GUITARS: AN ANTHOLOGY OF EXPERIMENTAL SOLO GUITAR MUSIC
GUITARS: AN ANTHOLOGY OF EXPERIMENTAL SOLO GUITAR MUSIC (Stefano Pilia, Anders Lindsjö, Olaf Rupp, Neil Davidson, Michal Dymny, Manuel Mota, Marco Tabellini, Chris Iemulo, Alvari Lume, Hannes Buder, Gilles Laval, Peter Stenberg, Brian Mitchell, Nicotina, Pablo Montagne, Roger Sundström, Eric Arn, Thomas Barrière, Mikaele Pellegrino, Yannis Frier, Jonny Drury, Filippo Giuffré, Olivier Bost)
SOLD OUT
2xCD digisleeve ecopack
Stefano Pilia / Anders Lindsjö / Olaf Rupp / Neil Davidson / Michal Dymny / Manuel Mota / Marco Tabellini / Chris Iemulo / Alvari Lume / Hannes Buder / Gilles Laval / Peter Stenberg / Brian Mitchell / Nicotina / Pablo Montagne / Roger Sundström / Eric Arn / Thomas Barrière / Mikaele Pellegrino / Yannis Frier / Jonny Drury / Filippo Giuffré / Olivier Bost
Suonare in solo è una delle cose più naturali, specialmente per un musicista che suona la chitarra; è così che generalmente si prova e si sviluppa un suono personale. Il solo può anche essere un modo conveniente di registrare e esibirsi dal vivo. Inoltre, quasi tutti i chitarristi più influenti e innovativi sono anche grandi solisti. Questa antologia raggruppa 23 chitarristi da tutta Europa, diversi per età e background, e mostra una varietà estremamente ampia di stili e approcci. Alcuni di questi musicisti si conoscono personalmente perché hanno suonato insieme, fra alcuni esistono legami di influenza, o rispetto reciproco. Altri approfitteranno di questa occasione di conoscenza, scambio e confronto con colleghi finora sconosciuti. I musicisti che sono stati invitati a contribuire a questo progetto hanno anche avuto un concept con il quale rapportarsi liberamente: “la relazione fra improvvisazione e composizione”. Questo elemento è forse la ragione per cui la musica qui raccolta mostra una tale varietà di forme, partendo dall’improvvisazione radicale fino ad arrivare a vere e proprie partiture scritte. L’ascoltatore potrebbe anche trovare un concept parallelo, incentrato sulla ricerca e lo sviluppo di tecniche estese. La varietà di suoni è perciò impressionante, così come la gamma di toni e ‘mood’ (da atmosfere intime e delicate a drone ipnotici, manipolazioni umoristiche, melodie dolenti, feedback minacciosi o attacchi aspri e aggressivi). Infine, uno dei propositi di questa antologia è di mappare lo stato attuale della chitarra nel campo della musica sperimentale e di avanguardia in Europa. Tenendo bene a mente che sarebbe comunque impossibile essere assolutamente esaustivi (Sanna, Morgia, Ferrian, G. Mitchell, IoIoI, Russell, Caliri, solo per citarne alcuni), è comunque auspicabile che quest’album metta in luce idee e connessioni valide, stimolando tanto il miglioramento di forme già esistenti quanto la ricerca di nuovi percorsi possibili. L'intero progetto è stato pensato e coordinato dal chitarrista Marco Tabellini che insieme a Giust ha prodotto l'album.
