NEU MUSIK PROJEKT
NEU MUSIK PROJEKT (Guido Mazzon, Marta Sacchi, Stefano Giust)
SOLD OUT
Guido Mazzon _ tromba _ pianoforte _ piccoli strumenti _ giocattoli _ carillon _ voce
Marta Sacchi _ clarinetti _ flauti _ giocattoli _ campanelli _ voce
Stefano Giust _ percussione _ piatti selezionati _ tamburi _ gongs vietnamiti _ temple blocks _ archetto
Il Neu Musik Projekt si concentra su alcuni aspetti della musica contemporanea e dell’improvvisazione libera, con testi e partiture scritte di Guido Mazzon, esponente storico della prima avanguardia italiana, fondatore del Gruppo Contemporaneo (1969) e dell’Italian Instabile Orchestra. Ha suonato tra gli altri con il gotha del jazz d’avanguardia come Lester Bowie, Andrew Cyrille, Anthony Braxton, Cecil Taylor, Andrea Centazzo e la Globe Unity di Alexander von Schlippenbach. Marta Sacchi è primo clarinetto presso l’Orchestra del Conservatorio G. Nicolini (2003-2005), primo clarinetto presso l’Orchestra Soncino (2000-2003) e primo clarinetto presso l’Orchestra Camerata de Bardi (2002-2003). Marta ha anche un master in musica da camera e in composizione, nonché una laurea in musicoterapia. Vive tra Pavia e Londra. Su Giust si è già detto molto in questo sito, perciò lo tralasciamo se non per dire che in questa occasione non suona la batteria ma solo alcuni elementi singoli che la compongono, oltre a piatti e gongs. Dalle note di copertina di Michele Coralli: "La registrazione di un nuovo disco per Guido Mazzon è l’esito finale di un progetto che passa attraverso ascolti, letture, visioni e meditazioni. Prima che tutto questo diventi musica, una serie di appunti, partiture fotografiche, abbozzi musicali, suoni e silenzi vengono sparsi sul tavolo. L’approccio all’improvvisazione parte cioè dalla costruzione di un pensiero volto alla ricerca dell’affettuosa relazione con altri percorsi. Il free e il Bel Canto, le avanguardie, la poesia, il mondo classico e il pensiero progressista. Nell’arte della reminescenza, del ricordo vago e volutamente impreciso, il Neu Musik Projekt trova un segno che potrà essere raccolto da tutti quelli che vorranno portare la musica un po’ più in là."
"(...) Ecco un cd importante che segna il ritorno al disco del trombettista Guido Mazzon, esponente storico degli innovatori musicali che nulla ha perduto del proprio smalto, anzi molto ne ha aggiunto. Scrive Michele Coralli: «Per Mazzon la registrazione di un nuovo disco è l'esito finale di un progetto che passa attraverso ascolti, letture, visioni e meditazioni». E lo stesso Mazzon afferma che "la differenza tra composizione e improvvisazione è una semplice questione di tempo. Ho sempre prediletto comporre l'improvvisazione e improvvisare la composizione". Gli sono compagni in questa impresa Marta Sacchi clarinetti/flauti e Stefano Giust percussioni. L'assenso degli uditori colti non mancherà." Franco Fayenz, Il Giornale, 2016.
"(...) Coloro che hanno vissuto con la gioventù e la freschezza degli ideali dell'escandescenza della musica negli anni sessanta, non possono fare a meno di avere nel proprio bagaglio umano principi e consuetudini che impegnano ulteriori risorse oltre quelle musicali, soprattutto di natura intellettuale. Nella specifica situazione del jazz europeo alla fine degli anni sessanta, sorsero parecchi dibattiti sul modo di intendere la musica, alla luce di possibili guide filosofiche esterne: una curiosa e contrastata tendenza fu quella di accordare un merito nettamente formale alle palate di veleno che lo studioso Adorno mandava al mondo della musica ed in particolare a quello del jazz, di contro ad un verginale aggrapparsi alla visione spirituale e sociale di uno dei poliglotta culturali italiani più importanti di sempre, ossia Pier Paolo Pasolini. In definitiva entrambi furono oggetto di convergenza di un pensiero musicale, sebbene Adorno di musica se ne fosse occupato in maniera estensiva, mentre Pasolini in maniera riduttiva; la convergenza stava nella comune visione dell'arte (ed indirettamente di quella musicale), nei processi della sua liberazione, nella pericolosità delle sue mercificazioni e della sua importanza come ingranaggio del sistema sociale corrente. Le vicende musicali del trombettista Guido Mazzon ricalcano schemi di approccio indispensabili per comprendere questa aurea età della poetica musicale; c'è un nuovo cd e un nuovo libro (direi quasi inevitabilmente a supporto) che espongono la sua sintesi di argomenti: Neu Musik Projekt è il trio che Mazzon ha imbastito per la parte musicale, trio che lo vede suonare assieme alla clarinettista Marta Sacchi e al percussionista Stefano Giust, mentre Per altre vie, incursioni nella filosofia della musica, sono le circa 100 pagine di un volumetto edito Apollo e