POW
GAMRA (Paed Conca, Patrizia Oliva, Eugenio Sanna, Stefano Giust)
Paed Conca _ clarinetto
Eugenio Sanna _ chitarra amplificata _ oggetti
Patrizia Oliva _ voce _ elettronica
Stefano Giust _ batteria _ percussione
Gamra è un ensemble italiano-svizzero che suona la libera improvvisazione, nella quale convergono i tanti decenni di esperienze dei musicisti coinvolti, creando un paesaggio sonoro unico. Il quartetto ha pubblicato il primo album su Setola di Maiale nel 2011 (SM1940). Nel dicembre 2015 esce "Pow" (che significa Person On War), registrato dal vivo in concerto al Chilli Jazz Festival 2014, in Austria, dal bravissimo Iztok Zupan che ne ha curato anche l'editing e il mastering. La musica qui è irruente, spigolosa, nervosa e piena di vitalità.
Per maggiori info: https://gamraquartet.wordpress.com
"(...) Tra le novità discografiche in Setola di Maiale qui vi propongo tre quartetti italiani [oltre a questo, Aghe Clope e Il Grande Drago], fisiologicamente differenti, ma che conducono verso un auspicabile concetto di rinnovamento vero del jazz. In un momento in cui si piange la scomparsa di Pierre Boulez, molti ne riconoscono le qualità stranianti, specie quelle che in età giovanile fissarono uno standard impegnativo per l'ascoltatore su più fronti. Da Schoenberg a Messiaen, passando per Cage e Stockhausen, il mondo musicale ha riconosciuto un'eredità scomoda ed influente al tempo stesso, attraverso tanti esperimenti sparsi a macchia d'olio nella formazione dei musicisti di ogni genere e grado. Segnati da questo secondo novecento alternativo, spesso i musicisti ne hanno condiviso le risposte emotive ed ambientali piuttosto che quelle teoriche e negli anni in cui tanto si discuteva di atonalità e serialismo come nuove pietre angolari della libertà nella musica, nel jazz le stesse libertà venivano invocate da Braxton o Mitchell per il free jazz al pari di un sinonimo, facendo nascere una spinta composita vissuta nei territori degli equivalenti improvvisativi: se prendiamo in esame il quartetto di Paed Conca (cl) Eugenio Sanna (ch) Stefano Giust (bt) e Patrizia Oliva (voc) la caratteristica della stranezza del rivestimento musicale ne è ancora una dimostrazione: si è alla ricerca di una articolazione sonora che vive di parecchie constatazioni di raccordo con la contemporaneità della musica e in questo senso è tutto dimostrabile sotto il profilo dei risultati. Sotto un'incalzante percussività (Giust sui carboni ardenti) ottenuta in un concerto tenutosi al Chilli Jazz Festival a Heiligenkreuz nel settembre 2014, si sviluppano due suites che scintillano di elementi incongrui, che si presentano comunque idiomatizzate; soprattutto nella prima “relazione” di pensieri profusa da Let me know your thought (forget my truth), funziona un impervio solismo che libera capacità e lavora sulle potenzialità: Conca con assoli brucianti, Sanna con ipnotismi divisi tra il graffio e il feedback chitarristico, Oliva che stabilisce un ponte tra varie configurazioni della vocalità (sprazzi del canto jazz, del melodramma atonale, della voce alterata dall'elaborazione elettronica, per citarne solo alcune) costruiscono un prodotto ruffiano, impetuoso, a tratti orientalizzato; nella seconda “relazione” la suite Let me know your thought (don't be silence) impone per approfondimento una situazione ancora più subdola (direi al limite di un viaggio psichedelico), che viaggia in mondi sonori impensabili, guidata dall'assoluta perizia dei quattro musicisti. Inutile quasi ribadire che esperimenti come questi sono una panacea per la musica progettuale." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Impro Magnetica. Il collettivo Gamra è formato da Paed Conca (clarinetto), Eugenio Sanna (chitarra ed electronics), Patrizia Oliva (voce ed electronics), Stefano Giust (percussioni). "Pow" è la registrazione di un'esibizione tenuta al Chilli Jazz Festival di Heiligenkreuz im Lafnitztal, Austria. Come da tradizione Setola di Maiale, anche questo lavoro va a situarsi in un territorio ibrido dove il free jazz sfuma completamente in un'improvvisazione che reca con sè una forte componente fisica, quasi rock. Nelle due suite in questione a svettare è la voce stregonesca e straniante della Oliva, supportata da un'impalcatura capace di creare ansia e attesa. Musica vitale." Antonio Ciarletta, Blow Up 2016.
