TRANSITION
TRANSITION (Nils Gerold, Nicola Guazzaloca, Stefano Giust)
SOLD OUT
Nils Gerold _ flauto
Nicola Guazzaloca _ pianoforte
Stefano Giust _ batteria
S'è scritto: "Un incontro di fuoco fra tre musicisti ferocemente creativi, capaci di evocare antichi fervori arcaici dal sapore sciamanico in un incessante susseguirsi di suggestioni. Il flauto profondo e avanzato di Nils Gerold - originario di Brema e già collaboratore di musicisti del calibro di Evan Parker, Frank Gratkowski e Paul Lovens per citarne una piccolissima parte - incontra qui la batteria tumultuosa ed esperta di Stefano Giust insieme al mobile e disinibito e così espressivo pianoforte di Nicola Guazzaloca, in una sessione completamente improvvisata. I due musicisti italiani devono il loro incontro ai rispettivi impegni nell'ambito della promozione e diffusione della musica di ricerca, con Setola di Maiale e la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich di Bologna (location di questa registrazione). Un documento importante nel vasto ma mai sufficientemente accessibile panorama della musica improvvisata, dove forse più che in ogni altro contesto ogni incontro può disvelare le vitali pulsioni creative che spingono la musica a rinnovarsi in se stessa."
For more info: https://transitionon.wordpress.com
"(...) Un recente highpoint del percussionista è sicuramente il trio composto con Guazzaloca e Gerold di "Transition" costituito da tre improvvisazioni che sembrano voler richiamare (almeno così appare dalle intenzioni dei titoli) atmosfere surreali degli sciamani: l'"Arutam" e lo "Tsentsak" sono espressione della potenza degli dei e delle forze naturali. In tal senso quindi si tende ad evocare tratti di manualità di matrice indigena, un tribalismo nascosto nelle pieghe dell'improvvisazione libera: tre eccellenti esecutori, in perfetta sincronia, conducono un set scenico che non perde sostanza in nessun momento; il pianista Guazzaloca ammorbidisce nei timbri e nei clusters di suono molta dell'irruenza che richiederebbe il brano, trovando combinazioni in tendenza simbiotica con i partners, suoni che risultano quasi "orecchiabili", definizioni acustiche che rendono l'idea del clima nervoso, dinamico e selvaggio della musica. Gerold usa magnificamente il flauto come una specie di generatore acustico di suoni emessi ad eguale distanza, una sorta di "sonaglio" che incolla la trama descrittiva; Giust è continuamente presente in una strana contrapposizione tra drumming leggiadro e qualcosa che è vicina alla tribalità intesa in senso descrittivo, non certamente nei volumi e nelle convenzioni udibili di solito nella musica libera, è in definitiva il collante della situazione. "Transition" fa pensare ad uno stato intermedio, un evento che si dovrà verificare di cui si è in ansia d'attesa perchè si teme che esso sia a sfavore, un prodotto che si inserisce, per inventiva ed energia, nelle migliori produzioni d'improvvisazione libera europee." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2013.
"(...) Non è la prima volta che vediamo un "ingaggio" fra Nicola Guazzaloca e Stefano Giust, ma questa volta a rendere il tutto ancora più interessante si aggiunge il flauto di Nils Gerold. Stiamo parlando di due dei migliori improvvisatori con un retroterra jazzistico che siano tutt'ora in attività in Italia (e probabilmente non solo in Italia, ma è un era in cui siamo la provincia della provincia dell'impero in certi ambiti). D'altronde la caratura di Guazzaloca e Giust è comprovata dalle varie tournée estere, da uscite per etichette leggendarie come ad esempio la Leo Records e dalle collaborazioni con musicisti come Thollem McDonas, Hannah Marshall, Gianni Mimmo, Xabier Iriondo, Gianni Gebbia e una miriade di altri. Per quel che riguarda Gerold, a dispetto di una discografia non troppo corposa, vi basti sapere che fra gli altri ha registrato in ensamble che comprendevano anche Evan Parker. Il gergo pugilistico a volte ben si adatta all'improvvisazione e alla sua pratica, non tanto per l'incontro/scontro fra i musicisti ma per un retroscena a cui spesso si dà poco valore e cioè la "relazione" fisica e psichica che si stabilisce fra i due pugili. Forse in questo caso dovremmo parlare di lotta o di un incontro a tre, l'unica cosa per la quale mi scuso è il fatto di dar adito a che si pensi che questo trio si intersechi in modo violento quando in realtà suona in modo vivo, animato ma per nulla violento. Se Guazzaloca con McDonas, di fronte all'irruenza tecnica e fisica dell'americano si trovava a reagire con mani e denti, in questo caso, con un batterista duttile e fine come Giust si muove agilmente come se i due stessero danzando ed il flauto di Gerold in un incontro così equilibrato non può che muoversi agilmente seguendo la corrente. Non mi stuferò mai di ricordare per chi non l'avesse mai sentito che il pianismo del bolognese è animoso, vivo e ricco di scorie prelevate da una passione per la musica a tutto tondo che spesso viene millantata ma che viene posseduta da pochissimi, stesso dicasi di Giust e per entrambi l'amore per il jazz e per l'idea libertaria di cui il jazz è (e NON è) stato portatore, fa da tema di fondo e da feedback continuo anche dal punto di vista stilistico ma non potrebbe essere altrimenti anche perchè in un campo del "tutto già detto tutto già sentito" ma "tutto mai troppo scontato" (cosa che spesso fa comodo omettere per doversi rimettere in discussione anche solo nel modo di ascoltare la musica) dell'improvvisazione, forse, la provenienza ed il modo di essere lasciano un segno pesante, come le tracce di DNA sull'arma usata per un crimine. La musica suonata da questa gente è viva." Andrea Ferraris, Sodapop, 2012.