"(...) Era questo un progetto allo stesso tempo un po’ folle e assolutamente necessario. E ora è un doppio album tanto austero nell’aspetto quanto ricco nel suo contenuto. Ecco dunque Guitars: An Anthology Of Experimental Solo Guitar Music. All’ascolto, non assomiglia a nulla di conosciuto, fra melodia extra-terrestri e sinfonie per corde tamburellate. Si avanza in questi due album come in una foresta vergine, circondati da rumori inauditi e da suoni che sfidano la comprensione. Spesso ci si domanda persino se si sta ascoltando veramente una chitarra, da quanto alcuni si sono ingegnati a manipolare la sonorità originale del loro strumento fino a renderlo completamente irriconoscibile. Bisogna anche dire che questo doppio album è fatto per orecchie competenti e spiriti appassionati di sperimentazioni estreme. Ma premesso questo, che avventura ci è offerta! Ci vorrebbe pertanto una buona dose di coraggio per osare proporla a 23 chitarristi da tutta Europa e ancora più audacia per mettere tutte le registrazioni raccolte su un doppio album. È l’etichetta italiana Setola di Maiale che ha tentato ed è riuscita in questa bellissima impresa. Bisogna dire che dalla sua fondazione, nel 1993, questa etichetta non ha più paura di niente in materia di musiche non convenzionali. Ne ha addirittura fatto un fiero fondamento della propria esistenza. E la cosa funziona! La lista di musicisti già messi su disco da questa etichetta è d’altronde impressionante, almeno quanto il numero di album già usciti. Non stupisce dunque che sia stata Setola di Maiale a editare questa Anthology Of Experimental Solo Guitar Music, con la più grande serietà per quanto riguarda la produzione e senza la minima concessione dei confronti di generi musicali. Quanto agli stili incontrati in questo doppio album, sono decisamente vari. Si va dalla composizione calcolata al millimetro alle improvvisazioni più selvagge, passando per tutte le vie intermedie possibili e soprattutto immaginabili. E tutto va bene per pervenire ai propri fini, la ricerca del Graal sonoro, l’umore, la naturalezza, la casualità, l’azzardo, l’errore, tutto vi dico! Ma non importa il come. Si sente, si prova addirittura, da parte di tutti i chitarristi, una passione per il risultato, che sia ricercato o inatteso. Ci si strofina alle corde, si scivola sul manico, si entra nella cassa, tutto è permesso a condizione di pervenire al risultato sognato. Allora, l’avventura vi tenta, tendete le orecchie verso questo territorio sonoro dalle molteplici sorprese." Frédéric Gerchambeau, Traverses n. 30.
"(...) Setola di Maiale propone questa corposa antologia di chitarristi europei, alcuni dei quali abbastanza conosciuti (Stefano Pilia, Manuel Mota, Pablo Montagne, Nicotina), la gran parte meno. Il tema che è stato dato ai musicisti è "la relazione tra improvvisazione e composizione", riflessione forse un po' consunta ma funzionale allo svolgimento di tecniche e attitudini molto distanti le une dalle altre: da chi usa le corde in maniera tutto sommato classica a chi (la maggioranza) ne eviscera ogni possibilità mutante, da chi si concentra sulle capacità percussive del corpo (e altre parti) dello strumento a chi lo (le) compenetra nella definizione armonica. Il tutto in una varietà di accenti, timbri, tessiture e mood tra loro diversissimi fino a che non opposti; difficile citare qualcuno in particolare - spezzo però una lancia per Olaf Rupp, Marco Tabellini, Pablo Montagne, Roger Sundstrom e il veramente ottimo Gilles Laval - in un lavoro compatto, coeso e senza sbalzi di qualità, molto ben assemblato ed estremamente piacevole da sentire. Insomma non il 'solito' disco per addetti ai lavori che si pavoneggia stancamente ma una preziosa mappatura delle possibilità, perchè scommetterei che qui dentro ci sono nomi di cui sentiremo parlare in futuro. (8)" Stefano Isidoro Bianchi, Blow Up 2010.