"(...) L’improvvisazione, ricordava Derek Bailey, non è tanto un modo particolare di suonare quanto piuttosto un metodo di produrre musica. Il musicista improvvisatore va alla ricerca di una base sulla quale poter lavorare con chiunque; una volta individuatala ci lavora sopra. E quando lavora con certe altre persone, allora quello può essere l’unico momento in cui occupa quella determinata base. La musica improvvisata comporta una piena comunione di intenti e sentire, una solida preparazione che, sola, evita il caos gratuito e velleitario, e una lucida progettualità che lasci ampio spazio alle intuizioni del momento e che consenta comunque un’ampia libertà espressiva individuale sempre nel rispetto del gruppo di cui ciascun improvvisatore fa parte. Questo eccellente quartetto, colto durante una suggestiva perfomance dal vivo, funziona perfettamente in quelli che sono i suoi meccanismi essenziali, così consentendo la creazione di una musica viva in continuo movimento e mutamento, senza che mai venga perso di vista l’obbiettivo comune, pur nel rispetto e nella piena valorizzazione delle qualità individuali. In Patrizia Oliva la voce umana si fa strumento: ogni istante della sua musica sembra essere l’affascinante risultato dell’incontro di riflessione e piacere, di intelligenza e sensuale gioia. Approfittando della sua notevole estensione vocale, pare celebrare ogni singola nota e ogni singola sensazione, attraverso la visitazione di tutte le emozioni, senza che il virtuosismo fine a se stesso cancelli l’emotività, la passionalità, l’umano calore nel suo desiderio di venir comunicato. Se con Oliva la voce umana si fa strumento, lo strumento (il clarinetto) di Conca si fa voce umana: il suo linguaggio è emotivo e si sviluppa attraverso un ininterrotto susseguirsi di timbri e toni quanto mai vari, spaziando con naturalezza da quelli più alti ed aspri a quelli più bassi, scuri, che conferiscono al suo procedere sonorità arcane di grande efficacia, particolarmente incisivi nelle sequenze che lo vedono impegnato nei frequenti faccia a faccia con la voce di Oliva e con la chitarra di Sanna. Pioniere dell’investigazione del suono e delle sue molteplici risorse timbriche della chitarra tramite la distorsione elettrica (pur sempre al servizio della musica), Sanna si conferma figura imprescindibile nell’ambito della contemporanea musica improvvisata europea. Il ruolo che qui assume non è quello dell’accompagnamento ma quello della frizione, attraverso il quale anima situazioni sempre cangianti, da quelle più riflessive a quelle più furiosamente creative (notevole la sequenza che vede opporsi e miracolosamente integrarsi la sua chitarra e il clarinetto di Conca). Anche il lavoro percussionistico di Giust risulta essenziale: rigettando il ruolo tradizionale di “rhythm maker”, impiega il proprio armamentario come una voce indipendente che liberamente crea sonorità e frasi assolutamente paritarie rispetto alle altre, con esse combaciando perfettamente, controllandone dinamiche e clima dall’interno in un susseguirsi perentorio di intuizioni e soluzioni. Concludendo: un documento importante, affascinante nel suo svolgimento. Una proposta musicale coraggiosa che testimonia la vitalità di scelte espressive meritevoli di maggior diffusione nel nostro paese, ancora troppo legato a canoni estetici di fruizione e a canali massificanti e arretrati.” Stefano Arcangeli (Musica Jazz, Pisa Jazz, CRIM-Centro per la Ricerca sull’Improvvisazione Musicale).
"(...) Enregistré au festival Chilli Jazz / Limmitationes à la frontière austro-hongroise, ce remarquable quartet met en présence des personnalités tranchées avec des univers bien distincts qui tentent avec succès d’agencer leurs flux, leurs rêves, leurs singularités en créant des espaces, des moments d’écoute ou des vagues d’emportement. La guitare saturée et bruitiste du Pisan Eugenio Sanna dose son énergie brute et électrocutée en respectant la balance du groupe. Ludique. En effet, il y a la voix amplifiée et entourée d’effets électroniques de Patrizia Oliva (loops, réverb) qui raconte des histoires, transforme des mots ou s’élève au dessus de la mêlée voix blanche ou vociférée. Paed Conca transsubstantie le souffle, la colonne d’air, les spirales démultiplie les roulements accentués de guingois de Stefano Giust, un vrai batteur de free-music, ou musarde par dessus les ricochets et les harmoniques. Le jeu détaillé, énergique et aéré de Giust attire l’écoute sans jamais envahir l’espace sonore et se fond parfois entièrement dans les strates respectives de ses camarades. Deux longues pièces où la précipitation côtoie la méditation, où l’action déplace constamment les centres de gravités dans de belles métamorphoses sonores et poétiques etc… Chacun fait de la place à l’autre et tous œuvrent pour que chacun ait son mot à dire avec de multiples niveaux d’énergie, de cohésion ou de charivari assumé. La dynamique de jeu convainc bien au-delà des imprécisions de la prise de sons. Un bon point à chacun et kudos pour ce quartet atypique.” Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-improvandsounds, 2016.
