POLISHING THE MIRROR
MAGIMC (Edoardo Marraffa, Thollem McDonas, Stefano Giust)
(Setola di Maiale non opera come distributore. Il titolo che segue include alcuni musicisti presenti nel catalogo setolare: è questa l'unica ragione per cui lo trovate qui)
CD digipack 4 pagine
Edoardo Marraffa _ sax tenore _ sax sopranino
Thollem McDonas _ pianoforte
Stefano Giust _ batteria _ piatti _ oggetti
Dal sito dell'etichetta Amirani Records: "Sound image permutations, talented skills and generous playing are the amazing features of this album taken live during the successful italian tour and finely mastered by renowed The Norman Conquest, Oakland, CA. Along with the return on Amirani Rec. of prolific Thollem McDonas, an assertive pianist and perpetually touring artist with concerts all over the planet and excellent collaborations, this Polishing The Mirror features the volcanic, sincere, screaming, climbing and soulful playing by Edoardo Marraffa, aboslutely one of the most original saxophone voice of the italian avant-scene, and the oblique, multi perspective, far from conventional drumming by Stefano Giust, an harsh and exquisite touch servicing music with restless energy and faith. Amirani is pretty proud to host here Stefano Giust, Setola di Maiale president, the most prolific european avant-garde label, heroic presence and unmistakable reference for improvisation, experimental and advancend, talented projects from all over the world." Gianni Mimmo, musicista e presidente di Amirani Records.
"(...) Tra i dischi dell'anno di Orynx Improv and Sounds, curato da Jean-Michel Van Schouwburg.
"(…) La dimensione live è quella che meglio si addice a certificare l’onestà di una musica totalmente improvvisata e a documentarne il processo creativo. Da un concerto alla scuola Ivan Illich proviene il disco di MaGiMc, che vede Marraffa - il cui approccio condensa stimoli desunti tanto da Ayler e Sanders quanto da Brötzmann ed Evan Parker - e Giust - con un drumming frastagliato che richiama sia Sunny Murray e Milford Graves sia Paul Lytton e Tony Oxley - unirsi al pianista statunitense Thollem McDonas. Quest’ultimo ricopre il ruolo di ago della bilancia tra le tensioni create dai colleghi, principalmente in virtù delle esperienze nelle avanguardie di estrazione jazzistica (con William Parker, Vinny Golia e Nels Cline) e accademica, per esempio con Pauline Oliveros e Stefano Scodanibbio." Boddi, Musica Jazz, 2015
"(...) Registrato in quell'incandescente fucina d'idee e connessioni che è la Scuola Di Musica Popolare Ivan Illich di Bologna, nel 2011, “Polishing The Mirror”, è mirabile esempio di composizione istantanea collettiva. I tre artisti, si conoscono bene, e non credo, abbian bisogno di troppe presentazioni. Sono agitatori, ricercatori testardi, centrifughe ultrasoniche, che intercettano, masticano e rilanciano, segnali, dubbi e certezze. “Polishing The Mirror”, si agita su di un doppio binario. Singoli segnali convulsi, che magicamente, si assemblano vertiginosi. Un percorso azzardato, senza nessuna corda di sicurezza legata in vita, a ricordar dov'è l'uscita. Schegge sottoposte ad un continuo processo, accelerazione e decelerazione, dove la relazione fra i musicisti, agisce a tutto campo. Ci scorgerete macinato dentro di tutto. Il free, spappolamenti blues, rompicapi classicheggianti intrappolati fra i tasti, lo stridore metallico, in bilico fra i generi di Eddie Prévost, singhiozzanti delizie afroamericane. Vuoti improvvisi e furore quasi performativo. Opere del genere, sono un monito. Mai mollare. Magimc, sono sax tenore e sopranino, pianoforte, batteria ed oggetti. Magimc, sono Edoardo Marraffa, Thollem McDonas e Stefano Giust. Nudi, crudi e trasparenti." M. Carcasi, Kathodik 2012.
"(...) L’instancabile etichetta discografica Amirani guidata da Gianni Mimmo offre ancora un’altra occasione per gli amanti della musica improvvisata di gustare i frutti dell’incontro di tre bravi musicisti la cui unica legge è assecondare l’ispirazione del momento nell’interagire reciprocamente. Il nome del progetto è Magimc, dalle iniziali degli artisti coinvolti: Edoardo Marraffa al sax, Thollem McDonas al pianoforte e Stefano Giust alla batteria. La musica contenuta in “Polishing The Mirror”, registrata dal vivo a Bologna, è energica e vitalissima, a tratti davvero entusiasmante. Senz’altro una delle uscite migliori nel comunque prezioso catalogo di Amirani.” Il Tirreno, 2012.
"(…) Free jazz appassionato e veemente, registrato dal vivo alla Scuola Popolare di Musica Ivan Illich di Bologna nel maggio del 2011, che rivela le qualità di un trio all'esordio discografico ma già con una corposa storia alle spalle. Il batterista Stefano Giust è infatti uno sperimentatore che si occupa anche di composizione elettronica e acusmatica, nonchè fondatore dell'interessante etichetta Setola di Maiale; il sassofonista Edoardo Marraffa è attivo sin dagli anni novanta e vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Tristan Honsinger, William Parker, John Edwards, Han Bennink, Paal Nilssen-Love e Paul Lovens; il pianista Thollem McDonas è una sorta di nomade del circuito improvvisativo, nato artisticamente a San Francisco ma in costante peregrinazione nel tentativo di applicare la sua peculiare sensibilità musicale ad esperienze inedite come ensemble di percussioni africane, orchestre di gamelan giavanese o bands del circuito noise più devianti. "Polishing the Mirror" è la sommatoria di tutte queste esperienze con un valore aggiunto, quello della notevole intesa fra tre musicisti impegnati all'unisono a confrontarsi in contesti espressivi che rifuggono i clichè e le convenzioni, alla costante ricerca di soluzioni estreme per generare il flusso ipnotico di note ed energia che sprigiona dai loro strumenti. Un lavoro complesso, talvolta addirittura sovraccarico di suono, un dedalo di suggestioni che attira al suo centro e poi rimanda ai margini, senza mai rivelare l'uscita." Massimiliano Busti, Blow Up 2012.
