ARBËRIA
PATRIZIA OLIVA
SOLD OUT
Patrizia Oliva _ voce _ elettronica _ field recordings
Arbëria è un disco interamente registrato in studio in due sessioni, una nel 2006 e la seconda nel 2008; il tecnico del suono è stato l'ottimo Fausto Balbo. La copertina è stata creata dall'amica di Los Angeles Nora Keyes mentre le parole di Water sono tratte da un testo lungimirante di Viktor Schauberger, degli anni trenta. La musica di questo disco (Ombra di Sole e Blue sono usciti originariamente su Gestuelle du Blue, autoprodotto dalla stessa Oliva) la ritrae in esecuzioni peculiari come ci ha da sempre abituati, dove la voce rimane il centro, il fulcro attorno al quale - e per il quale - si addensano loops ed elettroniche reiterazioni ritmiche. Ora balsami ora veleni, la musica ha un'architettura che tende alla somma e alla sottrazione degli elementi, dove rigore e viscerale spontaneità convivono, offrendo varietà musicale che ingloba la canzone, il rumore, le avanguardie, la melodia, il contrasto. L'arte di Oliva è una metamorfosi di qualcosa che sfugge, eppure tangibile. La sua voce odora di passato, di sincerità, di urgenza; è originalissima. Se anche la voce è strumento dell'anima è in dischi come questo che si percepisce; non è poco. Le voci e le parti elettroniche sono improvvisate e poi scolpite/editate in una seconda fase. Il brano Blue è presente nel film documentario su musica e arte "This Moment is not the Same" di Marion Neumann, 98 min., Werner Penzel Filmproduktion & Jourparjour Company, con il supporto di Balzli & Fahrer Filmproduktion GmbH and HFF München.
Per maggiori info: www.patriziaoliva.wordpress.com
"(...) Qualche anno fa Patrizia Oliva effettuò delle registrazioni sotto la direzione di Fausto Balbo, editate poi nello spartano CD-R “Gestuelle du blue Tempo”, e adesso parte di esse vengono recuperate, insieme a cinque titoli inediti registrati in una tornata successiva e sempre con Balbo, per questa produzione sicuramente più accurata, ad iniziare dalla splendida veste grafica (opera di Nora Keyes e Stefano Giust). Tutto il materiale è firmato dalla stessa Oliva - che per la prima volta, almeno credo, si presenta con il proprio nome – ad eccezione di Water, dove le parole sono del naturalista austriaco Viktor Schauberger. Ad emergere è la splendida voce dell’autrice, ricca di variazioni e coloriture ma senza essere mai supponente, aiutata sicuramente dal lavoro svolto da Balbo relativamente alla registrazione degli artifizi elettronici. Se le parti sonore possono far pensare spesso ai microcosmi di Bernhard Günter, la voce varia per intonazione proiettando ombre che vanno da Billie Holiday a Tim Buckley, passando per Jeanne Lee e Jane Birkin. È difficile trovare in giro una mescolanza di jazz, elettronica e psichedelica così ben riuscita. Ci sto pensando da giorni ma non mi sovviene nessuno. Nonostante il tempo trascorso, le prime registrazioni risalgono al 2006 e le seconde al 2008, queste otto ‘nuggets’ non mostrano alcun segno d’usura. Semplicemente magistrali. Chissà che in futuro qualche cervellone non le riscopra riservandogli un piedistallo fra le cose importanti di questi anni." Mario Biserni, Sands-zine 2013.
"(...) Patrizia Oliva ha da qualche anno abbandonato il suo pseudonimo Madame P presentandosi con nome e cognome, continuando a pubblicare una registrazione dopo l'altra e a suonare in giro per il mondo. Questo Arberia esce per Setola Di Maiale, con cui Patrizia collabora ormai da tempo; i brani qui presenti sono stati registrati nel 2006 e nel 2008. Otto brani lenti e d'atmosfera dove la voce la fa comprensibilmente da padrone, accompagnata da una goccia di elettronica e field recordings, tracciando melodie, creando ambientazioni sonore con vocalizzi, recitando... tutto senza mai strafare e mantenendosi in un ambito "melodico" mai scontato, riuscendo a narrare le proprie emozioni senza alzare il tiro verso l'urlo, il rumore o la cacofonia; tutto questo le riesce in maniera molto brillante, soprattutto grazie ovviamente alla sua notevole voce. La registrazione, il mix ed l'editing impeccabili sono di Fausto Balbo, la bella immagine di copertina è di Nora Keyes, grafica di Stefano Giust, come sempre semplice e azzeccata (tanto da rendere sempre più le uscite Setola un marchio di fabbrica che può tentare anche i collezionisti/completisti). Emiliano Grigis, Sodapop, 2013.