scritto assieme al filosofo Guido Bosticco, con cui aveva condiviso già due scritti precedenti. Diametralmente speculari, le due dimensioni (musicale ed editoriale) ricreano quello che la musica del Novecento non perfettamente allineata ha fornito alla comunità dell'ascolto e che Mazzon ha fatto irrimediabilmente sue. Nell'ambito delle considerazioni musicali Neu Musik Projekt ci rapporta del tentativo di raggiungere una dimensione metafisica, già percepibile alle prime note del lavoro, tramite uno scampanio corredato di emulazioni sonore, un'azione propedeutica alla comprensione delle "altre vie" che scorrono nell'ascolto: la materia del sentire (dove l'ascolto è l'intendere della musica che rigetta la semplice fruizione fisiologica), la complessità del silenzio (".....esso si espande come un vapore ed occupa tutto lo spazio che incontra....."), le "relazioni" tra gli improvvisatori (Guido parla di relazioni e rifiuta l'insufficiente valenza dei dialoghi), la grandiosità della partitura visiva (una frontiera didattica imprescindibile per l'esplorazione dell'improvvisazione) sono tutti elementi che tengono in ostaggio una fitta quantità di rapporti dove si mischiano la risonanza, il free jazz, la ricercatezza melodica, il reading letterario, la tecnica astrusa. Mazzon ha più volte ribadito di come la sua visione sia invecchiata rispetto a quello che offre oggi il jazz, ma di come essa possa restare l'unica via per concertare senza nessun pregiudizio l'espressione creativa, su quei presidi necessari ad una corretta funzionalità dell'improvvisazione. Kierkegaard affermava che laddove i raggi del sole non arrivano si possono comunque ascoltare i suoni ed in tal senso si può certamente arguire che le propensioni sonore di Mazzon, Sacchi e Giust si incurvano per costruire un effetto similare da scovare dentro le colonne d'aria degli strumenti, nella risonanza aggiunta di una percussione metallica o all'interno della lega di una campana." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Guido Mazzon is one of the main protagonists of Italian free jazz since the Seventies, with adventurous groups like Gruppo Contemporaneo and Italian Instabile Orchestra and important collaborations – with Lester Bowie, Andrew Cyrille, Anthony Braxton, Cecil Taylor to name a few – and he’s still very active in experimental music today. Stefano Giust is from a younger generation that helped shape the free improvisation scene in Italy from the ’90s onward, and he’s also an important promoter of these musics with his record label Setola di Maiale, while Marta Sacchi is a young clarinet player with a classical background and experiences in various musical styles and theatre performance. Neu Musik Projekt, their first record together, opens with the sound of bells, soon joined by a trumpet drone and a slow melody from the clarinet, suggesting a filmic o theatrical dimension that develops throughout the album in a wide array of musical situations. The list of instruments used by the musicians is long, but every track is carefully built to make the best use of the chosen instrumentation, even if some of the most impressive tracks of the album, like Per altre vie or Curcuma’s Days, are those in which the core combo of trumpet, clarinet and percussions is used. In these pieces the musicians work on their respective strengths: Mazzon on trumpet has a confident voice and an agile phrasing, searching for new sounds and moods with an expert use of mutes. Sacchi’s clarinet perfectly complements him with a beautifully controlled tone and elegant melodic inventions, while Giust is constantly experimenting with new sounds, suggesting rhythm more than stating it, or negating it altogether. The album explores different musical styles and brilliantly blends them into a cohesive whole, from the peculiar mix of contemporary composition, spoken word interludes and melodic inventions of But Do You Remember?, to the South American atmospheres of Santiago, with the rolling drums of Giust supporting the multi thematic lines woven by Sacchi and Mazzon. Other tracks veer to contemporary territories, like the Short Pieces, three musical miniatures that revolve around contrasting instrumental relations; or into more abstract atmospheres, like Già, where multiple instruments are used by Mazzon and Sacchi, creating an ever-changing soundscape over the relentless percussion work of Giust, with spoken snippets giving continuity to the performance. The range of styles and moods explored in this record is surprising, going well beyond the jazz or improv labels, revealing a complex, sometimes puzzling but always fascinating musical world, explored with humor and passion." Nicola Negri, Free Jazz Blog, 2016.