"(...) L´avanguardia celebrata dalla coraggiosa Amirani Records di Gianni Mimmo pubblica con Polishing the Mirror un altro disco piuttosto insolito nel panorama nazionale. Il trio con il nome collettivo di Magimc è protagonista di un concerto registrato alla scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna e si dà da fare per togliere qualunque pregiudizio sull´avanguardia poco comunicativa o racchiusa su se stessa. Si rifanno ad un gruppo ormai storico, quello di Evan Parker, Alex von Schlippenbach e Paul Lovens, che per decenni ha dato spettacolo sui palchi internazionali lasciando una profonda traccia. Edoardo Marraffa al sax tenore e sopranino, il pianista americano Thollem McDonas e Stefano Giust (animatore fra l´altro della label Setola di Maiale) alle percussioni più varie partono subito sul primo brano con un´improvvisazione travolgente, molto free. Si tratta di un lungo brano, ben sedici minuti, in cui si notano subito gli ingranaggi ben rodati del gruppo, in grado di passare da atmosfere più roventi a situazioni in cui il pianoforte viene suonanto dall´interno alla ricerca di nuovi modi di espressione. Ad ogni momento del disco si rivelano musicisti di vaglia. Marraffa con le sue note macerate e sofferte, ed il pianista con degli accenti precisi, di matrice monkiana, capace di fare ribollire il tutto quando richiesto mentre il batterista introduce elementi di sorpresa con i suoi ritmi improbabili. La musica acquista di imprevedibilità ed è proprio godibile per il suo mettere insieme con perizia suoni nuovi e della tradizione del free, alla ricerca di un qualcosa che appare per la via a sorprendere un pò tutti, musicisti ed ascoltatori. L´avanguardia italiana ha trovato un trio sorprendente e ben fa la Amirani Records a dargli un poco di visibilità." Vittorio Lo Conte, Music Zoom, 2012.
"(...) Magimc, album votato a un jazz informale robusto e affermativo, nervoso, frastagliato, che a dispetto di qualche raro momento un po’ convulso sa dare di sé un’immagine globale di sicuro rigore e coerenza formale." Alberto Bazzurro, L'isola che non c'era, 2012.
"(...) Il numero 31 del catalogo Amirani, avvista un trio d’eccezione grazie all’ensemble che oggi unisce Edoardo Marraffa ai sax, Thollem McDonas al piano, Stefano Giust protagonista di cembalo e drum-line e non è un caso incontrare Stefano (produttore di altrettante avanguardie sonore con la sua Setole Di Maiale, label in questo cugina molto prossima ad Amirani) perché siamo all’interno della scuola Ivan Illich ed un’altra figura dietro le quinte compare nella registrazione del dischetto, Nicola Guazzaloca. Leggete, segnatevi questi nomi, sono gli ‘eroi’ che soventemente incontriamo nelle produzioni Amirani. Una crew all’avanguardia con lo zaino sulle spalle nel quale riporre anni ed anni di sperimentazione illustre, spostandosi al di fuori dei contesti, scegliendo di farlo perché ci sono ancora artisti che possono, forse in loro, devono, spingersi oltre il definito per catturare l’attimo. Catturarlo tra i tasti, con le bacchette, nelle ance ma catturarlo, senza conoscerlo a priori: l’istinto è quello del cacciatore, dell’esploratore, del viaggiatore che non conosce la meta e decide la strada quando vuole perché sa di non avere confini davanti, sa di non avere preclusioni, gabbie. Il concetto del volo in questo non è distante ed un volo, uno sciame in volo, ci apre scenari illimitati: la lunga traccia d’apertura, “Polishing The Mirror”, è il volo di sciami d’insetti, disordinati e veloci, lanciati in un’invasione senza scopo, una fuga piuttosto. Eterogenea… un’esplosione di micro-Natura che trova il suo ordine durante la lunga traccia, la simbiosi estemporanea dei tre avvolge, toglie il respiro per tutti i sedici minuti della durata, poi la quiete, il post epidemia, la possibilità di metabolizzare le note, capirle inconsciamente. “Lucidare La Lente”, “Lucidare La Retina”, “Hinges”, sono successive, crescono nei virtuosismi, nelle simbiosi reciproche: tre musicisti che si conoscono, colgono gli spunti e li sviluppano nell’assieme, scolpendo il suono, con il cesello, nelle stasi, con il vigore dei fiati e del corpo nel produrre mille, tremila, diecimila note veloci in successione, esplodendo il proprio intuito, generando nuovi sciami, colori. Quale ordine ha la Natura se non l’istinto? “Polishing The Mirror”, istinto e ragione, un subconscio che esplose in musica in una serata di live all’interno della Scuola Popolare Ivan Illich, ora ha il giusto supporto discografico perché certi momenti vanno colti, anche a posteriori!” Nicola Tenani, Sounds Behind The Corner, 2012.
"(...) Ancora un terzetto che chiama in causa la debordanza creativa di Thollem McDonas. Stavolta cercano di seguire il suo pianoforte impazzito Edoardo Marraffa (sax tenore e sopranino) e Stefano Giust (percussioni, oggetti), durante una serata, quella del 14 maggio 2011, alla Scuola Popolare di Musica Ivan Illich di Bologna. Un'azione particolarmente irruente, basata sulla (non)logica di dinamiche confrontazionali a tratti quasi ostili, a muscoli esibiti. Davvero degna di menzione, da questo punto di vista, la “prestazione” di Stefano Giust, forsennato eppure precisissimo come fosse alla guida di una macchina da guerra nomadica, un trio fotografato in pieno stato di grazia." Vincenzo Santarcangelo, Rockerilla n.386, 2012.
"(...) Tutta la bontà di un nu-jazz. «Vorrei dire che esiste un’altra faccia del jazz che non è quella che ci viene presentata quotidianamente nei festival e nei seminari, anche perché credo che il jazz non stia in uno stile o in un linguaggio ma nella perpetuazione della rivoluzione che per esempio dai primi passi di New Orleans ha portato allo swing, da questo al be bop e così via...» (Mirko Sabatini). Se quanto affermava Sabatini una decina d’anni fa è vero, e ne sono fermamente convinto, ecco un CD che risponde in pieno a quei principi. Da una parte il riferimento sempre vivo alla verve più innovativa che ha attraversato il jazz nell’ultimo mezzo secolo e oltre. Dall'altra, a fare da contrappeso, un'attitidine e un'estetica contemporanee che sfuggono le anguste stanze del già detto e le spicciole logiche del facile ascolto. Si tratta quindi di un lavoro che invita al confronto, e accanto alle interdipendenze si notano comunque peculiarità specifiche e notevoli differenze, anche piuttosto marcate. Le differenze sembrano derivare soprattutto dalla diversa estrazione, sia d’ambiente sia generazionale, dei musicisti coinvolti. “Polishing The Mirror” è fondamentalmente un disco austero, dove gli insiemi si alternano a improvvisazioni di tipo puntillistico, e dove Giust tende quasi sempre a smarcarsi da un’interpretazione propriamente, e puramente, ritmica. L’ensemble riesce inaspettatamente a funzionare a dispetto di qualche sospetto, indubbiamente lecito, dacché con un pianista aggressivo e bestiale come McDonas a regola dovrebbe scapparci il morto, laddove alla resa dei conti i due pard reagiscono in modo più che dignitoso e tengono il passo dello scatenato americano senza sprecare nessuna battuta. Colpo su colpo. Consigliato ai seguaci delle nuove forme d’improvvisazione elettroacustica e/o non idiomatica." Etero Genio, Sands-zine, 2012.
