Bruno Romans (see SM2500) - within the territory of free improvisation, but they do something different with certain cliches, that characterize much of the free contemporary improvisation (there's a few traces of an aesthetic closer to The Necks, just to give an idea). Here the music is well focused on the sound and its 'sustainability', adding and removing material in a spontaneous organization, hic et nunc. The album was recorded in April 2013 and is co-produced with Taverna Records, the new label of Star Pillow.
"(...) The Star Pillow is a duo consisting of guitarist Paolo Monti and pianist Federico Gerini. Stefano Guist’s Setola Di Maiale label has jointly released these two albums with Taverna Records, founded by Monti. Setola Di Maiale, profiled in a previous post, is frequently home to satisfying, unexpected music in high quality CD-R format and these releases are no exception. The Beautiful Questions could best be described as ambient. It’s a quiet, ruminative affair, with the musicians establishing soundscapes that float in the air. There’s an ornery side to their musical personality, though, as one or the other will throw in a curveball to disrupt the flow, before returning to a more placid state. There’s intent and purpose here, but as this is not a genre I listen to, it’s hard for me to judge the extent of their success. As the musicians state: “The time dilates, the instinct is left free to roam, to follow unusual routes, to get lost in the sound and in the time of a note or a noise, and then become dissonant and disturb the quiet calm created.” Graig Premo, Improvised, 2014.
"(...) The Star Pillow is an example of how diverse improvised music can be. When one hears the term it usually brings to mind some kind of frenetic activity, with whole lot of going on in all the directions, fast lines, sudden changes, mind-boggling cascades of notes, emotional outbursts of expression. "The Beautiful Questions" are in many ways the opposite of all the above. Three long improvisations are minimalist, filled with plenty of space, repetition. Patiently weaving the notes together, with subtle changes in the infinite loops. Spacious, meditative, peaceful quite hypnotic and charming. The cd begins with over half-an-hour "On, In... Out". The first half of the piece is based on a single loop, delicate guitar notes like a crystal glass, resonating in the air, with sweet guitar adding melodic accents, countered by some harp-like sounds played inside the piano. To listen is like watching a stream flowing over the stones in the river, the sun creating an ever changing reflections on the spring's water surface. It's easy to let yourself loose in the view and in the listening experience. Somewhere in the middle the piece scenery changes, there's some turmoil inside the piano and the duo emerges from it gracefully, there's an echoing returning tick on the first plan, being surrounded slowly in a misty cloud of recurrent sounds. After a moment of complete silence the last passage of the piece is a full immersion in a dense glitch, until the mass of sounds become a white wall noise. "The Roots of Amazament" are similarly dreamy, with more piano, romantic, maybe bit too sweet. "Happy to be dirty" is a defnite change of pace, filled with strange skronks and bubbles, it's more eerie, more dissonant piece with a majestic finale crescendo. I don't know what are the questions but the answers are quite beautiful indeed. This is a kind of album that slowly seduces you and grows on you with each listening experience. Soothing, relaxing, to dream along with your head comfortably resting on a star-shaped pillow." (Free) Jazz Alchemist, 2014
