OLD RED CITY
EDOARDO MARRAFFA / MARCO TABELLINI / VINCENZO VASI / STEFANO GIUST
SOLD OUT
Edoardo Marraffa _ sax tenore _ sax alto
Marco Tabellini _ chitarra elettrica
Vincenzo Vasi _ basso elettrico
Stefano Giust _ batteria
Questo disco è stato registrato dal vivo al Crash di Bologna il 3 aprile 2008 ed è stato editato da N. Guazzaloca, che ha anche videoregistrato il concerto: su YouTube si possono trovare sei estratti sotto il nome "Marraffa/Tabellini/Vasi/Giust @ Crash (Bologna)". Musica di improvvisazione altamente energetica; riguardo a Marraffa e Giust ci sono altre note sulle loro attività (vedi SM1210); Vincenzo Vasi è un polistrumentista, compositore versatile e dallo stile surreale - suona infatti basso, theremin, marimba, vibrafono, electronics e voce - è considerato uno dei musicisti più eclettici nell’ambito delle musiche eterodosse e non. Il suo stile spazia trasversalmente toccando vari generi, dalla sperimentazione elettronica sino al pop d’autore. Attivo sin dal 1990 nell’ambito della musica di ricerca con diversi progetti tra i quali, Trio Magneto, Ella Guru, Gastronauti, Switters, Orchestra Spaziale, Etherguys... Collabora stabilmente con Vinicio Capossela, Ominostanco e R. Paci; quest’ultimo è il produttore dell’album di recente pubblicazione Vince Vasi QY Lunch (Etnagigante / v2). Ha suonato tra gli altri con Chris Cutler, Tony Coe, Butch Morris, Antonello Salis, Pierre Favre, Phil Minton, Paolo Angeli, Gianluca Petrella, Mike Patton, Otomo Yoshihide, Lol Coxill, Steve Piccolo, Wang inc., Joey Baron, Ikue Mori, Lukas Ligeti, John Zorn. Marco Tabellini, giovanissimo e brillante, suona stabilmente con gli Auto Da Fè e frequenta assiduamente la scena improv bolognese e non solo.
"(...) Sanno cosa fanno, con chi lo fanno e dove lo fanno. Magari poi, la distanza fra interpreti, impone distacco forzato, ma le energie girano, e non c'è chilometraggio infinito che tenga. Registrato nell'Aprile del 2008 al Crash di Bologna, “Old Red City”, è una salutare pedata nel culo, per molti improvvisatori improvvisati, che si sentono eterodossi, ma hanno manette belle strette ai polsi. Sax alto e tenore, batteria, basso, chitarra e un filo di elettronica (discreta e piccolina...), che si aggrovigliano, si osservano, flirtano apertamente, si aggrediscono e muovono coralmente. Marraffa, Vasi, Giust e Tabellini, possiedono storie (chi più, chi meno), defilate, importanti e senza compromessi. E son impegnati, costantemente e caparbiamente, nel lasciar una scia, una direzione/ipotesi percorribile per chi verrà. La messa in pratica militante, di pure scintille di genio. Il quartetto improvvisa, e ti par un gruppo di quelli che si alza, colazioneggia, pranza, cena, dorme, sempre mano nella mano, stretti stretti. Vero questo, come i finti capelli del nano più amato dagli italiani. E la materia, percorre sentieri, che inglobano schegge di Rock In Opposition, andature secche d'inclinazione afroamericana, le impennate di Ayler, l'esuberanza dei Massacre, il free vero ed il fake jazz dei Lounge Lizards, rumori e rumorini (ma è più giusto parlare di tensione...); riconducibili a certa elettroacustica. E vanno, s'intrufolano, s'interrogano, si confrontano, in un dialogo sempre aperto, che, d'istante in istante, si carica ed arricchisce di suggestioni disparate (il bellissimo insieme, gioioso/giocoso/esplosivo di Vernicepiena, il blues sottopelle che preme in Bucaneve). Ora, se fra dieci anni, andremo a comprarci la ristampa giapponese (costosissima) di questo cd, oppure, in alternativa, ci troveremo questo live in scarico, sul nipote del mulo di oggi, vorrà dire che siamo dei perfetti cretini. Perché, in quel caso, il termine fallimento, non sarà più, un solo e semplice termine. Vi volete bene? Allora cercate questo cd, ma, sopratutto, invitateli a suonare, sui vostri tetti, nelle vostre case, nei giardini, sui palchi del vostro centro sociale preferito, nel locale dietro casa, in quello lontano da casa, ospitateli, parlateci, organizzatevi, muovetevi, datevi da fare, perché, il loro (e vostro...) futuro, lo avete fra le mani. La scena è vostra/nostra; faccenda da tener ben presente questa. Dunque, rompete i coglioni al prossimo, per loro, e per voi. L'arte del rabdomante che si tramuta in segno politico." M. Carcasi, Kathodik 2009.
