MU
MU (Gian Luigi Diana, Jimmy Johnsen)
SOLD OUT
Gian Luigi Diana _ chitarra elettrica _ laptop _ basso elettrico _ giradischi
Jimmy Johnsen _ batteria _ voce _ respiri _ grida
Musica improvvisata ed energica da New York City. Nella copertina interna si legge: "Non stiamo a giudicare le conseguenze di uno Tsunami, la morte, la distruzione, la desolazione e così via. Vediamo lo Tsunami come un misterioso potere, un potere nudo e crudo che appartiene alla Natura. Siamo interessati a questo improvviso rilascio di energia. Vedendo le immagini senza sonoro del recente Tsunami in Giappone, abbiamo cercato di immaginare come si possa mettere in suono questa forza primordiale che solo una libera improvvisazione può dare l'opportunità di esprimere." Masterizzato da Roko Djokovic al Super Bombastik Studio, Bronx (NYC 2011).
"(...) Abrasioni impro da New York. Un duo feroce. Il nostro (?) Gian Luigi Diana, il batterista Jimmy Johnsen. Chitarra, laptop, basso, giradischi, batteria, urla e sospiri. Dalle note interne di copertina: Non stiamo a giudicare le conseguenze di uno Tsunami, la morte, la distruzione, la desolazione e così via. Vediamo lo Tsunami come un misterioso potere, un potere nudo e crudo che appartiene alla Natura. Siamo interessati a questo improvviso rilascio di energia. Vedendo le immagini senza sonoro del recente Tsunami in Giappone, abbiamo cercato di immaginare come si possa mettere in suono questa forza primordiale che solo una libera improvvisazione può dare l'opportunità di esprimere. Dimenticate le perlacee escrescenze di “Cristalli Sonori” (il precedente lavoro di Diana, sempre su Setola). Questa è liberazione, selvaggia, catartica, ottundente. Dritta nei denti. Impetuose circolarità, organizzate in scaracchi grumosi. Avanguardia secca e scolpita. Possessione free e contusioni blues. Riflessi strappati Hendrix, carta vetrata Sharp (circa “Larinx” e “Datacide”), James Blood Ulmer con una gamba intrappolata in una tagliola. Urla di bovari. Urla e basta. Uccelli in migrazione, il ronzare delle mosche. Nessuna gratuita compiacenza, nessuna pippetta frustrata, colto/noise. Solo ciccia. Stretta fra un polpastrello e l'altro con forza. Il dolore non è nulla. Un perentorio invito all'azione. Qualunque essa sia. Bucce e cocce, scorie e scarti... (Gronge, Karin B)." M. Carcasi, Kathodik, 2012.
"(...) Il terremoto, lo tsunami e il conseguente incidente nucleare di Fukushima devono aver colpito l'immaginazione di molti musicisti, se, dopo Level 7 di Maria Jikuu, ci capita fra le mani questo disco del duo italo-americano composto da Gian Luigi Diana, qui all'opera con chitarra ed elettronica e dal batterista Jimmy Johnsen, ispirato agli stessi eventi. I MU, questo il nome scelto dai due, non fanno proprie le istanze anti-nucleari come la musicista giapponese, ma si concentrano sull'evento naturale e sulle sue conseguenze, cercando di tradurne in suono la terribile potenza attraverso otto libere improvvisazioni per chitarra, elettronica, batteria e fugaci inserti vocali. Per raggiungere il risultato i due si servono di una grande quantità di linguaggi, svariando a tutto campo entro gli ampi confini del free: l'iniziale Tsunami è giocata su un'elettronica spigolosa, la successiva Evacuation Route occhieggia al jazz, le seguenti composizioni optano generalmente per un chitarrismo di ascendenza blues elettrico, dove la furia strumentale viene arginata continuamente da brevi sequenze melodiche, passaggi psichedelici, minimalismo in odore di glitch. È Diana a sbizzarrirsi maggiormente con la sua tavolozza di suoni, ma fondamentale per tenere insieme un album che altrimenti rischierebbe un eccesso di eclettismo è il lavoro dietro alle pelli di Johnsen: il suo batterismo mobile e timbricamente vario, coerente nell'essere assolutamente libero da ogni schema, fornisce un tessuto perfetto per le incursioni dell'italiano. Essendo l'intento dichiarato quello di rappresentare l'improvviso rilascio di energia rappresentato dallo tsunami, il duo non indugia in atmosfere cupe ma, come un elastico che viene teso e rilasciato, alterna momenti di furia liberatoria a passaggi di quiete non privi di lirismo. MU percorre la classica via dell'improvvisazione strumentale con freschezza e brio, senza cedimenti e regalando anche un ascolto piuttosto piacevole, che potrebbe appassionare le frange di ascoltatori rock più aperti e curiosi." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2012.
