MANO NERA
FFATSO (Stefano Ferrian, Dominik Gawara, Stefano Colli)
SOLD OUT
Stefano Ferrian _ sax tenore
Dominik Gawara _ basso acustico 5 corde frestless
Stefano Colli _ batteria
I musicisti di questo trio son tutti molto attivi in altri progetti di musica sperimentale, come Psychofagist, Razoj, Udus, Sidechain Massacre Crew... Dominik è presente in molti progetti di Setola di Maiale. Questo è il loro primo album, registrato al Go!Go!Sound Recording Studio di Novara. Musica di improvvisazione capace di coniugare la dirompente energia del free jazz con soluzioni strutturali.
"(...) Un nuovo disco targato Setola Di Maiale in ambito più marcatamente jazzistico: l’amore di Giust per il genere ed il fatto che molti dei musicisti che ruotano attorno all’etichetta abbiano un piede in questo ambito non è un mistero per nessuno. Jazz...off? Nì, nel senso che rispetto alla roba che gira in Italia è sicuramente materiale "spinto", ma giusto perché vale sempre il solito discorso sul jazz da "serata culturale della piccola pro-loco": grossi nomi che se va bene fanno uno show anestetico a botte di standard reinterpretati soft e/o pedissequi perché bisogna portare a casa il soldo facile... e la moglie del sindaco e l’ "asesur" il giorno dopo sono ben felici di raccontare di aver visto "il concerto jazz" agli amici. Tutto questo accade a patto che non si siano frantumati ovaie e palle a vedere qualcosa che comunque mediamente non capiscono (e qui Chet Baker di Come Se Avessi Le Ali su Minimum Fax sarebbe una lettura illuminante), non gli interessa particolarmente e vanno a vedere il concerto perché fa "serata de gurtura". Bene, detto questo, Mano Nera è nero per davvero ed al di là delle assonanze il disco si muove su di un groove cupo e molto notturno che ricorda molto jazz "after midnight", quindi materiale che spesso finisce nelle colonne sonore dei noir o che va bene per i film con Sidney Poitier: fumo, la downtown che si muove, i bassifondi che pulsano e il groove a fargli da sottofondo punteggiato da qualche bella sirena della polizia e dal traffico, e De Niro può continuare imperterrito a guidare il taxi ed a pensare quando verrà il diluvio universale a spazzare via la feccia dalle strade. I Ffatso sono un classico trio sax, basso, batteria: per mia ignoranza non conosco Stefano Colli, mentre Stefano Ferrian, che qui suona il sassofono, è il chitarrista degli Psychofagist (uno dei miei gruppi grind preferiti del momento), e Dominik Gawara ha inciso materiale di un certo spessore sempre su Setola Di Maiale, sia in solo che come GBUR. Non hard-jazz quindi, ma riff di basso che macinano su una batteria solitamente lontana dal free e che sviluppa il tema in modo molto progressivo, dando molto peso sia agli accenti sia alle ripetizioni, infatti Gawara e Colli preparano l’impasto di una torta su cui Ferrian può mettere le decorazioni che vuole, nonostante non si tratti per nulla di un disco in cui il sax risulta staccato dal resto della formazione, anzi, anche quando giocano nel campo del free si sente che i tre si integrano perfettamente a livello stilistico: nessun solo prolungato oltremisura, nessuna parte protratta per il semplice gusto del divertissment da musicista, zero attitudine al "facciamo casino" e/o alla "guarda quanto sono bravo". Per quel che riguarda le definizioni questo nel bene o nel male è jazz, e credo che ci sia poco a che ridire in merito al termine, non è musica particolarmente soft ma ben distante da quello più ostico e ruvido; roba cupa che si sposerebbe perfettamente con la nebbia prodotta dai fumi dell’alcool." A. Ferraris, Sodapop 2009.
