THAT IS NOT SO
PATRIZIA OLIVA / ROBERTO DEL PIANO / STEFANO GIUST
Patrizia Oliva _ voce _ elettronica
Roberto Del Piano _ basso elettrico fretless
Stefano Giust _ batteria _ piatti
Improvvisazioni libere registrate in concerto a Milano presso Aldo Dice 26×1, il 30 settembre 2018. Questa musica è un magico vortice sospeso che ricorda Camusi.
Descrive così il disco Roberto Del Piano: "Credo sia proprio una delle cose più belle che abbia mai fatto nella mia lunga carriera. Un trio ridotto all'osso, l'evocativa e plastica voce (con un pizzico di elettronica) di Patrizia Oliva, il mio basso e l'originalissimo drumming di Stefano Giust , per costruire magie non identificabili in un genere. Non è jazz, non è rock, non è noise, ogni tanto fa pensare, ogni tanto fa sorridere risvegliando ricordi ancestrali come le figure che traspaiono nella copertina. Prenotate la vostra copia, sosterrete un'etichetta coraggiosa e indipendente e vi farete un bel regalo."
Riguardo ad Aldo Dice 26X1: all'inizio del 2014, le associazioni Clochard Alla Riscossa e Comitato Diritto Alla Casa di Milano, con il sostegno dell'Unione Inquilini, hanno deciso di creare una residenza sociale. Inizia così questo progetto, completamente diverso dalla politica adottata dalle istituzioni per far fronte all'emergenza abitativa. Attualmente ci sono 43 famiglie, 227 ospiti, 54 dei quali sono minorenni.
Per maggiori informazioni:
https://www.possibile.com/aldo-dice-26-x-1-storia-storia/
www.patriziaoliva.wordpress.com
http://www.orchestratai.com/artists/roberto-del-piano/
www.stefanogiust.it
"(...) Chiudere gli occhi ed iniziare a scavare fino a risalire ai frammenti di una dimensione inconscia che appare riaffiorare da una distanza temporale indefinita. C’è qualcosa di alchemico, di spontaneamente mistico che emerge dalle tessiture imbastite da Patrizia Oliva, Roberto Del Piano e Stefano Giust durante la sessione di improvvisazioni registrata nella residenza sociale di Aldo Dice 26×1 a Milano e cristallizzata in “That is not so”, un moto esplorativo che riporta in superficie tre distinte visioni che gradualmente si confrontano ed intrecciano generando un’unità caleidoscopica impossibile da racchiudere in rigide categorie.
Ciò che scaturisce da questo incontro è materia estremamente vitale, essenziale ed implacabile magma guidato dall’incedere mesmerico della vocalità ammaliante di Patrizia Oliva, a tratti corroborata da reiterazioni e modulazioni elettroniche e brillantemente affiancato e reso completo dalle complesse strutture scolpite dal basso di Roberto Del Piano e dalle ribollenti trame percussive di Stefano Giust.
Ciascuna delle sei tracce costruisce un intricato labirinto sonico nel quale immergersi pronti a lasciarsi guidare dall’istinto, un tracciato obliquo ed imprevedibile che vede in maniera costante pienamente avvertibili gli eterogenei componenti che lo informano resi coerenti da un approccio affine e profondamente sinergico.
Un’esperienza sensoriale avvolgente e a tratti allucinata, da assaporare con pienezza e scevri da inopportuni preconcetti." So What, 2019.
"(...) Azione dal vivo milanese in quel della residenza sociale Aldo Dice 26x1 che offre ospitalità ad oltre quaranta nuclei familiari, “That Is Not So” è un memorabile dono istantaneo assemblato da Patrizia Oliva (voce / elettronica), Roberto Del Piano al basso fretless elettrico e Stefano Giust a batteria e metalli.
Esperienza a profusione per i tre che vien messa al servizio di una intima performance creativa non allineata alla consuetudine (Del Piano, lo trovate ad esempio sul principio degli anni settanta col Gaetano Liguori Idea Trio in titoli come “Cile Libero, Cile Rosso” o “Qué Viva Nicaragua” e ho detto tutto).
Fatta di vuoti, tonfi, rimbombi e dolci carezze.
Che soffonde l'orizzonte con una coltre di segnali intermittenti avant-blues, tra affondi, scherzi e sospensioni.
Piccoli droni in stazionamento discreto, ampi spazi e livello d'interazione da vertigine /caduta / musata.
