SPETTRO
CRISTIAN NALDI
SOLD OUT
Cristian Naldi _ chitarre elettriche _ amplificatori _ distorsori
Cristian Naldi, classe 1981, si è diplomato al conservatorio Frescobaldi di Ferrara in chitarra jazz (con una tesi su Derek Bailey e sul rapporto tra accademia e improvvisazione), è conosciuto per il suo lavoro con Fulkanelli e Simona Gretchen. Qui lo ritroviamo con due pezzi interessanti di cui, come il titolo di ciascuno suggerisce, uno è composto ed uno è maggiormente improvvisato. Unici strumenti utilizzati sono le chitarre elettriche che combinate con amplificatori e distorsori, riescono a trasfigurarne il suono anche radicalmente, in particolare nel brano dal titolo 'Composto'. Il disco è stato registrato da Paolo Mongardi e masterizzato da Giuseppe Ielasi, coprodotto con Lemming Records.
"(…) Naldi gioca sul concetto di masse sonore ottenute attraverso la stratificazione di frequenze diverse. In 'Composto' l'overdub di undici chitarre dà vita a un suono pulito, organico, etereo. In 'Decomposto' undici distorsori disgregano il suono della chitarra, precipitando il pezzo in un non-luogo di rumorismo orgiastico, dove è l'alea a farla da padrona. L'effetto del passaggio tra una composizione e l'altra è abbastanza traumatico." Antonio Ciarletta, Blow Up, 2013.
"(...) Spettro, uscito per Setola Di Maiale e Lemming Records, è una pubblicazione che si fa notare per la perizia tecnica, ma soprattutto per l’idea di fondo che la ispira: creare atmosfere tese e cinematografiche piuttosto misteriose, lavorando sullo scheletro del suono (una sorta di blues “fantasma”), senza dimenticare una dose di originalità (vedi alla voce immaginari esoterici e quella copertina) e restando in disparte rispetto a certe uscite di stampo, diciamo impro-noise, più classico." Maurizio Inchingoli, The New Noise, 2013.
"(...) Composizione e decomposizione. Costruzione e disfacimento. Processi carnali che trovano la loro sublimazione nei due spettri proposti dall’esordio solista di Cristian Naldi, già anima del progetto sperimentale Fulkanelli. Registrato con la collaborazione di Paolo Mongardi (Zeus!, Jennifer Gentle) e masterizzato da Giuseppe Ielasi, Spettro è un’opera ripartita in due lati (Composto e Decomposto, appunto) che cerca di sfruttare al massimo le potenzialità distorsive e di sovraincisione della chitarra. Se Composto rappresenta l’innalzamento a una struttura pulita e sospesa, gli undici minuti di Decomposto si immergono in una ricerca sporca, materiale, di rumore opprimente e fatiscenza. Due prestazioni che trovano il loro punto di incontro negli ultimi, angustianti minuti di frequenze presenti nella traccia di avvio. Ogni spiraglio emozionale rimane debitamente serrato fino al minuto sette di Decomposto, quando una chitarra spaesata inizia a percorre i primi passi pericolanti verso un lontano miraggio melodico. Un lavoro da affrontare con i guantoni, meno avvincente del capitolo Fulkanelli, ma comunque positivo. Sempre che siate disposti a fare a cazzotti con gli spettri." Hate TV, Martin Hofer , 2013.
"(...) Dopo un po’ che sei immerso in spettro, dopo il lungo fischio iniziale, man mano che il volume si abbassa, prendi coscienza di ciò che sta accadendo: smetti di renderti conto che stai ascoltando qualcosa e ti sembra piuttosto di star guardando o vivendo in terza persona qualcosa, e la colonna sonora è, appunto, spettro. ascoltate, e immaginate… in composto, un omino indaffarato e ansioso si muove, corre, fa di tutto per raggiungere qualcosa, attraversa una porta buia, si guarda alle spalle, ha paura. la musica se ne va, le immagini si fanno nere. cambia scena: decomposto, l’omino è seduto, la testa tra le mani, caos, dolore, errori, scompiglio, cosa sta succedendo? silenzio, la musica cambia, una nota discordante introduce il finale: rammarico, amarezza, malinconia, le immagini se ne vanno. questo è il “mio spettro“. il vostro qual’è?" Alex, Quattro Righe, 2013.
