MARGINI DI RICICLO
STEFANO GIUST
SOLD OUT
Stefano Giust _ stereo-set (comprendente due registratori _ amplificatore _ giradischi _ radio) _ vinili _ nastro magnetico
Margini di Riciclo è costituito da trentaquattro pezzi di musica acusmatica che si susseguono senza pause, suddivisi in due lunghe parti (qui un estratto). Questo lavoro, iniziato nel 1990 e completato a metà del 1993, è composto e realizzato integralmente attraverso l’uso creativo di un comune impianto stereo componibile Pioneer, il quale aveva questa peculiarità: esercitando la stessa pressione simultaneamente su due o più tasti di selezione dell’amplificatore, si attivavano quei canali, con il risultato che dalle casse audio si potevano così ascoltare insieme sia il giradischi sia la radio, per fare un esempio; e il tutto poteva essere registrato su nastro magnetico da uno dei due registratori annessi all’impianto. Un altra curiosa possibilità era offerta dai nastri delle cassette al cromo o metal: se venivano registrati una seconda o terza volta, senza selezionare il tastino ‘chrome’ o ‘metal’ del registratore, la nuova registrazione non cancellava la precedente ma vi si sovraincideva. La ‘scoperta’ di queste particolarità sono state alla base di Margini di Riciclo, il resto è un minuzioso lavoro di cut-up di nastri magnetici, manipolazione di musica classica contemporanea e musica popolare, vinili più o meno alterati ed emittenti radiofoniche che entrano nella musica per lo più in modo aleatorio. Strumenti musicali o computer non sono stati utilizzati. Al tempo in cui veniva assemblavo non c’era niente di simile o costruito in questo modo. Viene in mente il lavoro del compositore John Oswald e la sua idea di plunderphonics (saccheggiofonia), ma diverse sono le prassi e i contenuti. Per quanto riguarda i testi, espressi attraverso le varie voci – di cui le più ricorrenti sono tratte da vari spoken word album di William S. Burroughs, Jello Biafra e Timothy Leary – sono scelti con cura, mentre altre voci sono registrate aleatoriamente da stazioni radiofoniche, non sempre sintonizzate su programmi prescelti; questi testi delineano un quadro preciso e poco rassicurante. Credo che questo lavoro abbia toccato, musicalmente, alcune delle cose scritte in Mille Plateaux da Deleuze e Guattari. Un album così costruito con lo stereo-set, Giust lo aveva registrato anche nel 1989 con il nome Urban Hard Beat Energy (pubblicato dall’etichetta Old Europa Cafe). Margini di Riciclo è dedicato ad alcuni maestri amati, come John Cage e Pierre Schaeffer per la musica, William S. Burroughs per la letteratura e Marcel Duchamp per l’arte visiva.
"(...) L'arte chirurgica che ritroveremo al massimo grado di finezza in Sprut, è trasformata in macelleria adottando una primitiva tecnica di djing: un normale amplificatore stereo i cui selettori permettono di suonare le diverse entrate contemporaneamente, due piastre di registrazione, un giradischi e una radio. Un vero Frankenstein compattatore, composto da frattaglie techno-hardcore, proto big beat e cyber metal fulminanti." Francesco Vignotto, Blow Up n.19.