"(…) Quando due personaggi noti del mondo free e sperimentale italiano (Edoardo Marraffa al sax tenore e sopranino e Stefano Giust alla batteria) incontrano un altro improvvisatore/tuttofare americano come Thollem McDonas al piano, succede che il suono si frammenta in tante piccole parti che mostrano al mondo come il caos in fondo abbia un suo ordine e dimensione sonora ben precisa. E secondo la fisica ci sono tutti i presupposti affinché Magimc, il sistema costruito dai tre musicisti qui sopra coinvolti, rispecchi le caratteristiche per definire un sistema dinamico come caotico: - Sensibilità alle condizioni iniziali, ovvero a variazioni infinitesime delle condizioni al contorno (o, genericamente, degli ingressi) corrispondono variazioni finite in uscita. E qui ci siamo, se consideriamo l'interplay tra i tre baldi musicisti e il loro adattarsi alle variazioni che loro stessi mettono in campo. - Imprevedibilità, cioè non si può prevedere in anticipo l'andamento del sistema su tempi lunghi rapportati al tempo caratteristico del sistema a partire da assegnate condizioni al contorno. Senza ombra di dubbio anche questo presupposto viene confermato dall'idea stessa di improvvisazione. - L'evoluzione del sistema è descritta, nello spazio delle fasi, da innumerevoli orbite ('traiettorie di stato'), diverse tra loro con evidente componente stocastica agli occhi di un osservatore esterno, e che restano tutte confinate entro un certo spazio definito. E qui si va un poco sul complicato, ma quelle reminiscenze che ho degli studi di fisica e chimica all'università posso pensare ad una serie di orbite (in questo caso sonore e disegnate musicalmente dai tre strumenti implicati) e che restando confinate all'interno dello spazio dell'Ivan Illich, dov'è stato registrato il disco, creano un sistema finito che si concretizza nel giorno dell'esibizione. Dai deliri fisici qui sopra elencati, spero si deduca quantomeno che è un live, registrato nella scuola popolare di musica in quel di Bologna che è l'Ivan Illich, dove Nicola Guazzaloca - che è anche padrone di casa - questa volta non si siede dietro al piano, ma al computer per editare e mixare il live in questione. Si parte da materiale ricco e variegato che viene lavorato in tempo reale per creare diverse e nuove forme che vengono a loro volta subito rimanipolate. Un lavoro dinamico, frizzante e molto denso, senza sospensioni e parti "morte", in stile Ornette Coleman e le sue sessions di improvvisazione, ma non orchestrate. Peccato per la perdita del dettaglio di alcuni suoni e delle loro timbriche, che si perdono nella registrazione ambientale. Un bel biglietto da visita, che sottolinea ancora una volta come, anche nell'ambito improvvisativo italiano, ci sia ottima qualità. Anche se mi chiedo sempre se progetti simili non siano come sempre una meteora o se ci sia occasione di vedere stampato un seguito a questo lavoro, magari in studio, perché è proprio al secondo round che le cose si fanno difficili, soprattutto in questo ambito." Gianmaria Aprile, Sodapop, 1013.
"(…) Magimc debutta per l'etichetta Amirani di Gianni Mimmo con un disco registrato live alla Scuola Ivan Illich di Bologna nel maggio 2011. E' un movimento tutto interno di deliquescenze della materia quello che va in scena, denso di attacchi, arresti e "quasi" silenzi traumatizzati. le forme che prendono corpo dai dialoghi degli strumenti vengono sfruttate a pezzi o a blocchi, ma mai tutte assieme, privilegiando raccordi e trasparenze anzichè una traccia ritmica sola, sulla quale scorre tutto il resto (spesso e volentieri un ruolo ricoperto dalla batteria). Il risultato finale è un album di fine eleganza, che disinnesca il lato "complicato" dell'improvvisazione, scoperchiando la bellezza vera, ancora da sgrezzare. Accattivante." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2013.
"(...) Lorsqu’on écoute le trio Magimc et qu’on a mon âge, on a une bouffée de souvenirs et une bonne surprise. Le trio saxophone (ici ténor) – piano – batterie fut au centre de la free music européenne: on pense aux trios légendaires des Brötzmann / Van Hove / Bennink ou des Rudiger Carl / Irene Schweizer / Louis Moholo et à celui toujours en activité d’Alex von Schlippenbach avec Paul Lovens et Evan Parker… Je recommanderais l’écoute du Cecil Taylor Unit lors de sa tournée européenne de 1966 avec Andrew Cyrille, Jimmy Lyons et Alan Silva pour remonter le courant de l’histoire. Certains enregistrements de cet Unit de Cecil Taylor préfigurent les sons et l’interactivité des européens des années 70 alors que ceux-ci avaient encore en 1966 un solide pied dans la pratique du jazz avec tempo régulier. Ces trios historiques ont happé l’imagination de leurs contemporains et modifié le cours du jazz vers la musique improvisée radicale pour beaucoup d’auditeurs. La bonne surprise, c’est la furia de Thollem Mc Donas, un pianiste exceptionnel qui demande à être suivi à la trace. On annonce un CD en trio avec Nils Cline et William Parker! Les cliquetis rebondissants et dynamiques de Stefano Giust qui prend bien garde de ne pas couvrir les nuances colorées du clavier de son partenaire. Les morsures et diffractions de la colonne d’air, le souffle hanté par la jouissance d’Edoardo Marraffa. Ces trois-là inventent et déconstruisent leurs équilibres sur le fil tendu entre des rochers battus par les flots en furie d’un typhon aléoutien. Un ressac fait trembler la table d’harmonie sous les spasmes du bec du ténor barissant. La spontanéité n’exclut pas la réflexion et c’est bien cette démarche paradoxale qui excite les sens. Après avoir taillé dans la pierre, voilà qu’ils polissent les facettes… Mirobolant!!” J-M Van Schouwburg, Orynx – Improv and Sounds, 2012.