"(...) Le label Setola di Maiale, drivé par l’infatigable Stefano Giust – un excellent percussionniste – , nous réserve toujours bien des surprises qui vont de rencontres hasardeuses, mais néanmoins réussies, à de superbes réalisations comme cet excellent the Beautiful Questions. Inconnus à ce jour le pianiste Federico Gerini et le guitariste Paolo Monti, nous livrent une musique réussie laquelle semble plongée dans l’esthétique «au goût de la décennie passée» faite d’ambiances «répétitives», de minimalisme, de statisme, d’e-bows, etc. mais qui relève le défi de se laisser écouter avec plaisir et surprise, sans tomber dans la posture avant-chiardiste. Une dimension mélodique s’insinue dans le traitement de la guitare et elle se marie avec la volonté de traiter le son de manière abstraite. Point de clavier ici, le pianiste joue avec la vibration des cordes et des e-bows réitératifs. On transite, disons, de plus tout à fait ECM à post -AMM / Merz… de la manière la plus naturelle qui soit. Après un longue séquence élégiaque et des revirements imprévisibles du guitariste, le premier morceau (On, In... Out) se termine dans un chaos bruitiste en boucles et en crescendo stoppé net sur la résonance des cordes du piano. Une demi-heure bien passée. Le deuxième morceau, The Roots of Amazement, enchaîne sur une variante du procédé, la guitare et la caisse de résonnance du piano ne faisant qu’un. Tout fois Federico joue au clavier les notes essentielles, celles qui soulignent la texture des sons électroniques, laquelle s’efface devant un ostinato de guitare accéléré. La musique est vivante et la démarche assumée. Sans concession aucune, cette musique qu’on pourrait, par moments, qualifier de planante, aura le chic de convaincre les fans d’Eno ou de Pink Floyd et de les faire entrer dans un autre univers, sonique et enfiévré. Post Rock, Musique Contemporaine, Ambient etc. peu importe… ce sont d’excellents musiciens, sensibles, lucides et qui maîtrisent leur sujet. Comme le démontre le jeu de guitare avec pédales super intelligent de Happy to Be Dirty, le troisième morceau, auquel répond la caisse du piano percutée comme il se doit. Effets et loops de la six cordes coordonnés avec maîtrise jusqu’à ce qu’un virage noise du guitariste laisse de l’espace aux commentaires du pianiste. The Star Pillow, peut-être, mais la musique nous tient en éveil, s’il est question du mot oreiller (Pillow en anglais), c’est que sans nul doute, cette musique mérite l’écoute. Une bonne découverte." Jean-Michel Van Schouwburg, Onyx-Improv'and Sound, 2014.
"(...) Torna il duo degli The Star Pillow e si accasa per l'occasione su Setola Di Maiale, che come sempre ha il fiuto per trovare musiche "altre" tra le più interessanti in giro: anche questa volta conferma questa impressione dando alle stampe The Beautiful Questions, disco con cui Paolo Monti (chitarre) Federico Gerini (pianoforte) portano avanti il loro suono dalla ricetta solo apparentemente semplice. Il disco inizia infatti dove ci aveva lasciato il precedente Fattore Ambientale, tra l'ambient alla Eno e certo postrock più romantico, mostrando però una accresciuta maturità e una maggiore sintesi. Quando la musica è fatta anche di vuoti, sbilanciare l'armonia complessiva e banalizzare il tutto è un attimo: il rischio ampiamente evitato e le nostre orecchie ringraziano, poiché il duo riesce sempre meglio a fare una sintesi tra echi rock, melodie, musica da sottofondo, un certo jazz di confine con la contemporanea senza mai stancare; i due strumenti si incontrano, si sovrappongono e si lasciano il dovuto spazio nel creare melodie e ambienti sonori dilatati, solari e malinconici, suonando spesso molto "puliti" e riuscendo a farlo senza cadere nella maniera. Un disco fresco ed interessante che esce in collaborazione con la neonata Taverna Records dello stesso Paolo." Emiliano Grigis, Sodapop, 2014.