"(...) Anni di gavetta passati a sperimentare con noti esponenti delle scene free jazz, a improvvisare con numerose formazioni (Allun, Gravida, Camusi), a calcare palchi in tutta Europa e negli Stati Uniti. Field recordings coperti di sussurri, strati di voce che si mescolano ai suoni della natura. Lo strumento principe di Patrizia è la voce, filtrata, distorta, mandata in loop e che spesso risulta irriconoscibile come tale, ma è sempre efficacissima. Il suo nuovo album "Arberia" (su Setola di Maiale) è un disco difficile da inquadrare in una categoria che non sia quella della "sperimentazione sui generis". È particolarmente sospiroso ed è una delle cose più sexy che abbia mai sentito, ragione di più per andarla a vedere dal vivo." Andrea Cazzani, Zero 2012.
"(...) Un corpo febbricitante. Movenze selvatiche, odorano d'urgenza. Torna Patrizia Oliva (Madame P, Camusi, Gravida. Ed altre sigle e unioni che la riguardano). Torna lo spaesamento, la difficoltà nell'inserir il suo nome, in una facile casella artistica identificativa. “Arbëria”, è frutto di due separate sessioni (una del 2006, l'altra del 2008), entrambe curate da Fausto Balbo. E siamo alle solite con Patrizia. Difficile, veramente difficile, trovargli apparentamenti. Si parte alla lontana, scavando nel folk, ma poi, il jazz, l'improvvisazione, l'elettroacustica, la poesia, il volo degli uccelli, il silenzio, dove li mettiamo? Li stipiamo in otto brani minimali, rischiarati da molte luci, e qualche ombra. Ma altrimenti non potrebbe esser, vista la distanza temporale, che separa queste registrazioni dall'oggi. Qualche pigro stiracchiamento ad appesantir l'ascolto (l'iniziale Inverno, peraltro intrigante, nell'utilizzo della lingua italiana). Per il resto, piccoli rosari cubisti, snocciolati in alternanza grazia/ferocia. Bird's Song, singhiozzante, melodica, carezzevole. Blue, deliziosa stratificazione, avanguardia travestita da tradizione. La tesa Water (su testo di Viktor Schauberger), densa e concentrica. Il lento affondamento emozionale di Ombra Di Sole. Il ritmo del cuore, a scandire il lento proceder (elettroacustico in loop), di Two Blow Sense. L'infantile, spezzata invocazione, della conclusiva Stone's Mountain. Patrizia Oliva è un'improvvisatrice. Patrizia Oliva, conduce una difficile ricerca, sulla vocalità contemporanea. La voce è il suo strumento, elettronica e field recordings, corollario discreto. E parla di pietre, d'uccelli, d'amore, di montagne, d'acqua e stelle. Nulla di perfetto, ma in fondo, necessario." M. Carcasi, Kathodik, 2012.
"(…) Partendo dalla selvaggia cacofonia delle Allun, Patrizia Oliva ha saputo sviluppare un interessante percorso solista attraverso un linguaggio ibrido che si colloca fra improvvisazione, elettronica e qualche vario accenno alla musica tradizionale. L'elemento centrale al quale ruota tutto l'impianto di "Arbëria" è sicuramente la voce, spesso utilizzata in modo ipnotico e reiterativo quasi a voler creare un ideale ponte tra le sperimentazioni folk di Linda Perhacs e la scarna musicalità di Laurie Anderson ("Blue"), sospesa in una dimensione intermedia tra melodia e astrattezza, fra sogno e memoria. L'impianto è estremamente sobrio e la forma ancora perfettibile, qualche flebile drone o pattern elettronico in sottofondo con la voce a fluttuare libera in volute di note circolari e avvolgenti, ma proprio questa estrema essenzialità rivela una fragile vena poetica che ammanta di fascino e toni crepuscolari anche le inevitabili ingenuità." Massimiliano Busti, Blow Up 2012.
"(…) Ho perso il conto degli album solisti o in cordata con altri di Patrizia Oliva. Ma ogni volta che sento un lavoro in cui c'è lei coinvolta a qualche titolo, mi stupisco sempre per la netta riconoscibilità del suo tocco, che con gli anni si sta facendo sempre più prezioso, come nell'abusata metafora del buon vino. Improv-elettronica calata in vuoto estroso e vaticinante, con voce che dilaga o si posa appena sulla superficie, plasmando lo svolgersi degli eventi. Idealmente collocabile le text-sound composition di Ake Hodell e gli esperimenti recenti Kyriakides." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2013.