"(...) Cuando escuchas el trío MAGIMC y si tienes mi edad, tienes un recuerdo y una buena sorpresa. El trío saxofón (aquí tenor) piano batería estaba en el centro de la música free europea: pensamos en los legendarios tríos de Brötzmann / Van Hove / Bennink o Rüdiger Carl / Irene Schweizer / Louis Moholo y que todavía están en activo de Alex von Schlippenbach con Paul Lovens y Evan Parker... Recomendaría escuchar a la Cecil Taylor Unit durante su gira europea de 1966 con Andrew Cyrille, Jimmy Lyons y Alan Silva para volver al curso de la Historia. Ciertas grabaciones de esta Cecil Taylor Unit presagian los sonidos y la interactividad de los europeos desde la década de 1970, cuando en 1966 todavía tenían un punto de apoyo sólido en la práctica del jazz con tempo regular. Estos tríos históricos capturaron la imaginación de sus contemporáneos y cambiaron el curso del jazz a la música improvisada radical para muchos oyentes. La buena sorpresa es la furia de Thollem McDonas, un pianista excepcional que insta a que se siga su pista. ¡Se anuncia un CD en trío con Nils Cline y William Parker! [The Gowanus Session, Porter Records, 2012, N. del Traductor]. Los traqueteos que rebotan y dinámicas de Stefano Giust, que se encarga de no cubrir los matices de colores del teclado de su compañero. Los mordiscos y difracciones de la columna de aire, el soplido obsesionado por el disfrute de Edoardo Marraffa. Aquí, estos tres inventan y deconstruyen sus equilibrios en el alambre tenso entre rocas golpeadas por las olas en la furia de un tifón aleutiano. Una resaca hace temblar la caja de resonancia bajo los espasmos de la boquilla del tenor que brama. La espontaneidad no excluye la reflexión y es este enfoque paradójico que excita los sentidos. Después de haber tallado en la piedra, aquí ellos están puliendo las facetas... ¡¡Maravilloso!!" Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Magimc are Edoardo Marraffa on tenor and sopranino saxes, Thollem McDonas on piano and Stefano Giust on drums and percussion. Their CD entitled "Polishing the Mirror" (Amirani Records, 2012), recorded live in the Scuola Popolare di Musica Ivan Illich of Bologna, is a perfect example of contemporary free improvisation from three musicians with full control of their instruments, ready to cope with the requirements of the moment, but at the individual time, absolute masters of their instrumentations. All five pieces are the result of an obvious outlet of music communication of a ruthless and refined inspiration that fully exploits the musical instruments, a dissolute imagination, through which it becomes usable the utmost in organs. Saxophones sounding not only as wind and as percussion, piano is inside out, drums and other percussions (cymbals and crowd objects) emit 'fiery shrapnel' in every direction. An iconoclastic music with a starting point, but at the same time rich in tensions and vibrations, but not aesthetically uncontrollable, which is credited to the creative capacity (talent and virtuosity) of three musicians and of course the centripetal forces that keep Magimc in body." Jazz&Tzaz 2013.
"(...) Magimc is a free jazz trio consisting of US pianist Thollem McDonas (in a more conventional role than what I have previously heard from him) and Italian musicians Edoardo Marraffa (sax) and Stefano Giust (percussion). A freely improvised live set, very lively, powerful, with quick interactions, and sustained creativity..." François Couture, Monsieur Délire 2013.
"(...) Outstanding performers, high concentration, remarkable interplay! Awesome trio featuring the unmistakable powerful Edoardo Marraffa on tenor&sopranino saxes, the bold piano exploring of Thollem McDonas, the pushing dash on drums by Stefano Giust in a far from conventional, passionate and cutting edge concert recorded live in Bologna." Downtown Music Gallery, NYC 2012.
"(...) The only thing that’s puzzling about Polishing the Mirror is the album’s title. I cannot fathom its significance. The music, on the other hand, is as direct and as immediate as it gets. Here, we have the wonderful improvising pianist Thollem McDonas in no-holds-barred free-jazz mode. Accompanied by saxophonist Eduardo Marraffa and percussionist Stefano Giust—two of Italy’s finest young improvising musicians—McDonas cuts loose with some truly radical, and truly lovely, piano playing. Marraffa, who co-leads the wonderful free jazz group Eco d’Alberi, is an exceptionally gifted player. His tenor sound is positively cavernous, harkening back to the more atavistic sounds of early Pharoah Sanders, David S. Ware and Heinz Sauer. Guist is no slouch either. Endlessly resourceful, he uses every surface of his conventional drumkit to generate sounds that are somehow unexpected while being completely in concert with the prevailing mood of the moment. Though the music on Polishing The Mirror is completely improvised and works with a familiar instrumentation, it is quite varied in mood and texture. “Ritorno” is a case in point. Starting out as an agitated extended crescendo with all three instrumentalists going full-bore, the saxophone and percussion inexplicably drop out. McDonas responds with an hilariously florid piano figure that quickly develops into a more open three-way conversation, dominated by tenor saxophone and drums. Oddly, “found sounds” play a role on this live recording. A squeaking, groaning piano bench acts almost as a 4th instrument during the foggy opening passages of “Lucidare La Lente.” Though the bench is soon rendered inaudible by McDonas’ triple forte chords and Marraffa’s squalling tenor, its use as a sound source is a valid and complete part of the instant composition. This piece blends seamlessly into “Lucidare La Retina,” ostensibly a feature for Marraffa’s absolutely volcanic tenor saxophone, rife with wheezing, whirring overtones, unimaginable intervallic leaps, and animalistic growlings. McDonas answers Marraffa’s foray with a dense, tension-filled improvisation of his own while Giust patters away underneath. The 16-minute-plus title track is the album’s centerpiece. Flowing through an endless variety of strategies and approaches, the trio remains tightly focused throughout. Giust is the key element here. While never playing time per se, his drumming has got a real sense of “pulse.” For the first five minutes of the piece, he imparts a bounding sense of forward motion while continually shifting amongst a wide array of sounds. He bows out, largely, for an extended and amazing prepared piano passage, re-entering with low, muffled toms as McDonas himself waxes percussive on the piano innards. The amazing thing is that MAGIMC is just one of an array of two dozen or so working small groups that Thollem McDonas maintains these days. The sense of connection between these disparate musicians is deep and palpable throughout Polishing The Mirror. It’s something that can take years to develop, but in this case – as with many of McDonas’ collaborations – it’s seemingly developed instantly." Dave Wayne, All About Jazz USA, 2013.
"(...) Amiriani records is directed by Gianni Mimmo and claims one of it it’s artistic goals to create projects that will cross national and artistic boundaries. Magimc is a fine example, a trio featuring italian sax player Edoardo Marraffa and the drummer Stefano Giust alongside american pianist Thollem McDonas, for a series of spirited improvisations. “Polishing the mirror” gets right to it with a freewheeling outburst of sounds. The title tracks is the longest one on the cd (slightly above a quarter of an hour) and it allows for few scenery changes throughout, with the dynamic outburst to begin with, through the minimalistic, suspended eerie tones, and some staccato hopping and scattered tones. There’s an impressive passage with Thollem and Edoardo mimicking a lightning phrase, Giust breakes the symmetry with some arythmic pulsations. The three soon gets bananas (especially McDonas with the forte chords) but they all land on the ground gracefully, with piano creating a tonal centre for a lyrical but gritty melodic coda on the saxophone. “Lucidare la lente” and “Lucidare la retina” ease one into another. The start is spacious, misty, with lone tones and lot of pauses, leaving enough space for squeaky chair to to serve as rhythmic anchor. Giust drops off when piano and sax engage in an impressive spiral duel, comes back to push the matters forward for another free for all explosion. The second part begins with a sax solo interlude, restrained and intense, boiling with rusty overtones. leading to a rollercoaster piano-drums duo. After a short and frenetic “Hinges” the cd ends with “Ritorno”, which starts with just a few precious and simple piano notes, soon to be built up into an entire labirynth of sounds. There’s so much happening that it’s pointless to try keep track of it. Free, direct, explosive and adventurous. Thollem McDonas, Stefano Giust and Edoardo Marraffa create some real sparks here, with tones and sounds flying free and wild, there are moments they seem to be everywhere. Most definitely recommended. McDonas is truly on fire here but so are the other two.” (Free) Jazz Alchemist, 2014.
