DEPARTURE
YOKO MIURA / GIANNI MIMMO
SOLD OUT
Yoko Miura _ pianoforte
Gianni Mimmo _ sax soprano
Grande musica basata sulla composizione Departure della giapponese Yoko Miura (Tokyo). Sono entrambi musicisti attivissimi, soprattutto Gianni Mimmo che oltre ad essere sempre in giro per concerti, gestisce l'ottima Amirani Records, etichetta tra le più avventurose in Italia e non solo. Quest'album è stato registrato al Mu.Rec Studio (ex Barigozzi) di Milano, il 9 novembre 2015. Entrambi i musicisti hanno all'attivo altri dischi in questo catalogo, ma in formazioni differenti.
Per maggiori info:
www.amiranirecords.com/artists/giannimimmo
http://yokomiura.main.jp
"(...) Ennesimo lavoro di grande spessore da parte di Gianni Mimmo, stavolta in duo con la pianista giapponese Yoko Miura. La musica è come suo solito improvvisata, anche se qua e là fanno capolino temi presi a spunto della creatività istantanea, le atmosfere, pur nella cifra tipica della ricerca e oscillante tra rarefazione e intensa concitazione, piuttosto mutevoli.
Si inizia con un prologo dalle forme espressive intense per non dire estreme, con la Miura che adotta modalità percussive e Mimmo spesso su sovracuti e armonici -peraltro raramente usati in modo così aggraziato e funzionale al discorso narrativo. Si passa poi, senza vera discontinuità, ad un brano assai più etereo, con la pianista su stilemi più tradizionali, quasi classici, ancorché arricchiti da pulsazioni reiterate, e Mimmo che dialoga con frasi pulite, di un particolare lirismo, aggiungendo solo colpi di ancia.
In "Boogie-Woogie Wonderland" la situazione cambia radicalmente, dando vita a un originale ritmo di danza percussiva e stralunata, piuttosto trascinante, un contesto piuttosto atipico per Mimmo ma che proprio per questo gli permette di esprimere alcune sue potenzialità di solito poco sfruttate.
Nella conclusiva "Rain Song" si torna infine a una alternanza di stilemi espressivi estremi e quieto lirismo, sempre comunque all'insegna del dialogo e della purezza del suono.
Se per Gianni Mimmo questo ennesimo bel CD è una conferma (che arriva in un periodo di grande e proficua creatività), nel caso di Yoko Miura, musicista poco nota da noi, si tratta di una bella scoperta: pianista che padroneggia con disinvoltura molteplici stilemi, con un bel tocco ma anche un suono molto vigoroso, eredita l'ellitticità caratteristica dei pianisti del suo paese, da Masabumi Kikuchi a Sakoto Fujii.
Quaranta minuti di musica libera e sorprendente, ma anche nitida e appassionante." Neri Pollastri, All About Jazz, 2017.
"(...) Quando pensiamo al "percorso", ricorriamo spesso alle immagini della pittura o della letteratura che ce lo rendono esplicito da un punto logico o visivo. Le immagini musicali sono molto più difficili da decifrare e comunque restano nella piena soggettività degli ascoltatori. Ma se faccio funzionare la mia esperienza, nel duetto di Departure tra Yoko Miura e Gianni Mimmo, raccolgo tutta la filosofia e l'imprevedibilità di un "viaggio" raccontato da due musicisti dotati di una sensibilità estrema. Pensavo a cose similari nel jazz. Chi conosce bene Steve Lacy sa che Mimmo è uno dei suoi migliori interpreti e sebbene le visuali di Mimmo siano molto più addensate nella musica contemporanea, è anche vero che dell'americano ne riprende quella sua fantastica capacità elastica del fraseggio. Quanto al viaggio, poi, Lacy affrontò con il suo sentimento anche i sentieri della beat generation tra Ginsberg e Kerouac, così come produsse plurime improvvisazioni in duo con alcuni dimenticati pianisti negli anni della maturità (Michael Smith, Mal Waldron, Bobby Few, Tchangodei, Ulrich Gumpert) senza dimenticare la Crispell, Mengelberg e Van Hove, per "viaggi" sax soprano-pianoforte quasi sempre corroborati da un impianto melodico. La Miura e Mimmo abitano in un altro contesto: raccolgono anche altre istanze del sentimento (quelle arrampicate al vivere odierno) e sono capaci di creare delle mostruose elaborazioni del pensiero: attraverso l'improvvisazione si percepiscono movimenti in tempo reale, incroci relazionali, congegni espressivi non comuni. Il pianismo discorsivo della Miura, pur non avendo nulla di appariscente, a tratti è capace di cristallizzarsi in un motivo melodico accattivante (es. le note di Rain Song) o permette simulazioni di sorta (si pensi a Boogie woogie wonderland, dove questo succede per un boogie sul cui tema Mimmo produce una lussuosa e libera rivisitazione). C'è una delicatezza che si contrappone ad un respiro deciso, ma nel complesso il messaggio di Departure è forse di allerta, tende alla ricostituzione di un sentimento vero, quando si crede ancora in una sua risalita." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Un duo duro e puro è quello che che unisce la pianista (e autrice di tutti i brani) Yoko Miura e il nostro Gianni Mimmo al sax soprano, in un interscambionitido e avvincente per quanto concentrato, concettuale, a tratti ispido, corrosivo, ora più denso e plastico, ora più appuntito o magari elusivo, a rinverdire a tratti il duettare fra Steve Lacy e Mal Waldron (che era però più marmoreo, scabro, sabbioso della pianista nipponica). Disco esemplare sotto diversi profili" Bazzurro, Musica Jazz, Maggio 2017.
"(...) Si fa strada pian piano, muovendo da auspici soffusi e colti, questo duetto tra la pianista Yoko Miura e il sempre bravo sassofonista Gianni Mimmo. Che sia improvvisazione controllata o composizione informale (a un certo punto c'è un lungo passaggio boogie-woogie) non è troppo chiaro, nè troppo importante; tutto si gioca su intesa e sensibilità, entrambe più che pervenute in un album che magari non toglie il fiiato ma fila liscissimo e dopo qualche minuto crea un mood pensoso e giocoso sul sottile liminare della disarmonia, che accompagna fino alla fine. Le dissonanze non mancano, soprattutto quelle di Mimmo che senza perforare alcun timpano si fa intendere e rende più pungente il piglio cameristico dell'insieme. (7)" Federico Savini, Blow Up , 2017.
"(...) Defining a paradoxical music of luxuriant austerity, Departure is a beautiful duet for Japanese pianist / composer Yoko Miura and Italian soprano saxophonist Gianni Mimmo. The music inclines toward an elegant economy in which no notes are wasted, even during moments of complex development. Although mostly improvised, the music was at least partly composed by Miura, a refreshingly circumspect pianist, whose arpeggios and ostinati provide the harmonic skeleton that Mimmo fleshes out with chromatic, intelligently convoluted lines. Whether through spontaneous chemistry or prior agreement, Miura and Mimmo often converge on unison notes that serve as points of gathering in before pivoting into themes and structural joints for the ongoing flow of sound; the music is analogous to an ink painting that works through implication and subtlety, suggesting much and consequently neglecting little." Daniel Barbiero, Avant Music News Reviews, 2017.
"(...) Japanese pianist Yoko Miura and Italian soprano saxophonist Gianni Mimmo find a perfect musical blend for this gentle and sophisticated album. The music itself is genre-defying. It sounds like a modern classical piece of music, austere, precise, controlled, with a clarity of expression and sound that is almost too pure for the nervous expressivity of jazz, yet at times the latter's agitation and raw delivery pierce through, not too often, but just enough to keep the sound pallette shifting and adding new musical perspectives.
'Crystal Moon', the third track, is a good example of this: it starts with a playful melody on piano, a kind of lullaby, gently repeated by the soprano, gradually slowing down as if to accompany a child towards its dreams. Yet the purity of tone starts shifting into sudden multiphonics and unexpected harmonic twists and turns. Halfway the composition, Miura takes it back to its beginning, yet in an altered form, inviting Mimmo to more daring and violence. The mood changes completely. The chords get rougher, the sax louder and more expressive.
The album starts with 'Prologue', followed by the title song. Both are beautiful pieces of 'controlled passion', a description which is one of the foundational aspects of Japanese art, focused on taking away the redundant (in haiku poetry, in pen drawings, calligraphy, ...) in which the intensity and the emotional power remain perfectly balanced in sparse notes and cautious interplay.
