RAW
CARVER (Ninni Morgia, Patrizia Oliva, Silvia Kastel, Stefano Giust)
SOLD OUT
Ninni Morgia _ chitarra elettrica
Silvia Kastel _ sintetizzatore _ mixing _ mastering
Patrizia Oliva _ elettronica _ field recordings _ voce
Stefano Giust _ batteria _ piatti _ oggetti
Carver è un quartetto formato dagli 'ex newyorkesi' Ninni Morgia e Silvia Kastel insieme a Stefano Giust e Patrizia Oliva. Il suono del gruppo, che scaturisce dalla libera improvvisazione, ingloba molteplici linguaggi e non ultimo il rock, ma è un rock siderale, scarno, nervosissimo.
"(...) Traggono forse ispirazione per il nome dal padre del minimalismo letterario americano i quattro Carver, ma visti i nomi coinvolti non di mera speculazione si tratta, quanto di affinità elettive. Il quartetto doppio misto è infatti composto da nomi noti a chi indaghi le frange meno lineari del jazz informale o del chitarrismo off e minimale italiano: da un lato, una coppia consolidata da anni di frequentazioni, da un animo affine e da almeno una esperienza, i Camusi, per chi scrive tra le più eccitanti del panorama nazionale: Stefano Giust alle pelli e Patrizia Oliva aka Madame P a elettronica, field recordings e voce. Dall’altro, una coppia di ex-newyorchesi di recente composizione ma affiatatissima e sulla cresta dell’onda del free-rock: Silvia Kastel (a synth, mixing e mastering) e il nostro personale guitar hero Ninni Morgia. Una sorta di quartetto delle meraviglie, dunque, un all-star game da giocarsi sul terreno scosceso del free-noise più cerebrale e meno impetuoso, dell’improvvisazione libera (l’albo è stato registrato in un unico take) macchiata di jazz fratturato e dell’isolazionismo spinto condito di silenzi, assenze, ricami, gorgoglii e quant’altro d’ordinanza. Il tutto però fuori dall’ordinario, perché ci saremmo meravigliati del contrario viste le capacità dei singoli di giocare fuori schema, anzi creando un proprio schema che si va facendo canone nelle sensibilità off. Citare una delle sette tracce untitled sarebbe perciò riduttivo così come elencare le singole componenti in atto, un mero tentativo di ridurre alla razionalità una musica che è puro sentire, flusso di coscienze libere e ondivaghe. L’abbandono è quindi l’unico suggerimento, quasi categorico." Stefano Pifferi, Sentireascoltare, 2011.
"(...) Strani casi di omonimia, infatti questo gruppo si chiama come un combo emo-core/indie rock con lo stesso nome e che qualcuno si ricorderà di spalla ai Locust. In questo caso invece abbiamo a che fare un super quartetto di tutt'altra forgia, infatti abbiamo Ninni Morgia alla chitarra che qualcuno ricorderà per i White Tornado e poi per la carriera solista, Stefano Giust alla batteria, Patrizia Oliva al secolo Madame P alla voce e elettronica e Silvia Kastel al synth.
Questa è space-psichedelia oppure space-free music in cui le diverse componenti funzionano molto bene, infatti a dispetto della registrazione non eccezionale, l'elettronica analogica delle due signore, qualche inserto vocale della Oliva si sposano bene con una batteria jazzy ed una chitarra free-rock che non si fa problemi a distorcere quando ci vuole. Un disco che si fa ascoltare e se siete di quelli per i quali molte uscite della Setola Di Maiale sono troppo storte o troppo jazzy, forse in questo caso potreste rimanere sorpresi, infatti si tratta di un lavoro comunque abbastanza anomalo per l'etichetta friulana. Sicuramente non si può dire che si tratti di un lavoro di grandissima accessibilità, ma resta che non si tratta comunque di roba così ostica, tant'è che qua e là i musicisti si permettono persino il lusso di sfoderare delle parti dritte. Un bel lavoro, peccato che la registrazione non lo renda al meglio, infatti sarei curioso di ascoltarli con tutte le forme messe al posto giusto." A. Ferraris, Sodapop 2011.