"(...) Qualcuno dei più attempati la fuori ricorda quella mitica compilation intitolata Guitarrorists? Beh... si trattava di un doppio lp e cd che conteneva pezzi di Lee Ranaldo, J Mascis, Wayne Coyne e compagnia. Questo doppio cd-r è la continuazione ideale di quello che era stato fatto ai tempi. "Una antologia di chitarra sperimentale solista", forse è l'unica cosa su cui mi sentirei di dissentire, si tratta di sperimentazione per chitarra? di tecniche inconsuete, di chitarrismi strani, sghembi, di estremismi chitarristici e di cacofonie o di melodie aliene ma non so si tratti di vera e propria sperimentazione: per altro cosa è sperimentale e cosa non lo è? Ed in base a cosa lo decidi, caro amico critico da salotto? facciamo che me lo chiedo io stesso e tutti ci diamo la nostra risposta. Manuel Mota, Chris Iemulo, Pablo Montagne, Stefano Pilia, Olaff Rupp e molti altri più e meno conosciuti, solisti e non, anche se qui si trovano solo nella prima veste. L'assortimento delle tracce va dalla melodia ai drone, dalle chitarre vagamente free alle oscurità e alle asperità di Kaspar Brotzmann e/o Page Hamilton al di fuori degli Helmet (in duo con il primo o Band Of Susan), dai deliri semi-noise avant alla Frith, tracce con forma canzone, tracce senza forma e senza soluzione melodica, carezze e cazzotti. Tanto come successe quandi comprai il vinile di Guitarrorists non posso fare a meno di pensare che l'ottima qualità dei chitarristi coinvolti, il buon gusto delle tracce ed una playlist molto riuscita rendono un sampler potenzialmente noioso molto più fruibile di quanto non si poss pensare, anzi devo dire che è stato un piacere far girare questi due cd mentre me ne stavo seduto sul divano a godermi una bella tazza di camomilla." A. Ferraris, Sodapop 2011.
"(…) La chitarra è sempre stata vista come uno strumento solista, classica, acustica, elettrica, e la figura del guitar hero rockettaro o del concertista classico o del folker acustico ha sempre attirato le fantasie e le simpatie di chi si accingeva a voler imparare a suonare uno strumento. Questa antologia raggruppa 23 chitarristi da tutta Europa, diversi per età e background, e mostra una varietà estremamente ampia di stili e approcci, conseguenza naturale di chi matura "in solo" un proprio stile personale. Inserisco questo doppio cd in questo libro perchè il concept alla base di questa iniziativa è "la relazione tra improvvisazione e composizione". Questo elemento è forse la ragione per cui la musica qui raccolta mostra una tale varietà di forme, partendo dall'improvvisazione radicale fino ad arrivare a vere e proprie partiture scritte. Altro elemento di base comune potrebbe essere il desiderio di estrema ricerca e lo sviluppo di tecniche estese: la varietà di suoni è impressionante, una vera babele linguistico-musicale di toni e atmosfere, da situazioni intime e delicate a drone massicci e ipnotici, manipolazioni cabarettistiche, melodie scalcinate, feedback aggressivi, blues sgangherati e minimali. Inutile o superfluo citare quel brano o quel chitarrista (anche se l'orgoglio di patria mi impone di segnalare Stefano Pilia, Marco Tabellini, Mikaele Pellegrino, Nicotina, Filippo Giuffrè e Pablo Montagne) essendo il livello qualitativo medio dei brani sempre molto alto. Bellissima quindi questa idea di mappare lo stato attuale della chitarra nel campo della musica sperimentale e di avanguardia in Europa. Una simile cartina geografica musicale così compressa può essere di valido stimolo per creare nuove idee e nuove connessioni tra i musicisti, stimolando sia il miglioramento di forme già esistenti che la ricerca di nuovi percorsi sonori, per generare occasioni di scambio, conoscenza e confronti tra colleghi. Mi auguro sinceramente che questa idea faccia strada e che questa sia solo l'inizio per altre iniziative di questo genere! Una nuova conferma dell'eccellente qualità proposta da questa casa discografica, ormai attiva da 17 anni." Andrea Aguzzi, 121 Cd per la Chitarra Contemporanea, libro 126 pagine, dicembre 2010.
