KWATZ!
KWATZ! (Enrico Caimi, Roberto Dani, Sergio Fedele, Davide Negrini)
SOLD OUT
Enrico Caimi _ percussioni
Roberto Dani _ batteria preparata
Sergio Fedele _ percussioni
Davide Negrini _ percussioni
Musica contemporanea per percussioni. Kwatz! è un collettivo, non ci sono leader ed è per questo che i nomi sono elencati in ordine alfabetico. La musica che ne esce è tale: un unico spirito sonoro (non ci sono veri e propri assoli), viene creato il vuoto e infatti la scelta di chiamarlo con un "monito" Zen non è casuale. Registrato nella chiesa di San Pietro a Gazzuolo (MN) il 4 ottobre 2014. Kwatz! - nome dell'ensemble e, in questa prima registrazione, anche titolo dell’album - è la trascrizione giapponese del grido tradizionale usato dai monaci Ch'an (il Ch'an è il Buddismo cinese che darà poi vita in Giappone al più noto Zen). Così lo descrive brevemente Engaku Taino nel suo commento alla Raccolta dei Detti del Maestro Ch'an Lin-Chi I-Hsuan: "L'urlo di cui si tratta fu portato alla perfezione proprio da Lin-chi che li catalogò in quattro modi differenti: il kwatz che è come una spada di diamante, il secondo è come un leone dorato di montagna, il terzo come una pertica per esplorare l'acqua davanti alla barca e il quarto è un kwatz che non è un kwatz. Lin-chi fece uso di questi gridi a suo piacimento per ogni occasione: come una spada di diamante per tagliare tutte le discriminazioni di chi gli è davanti; come un leone pronto a sbranare la preda; come una pertica che scandaglia le intenzioni di chi lo affronta o come un non kwatz. In kwatz, c'è anche il suono del non dicibile, non vuol dire nulla ma si adatta a tutto, è uno squarcio sonoro che apre alla comprensione o chiude alla non comprensione, simile al colpo di bastone (sempre nella tradizione Zen) che può risvegliare o solo ammaccare, infine la parola e il concetto possiedono un certo humor tipicamente Zen.
Per maggiori info:
www.robertodani.com
www.sergiofedele-ecatorf.it
"(...) Non ci volle molto tempo nella musica per capire che le percussioni fossero gli strumenti più adatti per rappresentare i panorami pragmatici delle pratiche buddiste: compositori come Cage (con le proprie costruzioni di metallo) o Evangelisti (con i suoi “spazi” a cinque) avvicinarono gli ensembles percussivi alla percezione sensoria del suono come entità libera e fluida. Kwatz! è quella parola composita che nella religione buddista esprime il raggiungimento di uno stato supremo della comprensione ma è anche il nome che quattro musicisti hanno scelto per il loro progetto artistico: interamente dediti alle percussioni nell'acustica della chiesa di S.Pietro a Gazzuolo, Sergio Fedele, Roberto Dani, Enrico Caimi e Davide Negrini dimostrano che è possibile costruire delle architetture soniche basate su un set percussivo la cui metodologia è ben conosciuta (posizioni, modo di colpire, impostazione di base delle amplificazioni, etc.) ma imprevedibili sono i risultati da riscuotere (le scosse spirituali e un'incredibile, sottile armonia subsonica dei corpi metallici). Gongs, tam tam, cimbali, batteria preparata, colpi di bastone e altri oggetti di supporto condividono la sintonia dei quattro modelli del Kwatz spingendosi oltre il lecito, suscitando l'estasi dell'attenzione e il riconoscimento di turbe empatiche dei suoni. Riconosciuto come un progetto partorito da Sergio Fedele, Kwatz! è un'estensione della dialettica del musicista che parte da lontano: pluristrumentista ai fiati con predilezione per il clarinetto, pittore, conoscitore delle arti visive e scrittore (sotto le mentite spoglie di Guido Carminati) con una spiccata vicinanza di intenti alle novelle di Italo Calvino, Fedele è da sempre promotore di un ideale simbolismo musicale, in cui far convergere il gesto, le tecniche aleatorie o improvvisative, le preparazioni e la congruenza naturale con la filosofia orientale: in tal senso un ascolto molto convincente da poter escutere si trova in Su ciò potrei già cantare... con Stefano Giust a batteria, piatti e cembali, mentre il Duo Klang (dal 2000 posto in essere con Roberto Dani) si può definire come l'embrione dell'esperienza percussiva depositaria delle soluzioni di Kwatz!, che oggi conta un accrescimento dei suoi elementi costitutivi e l'intervento diretto di Fedele nell'esplorazione acustica posta sul parco percussioni, in un set che devia dalla splendida capacità narrativa finora traslata nella musica." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Veniamo a una delle etichette più "spinte", sul piano estetico, del panorama nazionale, la friulana Setola di Maiale. Kwatz!, titolo del cd e nome del quartetto, tutto a percussioni, il cui membro più noto è Roberto Dani, tende troppo marcatamente verso un nulla sonoro (leggi silenzio) che forse dal vivo può salvarsi attraverso la gestualità, tipica proprio di Dani, ma che su disco non può non riportare alla mente il concetto di "tragedia dell'ascolto" di noniana memoria." Alberto Bazzurro, L'Isola, 2016.