"(...) Solo poche righe per dire che oggi ho avuto l'opportunità di ascoltare il cd "Transizione" (e non" Transistor " come ho letto, senza un paio di occhiali corretti) e che mi piace molto! Trio bello davvero! Bravi!!!" Gianni Mimmo, musicista e produttore, 2012.
"(…) E’ come violare l’entrata di un labirinto senza aver la certezza che esista una via di fuga. Giust (batteria), Guazzaloca (pianoforte) e Gerold (flauto). Trasfigurazione, morte e resurrezione di un suono impro mai tentato dal virtuosismo e costantemente sul baratro di un vulcano gorgogliante. Ascoltate senza porvi troppe domande. Fenomenale! Loris Zecchin, Solar Ipse, 2012.
"(…) Il pianista bolognese Nicola Guazzaloca, fra l'altro animatore e membro del gruppo paritario Comanda Barabba, svolge da anni una coerente e personale ricerca sull'improvvisazione, partecipando all'attività laboratoriale e concertistica della Scuola di musica popolare Ivan Illich di Bologna. Qui appunto, nel luglio 2011, è stata registrata dal vivo questa esperienza paritaria che vede il pianista assieme al flautista Nils Gerold, attivo negli ultimi vent'anni soprattutto nell'ambito dell'improvvisazione tedesca, ed al batterista Stefano Giust, fondatore e coordinatore dal 1993 dell'etichetta Setola di Maiale. Il trio affronta un'improvvisazione assoluta con motivazione, con grande attenzione per i valori dinamici, per le variazioni timbriche, per i variegati intrecci dell'interplay. Guazzaloca produce masse sonore ribollenti, enfatiche e mobili, in cui si stagliano frasi insistite e martellanti. Le percussioni di Giust strutturano un contesto ritmico sussultante e magmatico, con frementi e crepitanti effetti sui metallofoni nei momenti più pacati. L'origine più classica ed aerea del flauto di Gerold viene piegata ad un'emissione nervosa, frammentata, guizzante, dai contenuti misticheggianti. La musica che i tre creano presenta una consistenza materica, un'ineludibile concretezza, una sintesi espressiva (il Cd dura in tutto meno di 36 minuti) basata su un'indubbia onestà culturale e su grande rigore metodologico. Il modo naturale e netto, senza sfilacciamenti, con cui si conclude ognuno dei brani risulta particolarmente significativo della istantanea comunione d'intenti che lega il trio. "Arùtam," il brano più lungo, è maggiormente articolato in fasi concatenate e contrapposte, inserendo interventi solistici di ognuno degli improvvisatori; tuttavia i tre brani non presentano sostanziali differenze fra di loro, non atmosfere diversamente connotate, non prevalenze di uno strumento sugli altri... Si qualificano quindi come tre manifestazioni parallele del medesimo atteggiamento improvvisativo, delle medesime relazioni interne, producendo una sorta di flusso continuo e unitario. Tuttavia nel passare da un brano all'altro sarebbe stato opportuno che l'editing avesse lasciato qualche secondo di silenzio in più per marcare maggiormente una sosta di decantazione." Libero Farnè, All About Jazz, 2013.