The second longest piece on the album is called 'Boogie Woogie Wonderland', and it somehow does not fit with the overall sound. It's too basic, too rudimentary, too plump, and in stark contrast with the refinement of rest of the album. This is clearly also not Mimmo's preferred environment.
The last track, called 'Rain Song', creates the same magic again of austere playfulness, if that term exists. The composition/improvisation evolves and develops in a sophisticated way, full of precision, economy of action and lyrical interaction. Both musicians find each other, listening attentively and responding gently. They sing, they dance. With precision." Stef, The Free Jazz Collective, 2018.
"(...) Voilà qui est beau! Ayant moi-même chanté sur scène avec ces deux artistes et amis, je les retrouve dans un même disque et cela me rend heureux. D’abord, je dois préciser que c’est un peu le hasard qui les a mis sur ma route et que, de prime abord, je n’aurais pas pensé travailler avec eux, simplement parce que ma direction esthétique personnelle est sensiblement différente dans l’univers des musiques improvisées. Seulement Gianni Mimmo (sax soprano) et Yoko Miura (piano) sont tous deux d’excellents artistes et c’est un réel challenge de chanter avec eux et de créer des correspondances entre nos univers respectifs. Nous partageons tous les trois un travail avec Lawrence Casserley et son live signal processing. Récemment, un concert avec Lawrence et Yoko à Oxford s'est déroulé de manière inespérée ainsi qu'un duo avec elle à Louvain. Donc ayant du "tirer mon plan" avec mes ressources musicales face à cette pianiste, je suis sans doute suffisamment habilité à mesurer les écueils d'une telle entreprise. Dans cet album enregistré à Milan par Paolo Falascone au studio Mu Rec, Gianni Mimmo sort de lui-même et c’est un nouveau Départ (Departure). Il trace de nouveaux espaces par rapport à ce que je connais de sa musique et il finirait par se recopier si de tels challenges ne le poussaient hors de ses gonds. Ici, il adopte des réflexes d’improvisateur de l’instant même s’il est confronté à une pianiste qui joue de manière « plus conventionnelle » que la plupart des free musiciens auquel ce blog se consacre quasi-exclusivement. Par exemple, on l'entend souffler avec un growl primal alors que la pianiste croise les rythmes en martelant un Boogie Woogie Wonderland lunatique. Dans Prologue et Departure qui ouvrent successivement (avec succès !) l’album ou dans le long Rain Song final, Yoko Miura nous livre des Haikus en suspens qui mettent subtilement en valeur la voix singulière de Gianni. De belles nuances qui dévoilent la subtilité intérieure du jeu. C'est elle qui a composé l'entièreté de la musique, une suite polymodale remarquablement enchaînée avec force passages obligés, mais qui offre une grande liberté au souffleur. Elle joue aussi brièvement dans les cordes du piano juste ce qu’il faut et d’un harmonica à tuyau ou d’un xylophone, ajoutant quelques couleurs sur le côté du plus bel effet. Le cheminement de sa pensée musicale dans l’instant et tout au long de ce disque, nous démontre sa capacité à construire sur la longueur avec une réelle qualité compositionelle. Cette rencontre nous fait oublier que Gianni Mimmo se réfère à l’expérience de Steve Lacy au point que certains y trouvent à redire. Son jeu au soprano et le son qu’il obtient font de lui un souffleur qui accroche l’oreille et ouvre le cœur des auditeurs. Ici, les risques pris dans cette rencontre en terrain peu familier pour lui (il s'agit des compositions très travaillées de Yoko Miura) créent une urgence intérieure propice à la surprise. Ce duo devrait absolument se poursuivre en public pour grimper encore en intensité et en assurance. C’est le genre d’album qu’on écoute pour le plaisir et qui a été enregistré d’une traite comme une conversation entre amis qui commence et finit et dont on sort heureux et réjoui avec de nouveaux sentiments en tête." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv'andsounds, 2016.