"(...) 'Playing solo is one of the most natural things, especially for a musician who plays guitar'. Basterebbero queste parole unite al sottotitolo di questa compilation in doppio cd per indicarne il senso e misurarne il valore. Ventiquattro tracce per 23 artisti europei (Olaf Rupp è presente coi due movimenti della sua Cold Winter Nocturno) impegnati a mostrare l’interazione e la relazione tra improvvisazione e composizione, ognuno ovviamente seguendo il filo della propria sensibilità, del proprio background e della propria essenza sonora. Volti noti (Stefano Pilia, il Nicotina di casa Burp Enterprise il portoghese Manuel Mota), meno noti e qualche strana assenza (il Ninni Morgia frequentatore assiduo del catalogo Setola di Maiale) si alternano lungo i due cd impegnati a mostrare come il solo di chitarra possa assumere uno spettro amplissimo di possibilità. Dal droning più o meno rumoroso (Titel 10 di Brian Mitchell, Keening Alloy di Eric Arn) al minimalismo intimista (la Children Ghosts dedicata ad Oren Ambarchi di Stefano Pilia, Ground di Alvari Lume, Djin di Gilles Laval) e al chitarrismo isolazionista (Thomas Barrière e la sua Fujin), passando per tutte le varianti weird (l’isolazionismo ubriaco della Casual 88 di Nicotina, quello bluesy sfrangiato di Roger Soundström), rumoriste (la Ex Delicto di Anders Lindsjö, la stordente Oh Mann…Linda di Mikaele Pellegrino), fingerpicking (Etude #10 di Marco Tabellini), noise (Chris Iemulo con Myself Is Resonance, il Pablo Montagne di Geomagnetico) di carne al fuoco ce n’è per ogni gusto. Di certo c’è non solo la vivacità, la bontà e l’estrema serietà (quasi accademica) della ricerca del panorama chitarristico europeo, quanto la intelligente e lungimirante lucidità di casa Setola nel comprendere come mappare questa marea montante di eccelsa creatività sia una stringente necessità più che un mero vezzo autoreferenziale. Soprattutto nel mare magnum dell’iperproduttività contemporanea mai come ora capace di far emergere iceberg stimolanti e produttivi come il presente Guitars." Stefano Pifferi, SentireAscoltare 2011.
DISCO UNO
01 _ Stefano Pilia _ Children Ghosts (for Oren Ambarchi) 5:12
02 _ Anders Lindsjö _ Ex Delicto 4:17
03 _ Neil Davidson _ Heritage, Priscilla 3:52
04 _ Olaf Rupp _ Cold Winter Nocturno I 2:42
05 _ Olaf Rupp _ Cold Winter Nocturno II 1:54
06 _ Michal Dymny _ Living on a Plate 4:41
07 _ Manuel Mota _ untitled 2:20
08 _ Marco Tabellini _ Étude #10 4:27
09 _ Chris Iemulo _ Myself is Resonance 5:41
10 _ Alvari Lume _ Ground 5:29
11 _ Hannes Buder _ Be Moon But Not Cold 6:14
12 _ Peter Stenberg _ Ritmo (live at Motvikt #14) 5:13
DISCO DUE
01 _ Pablo Montagne _ Geomagnetico 5:07
02 _ Brian Mitchell _ Titel 10 5:24
03 _ Gilles Laval _ Djin 4:38
04 _ Nicotina _ Casual 88 – The Dubious Stairwell 4:52
05 _ Roger Sundström _ Peppered Moth 5:03
06 _ Eric Arn _ Keening Alloy 5:45
07 _ Thomas Barrière _ Fujin 6:04
08 _ Mikaele Pellegrino _ Oh mann... Linda 1:19
09 _ Yannis Frier _ Statuaire court-circuitée 5:01
10 _ Jonny Drury _ Metal Return Urge 2:50
11 _ Olivier Bost _ Envoi 6:43
12 _ Filippo Giuffrè _ Congestione e Paralisi 6:21
(C) + (P) 2010
SOLD OUT
2xCD digisleeve ecopack
Stefano Pilia / Anders Lindsjö / Olaf Rupp / Neil Davidson / Michal Dymny / Manuel Mota / Marco Tabellini / Chris Iemulo / Alvari Lume / Hannes Buder / Gilles Laval / Peter Stenberg / Brian Mitchell / Nicotina / Pablo Montagne / Roger Sundström / Eric Arn / Thomas Barrière / Mikaele Pellegrino / Yannis Frier / Jonny Drury / Filippo Giuffré / Olivier Bost
Playing solo is one of the most natural things, especially for a musician who plays guitar: that’s how he generally practices and crafts his personal sound. It can also be a convenient way to record and perform live. In addition to that, almost all the most innovative and influential guitarists are great solo performers, too. This anthology gathers 23 guitarists from all over Europe, different in age and background, showing an extremely wide variety of styles and approaches. Some of these musicians know each other by having played together, some are linked by influence, or mutual respect. Others will profit from this chance to acknowledge, exchange and compare with unknown fellow guitar players. The musicians who were asked to contribute to this project were also given a loose concept: “the relationship between improvisation and composition”. This element is perhaps the reason why the music