"(...) Stefano Ferrian al sax, Dominik Gawara al basso e Stefano Colli alla batteria intrecciano una serie di motivi in puro spirito d’improvvisazione, che si svolgono con grande maestria (eccellente, ad esempio, la performance di Gawara), ma che risentono, alla lunga, di una certa monotonia, forse dell’esaurirsi della spinta creativa immediata, che non viene sottoposta a un lavorio e a un filtro successivi. Il filone può essere individuato nel free jazz, quindi in un approccio libero all’esecuzione, un approccio però particolarmente difficile da gestire, in quanto lo sviluppo non è organizzato in precedenza (potremmo forse dire “pianificato”), eppure deve sussistere, pena il perdersi per strada. Qui - più che perdersi - resta fermo, ma ciò non toglie che i Ffatso mostrino di avere le carte in regola per lavori nettamente più convincenti. Per ora, restiamo francamente in attesa." Giorgio Grimaldi, Stereodrome 2009.
"(...) Mano Nera (‘A Manu Niura in Sicilian idiom) was a particular method of extorsion, exported by some Italian immigrants in the United States in the end of 19th century, generally beginning with a letter addressed to the target threatening kidnapping, murder or harms if the victim didn’t decide to satisfy black handers’ request (normally consisting of requests of large amounts of money). The name “Mano Nera” (Blach Hand) derived from one of the most common ways of signing this love letters, i.e. an hand imprinted in black ink. We could argue that the Italian free-jazz and improv combo Ffatso has decided to entitle this record not only in order to give an appropriate name to a sort of musical score on Al Capone, the historical character widely considered the symbol of Italian-American gangsterism, but also to refer to their particular style, featuring a lot of references to the swirling tradition of jazz (as it was played and “felt” in the first urban Afro-American communities…have an eyebeam and a reading on the Wu Ming releases to have an idea…). The three members of the band – the saxophonist Stefano Ferrian, the bass player Dominik Gawara and the drummer Stefano Colli – demonstrate to be very skilled in weaving slices of improvised jazz wires in order to evoke a gangster’s scenario and the madness of Mafia wars for the control of territories which “blood-painted” the streets of the biggest American cities in the first half of the previous century. They offer a somewhat synesthetic music experience as you could easily “see” the smoggy Chicago and New York streets of the Prohibition period, the violent eruption of a merciless massacre – it’s mentioned one of the most ferocious one in the title of a track 2122 North Clark Street, theatre of the so-called St.Valentine’s Day Massacre -, the drumming explosions of gunshots, the suspicious characters in raincoats tilting their hats over their eyes while smoking cigars standing on the rear entrance of a distillery depot, the grime look of Al Capone and the Five Pointers, even their attitude and stereotyped movements as screened in a Godfather’s sequence, the flash pasting of Old Cadillacs loaded with killers, the machine gun clattering, the expressional wrinkles of a typical resolute face of a Prohibition Agent (the notorious Eliot Ness is mentioned in one track, the famous leader of The Untouchables and the greatest enemy of Al Capone, which was defeated by the frightening weapon of tax evasion… Mister Ness should be charge by a large amount of work, if still in life today…) and so on inside the frenzy drum sessions, the infective heavy bass plucking , the rushing fawning and the raving howl of the sax as well as inside the whole choral sound performed by this band and their tone-rolling a go-go which has nothing to share with more “polite” expressions normally associated with music scores for gangster movie on Mafia (you will not hear any remake of Piero Umiliani), but it’s supposedly more able to evoke and highlight such a theme in an easily appreciable vivid and emotional way, a plot which has been carefully dissected by Ffatso in its own harsh aspect through a cascade of instrumental improvised pulsations! Tracks such as the cinematic 2122 North Clark Street, the most experimental 1945 Apoplectic and Leaving CDS are surely the highest remarks of this interesting opus!" Vito Camarretta, Chain DLK.