Raccontami Del Cielo in conclusione, e una parte di quel cielo, fiera e combattiva, effettivamente, in struggente narrazione, te la raccontano.
Procuratevi questo cd." Marco Carcasi, Kathodik, 2019.
"(...) Camusi più uno. Non mi pronuncio in proposito, poiché ritengo le esperienze artistiche di Patrizia Oliva e Stefano Giust degne di essere conosciute nella loro complessità, ma ci sarà pure un motivo se molti considerano il progetto Camusi una delle loro estrinsecazioni migliori (per alcuni la migliore).
In “That Is Not So” i Camusi si ripresentano con l’aggiunta del leggendario bassista Roberto Del Piano, un più uno che non è comunque semplice pro-forma e apporta un contributo considerevole alla scarna essenzialità del duo. La voce della Oliva, cha passa da un cantato morbido e suggestivo, al recitato e al vocalizzo informale, e il drumming dilatato e spaziale di Giust trovano un buon trait d’union nell’attitudine sobrio-rumorista di un tal terzo incomodo.
La musica siffatta potrebbe essere vista come un connubio fra Spacemen 3, AMM e Sun Ra, e scusate se è poco.
Il disco, registrato durante una residenza sociale creata dalle associazioni Clochard Alla Riscossa e Comitato Diritto Alla Casa di Milano, si riappropria di quelle istanze sociali alle quali la musica pareva recentemente aver rinunciato (a tal proposito faccio notare che uno dei primi dischi incisi da Roberto Del Piano è stato “Cile Libero, Cile Rosso” del Gaetano Liguori Idea Trio pubblicato nel 1974).
Adesso a voi la parola…." Mario Biserni, Sands-zine, 2019.
"(...) Un fantasma si aggira ancora per l'Europa e il sogno di un qualcosa che potrebbe essere, bello di comunità (...). Il sole splende nella notte/ è bello esser qui. Il set si è tenuto nella residenza sociale Aldo Dice 26x1, una di quelle isole dove pare possibile ristabilire un che di equo. Il duo dei Camusi è rodato e Del Piano ci ricolegga a storie di cose che si sarebbero volute e che si stava quasi avendo (Aktuala, i NEEM, Gaetano Liguori Idea Trio). La memoria è importante. Affiora raggrumata in un tessuto sonoro liquido, fatto di un cantare ipnotico e riverberato che ruota su se stesso (Ricordami del Cielo); ci sovviene la Monk, forse più On the Wing Again di Karin Kroeg e John Surman. Giust lavora per sottrazione, segue la voce, ne fa sue le trepidazioni (Ricordati Bambino). Il contrabbasso sembra la controparte maschile di una figurazione musicale che ascolto dopo ascolto è sempre più concreta e fa carne-suono delle idee (Identità Polverizzata). (7/8)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2019.
"(...) Non è per nulla raro incontrare persone che dichiarano di aver letto molto in gioventù e poi di aver ridotto al lumicino tale frequenza di lettura a causa degli impegni; si potrebbe pensare che queste persone si siano trasformate nelle idee e nel temperamento, ed invece bastano solo pochi secondi del ricordo di questa preziosa attività svolta nel passato, per constatare che dentro di loro c'è una memoria che non muore ed una forzata conciliazione con le attività presenti. Come sosteneva Jan Assmann, si può parlare di ricordo come "atto di resistenza". Per il trio Patrizia Oliva, Roberto Del Piano e Stefano Giust si tratta di orientare il ricordo in un potenziale di liberazione della musica: il 20 settembre scorso i tre musicisti si sono incontrati nella residenza sociale di Aldo Dice 26x1 per un'improvvisazione sui generis, che sa tanto di sindromi freudiane e che capitalizza le più desiderabili essenze creative mostrate dai tre musicisti nel corso del loro percorso musicale. Un accostamento di propensioni incredibili: il canto ipnagogico di Patrizia, il basso oscuro e decostruito di Roberto, l'ansia ritmica di Stefano.