"(...) The Star Pillow nasce come progetto solista di Paolo Monti (chitarra ed elettronica). Con il terzo album Fattore Ambientale il progetto prende la forma di un duo con il pianista Federico Gerini. A un anno da quell’album ritornano con ben due album, scelta molto coraggiosa considerato il periodo non eccelso per la discografia. Ma il coraggio viene dimostrato nell’approccio compositivo e nella totalità nell’esprimere il proprio concetto di musica. The Beautiful Questions è un vera e propria ricerca dell’intimità e sensisbilità ambient all’interno di un laboratorio musicale: infatti c’è la relativa linearità di “The rootz of Amazement” che si contrappone alla completa destrutturazione sonora di “happy to be dirty“; in principio c’è “On, in... out” nella quale queste contrastanti atmosfere vengono conciliate. Via Del Chiasso (vedi SM2500) ha un’impostazione diversa ma mantiene lo stesso spirito. Essenziale risulta il contributo di Bruno Romani, al sax e ai flauti, esponente storico di una certa scena alternative underground (Detonazione, Xabier Iriondo, Alice, No Guru, ecc.). Due uscite che esprimono al meglio le potenzialità della band che naviga meravigliosamente fuori e dentro gli schemi: tecnica e creatività si incontrano per il racconto che emerge attraverso più linguaggi che risultano dinamici grazie all’approccio compositivo che si rivela essenziale per ammaliare l’ascoltatore." Nicola Orlandino, Son Of Marketing 2013.
"(...) Con “The Beautiful Questions, The Star Pillow ritornano nell’ambito delle ricerca di una sensibilità ed intimità fatta di elettronica tra l’industrial più rallentato e l'ambient. Dopo l’inizio di On, In… Out, una passeggiata di trentatre minuti immersi nella bruma del mattino, si passa dalla linearità di The roots of Amazement alla destrutturazione sonora di Happy To Be Dirty. Brani di una certa lunghezza in cui può risultare difficile districarsi se non dedicandogli un ascolto attento. Certamente, non un progetto dal facile ascolto e con la pretesa di arrivare a molti, quanto piuttosto un modo di esprimere il proprio concetto di musica attraverso improvvisazioni e strutture fitte quanto invisibili." Ubaldo Tarantino, Distorsioni, 2013.
"(...) Ben due nuove uscite [questa e "Via del Chiasso", vedi SM2500], solari e sonore, per una delle migliori formazioni dell’Ambient italiano in cui ci eravamo già imbattuti tempo fa. Sull’inattualità e sul bisogno di storicità della musica ci sarebbe molto da dire, ma prima c’è moltissimo da meditare, né possiamo affidarci a qualche pensiero indistinto ed in fieri mentre facciamo scivolare l’indice su tasto di riproduzione. The Star Pillow – “The Beautiful Questions” (2013). Le oscillazioni come struttura su cui innervare e suturare un insieme di superfici sonore sovrapposte di percussioni e suoni acustici. Le campane della chiesa sui monti si inseriscono magicamente fra i ricami della chitarre. (On, In… Out). Ma sono vere, quasi le credo parte dell’impasto sonoro. L’approccio di una musica geometrica e razionalizzante, ma che punta al suono mesmerico, finisce con lo scuotere l’inconscio, che prova a ritrovare un qualche appoggio melodico in un sogno di melodia tradito da un suono ineffabile, sordo alle richieste dell’orecchio che viene eluso e illuso. “The Beautiful Questions” scivola anche nella New Age quando per radi attimi (a metà di The Roots of Amazement) riprende certe armonizzazioni alla maniera di Vincenzo Zitello e di certo filoceltismo folk italico (non credo a una citazione diretta, ma le filigrane a volte coincidono). La terza traccia (Happy to be Dirty) si muove invece fra la psichedelia e il rumorismo, fino ad approdare ad un inatteso finale noise. Ascoltai per la prima volta le tre lunghe tracce di “The Beautiful Questions” al tavolo di un bar sotto il sole, appesantito dalla fatica e davanti a un buon caffè: la musica fece il suo lavoro e mi ribaltò via dalla realtà, costringendomi a leggere “Il Sistema Periodico” di Levi in uno stato di semi-trance mentre le cose perdevano i loro contorni e la solitudine si faceva più solitaria e oziosa, e, fuggito dal negotium, ne trassi immenso piacere. Lasciai vegetare a lungo il disco per farlo crescere in qualità e si è rivelato ancora vivo e sgusciante ancor oggi." Franciscus WM, Blog di Out, 2013.
01 _ On, In... Out
02 _ The Roots of Amazement
03 _ Happy to be Dirty
(C) + (P) 2013