MEDITATION ON USTVOL'SKAJA
LUCA PEDEFERRI CONTEMPORARY PROJECT (Luca Pedeferri, Lionello Colombo, Mauro Gnecchi, Enrico Fagnoni, Marco Menaballi)
SOLD OUT
Luca Pedeferri _ pianoforte
Lionello Colombo _ sax alto _ sax tenore
Marco Menaballi _ elettronica
Enrico Fagnoni _ contrabbasso
Mauro Gnecchi _ batteria
Luca Pediferri è un giovane pianista e compositore di Lecco e il suo Meditation on Ustvolskaya nasce nel 2013, come omaggio e riflessione sulla musica della compositrice russa Galina Ivanovna Ustvolskaya (1919-2006), una delle voci musicali più singolari e importanti del Novecento, amatissima da Shostakovich. Le composizioni di Ustvolskaya, venticinque soltanto e distribuite in un arco temporale di mezzo secolo, attraversano la drammatica storia dell'URSS: una vicenda umana e artistica emblematica per le difficoltà che dovette incontrare la sua musica (non allineata, essenziale, cruda, di grande potenza fonica ed espressiva) a diffondersi e ad affermarsi in patria, nonostante il progressivo riconoscimento internazionale. La compositrice seppe maturare in parallelo un percorso musicale incredibilmente originale, radicato nella tradizione ma allo stesso tempo avanguardistico, e un'intensa ricerca spirituale che con le istanze creative veniva spesso a coincidere. Il risultato è una musica a tratti spietata ma al tempo stesso pregna di un’intima spiritualità. Meditation on Ustvolskaya è un progetto che parte dall'ascolto appassionato di Galina Ustvoslkaya, rimane sospeso fra musica contemporanea e jazz, e si propone come una libera meditazione sulla sua musica attraverso l’improvvisazione. La citazione di alcuni elementi essenziali presenti in particolare nel ciclo dei 12 preludi del 1953 (linee melodiche, intervalli caratteristici, ostinati, spunti armonici o ritmici) costituisce la base di partenza per un'esplorazione rispettosa ma assolutamente personale del suo mondo sonoro ed espressivo. Ne risultano una serie di quadri: momenti musicali originali che presentano alcuni legami (formali o spirituali) con le composizioni di Ustvolskaya ma al tempo stesso, e più in profondità, ricercano un dialogo fondato su affinità e contrasti emotivi ed espressivi con la sua musica, per costruire significati nuovi e autonomi.
"(...) Tra i vari significati che si possono attribuire al termine "scalare", ve n'è uno che invoca una disposizione crescente o decrescente di oggetti o persone; ciò significa che è possibile comporre degli ordini parziali che a ben vedere, possono anche unirsi tra loro in una soggezione più ampia. La Galina Ustvolskaja del primo periodo (quello delle sonate e dei preludi) ne avrebbe potuto incorporare a perfezione questo significato: note singole o in coppia che lentamente camminano sulla tastiera in cerca di una scala mai precisa, che ha come metafora liminale la costruzione di un concetto di solitudine descrittiva. Il progetto di Luca Pedeferri, pianista di Lecco, dimostra che è possibile trasferire quelle note e la loro suggestione come semi in un contesto jazzistico moderno. Ottimo esecutore dei Preludes della compositrice russa, Pedeferri imbastisce un quintetto (Lionello Colombo ai sax, Enrico Fagnoni al contrabbasso, Mauro Gnecchi alla batteria e Marco Menaballi alla parte elettronica) che crea un vero e proprio sviluppo intorno alle note della partitura di Galina: è una trasposizione inedita a cui viene data la migliore collocazione nello spazio imparentato con il jazz. Con un ordine scomposto nella numerazione dei preludi (che implica probabilmente anche una loro modularità), gli echi della Ustvolskaja producono fermenti: il preludio 6 evoca Zappa, il preludio 3 mixa Jarrett e Shorter, il numero 5 tende la mano a McCoy Tyner e al free jazz.
Meditations on Ustvol'skaja è una riuscitissima crociata pro-Galina, che evidenzia il valore di Pedeferri e di tutti gli elementi della sua band, legittima con forza l'autonomia progettuale e insinua una prospettiva a largo raggio di compresenze beyond jazz, come succede nel preludio 8 (con una parte elettronica ambientale che ricorda Loscil) o nel mezzo del preludio 10 (dove la batteria propone sentieri contemporanei). Certamente da sistemare nelle parti alte del jazz italiano." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2017.