01 _ Inverno 5:52
02 _ Bird’s Song 3:21
03 _ Solar Sphere 4:48
04 _ Blue 5:39
05 _ Water 1:56
06 _ Ombra di Sole 6:03
07 _ Two Blow Sense 9:28
08 _ Stone’s Mountain 0:39
(C) + (P) 2012
SOLD OUT
Patrizia Oliva _ vocals _ electronics _ field recordings
Arbëria is an album entirely recorded in studio, in two sessions, one in 2006 and the second in 2008. The engineer was Fausto Balbo. The cover was created by her friend Nora Keyes, singer and visual artist from Los Angeles. The track Water is taken from a visionary text by Viktor Schauberger, in 1930. The music on this recording (Ombra di Sole and Blue were originally issued as a self-made released by the artist, named Gestuelle du Blue) shows the voice at the center, as the fulcrum and around there are electronic loops and lines of rhythmic repetitions. Now balm now poison, the music has an architecture that tends to addition and subtract elements, where rigor and visceral spontaneity coexist, providing variety of music that incorporates song forms, noise, avant-garde, melody and contrast. The art of Oliva is a metamorphosis of something that escapes, tangible. Her voice recalls the past, sincerity, urgency, so original. If the voice is an instrument of the soul, in records like this it is perceived, it's not a small thing. The voice and the electronic parts are improvised and then carved/edited at a later stage. The track named Blue is also present in "This Moment is not the Same", a film documentary about music and art by Marion Neumann, 98 min., Werner Penzel Filmproduktion & Jourparjour Company, supported by Balzli & Fahrer Filmproduktion GmbH and HFF München.
For more info: www.patriziaoliva.wordpress.com
"(...) Qualche anno fa Patrizia Oliva effettuò delle registrazioni sotto la direzione di Fausto Balbo, editate poi nello spartano CD-R “Gestuelle du blue Tempo”, e adesso parte di esse vengono recuperate, insieme a cinque titoli inediti registrati in una tornata successiva e sempre con Balbo, per questa produzione sicuramente più accurata, ad iniziare dalla splendida veste grafica (opera di Nora Keyes e Stefano Giust). Tutto il materiale è firmato dalla stessa Oliva - che per la prima volta, almeno credo, si presenta con il proprio nome – ad eccezione di Water, dove le parole sono del naturalista austriaco Viktor Schauberger. Ad emergere è la splendida voce dell’autrice, ricca di variazioni e coloriture ma senza essere mai supponente, aiutata sicuramente dal lavoro svolto da Balbo relativamente alla registrazione degli artifizi elettronici. Se le parti sonore possono far pensare spesso ai microcosmi di Bernhard Günter, la voce varia per intonazione proiettando ombre che vanno da Billie Holiday a Tim Buckley, passando per Jeanne Lee e Jane Birkin. È difficile trovare in giro una mescolanza di jazz, elettronica e psichedelica così ben riuscita. Ci sto pensando da giorni ma non mi sovviene nessuno. Nonostante il tempo trascorso, le prime registrazioni risalgono al 2006 e le seconde al 2008, queste otto ‘nuggets’ non mostrano alcun segno d’usura. Semplicemente magistrali. Chissà che in futuro qualche cervellone non le riscopra riservandogli un piedistallo fra le cose importanti di questi anni." Mario Biserni, Sands-zine 2013.
"(...) Patrizia Oliva ha da qualche anno abbandonato il suo pseudonimo Madame P presentandosi con nome e cognome, continuando a pubblicare una registrazione dopo l'altra e a suonare in giro per il mondo. Questo Arberia esce per Setola Di Maiale, con cui Patrizia collabora ormai da tempo; i brani qui presenti sono stati registrati nel 2006 e nel 2008. Otto brani lenti e d'atmosfera dove la voce la fa comprensibilmente da padrone, accompagnata da una goccia di elettronica e field recordings, tracciando melodie, creando ambientazioni sonore con vocalizzi, recitando... tutto senza mai strafare e mantenendosi in un ambito "melodico" mai scontato, riuscendo a narrare le proprie emozioni senza alzare il tiro verso l'urlo, il rumore o la cacofonia; tutto questo le riesce in maniera molto brillante, soprattutto grazie ovviamente alla sua notevole voce. La registrazione, il mix ed l'editing impeccabili sono di Fausto Balbo, la bella immagine di copertina è di Nora Keyes, grafica di Stefano Giust, come sempre semplice e azzeccata (tanto da rendere sempre più le uscite Setola un marchio di fabbrica che può tentare anche i collezionisti/completisti). Emiliano Grigis, Sodapop, 2013.
