UNO
COLLETTIVO DI RESISTENZA CULTURALE (Paolo Sanna, Elia Casu, Angelo Contini, Silvia Corda, Adriano Orrù)
SOLD OUT
Elia Casu _ chitarra elettrica preparata _ electron
Angelo Contini _ trombone
Silvia Corda _ harmonium indiano_ glockenspiel _ oggetti
Adriano Orrù _ contrabbasso
Paolo Sanna _ drum set preparato_ percussioni
Il Collettivo di Resistenza Culturale nasce da un’idea di Paolo Sanna e Elia Casu. Vede la luce, riunendosi per la prima volta, nell’estate del 2011. L’idea è quella di formare un ensemble, con musicisti sempre diversi, interessati alla sperimentazione e alla composizione istantanea. Alla base degli inviti ai musicisti coinvolti di volta in volta, una scelta anche timbrica che tiene conto degli strumenti suonati dagli stessi e che andranno a creare una formazione con strumentazione non convenzionale, oltreché una condivisione di idee e prassi esecutiva. I due brani proposti ai musicisti, sempre gli stessi, di Sanna e Casu, con indicazioni minime e scritti con segni non convenzionali, lasciano la totale libertà di interpretazione sfruttando l’energia che nasce dall’incontro, arrivando così ogni volta a dei risultati finali diversi. In questo disco troviamo la prima di queste interpretazioni, ottimamente eseguite e registrate dal vivo allo Stramb Fest, nell'agosto del 2011.
"(...) Presentato in Sardegna, durante l'estate del 2011, allo Stramb Fest di San Gavino Monreale, il progetto Collettivo Di Resistenza Culturale, organizzato da Elia Casu e Paolo Sanna (Ongaku2), è un ottimo esempio di come, una griglia espressiva ben definita in partenza, possa generare un'interessante, e sempre diverso, rapporto comunicativo collettivo, qual che siano gli interpreti del momento. Una griglia compositiva, luogo d'incontro/bacino d'incubazione, per relazioni future. La faccenda, si svolge e svolgerà, in questa maniera: verranno proposte agli artisti, sempre le stesse due composizioni (responsabili, Casu e Sanna), che terranno conto, nella fase di invito, sia dello strumento utilizzato, sia delle sue peculiarità timbriche, creando cosi, di volta in volta, un'esposizione (per strumentazione e sentire comune), non convenzionale. Stante il fatto che, tutti i coinvolti, son dediti al salto mortale senza rete. La formalizzazione del tutto, si traduce in una partitura scritta, consegnata ai musicisti, che conterrà indicazioni grafiche di minima. Una questione di sensibilità estrema dunque. Un lavoro di traduzione istantanea, che ad ogni successiva interpretazione, darà vita ad una nuova, originale, figura compositiva (che mai, logicamente, verrà riprodotta tale e quale). Messa in questa maniera, si potrebbe obiettar: Che gran rottura di coglioni! Peccato che ciò, non sia propriamente esatto. Come in questo caso. Sanna e Casu, son batteria preparata, percussioni, chitarra elettrica a sua volta trattata ed elettronica. Si aggiungono Angelo Contini al trombone (che di non poco, con il suo operato, strappa un sorriso), Silvia Corda ad harmonium, oggetti e glockenspiel, Adriano Orrù, al contrabbasso. Non pensiate neanche per un istante, di trovarvi incastrati nel bel mezzo di un mucchio di spine, non ci siamo. Ne vien fuori, un dialogo a cinque, ironico, spazioso, spericolato e sempre, continuamente, ben tenuto a freno ed indirizzato, dalla partitura grafica. Immagino, che nel mezzo di tutto ciò, si sviluppi anche un bel contrasto performativo, davvero niente male. Parlo del gesto, del colpo mimato che mai arriva, della metafora potente ed evocativa, che si nasconde dietro ogni singolo movimento corporeo. Son spinte, abbracci e rincorse, che strappano un sorriso ed evitano ogni approssimazione espositiva, tipica di genere (impro, è feroce pratica di vita quotidiana, non botta di culo). Al prossimo giro, a Casu e Sanna, si aggiungeranno Patrizia Oliva e Stefano Giust. Ci saremo senza dubbio." M. Cacasi, Kathodik 2012.