"(…) [Recensione del primo e secondo disco]. La dimensione live è quella che meglio si addice a certificare l’onestà di una musica totalmente improvvisata e a documentarne il processo creativo. Registrati alla scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna e al Mibnight di Brema, i due dischi del trio Transition vedono Giust confrontarsi con Nils Gerold (fl.) e Nicola Guazzaloca (p.). In tale contesto, le dinamiche interne risultano meticolosamente analizzate, complice anche l’apporto in chiave ritmica del pianista e del flautista, abile nel ricavare timbriche inconsuete e Giust con un drumming frastagliato che richiama sia Sunny Murray e Milford Graves sia Paul Lytton e Tony Oxley. Come sostiene Giancarlo Schiaffini, «l’improvvisazione non si improvvisa»." Boddi, Musica Jazz, 2015
"(...) Gerold, Giust et Guazzaloca, musiciens passablement dissemblables par leurs backgrounds et leurs centres d’intérêt gravent ici de formidables cycles rythmiques en variant à l’infini les impacts, les dactyles et les croisements avec la force G3 (au cube!). Guazzaloca est un piani...ste virtuose impressionnant qui cultive une capacité totale d’adapter son discours musical spirituellement et techniquement avec ses collaborateurs. On l’a entendu avec le prodigieux sax ténor Edoardo Marraffa avec l’oblique sopraniste Gianni Mimmo et dans un formidable duo avec un autre pianiste rare, Thollem Mc Donas. Dans leur Noble Art dédié à la boxe (label Amirani), les idées pleuvent dans un torrent fabuleux de doigtés aussi étincelants que vibratoires. Stefanio Giust est resté fidèle au punk de sa jeunesse en jouant sec et précis, amortissant cymbales et fûts en matraquant les bords de ses caisses dans des spirales infinies et rebondissantes. Nils Gerold, saxophoniste en souffrance, est passé flûtiste et est un souffleur dansant per excellence. Le pianiste et le flûtiste accordent leurs précisions comme s’ils partageaient le même cerveau. Leurs circonvolutions polyrythmiques se retournent sans fin sur le fil du rasoir dans l’espace lisible des crépitements du batteur. Pour une première rencontre «transitoire», c’est une réussite incontestable dans une direction post free-jazz qui a rarement été aussi heureusement documentée. On en oublie la qualité moyenne de l’enregistrement live à la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich de Bologne. On est fasciné de découvrir la capacité de Guazzaloca à adapter son jeu spontanément et de manière uniformément cohérente et logique face à la pression rythmique exercée par ses deux camarades. Stefano et Nicolà sont aussi deux animateurs majeurs de la scène improvisée italienne, bien au-delà du membership de l’Instabile Orchestra auquel on voudrait résumer la créativité avant jazz italienne." Jean-Michel Van Schouwburg, Impro Jazz 2012.
"(...) Gerold, Giust y Guazzaloca, músicos algo diferentes por sus antecedentes y sus centros de interés graban aquí tremendos ciclos rítmicos variando infinitamente los impactos, los dáctilos y las intersecciones con la fuerza G 3 (¡al cubo!). Guazzaloca es un pianista virtuoso impresionante que cultiva una habilidad importante para adaptar su discurso musical, espiritual y técnicamente, con sus colaboradores. Lo escuchamos con el prodigioso saxo tenor Edoardo Marraffa con el oblicuo soprano Gianni Mimmo y en un gran dueto con otro pianista raro, Thollem McDonas. En su Noble Art dedicado al boxeo (sello Amirani), las ideas llueven en un fabuloso torrente de digitaciones tan brillantes como vibrantes como vibratorios. Stefano Giust se mantuvo fiel al punk de su juventud tocando seco y preciso, amortiguando platillos y tambores y aporreando los bordes de sus cajas en espirales infinitas y rebotadas. Nils Gerold, un saxofonista impagable, es un antiguo flautista y es un soplador bailarín por excelencia. El pianista y el flautista acuerdan sus detalles como si compartieran el mismo cerebro. Sus circunvoluciones polirítmicas giran sin cesar en el filo de la navaja en el espacio legible de las crepitaciones del baterista. Para una primera reunión "transitoria", es un acierto innegable en una dirección de post free jazz que rara vez ha sido tan felizmente documentada. Uno se olvida de la calidad media de la grabación en vivo en la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich en Bolonia. Nos fascina descubrir la capacidad de Guazzaloca para adaptar su ejecución de forma espontánea, de forma coherente y lógica, de manera uniforme ante la presión rítmica ejercida por sus dos compañeros. Stefano y Nicolà también son dos animadores principales de la escena improvisada Italiana, mucho más allá de ser miembros de la Instabile Orchestra, en la que uno podría resumir la creatividad avant jazz italiana." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Un autre trio italien, avec le batteur Stefano Giust, entouré cette fois du pianiste Nicola Guazzaloca et du flûtiste Nils Gerold. Court (35 minutes) mais sustentant. Un feeling européen. Flûte et piano tour à tour s’ignorent et s’embrassent dans la longue première pièce, puis dans les deux plus courtes (et surtout “Tséntsak”) le trio atteint un très beau niveau de connivence." François Couture, Monsieur Delire, 2012.
