THE SPELL AND THE CITY
GIANNI LENOCI / BRUNO ANGELONI / JUAN CASTAÑON / MARCELLO MAGLIOCCHI
SOLD OUT
Gianni Lenoci _ pianoforte _ synth
Bruno Angeloni _ sax soprano
Juan Castañon _ chitarra elettrica
Marcello Magliocchi _ percussioni
Grande musica di improvvisazione che vede Lenoci e Magliocchi in compagnia dei messicani Angeloni e Castañon.
"(...) C'è chi cerca santi in paradiso, chi per un minimo di visibilità, farebbe carte false e non solo. Poi, per fortuna, c'è anche chi tira dritto per la propria strada, imperturbabile. L'irriducibilità espressiva di certi artisti (Magliocchi e Lenoci), quasi quasi non la meritiamo. Rigore e passione. In compagnia dei messicani Juan Castanon e Bruno Angeloni (precedentemente incontrati in “Trullo Improvisations” con Magliocchi), i due musicisti italiani, scrivono un numero di alta scuola impro, che dovrebbe esser messo a disposizione della Gelmini, come materiale didattico. Le cose andrebbero meglio forse. Percussioni (Marcello Magliocchi), sax soprano (Bruno Angeloni), chitarra elettrica (Juan Castanon), piano e synth (Gianni Lenoci). Un quadrato ammirevole. Improvvisazione colta e cameristica, all'apparenza estremamente rigida, eppure, gratta gratta, un ghigno beffardo è sempre in agguato. Incastri millimetrici e spazi vuoti da occupare, decollo ed osservazione del territorio. Nessuna intenzione di tornar a terra. Leggerezza elusiva e cubista, il respiro che si addensa nel freddo in candidi sbuffi. Synth e piano a suggerir traiettorie (allucinate e sibilanti o intimamente classicheggianti). Ritmi globali e risuonante sfregar metallico. Corde e respiri, a puntellare e giocar di sponda. Dialoghi appuntiti e sottolineature nette. La consapevolezza, non è elemento passeggero." M. Carcasi, Kathodik 2010.
"(...) Credo che si tratti del più ostico dei tre cd che ho ascoltato e che coinvolgevano alle percussioni Marcello Magliocchi; se in precedenza l'elemento jazz era molto più evidente, con questo lavoro si entra in modo netto in un ambito e in un suono molto più incline alla musica contemporanea. Il quartetto percussioni, soprano sax, chitarra elettrica e piano/synth si sviluppa in modo molto più sinistro, criptico, zoppicante ma comunque sempre con una certa decisione, che coniugata ad una certa sicurezza fa sì che si tratti di musica che nonostante le variazioni di dinamica resti comunque sempre lì, front-line in faccia a chi sta ascoltando. Se questo modo di suonare fa trasparire una fermezza dei singoli elementi che compongono la line-up, distanzia il suono di The Spell And The City da molta musica che gioca con l'ambiente, su questo lavoro non troverete suoni che flirtano con il riverbero della stanza, giochi di onde di suono e passaggi che indugiano su una o al massimo una serie minima di note. In questo disco gli strumenti giocano fra di loro, le singole voci ed il loro modo di incastrarsi diventano "liet motiv" del modo di improvvisare di questo quartetto. Si tratta di melodie mediamente astratte in cui sono al più le percussioni di Magliocchi ed il synth di Lenoci che fanno da effetti speciali e da contorno su piano, sassofono e chitarra che fanno da prime ballerine su di un palcoscenico piuttosto spettrale. Un disco non facile e sempre in bilico fra l'angoscia del presagio ed il peso di un segreto, ma proprio per questo direi che in quest'atmosfera sovraccarica di suspence il quartetto porta a casa il risultato di combinarsi in modo molto convincente." A.Ferraris, Sodapop 2010.