"(...) Grande impro-music. È un periodo di grandi manovre per il sassofonista Edoardo Marraffa, già alle prese con diversi progetti, tutti validissimi (la maggior parte dei quali li trovate recensiti sulla vostra web-zine preferita). Le ultime due uscite per la Setola di Maiale di Stefano Giust, lo vedono all’interno di un quartetto insieme allo stesso Giust (batteria), a Vincenzo Vasi (basso) e a Marco Tabellini (chitarra elettrica) nonché in duo con Guazzaloca. “Old Red City (live at Crash)” registrato dal vivo, come da sottotitolo, è un disco di ispirata improvvisazione, sospesa tra jazz (il sax di Marraffa e la batteria di Giust) e rock (il basso elettrico di Vasi e la chitarra di Tabellini); se in "Insettocerto" i quattrosi lasciano andare al puro divertimento, nella successiva "Vernicepiena", le cose cominciano a farsi serie con i musicisti che si studiano e cominciano a prendersi le misure, regalandoci sprazzi di grande musicalità; ma è solo in "Lavabianca" che viene dato sfogo a tutta la loro verve iconoclasta, in una suite che potrebbe durare veramente all’infinito; le ultime due tracce, "Bucaneve" e "Rave-UV", sono di sintesi tra gli istinti più riflessivi (la prima) e quelli più diretti/comunicativi (la seconda). Alfredo Rastelli, Sands-zine 2009.
"(...) Ennesimo live che coinvolge Giust ed altri improvvisatori che negli ultimi anni sono comparsi parecchie volte in quello che Stefano stesso definiva il "catalogo setolare". Si tratta per lo più di musicisti free e improvvisatori del giro bolognese, gente che bene o male potreste aver sentito menzionare se avete letto o bazzicato ambiti limitrofi alla Scuola di musica popolare Ivan Illich, gente che meriterebbe molto più spazio rispetto a quello limitato che posso offrirgli io. Se conoscete alcuni dei nomi che sono menzionati nella line up, vi assicuro che il prodotto risulta veramente dalla somma delle sue singole parti ed è un bene, dato che avrete modo di essere "accarezzati" dalle staffilate di Maraffa, mentre Tabellini decora a ruota e Giust in un certo senso lavora in modo molto sommesso e non avanza mai troppo all'interno dello spazio sonoro. A tratti ho l'impressione che la sezione ritmica lavori all'unisono, a volte invece ho l'impressione che Vasi si unisca a Tabellini per fare da catapulta alle parti di Marraffa. Nonostante si tratti di un combo molto fine e non privo di stop e di svuotamenti sonori improvvisi quando si tratta di venire fuori non si fanno certo troppi complimenti. Piglio jazzy ma non troppo, visto che poi rimane qualche scoria di rock quasi noise, sopratutto quando i "four horsemen" si lasciano andare al caos totale (o forse per i "punkabbestia out there" dovrei scrivere Total Chaos). In un certo senso si tratta di uno dei miei lavori favoriti di quest'ultimo lotto di live usciti per Setola Di Maiale che hanno visto coinvolto Giust." A. Ferraris, Sodapop.