"(...) Another Italian trio, featuring drummer Stefano Giust, this time with pianist Nicola Guazzaloca and flutist Nils Gerold. Short (35 minutes) but satisfying. An European feel. Flute and piano in turn ignore and embrace each other in the long first track. Then, in the two shorter ones (and especially in “Tséntsak”), the trio achieves a very fine level of telepathy." François Couture, Monsieur Delire, 2012.
"(...) This compressed yet impelling CD was recorded live in Bologna at the Scuola Popolare di Musica Ivan Illich. Its “fast kinship” vibe is mirrored across three tracks – one of them very long – in which the struggle to reach insurrectionary climaxes is finely balanced by the choice of interspersing those rampant sections with moments of more pronounced considerateness (in any case typified by a restrained ferment). It is interesting, from this point of view, to note that none of the partakers is an instrumentalist whose style I’m really acquainted with. In fact – if memory does not betray your chronicler – Nils Gerold’s flute-nourished flights between intricacy and composure, and Stefano Giust’s heterogeneously onward-looking drumming are a definite first time here. Guazzaloca has been a partner in crime of Thollem McDonas in the recent past; still, his pianism – mixing nonfigurative individualism and somewhat unquiet nods to Cecil Taylor’s detonative groove – is something I lent my careful ears to only while approaching this recording, with worthy results. Another crucial trait in this general vibrancy lies in the perpetual conversion of the sonic flux; from massive blocks of commutual inflammation, the trio pulls out passages where an instrument might linger unhidden amidst quieter perspectives. Not even in the latter zones one receives signals of half-heartedness: propulsive forces are there to be regained when the blood’s pressure goes up again. At times this translates into a sort of “early 70s” experimental mood that sounds quite engaging for this writer. Honest-to-goodness improvisation with a few minor flaws adding doses of earnestness rather than suggesting rational mismanagement. Don’t lose involvement as you listen, and the rewards will come." Massimo Ricci, Touching Extreme, 2012.
"(...) Another fine free improvised music trio from Bella Italia with Stefano Giust on drums, Nicola Guazzaloca on piano and Nils Gerold on flute. The last one is an instrumental that rarely finds it's place in jazz music, amidst the muscular tones of flute its delicate tone can easily get lost. Obviously there are some luminous exceptions to that (Rahsaan Roland Kirk comes to mind immediately as well as Nicole Mitchell and, if bit less known, Mark Alban Lotz). Now, bear in mind flute is not the main instrument on the cd, the three improvisations are played very democratically. But I believe its presence, the way it's carving its mark on the music makes this cd particularly interesting. As it can't compete with the piano and drums in terms of volume, it fills the empty spaces, with grace and impeccable agility, sometimes like a small bird fluttering its wings and beating the wind. Guazzaloca's piano playing covers a wide dynamic territory, bringing some powerful impetus to the music, driven by Giust's very original way of playing - filled with pulse yet asymmetric. The music flows gracefully with some turns and twists, ebbs coming and going, with a lot of surprises on the way. The has plenty of adventurousness and rides the musical tides with ease. There's a plenty to enjoy on the cd (check the sample below)." Bartek, (Free) Jazz Alchemist 2014
"(...) I have Stef’s Free Jazz Blog to thank for introducing me to the Italian musician-owned label Setola Di Maiale and to Gianni Lenoci’s album Empty Chair in particular. Setola Di Maiale (which according to Google Translate means “Bristle Pig”) is a musician’s collective started in 1993 by drummer Stefano Giust to document work in a high-quality CDR format. As the website states, “Self-produced music and DIY attitude inevitably are the only way for (a) certain type of music to exist, in a market that either is clearly not there, or is stereotyped.” I’m generally steering clear of free improv dates these days, as I feel that there are relatively few musicians who can sustain interest in that format. This one, however, is an exception. I don’t know how long this group has been playing together, but they are a very close-knit unit. That they can turn on a dime from intense rumbling passages to sparse meditation has me wondering if maybe there are composed elements to this, or some kind of pre-arranged structure. At any rate, I like that there’s an underlying sense of purpose behind the music, it’s not just meandering about. Guazzaloca uses dark, dense clusters that will remind you of Cecil Taylor, but he’s not a slavish imitator and has his own language as well. Giust alternates between a Cyrille-like fleetness and something heavier, almost tympani-like in places. Gerold concentrates on the “natural” sound of the flute rather than extended techniques and impresses as well." Craig Premo, Improvisedblog, 2013.