01 _ Polishing the mirror 16:07
02 _ Lucidare la lente 07:34
03 _ Lucidare la retina 08:11
04 _ Hinges 02:32
05 _ Ritorno 06:39
(C) + (P) 2012
(Setola di Maiale does not operate as an official distributor of recorded materials; some of the following artists are also contained in our music catalogue and that's the reason why you find this title in this section)
CD digipack 4 pages
Edoardo Marraffa _ tenor sax _ sopranino sax
Thollem McDonas _ piano
Stefano Giust _ drums _ cymbals _ objects
From Amirani Records' website: "Sound image permutations, talented skills and generous playing are the amazing features of this album taken live during the successful italian tour and finely mastered by renowed The Norman Conquest, Oakland, CA. Along with the return on Amirani Rec. of prolific Thollem McDonas, an assertive pianist and perpetually touring artist with concerts all over the planet and excellent collaborations, this Polishing The Mirror features the volcanic, sincere, screaming, climbing and soulful playing by Edoardo Marraffa, aboslutely one of the most original saxophone voice of the italian avant-scene, and the oblique, multi perspective, far from conventional drumming by Stefano Giust, an harsh and exquisite touch servicing music with restless energy and faith. Amirani is pretty proud to host here Stefano Giust, Setola di Maiale president, the most prolific european avant-garde label, heroic presence and unmistakable reference for improvisation, experimental and advancend, talented projects from all over the world." Gianni Mimmo, musician and president of Amirani Records.
"(...) Outstanding performers, high concentration, remarkable interplay! Awesome trio featuring the unmistakable powerful Edoardo Marraffa on tenor&sopranino saxes, the bold piano exploring of Thollem McDonas, the pushing dash on drums by Stefano Giust in a far from conventional, passionate and cutting edge concert recorded live in Bologna." Downtown Music Gallery, NYC 2012.
"(...) One of the best records of 2012 on Orynx Improv and Sounds (on their list of the records of the year) by J-M Van Schouwburg.
"(...) Amiriani records is directed by Gianni Mimmo and claims one of it it’s artistic goals to create projects that will cross national and artistic boundaries. Magimc is a fine example, a trio featuring italian sax player Edoardo Marraffa and the drummer Stefano Giust alongside american pianist Thollem McDonas, for a series of spirited improvisations. “Polishing the mirror” gets right to it with a freewheeling outburst of sounds. The title tracks is the longest one on the cd (slightly above a quarter of an hour) and it allows for few scenery changes throughout, with the dynamic outburst to begin with, through the minimalistic, suspended eerie tones, and some staccato hopping and scattered tones. There’s an impressive passage with Thollem and Edoardo mimicking a lightning phrase, Giust breakes the symmetry with some arythmic pulsations. The three soon gets bananas (especially McDonas with the forte chords) but they all land on the ground gracefully, with piano creating a tonal centre for a lyrical but gritty melodic coda on the saxophone. “Lucidare la lente” and “Lucidare la retina” ease one into another. The start is spacious, misty, with lone tones and lot of pauses, leaving enough space for squeaky chair to to serve as rhythmic anchor. Giust drops off when piano and sax engage in an impressive spiral duel, comes back to push the matters forward for another free for all explosion. The second part begins with a sax solo interlude, restrained and intense, boiling with rusty overtones. leading to a rollercoaster piano-drums duo. After a short and frenetic “Hinges” the cd ends with “Ritorno”, which starts with just a few precious and simple piano notes, soon to be built up into an entire labirynth of sounds. There’s so much happening that it’s pointless to try keep track of it. Free, direct, explosive and adventurous. Thollem McDonas, Stefano Giust and Edoardo Marraffa create some real sparks here, with tones and sounds flying free and wild, there are moments they seem to be everywhere. Most definitely recommended. McDonas is truly on fire here but so are the other two.” (Free) Jazz Alchemist, 2014.
"(...) The only thing that’s puzzling about Polishing the Mirror is the album’s title. I cannot fathom its significance. The music, on the other hand, is as direct and as immediate as it gets. Here, we have the wonderful improvising pianist Thollem McDonas in no-holds-barred free-jazz mode. Accompanied by saxophonist Eduardo Marraffa and percussionist Stefano Giust—two of Italy’s finest young improvising musicians—McDonas cuts loose with some truly radical, and truly lovely, piano playing. Marraffa, who co-leads the wonderful free jazz group Eco d’Alberi, is an exceptionally gifted player. His tenor sound is positively cavernous, harkening back to the more atavistic sounds of early Pharoah Sanders, David S. Ware and Heinz Sauer. Guist is no slouch either. Endlessly resourceful, he uses every surface of his conventional drumkit to generate sounds that are somehow unexpected while being completely in concert with the prevailing mood of the moment. Though the music on Polishing The Mirror is completely improvised and works with a familiar instrumentation, it is quite varied in mood and texture. “Ritorno” is a case in point. Starting out as an agitated extended crescendo with all three instrumentalists going full-bore, the saxophone and percussion inexplicably drop out. McDonas responds with an hilariously florid piano figure that quickly develops into a more open three-way conversation, dominated by tenor saxophone and drums. Oddly, “found sounds” play a role on this live recording. A squeaking, groaning piano bench acts almost as a 4th instrument during the foggy opening passages of “Lucidare La Lente.” Though the bench is soon rendered inaudible by McDonas’ triple forte chords and Marraffa’s squalling tenor, its use as a sound source is a valid and complete part of the instant composition. This piece blends seamlessly into “Lucidare La Retina,” ostensibly a feature for Marraffa’s absolutely volcanic tenor saxophone, rife with wheezing, whirring overtones, unimaginable intervallic leaps, and animalistic growlings. McDonas answers Marraffa’s foray with a dense, tension-filled improvisation of his own while Giust patters away underneath. The 16-minute-plus title track is the album’s centerpiece. Flowing through an endless variety of strategies and approaches, the trio remains tightly focused throughout. Giust is the key element here. While never playing time per se, his drumming has got a real sense of “pulse.” For the first five minutes of the piece, he imparts a bounding sense of forward motion while continually shifting amongst a wide array of sounds. He bows out, largely, for an extended and amazing prepared piano passage, re-entering with low, muffled toms as McDonas himself waxes percussive on the piano innards. The amazing thing is that MAGIMC is just one of an array of two dozen or so working small groups that Thollem McDonas maintains these days. The sense of connection between these disparate musicians is deep and palpable throughout Polishing The Mirror. It’s something that can take years to develop, but in this case – as with many of McDonas’ collaborations – it’s seemingly developed instantly." Dave Wayne, All About Jazz USA, 2013
"(...) Magimc are Edoardo Marraffa on tenor and sopranino saxes, Thollem McDonas on piano and Stefano Giust on drums and percussion. Their CD entitled "Polishing the Mirror" (Amirani Records, 2012), recorded live in the Scuola Popolare di Musica Ivan Illich of Bologna, is a perfect example of contemporary free improvisation from three musicians with full control of their instruments, ready to cope with the requirements of the moment, but at the individual time, absolute masters of their instrumentations. All five pieces are the result of an obvious outlet of music communication of a ruthless and refined inspiration that fully exploits the musical instruments, a dissolute imagination, through which it becomes usable the utmost in organs. Saxophones sounding not only as wind and as percussion, piano is inside out, drums and other percussions (cymbals and crowd objects) emit 'fiery shrapnel' in every direction. An iconoclastic music with a starting point, but at the same time rich in tensions and vibrations, but not aesthetically uncontrollable, which is credited to the creative capacity (talent and virtuosity) of three musicians and of course the centripetal forces that keep Magimc in body." Jazz&Tzaz 2013.