01 _ I 13:39
02 _ II 10:10
03 _ III 18:01
04 _ IV 22:06
(C) + (P) 2016
SOLD OUT
Enrico Caimi _ percussions
Roberto Dani _ prepared drums
Sergio Fedele _ percussions
Davide Negrini _ percussions
Contemporary music for percussion. Kwatz! is a collective, there are no leaders. This is why the names of the musicians are listed in alphabetical order. The music that comes out is a unique sound mind (there are no real solos), a vacuum is created and in fact the decision to call it an "admonition" Zen is not accidental.
For more info:
www.robertodani.com
www.sergiofedele-ecatorf.it
"(...) Non ci volle molto tempo nella musica per capire che le percussioni fossero gli strumenti più adatti per rappresentare i panorami pragmatici delle pratiche buddiste: compositori come Cage (con le proprie costruzioni di metallo) o Evangelisti (con i suoi “spazi” a cinque) avvicinarono gli ensembles percussivi alla percezione sensoria del suono come entità libera e fluida. Kwatz! è quella parola composita che nella religione buddista esprime il raggiungimento di uno stato supremo della comprensione ma è anche il nome che quattro musicisti hanno scelto per il loro progetto artistico: interamente dediti alle percussioni nell'acustica della chiesa di S.Pietro a Gazzuolo, Sergio Fedele, Roberto Dani, Enrico Caimi e Davide Negrini dimostrano che è possibile costruire delle architetture soniche basate su un set percussivo la cui metodologia è ben conosciuta (posizioni, modo di colpire, impostazione di base delle amplificazioni, etc.) ma imprevedibili sono i risultati da riscuotere (le scosse spirituali e un'incredibile, sottile armonia subsonica dei corpi metallici). Gongs, tam tam, cimbali, batteria preparata, colpi di bastone e altri oggetti di supporto condividono la sintonia dei quattro modelli del Kwatz spingendosi oltre il lecito, suscitando l'estasi dell'attenzione e il riconoscimento di turbe empatiche dei suoni. Riconosciuto come un progetto partorito da Sergio Fedele, Kwatz! è un'estensione della dialettica del musicista che parte da lontano: pluristrumentista ai fiati con predilezione per il clarinetto, pittore, conoscitore delle arti visive e scrittore (sotto le mentite spoglie di Guido Carminati) con una spiccata vicinanza di intenti alle novelle di Italo Calvino, Fedele è da sempre promotore di un ideale simbolismo musicale, in cui far convergere il gesto, le tecniche aleatorie o improvvisative, le preparazioni e la congruenza naturale con la filosofia orientale: in tal senso un ascolto molto convincente da poter escutere si trova in Su ciò potrei già cantare... con Stefano Giust a batteria, piatti e cembali, mentre il Duo Klang (dal 2000 posto in essere con Roberto Dani) si può definire come l'embrione dell'esperienza percussiva depositaria delle soluzioni di Kwatz!, che oggi conta un accrescimento dei suoi elementi costitutivi e l'intervento diretto di Fedele nell'esplorazione acustica posta sul parco percussioni, in un set che devia dalla splendida capacità narrativa finora traslata nella musica." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Veniamo a una delle etichette più "spinte", sul piano estetico, del panorama nazionale, la friulana Setola di Maiale. Kwatz!, titolo del cd e nome del quartetto, tutto a percussioni, il cui membro più noto è Roberto Dani, tende troppo marcatamente verso un nulla sonoro (leggi silenzio) che forse dal vivo può salvarsi attraverso la gestualità, tipica proprio di Dani, ma che su disco non può non riportare alla mente il concetto di "tragedia dell'ascolto" di noniana memoria." Alberto Bazzurro, L'Isola, 2016.
01 _ I 13:39
02 _ II 10:10
03 _ III 18:01
04 _ IV 22:06
(C) + (P) 2016