here collected shows such a wide number of forms, from radical free improvisation to actually written scores, and all in between. The listener may also find a parallel concept, involving the research and development of extended techniques. The variety of sounds is therefore impressive, as well as the range of tones and moods (from intimate and delicate picking to hypnotic drones, humorous manipulations, mournful melodies, ominous feedbacks or harsh, aggressive plucking). Ultimately, one of this anthology’s purposes is to map the current state of the guitar in the field of experimental and avant-garde music in Europe. Keeping in mind that it would be impossible to be absolutely exhaustive, it is however to be hoped that these two albums will highlight some valuable ideas and connections, stimulating the improvement of existing forms as well as the research for new, possible paths. The entire project was conceived and coordinated by guitarist Marco Tabellini that with Giust produced the album.
"(...) Setola di Maiale presents this full-body anthology of guitars and European guitarists; we already met some of them (Stefano Pilia, Manuel Mota, Pablo Montagne, Nicotina), but most of them are less known. The theme given to the musicians is “the relationship between improvisation and composition”; maybe that thought is a little worn-out, but it’s functional to the development of very different attitudes and techniques: from those who use the strings in a classical way to those (the majority here) who dig deep into the percussive possibilities of the body (and other parts) of the instrument, or penetrates its harmonic definition. And everything in a variety of accents, tones, textures and moods, so different from each other (or even opposite); it’s hard to mention someone in particular – but I’ll break a blow for Olaf Rupp, Marco Tabellini, Pablo Montagne, Roger Sundstrom and the truly excellent Gilles Laval – in a close-knit, cohesive work without quality swings, very well assembled and extremely pleasant to listen to. In short, not the ‘usual’ record made for insiders who swagger wearily, but a precious map of different possibilities, because I bet that here are names that we will hear about in the future. (8)" Stefano I. Bianchi, Blow Up 151, 2010.
"(...) Guitar (classical, acoustic, electric) has always been seen as a soloist instrument; the figure of the rock guitar hero or the classical concert musician or the acoustic folk artist always attracted the fantasies and sympathies of those who started to learn an instrument. This anthology groups 23 guitarists from all over Europe, different in age and background, and shows an extremely wide variety of styles and approaches – a natural consequence of growing one’s own personal style in “solo”. I put this double CD in this book because the concept at the base of this initiative is the “relationship between improvisation and composition”. This element is maybe the reason why the music here collected shows such a variety of forms, from radical improvisation to actual written scores. Another fundamental common element could be the desire for an extreme research and development of extended techniques: the variety is impressive: a true linguistic and musical Babel of tones and atmospheres, from intimate and delicate situations to thick, hypnotic drones, cabaret-derived manipulations, broken melodies, aggressive feedbacks, rickety and minimal blues. Useless to mention some track or guitarist (even if national pride calls for pointing out Stefano Pilia, Marco Tabellini, Mikaele Pellegrino, Filippo Giuffrè and Pablo Montagne) being the average quality level of the tracks always very high. Therefore, here’s a very beautiful idea of mapping the current state of the guitar in the field of experimental and avant-garde music in Europe. A similar geographic and musical map, being so condensed, can be a stimulus to create new ideas and new connections between musicians, pushing for the improvement of pre-existing forms as well as the research for new sonic paths, to give birth to chances for exchange, knowledge and confrontation between fellow guitarists. I sincerely wish this idea makes its own way and that this is just the beginning for other projects like this! A new confirmation of the excellent quality offered by this label, active since 1993." Andrea Aguzzi, 121 Cd per la Chitarra Contemporanea, book 126 pages, December 2010.