01 _ Arútam 22:12
02 _ Techniques Archaïques 06:58
03 _ Tséntsak 06:31
(C) + (P) 2012
SOLD OUT
Nils Gerold _ flute
Nicola Guazzaloca _ piano
Stefano Giust _ drums
Has been written: "A meeting between three musicians of fire fiercely creative, capable of evoking ancient shamanic fervor, archaic flavor in a continuous series of suggestions. The depth and advanced flute of Nils Gerold - a native of Bremen and a former collaborator of musicians likes of Evan Parker, Frank Gratkowski and Paul Lovens to name a few - meet here the tumultuous and secure drums of Stefano Giust, along with the flexible and uninhibited and so expressive piano of Nicola Guazzaloca, in a free improvisation. An important document in the vast - but never sufficiently accessible - improvised music scene, where perhaps, more than in any other context, you can uncover in every meeting the vital creative impulses that drive the music to renew itself."
Per maggiori info: https://transitionon.wordpress.com
"(...) I have Stef’s Free Jazz Blog to thank for introducing me to the Italian musician-owned label Setola Di Maiale and to Gianni Lenoci’s album Empty Chair in particular. Setola Di Maiale (which according to Google Translate means “Bristle Pig”) is a musician’s collective started in 1993 by drummer Stefano Giust to document work in a high-quality CDR format. As the website states, “Self-produced music and DIY attitude inevitably are the only way for (a) certain type of music to exist, in a market that either is clearly not there, or is stereotyped.” I’m generally steering clear of free improv dates these days, as I feel that there are relatively few musicians who can sustain interest in that format. This one, however, is an exception. I don’t know how long this group has been playing together, but they are a very close-knit unit. That they can turn on a dime from intense rumbling passages to sparse meditation has me wondering if maybe there are composed elements to this, or some kind of pre-arranged structure. At any rate, I like that there’s an underlying sense of purpose behind the music, it’s not just meandering about. Guazzaloca uses dark, dense clusters that will remind you of Cecil Taylor, but he’s not a slavish imitator and has his own language as well. Giust alternates between a Cyrille-like fleetness and something heavier, almost tympani-like in places. Gerold concentrates on the “natural” sound of the flute rather than extended techniques and impresses as well." Craig Premo, Improvisedblog, 2013.
"(...) Another fine free improvised music trio from Bella Italia with Stefano Giust on drums, Nicola Guazzaloca on piano and Nils Gerold on flute. The last one is an instrumental that rarely finds it's place in jazz music, amidst the muscular tones of flute its delicate tone can easily get lost. Obviously there are some luminous exceptions to that (Rahsaan Roland Kirk comes to mind immediately as well as Nicole Mitchell and, if bit less known, Mark Alban Lotz). Now, bear in mind flute is not the main instrument on the cd, the three improvisations are played very democratically. But I believe its presence, the way it's carving its mark on the music makes this cd particularly interesting. As it can't compete with the piano and drums in terms of volume, it fills the empty spaces, with grace and impeccable agility, sometimes like a small bird fluttering its wings and beating the wind. Guazzaloca's piano playing covers a wide dynamic territory, bringing some powerful impetus to the music, driven by Giust's very original way of playing - filled with pulse yet asymmetric. The music flows gracefully with some turns and twists, ebbs coming and going, with a lot of surprises on the way. The has plenty of adventurousness and rides the musical tides with ease. There's a plenty to enjoy on the cd (check the sample below)." Bartek, (Free) Jazz Alchemist 2014
"(…) It's like a violating the entrance to a labyrinth without having the certainty that there is an escape. Giust (drums), Guazzaloca (piano) and Gerold (flute). Transfiguration, death and resurrection of a sound improv ever attempted by the virtuosity and constantly on the brink of a gurgling volcano. Listen without placing too many questions. Phenomenal!" Loris Zecchin, Solar Ipse, 2012.
"(...) This compressed yet impelling CD was recorded live in Bologna at the Scuola Popolare di Musica Ivan Illich. Its “fast kinship” vibe is mirrored across three tracks – one of them very long – in which the struggle to reach insurrectionary climaxes is finely balanced by the choice of interspersing those rampant sections with moments of more pronounced considerateness (in any case typified by a restrained ferment). It is interesting, from this point of view, to note that none of the partakers is an instrumentalist whose style I’m really acquainted with. In fact – if memory does not betray your chronicler – Nils Gerold’s flute-nourished flights between intricacy and composure, and Stefano Giust’s heterogeneously onward-looking drumming are a definite first time here. Guazzaloca has been a partner in crime of Thollem McDonas in the recent past; still, his pianism – mixing nonfigurative individualism and somewhat unquiet nods to Cecil Taylor’s detonative groove – is something I lent my careful ears to only while approaching this recording, with worthy results. Another crucial trait in this general vibrancy lies in the perpetual conversion of the sonic flux; from massive blocks of commutual inflammation, the trio pulls out passages where an instrument might linger unhidden amidst quieter perspectives. Not even in the latter zones one receives signals of half-heartedness: propulsive forces are there to be regained when the blood’s pressure goes up again. At times this translates into a sort of “early 70s” experimental mood that sounds quite engaging for this writer. Honest-to-goodness improvisation with a few minor flaws adding doses of earnestness rather than suggesting rational mismanagement. Don’t lose involvement as you listen, and the rewards will come." Massimo Ricci, Touching Extreme, 2012.