"(...) Spesse fette di suono noir, tagliate a mano e non a macchina. Batteria, basso e sax, Stefano Colli, Dominik Gawara (Gbur, Deaf Slug 16 Md, Bianca Belmont, Pentliczek) e Stefano Ferrian (Psychofagist). Storie di rincorse ed attese. Sigaretta perennemente fra le labbra ed un bicchiere semivuoto sempre a portata di mano. Ffatso, è trio che viaggia con abilità, lungo territori noti. Jazz noir con porzioni free, che si muove circospetto nelle notti buie di Novara. Movimenti corali, con predilezione, per il groove corposo. Scale scese e scale salite, scale scese, e scale salite, ben oltre l'orario di chiusura dei bar. Gioco di appostamenti, di odori che saturano abitacoli di auto impestati dal fumo. Cinematografico; reattivo. Gawara tesse spesse trame di corde che indicano la direzione, Colli sbacchetta frenetico, movimenti circolari ed accenti Massacre / Material, il sax di Ferrian, a suggerire, ammonire. Tiro alla Cosmologic, e ghigno esposto che piacerebbe a John Lurie. C'è molto lavoro da fare ancora, meccanismi ed incastri da tarare al meglio (le parti free, che non convincono pienamente...). Ma un trittico come quello esposto con Young Gang, Five Pointers (strepitosa), 2122 North Clark Street, non lascia indifferenti. Gli sviluppi futuri, son da tener d'occhio." M. Carcasi, Kathodik 2009.
01 _ Leaving CDS 6:15
02 _ Young Gang 9:39
03 _ Five Pointers 6:42
04 _ The Big Fellow 3:00
05 _ 2122 North Clark Street 13:29
06 _ Eliot Ness 8:09
07 _ 1945 Apoplectic 2:43
(C) + (P) 2009
SOLD OUT
Stefano Ferrian _ tenor sax
Dominik Gawara _ 5 strings acoustic frestless bass
Stefano Colli _ drums
This is their first album, recorded at the Go!Go!Sound Recording Studio. Improvised music that combine the explosive energy of free jazz with structural forms. Some note about the musicians: Stefano Ferrian plays guitars since the age of 9 studying various genres like Blues, Rock, Fusion, Funky and avantgarde techniques. He’s the former members of the Italian well known grindcore/experimental band Psychofagist and he’s active in various projects like Razoj, Udus and collaborates with many bands in the extreme music scene. After more that a decade playing in extreme/experimental bands he start studying saxophones founding he’s new impro trio Ffatso. He collaborates and played live with musicians like Damo Suzuki and Luca T Mai (ZU). Dominik Gawara is a Polish artist based in Italy since the age of six. He is the founding member of many projects and he has a long time collaboration with Setola di Maiale. Stefano Colli is a multi instrumentalist/sound engineer based in Novara. He’s the founding member of the Italian rock band Foggy Lane and the owner of the Go!Go!Sound Recording Studio. He has been involved for many years in the Hardcore Italian scene playing guitars in various bands. He’s also a member of the Italian well known artists group Sidechain Massacre Crew.