"(...) Magimc is a free jazz trio consisting of US pianist Thollem McDonas (in a more conventional role than what I have previously heard from him) and Italian musicians Edoardo Marraffa (sax) and Stefano Giust (percussion). A freely improvised live set, very lively, powerful, with quick interactions, and sustained creativity..." François Couture, Monsieur Délire 2013.
"(...) Lorsqu’on écoute le trio Magimc et qu’on a mon âge, on a une bouffée de souvenirs et une bonne surprise. Le trio saxophone (ici ténor) – piano – batterie fut au centre de la free music européenne: on pense aux trios légendaires des Brötzmann / Van Hove / Bennink ou des Rudiger Carl / Irene Schweizer / Louis Moholo et à celui toujours en activité d’Alex von Schlippenbach avec Paul Lovens et Evan Parker… Je recommanderais l’écoute du Cecil Taylor Unit lors de sa tournée européenne de 1966 avec Andrew Cyrille, Jimmy Lyons et Alan Silva pour remonter le courant de l’histoire. Certains enregistrements de cet Unit de Cecil Taylor préfigurent les sons et l’interactivité des européens des années 70 alors que ceux-ci avaient encore en 1966 un solide pied dans la pratique du jazz avec tempo régulier. Ces trios historiques ont happé l’imagination de leurs contemporains et modifié le cours du jazz vers la musique improvisée radicale pour beaucoup d’auditeurs. La bonne surprise, c’est la furia de Thollem Mc Donas, un pianiste exceptionnel qui demande à être suivi à la trace. On annonce un CD en trio avec Nils Cline et William Parker! Les cliquetis rebondissants et dynamiques de Stefano Giust qui prend bien garde de ne pas couvrir les nuances colorées du clavier de son partenaire. Les morsures et diffractions de la colonne d’air, le souffle hanté par la jouissance d’Edoardo Marraffa. Ces trois-là inventent et déconstruisent leurs équilibres sur le fil tendu entre des rochers battus par les flots en furie d’un typhon aléoutien. Un ressac fait trembler la table d’harmonie sous les spasmes du bec du ténor barissant. La spontanéité n’exclut pas la réflexion et c’est bien cette démarche paradoxale qui excite les sens. Après avoir taillé dans la pierre, voilà qu’ils polissent les facettes… Mirobolant!!” J-M Van Schouwburg, Orynx – Improv and Sounds, 2012.
"(...) Cuando escuchas el trío MAGIMC y si tienes mi edad, tienes un recuerdo y una buena sorpresa. El trío saxofón (aquí tenor) piano batería estaba en el centro de la música free europea: pensamos en los legendarios tríos de Brötzmann / Van Hove / Bennink o Rüdiger Carl / Irene Schweizer / Louis Moholo y que todavía están en activo de Alex von Schlippenbach con Paul Lovens y Evan Parker... Recomendaría escuchar a la Cecil Taylor Unit durante su gira europea de 1966 con Andrew Cyrille, Jimmy Lyons y Alan Silva para volver al curso de la Historia. Ciertas grabaciones de esta Cecil Taylor Unit presagian los sonidos y la interactividad de los europeos desde la década de 1970, cuando en 1966 todavía tenían un punto de apoyo sólido en la práctica del jazz con tempo regular. Estos tríos históricos capturaron la imaginación de sus contemporáneos y cambiaron el curso del jazz a la música improvisada radical para muchos oyentes. La buena sorpresa es la furia de Thollem McDonas, un pianista excepcional que insta a que se siga su pista. ¡Se anuncia un CD en trío con Nils Cline y William Parker! [The Gowanus Session, Porter Records, 2012, N. del Traductor]. Los traqueteos que rebotan y dinámicas de Stefano Giust, que se encarga de no cubrir los matices de colores del teclado de su compañero. Los mordiscos y difracciones de la columna de aire, el soplido obsesionado por el disfrute de Edoardo Marraffa. Aquí, estos tres inventan y deconstruyen sus equilibrios en el alambre tenso entre rocas golpeadas por las olas en la furia de un tifón aleutiano. Una resaca hace temblar la caja de resonancia bajo los espasmos de la boquilla del tenor que brama. La espontaneidad no excluye la reflexión y es este enfoque paradójico que excita los sentidos. Después de haber tallado en la piedra, aquí ellos están puliendo las facetas... ¡¡Maravilloso!!" Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Registrato in quell'incandescente fucina d'idee e connessioni che è la Scuola Di Musica Popolare Ivan Illich di Bologna, nel 2011, “Polishing The Mirror”, è mirabile esempio di composizione istantanea collettiva. I tre artisti, si conoscono bene, e non credo, abbian bisogno di troppe presentazioni. Sono agitatori, ricercatori testardi, centrifughe ultrasoniche, che intercettano, masticano e rilanciano, segnali, dubbi e certezze. “Polishing The Mirror”, si agita su di un doppio binario. Singoli segnali convulsi, che magicamente, si assemblano vertiginosi. Un percorso azzardato, senza nessuna corda di sicurezza legata in vita, a ricordar dov'è l'uscita. Schegge sottoposte ad un continuo processo, accelerazione e decelerazione, dove la relazione fra i musicisti, agisce a tutto campo. Ci scorgerete macinato dentro di tutto. Il free, spappolamenti blues, rompicapi classicheggianti intrappolati fra i tasti, lo stridore metallico, in bilico fra i generi di Eddie Prévost, singhiozzanti delizie afroamericane. Vuoti improvvisi e furore quasi performativo. Opere del genere, sono un monito. Mai mollare. Magimc, sono sax tenore e sopranino, pianoforte, batteria ed oggetti. Magimc, sono Edoardo Marraffa, Thollem McDonas e Stefano Giust. Nudi, crudi e trasparenti." M. Carcasi, Kathodik 2012.
"(...) L’instancabile etichetta discografica Amirani guidata da Gianni Mimmo offre ancora un’altra occasione per gli amanti della musica improvvisata di gustare i frutti dell’incontro di tre bravi musicisti la cui unica legge è assecondare l’ispirazione del momento nell’interagire reciprocamente. Il nome del progetto è Magimc, dalle iniziali degli artisti coinvolti: Edoardo Marraffa al sax, Thollem McDonas al pianoforte e Stefano Giust alla batteria. La musica contenuta in “Polishing The Mirror”, registrata dal vivo a Bologna, è energica e vitalissima, a tratti davvero entusiasmante. Senz’altro una delle uscite migliori nel comunque prezioso catalogo di Amirani.” Il Tirreno, 2012.
