APRO IL SILENZIO
ONE LIP 5 (Guido Mazzon, Nicola Cattaneo, Franco Cortellessa, Giorgio Muresu, Stefano Giust / Guests: Alberto Mandarini, Claudio Lodati, Pat Moonchy, Emanuele Parrini)
CD digipack 6 pagine
Guido Mazzon _ tromba _ cornetta _ crackle box
Nicola Cattaneo _ chitarra acustica _ chitarra classica _ chitarra elettrica
Franco Cortellessa _ chitarra baritona _ chitarra classica 7 corde
Giorgio Muresu _ contrabbasso
Stefano Giust _ batteria _ percussione
Ospiti _
Alberto Mandarini _ tromba nei brani 1, 3, 4, 5, 6, 7
Pat Moonchy _ voce nel brano 2
Claudio Lodati _ chitarra elettrica ed effetti nel brano 2
Emanuele Parrini _ violino nel brano 2
Il quintetto nasce nel marzo 2014 e suona musica jazz la cui contemporaneità sta nella fusione stessa tra il passato e l’oggi, con una scelta strumentistica particolarissima: tante corde, un fiato e la percussione. Musica improvvisata ma anche scritta da Guido Mazzon, primo storico esponente dell’avanguardia jazzistica italiana, fondatore del Gruppo Contemporaneo e poi della Italian Instabile Orchestra, ed i virtuosi di chitarra Nicola Cattaneo e Franco Cortellessa, entrambi dell’Italian Guitars Trio. L’album vede la presenza di preziosi ospiti: Alberto Mandarini, Claudio Lodati, Pat Moonchy ed Emanuele Parrini. Il disco è stato registrato il 21, 22 e 23 febbraio 2014 al Dangerous Donkey Studio, a Lago, Pavia. 72 minuti di musica avventurosa! Una recensione del primo concerto del quintetto, di Cristian Brusamonti su Libertà (marzo 2014): “Con One Lip 5 jazz ad alta temperatura. Un effervescente concerto del gruppo a Castello. Ritmi e atmosfere rarefatte, che non rinunciano al movimento ma che non possono far altro che stimolare la riflessione; suoni ridotti ai minimi termini che inciampano continuamente in ritmi e misure non convenzionali. È questo il tratto caratteristico ma anche il pregio del quintetto One Lip 5 – ex One Lip 4tet – che nei giorni scorsi ha deliziato il pubblico del teatro Verdi di Castelsangiovanni, nell’appuntamento inserito nella stagione del Palestrina curato dal direttore artistico Giuseppe Albanesi. Un concerto poco convenzionale, guidato dalla tromba di Guido Mazzon e dalle chitarre di Nicola Cattaneo e Franco Cortellessa, cui si aggiungono il contrabbasso di Giorgio Muresu e le percussioni di Stefano Giust. Il concerto s’intitolava Jazz Jazz Jazz, ma c’è molto di più di quanto siamo abituati a sentire parlando di questo genere. Infatti, tutto nasce da un tappeto sonoro indistinto e preciso allo stesso tempo su cui si innestano gli sprazzi creativi di Mazzon. Addio melodia e fraseggi tradizionali: gli strumenti emergono l’uno sull’altro come dotati di personalità propria, senza uniformarsi ad una traccia rassicuranete. Se volessimo tentare un paragone forse azzardato, si può dire che One Lip 5 sembrano seguire un percorso progressive, se non addirittura psichedelico, con passaggi ipnotici e difficilmente ‘commestibili’ da un pubblico medio. Tra i debiti da pagare da parte dei cinque musicisti ci sono Roscoe Mitchell, ma anche Lester Bowie e Miles Davis; tutti fatti propri, metabolizzati e poi riscoperti attraverso ritmi propri. Il tutto, senza cedere ad eseguire il già noto, ma dedicandosi a brani originali del gruppo. Mazzon, quando non è impegnato a suonare la sua tromba, tiene il ritmo e guida gli altri musicisti con cenni precisi: ‘dipinge’, come un direttore d’orchestra, il suo quadro sonoro. Tutto merito anche di una formazione nata negli anni Settanta, quella della musica di ricerca, che ubbidisce solo al fuoco della creatività e manda al macero le regole tradizionali. Altrettanto apprezzato è il lavoro di spazzole di Giust, che passa rapidamente da un ritmo all’altro e, tra i suoi piatti, ha solo l’imbarazzo della scelta. Se Muresu si concede piccoli ma significativi spazi d’improvvisazione solistica, rimane scolpito nella memoria l’uso originale delle chitarre, che vogliono spiegare il vero significato di jazz d’avanguardia.”
