ESPLENDOR LUNARE (PARTE 1-2)
MARGINE (Stefano Giust, Luca Cartolari, Alessandro Cartolari, Paolo De Piaggi)
SOLD OUT
Stefano Giust _ batteria _ oggetti _ nastro magnetico _ elettronica _ regia sonora
Alessandro Cartolari _ sax alto _ sax soprano _ microfono
Luca Cartolari _ basso elettrico
Paolo De Piaggi _ computer _ elettronica _ mixer
L'intero lavoro è suddiviso in due lunghi brani ed è stato realizzato in tre diverse fasi: 1. registrazione su multitraccia di alcune brevi improvvisazioni libere del trio strumentale; 2. campionatura e gestione via computer delle parti registrate e definizione degli effetti da utilizzare nel mixaggio; 3. mixaggio finale, unico per ciascun brano, totalmente improvvisato sulla base degli elementi organizzati. Regia sonora di Stefano Giust. Registrato e mixato al Laboratorio Di Musiche Non Convenzionali SDM il 25 ottobre e il 22 dicembre 1997; il 6 gennaio 1998.
"(...) Il risultato è una densa composizione ambientale a tratti dubbeggiante, in cui i singoli strumenti vengono trattati e resi irriconoscibili (con scampoli di sax che si volatilizzano di volta in volta in ronzio di calabrone o in cornamusa) creando "drones" isolazionisti che solo per brevi tratti prendono forma in delimitate strutture reichiane. L'unico paragone plausibile, per la libertà con cui il materiale è stato rielaborato, potrebbe essere, molto alla larga, con i chicagoani Rome." Francesco Vignotto, Blow Up n.11.
"(...) Margine unisce il deus-ex-machina Giust ai fratelli Cartolari, asse portante di Anatrofobia, in questo caso coadiuvati dall’altro membro fondatore dell’etichetta Paolo de Piaggi. In questa prima incarnazione a 4, troviamo due lunghe tracce di isolazionismo para-jazzistico vicine a certi momenti in absentia degli anatrofobici: lunghe pause, vuoti pneumatici, silenzi assordanti frutto dell’improvvisazione selvaggia e senza confini di sax/basso/batteria, in un secondo momento polverizzata dall’elaborazione al computer di De Piaggi. Le aperture strumentali rimandano a pause ambientali, in cui gli strumenti si fondono gli uni negli altri per dare vita ad una musica liquida, oscura, visionaria. La successiva elaborazione/campionatura dei suoni rende praticamente irriconoscibili i suoni dei singoli strumenti e dona un’aurea altra, lunare verrebbe da dire, al disco." Stefano Pifferi, SentireAscoltare, 2008.
01 _ Esplendor lunare n.1 21:56
02 _ Esplendor lunare n.2 20:43
(C) + (P) 1998
SOLD OUT
Stefano Giust _ drums _ objects _ tapes _ electronics _ direction
Alessandro Cartolari _ alto sax _ soprano sax _ microphone
Luca Cartolari _ electric bass
Paolo De Piaggi _ laptop _ electronics _ mixer
The entire work is divided into two long tracks and was built in three phases: 1) multi track recording of some short free improvisation by the instrumental trio; 2) sampling, manipulation and handling via computer of the recordings and definition of the effects to use; 3) final mix, one for each track, totally improvised on the basis of these organized elements. Giust organized and directed all parts.
"(...) Il risultato è una densa composizione ambientale a tratti dubbeggiante, in cui i singoli strumenti vengono trattati e resi irriconoscibili (con scampoli di sax che si volatilizzano di volta in volta in ronzio di calabrone o in cornamusa) creando "drones" isolazionisti che solo per brevi tratti prendono forma in delimitate strutture reichiane. L'unico paragone plausibile, per la libertà con cui il materiale è stato rielaborato, potrebbe essere, molto alla larga, con i chicagoani Rome." Francesco Vignotto, Blow Up n.11.
"(...) Margine unisce il deus-ex-machina Giust ai fratelli Cartolari, asse portante di Anatrofobia, in questo caso coadiuvati dall’altro membro fondatore dell’etichetta Paolo de Piaggi. In questa prima incarnazione a 4, troviamo due lunghe tracce di isolazionismo para-jazzistico vicine a certi momenti in absentia degli anatrofobici: lunghe pause, vuoti pneumatici, silenzi assordanti frutto dell’improvvisazione selvaggia e senza confini di sax/basso/batteria, in un secondo momento polverizzata dall’elaborazione al computer di De Piaggi. Le aperture strumentali rimandano a pause ambientali, in cui gli strumenti si fondono gli uni negli altri per dare vita ad una musica liquida, oscura, visionaria. La successiva elaborazione/campionatura dei suoni rende praticamente irriconoscibili i suoni dei singoli strumenti e dona un’aurea altra, lunare verrebbe da dire, al disco." Stefano Pifferi, SentireAscoltare, 2008.
01 _ Esplendor lunare n.1 21:56
02 _ Esplendor lunare n.2 20:43
(C) + (P) 1998