01 _ 3:57 3:58
02 _ 4:02 4:02
03 _ 2:15 2:15
04 _ 8:18 8:18
05 _ 5:09 5:09
06 _ 8:36 8:38
07 _ 3:37 3:37
(C) + (P) 2010
SOLD OUT
Ninni Morgia _ electric guitar
Silvia Kastel _ synth _ mixing _ mastering
Patrizia Oliva _ electronics _ field recordings _ voice
Stefano Giust _ drums _ cymbals _ objects
Carver is a quartet formed by 'ex newyorkers' Ninni Morgia and Silvia Kastel with Stefano Giust and Patrizia Oliva. The band's sound comes from free improvisation that includes multiple languages: last but not least, a sidereal rock, gaunt, ill and nervous.
"(...) Traggono forse ispirazione per il nome dal padre del minimalismo letterario americano i quattro Carver, ma visti i nomi coinvolti non di mera speculazione si tratta, quanto di affinità elettive. Il quartetto doppio misto è infatti composto da nomi noti a chi indaghi le frange meno lineari del jazz informale o del chitarrismo off e minimale italiano: da un lato, una coppia consolidata da anni di frequentazioni, da un animo affine e da almeno una esperienza, i Camusi, per chi scrive tra le più eccitanti del panorama nazionale: Stefano Giust alle pelli e Patrizia Oliva aka Madame P a elettronica, field recordings e voce. Dall’altro, una coppia di ex-newyorchesi di recente composizione ma affiatatissima e sulla cresta dell’onda del free-rock: Silvia Kastel (a synth, mixing e mastering) e il nostro personale guitar hero Ninni Morgia. Una sorta di quartetto delle meraviglie, dunque, un all-star game da giocarsi sul terreno scosceso del free-noise più cerebrale e meno impetuoso, dell’improvvisazione libera (l’albo è stato registrato in un unico take) macchiata di jazz fratturato e dell’isolazionismo spinto condito di silenzi, assenze, ricami, gorgoglii e quant’altro d’ordinanza. Il tutto però fuori dall’ordinario, perché ci saremmo meravigliati del contrario viste le capacità dei singoli di giocare fuori schema, anzi creando un proprio schema che si va facendo canone nelle sensibilità off. Citare una delle sette tracce untitled sarebbe perciò riduttivo così come elencare le singole componenti in atto, un mero tentativo di ridurre alla razionalità una musica che è puro sentire, flusso di coscienze libere e ondivaghe. L’abbandono è quindi l’unico suggerimento, quasi categorico." Stefano Pifferi, Sentireascoltare, 2011.
"(...) Strani casi di omonimia, infatti questo gruppo si chiama come un combo emo-core/indie rock con lo stesso nome e che qualcuno si ricorderà di spalla ai Locust. In questo caso invece abbiamo a che fare un super quartetto di tutt'altra forgia, infatti abbiamo Ninni Morgia alla chitarra che qualcuno ricorderà per i White Tornado e poi per la carriera solista, Stefano Giust alla batteria, Patrizia Oliva al secolo Madame P alla voce e elettronica e Silvia Kastel al synth.
Questa è space-psichedelia oppure space-free music in cui le diverse componenti funzionano molto bene, infatti a dispetto della registrazione non eccezionale, l'elettronica analogica delle due signore, qualche inserto vocale della Oliva si sposano bene con una batteria jazzy ed una chitarra free-rock che non si fa problemi a distorcere quando ci vuole. Un disco che si fa ascoltare e se siete di quelli per i quali molte uscite della Setola Di Maiale sono troppo storte o troppo jazzy, forse in questo caso potreste rimanere sorpresi, infatti si tratta di un lavoro comunque abbastanza anomalo per l'etichetta friulana. Sicuramente non si può dire che si tratti di un lavoro di grandissima accessibilità, ma resta che non si tratta comunque di roba così ostica, tant'è che qua e là i musicisti si permettono persino il lusso di sfoderare delle parti dritte. Un bel lavoro, peccato che la registrazione non lo renda al meglio, infatti sarei curioso di ascoltarli con tutte le forme messe al posto giusto." A. Ferraris, Sodapop 2011.
01 _ 3:57 3:58
02 _ 4:02 4:02
03 _ 2:15 2:15
04 _ 8:18 8:18
05 _ 5:09 5:09
06 _ 8:36 8:38
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(C) + (P) 2010