That is not so ha una sua unitarietà, dove i materiali musicali sono trattati allo stesso modo dei materiali pittorici: c'è una tecnica e un modo ben preciso di raggiungere dei risultati, ma soprattutto c'è una poetica che si infila tra le maglie della musica. Durante i ripetuti ascolti ho cercato di ritrovare in qualche dipinto o saggio letterario l'umore di That is not so, senza giungere ad un risultato specifico: la vocalità della Oliva, anche nei momenti in cui è accompagnata dai loops, è un driver potente, dirige la mia immaginazione verso un dipinto cubista, di quelli analitici, dove la decomposizione dei soggetti/oggetti rende difficile qualsiasi tentativo di ricostruzione, anche se la sensazione è quella di un grigio-bruno come nel Ritratto di Pablo Picasso fatto da Juan Gris. Dal punto di vista letterario, si potrebbero tentare dei collegamenti plausibili con André Breton o con il romanzo della psicoanalisi, tuttavia l'enfasi del trio attiva un sindacato del sogno dove non ci sono spiegazioni scientifiche o nemmeno fasi di aderenza a determinate combinazioni del linguaggio.
Poche critiche si possono fare a prodotti musicali del genere: l'unica che mi sento di fare è piccolissima e riguarda il non perfetto bilanciamento degli strumenti intorno all'amplificazione, con le dinamiche arrotondate per eccesso o difetto (a volte perfette, a volte depotenziate)." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Inspired by, among others, Robert Wyatt, this alternative jazz trio is well worth a listen for fans of this genre." Dave Larder, the LAAMB Shop, 2019.
"(...) A free improvised set, recorded in concert in Milan on September 30th, 2018. We hear Del Piano on fretless electric bass, Giust on drums and cymbals and Oliva voice and electronics. A bit on their backgrounds first. Olivia is a singer and improviser using electronic and electro-acoustic procedures in her improvising and performing arts. She worked with very diverse artists like Evan Parker, Alessandro Bosetti, among others. Del Piano entered the Italian free jazz scene in the 70s. After a long pause, he returned in territories of jazz and improvised music somewhere this century. Stefano Giust is around since the 80s in the contexts of improvised and experimental music. Also, he runs the Setola di Maiale-label since 1993, a label with an impressive catalogue of improvised and experimental music. On many of them, Giust participates as a performer. But also Olivia and Del Piano take part in several of the projects recorded for this label. As a trio, they make their debut now with ‘That is not so’. In the company of these three experienced performers from the Italian scene, it is immediately clear we are not dealing a more or less normal jazz trio. ‘Vivre Sur le sol’ is a very abstract jazzy ballad with nice vocals by Oliva. Also in the next improvisation ’Ricordata Bambino’ it is the vocals by Oliva that introduce something of a melody and create an intimate atmosphere. Giust and Del Piano provide very sound-oriented textures, supplemented by the looped electronics played by Oliva. Music that is pleasantly somewhere ‘in-between’ everything from jazz to rock, from song to ambient textures." DM, Vital Weekly, 2019.
"(...) Voici un album que j’ai reçu sur le tard alors qu’il a été publié en 2019. Le patron du label à la batterie, Stefano Giust, le bassiste (électrique) des groupes du pianiste Gaetano Liguori depuis un demi-siècle, Roberto Del Piano. Une chanteuse diseuse inspirée et très convaincante, Patrizia Oliva, voix fragile, élégante, suggérant la mélodie. Session impromptue le 30 -09-2018dans le foyer d’un squat hors-norme de citoyennes et citoyens sans abri niché dans une gigantesque tour au creux des anneaux autoroutiers qui ceinturent l’agglomération milanaise, Aldo Dice 26X1. Cette résidence citoyenne est le fruit du travail intense de trois associations : Clochards Alla Riscossa and Comitato Diritto Alla Casa di Milano soutenue par Unione Inquilini. Ce projet animé par les sans – abri eux-mêmes est complètement différent de ce que propose les autorités institutionnelles pour faire face à l’urgence de la pénurie de logement critique à Milan alors qu’il existe des milliers de km2 disponibles dans des tours vides, les « palazzi ». Les notes de la pochette imprimée en 2019 indique qu’Aldo Dice héberge 43 familles, 227 hôtes dont 54 sont des mineurs d’âge. Il doit y en avoir bien plus à l’heure qu’il est. Bon nombre d’entre eux travaillent et ont des revenus, d’autres sont pensionnés et tous mettent leurs compétences et leur savoir-faire au service de la communauté. Les repas (excellents) sont préparés et servis sur place par ces citoyens – militants. Chaque mois, ils récoltent environ 400.000 € pour leurs services sociaux grâce au soutien populaire et plusieurs artisans et entrepreneurs locaux contribuent en les assistant à construire des appartements dans les étages de la tour. Leur capacité à faire face aux situations relève de l’exploit militaire. Lorsqu’ils furent éjectés du jour au lendemain du « palazzo » de la RAI 3, leur transfert dans l’actuel complexe de tours dont ils ignoraient même l’existence se