"(...) Grabado en el festival Chilli Jazz / Limmitationes en la frontera austro-húngara, este notable cuarteto reúne a personalidades distinguidas con universos muy distintos que intentan organizar con éxito sus flujos, sus sueños, sus singularidades creando espacios, momentos de escucha u oleadas de arrebato. La guitarra saturada y ruidosa del pisano Eugenio Sanna dosifica su energía cruda y electrificada mientras respeta el equilibrio del grupo. Divertido. De hecho, está la voz amplificada y rodeada de efectos electrónicos de Patrizia Oliva (loops, reverberación) que cuenta historias, transforma palabras o se eleva por encima de la lucha voz mínima o vociferada. Paed Conca transsubstancia el soplido, la columna de aire, las espirales desmultiplican los acentuados redobles desiguales de Stefano Giust, un verdadero baterista de música libre, o bien deambulan por encima los rebotes y los armónicos. La ejecución detallada, enérgica y aérea de Giust atrae la escucha sin invadir el espacio sonoro y, a veces, se funde completamente en los respectivos estratos de sus compañeros. Dos piezas largas donde la precipitación se encuentra con la meditación, donde la acción desplaza constantemente los centros de gravedad en bellas metamorfosis sonoras y poéticas, etc. Cada uno deja espacio al otro y todos tocan para que todos puedan opinar con múltiples niveles de energía, de cohesión o de asumido guirigay. La dinámica de la ejecución convence mucho más allá de las imprecisiones de la grabación. Un buen punto para todos y kudos (felicitaciones) para este cuarteto atípico." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
01 _ Let me know your thought (forget my truth) 26:02
02 _ Let me know your thought (don't be silence) 19:33
(C) + (P) 2015
Paed Conca _ clarinet
Eugenio Sanna _ amplified guitar _ objects
Patrizia Oliva _ voice _ electronics
Stefano Giust _ drums _ percussion
Gamra is an Italian-Swiss ensemble that plays free improvisation, where decades of experiences of the musicians create an unique soundscape. The quartet have published the first album on Setola di Maiale in 2011 (SM1940); in December 2015 they release “Pow”, recorded live in concert at Chilli Jazz Festival 2014 (Austria) by the great Iztok Zupan who also oversaw the editing and mastering. The music here is impetuous, edgy, nervous and full of vitality.
For more info: https://gamraquartet.wordpress.com
"(...) Enregistré au festival Chilli Jazz / Limmitationes à la frontière austro-hongroise, ce remarquable quartet met en présence des personnalités tranchées avec des univers bien distincts qui tentent avec succès d’agencer leurs flux, leurs rêves, leurs singularités en créant des espaces, des moments d’écoute ou des vagues d’emportement. La guitare saturée et bruitiste du Pisan Eugenio Sanna dose son énergie brute et électrocutée en respectant la balance du groupe. Ludique. En effet, il y a la voix amplifiée et entourée d’effets électroniques de Patrizia Oliva (loops, réverb) qui raconte des histoires, transforme des mots ou s’élève au dessus de la mêlée voix blanche ou vociférée. Paed Conca transsubstantie le souffle, la colonne d’air, les spirales démultiplie les roulements accentués de guingois de Stefano Giust, un vrai batteur de free-music, ou musarde par dessus les ricochets et les harmoniques. Le jeu détaillé, énergique et aéré de Giust attire l’écoute sans jamais envahir l’espace sonore et se fond parfois entièrement dans les strates respectives de ses camarades. Deux longues pièces où la précipitation côtoie la méditation, où l’action déplace constamment les centres de gravités dans de belles métamorphoses sonores et poétiques etc… Chacun fait de la place à l’autre et tous œuvrent pour que chacun ait son mot à dire avec de multiples niveaux d’énergie, de cohésion ou de charivari assumé. La dynamique de jeu convainc bien au-delà des imprécisions de la prise de sons. Un bon point à chacun et kudos pour ce quartet atypique.” Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-improvandsounds, 2016.