"(...) Un autre cd publié par Setola di Maiale et enregistré lui aussi "live at the Crash" le 3 avril 2008 rassemble le bassiste électrique Vincenzo Vasi et le guitariste Marco Tabellini autour de Marraffa et de Giust. Alors que dans le trio de Crash, Marraffa est à la proue de l’esquif, ici les membres de 'free improvised quartet music' (comme l’annonce la pochette) se relayent aux rames et à la barre. Tabellini a un background sensiblement rock et cette tendance est appuyée par la présence de Vasi à la basse électrique et le drive de Giust. Si Marraffa trouve un peu moins sa place dans ce contexte, on s’incline devant la belle interactivité et l’esprit coopératif de l’ensemble. Des initiatives à suivre. En espérant qu’on ne doive pas attendre une décennie pour entendre Marraffa de vivo dans nos contrées." Jean-Michel Van Schouwburg, Improjazz 2009.
1 _ Insettocerto 7:50
2 _ Vernicepiena 23:15
3 _ Lavabianca 17:45
4 _ Bucaneve 9:29
5 _ Rave-UV 7:44
(C) + (P) 2008
SOLD OUT
Edoardo Marraffa _ tenor sax _ alto sax
Marco Tabellini _ electric guitar
Vincenzo Vasi _ electric bass
Stefano Giust _ drums
Free improvised music recorded live at Crash, Bologna, on April 3th 2008, edited by N. Guazzaloca. On YouTube there are six extracts under the file "Marraffa/Tabellini/Vasi/Giust @ Crash (Bologna)".
"(...) Un autre cd publié par Setola di Maiale et enregistré lui aussi "live at the Crash" le 3 avril 2008 rassemble le bassiste électrique Vincenzo Vasi et le guitariste Marco Tabellini autour de Marraffa et de Giust. Alors que dans le trio de Crash, Marraffa est à la proue de l’esquif, ici les membres de 'free improvised quartet music' (comme l’annonce la pochette) se relayent aux rames et à la barre. Tabellini a un background sensiblement rock et cette tendance est appuyée par la présence de Vasi à la basse électrique et le drive de Giust. Si Marraffa trouve un peu moins sa place dans ce contexte, on s’incline devant la belle interactivité et l’esprit coopératif de l’ensemble. Des initiatives à suivre. En espérant qu’on ne doive pas attendre une décennie pour entendre Marraffa de vivo dans nos contrées." Jean-Michel Van Schouwburg, Improjazz 2009.
"(...) Sanno cosa fanno, con chi lo fanno e dove lo fanno. Magari poi, la distanza fra interpreti, impone distacco forzato, ma le energie girano, e non c'è chilometraggio infinito che tenga. Registrato nell'Aprile del 2008 al Crash di Bologna, “Old Red City”, è una salutare pedata nel culo, per molti improvvisatori improvvisati, che si sentono eterodossi, ma hanno manette belle strette ai polsi. Sax alto e tenore, batteria, basso, chitarra e un filo di elettronica (discreta e piccolina...), che si aggrovigliano, si osservano, flirtano apertamente, si aggrediscono e muovono coralmente. Marraffa, Vasi, Giust e Tabellini, possiedono storie (chi più, chi meno), defilate, importanti e senza compromessi. E son impegnati, costantemente e caparbiamente, nel lasciar una scia, una direzione/ipotesi percorribile per chi verrà. La messa in pratica militante, di pure scintille di genio. Il quartetto improvvisa, e ti par un gruppo di quelli che si alza, colazioneggia, pranza, cena, dorme, sempre mano nella mano, stretti stretti. Vero questo, come i finti capelli del nano più amato dagli italiani. E la materia, percorre sentieri, che inglobano schegge di Rock In Opposition, andature secche d'inclinazione afroamericana, le impennate di Ayler, l'esuberanza dei Massacre, il free vero ed il fake jazz dei Lounge Lizards, rumori e rumorini (ma è più giusto parlare di tensione...); riconducibili a certa elettroacustica. E vanno, s'intrufolano, s'interrogano, si confrontano, in un dialogo sempre aperto, che, d'istante in istante, si carica ed arricchisce di suggestioni disparate (il bellissimo insieme, gioioso/giocoso/esplosivo di Vernicepiena, il blues sottopelle che preme in Bucaneve). Ora, se fra dieci anni, andremo a comprarci la ristampa giapponese (costosissima) di questo cd, oppure, in alternativa, ci troveremo questo live in scarico, sul nipote del mulo di oggi, vorrà dire che siamo dei perfetti cretini. Perché, in quel caso, il termine fallimento, non sarà più, un solo e semplice termine. Vi volete bene? Allora cercate questo cd, ma, sopratutto, invitateli a suonare, sui vostri tetti, nelle vostre case, nei giardini, sui palchi del vostro centro sociale preferito, nel locale dietro casa, in quello lontano da casa, ospitateli, parlateci, organizzatevi, muovetevi, datevi da fare, perché, il loro (e vostro...) futuro, lo avete fra le mani. La scena è vostra/nostra; faccenda da tener ben presente questa. Dunque, rompete i coglioni al prossimo, per loro, e per voi. L'arte del rabdomante che si tramuta in segno politico." M. Carcasi, Kathodik 2009.