"(...) Does anyone from the old days out there remember that legendary compilation entitled “Guitarrorists”? Well… it was a double LP/CD with pieces by Lee Ranaldo, J Mascis, Wayne Coyne and so on. This double CDr is the ideal sequel of that which was done at that time. “An anthology of experimental solo guitar”, maybe that’s the only thing I would dare disagree with – is it guitar experimentation? Unusual techniques, weird, crooked guitarisms, guitar extremisms, cacophonies and alien melodies, but I don’t know whether it’s true experimentation; after all, what isn’t experimental? And on what basis do you decide it, dear friendly armchair critic? Let me ask it myself and let everyone give an answer. Manuel Mota, Chris Iemulo, Pablo Montagne, Stefano Pilia, Olaf Rupp and many others more or less known, soloists or not, even if they are all playing solo here. The array of the tracks go from melody to drone, from vaguely free guitars to the darkness and harshness of Kaspar Brotzmann and/or Page Hamilton outside Helmet (in duo with the first or Band Of Susan), from avant-semi-noise delirium à la Frith, tracks with song form, tracks with no form or melodic elements, caresses and fists. Just like when I bought the “Guitarrorists” vinyl I can’t help but thinking that the excellent quality of the guitarists involved, the good taste in the tracks and a very well done playlist make what could have been a potentially boring sampler a much more usable record that one could think; on the contrary, I have to say it was a pleasure to play these two CDs while I was sitting on the sofa and enjoying a good cup of chamomile." A. Ferraris, Sodapop 2011.
"(...) "(...) 'Playing solo is one of the most natural things, especially for a musician who plays guitar'. These words, together with the sub-title of this double-CD compilation, should be enough to point out its meaning and to measure its value. Twenty-four tracks for 23 European artists (Olaf Rupp is here with two movements of his Cold Winter Nocturno) committed to show the interaction and the relation between improvisation and composition, each one following the thread of his own sensibility, background and sonic essence. Some well-known faces (Stefano Pilia, Nicotina from Burp Enterprise, the Portuguese Manuel Mota), some less known and some strange absence (Ninni Morgia, a regular presence in Setola di Maiale’s catalogue) taking turns throughout the two CDs, engaged in showing how a guitar solo can have an extremely wide range of possibilities. From more or less noisy droning (Titel 10 by Brian Mitchell, Keening Alloy by Eric Arn) to intimist minimalism (Stefano Pilia’s Children Ghosts, dedicated to Oren Ambarchi, Alvari Lume’s Ground, Gilles Laval’s Djin) and isolationist guitar playing (Thomas Barrière and his Fujin), going through all kinds of weird variations (the drunken isolationism of Nicotina’s Casual 88, Roger Sundström’s frayed blues), noise (Anders Lindsjö’s Ex Delicto, the dazing Oh Mann… Linda by Mikaele Pellegrino), fingerpicking (Etude #10 by Marco Tabellini), again noise (Chris Iemulo with Myself Is Resonance, Pablo Montagne’s Geomagnetico), there’s a lot of irons in the fire, something to suit everyone’s taste. Certain is not only the liveliness, the goodness and the extreme (almost academic) seriousness in the European guitarists’ research, but also the intelligent and forward-looking lucidity shown by Setola di Maiale in understanding that a map of this overflowing tide of excellent creativity is a urgent necessity more than a simple self-referential quirk. Especially in the big sea of contemporary hyper-productivity, it is more than ever able to let stimulating icebergs emerge, as the present Guitars.” Stefano Pifferi, SentireAscoltare 2011.