fit en 24h !! Clochards à la rescousse livre quotidiennement des repas aux sans abri dans les quartiers de Milan. Au premier niveau de la tour, un espace commun sert de restaurant de foyer d’animations et accueille des concerts de musique improvisée dont celui qui fait l’objet de cette belle parution. Robert et Stefano assure subtilement une ossature rythmique – sonore à la pérégrination chantée – parlée de Patrizia Oliva qui révèle ici tout son talent de chanteuse – diseuse qui défie l’espace et le temps avec un goût sûr pour la suggestion mélodique et des harmonies complexes dans la veine d’un Robert Wyatt. Patrizia invente sa narration dans l’instant et les titres reflètent la réalité vécue par les habitants du lieu au plus près de leur réalité. Vivre Sur le Sol, Ricordati Bambino, Identità Polverizzata, Synchronicity, Il Sole Splende nella Notte, Raccontami del Cielo. L’enregistrement réalisé par Walter Molteni a cette réverbération caractéristique et l’atmosphère de cette structure en béton. Il s’en dégage une véritable poésie. La question de l’art engagé a souvent fait sourire les vrais artistes. Ici, la démarche des musiciens rencontre l’urgence et le quotidien, les émotions et l’expérience de ceux qui les écoutent avec une réelle pertinence et un grand respect. Ce faisant, Patrizia Oliva s’affirme comme une des plus puissantes chanteuses de la scène improvisée. Ces deux camarades s’inscrivent parfaitement dans ce projet en ayant l’intelligence et le feeling idéal. Une ou deux interventions en solo du bassiste illuminent le parcours. Une petite merveille sans prétention créée de toutes pièces par trois artistes solidaires et généreux pour coïncider avec le lieu et les personnes qui les accueillent. Dialogue, droits humains, amitié, solidarité." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2022.
01 _ Vivre Sur Le Sol 9:14
02 _ Ricordati Bambino 13:24
03 _ Identità Polverizzata 9:12
04 _ Synchronicity 6:33
05 _ Il Sole Splende Nella Notte 4:22
06 _ Raccontami Del Cielo 8:14
(C) + (P) 2019
Patrizia Oliva _ voice _ electronics
Roberto Del Piano _ fretless electric bass
Stefano Giust _ drums _ cymbals
Free improvisations recorded in concert in Milan at Aldo Dice 26×1 on September 30th, 2018. This music is a magical suspended vortex, that remind Camusi.
Roberto Del Piano describes the album as follow: "I think it is one of the most beautiful things I've ever done in my long career. A trio reduced to the bone, the evocative and plastic voice (with a pinch of electronics) by Patrizia Oliva, my bass and the very original drumming of Stefano Giust, to build unidentifiable magic in a genre. It is not jazz, it is not rock, it is not noise, every so often it makes you think, every now and then it makes you smile, awakening ancestral memories like the figures that appear on the cover. Book your copy, you will support a brave and independent label and you will get a nice gift."
About Aldo Dice 26X1: at the beginning of 2014, the associations Clochard Alla Riscossa and Comitato Diritto Alla Casa of Milan, with the support of Unione Inquilini, decided to create a social residence. This is how it's start this project, that is completely different from the politics adopted by the institutions to cope with the housing emergency. Currently, there are 43 families, 227 guests, 54 of whom are minors.
For more info:
https://www.possibile.com/aldo-dice-26-x-1-storia-storia/
www.patriziaoliva.wordpress.com
http://www.orchestratai.com/artists/roberto-del-piano/
www.stefanogiust.it
"(...) A free improvised set, recorded in concert in Milan on September 30th, 2018. We hear Del Piano on fretless electric bass, Giust on drums and cymbals and Oliva voice and electronics. A bit on their backgrounds first. Olivia is a singer and improviser using electronic and electro-acoustic procedures in her improvising and performing arts. She worked with very diverse artists like Evan Parker, Alessandro Bosetti, among others. Del Piano entered the Italian free jazz scene in the 70s. After a long pause, he returned in territories of jazz and improvised music somewhere this century. Stefano Giust is around since the 80s in the contexts of improvised and experimental music. Also, he runs the Setola di Maiale-label since 1993, a label with an impressive catalogue of improvised and experimental music. On many of them, Giust participates as a performer. But also Olivia and Del Piano take part in several of the projects recorded for this label. As a trio, they make their debut now with ‘That is not so’. In the company of these three experienced performers from the Italian scene, it is immediately clear we are not dealing a more or less normal jazz trio. ‘Vivre Sur le sol’ is a very abstract jazzy ballad with nice vocals by Oliva. Also in the next improvisation ’Ricordata Bambino’ it is the vocals by Oliva that introduce something of a melody and create an intimate atmosphere. Giust and Del Piano provide very sound-oriented textures, supplemented by the looped electronics played by Oliva. Music that is pleasantly somewhere ‘in-between’ everything from jazz to rock, from song to ambient textures." DM, Vital Weekly, 2019.