01 _ Tsunami 09:00
02 _ Evacuation Route 07:38
03 _ Fukushima Blues 04:31
04 _ Unask The Question 05:50
05 _ Nuclear Exstasy 09:09
06 _ Mysterious Power 08:02
07 _ Epicenter 04:45
08 _ Quake 05:13
(C) + (P) 2011
SOLD OUT
Gian Luigi Diana _ electric guitar _ laptop _ electric bass _ turntable
Jimmy Johnsen _ drums _ voice _ breaths _ shouts
Free improvised duo music from New York City. On the cover: "We're not judging the consequences of a Tsunami, the deaths, destruction, desolation and so on. We see the Tsunami has a mysterious power, a raw and naked power that belong to Nature. We're interested in this sudden release of energy. Seeing the images with no sound of the recent Tsunami in Japan, we tried to imagine how we could put into sound this raw natural power that only a free improvisation can give the opportunity to express it." Mastered by Roko Djokovic at Super Bombastik Studio, Bronx (NYC 2011).
"(...) Abrasioni impro da New York. Un duo feroce. Il nostro (?) Gian Luigi Diana, il batterista Jimmy Johnsen. Chitarra, laptop, basso, giradischi, batteria, urla e sospiri. Dalle note interne di copertina: Non stiamo a giudicare le conseguenze di uno Tsunami, la morte, la distruzione, la desolazione e così via. Vediamo lo Tsunami come un misterioso potere, un potere nudo e crudo che appartiene alla Natura. Siamo interessati a questo improvviso rilascio di energia. Vedendo le immagini senza sonoro del recente Tsunami in Giappone, abbiamo cercato di immaginare come si possa mettere in suono questa forza primordiale che solo una libera improvvisazione può dare l'opportunità di esprimere. Dimenticate le perlacee escrescenze di “Cristalli Sonori” (il precedente lavoro di Diana, sempre su Setola). Questa è liberazione, selvaggia, catartica, ottundente. Dritta nei denti. Impetuose circolarità, organizzate in scaracchi grumosi. Avanguardia secca e scolpita. Possessione free e contusioni blues. Riflessi strappati Hendrix, carta vetrata Sharp (circa “Larinx” e “Datacide”), James Blood Ulmer con una gamba intrappolata in una tagliola. Urla di bovari. Urla e basta. Uccelli in migrazione, il ronzare delle mosche. Nessuna gratuita compiacenza, nessuna pippetta frustrata, colto/noise. Solo ciccia. Stretta fra un polpastrello e l'altro con forza. Il dolore non è nulla. Un perentorio invito all'azione. Qualunque essa sia. Bucce e cocce, scorie e scarti... (Gronge, Karin B)." M. Carcasi, Kathodik, 2012.
"(...) Il terremoto, lo tsunami e il conseguente incidente nucleare di Fukushima devono aver colpito l'immaginazione di molti musicisti, se, dopo Level 7 di Maria Jikuu, ci capita fra le mani questo disco del duo italo-americano composto da Gian Luigi Diana, qui all'opera con chitarra ed elettronica e dal batterista Jimmy Johnsen, ispirato agli stessi eventi. I MU, questo il nome scelto dai due, non fanno proprie le istanze anti-nucleari come la musicista giapponese, ma si concentrano sull'evento naturale e sulle sue conseguenze, cercando di tradurne in suono la terribile potenza attraverso otto libere improvvisazioni per chitarra, elettronica, batteria e fugaci inserti vocali. Per raggiungere il risultato i due si servono di una grande quantità di linguaggi, svariando a tutto campo entro gli ampi confini del free: l'iniziale Tsunami è giocata su un'elettronica spigolosa, la successiva Evacuation Route occhieggia al jazz, le seguenti composizioni optano generalmente per un chitarrismo di ascendenza blues elettrico, dove la furia strumentale viene arginata continuamente da brevi sequenze melodiche, passaggi psichedelici, minimalismo in odore di glitch. È Diana a sbizzarrirsi maggiormente con la sua tavolozza di suoni, ma fondamentale per tenere insieme un album che altrimenti rischierebbe un eccesso di eclettismo è il lavoro dietro alle pelli di Johnsen: il suo batterismo mobile e timbricamente vario, coerente nell'essere assolutamente libero da ogni schema, fornisce un tessuto perfetto per le incursioni dell'italiano. Essendo l'intento dichiarato quello di rappresentare l'improvviso rilascio di energia rappresentato dallo tsunami, il duo non indugia in atmosfere cupe ma, come un elastico che viene teso e rilasciato, alterna momenti di furia liberatoria a passaggi di quiete non privi di lirismo. MU percorre la classica via dell'improvvisazione strumentale con freschezza e brio, senza cedimenti e regalando anche un ascolto piuttosto piacevole, che potrebbe appassionare le frange di ascoltatori rock più aperti e curiosi." Emiliano Zanotti, Sodapop, 2012.
01 _ Tsunami 09:00
02 _ Evacuation Route 07:38
03 _ Fukushima Blues 04:31
04 _ Unask The Question 05:50
05 _ Nuclear Exstasy 09:09
06 _ Mysterious Power 08:02
07 _ Epicenter 04:45
08 _ Quake 05:13
(C) + (P) 2011