"(...) Just few lines to say that i had today the opportunity to listen "Transition" and that i like it very much! Nice trio indeed! Bravo!!!" Gianni Mimmo, musician and producer, 2012.
"(...) Another Italian trio, featuring drummer Stefano Giust, this time with pianist Nicola Guazzaloca and flutist Nils Gerold. Short (35 minutes) but satisfying. An European feel. Flute and piano in turn ignore and embrace each other in the long first track. Then, in the two shorter ones (and especially in “Tséntsak”), the trio achieves a very fine level of telepathy." François Couture, Monsieur Delire, 2012.
"(...) Un autre trio italien, avec le batteur Stefano Giust, entouré cette fois du pianiste Nicola Guazzaloca et du flûtiste Nils Gerold. Court (35 minutes) mais sustentant. Un feeling plus européen. Flûte et piano tour à tour s’ignorent et s’embrassent dans la longue première pièce, puis dans les deux plus courtes (et surtout “Tséntsak”) le trio atteint un très beau niveau de connivence." François Couture, Monsieur Delire, 2012.
"(...) Gerold, Giust et Guazzaloca, musiciens passablement dissemblables par leurs backgrounds et leurs centres d’intérêt gravent ici de formidables cycles rythmiques en variant à l’infini les impacts, les dactyles et les croisements avec la force G3 (au cube!). Guazzaloca est un piani...ste virtuose impressionnant qui cultive une capacité totale d’adapter son discours musical spirituellement et techniquement avec ses collaborateurs. On l’a entendu avec le prodigieux sax ténor Edoardo Marraffa avec l’oblique sopraniste Gianni Mimmo et dans un formidable duo avec un autre pianiste rare, Thollem Mc Donas. Dans leur Noble Art dédié à la boxe (label Amirani), les idées pleuvent dans un torrent fabuleux de doigtés aussi étincelants que vibratoires. Stefanio Giust est resté fidèle au punk de sa jeunesse en jouant sec et précis, amortissant cymbales et fûts en matraquant les bords de ses caisses dans des spirales infinies et rebondissantes. Nils Gerold, saxophoniste en souffrance, est passé flûtiste et est un souffleur dansant per excellence. Le pianiste et le flûtiste accordent leurs précisions comme s’ils partageaient le même cerveau. Leurs circonvolutions polyrythmiques se retournent sans fin sur le fil du rasoir dans l’espace lisible des crépitements du batteur. Pour une première rencontre «transitoire», c’est une réussite incontestable dans une direction post free-jazz qui a rarement été aussi heureusement documentée. On en oublie la qualité moyenne de l’enregistrement live à la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich de Bologne. On est fasciné de découvrir la capacité de Guazzaloca à adapter son jeu spontanément et de manière uniformément cohérente et logique face à la pression rythmique exercée par ses deux camarades. Stefano et Nicolà sont aussi deux animateurs majeurs de la scène improvisée italienne, bien au-delà du membership de l’Instabile Orchestra auquel on voudrait résumer la créativité avant jazz italienne." Jean-Michel Van Schouwburg, Impro Jazz 2012.