01 _ Dream's Destiny 3:16
02 _ Sword's Light 6:41
03 _ Egidar's Scourge 5:42
04 _ The Discord of Dwirid 7:23
05 _ Maiden of the Storm Secret 3:22
06 _ The El-Apolis Apprentice 3v16
07 _ The Spell and the City 6:25
08 _ The Ebony Emerald 6:00
09 _ The Prophecy of Melpondelle 1:34
(C) + (P) 2010
SOLD OUT
Gianni Lenoci _ piano _ synth
Bruno Angeloni _ soprano sax
Juan Castañon _ electric guitar
Marcello Magliocchi _ percussions
Great free improvised music that sees Lenoci and Magliocchi with Mexicans Angeloni and Castañon. Recorded at Hocus Pocus Loft Studio, Monopoli (Italy) on January 20th 2009.
"(...) C'è chi cerca santi in paradiso, chi per un minimo di visibilità, farebbe carte false e non solo. Poi, per fortuna, c'è anche chi tira dritto per la propria strada, imperturbabile. L'irriducibilità espressiva di certi artisti (Magliocchi e Lenoci), quasi quasi non la meritiamo. Rigore e passione. In compagnia dei messicani Juan Castanon e Bruno Angeloni (precedentemente incontrati in “Trullo Improvisations” con Magliocchi), i due musicisti italiani, scrivono un numero di alta scuola impro, che dovrebbe esser messo a disposizione della Gelmini, come materiale didattico. Le cose andrebbero meglio forse. Percussioni (Marcello Magliocchi), sax soprano (Bruno Angeloni), chitarra elettrica (Juan Castanon), piano e synth (Gianni Lenoci). Un quadrato ammirevole. Improvvisazione colta e cameristica, all'apparenza estremamente rigida, eppure, gratta gratta, un ghigno beffardo è sempre in agguato. Incastri millimetrici e spazi vuoti da occupare, decollo ed osservazione del territorio. Nessuna intenzione di tornar a terra. Leggerezza elusiva e cubista, il respiro che si addensa nel freddo in candidi sbuffi. Synth e piano a suggerir traiettorie (allucinate e sibilanti o intimamente classicheggianti). Ritmi globali e risuonante sfregar metallico. Corde e respiri, a puntellare e giocar di sponda. Dialoghi appuntiti e sottolineature nette. La consapevolezza, non è elemento passeggero." M. Carcasi, Kathodik 2010.
"(...) Credo che si tratti del più ostico dei tre cd che ho ascoltato e che coinvolgevano alle percussioni Marcello Magliocchi; se in precedenza l'elemento jazz era molto più evidente, con questo lavoro si entra in modo netto in un ambito e in un suono molto più incline alla musica contemporanea. Il quartetto percussioni, soprano sax, chitarra elettrica e piano/synth si sviluppa in modo molto più sinistro, criptico, zoppicante ma comunque sempre con una certa decisione, che coniugata ad una certa sicurezza fa sì che si tratti di musica che nonostante le variazioni di dinamica resti comunque sempre lì, front-line in faccia a chi sta ascoltando. Se questo modo di suonare fa trasparire una fermezza dei singoli elementi che compongono la line-up, distanzia il suono di The Spell And The City da molta musica che gioca con l'ambiente, su questo lavoro non troverete suoni che flirtano con il riverbero della stanza, giochi di onde di suono e passaggi che indugiano su una o al massimo una serie minima di note. In questo disco gli strumenti giocano fra di loro, le singole voci ed il loro modo di incastrarsi diventano "liet motiv" del modo di improvvisare di questo quartetto. Si tratta di melodie mediamente astratte in cui sono al più le percussioni di Magliocchi ed il synth di Lenoci che fanno da effetti speciali e da contorno su piano, sassofono e chitarra che fanno da prime ballerine su di un palcoscenico piuttosto spettrale. Un disco non facile e sempre in bilico fra l'angoscia del presagio ed il peso di un segreto, ma proprio per questo direi che in quest'atmosfera sovraccarica di suspence il quartetto porta a casa il risultato di combinarsi in modo molto convincente." A.Ferraris, Sodapop 2010.
01 _ Dream's Destiny 3:16
02 _ Sword's Light 6:41
03 _ Egidar's Scourge 5:42
04 _ The Discord of Dwirid 7:23
05 _ Maiden of the Storm Secret 3:22
06 _ The El-Apolis Apprentice 3v16
07 _ The Spell and the City 6:25
08 _ The Ebony Emerald 6:00
09 _ The Prophecy of Melpondelle 1:34
(C) + (P) 2010