"(…) Free jazz appassionato e veemente, registrato dal vivo alla Scuola Popolare di Musica Ivan Illich di Bologna nel maggio del 2011, che rivela le qualità di un trio all'esordio discografico ma già con una corposa storia alle spalle. Il batterista Stefano Giust è infatti uno sperimentatore che si occupa anche di composizione elettronica e acusmatica, nonchè fondatore dell'interessante etichetta Setola di Maiale; il sassofonista Edoardo Marraffa è attivo sin dagli anni novanta e vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Tristan Honsinger, William Parker, John Edwards, Han Bennink, Paal Nilssen-Love e Paul Lovens; il pianista Thollem McDonas è una sorta di nomade del circuito improvvisativo, nato artisticamente a San Francisco ma in costante peregrinazione nel tentativo di applicare la sua peculiare sensibilità musicale ad esperienze inedite come ensemble di percussioni africane, orchestre di gamelan giavanese o bands del circuito noise più devianti. "Polishing the Mirror" è la sommatoria di tutte queste esperienze con un valore aggiunto, quello della notevole intesa fra tre musicisti impegnati all'unisono a confrontarsi in contesti espressivi che rifuggono i clichè e le convenzioni, alla costante ricerca di soluzioni estreme per generare il flusso ipnotico di note ed energia che sprigiona dai loro strumenti. Un lavoro complesso, talvolta addirittura sovraccarico di suono, un dedalo di suggestioni che attira al suo centro e poi rimanda ai margini, senza mai rivelare l'uscita." Massimiliano Busti, Blow Up 2012.
"(...) L´avanguardia celebrata dalla coraggiosa Amirani Records di Gianni Mimmo pubblica con Polishing the Mirror un altro disco piuttosto insolito nel panorama nazionale. Il trio con il nome collettivo di Magimc è protagonista di un concerto registrato alla scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna e si dà da fare per togliere qualunque pregiudizio sull´avanguardia poco comunicativa o racchiusa su se stessa. Si rifanno ad un gruppo ormai storico, quello di Evan Parker, Alex von Schlippenbach e Paul Lovens, che per decenni ha dato spettacolo sui palchi internazionali lasciando una profonda traccia. Edoardo Marraffa al sax tenore e sopranino, il pianista americano Thollem McDonas e Stefano Giust (animatore fra l´altro della label Setola di Maiale) alle percussioni più varie partono subito sul primo brano con un´improvvisazione travolgente, molto free. Si tratta di un lungo brano, ben sedici minuti, in cui si notano subito gli ingranaggi ben rodati del gruppo, in grado di passare da atmosfere più roventi a situazioni in cui il pianoforte viene suonanto dall´interno alla ricerca di nuovi modi di espressione. Ad ogni momento del disco si rivelano musicisti di vaglia. Marraffa con le sue note macerate e sofferte, ed il pianista con degli accenti precisi, di matrice monkiana, capace di fare ribollire il tutto quando richiesto mentre il batterista introduce elementi di sorpresa con i suoi ritmi improbabili. La musica acquista di imprevedibilità ed è proprio godibile per il suo mettere insieme con perizia suoni nuovi e della tradizione del free, alla ricerca di un qualcosa che appare per la via a sorprendere un pò tutti, musicisti ed ascoltatori. L´avanguardia italiana ha trovato un trio sorprendente e ben fa la Amirani Records a dargli un poco di visibilità." Vittorio Lo Conte, Music Zoom, 2012.
"(...) Magimc, album votato a un jazz informale robusto e affermativo, nervoso, frastagliato, che a dispetto di qualche raro momento un po’ convulso sa dare di sé un’immagine globale di sicuro rigore e coerenza formale." Alberto Bazzurro, L'isola che non c'era, 2012.
"(…) Magimc debutta per l'etichetta Amirani di Gianni Mimmo con un disco registrato live alla Scuola Ivan Illich di Bologna nel maggio 2011. E' un movimento tutto interno di deliquescenze della materia quello che va in scena, denso di attacchi, arresti e "quasi" silenzi traumatizzati. le forme che prendono corpo dai dialoghi degli strumenti vengono sfruttate a pezzi o a blocchi, ma mai tutte assieme, privilegiando raccordi e trasparenze anzichè una traccia ritmica sola, sulla quale scorre tutto il resto (spesso e volentieri un ruolo ricoperto dalla batteria). Il risultato finale è un album di fine eleganza, che disinnesca il lato "complicato" dell'improvvisazione, scoperchiando la bellezza vera, ancora da sgrezzare. Accattivante." Loris Zecchin, Solar Ipse, 2013.
"(...) Ancora un terzetto che chiama in causa la debordanza creativa di Thollem McDonas. Stavolta cercano di seguire il suo pianoforte impazzito Edoardo Marraffa (sax tenore e sopranino) e Stefano Giust (percussioni, oggetti), durante una serata, quella del 14 maggio 2011, alla Scuola Popolare di Musica Ivan Illich di Bologna. Un'azione particolarmente irruente, basata sulla (non)logica di dinamiche confrontazionali a tratti quasi ostili, a muscoli esibiti. Davvero degna di menzione, da questo punto di vista, la “prestazione” di Stefano Giust, forsennato eppure precisissimo come fosse alla guida di una macchina da guerra nomadica, un trio fotografato in pieno stato di grazia." Vincenzo Santarcangelo, Rockerilla n.386, 2012.
"(...) Tutta la bontà di un nu-jazz. «Vorrei dire che esiste un’altra faccia del jazz che non è quella che ci viene presentata quotidianamente nei festival e nei seminari, anche perché credo che il jazz non stia in uno stile o in un linguaggio ma nella perpetuazione della rivoluzione che per esempio dai primi passi di New Orleans ha portato allo swing, da questo al be bop e così via...» (Mirko Sabatini). Se quanto affermava Sabatini una decina d’anni fa è vero, e ne sono fermamente convinto, ecco un CD che risponde in pieno a quei principi. Da una parte il riferimento sempre vivo alla verve più innovativa che ha attraversato il jazz nell’ultimo mezzo secolo e oltre. Dall'altra, a fare da contrappeso, un'attitidine e un'estetica contemporanee che sfuggono le anguste stanze del già detto e le spicciole logiche del facile ascolto. Si tratta quindi di un lavoro che invita al confronto, e accanto alle interdipendenze si notano comunque peculiarità specifiche e notevoli differenze, anche piuttosto marcate. Le differenze sembrano derivare soprattutto dalla diversa estrazione, sia d’ambiente sia generazionale, dei musicisti coinvolti. “Polishing The Mirror” è fondamentalmente un disco austero, dove gli insiemi si alternano a improvvisazioni di tipo puntillistico, e dove Giust tende quasi sempre a smarcarsi da un’interpretazione propriamente, e puramente, ritmica. L’ensemble riesce inaspettatamente a funzionare a dispetto di qualche sospetto, indubbiamente lecito, dacché con un pianista aggressivo e bestiale come McDonas a regola dovrebbe scapparci il morto, laddove alla resa dei conti i due pard reagiscono in modo più che dignitoso e tengono il passo dello scatenato americano senza sprecare nessuna battuta. Colpo su colpo. Consigliato ai seguaci delle nuove forme d’improvvisazione elettroacustica e/o non idiomatica." Etero Genio, Sands-zine, 2012.