"(...) Gerold, Giust y Guazzaloca, músicos algo diferentes por sus antecedentes y sus centros de interés graban aquí tremendos ciclos rítmicos variando infinitamente los impactos, los dáctilos y las intersecciones con la fuerza G 3 (¡al cubo!). Guazzaloca es un pianista virtuoso impresionante que cultiva una habilidad importante para adaptar su discurso musical, espiritual y técnicamente, con sus colaboradores. Lo escuchamos con el prodigioso saxo tenor Edoardo Marraffa con el oblicuo soprano Gianni Mimmo y en un gran dueto con otro pianista raro, Thollem McDonas. En su Noble Art dedicado al boxeo (sello Amirani), las ideas llueven en un fabuloso torrente de digitaciones tan brillantes como vibrantes como vibratorios. Stefano Giust se mantuvo fiel al punk de su juventud tocando seco y preciso, amortiguando platillos y tambores y aporreando los bordes de sus cajas en espirales infinitas y rebotadas. Nils Gerold, un saxofonista impagable, es un antiguo flautista y es un soplador bailarín por excelencia. El pianista y el flautista acuerdan sus detalles como si compartieran el mismo cerebro. Sus circunvoluciones polirítmicas giran sin cesar en el filo de la navaja en el espacio legible de las crepitaciones del baterista. Para una primera reunión "transitoria", es un acierto innegable en una dirección de post free jazz que rara vez ha sido tan felizmente documentada. Uno se olvida de la calidad media de la grabación en vivo en la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich en Bolonia. Nos fascina descubrir la capacidad de Guazzaloca para adaptar su ejecución de forma espontánea, de forma coherente y lógica, de manera uniforme ante la presión rítmica ejercida por sus dos compañeros. Stefano y Nicolà también son dos animadores principales de la escena improvisada Italiana, mucho más allá de ser miembros de la Instabile Orchestra, en la que uno podría resumir la creatividad avant jazz italiana." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(…) E’ come violare l’entrata di un labirinto senza aver la certezza che esista una via di fuga. Giust (batteria), Guazzaloca (pianoforte) e Gerold (flauto). Trasfigurazione, morte e resurrezione di un suono impro mai tentato dal virtuosismo e costantemente sul baratro di un vulcano gorgogliante. Ascoltate senza porvi troppe domande. Fenomenale! Loris Zecchin, Solar Ipse, 2012. Il pianista bolognese Nicola Guazzaloca, fra l'altro animatore e membro del gruppo paritario Comanda Barabba, svolge da anni una coerente e personale ricerca sull'improvvisazione, partecipando all'attività laboratoriale e concertistica della Scuola di musica popolare Ivan Illich di Bologna. Qui appunto, nel luglio 2011, è stata registrata dal vivo questa esperienza paritaria che vede il pianista assieme al flautista Nils Gerold, attivo negli ultimi vent'anni soprattutto nell'ambito dell'improvvisazione tedesca, ed al batterista svizzero Stefano Giust, fondatore e coordinatore dal 1993 dell'etichetta Setola di maiale. Il trio affronta un'improvvisazione assoluta con motivazione, con grande attenzione per i valori dinamici, per le variazioni timbriche, per i variegati intrecci dell'interplay. Guazzaloca produce masse sonore ribollenti, enfatiche e mobili, in cui si stagliano frasi insistite e martellanti. Le percussioni di Giust strutturano un contesto ritmico sussultante e magmatico, con frementi e crepitanti effetti sui metallofoni nei momenti più pacati. L'origine più classica ed aerea del flauto di Gerold viene piegata ad un'emissione nervosa, frammentata, guizzante, dai contenuti misticheggianti. La musica che i tre creano presenta una consistenza materica, un'ineludibile concretezza, una sintesi espressiva (il Cd dura in tutto meno di 36 minuti) basata su un'indubbia onestà culturale e su grande rigore metodologico. Il modo naturale e netto, senza sfilacciamenti, con cui si conclude ognuno dei brani risulta particolarmente significativo della istantanea comunione d'intenti che lega il trio. "Arùtam," il brano più lungo, è maggiormente articolato in fasi concatenate e contrapposte, inserendo interventi solistici di ognuno degli improvvisatori; tuttavia i tre brani non presentano sostanziali differenze fra di loro, non atmosfere diversamente connotate, non prevalenze di uno strumento sugli altri... Si qualificano quindi come tre manifestazioni parallele del medesimo atteggiamento improvvisativo, delle medesime relazioni interne, producendo una sorta di flusso continuo e unitario. Tuttavia nel passare da un brano all'altro sarebbe stato opportuno che l'editing avesse lasciato qualche secondo di silenzio in più per marcare maggiormente una sosta di decantazione." Libero Farnè, All About Jazz, 2013.