"(...) Ennesimo live che coinvolge Giust ed altri improvvisatori che negli ultimi anni sono comparsi parecchie volte in quello che Stefano stesso definiva il "catalogo setolare". Si tratta per lo più di musicisti free e improvvisatori del giro bolognese, gente che bene o male potreste aver sentito menzionare se avete letto o bazzicato ambiti limitrofi alla Scuola di musica popolare Ivan Illich, gente che meriterebbe molto più spazio rispetto a quello limitato che posso offrirgli io. Se conoscete alcuni dei nomi che sono menzionati nella line up, vi assicuro che il prodotto risulta veramente dalla somma delle sue singole parti ed è un bene, dato che avrete modo di essere "accarezzati" dalle staffilate di Maraffa, mentre Tabellini decora a ruota e Giust in un certo senso lavora in modo molto sommesso e non avanza mai troppo all'interno dello spazio sonoro. A tratti ho l'impressione che la sezione ritmica lavori all'unisono, a volte invece ho l'impressione che Vasi si unisca a Tabellini per fare da catapulta alle parti di Marraffa. Nonostante si tratti di un combo molto fine e non privo di stop e di svuotamenti sonori improvvisi quando si tratta di venire fuori non si fanno certo troppi complimenti. Piglio jazzy ma non troppo, visto che poi rimane qualche scoria di rock quasi noise, sopratutto quando i "four horsemen" si lasciano andare al caos totale (o forse per i "punkabbestia out there" dovrei scrivere Total Chaos). In un certo senso si tratta di uno dei miei lavori favoriti di quest'ultimo lotto di live usciti per Setola Di Maiale che hanno visto coinvolto Giust." A. Ferraris, Sodapop.
"(...) Grande impro-music. È un periodo di grandi manovre per il sassofonista Edoardo Marraffa, già alle prese con diversi progetti, tutti validissimi (la maggior parte dei quali li trovate recensiti sulla vostra web-zine preferita). Le ultime due uscite per la Setola di Maiale di Stefano Giust, lo vedono all’interno di un quartetto insieme allo stesso Giust (batteria), a Vincenzo Vasi (basso) e a Marco Tabellini (chitarra elettrica) nonché in duo con Guazzaloca. “Old Red City (live at Crash)” registrato dal vivo, come da sottotitolo, è un disco di ispirata improvvisazione, sospesa tra jazz (il sax di Marraffa e la batteria di Giust) e rock (il basso elettrico di Vasi e la chitarra di Tabellini); se in "Insettocerto" i quattrosi lasciano andare al puro divertimento, nella successiva "Vernicepiena", le cose cominciano a farsi serie con i musicisti che si studiano e cominciano a prendersi le misure, regalandoci sprazzi di grande musicalità; ma è solo in "Lavabianca" che viene dato sfogo a tutta la loro verve iconoclasta, in una suite che potrebbe durare veramente all’infinito; le ultime due tracce, "Bucaneve" e "Rave-UV", sono di sintesi tra gli istinti più riflessivi (la prima) e quelli più diretti/comunicativi (la seconda). Alfredo Rastelli, Sands-zine 2009.
1 _ Insettocerto 7:50
2 _ Vernicepiena 23:15
3 _ Lavabianca 17:45
4 _ Bucaneve 9:29
5 _ Rave-UV 7:44
(C) + (P) 2008