01 _ 00.00 _ Prologue 11:52
02 _ 11.51 _ Departure 4:30
03 _ 16.21 _ Crystal Moon 7:08
04 _ 23.29 _ Boogie - Woogie Wonderland 10:02
05 _ 33.31 _ Rain Song 9:36
(C) + (P) 2016
SOLD OUT
Yoko Miura _ piano
Gianni Mimmo _ soprano sax
Great music based on Departure, a composition by Yoko Miura (Tokyo, Japan). They are both very active musicians, especially Gianni Mimmo (Pavia, Italy) who is always around for concerts and also, runs the excellent Amirani Records, one of the best Italian label focused on improvisation and new music, with an international catalogue. This album was recorded at Mu.Rec Studio (ex Barigozzi) in Milan, on November 9th, 2015. They are also on other albums on Setola di Maiale, in different ensembles.
For more info:
www.amiranirecords.com/artists/giannimimmo
http://yokomiura.main.jp
"(...) Japanese pianist Yoko Miura and Italian soprano saxophonist Gianni Mimmo find a perfect musical blend for this gentle and sophisticated album. The music itself is genre-defying. It sounds like a modern classical piece of music, austere, precise, controlled, with a clarity of expression and sound that is almost too pure for the nervous expressivity of jazz, yet at times the latter's agitation and raw delivery pierce through, not too often, but just enough to keep the sound pallette shifting and adding new musical perspectives.
'Crystal Moon', the third track, is a good example of this: it starts with a playful melody on piano, a kind of lullaby, gently repeated by the soprano, gradually slowing down as if to accompany a child towards its dreams. Yet the purity of tone starts shifting into sudden multiphonics and unexpected harmonic twists and turns. Halfway the composition, Miura takes it back to its beginning, yet in an altered form, inviting Mimmo to more daring and violence. The mood changes completely. The chords get rougher, the sax louder and more expressive.
The album starts with 'Prologue', followed by the title song. Both are beautiful pieces of 'controlled passion', a description which is one of the foundational aspects of Japanese art, focused on taking away the redundant (in haiku poetry, in pen drawings, calligraphy, ...) in which the intensity and the emotional power remain perfectly balanced in sparse notes and cautious interplay.
The second longest piece on the album is called 'Boogie Woogie Wonderland', and it somehow does not fit with the overall sound. It's too basic, too rudimentary, too plump, and in stark contrast with the refinement of rest of the album. This is clearly also not Mimmo's preferred environment.
The last track, called 'Rain Song', creates the same magic again of austere playfulness, if that term exists. The composition/improvisation evolves and develops in a sophisticated way, full of precision, economy of action and lyrical interaction. Both musicians find each other, listening attentively and responding gently. They sing, they dance. With precision." Stef, The Free Jazz Collective, 2018.
"(...) Defining a paradoxical music of luxuriant austerity, Departure is a beautiful duet for Japanese pianist / composer Yoko Miura and Italian soprano saxophonist Gianni Mimmo. The music inclines toward an elegant economy in which no notes are wasted, even during moments of complex development. Although mostly improvised, the music was at least partly composed by Miura, a refreshingly circumspect pianist, whose arpeggios and ostinati provide the harmonic skeleton that Mimmo fleshes out with chromatic, intelligently convoluted lines. Whether through spontaneous chemistry or prior agreement, Miura and Mimmo often converge on unison notes that serve as points of gathering in before pivoting into themes and structural joints for the ongoing flow of sound; the music is analogous to an ink painting that works through implication and subtlety, suggesting much and consequently neglecting little." Daniel Barbiero, Avant Music News Reviews, 2017.