"(...) Un recente highpoint del percussionista è sicuramente il trio composto con Guazzaloca e Gerold di "Transition" costituito da tre improvvisazioni che sembrano voler richiamare (almeno così appare dalle intenzioni dei titoli) atmosfere surreali degli sciamani: l'"Arutam" e lo "Tsentsak" sono espressione della potenza degli dei e delle forze naturali. In tal senso quindi si tende ad evocare tratti di manualità di matrice indigena, un tribalismo nascosto nelle pieghe dell'improvvisazione libera: tre eccellenti esecutori, in perfetta sincronia, conducono un set scenico che non perde sostanza in nessun momento; il pianista Guazzaloca ammorbidisce nei timbri e nei clusters di suono molta dell'irruenza che richiederebbe il brano, trovando combinazioni in tendenza simbiotica con i partners, suoni che risultano quasi "orecchiabili", definizioni acustiche che rendono l'idea del clima nervoso, dinamico e selvaggio della musica. Gerold usa magnificamente il flauto come una specie di generatore acustico di suoni emessi ad eguale distanza, una sorta di "sonaglio" che incolla la trama descrittiva; Giust è continuamente presente in una strana contrapposizione tra drumming leggiadro e qualcosa che è vicina alla tribalità intesa in senso descrittivo, non certamente nei volumi e nelle convenzioni udibili di solito nella musica libera, è in definitiva il collante della situazione. "Transition" fa pensare ad uno stato intermedio, un evento che si dovrà verificare di cui si è in ansia d'attesa perchè si teme che esso sia a sfavore, un prodotto che si inserisce, per inventiva ed energia, nelle migliori produzioni d'improvvisazione libera europee." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2013.
"(...) Non è la prima volta che vediamo un "ingaggio" fra Nicola Guazzaloca e Stefano Giust, ma questa volta a rendere il tutto ancora più interessante si aggiunge il flauto di Nils Gerold. Stiamo parlando di due dei migliori improvvisatori con un retroterra jazzistico che siano tutt'ora in attività in Italia (e probabilmente non solo in Italia, ma è un era in cui siamo la provincia della provincia dell'impero in certi ambiti). D'altronde la caratura di Guazzaloca e Giust è comprovata dalle varie tournée estere, da uscite per etichette leggendarie come ad esempio la Leo Records e dalle collaborazioni con musicisti come Thollem McDonas, Hannah Marshall, Gianni Mimmo, Xabier Iriondo, Gianni Gebbia e una miriade di altri. Per quel che riguarda Gerold, a dispetto di una discografia non troppo corposa, vi basti sapere che fra gli altri ha registrato in ensamble che comprendevano anche Evan Parker. Il gergo pugilistico a volte ben si adatta all'improvvisazione e alla sua pratica, non tanto per l'incontro/scontro fra i musicisti ma per un retroscena a cui spesso si dà poco valore e cioè la "relazione" fisica e psichica che si stabilisce fra i due pugili. Forse in questo caso dovremmo parlare di lotta o di un incontro a tre, l'unica cosa per la quale mi scuso è il fatto di dar adito a che si pensi che questo trio si intersechi in modo violento quando in realtà suona in modo vivo, animato ma per nulla violento. Se Guazzaloca con McDonas, di fronte all'irruenza tecnica e fisica dell'americano si trovava a reagire con mani e denti, in questo caso, con un batterista duttile e fine come Giust si muove agilmente come se i due stessero danzando ed il flauto di Gerold in un incontro così equilibrato non può che muoversi agilmente seguendo la corrente. Non mi stuferò mai di ricordare per chi non l'avesse mai sentito che il pianismo del bolognese è animoso, vivo e ricco di scorie prelevate da una passione per la musica a tutto tondo che spesso viene millantata ma che viene posseduta da pochissimi, stesso dicasi di Giust e per entrambi l'amore per il jazz e per l'idea libertaria di cui il jazz è (e NON è) stato portatore, fa da tema di fondo e da feedback continuo anche dal punto di vista stilistico ma non potrebbe essere altrimenti anche perchè in un campo del "tutto già detto tutto già sentito" ma "tutto mai troppo scontato" (cosa che spesso fa comodo omettere per doversi rimettere in discussione anche solo nel modo di ascoltare la musica) dell'improvvisazione, forse, la provenienza ed il modo di essere lasciano un segno pesante, come le tracce di DNA sull'arma usata per un crimine. La musica suonata da questa gente è viva." Andrea Ferraris, Sodapop, 2012.
"(…) [Recensione del primo e secondo disco]. La dimensione live è quella che meglio si addice a certificare l’onestà di una musica totalmente improvvisata e a documentarne il processo creativo. Registrati alla scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna e al Mibnight di Brema, i due dischi del trio Transition vedono Giust confrontarsi con Nils Gerold (fl.) e Nicola Guazzaloca (p.). In tale contesto, le dinamiche interne risultano meticolosamente analizzate, complice anche l’apporto in chiave ritmica del pianista e del flautista, abile nel ricavare timbriche inconsuete e Giust con un drumming frastagliato che richiama sia Sunny Murray e Milford Graves sia Paul Lytton e Tony Oxley. Come sostiene Giancarlo Schiaffini, «l’improvvisazione non si improvvisa»." Boddi, Musica Jazz, 2015
01 _ Arútam 22:12
02 _ Techniques Archaïques 06:58
03 _ Tséntsak 06:31
(C) + (P) 2012