"(...) C’était un projet à la fois un peu fou et complètement nécessaire. Et c’est maintenant un double album d’un aspect aussi austère que son contenu est riche. Voici donc Guitars: An Anthology Of Experimental Solo Guitar Music. A l’écoute, cela ne ressemble à rien de connu, entre mélodies extra-terrestres et symphonies pour cordes tapotées. On avance dans ces deux albums comme dans une forêt vierge, entouré de bruits inouïs et de sons défiants l’entendement. On se demande même souvent si on écoute bien de la guitare tellement certains se sont ingéniés à tripatouiller la sonorité originelle de leur instrument jusqu’à le rendre parfaitement méconnaissable. Autant dire que ce double album n’est fait que pour les oreilles tout à fait averties et les esprits épris d’expérimentations extrêmes. Mais dès cette supposition faite, quelle aventure nous est offerte ! Il fallait pourtant une bonne dose de courage pour oser la proposer à 23 guitaristes à travers toute l’Europe et encore plus d’audace pour mettre tous les enregistrements retenus sur un double album. C’est le label italien Setola di Maiale qui a tenté et réussi ce très bel exploit. Il faut dire que depuis sa fondation, en 1993, ce label n’a plus peur de rien en matière de musiques non conventionnelles. Il en a même fait le socle impérieux de son existence. Et ça marche! La liste des musiciens déjà couchés sur disque par ce label est d’ailleurs impressionnante, au moins autant que le nombre des albums déjà sortis. Nul étonnement donc que ce soit Setola di Maiale qui ait édité Anthology Of Experimental Solo Guitar Music, avec le plus grand sérieux quand à la production et sans la moindre concession vis-à-vis du genre. Quant aux styles rencontrés dans ce double album, ils sont des plus variés. Cela va de la composition millimétrée à l’improvisation la plus sauvage en passant par tous les intermédiaires possibles et surtout inimaginables. Et tout est bon pour parvenir à ses fins, la recherche du Graal sonore, l’humour, le laisser-aller, le n’importe quoi, le hasard, l’erreur, tout vous dis-je! Mais pas n’importe comment. On sent, on ressent même, de la part de tous les guitaristes une passion du résultat, qu’il soit espéré ou inattendu. On se frotte aux cordes, on glisse sur le manche, on entre dans la caisse, tout est permis à condition de parvenir au résultat rêvé. Alors, l’aventure vous tente, tendez vos oreilles vers ce territoire sonore aux multiples surprises." Frédéric Gerchambeau, Traverses n. 30.
DISC ONE
01 _ Stefano Pilia _ Children Ghosts (for Oren Ambarchi) 5:12
02 _ Anders Lindsjö _ Ex Delicto 4:17
03 _ Neil Davidson _ Heritage, Priscilla 3:52
04 _ Olaf Rupp _ Cold Winter Nocturno I 2:42
05 _ Olaf Rupp _ Cold Winter Nocturno II 1:54
06 _ Michal Dymny _ Living on a Plate 4:41
07 _ Manuel Mota _ untitled 2:20
08 _ Marco Tabellini _ Étude #10 4:27
09 _ Chris Iemulo _ Myself is Resonance 5:41
10 _ Alvari Lume _ Ground 5:29
11 _ Hannes Buder _ Be Moon But Not Cold 6:14
12 _ Peter Stenberg _ Ritmo (live at Motvikt #14) 5:13
DISC TWO
01 _ Pablo Montagne _ Geomagnetico 5:07
02 _ Brian Mitchell _ Titel 10 5:24
03 _ Gilles Laval _ Djin 4:38
04 _ Nicotina _ Casual 88 – The Dubious Stairwell 4:52
05 _ Roger Sundström _ Peppered Moth 5:03
06 _ Eric Arn _ Keening Alloy 5:45
07 _ Thomas Barrière _ Fujin 6:04
08 _ Mikaele Pellegrino _ Oh mann... Linda 1:19
09 _ Yannis Frier _ Statuaire court-circuitée 5:01
10 _ Jonny Drury _ Metal Return Urge 2:50
11 _ Olivier Bost _ Envoi 6:43
12 _ Filippo Giuffrè _ Congestione e Paralisi 6:21
(C) + (P) 2010