"(...) Voilà qui est beau! Ayant moi-même chanté sur scène avec ces deux artistes et amis, je les retrouve dans un même disque et cela me rend heureux. D’abord, je dois préciser que c’est un peu le hasard qui les a mis sur ma route et que, de prime abord, je n’aurais pas pensé travailler avec eux, simplement parce que ma direction esthétique personnelle est sensiblement différente dans l’univers des musiques improvisées. Seulement Gianni Mimmo (sax soprano) et Yoko Miura (piano) sont tous deux d’excellents artistes et c’est un réel challenge de chanter avec eux et de créer des correspondances entre nos univers respectifs. Nous partageons tous les trois un travail avec Lawrence Casserley et son live signal processing. Récemment, un concert avec Lawrence et Yoko à Oxford s'est déroulé de manière inespérée ainsi qu'un duo avec elle à Louvain. Donc ayant du "tirer mon plan" avec mes ressources musicales face à cette pianiste, je suis sans doute suffisamment habilité à mesurer les écueils d'une telle entreprise. Dans cet album enregistré à Milan par Paolo Falascone au studio Mu Rec, Gianni Mimmo sort de lui-même et c’est un nouveau Départ (Departure). Il trace de nouveaux espaces par rapport à ce que je connais de sa musique et il finirait par se recopier si de tels challenges ne le poussaient hors de ses gonds. Ici, il adopte des réflexes d’improvisateur de l’instant même s’il est confronté à une pianiste qui joue de manière « plus conventionnelle » que la plupart des free musiciens auquel ce blog se consacre quasi-exclusivement. Par exemple, on l'entend souffler avec un growl primal alors que la pianiste croise les rythmes en martelant un Boogie Woogie Wonderland lunatique. Dans Prologue et Departure qui ouvrent successivement (avec succès !) l’album ou dans le long Rain Song final, Yoko Miura nous livre des Haikus en suspens qui mettent subtilement en valeur la voix singulière de Gianni. De belles nuances qui dévoilent la subtilité intérieure du jeu. C'est elle qui a composé l'entièreté de la musique, une suite polymodale remarquablement enchaînée avec force passages obligés, mais qui offre une grande liberté au souffleur. Elle joue aussi brièvement dans les cordes du piano juste ce qu’il faut et d’un harmonica à tuyau ou d’un xylophone, ajoutant quelques couleurs sur le côté du plus bel effet. Le cheminement de sa pensée musicale dans l’instant et tout au long de ce disque, nous démontre sa capacité à construire sur la longueur avec une réelle qualité compositionelle. Cette rencontre nous fait oublier que Gianni Mimmo se réfère à l’expérience de Steve Lacy au point que certains y trouvent à redire. Son jeu au soprano et le son qu’il obtient font de lui un souffleur qui accroche l’oreille et ouvre le cœur des auditeurs. Ici, les risques pris dans cette rencontre en terrain peu familier pour lui (il s'agit des compositions très travaillées de Yoko Miura) créent une urgence intérieure propice à la surprise. Ce duo devrait absolument se poursuivre en public pour grimper encore en intensité et en assurance. C’est le genre d’album qu’on écoute pour le plaisir et qui a été enregistré d’une traite comme une conversation entre amis qui commence et finit et dont on sort heureux et réjoui avec de nouveaux sentiments en tête." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv'andsounds, 2016.
"(...) Ennesimo lavoro di grande spessore da parte di Gianni Mimmo, stavolta in duo con la pianista giapponese Yoko Miura. La musica è come suo solito improvvisata, anche se qua e là fanno capolino temi presi a spunto della creatività istantanea, le atmosfere, pur nella cifra tipica della ricerca e oscillante tra rarefazione e intensa concitazione, piuttosto mutevoli.
Si inizia con un prologo dalle forme espressive intense per non dire estreme, con la Miura che adotta modalità percussive e Mimmo spesso su sovracuti e armonici -peraltro raramente usati in modo così aggraziato e funzionale al discorso narrativo. Si passa poi, senza vera discontinuità, ad un brano assai più etereo, con la pianista su stilemi più tradizionali, quasi classici, ancorché arricchiti da pulsazioni reiterate, e Mimmo che dialoga con frasi pulite, di un particolare lirismo, aggiungendo solo colpi di ancia.
In "Boogie-Woogie Wonderland" la situazione cambia radicalmente, dando vita a un originale ritmo di danza percussiva e stralunata, piuttosto trascinante, un contesto piuttosto atipico per Mimmo ma che proprio per questo gli permette di esprimere alcune sue potenzialità di solito poco sfruttate.
Nella conclusiva "Rain Song" si torna infine a una alternanza di stilemi espressivi estremi e quieto lirismo, sempre comunque all'insegna del dialogo e della purezza del suono.
Se per Gianni Mimmo questo ennesimo bel CD è una conferma (che arriva in un periodo di grande e proficua creatività), nel caso di Yoko Miura, musicista poco nota da noi, si tratta di una bella scoperta: pianista che padroneggia con disinvoltura molteplici stilemi, con un bel tocco ma anche un suono molto vigoroso, eredita l'ellitticità caratteristica dei pianisti del suo paese, da Masabumi Kikuchi a Sakoto Fujii.