01 _ Monk’s bell 1:50
02 _ Per altre vie 6:58
03 _ Curcuma’s days 5:45
04 _ Lost song 1:09
05 _ But, do you remember? 3:27
06 _ Santiago 4:06
07 _ Etude 2:09
08 _ Short piece one 3:02
09 _ Short piece two 1:55
10 _ All’ombra delle fanciulle in fiore 3:56
11 _ Short piece three 2:24
12 _ Già 8:48
13 _ Why not? 2:44
14 _ Farewell bell 1:45
(C) + (P) 2015
SOLD OUT
Guido Mazzon _ trumpet _ piano _ little instruments _ toys _ chimes _ voice
Marta Sacchi _ A clarinet _ Bb clarinet _ flutes _ toys _ hand bells _ voice
Stefano Giust _ percussion, selected cymbals _ drums _ vietnamase gongs _ temple blocks _ bow
Neu Musik Projekt is focused on some aspects of contemporary music and free improvisation, with words and written music scores by Guido Mazzon, historical exponent of the first Italian avant-garde, founder of the Gruppo Contemporaneo (1969) and Italian Instabile Orchestra. He has played among others with the gotha of the avant-garde jazz as Lester Bowie, Andrew Cyrille, Anthony Braxton, Cecil Taylor, Andrea Centazzo and Alexander von Schlippenbach's Globe Unity. Marta Sacchi is first clarinet at the G. Nicolini Conservatorio Orchestra (2003-2005), first clarinet at the Soncino Orchestra (2000-2003) and first clarinet at the Orchestra Camerata de Bardi (2002-2003). She has also a master in chamber music and in music composition as well as a degree in music therapy. She lives in Pavia and London. On Giust we have already said much on this site, just add here that, on this recordings, he don't plays drums but only some components that comprise it, plus cymbals and gongs.
"(...) Guido Mazzon is one of the main protagonists of Italian free jazz since the Seventies, with adventurous groups like Gruppo Contemporaneo and Italian Instabile Orchestra and important collaborations – with Lester Bowie, Andrew Cyrille, Anthony Braxton, Cecil Taylor to name a few – and he’s still very active in experimental music today. Stefano Giust is from a younger generation that helped shape the free improvisation scene in Italy from the ’90s onward, and he’s also an important promoter of these musics with his record label Setola di Maiale, while Marta Sacchi is a young clarinet player with a classical background and experiences in various musical styles and theatre performance. Neu Musik Projekt, their first record together, opens with the sound of bells, soon joined by a trumpet drone and a slow melody from the clarinet, suggesting a filmic o theatrical dimension that develops throughout the album in a wide array of musical situations. The list of instruments used by the musicians is long, but every track is carefully built to make the best use of the chosen instrumentation, even if some of the most impressive tracks of the album, like Per altre vie or Curcuma’s Days, are those in which the core combo of trumpet, clarinet and percussions is used. In these pieces the musicians work on their respective strengths: Mazzon on trumpet has a confident voice and an agile phrasing, searching for new sounds and moods with an expert use of mutes. Sacchi’s clarinet perfectly complements him with a beautifully controlled tone and elegant melodic inventions, while Giust is constantly experimenting with new sounds, suggesting rhythm more than stating it, or negating it altogether. The album explores different musical styles and brilliantly blends them into a cohesive whole, from the peculiar mix of contemporary composition, spoken word interludes and melodic inventions of But Do You Remember?, to the South American atmospheres of Santiago, with the rolling drums of Giust supporting the multi thematic lines woven by Sacchi and Mazzon. Other tracks veer to contemporary territories, like the Short Pieces, three musical miniatures that revolve around contrasting instrumental relations; or into more abstract atmospheres, like Già, where multiple instruments are used by Mazzon and Sacchi, creating an ever-changing soundscape over the relentless percussion work of Giust, with spoken snippets giving continuity to the performance. The range of styles and moods explored in this record is surprising, going well beyond the jazz or improv labels, revealing a complex, sometimes puzzling but always fascinating musical world, explored with humor and passion." Nicola Negri, Free Jazz Blog, 2016.
"(...) Ecco un cd importante che segna il ritorno al disco del trombettista Guido Mazzon, esponente storico degli innovatori musicali che nulla ha perduto del proprio smalto, anzi molto ne ha aggiunto. Scrive Michele Coralli: «Per Mazzon la registrazione di un nuovo disco è l'esito finale di un progetto che passa attraverso ascolti, letture, visioni e meditazioni». E lo stesso Mazzon afferma che "la differenza tra composizione e improvvisazione è una semplice questione di tempo. Ho sempre prediletto comporre l'improvvisazione e improvvisare la composizione". Gli sono compagni in questa impresa Marta Sacchi clarinetti/flauti e Stefano Giust percussioni. L'assenso degli uditori colti non mancherà." Franco Fayenz, Il Giornale, 2016.