Per maggiori info: www.onelipfive.wordpress.com
"(…) Torna infine Lodati in un brano del cd di gran lunga più raccomandabile del lotto [ci si riferisce ad altri dischi del mese], Apro il Silenzio, che ruota ancora attorno al binomio tromba-chitarra, entrambe raddoppiate: Guido Mazzon (principale artefice del progetto One Lip 5) e Alberto Mandarini da un lato, e Nicola Cattaneo e Franco Cortellessa dall'altro. Ma ci sono anche basso e batteria e ospiti vari: in primis Emanuele Parrini, molto incisivo con il suo violino nei tre brani in cui figura. Ci si muove nei pressi di un post free abilmente organizzato, con echi di Ornette e Lmo, anche su spazi ampi - tre dei sette brani si aggirano sul quarto d'ora - con microsezioni che si succedono con una mobilità assolutamente salvifica. L'album è tra i migliori usciti in questa prima parte di 2015." Bazzurro, Musica Jazz, 2015.
"(...) Condizioni di sensibilità verso una seria rappresentazione dell'improvvisazione jazzistica, permeano la musica di Guido Mazzon e del gruppo a cinque One Lip 5 (ex One Lip 4tet). E' piuttosto difficile esprimersi in merito al corso della musica di Guido Mazzon, tanto essa è piena di considerazioni non effimere da fare; il suo senso dell'improvvisazione che parte da una vena blues e poi si allarga a tanti elementi può ritrovarsi in percentuali condensate nel nuovo episodio di "Apro il silenzio", che si compone di contrapposizioni tra tromba, sezione ritmica (Muresu al cb, Giust alla bt.) e chitarre (Cattaneo alla acustica e classica soprattutto e Cortellessa alla baritona e a 7 corde), un modo di proporre nuovi approcci mantenuti sempre nel quadro generale di una visione libera e creativa del jazz che Mazzon propugna con molta coerenza da sempre. I ricordi del passato non possono svanire, anzi, costituiscono un esempio per impostare nuove strutture musicali, come se esse fossero un punto di partenza per l'improvvisazione. Il recupero melodico, che spesso ha caratterizzato molte prove del trombettista italiano qui è relegato alla "Io che....", la inossidabile canzone di Endrigo che rappresenta uno spunto isolato di semplicità musicale lontana da presunte senilità, un vezzo che è appartenuto al free jazz italiano nel momento di sua iniziazione storica, una caratterizzazione proveniente dalla melodia operistica. Ma a prescindere da "Io che...", "Apro il silenzio" è l'unione di due campi d'azione: da una parte i quattro brani di Mazzon mostrano il lavoro di riequilibrio in chiave moderna del jazz di Davis, delle marching bands di New Orleans, magari vicine allo stile delle marce funebri, del free jazz ancora addensato nelle anime bop post moderne, di contrasto alla libera espressione degli strumentisti, alla loro completa emancipazione da un andamento di gruppo e all'introduzione di temi e suoni che provengono da settori diversi dal jazz. Ne risulta una vena tra il triste e l'eclettico, ma completamente ascrivibile al quintetto (che aggiunge 4 illustri ospiti nei musicisti Parrini, Lodati, Moonchy e Mandarini), in cui un tema alla Grappelli si mischia con un riff progressive e con chitarre al limite della padronanza rock. (In The song, questo ibrido jazzistico è ben evidenziato anche grazie alle evoluzioni tra l'etereo e il vetriolo della voce della Moonchy); oppure si può provare a dare credito ai tre minuti di esplosioni di tromba (Mazzon e Mandarini) e di sezione ritmica (Muresu e Giust) di Free or four, che manderebbero in visibilio qualsiasi platea di jazz. Dall'altra parte, nei due ultimi pezzi ascrivibili a Cattaneo e Cortelessa, la musica diventa quasi completa direzionalità dei due chitarristi, che ne offrono aspetti differenziati: riemergono così sintassi del jazz stravolte, in cui è facile scorgere impianti tesi alla simulazione degli argomenti; viene recuperata una sorta di compenetrazione di gruppo che, comunque, ha molte frecce nel suo arco." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