01 _ Margini di riciclo (parte 1) 23:27
A. Una danza
B. Arte
C. Memoria # 1
D. Oggi non ieri
E. Potere multinazionale
F. Staticità
G. Paesaggi multimediali
H. Perdere il conto delle cose, sintesi dell'ascolto
I. Memoria # 2
L. Memoria # 3
M. Alla luce dell'altoforno
N. Z-altro
O. Azienda I, nelle fabbriche a capo chino
P. Intolleranze # 1
Q. Monologo acerbo
R. Individualizzarsi
S. Un epilogo qualunque
02 _ Margini di riciclo (parte 2) 23:54
A. Con certa violenza
B. Paranoico mai superficiale
C. Regole certe di relazioni industriali
D. Azienda II, giù nelle fabbriche
E. Immersi caldi in acque gelide
F. Intolleranze # 2
G. Forchette sudice su piatti rotti
H. E il mondo ti sorride
I. Di folla in follia
L. Una propria vita impropria
M. Fuori
N. Dentro
O. Underground
P. Prima di entropia, Berlin
Q. Azienda III, nelle fabbriche a morire
R. Dal dodicesimo piano
S. Nati niente, ascolta sempre il fondo
I. Nascita
II. Rumore necessario
III. Ambientazione e fastidio
IV. Quasi fosse silenzio
V. Ripetizioni non necessarie
VI. Ripetizioni non volontarie
VII. Ripetizioni non violate
VIII. Concerto
IX. Dopo-concerto
X. Voce
XI. Verso la fine
XII. Una fine qualsiasi
(C) + (P) 1993
SOLD OUT
Stefano Giust _ stereo-set (including two tape recorders _ amplifier _ turntable _ radio) _ vinyls _ tapes
Margini di Riciclo contains thirtyfour tracks of acousmatic music, that follow each other without pauses and divided into two long pieces (here an extract). This work was composed from 1990 to mid 1993 and it was assembled by means of a creative use of a common stereo-set (Pioneer) with a peculiarity: exerting the same pressure simultaneously on two or more of the selection keys of the amplifier, these channels would have been activated, with the result that you could listen, through the loud speakers, both the turntable and the radio, for make an example; and the whole thing would have been recorded on tape from one of the two recorders connected to the system. Another curiosity was offered by cassettes with chrome or metal tapes: if re-recorded again, for a second or third time, without selecting the frets ‘chrome’ or ‘metal’ on the recorder, the new recording wouldn’t have erased the first, but only overdubbed. The ‘discovery’ of these tricks have been the basis of Margini di Riciclo, the rest is a painstaking work of cut-up technique, manipulations of contemporary and popular music, vinyls more or less altered and radio broadcasters, which enter into the music in aleatory way, most of the time. Musical instruments and computers weren’t used. At that time, there was nothing like that and not even built in this way, although some years after I have known the work of composer John Oswald and his idea of ‘plunderphonics’. Concerning the texts, through the various voices – mostly were taken from several spoken word albums of William S. Burroughs, Jello Biafra and Timothy Leary – were chosen with great care but some times were recorded in aleatory way, directly from radio stations; the words show a precise outline, a sort of complaint to the contemporary world. I guess this work has touched – musically – some things that have been written on the book Mille Plateaux, by Deleuze and Guattari. A similar album was recorded by Giust in 1989 with the name Urban Hard Beat Energy and it was published by Old Europa Cafe. Margini di Riciclo was dedicated to some beloved masters, such as John Cage and Pierre Schaeffer for music, William S. Burroughs for literature and Marcel Duchamp for visual art.
"(...) L'arte chirurgica che ritroveremo al massimo grado di finezza in Sprut, è trasformata in macelleria adottando una primitiva tecnica di djing: un normale amplificatore stereo i cui selettori permettono di suonare le diverse entrate contemporaneamente, due piastre di registrazione, un giradischi e una radio. Un vero Frankenstein compattatore, composto da frattaglie techno-hardcore, proto big beat e cyber metal fulminanti." Francesco Vignotto, Blow Up n.19.
01 _ Margini di riciclo (part 1) 23:27
A. Una danza
B. Arte
C. Memoria # 1
D. Oggi non ieri
E. Potere multinazionale
F. Staticità
G. Paesaggi multimediali
H. Perdere il conto delle cose, sintesi dell'ascolto
I. Memoria # 2
L. Memoria # 3
M. Alla luce dell'altoforno
N. Z-altro
O. Azienda I, nelle fabbriche a capo chino
P. Intolleranze # 1
Q. Monologo acerbo
R. Individualizzarsi
S. Un epilogo qualunque
02 _ Margini di riciclo (part 2) 23:54
A. Con certa violenza
B. Paranoico mai superficiale
C. Regole certe di relazioni industriali
D. Azienda II, giù nelle fabbriche
E. Immersi caldi in acque gelide
F. Intolleranze # 2
G. Forchette sudice su piatti rotti
H. E il mondo ti sorride
I. Di folla in follia
L. Una propria vita impropria
M. Fuori
N. Dentro
O. Underground
P. Prima di entropia, Berlin
Q. Azienda III, nelle fabbriche a morire
R. Dal dodicesimo piano
S. Nati niente, ascolta sempre il fondo
I. Nascita
II. Rumore necessario
III. Ambientazione e fastidio
IV. Quasi fosse silenzio
V. Ripetizioni non necessarie
VI. Ripetizioni non volontarie
VII. Ripetizioni non violate
VIII. Concerto
IX. Dopo-concerto
X. Voce
XI. Verso la fine
XII. Una fine qualsiasi
(C) + (P) 1993