"(...) Anni di gavetta passati a sperimentare con noti esponenti delle scene free jazz, a improvvisare con numerose formazioni (Allun, Gravida, Camusi), a calcare palchi in tutta Europa e negli Stati Uniti. Field recordings coperti di sussurri, strati di voce che si mescolano ai suoni della natura. Lo strumento principe di Patrizia è la voce, filtrata, distorta, mandata in loop e che spesso risulta irriconoscibile come tale, ma è sempre efficacissima. Il suo nuovo album "Arberia" (su Setola di Maiale) è un disco difficile da inquadrare in una categoria che non sia quella della "sperimentazione sui generis". È particolarmente sospiroso ed è una delle cose più sexy che abbia mai sentito, ragione di più per andarla a vedere dal vivo." Andrea Cazzani, Zero 2012.
"(...) Un corpo febbricitante. Movenze selvatiche, odorano d'urgenza. Torna Patrizia Oliva (Madame P, Camusi, Gravida. Ed altre sigle e unioni che la riguardano). Torna lo spaesamento, la difficoltà nell'inserir il suo nome, in una facile casella artistica identificativa. “Arbëria”, è frutto di due separate sessioni (una del 2006, l'altra del 2008), entrambe curate da Fausto Balbo. E siamo alle solite con Patrizia. Difficile, veramente difficile, trovargli apparentamenti. Si parte alla lontana, scavando nel folk, ma poi, il jazz, l'improvvisazione, l'elettroacustica, la poesia, il volo degli uccelli, il silenzio, dove li mettiamo? Li stipiamo in otto brani minimali, rischiarati da molte luci, e qualche ombra. Ma altrimenti non potrebbe esser, vista la distanza temporale, che separa queste registrazioni dall'oggi. Qualche pigro stiracchiamento ad appesantir l'ascolto (l'iniziale Inverno, peraltro intrigante, nell'utilizzo della lingua italiana). Per il resto, piccoli rosari cubisti, snocciolati in alternanza grazia/ferocia. Bird's Song, singhiozzante, melodica, carezzevole. Blue, deliziosa stratificazione, avanguardia travestita da tradizione. La tesa Water (su testo di Viktor Schauberger), densa e concentrica. Il lento affondamento emozionale di Ombra Di Sole. Il ritmo del cuore, a scandire il lento proceder (elettroacustico in loop), di Two Blow Sense. L'infantile, spezzata invocazione, della conclusiva Stone's Mountain. Patrizia Oliva è un'improvvisatrice. Patrizia Oliva, conduce una difficile ricerca, sulla vocalità contemporanea. La voce è il suo strumento, elettronica e field recordings, corollario discreto. E parla di pietre, d'uccelli, d'amore, di montagne, d'acqua e stelle. Nulla di perfetto, ma in fondo, necessario." M. Carcasi, Kathodik, 2012.
"(…) Partendo dalla selvaggia cacofonia delle Allun, Patrizia Oliva ha saputo sviluppare un interessante percorso solista attraverso un linguaggio ibrido che si colloca fra improvvisazione, elettronica e qualche vario accenno alla musica tradizionale. L'elemento centrale al quale ruota tutto l'impianto di "Arbëria" è sicuramente la voce, spesso utilizzata in modo ipnotico e reiterativo quasi a voler creare un ideale ponte tra le sperimentazioni folk di Linda Perhacs e la scarna musicalità di Laurie Anderson ("Blue"), sospesa in una dimensione intermedia tra melodia e astrattezza, fra sogno e memoria. L'impianto è estremamente sobrio e la forma ancora perfettibile, qualche flebile drone o pattern elettronico in sottofondo con la voce a fluttuare libera in volute di note circolari e avvolgenti, ma proprio questa estrema essenzialità rivela una fragile vena poetica che ammanta di fascino e toni crepuscolari anche le inevitabili ingenuità." Massimiliano Busti, Blow Up 2012.
"(…) Ho perso il conto degli album solisti o in cordata con altri di Patrizia Oliva. Ma ogni volta che sento un lavoro in cui c'è lei coinvolta a qualche titolo, mi stupisco sempre per la netta riconoscibilità del suo tocco, che con gli anni si sta facendo sempre più prezioso, come nell'abusata metafora del buon vino. Improv-elettronica calata in vuoto estroso e vaticinante, con voce che dilaga o si posa appena sulla superficie, plasmando lo svolgersi degli eventi. Idealmente collocabile le text-sound composition di Ake Hodell e gli esperimenti recenti Kyriakides." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2013.
01 _ Inverno 5:52
02 _ Bird’s Song 3:21
03 _ Solar Sphere 4:48
04 _ Blue 5:39
05 _ Water 1:56
06 _ Ombra di Sole 6:03
07 _ Two Blow Sense 9:28
08 _ Stone’s Mountain 0:39
(C) + (P) 2012