1 _ Apro il Silenzio (Mazzon) 14:57
2 _ The Song (Mazzon) 16:04
3 _ Free or Four (Mazzon) 3:08
4 _ Conductio (Mazzon) 15:44
5 _ Io che... (Mazzon) 6:26
6 _ Notte in Stazione (Cortellessa) 8:00
7 _ Pioggia (Cattaneo) 8:09
(C) + (P) 2014
CD digipack 6 pages
Guido Mazzon _ trumpet _ cornet _ crackle box
Nicola Cattaneo _ acoustic guitar _ classic guitar _ electric guitar
Franco Cortellessa _ baritone guitar _ 7 strings classic guitar
Giorgio Muresu _ doublebass
Stefano Giust _ drums _ percussion
Guests _
Alberto Mandarini _ trumpet on tracks 1, 3, 4, 5, 6, 7
Pat Moonchy _ vocals on track 2
Claudio Lodati _ electric guitar and effects on track 2
Emanuele Parrini _ violin on track 2
The quintet, born in March 2014, plays jazz music, atypical, whose contemporaneity is the merger between the past and the present, with a very peculiar choice of musical instruments: many strings, a wind and percussion. Free improvisation and written music by Guido Mazzon, historical exponent of the first Italian avant-garde, founder of the Gruppo Contemporaneo and later of the Italian Instabile Orchestra, and guitar virtuosos Nicola Cattaneo and Franco Cortellessa, both from Italian Guitars Trio. The album features valuable collaborators as Alberto Mandarini, Claudio Lodati, Pat Moonchy and Emanuele Parrini. The music was recorded on February 2014 at Dangerous Donkey Studio (Pavia). There are 72 minutes of adventurous music! Few words about the first concert of the ensemble, a review on Libertà newspaper: “With One Lip 5, jazz at high temperature. A sparkling concert of the group in Castello. Rhythms and atmosphere are rarefied, they don’t renounce to the movement, they stimulate reflection; reduced sounds, stumble continually on rhythms and unconventional measures. This is the trait but also the value of the quintet, which has delighted the audiences of Teatro Verdi in Castelsangiovanni. An unconventional concert, led by the trumpet of Guido Mazzon. The concert was called Jazz Jazz Jazz, but there is much more than we usually hearing on this kind of music. In fact, everything comes from a carpet of sound vague and precise at the same time, farewell from melody and traditional phrasing, instruments emerge on each other as having its own personality, without conform to a reassuring track. An education born in the seventies, that means music research, which obeys only to the fire of creativity and sent to the shredder traditional rules. Equally appreciated is the brushes work of Giust, flicking from one rhythm to another and among his cymbals, he has only spoiled for choice.”
For more info: www.onelipfive.wordpress.com
"(…) Torna infine Lodati in un brano del cd di gran lunga più raccomandabile del lotto [ci si riferisce ad altri dischi del mese], Apro il Silenzio, che ruota ancora attorno al binomio tromba-chitarra, entrambe raddoppiate: Guido Mazzon (principale artefice del progetto One Lip 5) e Alberto Mandarini da un lato, e Nicola Cattaneo e Franco Cortellessa dall'altro. Ma ci sono anche basso e batteria e ospiti vari: in primis Emanuele Parrini, molto incisivo con il suo violino nei tre brani in cui figura. Ci si muove nei pressi di un post free abilmente organizzato, con echi di Ornette e Lmo, anche su spazi ampi - tre dei sette brani si aggirano sul quarto d'ora - con microsezioni che si succedono con una mobilità assolutamente salvifica. L'album è tra i migliori usciti in questa prima parte di 2015." Bazzurro, Musica Jazz, 2015.