"(...) Mano Nera (‘A Manu Niura in Sicilian idiom) was a particular method of extorsion, exported by some Italian immigrants in the United States in the end of 19th century, generally beginning with a letter addressed to the target threatening kidnapping, murder or harms if the victim didn’t decide to satisfy black handers’ request (normally consisting of requests of large amounts of money). The name “Mano Nera” (Blach Hand) derived from one of the most common ways of signing this love letters, i.e. an hand imprinted in black ink. We could argue that the Italian free-jazz and improv combo Ffatso has decided to entitle this record not only in order to give an appropriate name to a sort of musical score on Al Capone, the historical character widely considered the symbol of Italian-American gangsterism, but also to refer to their particular style, featuring a lot of references to the swirling tradition of jazz (as it was played and “felt” in the first urban Afro-American communities…have an eyebeam and a reading on the Wu Ming releases to have an idea…). The three members of the band – the saxophonist Stefano Ferrian, the bass player Dominik Gawara and the drummer Stefano Colli – demonstrate to be very skilled in weaving slices of improvised jazz wires in order to evoke a gangster’s scenario and the madness of Mafia wars for the control of territories which “blood-painted” the streets of the biggest American cities in the first half of the previous century. They offer a somewhat synesthetic music experience as you could easily “see” the smoggy Chicago and New York streets of the Prohibition period, the violent eruption of a merciless massacre – it’s mentioned one of the most ferocious one in the title of a track 2122 North Clark Street, theatre of the so-called St.Valentine’s Day Massacre -, the drumming explosions of gunshots, the suspicious characters in raincoats tilting their hats over their eyes while smoking cigars standing on the rear entrance of a distillery depot, the grime look of Al Capone and the Five Pointers, even their attitude and stereotyped movements as screened in a Godfather’s sequence, the flash pasting of Old Cadillacs loaded with killers, the machine gun clattering, the expressional wrinkles of a typical resolute face of a Prohibition Agent (the notorious Eliot Ness is mentioned in one track, the famous leader of The Untouchables and the greatest enemy of Al Capone, which was defeated by the frightening weapon of tax evasion… Mister Ness should be charge by a large amount of work, if still in life today…) and so on inside the frenzy drum sessions, the infective heavy bass plucking , the rushing fawning and the raving howl of the sax as well as inside the whole choral sound performed by this band and their tone-rolling a go-go which has nothing to share with more “polite” expressions normally associated with music scores for gangster movie on Mafia (you will not hear any remake of Piero Umiliani), but it’s supposedly more able to evoke and highlight such a theme in an easily appreciable vivid and emotional way, a plot which has been carefully dissected by Ffatso in its own harsh aspect through a cascade of instrumental improvised pulsations! Tracks such as the cinematic 2122 North Clark Street, the most experimental 1945 Apoplectic and Leaving CDS are surely the highest remarks of this interesting opus!" Vito Camarretta, Chain DLK.
"(...) Un nuovo disco targato Setola Di Maiale in ambito più marcatamente jazzistico: l’amore di Giust per il genere ed il fatto che molti dei musicisti che ruotano attorno all’etichetta abbiano un piede in questo ambito non è un mistero per nessuno. Jazz...off? Nì, nel senso che rispetto alla roba che gira in Italia è sicuramente materiale "spinto", ma giusto perché vale sempre il solito discorso sul jazz da "serata culturale della piccola pro-loco": grossi nomi che se va bene fanno uno show anestetico a botte di standard reinterpretati soft e/o pedissequi perché bisogna portare a casa il soldo facile... e la moglie del sindaco e l’ "asesur" il giorno dopo sono ben felici di raccontare di aver visto "il concerto jazz" agli amici. Tutto questo accade a patto che non si siano frantumati ovaie e palle a vedere qualcosa che comunque mediamente non capiscono (e qui Chet Baker di Come Se Avessi Le Ali su Minimum Fax sarebbe una lettura illuminante), non gli interessa particolarmente e vanno a vedere il concerto perché fa "serata de gurtura". Bene, detto questo, Mano Nera è nero per davvero ed al di là delle assonanze il disco si muove su di un groove cupo e molto notturno che ricorda molto jazz "after midnight", quindi materiale che spesso finisce nelle colonne sonore dei noir o che va bene per i film con Sidney Poitier: fumo, la downtown che si muove, i bassifondi che pulsano e il groove a fargli da sottofondo punteggiato da qualche bella sirena della polizia e dal traffico, e De Niro può continuare imperterrito a guidare il taxi ed a pensare quando verrà il diluvio universale a spazzare via la feccia dalle strade. I Ffatso sono un classico trio sax, basso, batteria: per mia ignoranza non conosco Stefano Colli, mentre Stefano Ferrian, che qui suona il sassofono, è il chitarrista degli Psychofagist (uno dei miei gruppi grind preferiti del momento), e Dominik Gawara ha inciso materiale di un certo spessore sempre su Setola Di Maiale, sia in solo che come GBUR. Non hard-jazz quindi, ma riff di basso che macinano su una batteria solitamente lontana dal free e che sviluppa il tema in modo molto progressivo, dando molto peso sia agli accenti sia alle ripetizioni, infatti Gawara e Colli preparano l’impasto di una torta su cui Ferrian può mettere le decorazioni che vuole, nonostante non si tratti per nulla di un disco in cui il sax risulta staccato dal resto della formazione, anzi, anche quando giocano nel campo del free si sente che i tre si integrano perfettamente a livello stilistico: nessun solo prolungato oltremisura, nessuna parte protratta per il semplice gusto del divertissment da musicista, zero attitudine al "facciamo casino" e/o alla "guarda quanto sono bravo". Per quel che riguarda le definizioni questo nel bene o nel male è jazz, e credo che ci sia poco a che ridire in merito al termine, non è musica particolarmente soft ma ben distante da quello più ostico e ruvido; roba cupa che si sposerebbe perfettamente con la nebbia prodotta dai fumi dell’alcool." A. Ferraris, Sodapop 2009.