"(...) Grabado en el festival Chilli Jazz / Limmitationes en la frontera austro-húngara, este notable cuarteto reúne a personalidades distinguidas con universos muy distintos que intentan organizar con éxito sus flujos, sus sueños, sus singularidades creando espacios, momentos de escucha u oleadas de arrebato. La guitarra saturada y ruidosa del pisano Eugenio Sanna dosifica su energía cruda y electrificada mientras respeta el equilibrio del grupo. Divertido. De hecho, está la voz amplificada y rodeada de efectos electrónicos de Patrizia Oliva (loops, reverberación) que cuenta historias, transforma palabras o se eleva por encima de la lucha voz mínima o vociferada. Paed Conca transsubstancia el soplido, la columna de aire, las espirales desmultiplican los acentuados redobles desiguales de Stefano Giust, un verdadero baterista de música libre, o bien deambulan por encima los rebotes y los armónicos. La ejecución detallada, enérgica y aérea de Giust atrae la escucha sin invadir el espacio sonoro y, a veces, se funde completamente en los respectivos estratos de sus compañeros. Dos piezas largas donde la precipitación se encuentra con la meditación, donde la acción desplaza constantemente los centros de gravedad en bellas metamorfosis sonoras y poéticas, etc. Cada uno deja espacio al otro y todos tocan para que todos puedan opinar con múltiples niveles de energía, de cohesión o de asumido guirigay. La dinámica de la ejecución convence mucho más allá de las imprecisiones de la grabación. Un buen punto para todos y kudos (felicitaciones) para este cuarteto atípico." Jean-Michel Van Schouwburg, traducción de Chema Chacón para Oro Molido #54, 2020.
"(...) Tra le novità discografiche in Setola di Maiale qui vi propongo tre quartetti italiani [oltre a questo, Aghe Clope e Il Grande Drago], fisiologicamente differenti, ma che conducono verso un auspicabile concetto di rinnovamento vero del jazz. In un momento in cui si piange la scomparsa di Pierre Boulez, molti ne riconoscono le qualità stranianti, specie quelle che in età giovanile fissarono uno standard impegnativo per l'ascoltatore su più fronti. Da Schoenberg a Messiaen, passando per Cage e Stockhausen, il mondo musicale ha riconosciuto un'eredità scomoda ed influente al tempo stesso, attraverso tanti esperimenti sparsi a macchia d'olio nella formazione dei musicisti di ogni genere e grado. Segnati da questo secondo novecento alternativo, spesso i musicisti ne hanno condiviso le risposte emotive ed ambientali piuttosto che quelle teoriche e negli anni in cui tanto si discuteva di atonalità e serialismo come nuove pietre angolari della libertà nella musica, nel jazz le stesse libertà venivano invocate da Braxton o Mitchell per il free jazz al pari di un sinonimo, facendo nascere una spinta composita vissuta nei territori degli equivalenti improvvisativi: se prendiamo in esame il quartetto di Paed Conca (cl) Eugenio Sanna (ch) Stefano Giust (bt) e Patrizia Oliva (voc) la caratteristica della stranezza del rivestimento musicale ne è ancora una dimostrazione: si è alla ricerca di una articolazione sonora che vive di parecchie constatazioni di raccordo con la contemporaneità della musica e in questo senso è tutto dimostrabile sotto il profilo dei risultati. Sotto un'incalzante percussività (Giust sui carboni ardenti) ottenuta in un concerto tenutosi al Chilli Jazz Festival a Heiligenkreuz nel settembre 2014, si sviluppano due suites che scintillano di elementi incongrui, che si presentano comunque idiomatizzate; soprattutto nella prima “relazione” di pensieri profusa da Let me know your thought (forget my truth), funziona un impervio solismo che libera capacità e lavora sulle potenzialità: Conca con assoli brucianti, Sanna con ipnotismi divisi tra il graffio e il feedback chitarristico, Oliva che stabilisce un ponte tra varie configurazioni della vocalità (sprazzi del canto jazz, del melodramma atonale, della voce alterata dall'elaborazione elettronica, per citarne solo alcune) costruiscono un prodotto ruffiano, impetuoso, a tratti orientalizzato; nella seconda “relazione” la suite Let me know your thought (don't be silence) impone per approfondimento una situazione ancora più subdola (direi al limite di un viaggio psichedelico), che viaggia in mondi sonori impensabili, guidata dall'assoluta perizia dei quattro musicisti. Inutile quasi ribadire che esperimenti come questi sono una panacea per la musica progettuale." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2016.