"(...) Cristian Naldi è l’altra metà dei Fulkanelli, duo improdrone con/diviso con Paolo Mongardi, quest’ultimo noto per prestare le sue pelli agli Zeus e ai Fuzz Orchestra. Apprezzo tantissimo il chitarrismo di Naldi, soprattutto in sede live, dove con sapienza riesce ad ammassare strati e strati di chitarre, assecondando il suo estro senza scadere in dimostrazioni muscolari. Ecco perché attendevo con estrema curiosità questa sua prima fatica solista. Spettro, rilasciato da Lemmings Records e Setola di Maiale, è un’opera in cui la voce della sei corde viene setacciata, scomposta, alienata e re-inventata in due lunghe tracce - Composto e Decomposto - che assecondano i due diversi interessi di Naldi: la composizione e l’improvvisazione. Nella prima, Naldi compone undici diverse chitarre, deducendone un’unica massa organica, un unico organismo in cui le identità singole vengono sintetizzate in un crescendo claustrofobico: una colonna sonora da fine del mondo, che richiama alla mente le distese aliene e oscure di Irrlicht: Quadrophonische Symphonie für Orchester und E-Maschinen di Klaus Schulze. Non a caso anche l’album dell’ex-Tangerine Dream/Ash Ra Temple alludeva a presenze spettrali e ad ectoplasmi sonori. Qui e lì fanno capolino le chitarre sintetizzate di Fripp e gli sperimentalismi di Glenn Branca. Nella seconda traccia, il processo è inverso: una sola voce viene filtrata attraverso undici diverse distorsioni, undici gradi di saturazione che fanno pensare all’Alvin Lucier di I Am Sitting in A Room. Questo drone sonico è abitato da due diverse anime (o spettri) da un lato il rumorismo orientale e misticheggiante di Li Jianhong, dal’altro la schizofrenia di Derek Bailey: due esperienze imprescindibili per chi vuole condurre la chitarra elettrica al di là dei soliti e claustrofobici limiti imposti, e che Naldi sfida con umiltà, duettando con le sue stesse figure trasfigurate dalle macchine. I tre minuti finali sulla sottile bava di un drone che si va esaurendo toccano territori che evocano in filigrana lo tessiture di John Fahey. Tutto ciò potrebbe incutere timore nell’ascoltatore, ma vi assicuro che siamo in presenza di un’opera lontana da ciechi formalismi e velleità mimetiche prive di spessore. Vi è un’intelligenza viva, ma soprattutto un inconsueto e sorprendente calore in Spettro. Consigliatissimo." T.T., Fritto Misto, 2013.
"(...) Cristian Naldi creates a totally gone wasted atmosphere on the head trip that is ‘SPETTRO’. Things are maddening on here. Beyond classification this is the sort of ‘annihilate everything’ approach that few bands ever even attempt. Over the course of these extended noise sessions literally everything in the way is burned down to the ground. At moments the sound appears to destroy itself without a care in the world, more concerned with originality than any concern of whether or not a listener will follow. ‘Composto’ sustains itself with an eerie unrelenting tone. Over the course of ‘Composto’ things manage to get extremely tense. No relief is offered. The piece has exploration of the tone that verges on near-classical. Around the four minute mark the beauty of this tension fully blooms into beautiful noise. ‘Decomposto’ explores the importance of amplifier abuse. Building up it nearly resembles rock. Riffs emerge around the five minute mark stumbling around gradually losing their minds and focus. At the very end it comes close to something comforting. Due to the heavy focus on the strange this relief lasts only a few moments. 60s freak outs on brown acid or Shit and Shine at their most malicious are some of the touchstones here. Generally speaking ‘SPETTRO’ exists in a world of its own letting up very little. High volumes are a necessity to get the full overwhelming power of the work. ‘SPETTRO’ enjoys sounding completely messed up and is unique in its intense focus." Beach Sloth 2013.