"(...) Condizioni di sensibilità verso una seria rappresentazione dell'improvvisazione jazzistica, permeano la musica di Guido Mazzon e del gruppo a cinque One Lip 5 (ex One Lip 4tet). E' piuttosto difficile esprimersi in merito al corso della musica di Guido Mazzon, tanto essa è piena di considerazioni non effimere da fare; il suo senso dell'improvvisazione che parte da una vena blues e poi si allarga a tanti elementi può ritrovarsi in percentuali condensate nel nuovo episodio di "Apro il silenzio", che si compone di contrapposizioni tra tromba, sezione ritmica (Muresu al cb, Giust alla bt.) e chitarre (Cattaneo alla acustica e classica soprattutto e Cortellessa alla baritona e a 7 corde), un modo di proporre nuovi approcci mantenuti sempre nel quadro generale di una visione libera e creativa del jazz che Mazzon propugna con molta coerenza da sempre. I ricordi del passato non possono svanire, anzi, costituiscono un esempio per impostare nuove strutture musicali, come se esse fossero un punto di partenza per l'improvvisazione. Il recupero melodico, che spesso ha caratterizzato molte prove del trombettista italiano qui è relegato alla "Io che....", la inossidabile canzone di Endrigo che rappresenta uno spunto isolato di semplicità musicale lontana da presunte senilità, un vezzo che è appartenuto al free jazz italiano nel momento di sua iniziazione storica, una caratterizzazione proveniente dalla melodia operistica. Ma a prescindere da "Io che...", "Apro il silenzio" è l'unione di due campi d'azione: da una parte i quattro brani di Mazzon mostrano il lavoro di riequilibrio in chiave moderna del jazz di Davis, delle marching bands di New Orleans, magari vicine allo stile delle marce funebri, del free jazz ancora addensato nelle anime bop post moderne, di contrasto alla libera espressione degli strumentisti, alla loro completa emancipazione da un andamento di gruppo e all'introduzione di temi e suoni che provengono da settori diversi dal jazz. Ne risulta una vena tra il triste e l'eclettico, ma completamente ascrivibile al quintetto (che aggiunge 4 illustri ospiti nei musicisti Parrini, Lodati, Moonchy e Mandarini), in cui un tema alla Grappelli si mischia con un riff progressive e con chitarre al limite della padronanza rock. (In The song, questo ibrido jazzistico è ben evidenziato anche grazie alle evoluzioni tra l'etereo e il vetriolo della voce della Moonchy); oppure si può provare a dare credito ai tre minuti di esplosioni di tromba (Mazzon e Mandarini) e di sezione ritmica (Muresu e Giust) di Free or four, che manderebbero in visibilio qualsiasi platea di jazz. Dall'altra parte, nei due ultimi pezzi ascrivibili a Cattaneo e Cortelessa, la musica diventa quasi completa direzionalità dei due chitarristi, che ne offrono aspetti differenziati: riemergono così sintassi del jazz stravolte, in cui è facile scorgere impianti tesi alla simulazione degli argomenti; viene recuperata una sorta di compenetrazione di gruppo che, comunque, ha molte frecce nel suo arco." Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2015.
1 _ Apro il Silenzio (Mazzon) 14:57
2 _ The Song (Mazzon) 16:04
3 _ Free or Four (Mazzon) 3:08
4 _ Conductio (Mazzon) 15:44
5 _ Io che... (Mazzon) 6:26
6 _ Notte in Stazione (Cortellessa) 8:00
7 _ Pioggia (Cattaneo) 8:09
(C) + (P) 2014