"(...) Inspired by, among others, Robert Wyatt, this alternative jazz trio is well worth a listen for fans of this genre." Dave Larder, the LAAMB Shop, 2019.
"(...) Voici un album que j’ai reçu sur le tard alors qu’il a été publié en 2019. Le patron du label à la batterie, Stefano Giust, le bassiste (électrique) des groupes du pianiste Gaetano Liguori depuis un demi-siècle, Roberto Del Piano. Une chanteuse diseuse inspirée et très convaincante, Patrizia Oliva, voix fragile, élégante, suggérant la mélodie. Session impromptue le 30 -09-2018dans le foyer d’un squat hors-norme de citoyennes et citoyens sans abri niché dans une gigantesque tour au creux des anneaux autoroutiers qui ceinturent l’agglomération milanaise, Aldo Dice 26X1. Cette résidence citoyenne est le fruit du travail intense de trois associations : Clochards Alla Riscossa and Comitato Diritto Alla Casa di Milano soutenue par Unione Inquilini. Ce projet animé par les sans – abri eux-mêmes est complètement différent de ce que propose les autorités institutionnelles pour faire face à l’urgence de la pénurie de logement critique à Milan alors qu’il existe des milliers de km2 disponibles dans des tours vides, les « palazzi ». Les notes de la pochette imprimée en 2019 indique qu’Aldo Dice héberge 43 familles, 227 hôtes dont 54 sont des mineurs d’âge. Il doit y en avoir bien plus à l’heure qu’il est. Bon nombre d’entre eux travaillent et ont des revenus, d’autres sont pensionnés et tous mettent leurs compétences et leur savoir-faire au service de la communauté. Les repas (excellents) sont préparés et servis sur place par ces citoyens – militants. Chaque mois, ils récoltent environ 400.000 € pour leurs services sociaux grâce au soutien populaire et plusieurs artisans et entrepreneurs locaux contribuent en les assistant à construire des appartements dans les étages de la tour. Leur capacité à faire face aux situations relève de l’exploit militaire. Lorsqu’ils furent éjectés du jour au lendemain du « palazzo » de la RAI 3, leur transfert dans l’actuel complexe de tours dont ils ignoraient même l’existence se fit en 24h !! Clochards à la rescousse livre quotidiennement des repas aux sans abri dans les quartiers de Milan. Au premier niveau de la tour, un espace commun sert de restaurant de foyer d’animations et accueille des concerts de musique improvisée dont celui qui fait l’objet de cette belle parution. Robert et Stefano assure subtilement une ossature rythmique – sonore à la pérégrination chantée – parlée de Patrizia Oliva qui révèle ici tout son talent de chanteuse – diseuse qui défie l’espace et le temps avec un goût sûr pour la suggestion mélodique et des harmonies complexes dans la veine d’un Robert Wyatt. Patrizia invente sa narration dans l’instant et les titres reflètent la réalité vécue par les habitants du lieu au plus près de leur réalité. Vivre Sur le Sol, Ricordati Bambino, Identità Polverizzata, Synchronicity, Il Sole Splende nella Notte, Raccontami del Cielo. L’enregistrement réalisé par Walter Molteni a cette réverbération caractéristique et l’atmosphère de cette structure en béton. Il s’en dégage une véritable poésie. La question de l’art engagé a souvent fait sourire les vrais artistes. Ici, la démarche des musiciens rencontre l’urgence et le quotidien, les émotions et l’expérience de ceux qui les écoutent avec une réelle pertinence et un grand respect. Ce faisant, Patrizia Oliva s’affirme comme une des plus puissantes chanteuses de la scène improvisée. Ces deux camarades s’inscrivent parfaitement dans ce projet en ayant l’intelligence et le feeling idéal. Une ou deux interventions en solo du bassiste illuminent le parcours. Une petite merveille sans prétention créée de toutes pièces par trois artistes solidaires et généreux pour coïncider avec le lieu et les personnes qui les accueillent. Dialogue, droits humains, amitié, solidarité." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2022.