"(...) Un'altro ampliamento delle teorie improvvisative di Bailey può rinvenirsi nell'operazione del chitarrista Christian Naldi: "Spettro" è una prova singolare, che faccio fatica a pensare come estensione dello spirito improvvisativo di un musicista jazz. Usando ora un'enfasi minimale a strati, ora una proverbiale irregolarità nell'organizzazione dei suoni distorti, Naldi dà dimostrazione di un processo creativo convulso, che si interroga, attraverso una carrellata sintetica di riferimenti, (Reich, Branca, Hendrix) sul valore implicito da assegnare all'amplificatore come fonte di manipolazione dei suoni della chitarra." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
01 _ Composto 13:08
02 _ Decomposto 11:25
(C) + (P) 2013
SOLD OUT
Cristian Naldi _ electric guitars _ amplifiers _ distortions
Cristian Naldi, born in 1981 and graduated at Conservatory Frescobaldi in Ferrara in jazz guitar, with a thesis on Derek Bailey and the relationship between academia and improvisation, is known for his work with rock bands Fulkanelli and Simona Gretchen. Here we find two interesting pieces of his solo work: one is composed and one is mostly improvised. Note that the only instruments used, are electric guitars combined with amps and distortion pedals: this action transfigures all the sound, especially in the piece entitled 'Composed'. The album - short but full - was recorded by Paul Mongardi and mastered by Giuseppe Ielasi, co-produced with Lemming Records.
"(...) Cristian Naldi creates a totally gone wasted atmosphere on the head trip that is ‘SPETTRO’. Things are maddening on here. Beyond classification this is the sort of ‘annihilate everything’ approach that few bands ever even attempt. Over the course of these extended noise sessions literally everything in the way is burned down to the ground. At moments the sound appears to destroy itself without a care in the world, more concerned with originality than any concern of whether or not a listener will follow. ‘Composto’ sustains itself with an eerie unrelenting tone. Over the course of ‘Composto’ things manage to get extremely tense. No relief is offered. The piece has exploration of the tone that verges on near-classical. Around the four minute mark the beauty of this tension fully blooms into beautiful noise. ‘Decomposto’ explores the importance of amplifier abuse. Building up it nearly resembles rock. Riffs emerge around the five minute mark stumbling around gradually losing their minds and focus. At the very end it comes close to something comforting. Due to the heavy focus on the strange this relief lasts only a few moments. 60s freak outs on brown acid or Shit and Shine at their most malicious are some of the touchstones here. Generally speaking ‘SPETTRO’ exists in a world of its own letting up very little. High volumes are a necessity to get the full overwhelming power of the work. ‘SPETTRO’ enjoys sounding completely messed up and is unique in its intense focus." Beach Sloth 2013.
"(...) Spettro, uscito per Setola Di Maiale e Lemming Records, è una pubblicazione che si fa notare per la perizia tecnica, ma soprattutto per l’idea di fondo che la ispira: creare atmosfere tese e cinematografiche piuttosto misteriose, lavorando sullo scheletro del suono (una sorta di blues “fantasma”), senza dimenticare una dose di originalità (vedi alla voce immaginari esoterici e quella copertina) e restando in disparte rispetto a certe uscite di stampo, diciamo impro-noise, più classico." Maurizio Inchingoli, The New Noise, 2013.
"(...) Composizione e decomposizione. Costruzione e disfacimento. Processi carnali che trovano la loro sublimazione nei due spettri proposti dall’esordio solista di Cristian Naldi, già anima del progetto sperimentale Fulkanelli. Registrato con la collaborazione di Paolo Mongardi (Zeus!, Jennifer Gentle) e masterizzato da Giuseppe Ielasi, Spettro è un’opera ripartita in due lati (Composto e Decomposto, appunto) che cerca di sfruttare al massimo le potenzialità distorsive e di sovraincisione della chitarra. Se Composto rappresenta l’innalzamento a una struttura pulita e sospesa, gli undici minuti di Decomposto si immergono in una ricerca sporca, materiale, di rumore opprimente e fatiscenza. Due prestazioni che trovano il loro punto di incontro negli ultimi, angustianti minuti di frequenze presenti nella traccia di avvio. Ogni spiraglio emozionale rimane debitamente serrato fino al minuto sette di Decomposto, quando una chitarra spaesata inizia a percorre i primi passi pericolanti verso un lontano miraggio melodico. Un lavoro da affrontare con i guantoni, meno avvincente del capitolo Fulkanelli, ma comunque positivo. Sempre che siate disposti a fare a cazzotti con gli spettri." Hate TV, Martin Hofer , 2013.