"(...) Un nome che è, finalmente, anche un progetto che esprime voglia di muoversi in maniera antagonista, ed è la musica ad avere la parola in questo caso. Il collettivo di resistenza culturale è una sorta di super gruppo della musica improvvisata e del nuovo jazz italiano, quello che lavora nei sotterranei e nei club piuttosto che dentro ai teatri paludati. Ed un bello scontro di suoni, una improvvisazione empatica, efficace nel suo muoversi fuori dai confini, e con un senso di gioiosa liberazione che certe volte è assente in questi progetti. Il tutto è legato a Uno, pubblicato da Setola di maiale, il primo disco del progetto, dove due lunge tracce si dipanano con energia e creatività. Un esempio di "resistenza" sonora di grande valore, una nuova strada cresciuta sui grandi insegnamenti della storia della musica non convenzionale." Luigi Bertaccini, e20romagna 2012.
"(...) El Collettivo di Resistenza Culturale nace en 2011 tras una idea del percusionista Paolo Sanna y el guitarrista Elia Casu (OnGaku2). La idea básica es llamar a colaborar a diferentes músicos en cada concierto, con las mismas 2 canciones siempre, una de Sanna y la otra de Casu, con una información mínima. De este modo se deja total libertad para interpretarlas (aunque no están escritas en el pentagrama, se usan pequeños signos fácilmente comprensibles por todo el mundo). Otro elemento importante del colectivo radica en trabajar en el encuentro de la energía propia existente entre los músicos que participan con distintos intereses, teniendo en cuenta también la afinidad a los mundos de Sanna y Casu, interesados en la búsqueda y experimentación sonora, intentando de esta forma la consolidación de un colectivo inusual y plural que ofrece un rico espacio de instrumentos y texturas musicales en directo. El "colectivo de resistencia cultural" puede formarse en cada parte del mundo con la participación de músicos locales interesados en compartir, experimentar, buscar tonos, sonido, silencio y ruido. El cd UNO (Setola di Maiale SM2220) registra el primer concierto en Cerdeña de este “colectivo”. A este primero le seguirán otras publicaciones de conciertos que servirán para documentar el desarrollo y las diferencias de cada unidad colectiva. Saldrán todos los CDs para el sello italiano Setola di Maiale - musiche non convenzionali." La Cueva Boreal, 2012.
01 _ Time 20:45
02 _ Time 08:32
(C) + (P) 2012
SOLD OUT
Elia Casu _ prepared electric guitar _ electron
Angelo Contini _ trombone
Silvia Corda _ Indian harmonium _ glockenspiel _ objects
Adriano Orrù _ doublebass
Paolo Sanna _ prepared drum set _ percussions
All music improvised by Collettivo di Resistenza Culturale, an open-ensemble organized by Elia Casu and Paolo Sanna. Recorded live at Stramb Fest on August 18th 2011.
"(...) El Collettivo di Resistenza Culturale nace en 2011 tras una idea del percusionista Paolo Sanna y el guitarrista Elia Casu (OnGaku2). La idea básica es llamar a colaborar a diferentes músicos en cada concierto, con las mismas 2 canciones siempre, una de Sanna y la otra de Casu, con una información mínima. De este modo se deja total libertad para interpretarlas (aunque no están escritas en el pentagrama, se usan pequeños signos fácilmente comprensibles por todo el mundo). Otro elemento importante del colectivo radica en trabajar en el encuentro de la energía propia existente entre los músicos que participan con distintos intereses, teniendo en cuenta también la afinidad a los mundos de Sanna y Casu, interesados en la búsqueda y experimentación sonora, intentando de esta forma la consolidación de un colectivo inusual y plural que ofrece un rico espacio de instrumentos y texturas musicales en directo. El "colectivo de resistencia cultural" puede formarse en cada parte del mundo con la participación de músicos locales interesados en compartir, experimentar, buscar tonos, sonido, silencio y ruido. El cd UNO (Setola di Maiale SM2220) registra el primer concierto en Cerdeña de este “colectivo”. A este primero le seguirán otras publicaciones de conciertos que servirán para documentar el desarrollo y las diferencias de cada unidad colectiva. Saldrán todos los CDs para el sello italiano Setola di Maiale - musiche non convenzionali." La Cueva Boreal, 2012.