"(...) Camusi più uno. Non mi pronuncio in proposito, poiché ritengo le esperienze artistiche di Patrizia Oliva e Stefano Giust degne di essere conosciute nella loro complessità, ma ci sarà pure un motivo se molti considerano il progetto Camusi una delle loro estrinsecazioni migliori (per alcuni la migliore).
In “That Is Not So” i Camusi si ripresentano con l’aggiunta del leggendario bassista Roberto Del Piano, un più uno che non è comunque semplice pro-forma e apporta un contributo considerevole alla scarna essenzialità del duo. La voce della Oliva, cha passa da un cantato morbido e suggestivo, al recitato e al vocalizzo informale, e il drumming dilatato e spaziale di Giust trovano un buon trait d’union nell’attitudine sobrio-rumorista di un tal terzo incomodo.
La musica siffatta potrebbe essere vista come un connubio fra Spacemen 3, AMM e Sun Ra, e scusate se è poco.
Il disco, registrato durante una residenza sociale creata dalle associazioni Clochard Alla Riscossa e Comitato Diritto Alla Casa di Milano, si riappropria di quelle istanze sociali alle quali la musica pareva recentemente aver rinunciato (a tal proposito faccio notare che uno dei primi dischi incisi da Roberto Del Piano è stato “Cile Libero, Cile Rosso” del Gaetano Liguori Idea Trio pubblicato nel 1974).
Adesso a voi la parola…." Mario Biserni, Sands-zine, 2019.
"(...) Un fantasma si aggira ancora per l'Europa e il sogno di un qualcosa che potrebbe essere, bello di comunità (...). Il sole splende nella notte/ è bello esser qui. Il set si è tenuto nella residenza sociale Aldo Dice 26x1, una di quelle isole dove pare possibile ristabilire un che di equo. Il duo dei Camusi è rodato e Del Piano ci ricolegga a storie di cose che si sarebbero volute e che si stava quasi avendo (Aktuala, i NEEM, Gaetano Liguori Idea Trio). La memoria è importante. Affiora raggrumata in un tessuto sonoro liquido, fatto di un cantare ipnotico e riverberato che ruota su se stesso (Ricordami del Cielo); ci sovviene la Monk, forse più On the Wing Again di Karin Kroeg e John Surman. Giust lavora per sottrazione, segue la voce, ne fa sue le trepidazioni (Ricordati Bambino). Il contrabbasso sembra la controparte maschile di una figurazione musicale che ascolto dopo ascolto è sempre più concreta e fa carne-suono delle idee (Identità Polverizzata). (7/8)" Dionisio Capuano, Blow Up, 2019.
"(...) Non è per nulla raro incontrare persone che dichiarano di aver letto molto in gioventù e poi di aver ridotto al lumicino tale frequenza di lettura a causa degli impegni; si potrebbe pensare che queste persone si siano trasformate nelle idee e nel temperamento, ed invece bastano solo pochi secondi del ricordo di questa preziosa attività svolta nel passato, per constatare che dentro di loro c'è una memoria che non muore ed una forzata conciliazione con le attività presenti. Come sosteneva Jan Assmann, si può parlare di ricordo come "atto di resistenza". Per il trio Patrizia Oliva, Roberto Del Piano e Stefano Giust si tratta di orientare il ricordo in un potenziale di liberazione della musica: il 20 settembre scorso i tre musicisti si sono incontrati nella residenza sociale di Aldo Dice 26x1 per un'improvvisazione sui generis, che sa tanto di sindromi freudiane e che capitalizza le più desiderabili essenze creative mostrate dai tre musicisti nel corso del loro percorso musicale. Un accostamento di propensioni incredibili: il canto ipnagogico di Patrizia, il basso oscuro e decostruito di Roberto, l'ansia ritmica di Stefano.