"(...) Dopo un po’ che sei immerso in spettro, dopo il lungo fischio iniziale, man mano che il volume si abbassa, prendi coscienza di ciò che sta accadendo: smetti di renderti conto che stai ascoltando qualcosa e ti sembra piuttosto di star guardando o vivendo in terza persona qualcosa, e la colonna sonora è, appunto, spettro. ascoltate, e immaginate… in composto, un omino indaffarato e ansioso si muove, corre, fa di tutto per raggiungere qualcosa, attraversa una porta buia, si guarda alle spalle, ha paura. la musica se ne va, le immagini si fanno nere. cambia scena: decomposto, l’omino è seduto, la testa tra le mani, caos, dolore, errori, scompiglio, cosa sta succedendo? silenzio, la musica cambia, una nota discordante introduce il finale: rammarico, amarezza, malinconia, le immagini se ne vanno. questo è il “mio spettro“. il vostro qual’è?" Alex, Quattro Righe, 2013.
"(...) Cristian Naldi è l’altra metà dei Fulkanelli, duo improdrone con/diviso con Paolo Mongardi, quest’ultimo noto per prestare le sue pelli agli Zeus e ai Fuzz Orchestra. Apprezzo tantissimo il chitarrismo di Naldi, soprattutto in sede live, dove con sapienza riesce ad ammassare strati e strati di chitarre, assecondando il suo estro senza scadere in dimostrazioni muscolari. Ecco perché attendevo con estrema curiosità questa sua prima fatica solista. Spettro, rilasciato da Lemmings Records e Setola di Maiale, è un’opera in cui la voce della sei corde viene setacciata, scomposta, alienata e re-inventata in due lunghe tracce - Composto e Decomposto - che assecondano i due diversi interessi di Naldi: la composizione e l’improvvisazione. Nella prima, Naldi compone undici diverse chitarre, deducendone un’unica massa organica, un unico organismo in cui le identità singole vengono sintetizzate in un crescendo claustrofobico: una colonna sonora da fine del mondo, che richiama alla mente le distese aliene e oscure di Irrlicht: Quadrophonische Symphonie für Orchester und E-Maschinen di Klaus Schulze. Non a caso anche l’album dell’ex-Tangerine Dream/Ash Ra Temple alludeva a presenze spettrali e ad ectoplasmi sonori. Qui e lì fanno capolino le chitarre sintetizzate di Fripp e gli sperimentalismi di Glenn Branca. Nella seconda traccia, il processo è inverso: una sola voce viene filtrata attraverso undici diverse distorsioni, undici gradi di saturazione che fanno pensare all’Alvin Lucier di I Am Sitting in A Room. Questo drone sonico è abitato da due diverse anime (o spettri) da un lato il rumorismo orientale e misticheggiante di Li Jianhong, dal’altro la schizofrenia di Derek Bailey: due esperienze imprescindibili per chi vuole condurre la chitarra elettrica al di là dei soliti e claustrofobici limiti imposti, e che Naldi sfida con umiltà, duettando con le sue stesse figure trasfigurate dalle macchine. I tre minuti finali sulla sottile bava di un drone che si va esaurendo toccano territori che evocano in filigrana lo tessiture di John Fahey. Tutto ciò potrebbe incutere timore nell’ascoltatore, ma vi assicuro che siamo in presenza di un’opera lontana da ciechi formalismi e velleità mimetiche prive di spessore. Vi è un’intelligenza viva, ma soprattutto un inconsueto e sorprendente calore in Spettro. Consigliatissimo." T.T., Fritto Misto, 2013.
"(…) Naldi gioca sul concetto di masse sonore ottenute attraverso la stratificazione di frequenze diverse. In 'Composto' l'overdub di undici chitarre dà vita a un suono pulito, organico, etereo. In 'Decomposto' undici distorsori disgregano il suono della chitarra, precipitando il pezzo in un non-luogo di rumorismo orgiastico, dove è l'alea a farla da padrona. L'effetto del passaggio tra una composizione e l'altra è abbastanza traumatico." Antonio Ciarletta, Blow Up, 2013.
"(...) Un'altro ampliamento delle teorie improvvisative di Bailey può rinvenirsi nell'operazione del chitarrista Christian Naldi: "Spettro" è una prova singolare, che faccio fatica a pensare come estensione dello spirito improvvisativo di un musicista jazz. Usando ora un'enfasi minimale a strati, ora una proverbiale irregolarità nell'organizzazione dei suoni distorti, Naldi dà dimostrazione di un processo creativo convulso, che si interroga, attraverso una carrellata sintetica di riferimenti, (Reich, Branca, Hendrix) sul valore implicito da assegnare all'amplificatore come fonte di manipolazione dei suoni della chitarra." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2014.
01 _ Composto 13:08
02 _ Decomposto 11:25
(C) + (P) 2013