"(...) Coloro che hanno vissuto con la gioventù e la freschezza degli ideali dell'escandescenza della musica negli anni sessanta, non possono fare a meno di avere nel proprio bagaglio umano principi e consuetudini che impegnano ulteriori risorse oltre quelle musicali, soprattutto di natura intellettuale. Nella specifica situazione del jazz europeo alla fine degli anni sessanta, sorsero parecchi dibattiti sul modo di intendere la musica, alla luce di possibili guide filosofiche esterne: una curiosa e contrastata tendenza fu quella di accordare un merito nettamente formale alle palate di veleno che lo studioso Adorno mandava al mondo della musica ed in particolare a quello del jazz, di contro ad un verginale aggrapparsi alla visione spirituale e sociale di uno dei poliglotta culturali italiani più importanti di sempre, ossia Pier Paolo Pasolini. In definitiva entrambi furono oggetto di convergenza di un pensiero musicale, sebbene Adorno di musica se ne fosse occupato in maniera estensiva, mentre Pasolini in maniera riduttiva; la convergenza stava nella comune visione dell'arte (ed indirettamente di quella musicale), nei processi della sua liberazione, nella pericolosità delle sue mercificazioni e della sua importanza come ingranaggio del sistema sociale corrente. Le vicende musicali del trombettista Guido Mazzon ricalcano schemi di approccio indispensabili per comprendere questa aurea età della poetica musicale; c'è un nuovo cd e un nuovo libro (direi quasi inevitabilmente a supporto) che espongono la sua sintesi di argomenti: Neu Musik Projekt è il trio che Mazzon ha imbastito per la parte musicale, trio che lo vede suonare assieme alla clarinettista Marta Sacchi e al percussionista Stefano Giust, mentre Per altre vie, incursioni nella filosofia della musica, sono le circa 100 pagine di un volumetto edito Apollo e scritto assieme al filosofo Guido Bosticco, con cui aveva condiviso già due scritti precedenti. Diametralmente speculari, le due dimensioni (musicale ed editoriale) ricreano quello che la musica del Novecento non perfettamente allineata ha fornito alla comunità dell'ascolto e che Mazzon ha fatto irrimediabilmente sue. Nell'ambito delle considerazioni musicali Neu Musik Projekt ci rapporta del tentativo di raggiungere una dimensione metafisica, già percepibile alle prime note del lavoro, tramite uno scampanio corredato di emulazioni sonore, un'azione propedeutica alla comprensione delle "altre vie" che scorrono nell'ascolto: la materia del sentire (dove l'ascolto è l'intendere della musica che rigetta la semplice fruizione fisiologica), la complessità del silenzio (".....esso si espande come un vapore ed occupa tutto lo spazio che incontra....."), le "relazioni" tra gli improvvisatori (Guido parla di relazioni e rifiuta l'insufficiente valenza dei dialoghi), la grandiosità della partitura visiva (una frontiera didattica imprescindibile per l'esplorazione dell'improvvisazione) sono tutti elementi che tengono in ostaggio una fitta quantità di rapporti dove si mischiano la risonanza, il free jazz, la ricercatezza melodica, il reading letterario, la tecnica astrusa. Mazzon ha più volte ribadito di come la sua visione sia invecchiata rispetto a quello che offre oggi il jazz, ma di come essa possa restare l'unica via per concertare senza nessun pregiudizio l'espressione creativa, su quei presidi necessari ad una corretta funzionalità dell'improvvisazione. Kierkegaard affermava che laddove i raggi del sole non arrivano si possono comunque ascoltare i suoni ed in tal senso si può certamente arguire che le propensioni sonore di Mazzon, Sacchi e Giust si incurvano per costruire un effetto similare da scovare dentro le colonne d'aria degli strumenti, nella risonanza aggiunta di una percussione metallica o all'interno della lega di una campana." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
01 _ Monk’s bell 1:50
02 _ Per altre vie 6:58
03 _ Curcuma’s days 5:45
04 _ Lost song 1:09
05 _ But, do you remember? 3:27
06 _ Santiago 4:06
07 _ Etude 2:09
08 _ Short piece one 3:02
09 _ Short piece two 1:55
10 _ All’ombra delle fanciulle in fiore 3:56
11 _ Short piece three 2:24
12 _ Già 8:48
13 _ Why not? 2:44
14 _ Farewell bell 1:45
(C) + (P) 2015