That is not so ha una sua unitarietà, dove i materiali musicali sono trattati allo stesso modo dei materiali pittorici: c'è una tecnica e un modo ben preciso di raggiungere dei risultati, ma soprattutto c'è una poetica che si infila tra le maglie della musica. Durante i ripetuti ascolti ho cercato di ritrovare in qualche dipinto o saggio letterario l'umore di That is not so, senza giungere ad un risultato specifico: la vocalità della Oliva, anche nei momenti in cui è accompagnata dai loops, è un driver potente, dirige la mia immaginazione verso un dipinto cubista, di quelli analitici, dove la decomposizione dei soggetti/oggetti rende difficile qualsiasi tentativo di ricostruzione, anche se la sensazione è quella di un grigio-bruno come nel Ritratto di Pablo Picasso fatto da Juan Gris. Dal punto di vista letterario, si potrebbero tentare dei collegamenti plausibili con André Breton o con il romanzo della psicoanalisi, tuttavia l'enfasi del trio attiva un sindacato del sogno dove non ci sono spiegazioni scientifiche o nemmeno fasi di aderenza a determinate combinazioni del linguaggio.
Poche critiche si possono fare a prodotti musicali del genere: l'unica che mi sento di fare è piccolissima e riguarda il non perfetto bilanciamento degli strumenti intorno all'amplificazione, con le dinamiche arrotondate per eccesso o difetto (a volte perfette, a volte depotenziate)." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2019.
"(...) Chiudere gli occhi ed iniziare a scavare fino a risalire ai frammenti di una dimensione inconscia che appare riaffiorare da una distanza temporale indefinita. C’è qualcosa di alchemico, di spontaneamente mistico che emerge dalle tessiture imbastite da Patrizia Oliva, Roberto Del Piano e Stefano Giust durante la sessione di improvvisazioni registrata nella residenza sociale di Aldo Dice 26×1 a Milano e cristallizzata in “That is not so”, un moto esplorativo che riporta in superficie tre distinte visioni che gradualmente si confrontano ed intrecciano generando un’unità caleidoscopica impossibile da racchiudere in rigide categorie.
Ciò che scaturisce da questo incontro è materia estremamente vitale, essenziale ed implacabile magma guidato dall’incedere mesmerico della vocalità ammaliante di Patrizia Oliva, a tratti corroborata da reiterazioni e modulazioni elettroniche e brillantemente affiancato e reso completo dalle complesse strutture scolpite dal basso di Roberto Del Piano e dalle ribollenti trame percussive di Stefano Giust.
Ciascuna delle sei tracce costruisce un intricato labirinto sonico nel quale immergersi pronti a lasciarsi guidare dall’istinto, un tracciato obliquo ed imprevedibile che vede in maniera costante pienamente avvertibili gli eterogenei componenti che lo informano resi coerenti da un approccio affine e profondamente sinergico.
Un’esperienza sensoriale avvolgente e a tratti allucinata, da assaporare con pienezza e scevri da inopportuni preconcetti." So What, 2019.
"(...) Azione dal vivo milanese in quel della residenza sociale Aldo Dice 26x1 che offre ospitalità ad oltre quaranta nuclei familiari, “That Is Not So” è un memorabile dono istantaneo assemblato da Patrizia Oliva (voce / elettronica), Roberto Del Piano al basso fretless elettrico e Stefano Giust a batteria e metalli.
Esperienza a profusione per i tre che vien messa al servizio di una intima performance creativa non allineata alla consuetudine (Del Piano, lo trovate ad esempio sul principio degli anni settanta col Gaetano Liguori Idea Trio in titoli come “Cile Libero, Cile Rosso” o “Qué Viva Nicaragua” e ho detto tutto).
Fatta di vuoti, tonfi, rimbombi e dolci carezze.
Che soffonde l'orizzonte con una coltre di segnali intermittenti avant-blues, tra affondi, scherzi e sospensioni.
Piccoli droni in stazionamento discreto, ampi spazi e livello d'interazione da vertigine /caduta / musata.
Raccontami Del Cielo in conclusione, e una parte di quel cielo, fiera e combattiva, effettivamente, in struggente narrazione, te la raccontano.
Procuratevi questo cd." Marco Carcasi, Kathodik, 2019.
01 _ Vivre Sur Le Sol 9:14
02 _ Ricordati Bambino 13:24
03 _ Identità Polverizzata 9:12
04 _ Synchronicity 6:33
05 _ Il Sole Splende Nella Notte 4:22
06 _ Raccontami Del Cielo 8:14
(C) + (P) 2019