"(...) Stefano Ferrian al sax, Dominik Gawara al basso e Stefano Colli alla batteria intrecciano una serie di motivi in puro spirito d’improvvisazione, che si svolgono con grande maestria (eccellente, ad esempio, la performance di Gawara), ma che risentono, alla lunga, di una certa monotonia, forse dell’esaurirsi della spinta creativa immediata, che non viene sottoposta a un lavorio e a un filtro successivi. Il filone può essere individuato nel free jazz, quindi in un approccio libero all’esecuzione, un approccio però particolarmente difficile da gestire, in quanto lo sviluppo non è organizzato in precedenza (potremmo forse dire “pianificato”), eppure deve sussistere, pena il perdersi per strada. Qui - più che perdersi - resta fermo, ma ciò non toglie che i Ffatso mostrino di avere le carte in regola per lavori nettamente più convincenti. Per ora, restiamo francamente in attesa." Giorgio Grimaldi, Stereodrome 2009.
"(...) Spesse fette di suono noir, tagliate a mano e non a macchina. Batteria, basso e sax, Stefano Colli, Dominik Gawara (Gbur, Deaf Slug 16 Md, Bianca Belmont, Pentliczek) e Stefano Ferrian (Psychofagist). Storie di rincorse ed attese. Sigaretta perennemente fra le labbra ed un bicchiere semivuoto sempre a portata di mano. Ffatso, è trio che viaggia con abilità, lungo territori noti. Jazz noir con porzioni free, che si muove circospetto nelle notti buie di Novara. Movimenti corali, con predilezione, per il groove corposo. Scale scese e scale salite, scale scese, e scale salite, ben oltre l'orario di chiusura dei bar. Gioco di appostamenti, di odori che saturano abitacoli di auto impestati dal fumo. Cinematografico; reattivo. Gawara tesse spesse trame di corde che indicano la direzione, Colli sbacchetta frenetico, movimenti circolari ed accenti Massacre / Material, il sax di Ferrian, a suggerire, ammonire. Tiro alla Cosmologic, e ghigno esposto che piacerebbe a John Lurie. C'è molto lavoro da fare ancora, meccanismi ed incastri da tarare al meglio (le parti free, che non convincono pienamente...). Ma un trittico come quello esposto con Young Gang, Five Pointers (strepitosa), 2122 North Clark Street, non lascia indifferenti. Gli sviluppi futuri, son da tener d'occhio." M. Carcasi, Kathodik 2009.
01 _ Leaving CDS 6:15
02 _ Young Gang 9:39
03 _ Five Pointers 6:42
04 _ The Big Fellow 3:00
05 _ 2122 North Clark Street 13:29
06 _ Eliot Ness 8:09
07 _ 1945 Apoplectic 2:43
(C) + (P) 2009