Quaranta minuti di musica libera e sorprendente, ma anche nitida e appassionante." Neri Pollastri, All About Jazz, 2017.
"(...) Un duo duro e puro è quello che che unisce la pianista (e autrice di tutti i brani) Yoko Miura e il nostro Gianni Mimmo al sax soprano, in un interscambionitido e avvincente per quanto concentrato, concettuale, a tratti ispido, corrosivo, ora più denso e plastico, ora più appuntito o magari elusivo, a rinverdire a tratti il duettare fra Steve Lacy e Mal Waldron (che era però più marmoreo, scabro, sabbioso della pianista nipponica). Disco esemplare sotto diversi profili" Bazzurro, Musica Jazz, Maggio 2017.
"(...) Si fa strada pian piano, muovendo da auspici soffusi e colti, questo duetto tra la pianista Yoko Miura e il sempre bravo sassofonista Gianni Mimmo. Che sia improvvisazione controllata o composizione informale (a un certo punto c'è un lungo passaggio boogie-woogie) non è troppo chiaro, nè troppo importante; tutto si gioca su intesa e sensibilità, entrambe più che pervenute in un album che magari non toglie il fiiato ma fila liscissimo e dopo qualche minuto crea un mood pensoso e giocoso sul sottile liminare della disarmonia, che accompagna fino alla fine. Le dissonanze non mancano, soprattutto quelle di Mimmo che senza perforare alcun timpano si fa intendere e rende più pungente il piglio cameristico dell'insieme. (7)" Federico Savini, Blow Up , 2017.
"(...) Quando pensiamo al "percorso", ricorriamo spesso alle immagini della pittura o della letteratura che ce lo rendono esplicito da un punto logico o visivo. Le immagini musicali sono molto più difficili da decifrare e comunque restano nella piena soggettività degli ascoltatori. Ma se faccio funzionare la mia esperienza, nel duetto di Departure tra Yoko Miura e Gianni Mimmo, raccolgo tutta la filosofia e l'imprevedibilità di un "viaggio" raccontato da due musicisti dotati di una sensibilità estrema. Pensavo a cose similari nel jazz. Chi conosce bene Steve Lacy sa che Mimmo è uno dei suoi migliori interpreti e sebbene le visuali di Mimmo siano molto più addensate nella musica contemporanea, è anche vero che dell'americano ne riprende quella sua fantastica capacità elastica del fraseggio. Quanto al viaggio, poi, Lacy affrontò con il suo sentimento anche i sentieri della beat generation tra Ginsberg e Kerouac, così come produsse plurime improvvisazioni in duo con alcuni dimenticati pianisti negli anni della maturità (Michael Smith, Mal Waldron, Bobby Few, Tchangodei, Ulrich Gumpert) senza dimenticare la Crispell, Mengelberg e Van Hove, per "viaggi" sax soprano-pianoforte quasi sempre corroborati da un impianto melodico. La Miura e Mimmo abitano in un altro contesto: raccolgono anche altre istanze del sentimento (quelle arrampicate al vivere odierno) e sono capaci di creare delle mostruose elaborazioni del pensiero: attraverso l'improvvisazione si percepiscono movimenti in tempo reale, incroci relazionali, congegni espressivi non comuni. Il pianismo discorsivo della Miura, pur non avendo nulla di appariscente, a tratti è capace di cristallizzarsi in un motivo melodico accattivante (es. le note di Rain Song) o permette simulazioni di sorta (si pensi a Boogie woogie wonderland, dove questo succede per un boogie sul cui tema Mimmo produce una lussuosa e libera rivisitazione). C'è una delicatezza che si contrappone ad un respiro deciso, ma nel complesso il messaggio di Departure è forse di allerta, tende alla ricostituzione di un sentimento vero, quando si crede ancora in una sua risalita." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
01 _ 00.00 _ Prologue 11:52
02 _ 11.51 _ Departure 4:30
03 _ 16.21 _ Crystal Moon 7:08
04 _ 23.29 _ Boogie - Woogie Wonderland 10:02
05 _ 33.31 _ Rain Song 9:36
(C) + (P) 2016