"(...) Presentato in Sardegna, durante l'estate del 2011, allo Stramb Fest di San Gavino Monreale, il progetto Collettivo Di Resistenza Culturale, organizzato da Elia Casu e Paolo Sanna (Ongaku2), è un ottimo esempio di come, una griglia espressiva ben definita in partenza, possa generare un'interessante, e sempre diverso, rapporto comunicativo collettivo, qual che siano gli interpreti del momento. Una griglia compositiva, luogo d'incontro/bacino d'incubazione, per relazioni future. La faccenda, si svolge e svolgerà, in questa maniera: verranno proposte agli artisti, sempre le stesse due composizioni (responsabili, Casu e Sanna), che terranno conto, nella fase di invito, sia dello strumento utilizzato, sia delle sue peculiarità timbriche, creando cosi, di volta in volta, un'esposizione (per strumentazione e sentire comune), non convenzionale. Stante il fatto che, tutti i coinvolti, son dediti al salto mortale senza rete. La formalizzazione del tutto, si traduce in una partitura scritta, consegnata ai musicisti, che conterrà indicazioni grafiche di minima. Una questione di sensibilità estrema dunque. Un lavoro di traduzione istantanea, che ad ogni successiva interpretazione, darà vita ad una nuova, originale, figura compositiva (che mai, logicamente, verrà riprodotta tale e quale). Messa in questa maniera, si potrebbe obiettar: Che gran rottura di coglioni! Peccato che ciò, non sia propriamente esatto. Come in questo caso. Sanna e Casu, son batteria preparata, percussioni, chitarra elettrica a sua volta trattata ed elettronica. Si aggiungono Angelo Contini al trombone (che di non poco, con il suo operato, strappa un sorriso), Silvia Corda ad harmonium, oggetti e glockenspiel, Adriano Orrù, al contrabbasso. Non pensiate neanche per un istante, di trovarvi incastrati nel bel mezzo di un mucchio di spine, non ci siamo. Ne vien fuori, un dialogo a cinque, ironico, spazioso, spericolato e sempre, continuamente, ben tenuto a freno ed indirizzato, dalla partitura grafica. Immagino, che nel mezzo di tutto ciò, si sviluppi anche un bel contrasto performativo, davvero niente male. Parlo del gesto, del colpo mimato che mai arriva, della metafora potente ed evocativa, che si nasconde dietro ogni singolo movimento corporeo. Son spinte, abbracci e rincorse, che strappano un sorriso ed evitano ogni approssimazione espositiva, tipica di genere (impro, è feroce pratica di vita quotidiana, non botta di culo). Al prossimo giro, a Casu e Sanna, si aggiungeranno Patrizia Oliva e Stefano Giust. Ci saremo senza dubbio." M. Cacasi, Kathodik 2012.
"(...) Un nome che è, finalmente, anche un progetto che esprime voglia di muoversi in maniera antagonista, ed è la musica ad avere la parola in questo caso. Il collettivo di resistenza culturale è una sorta di super gruppo della musica improvvisata e del nuovo jazz italiano, quello che lavora nei sotterranei e nei club piuttosto che dentro ai teatri paludati. Ed un bello scontro di suoni, una improvvisazione empatica, efficace nel suo muoversi fuori dai confini, e con un senso di gioiosa liberazione che certe volte è assente in questi progetti. Il tutto è legato a Uno, pubblicato da Setola di maiale, il primo disco del progetto, dove due lunge tracce si dipanano con energia e creatività. Un esempio di "resistenza" sonora di grande valore, una nuova strada cresciuta sui grandi insegnamenti della storia della musica non convenzionale." Luigi Bertaccini, e20romagna 2012.
01 _ Time 20:45
02 _ Time 08:32
(C) + (P) 2012