01 _ Prelude 10 5:26
02 _ Prelude 6 3:36
03 _ Prelude 3 7:11
04 _ Prelude 5 5:40
05 _ Prelude 8 7:22
06 _ Prelude 7 2:19
07 _ Prelude 1 5:12
08 _ Prelude 4 1:06
09 _ Prelude 9 1:40
10 _ Prelude 11 5:40
11 _ Prelude 12 6:03
12 _ Prelude 2 5:17
(C) + (P) 2017
SOLD OUT
Luca Pedeferri _ piano
Lionello Colombo _ alto sax _ tenor sax
Marco Menaballi _ electronics
Enrico Fagnoni _ double bass
Mauro Gnecchi _ drums
Luca Pediferri is a young pianist and composer based in Lecco. Meditation on Ustvolskaya was born in 2013 as a homage and reflection on the music of russian composer Galina Ivanovna Ustvolskaya (1919-2006), one of the more original and relevant voices of the last 20th century. Ustvolskaya's compositions, twentyfive only and spread in a half century time lapse, have gone through USSR's dramatic history: a very emblematic human and artistic career because of the great difficulties that her music (not alligned, essential, naked, of great phonic and expressive power) encountered in getting recognised in her homeland, no matter the growing international fame. The composer was able to develop an incredibly original musical path, rooted in Western tradition and very avant-garde at the same time, and an intense spiritual research that often was one with the creative istances. The result is a music often roothless, but also full of intimate spirituality. Meditation on Ustvolskaya takes off from listening enthusiastically to Galina Ustvoslkaya, it lives suspended beetween contemporary music and jazz, and freely meditates on her music through the use of improvisation. The citation of several elements from 1953 cycle 12 preludes (melodic lines, most used intervals, ostinatos, harmonic or rythmic suggestions) gives the start for an exploration of her sound and expressive world in a way that wants to be completely respectful but absolutely personal. The result is a series of original scenes: musical situations connected (in shape or spirit) with Ustvolskaya's compositions but at the same time, and more deeply, searching for a dialogue with her music based on emotional affinities and contrasts, as a way to build new autonomous meanings.
"(...) Tra i vari significati che si possono attribuire al termine "scalare", ve n'è uno che invoca una disposizione crescente o decrescente di oggetti o persone; ciò significa che è possibile comporre degli ordini parziali che a ben vedere, possono anche unirsi tra loro in una soggezione più ampia. La Galina Ustvolskaja del primo periodo (quello delle sonate e dei preludi) ne avrebbe potuto incorporare a perfezione questo significato: note singole o in coppia che lentamente camminano sulla tastiera in cerca di una scala mai precisa, che ha come metafora liminale la costruzione di un concetto di solitudine descrittiva. Il progetto di Luca Pedeferri, pianista di Lecco, dimostra che è possibile trasferire quelle note e la loro suggestione come semi in un contesto jazzistico moderno. Ottimo esecutore dei Preludes della compositrice russa, Pedeferri imbastisce un quintetto (Lionello Colombo ai sax, Enrico Fagnoni al contrabbasso, Mauro Gnecchi alla batteria e Marco Menaballi alla parte elettronica) che crea un vero e proprio sviluppo intorno alle note della partitura di Galina: è una trasposizione inedita a cui viene data la migliore collocazione nello spazio imparentato con il jazz. Con un ordine scomposto nella numerazione dei preludi (che implica probabilmente anche una loro modularità), gli echi della Ustvolskaja producono fermenti: il preludio 6 evoca Zappa, il preludio 3 mixa Jarrett e Shorter, il numero 5 tende la mano a McCoy Tyner e al free jazz.
Meditations on Ustvol'skaja è una riuscitissima crociata pro-Galina, che evidenzia il valore di Pedeferri e di tutti gli elementi della sua band, legittima con forza l'autonomia progettuale e insinua una prospettiva a largo raggio di compresenze beyond jazz, come succede nel preludio 8 (con una parte elettronica ambientale che ricorda Loscil) o nel mezzo del preludio 10 (dove la batteria propone sentieri contemporanei). Certamente da sistemare nelle parti alte del jazz italiano." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2017.
01 _ Prelude 10 5:26
02 _ Prelude 6 3:36
03 _ Prelude 3 7:11
04 _ Prelude 5 5:40
05 _ Prelude 8 7:22
06 _ Prelude 7 2:19
07 _ Prelude 1 5:12
08 _ Prelude 4 1:06
09 _ Prelude 9 1:40
10 _ Prelude 11 5:40
11 _ Prelude 12 6:03
12 _ Prelude 2 5:17
(C) + (P) 2017