"(...) Impro Magnetica. Il collettivo Gamra è formato da Paed Conca (clarinetto), Eugenio Sanna (chitarra ed electronics), Patrizia Oliva (voce ed electronics), Stefano Giust (percussioni). "Pow" è la registrazione di un'esibizione tenuta al Chilli Jazz Festival di Heiligenkreuz im Lafnitztal, Austria. Come da tradizione Setola di Maiale, anche questo lavoro va a situarsi in un territorio ibrido dove il free jazz sfuma completamente in un'improvvisazione che reca con sè una forte componente fisica, quasi rock. Nelle due suite in questione a svettare è la voce stregonesca e straniante della Oliva, supportata da un'impalcatura capace di creare ansia e attesa. Musica vitale." Antonio Ciarletta, Blow Up 2016.
"(...) L’improvvisazione, ricordava Derek Bailey, non è tanto un modo particolare di suonare quanto piuttosto un metodo di produrre musica. Il musicista improvvisatore va alla ricerca di una base sulla quale poter lavorare con chiunque; una volta individuatala ci lavora sopra. E quando lavora con certe altre persone, allora quello può essere l’unico momento in cui occupa quella determinata base. La musica improvvisata comporta una piena comunione di intenti e sentire, una solida preparazione che, sola, evita il caos gratuito e velleitario, e una lucida progettualità che lasci ampio spazio alle intuizioni del momento e che consenta comunque un’ampia libertà espressiva individuale sempre nel rispetto del gruppo di cui ciascun improvvisatore fa parte. Questo eccellente quartetto, colto durante una suggestiva perfomance dal vivo, funziona perfettamente in quelli che sono i suoi meccanismi essenziali, così consentendo la creazione di una musica viva in continuo movimento e mutamento, senza che mai venga perso di vista l’obbiettivo comune, pur nel rispetto e nella piena valorizzazione delle qualità individuali. In Patrizia Oliva la voce umana si fa strumento: ogni istante della sua musica sembra essere l’affascinante risultato dell’incontro di riflessione e piacere, di intelligenza e sensuale gioia. Approfittando della sua notevole estensione vocale, pare celebrare ogni singola nota e ogni singola sensazione, attraverso la visitazione di tutte le emozioni, senza che il virtuosismo fine a se stesso cancelli l’emotività, la passionalità, l’umano calore nel suo desiderio di venir comunicato. Se con Oliva la voce umana si fa strumento, lo strumento (il clarinetto) di Conca si fa voce umana: il suo linguaggio è emotivo e si sviluppa attraverso un ininterrotto susseguirsi di timbri e toni quanto mai vari, spaziando con naturalezza da quelli più alti ed aspri a quelli più bassi, scuri, che conferiscono al suo procedere sonorità arcane di grande efficacia, particolarmente incisivi nelle sequenze che lo vedono impegnato nei frequenti faccia a faccia con la voce di Oliva e con la chitarra di Sanna. Pioniere dell’investigazione del suono e delle sue molteplici risorse timbriche della chitarra tramite la distorsione elettrica (pur sempre al servizio della musica), Sanna si conferma figura imprescindibile nell’ambito della contemporanea musica improvvisata europea. Il ruolo che qui assume non è quello dell’accompagnamento ma quello della frizione, attraverso il quale anima situazioni sempre cangianti, da quelle più riflessive a quelle più furiosamente creative (notevole la sequenza che vede opporsi e miracolosamente integrarsi la sua chitarra e il clarinetto di Conca). Anche il lavoro percussionistico di Giust risulta essenziale: rigettando il ruolo tradizionale di “rhythm maker”, impiega il proprio armamentario come una voce indipendente che liberamente crea sonorità e frasi assolutamente paritarie rispetto alle altre, con esse combaciando perfettamente, controllandone dinamiche e clima dall’interno in un susseguirsi perentorio di intuizioni e soluzioni. Concludendo: un documento importante, affascinante nel suo svolgimento. Una proposta musicale coraggiosa che testimonia la vitalità di scelte espressive meritevoli di maggior diffusione nel nostro paese, ancora troppo legato a canoni estetici di fruizione e a canali massificanti e arretrati.” Stefano Arcangeli (Musica Jazz, Pisa Jazz, CRIM-Centro per la Ricerca sull’Improvvisazione Musicale).
01 _ Let me know your thought (forget my truth) 26:02
02 _ Let me know your thought (don't be silence) 19:33
(C) + (P) 2015