"(…) Quando due personaggi noti del mondo free e sperimentale italiano (Edoardo Marraffa al sax tenore e sopranino e Stefano Giust alla batteria) incontrano un altro improvvisatore/tuttofare americano come Thollem McDonas al piano, succede che il suono si frammenta in tante piccole parti che mostrano al mondo come il caos in fondo abbia un suo ordine e dimensione sonora ben precisa. E secondo la fisica ci sono tutti i presupposti affinché Magimc, il sistema costruito dai tre musicisti qui sopra coinvolti, rispecchi le caratteristiche per definire un sistema dinamico come caotico: - Sensibilità alle condizioni iniziali, ovvero a variazioni infinitesime delle condizioni al contorno (o, genericamente, degli ingressi) corrispondono variazioni finite in uscita. E qui ci siamo, se consideriamo l'interplay tra i tre baldi musicisti e il loro adattarsi alle variazioni che loro stessi mettono in campo. - Imprevedibilità, cioè non si può prevedere in anticipo l'andamento del sistema su tempi lunghi rapportati al tempo caratteristico del sistema a partire da assegnate condizioni al contorno. Senza ombra di dubbio anche questo presupposto viene confermato dall'idea stessa di improvvisazione. - L'evoluzione del sistema è descritta, nello spazio delle fasi, da innumerevoli orbite ('traiettorie di stato'), diverse tra loro con evidente componente stocastica agli occhi di un osservatore esterno, e che restano tutte confinate entro un certo spazio definito. E qui si va un poco sul complicato, ma quelle reminiscenze che ho degli studi di fisica e chimica all'università posso pensare ad una serie di orbite (in questo caso sonore e disegnate musicalmente dai tre strumenti implicati) e che restando confinate all'interno dello spazio dell'Ivan Illich, dov'è stato registrato il disco, creano un sistema finito che si concretizza nel giorno dell'esibizione. Dai deliri fisici qui sopra elencati, spero si deduca quantomeno che è un live, registrato nella scuola popolare di musica in quel di Bologna che è l'Ivan Illich, dove Nicola Guazzaloca - che è anche padrone di casa - questa volta non si siede dietro al piano, ma al computer per editare e mixare il live in questione. Si parte da materiale ricco e variegato che viene lavorato in tempo reale per creare diverse e nuove forme che vengono a loro volta subito rimanipolate. Un lavoro dinamico, frizzante e molto denso, senza sospensioni e parti "morte", in stile Ornette Coleman e le sue sessions di improvvisazione, ma non orchestrate. Peccato per la perdita del dettaglio di alcuni suoni e delle loro timbriche, che si perdono nella registrazione ambientale. Un bel biglietto da visita, che sottolinea ancora una volta come, anche nell'ambito improvvisativo italiano, ci sia ottima qualità. Anche se mi chiedo sempre se progetti simili non siano come sempre una meteora o se ci sia occasione di vedere stampato un seguito a questo lavoro, magari in studio, perché è proprio al secondo round che le cose si fanno difficili, soprattutto in questo ambito." Gianmaria Aprile, Sodapop, 1013.
"(...) Il numero 31 del catalogo Amirani, avvista un trio d’eccezione grazie all’ensemble che oggi unisce Edoardo Marraffa ai sax, Thollem McDonas al piano, Stefano Giust protagonista di cembalo e drum-line e non è un caso incontrare Stefano (produttore di altrettante avanguardie sonore con la sua Setole Di Maiale, label in questo cugina molto prossima ad Amirani) perché siamo all’interno della scuola Ivan Illich ed un’altra figura dietro le quinte compare nella registrazione del dischetto, Nicola Guazzaloca. Leggete, segnatevi questi nomi, sono gli ‘eroi’ che soventemente incontriamo nelle produzioni Amirani. Una crew all’avanguardia con lo zaino sulle spalle nel quale riporre anni ed anni di sperimentazione illustre, spostandosi al di fuori dei contesti, scegliendo di farlo perché ci sono ancora artisti che possono, forse in loro, devono, spingersi oltre il definito per catturare l’attimo. Catturarlo tra i tasti, con le bacchette, nelle ance ma catturarlo, senza conoscerlo a priori: l’istinto è quello del cacciatore, dell’esploratore, del viaggiatore che non conosce la meta e decide la strada quando vuole perché sa di non avere confini davanti, sa di non avere preclusioni, gabbie. Il concetto del volo in questo non è distante ed un volo, uno sciame in volo, ci apre scenari illimitati: la lunga traccia d’apertura, “Polishing The Mirror”, è il volo di sciami d’insetti, disordinati e veloci, lanciati in un’invasione senza scopo, una fuga piuttosto. Eterogenea… un’esplosione di micro-Natura che trova il suo ordine durante la lunga traccia, la simbiosi estemporanea dei tre avvolge, toglie il respiro per tutti i sedici minuti della durata, poi la quiete, il post epidemia, la possibilità di metabolizzare le note, capirle inconsciamente. “Lucidare La Lente”, “Lucidare La Retina”, “Hinges”, sono successive, crescono nei virtuosismi, nelle simbiosi reciproche: tre musicisti che si conoscono, colgono gli spunti e li sviluppano nell’assieme, scolpendo il suono, con il cesello, nelle stasi, con il vigore dei fiati e del corpo nel produrre mille, tremila, diecimila note veloci in successione, esplodendo il proprio intuito, generando nuovi sciami, colori. Quale ordine ha la Natura se non l’istinto? “Polishing The Mirror”, istinto e ragione, un subconscio che esplose in musica in una serata di live all’interno della Scuola Popolare Ivan Illich, ora ha il giusto supporto discografico perché certi momenti vanno colti, anche a posteriori!” Nicola Tenani, Sounds Behind The Corner, 2012.
"(…) La dimensione live è quella che meglio si addice a certificare l’onestà di una musica totalmente improvvisata e a documentarne il processo creativo. Da un concerto alla scuola Ivan Illich proviene il disco di MaGiMc, che vede Marraffa - il cui approccio condensa stimoli desunti tanto da Ayler e Sanders quanto da Brötzmann ed Evan Parker - e Giust - con un drumming frastagliato che richiama sia Sunny Murray e Milford Graves sia Paul Lytton e Tony Oxley - unirsi al pianista statunitense Thollem McDonas. Quest’ultimo ricopre il ruolo di ago della bilancia tra le tensioni create dai colleghi, principalmente in virtù delle esperienze nelle avanguardie di estrazione jazzistica (con William Parker, Vinny Golia e Nels Cline) e accademica, per esempio con Pauline Oliveros e Stefano Scodanibbio." Boddi, Musica Jazz, 2015
01 _ Polishing the mirror 16:07
02 _ Lucidare la lente 07:34
03 _ Lucidare la retina 08:11
04 _ Hinges 02:32
05 _ Ritorno 06:39
(C) + (P) 2012